Indicazioni per una dieta sana vegana-vegetariana

dieta sana

Le persone che intendono seguire un’alimentazione vegan, e alcuni di coloro che già la praticano, hanno l’errata convinzione di doversi inventare un modo di alimentarsi, che occorre seguire corsi informativi, acquistare libri di cucina, attingere a cibi e spezie esotiche o addirittura di farsi seguire da un nutrizionista. In queste circostanze mi trovo spesso a ribadire che nessuna specie ha bisogno che qualcuno gli dica cosa, quando e quanto mangiare (sarebbe come indicare alle zebre la vegetazione adatta alla loro alimentazione) ma che occorre far riferimento alla natura che ha progettato il nostro organismo per nutrirci come gli altri animali frugivori.

E anche se è vero che l’attuale alimentazione industrializzata risulta paurosamente scarsa di principi nutritivi, la cosa più importante da capire non è tanto quello che si usa mangiare quanto ciò che si esclude dalla propria dieta: i cibi di derivazione animale, i surrogati, i cibi confezionati, raffinati, conservati ecc. sono un incidente di percorso nella storia della nostra alimentazione.

Quando si parla di nutrizione, a mio avviso, la cosa più importante è essere convinti che nei prodotti di derivazione animale non c’è nessun principio nutritivo che non sia presente nel mondo vegetale; che l’alimentazione nel corso della giornata deve comprendere tutti i nutrienti di cui ha bisogno il nostro organismo, cioè vitamine, minerali, proteine, grassi, carboidrati, oligoelementi, fibra ed acqua.

La mancanza di informazione causa due problemi: 1°, si dà un’immagine errata della vera nutrizione vegan e 2°, non favorisce la buona salute. Questo è il motivo per cui alcuni vegan (specialmente coloro che sono tali per motivazioni etiche) sono esposti a contrarre malattie perché finiscono col trascurare le regole della corretta alimentazione che dovrebbe essere così costituita:
il 70-80% del cibo dovrebbe essere crudo perché alcalinizzante (quasi tutti i vegetali sono alcalinizzanti, mentre tutti i prodotti animali e derivati, eccetto il latte, sono acidificanti); che per primi è opportuno consumare gli alimenti in base al loro contenuto di acqua: più ne sono ricchi è più sono digeribili (quindi frutta, che va consumata lontana dai pasti, verdure, cereali, legumi e per ultimi i semi). In particolare occorre:

- Mangiare solo cibi freschi, possibilmente biologici o biodinamici al loro stato naturale, a temperatura ambiente, nella loro forma integra e con la buccia se sono biologici.
- Combinare bene gli alimenti: cereali e legumi si combinano bene solo con le verdure.
- Non alimentarsi in eccesso e non sottoalimentarsi.
- Non consumare cibi troppo caldi né troppo freddi: (distruggono o inibiscono l’attività enzimatica).
- Mangiare solo se si ha veramente fame e si è liberi da stress fisici od emotivi.
- Non mangiare se sei addolorati, stanchi o immediatamente dopo un lavoro pesante.
- Mangiare con parsimonia ed in modo frugale masticando e insalivando bene i cibi.
- Non bere (o bere poco) immediatamente prima, durante o dopo i pasti.
- Se non si consuma molta frutta e verdura è opportuno bere qualche bicchiere di acqua tiepida lontano dai pasti.
– Tra un pasto e l’altro che ci siano almeno 3-5 ore di interruzione.
- Cerca di condire il meno possibile gli alimenti.
- Limita il consumo di alimenti dal gusto forte, tipo cipolla, aglio, porro, ravanelli, peperoncini, mostarda…
Riposati dopo aver mangiato.
- Non mangiare prima di andare a letto.
- Non bere succhi di frutta industriali.
Elimina: cibi elaborati, conservati o raffinati, fritti e fritture in genere. Inoltre:
- Evita: bevande alcoliche, vino, birra, e quelle gasate, caffè, cacao, tè, cioccolato, succhi di frutta, sottaceti, sale, spezie,zuccheri, dolci, marmellate.
- Limita: pasta, pizza, pane, riso, legumi.

In particolare, appena svegli è opportuno bere uno o due bicchieri di acqua tiepida, magari con l’aggiunta di mezzo limone spremuto.

La colazione migliore è quella di sola frutta. Più tardi se si ha voglia di qualcosa di caldo consiglio una tisana, o del latte di mandorla, di riso, di avena o di soia. Nel latte si possono aggiungere: una manciata di fiocchi d’avena, un cucchiaio di germe di grano, un cucchiaino di semi frullati di lino, e volendo dei biscotti integrali.

La merenda che sia sempre di frutta abbondante, di stagione, possibilmente biologica.
Sia per il pranzo che per la cena:
insalata (prima di pranzo e di cena) mista di tutti tipi di verdure crude commestibili, preferibilmente spezzate a mano e non tagliate, condite con olio extravergine di oliva e limone, e magari poche gocce di aceto balsamico: carote, pomodori, lattuga, ruchetta, ravanelli, sedano, cavolfiore, verza, tarassaco, cappuccina, spinaci, indivia, finocchio, cicoria, cetrioli, radicchio, olive…

Pasta asciutta di tutti i tipi, purché di cereali integrali possibilmente biologici e non più di due volte a settimana; pizza o focacce vegan non più di una volta al mese.

Salse varie, al sugo di pomodoro, al pesto di basilico, alle noci, alle zucchine, ai carciofi, gnocchi, ravioli, lasagne, cappelletti, tortellini, minestroni; risotti integrali vari, polenta, miglio, cous-cous, creme di vegetali, zuppe, panzanelle, bruschette…

Verdura cotta di stagione (al vapore, lessata), passato di verdure varie, patate bollite, patate al forno, patate gratinate, purea di patate, cavolo, funghi, carciofi, broccoli, zucca al forno, peperoni, melanzane, tarassaco, cicoria, crescione, fagiolini, cipolline in agrodolce, peperonata, parmigiana, verdure ai ferri, pane integrale…

Minestre: riso e piselli, pasta e fagioli, pasta e ceci, pasta e lenticchie, insalata di riso, pomodori ripieni di riso, gnocchi di patate, tortini vegetali, creme di ortaggi, purea-passata-patè, legumi vari non più di due volte a settimana…

Dessert: uva passa, datteri, fichi secchi, budino, torta di mele, castagnaccio…;

Frutta secca a fine pasto: noci (3-4), mandorle o pistacchi o nocciole o anacardi (una decina), pinoli, semi di sesamo, di girasole, di zucca, lupini (una decina)…

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Commento di Lorenzo Merlo:

ciao Paolo, quando ti proposi di dedicare uno spazio all’alimentazione, non era per indottrinare in alcun modo. Era piuttosto per raccogliere le esperienze al fine di avere argomenti freschi ed autentici di come l’alimentazione abbia necessità di ascolto affinché la si realizzi a nostra misura. In altre parole, l’intervento che pubblichi di Franco Libero Manco, nonostante dia anche generiche ma precise indicazioni, soprattutto parte portando l’attenzione sul fatto che “lo sappiamo già”. È questo l’importante argomento: la cultura dell’ascolto che la deriva illuminista-positivista ha perso per strada, se non defenestrato, ha motivi per essere recurata. Entro lei che l’umano che per troppo tempo si è voluto chiudere nel sottoscala delle consapevolezze. Con l’ascolto e con il tempo idoneo, non certo quello pretenzioso e produttivistico, possiamo scoprire una quantità di terreni, argomenti, competenze, che “sappiamo già”. Senza pretese l’armonia, con sé e l’ambiente, tende ad alzarsi ed insieme a far crescere l’humus per la creatività. Èd è lì la magia. Senza comprare, senza fare” il corso di…”, senza chiedere, senza credere di aver necessità di altro, avremo il crogiolo dove mescolare quanto abbiamo e dal quale estrarre la nostra soddisfazione, autenticità, maturità, equilibrio, bellezza.
Quindi grazie a te e a Franco.
Lorenzo

Nella mia misura: http://www.victoryproject.net/articolo.php?id=509 – http://www.victoryproject.net/articolo.php?id=176

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