Verdetto sull’estradizione di Julian Assange

Martedì 26.3.24, in fine mattinata, Julian Assange sentirà pronunciare il verdetto dei due giudici dell’Alta Corte britannica che dovranno decidere se riaprire il suo processo oppure negare ogni ulteriore ricorso e quindi consentire l’estradizione del giornalista ed editore australiano negli Stati Uniti, dove l’attendono fino a 175 anni di prigione per rivelazione di documenti segretati.

Contemporaneamente a Roma, dalle 12.30 alle 14, gli attivisti pro-Assange della Capitale si riuniranno in solidarietà davanti all’Ambasciata del Regno Unito — sul marciapiede dall’altra parte di via XX Settembre oppure, se saranno troppo numerosi, davanti all’entrata di Porta Pia, lato Corso d’Italia.

A Napoli, invece, gli attivisti si riuniranno alle ore 17.30 in Piazza Dante dove, in altre occasioni, hanno già allestito una “cella” piccola come quella di Julian (3mx2m), in cui, a turni, si sono seduti vestiti di arancione come i prigionieri di Guantanomo.

Infine, a Milano l’appuntamento è per le ore 18 in piazza del Liberty, davanti al Consolato britannico. Si tratta di un presidio per valutare insieme quanto sarà stato deliberato dai giudici inglesi in fine mattinata e per preparare le eventuali iniziative di contestazione.

La notifica della sentenza, che avverrà oggi a Londra dopo le 11.30 ora italiana, fa seguito alle due udienze che i giudici hanno presieduto il 20 e il 21 febbraio scorso. Dopo aver sentito le parti, avevano chiesto una ulteriore documentazione, da fornire entro il 4 marzo. Ci sono voluti altre tre settimane per studiare i documenti e per scrivere il verdetto.

Negare la riapertura del caso significherebbe, in pratica, consegnare Assange nelle mani dei marshall (ufficiali giudiziari) statunitensi che lo porteranno negli Stati Uniti su un aereo che è già sulla pista di un vicino aeroporto militare britannico.

Concedere la riapertura, invece, significherebbe consentire all’Alta Corte di rivedere i difetti della richiesta statunitense di estradizione già presentati nel 2021 in primo grado ma, secondo gli avvocati di Julian, Edward Fitzgerald e Mark Summers, insufficientemente presi in esame dall’allora giudice Vanessa Baraitser.

I due giudici che si pronunceranno questa mattina sono Dame Victoria Sharp, presidente del tribunale per anzianità, e Jeremy Johnson. Quest’ultimo, da avvocato, ha difeso i Servizi Segreti britannici (MI6) e il Ministro britannico della Difesa – due enti denunciati da Julian Assange in passato con rivelazioni sul suo sito WikiLeaks. Tuttavia, non è detto che i due non possono comunque negare agli Stati Uniti l’estradizione di Assange. L’anno scorso, per esempio, Sharp e Johnson si sono pronunciati contro l’estradizione, negli Stati Uniti, di un cittadino britannico accusato di frode in criptovalute, sostenendo che “era possibile perseguirlo nel Regno Unito”.

Free Assange Roma – info@freeassangeroma.it – cell 328 069 5861

Patrick Boylan

Ultime notizie: Il calvario di Assange continua – Il tribunale britannico ha permesso a Julian Assange di impugnare nuovamente la decisione di estradarlo negli Stati Uniti, come risulta dalla sentenza di un giudice. Intanto resta in carcere in G.B. Poi si vedrà…

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