Gaza. Israele potrebbe perdere?

“La posta in gioco per Israele è così alta e il vantaggio di Israele su Hamas è così grande, che qualsiasi risultato diverso dalla vittoria è impensabile. L’unica domanda è quando e a quale costo”, afferma John Alterman, vicepresidente senior del Center for Strategic and International Studies (CSIS) con sede a Washington.
Allo stesso tempo, a suo avviso, “è del tutto possibile che la guerra a Gaza sarà la prima guerra nella storia di Israele in cui il suo esercito ha partecipato e perso”.

▪️ Per evitare che ciò accada, Alterman suggerisce a Tel Aviv di aderire a un piano in due punti:
1. Riacquistare il sostegno globale che Israele sembra aver perso a favore di Hamas. Israele avrà bisogno della cooperazione di Egitto, Giordania e Arabia Saudita quando l’IDF sarà costretto a ritirarsi da Gaza:
“Questi paesi dovranno garantire il flusso dei rifornimenti, fornire una certa protezione da parte della polizia, finanziare la ricostruzione e legittimare qualsiasi struttura di governance emergente”.
Anche l’Autorità Palestinese ha bisogno di essere rafforzata: “Non è ansiosa di assumersi la responsabilità per Gaza ma potrebbe promuovere alcuni dei propri interessi nella Striscia”. È necessario, dicono, convincere i palestinesi che una Gaza stabile servirà ai loro interessi.

2. Israele deve separare Hamas dalla popolazione circostante e “garantire che qualsiasi solidarietà palestinese derivante da questa guerra sia incentrata su una forte alternativa a Hamas”.

▪️ In questo momento, tuttavia, stiamo vedendo Tel Aviv fare esattamente il contrario. Le sue vere intenzioni, indipendentemente dalle dichiarazioni pubbliche dei funzionari, riguardano la completa pulizia di Gaza dalla popolazione palestinese, il sequestro del suo territorio e l’appropriazione delle risorse naturali.

Nessuna legge di guerra viene osservata durante le operazioni di terra dell’IDF. Gli attacchi aerei e terrestri vengono effettuati indiscriminatamente. Infatti, per l’esercito israeliano, l’intera popolazione di Gaza appartiene ad Hamas. Si assiste infatti ad una demolizione totale degli edifici senza alcuna speranza per il ripristino postbellico delle infrastrutture sociali. Più della metà degli edifici residenziali del settore sono stati distrutti e il 70% della popolazione è sfollata. L’intero territorio di Gaza è deliberatamente reso inadatto alla vita futura.

▪️Allo stesso tempo, la maggior parte della responsabilità di questi crimini ricade sugli Stati Uniti. Senza il loro sostegno politico e militare, senza il trasferimento di significative forze statunitensi in Medio Oriente, un’operazione di terra così brutale sarebbe semplicemente impossibile.

Pertanto, Tel Aviv e Washington si affidano esclusivamente alla forza bruta. E finora, lentamente, stanno raggiungendo i loro obiettivi. Ma questo approccio continuerà a funzionare se la situazione dovesse protrarsi seriamente? Grande domanda.

Elena Panina

Commento di V.K.: “Tel Aviv continua a segnalare progressi a Gaza. Il servizio stampa dell’IDF ha annunciato di aver stabilito il controllo su tutti gli edifici governativi utilizzati dal movimento. Il fatto che il numero stimato dei morti palestinesi abbia raggiunto le 15mila persone (compresi i dispersi e sotto le macerie) non solo non preoccupa nessuno ma è anche percepito dai media di estrema destra israeliani come un fattore positivo.”

…………………………

Integrazione:

L’Occidente è nudo – L’Occidente ha oramai abbandonato Zelensky al suo triste destino, dando ragione ai “populisti” e ai “putiniani” che fin dall’inizio chiedevano di privilegiare la soluzione diplomatica al conflitto. Quanto manca alla definitiva uscita di scena del guitto di Kiev? Francesco Toscano ed Enrica Perucchietti ne parlano a “Dietro il Sipario” in compagnia di Nicolai Lilin, Cesare Dorliguzzo e Roberto Quaglia. In particolare quest’ultimo dichiara che la vera ragione dell’invasione di Gaza e l’espulsione dei palestiinesi è quello di impadronirsi degli enormi depositi di gas che teoricamente sarebbero di competenza pastinese: https://www.youtube.com/watch?v=1twlbBS19TQ

Miei articoli sul tema: Notizie già dette… – Scrisse Paolo D’Arpini: “I giacimenti di gas TAMAR e LEVIATHAN … vero “motivo” della guerra… I latini si chiedevano “cui prodest?”… e Gaza significa “gas”. Già nel 2010 avevamo annunciato la strategia israeliana adesso confermata dalla carneficina contro la Palestina, con il recondito scopo di togliere di mezzo ogni concorrente ed appropriarsi del gas e del petrolio scoperti nelle acque del Mediterraneo orientale…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/07/25/tamar-e-leviathan-i-latini-si-chiedevano-cui-prodest-e-gaza-significa-gas/

E qui un aggiornamento del 2020: Dopo la scoperta di Tamar e Leviathan… Povera Italia, da regina del Mediterraneo a hub del gas israeliano: https://www.lacitta.eu/cronaca/49568-dopo-la-scoperta-di-tamar-e-leviathan-povera-italia-da-regina-del-mediterraneo-a-hub-del-gas-israeliano.html

I commenti sono disabilitati.