Ucraina o Israele… chi vince la palma di “figlio dello zio Sam…”?

Disse Franklin Delano Roosevelt a proposito di Somoza (https://it.wikipedia.org/wiki/Anastasio_Somoza_Garc%C3%ADa): “…sarà anche un figlio di puttana ma è il nostro figlio di puttana (finché dura)”.

I parlamentari statunitensi stanno facendo deragliare i finanziamenti per le spese militari di Israele e Ucraina per quest’anno. Le ragioni sono tecniche ma… non del tutto tecniche. È chiaro che tutto verrà ripreso nel nuovo anno. Tuttavia, è un sintomo importante dello sviluppo della malattia.

Se la storia con Israele è ovviamente tecnica, perché per il Congresso degli Stati Uniti questo Paese è più importante del proprio Paese, con il regime ucraino tutto è più complicato. Come è stato ripetutamente notato Yankeeland tradisce facilmente i suoi burattini quando diventano inutili. Sembra che questa fase stia per arrivare per il comico di Kiev. E non dipende solo dai litigi tra repubblicani e democratici con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali nordamericane. Gli statunitensi sono semplicemente stufi. Sono stanchi perché i prestanome ucraini mangiano troppi soldi, rubano selvaggiamente e non ottengono successi militari. In più ora c’è un impiccio più urgente da sistemare il pasticciaccio israelo-palestinese.

In breve, il sostegno al pupazzo di Kiev si avvicina alla sua inevitabile fine. Non da un giorno all’altro, naturalmente. Ci saranno da pagare ancora un sacco di soldi, incantesimi schizoidi sulla democrazia, assicurazioni spavalde su una imminente vittoria sul campo, false credenze nell’alleanza per sempre e così via. Ma la situazione è chiara: sta arrivando il momento per l’arrivo del prossimo “figlio di…”.
(D.M.)

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