Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

“L’utopia della dieta vegana” di Franco Libero Manco

piramide vegana

Molte volte i giovani che vivono in famiglia sono ostacolati dai genitori, parenti o anche amici, nella loro scelta vegetariana o vegan e spesso l’armonia familiare viene turbata da questa scelta che oltre ad essere considerata pericolosa per la salute del ragazzo mette in crisi la madre abituata a servire a tavola prodotti convenzionali.

Quando mi parlano di tale situazione mi viene in mente la frase di Gesù: “Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare pace ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa” (Mtt 10,34).

La rivoluzione vegan non è facile da digerire per chi non è ancora informato sugli effetti che può produrre un’errata alimentazione, sulla vita individuale e sociale, in modo da maturare la decisione di fare il passo decisivo. Ma le grandi innovazioni conoscono sempre tre fasi: prima la derisione, poi la considerazione e infine la condivisione.

Cambiare stile di vita ed abitudini alimentari non è cosa facile se tale scelta non è sostenuta da una forte motivazione etica o salutistica, specialmente quando la gente è condizionata da tradizioni consolidate. Nulla, a mio avviso, impedisce il progresso mentale e morale come l’ostinato riferimento alle tradizioni. Se l’umanità si è in parte evoluta è grazie al superamento di certe concezioni che in altri periodi storici erano ritenute condivise. Ma nonostante la paura che a volte suscita il cambiamento molte cose sono mutate.

Oggi non si accetta più il concetto che la donna sia nata per servire l’uomo, il negro per servire i bianchi, i poveri per servire i ricchi, i deboli per servire i forti. La nostra è una vera e propria rivoluzione esistenziale: noi non chiediamo una povertà più dignitosa, ma la sua totale abolizione; non chiediamo guerre meno cruenti, ma la loro cancellazione dalla storia futura; non chiediamo giustizia per gli uomini, ma per tutte le creature in grado di soffrire, non chiediamo gabbie più grandi per gli animali, più pulite, ma vuote; non chiediamo la regolamentazione della caccia o della pesca, ma la loro totale eliminazione; non chiediamo la riduzione del consumo della carne degli animali martoriati, ma l’abbattimento, la demolizione fino alle fondamenta dei mattatoi; noi non chiediamo la chiusura degli stabulari dei vivisettori, ma la loro irrevocabile e perenne chiusura.

Utopia era considerare al tempo dei romani la eliminazioni dei combattimenti al Colosseo; era utopia pensare di scoprire nuove terre oltre le colonne d’Ercole; era considerare l’unificazione dell’Italia al tempo dei Borboni; era pensare di approdare sulla luna, parlare e vedere in diretta l’immagine di chi si trova all’altro capo del pianeta. Ma un’utopia non si attua in un giorno: è sempre il frutto sofferto e macerato di un processo evoluivo. Ogni filosofia, ogni dottrina nasce da un seme gettato che col tempo diventa albero e poi da i suoi frutti. Non tutte le utopie sono destinate a diventare realtà: solo se nella loro essenza vive il seme per il bene di tutte le cose: così sarà per l’utopia vegana. Ma affinché le utopie diventino realtà c’è bisogno di gente “folle” da credere realizzabile un progetto mai realizzato: come il nostro che supera di gran lunga tutte le grandi rivoluzioni umane.

Procedere con calma senza infastidire i macellatori di animali ed i guerrafondai? Non è nella nostra visione delle cose. Ma chiedere tutto e subito è follia. Occorre procedere per gradi dando alla gente il tempo di capire, di informarsi, di sensibilizzarsi, perché l’ignoranza è la madre di tutte le sventure: è l’indifferenza verso chi soffre ciò che ha fatto di questo mondo un luogo di dolore. Molto dipende da noi, dalla nostra volontà, dalla passione e dall’amore con cui conduciamo questa luminosa missione. La nostra causa procederà inevitabilmente, è nell’ordine evolutivo delle cose, nonostante la deludente realtà che a volte anche i migliori, dopo un primo entusiastico approccio, dimenticano la causa e si eclissano per motivi forse non sempre condivisibili. Questo significa non aver capito l’importanza della nostra missione che a mio avviso è più grande dei nostri interessi personali, di ogni progetto, di ogni affetto.

La nostra è opera di civiltà, è opera di giustizia da portare ovunque, in famiglia, nei gruppi, nelle scuole, nelle chiese, e che importa se il nostro messaggio genera fastidio o irritazione; Gesù diceva che non si accende una lampada per metterla sotto il moggio. Dobbiamo far capire che è meglio e più giusto smettere di magiare gli animali, che si può godere di una salute migliore, che l’umanità può essere migliore, che tutto può essere migliore e che tutto dipende da cosa si decide di portare a tavola, perché è sempre la coscienza degli uomini a fare la storia.

Franco Libero Manco

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Alimentazione naturale bioregionale, per vivere in buona salute

alimentazione naturale

Il considerarsi onnivori avrebbe senso se la carne fosse necessaria alla nostra salute, ma dal momento che la sua dannosità è universalmente riconosciuta dai più accreditati istituti di ricerca in fatto nutrizionale, oltre dai più noti ricercatori e scienziati indipendenti, questo dovrebbe bastare a mettere in dubbio il nostro onnivorismo e ad escludere i prodotti animali dalla nostra dieta, suffragati dal fatto che la loro esclusione conferma l’ottima salute di coloro che non ne fanno uso e a superare questo fuorviante e anacronistico concetto.

Che cosa abbiamo noi umani in comune con gli animai considerati onnivori, come l’orso, il maiale, gli uccelli, le formiche? Se fossimo onnivori la natura ci avrebbe provvisti degli strumenti anatomici necessari a procurarci la carne come cibo, cioè la necessaria velocità a rincorrere la preda, l’insensibilità a squartarla, a divorarla per intero e ancora palpitante, comprese le interiora, le ossa, le cartilagine, la pelle; ci avrebbe dato gli artigli per afferrarla, i denti secodonti adatti a lacerare la carne, la lingua a raspa utile a lambire il sangue, dei potenti acidi nello stomaco per disintegrare le ossa e le proteine, la presenza dell’enzima uricasi per neutralizzare l’acido urico, l’intestino corto, liscio e adatto ad espellere rapidamente la carne in rapida putrefazione. Strumenti che non possiede l’essere umano.

Gli animali che mangiano la carne hanno un intestino lungo circa 3-4 volte il loro tronco, negli esseri umani gli intestini solo lunghi 8-10 volte la lunghezza del tronco, e questo causa permanenza della carne negli intestini umani per un tempo più lungo che causa putrefazione con formazione di istamina, putrescina, cadaverina, indolo, scatolo ecc.: sostanze che intossicano l’organismo. Dall’intestino intossicato infatti partono gran parte delle malattie umane.

La paleontologia, gli studi di anatomia comparata, l’istintologia, l’embriologia, la biologia, l’archeologia ecc. affermano che il corpo umano è un corpo da fruttariano, come le scimmie antropomorfe che hanno in comune con noi il 98% del patrimonio genetico.

L’onnivorismo umano è un’invenzione dell’uomo: in natura non esiste la specie degli onnivori: infatti non c’è mai stata una vera classificazione degli animali considerati onnivori. Se onnivorismo significa mangiare di tutto, tutte le specie animali possono essere considerate onnivore, dal momento che tutte, in periodi di carenza, e per brevi periodi, possono mangiare tutto ciò che è per loro commestibile. Ma per il carnivoro la carne resta il suo cibo elettivo, l’erba per l’erbivoro e la frutta per il frugivoro. Se il carnivoro si comportasse per tutta la vita, o per lunghi periodi, da onnivoro ne subirebbe le conseguenze, la stessa cosa succederebbe agli erbivori e ai frugivori, cosa invece adottata dall’essere umano, e per questo da quando ha inserito la carne nella sua dieta è soggetto alle molte malattie che da sempre si trova a combattere.

In sostanza, anche per i cosiddetti onnivori la carne è un cibo occasionale, non abituale.

Per capire qual’è il cibo adatto alla nostra specie occorre far riferimento alla “macchina” umana, alla sua struttura anatomica e fisiologica e considerare che se gli animali più vicini a noi come le scimmie antropomorfe pur essendo dotate di canini potenti e ben sviluppati sono fondamentalmente fruttariani, e che solo occasionalmente si nutrono anche di insetti o altri prodotti di derivazione animale, tanto più gli esseri umani sprovvisti di qualunque strumento naturale adatto a lacerare la carne dovrebbero convincersi che la natura non aveva previsto che l’uomo si nutrisse di carne.

Ma più che fare riferimento alla specie occorre far riferimento alla nostra coscienza, al buon senso, all’intelligenza positiva. Anche se fossimo onnivori l’evoluzione ci dice che un tipo di alimento, adottato alle origini dei tempi, può non essere valido per sempre, può non essere adatto alle generazioni di milioni di anni dopo. Diversamente non ci sarebbe evoluzione. A quale periodo della nostra evoluzione dovremmo far riferimento? Forse al Lemuri, al Pitecantropo, all’Australopiteco, all’Homo erectus o al sapiens sapiens?

L’alimentazione muta al mutare della morfologia della specie e con essa le esigenze biochimiche, nutrizionali, cognitive, emotive. Il cane per esempio, da puro carnivoro alle origini, oggi è a tutti gli effetti un animale onnivoro, molto spesso vegetariano se non addirittura vegano.

Come può l’alimentazione dell’uomo delle caverne essere adatta all’uomo attuale? C’è l’era dell’istinto, della sopravvivenza, della consapevolezza (o della ragione) e l’era dello spirito, quella indicata dai grandi Precursori: opporsi a questa significa guardare al passato e ostacolare la nostra vera evoluzione.

Franco Libero Manco

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Indicazioni per una dieta sana vegana-vegetariana

dieta sana

Le persone che intendono seguire un’alimentazione vegan, e alcuni di coloro che già la praticano, hanno l’errata convinzione di doversi inventare un modo di alimentarsi, che occorre seguire corsi informativi, acquistare libri di cucina, attingere a cibi e spezie esotiche o addirittura di farsi seguire da un nutrizionista. In queste circostanze mi trovo spesso a ribadire che nessuna specie ha bisogno che qualcuno gli dica cosa, quando e quanto mangiare (sarebbe come indicare alle zebre la vegetazione adatta alla loro alimentazione) ma che occorre far riferimento alla natura che ha progettato il nostro organismo per nutrirci come gli altri animali frugivori.

E anche se è vero che l’attuale alimentazione industrializzata risulta paurosamente scarsa di principi nutritivi, la cosa più importante da capire non è tanto quello che si usa mangiare quanto ciò che si esclude dalla propria dieta: i cibi di derivazione animale, i surrogati, i cibi confezionati, raffinati, conservati ecc. sono un incidente di percorso nella storia della nostra alimentazione.

Quando si parla di nutrizione, a mio avviso, la cosa più importante è essere convinti che nei prodotti di derivazione animale non c’è nessun principio nutritivo che non sia presente nel mondo vegetale; che l’alimentazione nel corso della giornata deve comprendere tutti i nutrienti di cui ha bisogno il nostro organismo, cioè vitamine, minerali, proteine, grassi, carboidrati, oligoelementi, fibra ed acqua.

La mancanza di informazione causa due problemi: 1°, si dà un’immagine errata della vera nutrizione vegan e 2°, non favorisce la buona salute. Questo è il motivo per cui alcuni vegan (specialmente coloro che sono tali per motivazioni etiche) sono esposti a contrarre malattie perché finiscono col trascurare le regole della corretta alimentazione che dovrebbe essere così costituita:
il 70-80% del cibo dovrebbe essere crudo perché alcalinizzante (quasi tutti i vegetali sono alcalinizzanti, mentre tutti i prodotti animali e derivati, eccetto il latte, sono acidificanti); che per primi è opportuno consumare gli alimenti in base al loro contenuto di acqua: più ne sono ricchi è più sono digeribili (quindi frutta, che va consumata lontana dai pasti, verdure, cereali, legumi e per ultimi i semi). In particolare occorre:

- Mangiare solo cibi freschi, possibilmente biologici o biodinamici al loro stato naturale, a temperatura ambiente, nella loro forma integra e con la buccia se sono biologici.
- Combinare bene gli alimenti: cereali e legumi si combinano bene solo con le verdure.
- Non alimentarsi in eccesso e non sottoalimentarsi.
- Non consumare cibi troppo caldi né troppo freddi: (distruggono o inibiscono l’attività enzimatica).
- Mangiare solo se si ha veramente fame e si è liberi da stress fisici od emotivi.
- Non mangiare se sei addolorati, stanchi o immediatamente dopo un lavoro pesante.
- Mangiare con parsimonia ed in modo frugale masticando e insalivando bene i cibi.
- Non bere (o bere poco) immediatamente prima, durante o dopo i pasti.
- Se non si consuma molta frutta e verdura è opportuno bere qualche bicchiere di acqua tiepida lontano dai pasti.
– Tra un pasto e l’altro che ci siano almeno 3-5 ore di interruzione.
- Cerca di condire il meno possibile gli alimenti.
- Limita il consumo di alimenti dal gusto forte, tipo cipolla, aglio, porro, ravanelli, peperoncini, mostarda…
Riposati dopo aver mangiato.
- Non mangiare prima di andare a letto.
- Non bere succhi di frutta industriali.
Elimina: cibi elaborati, conservati o raffinati, fritti e fritture in genere. Inoltre:
- Evita: bevande alcoliche, vino, birra, e quelle gasate, caffè, cacao, tè, cioccolato, succhi di frutta, sottaceti, sale, spezie,zuccheri, dolci, marmellate.
- Limita: pasta, pizza, pane, riso, legumi.

In particolare, appena svegli è opportuno bere uno o due bicchieri di acqua tiepida, magari con l’aggiunta di mezzo limone spremuto.

La colazione migliore è quella di sola frutta. Più tardi se si ha voglia di qualcosa di caldo consiglio una tisana, o del latte di mandorla, di riso, di avena o di soia. Nel latte si possono aggiungere: una manciata di fiocchi d’avena, un cucchiaio di germe di grano, un cucchiaino di semi frullati di lino, e volendo dei biscotti integrali.

La merenda che sia sempre di frutta abbondante, di stagione, possibilmente biologica.
Sia per il pranzo che per la cena:
insalata (prima di pranzo e di cena) mista di tutti tipi di verdure crude commestibili, preferibilmente spezzate a mano e non tagliate, condite con olio extravergine di oliva e limone, e magari poche gocce di aceto balsamico: carote, pomodori, lattuga, ruchetta, ravanelli, sedano, cavolfiore, verza, tarassaco, cappuccina, spinaci, indivia, finocchio, cicoria, cetrioli, radicchio, olive…

Pasta asciutta di tutti i tipi, purché di cereali integrali possibilmente biologici e non più di due volte a settimana; pizza o focacce vegan non più di una volta al mese.

Salse varie, al sugo di pomodoro, al pesto di basilico, alle noci, alle zucchine, ai carciofi, gnocchi, ravioli, lasagne, cappelletti, tortellini, minestroni; risotti integrali vari, polenta, miglio, cous-cous, creme di vegetali, zuppe, panzanelle, bruschette…

Verdura cotta di stagione (al vapore, lessata), passato di verdure varie, patate bollite, patate al forno, patate gratinate, purea di patate, cavolo, funghi, carciofi, broccoli, zucca al forno, peperoni, melanzane, tarassaco, cicoria, crescione, fagiolini, cipolline in agrodolce, peperonata, parmigiana, verdure ai ferri, pane integrale…

Minestre: riso e piselli, pasta e fagioli, pasta e ceci, pasta e lenticchie, insalata di riso, pomodori ripieni di riso, gnocchi di patate, tortini vegetali, creme di ortaggi, purea-passata-patè, legumi vari non più di due volte a settimana…

Dessert: uva passa, datteri, fichi secchi, budino, torta di mele, castagnaccio…;

Frutta secca a fine pasto: noci (3-4), mandorle o pistacchi o nocciole o anacardi (una decina), pinoli, semi di sesamo, di girasole, di zucca, lupini (una decina)…

……………………………..

Commento di Lorenzo Merlo:

ciao Paolo, quando ti proposi di dedicare uno spazio all’alimentazione, non era per indottrinare in alcun modo. Era piuttosto per raccogliere le esperienze al fine di avere argomenti freschi ed autentici di come l’alimentazione abbia necessità di ascolto affinché la si realizzi a nostra misura. In altre parole, l’intervento che pubblichi di Franco Libero Manco, nonostante dia anche generiche ma precise indicazioni, soprattutto parte portando l’attenzione sul fatto che “lo sappiamo già”. È questo l’importante argomento: la cultura dell’ascolto che la deriva illuminista-positivista ha perso per strada, se non defenestrato, ha motivi per essere recurata. Entro lei che l’umano che per troppo tempo si è voluto chiudere nel sottoscala delle consapevolezze. Con l’ascolto e con il tempo idoneo, non certo quello pretenzioso e produttivistico, possiamo scoprire una quantità di terreni, argomenti, competenze, che “sappiamo già”. Senza pretese l’armonia, con sé e l’ambiente, tende ad alzarsi ed insieme a far crescere l’humus per la creatività. Èd è lì la magia. Senza comprare, senza fare” il corso di…”, senza chiedere, senza credere di aver necessità di altro, avremo il crogiolo dove mescolare quanto abbiamo e dal quale estrarre la nostra soddisfazione, autenticità, maturità, equilibrio, bellezza.
Quindi grazie a te e a Franco.
Lorenzo

Nella mia misura: http://www.victoryproject.net/articolo.php?id=509 – http://www.victoryproject.net/articolo.php?id=176

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Cibo vegetariano ed evoluzione umana

evoluzione al contrario

“Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” (Antelme Brillatt-Svarin)

“Il cibo fa l’uomo dissoluto o responsabile, mediocre o illuminato” (Claudio Galeno)

L’entità umana sembra costituita fondamentalmente da corpo, mente, coscienza e spirito. Ogni azione è sempre preceduta da un pensiero mai disgiunto dalla coscienza e questa dalla dimensione spirituale. Se ne deduce che la scelta di un determinato modo di comportarsi e di alimentarsi caratterizza il tipo di intelligenza e la sensibilità dell’individuo.
Diceva la nota scrittrice francese, Simone Weil: “La compassione è un miracolo più grande del camminare sulle acque”. E in effetti è la più alta e qualificante espressione del genere umano: è il frutto dell’evoluzione morale, civile e spirituale di un individuo: conquista che si manifesta nella capacità di condividere la condizione dell’altro e quindi di non nuocere.
A mano a mano che nell’uomo aumenta l’intelligenza positiva e la sensibilità del cuore apprezza e tutela il valore della vita in tutte le sue manifestazioni. Alle origini l’uomo limitava il suo interesse a se stesso, successivamente al suo nucleo familiare, poi al suo gruppo, alla sua etnia, fino ad espanderlo a tutti gli essere umani, o quasi. L’evoluzione in fase successiva chiama gli esseri umani ad estendere i codici del diritto all’esistenza, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente, comprese le piante, anch’esse dotate di sensibilità e di diritto alla vita.
Difficilmente un uomo giusto e sensibile, un mistico, un santo, toglierebbe la vita ad un animale per il piacere di mangiarselo. A tal proposito H. D. Thoreau asseriva: “Sono fortemente convinto che cessare di nutrirsi di animali rappresenta un momento imprescindibile nella graduale evoluzione della razza umana”.
Il cibo a cui l’essere umano è istintivamente attratto caratterizza il suo livello evolutivo. Il carnivoro è attratto dalla carne, come l’erbivoro dall’erba e il frugivoro dalla frutta. Un bambino, nella sua purezza, non sarà mai attirato da un piatto a base di carne, mentre sembra spontaneamente attratto dalla frutta. Come un uomo di vera pace, mite, giusto e sensibile non propenderà per un pasto a base di carne che invece ha da sempre caratterizzato l’alimentazione di guerrieri, dei duri di cuore, della gente senza scrupoli. Per contro l’alimentazione da sempre adottata dai mistici, dai grandi santi, degli anacoreti, dai grandi filosofi e dagli uomini più illuminati di ogni tempo e paese, era ed è priva di prodotti cruenti.
Una persona messa davanti alla scelta tra due pietanze, l’una a base di frutta, l’altra di carne, se sceglie la prima vuol dire che la sua sensibilità e la sua cultura è affine a quel tipo di alimentazione pacifica e non violenta; allo stesso modo, se sceglie la carne vuol dire che la sua intrinseca natura è più affine ad un pasto cruento e questo caratterizza la sua indifferenza verso la vittima e verso i danni che tale alimentazione può produrre, e di conseguenza qualifica il suo livello etico, spirituale e culturale.

Franco Libero Manco

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Roma – Programma generale delle conferenze vegetariane AVA del 2015

Conferenze AVA

PROGRAMMA CONFERENZE AVA 2015

15 gennaio Dr. Valdo Vaccaro, Filosofo, Economista,Naturopata, esperto in strategie alimentari: “Guarire con l’alimentazione e il digiuno” (conferenza presso Istit. S. Dorotea via Tuscolana 137 Rm)
22 gennaio, Dr. Paul Rodberg, Biologo, Chiropratico, Kinesiologo, Ricercatore Clinico: “Essere medici di se stessi con il cibo naturale e la chiropratica”
29 gennaio, Dr. Giuseppe Cocca, Medico Chirurgo, Igienista, esperto in Medicina Naturale: “Crudismo e succhi freschi: strumenti nelle patologie cronico-degenerative”

5 febbraio, Dr.ssa Michela Troiani, Biologa Nutrizionista, Laurea Specialistica in Scienze della Nutrizione Umana: “Alimentazione anticancro”
12 febbraio, Dr.ssa Silvia Polizzi, Docente Formatore di Taiji Quan, Discipline Motorie Olistiche, Meditazione e Auto-Shiatsu, Arte e Spiritualità: “Armonia del movimento: arte di lunga vita”

19 febbraio, Dr. Giovanni Vasco Merciadri: Medico Chirurgo, Medicine, Omeopata, Medicine Complementari: “Il valore scientifico della dieta vegana”

26 febbraio, Dr.ssa Serena Corrado, Antropologa: “Il mito deviante del carnivorismo dell’uomo”
5 marzo, Laura Fiandra e Marina Pucello, Chef vegan crudiste: “Cucina vegan e crudista: s- cuciniamo assieme con amore”
12 marzo, Dr. Josef Sachsalber, Omeopatia, Agopuntura, Chiropratica, Osteopatia, Scienza dell’Alimentazione, , Disintossicazione, metodo Hamer e Yasmuheen: “Gli animali e i loro conflitti nell’ottica della Nuova Medicina Germanica”
19 marzo, Dr. Andrea Littera Psicologo Clinico, Psicologia Olistica, Reiki, Master in Ontopsicologia, Dinamiche Familiari, Disturbi Personalità, Pedagogia e Formazione Giovani: “Recupero dell’equilibrio psico-emozionale, come premessa alla scelta vegan”
26 marzo, Cucina BioEvolutiva, con la presenza del Dott. Giuseppe Cocca: “La Sequenza e le Combinazioni Alimentari per la Salute”

23 aprile, Dr. Andrea Conti, Fisioterapista, Ricercatore: “Politica a minimo impatto economico ed ambientale con il nostro cibo elettivo”

30 aprile, Dr.ssa Sabina Bietolini, Biologa Nutrizionista, Dottore di Ricerca in Scienze della Salute: “Alimentazione PrEVegTM: prevenzione a tavola seguendo la ricerca scientifica”

7 maggio, Dr.ssa Marinella Correggia, Giornalista, Scrittrice, attivista eco-veg-pax: Alimentazione carnea e distruzione dell’ambiente: che fa l’Onu?”

14 maggio, Dr. Gianluca Felicetti, presidente LAV: Vivisezione, macellazione rituale, caccia, pesca, pellicce…la battaglia continua”
21maggio, Dr Maurizio Conte, Medico Chirurgo, spec. in Omeopatia, Pediatria, Vaccinazioni: “Alimentazione Vegan in gravidanza e allattamento”
28 maggio, Prof. Vincenzo Rosario Falabella, Primario Psichiatra, Coord. Didattico Scuola in Med. Omeopatica Ordine dei Medici RC (CZ) e Master in Medicina Integrata Univ. CZ: “Tossiemia, madre di tutte le malattie”
4 giugno, Dr. Domenico Micarelli, Fisioterapista, Naturopata, spec. in Osteopatia e Posturologia, Doc. presso Associazione Italiana Clinica e Terapia Olistica: “La salute : l’equilibrio attraverso la vita nel nostro intestino”
11 giugno, Dr. Franco Libero Manco, Presidente AVA: “L’etica ed il pensiero dei grandi filosofi vegetariani”

17 settembre, Dr. Valdo Vaccaro, Filosofo, Economista, Naturopata, esperto in strategie alimentari: “Stili di vita e sistema immunitario: alleati contro ogni malattia” (conferenza presso Istituto Santa Dorotea via Tuscolana Rm 137)

24 settembre, Dr.ssa Silvia Polesello, Naturopata, Floriterapeuta, Pranoterapeuta: “Terapie convenzionali o naturali? Due metodiche a confronto”

1 ottobre, Dr. Federico Calviello, Biologo Nutrizionista, Master in Alimentazione per il Benessere e la Salute, Nutrizione dello sportivo: “Alimentazione vegan, nell’attività fisica e nello sport”
8 ottobre, Dr. Marcello Pamio, studioso di Igiene Naturale, Naturopatia, Antroposofia: “Diagnosi precoci e sovradiagnosi: più danni che benefici”
15 ottobre, Dr. ssa Sabina Bietolini, Biologa Nutrizionista, Dottore di Ricerca in Scienze della Salute: “Necessità nutrizionali nelle diverse fasi della vita”
22 ottobre, Giorgio Vitali, Dottore in Chimica, Presidente Inforquadri: “Industria farmaceutica: fabbrica di invenzione delle malattie”
29 ottobre, Dr. Gerardo Ciannella, Medico Chirurgo , spec. in Tisiologia e Malattie Respiratorie, Medicina del Lavoro, Medicina Ayurvedica, già Dir. Servizio Medicina Preventiva: “Attivare le forze di guarigione con la medicina ayurvedica”
5 novembre, Dr. Paolo Ricci, Scrittore, Artista: L’olocausto perpetuo, attraverso la storia: dagli animali agli uomini.

12 novembre, René Andreani, Studioso di Igienismo e Crudismo, Scrittore, Sperimentatore, Fondatore della Lega per l’Alimentazione Viva: “La salute a 5 stelle”
19 novembre, Alessandra d’Andrea, Ricercatrice, Artista e cooperatrice del Comitato Tecnico AVA: “Alimenti confezionati: attenti alle etichette”
26 novembre, Dr. Michele Riefoli, Scienze Motorie, Chinesiologo, Nutrizione Vegetale, Direttivo Naz. Conacreis e vice pres. Ass. Coscienza e Salute: “Disintossicazione e alcalinizzazione dell’organismo”

3 dicembre, Dr. Franco Libero Manco, presidente AVA: “Perché Gesù non ha difeso gli animali”?

Info. francolibero.manco@fastwebnet.it

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