Israele alleato di ferro degli USA o USA alleati di ferro d’Israele…? (dov’è la differenza?)

Nonostante gli occasionali appelli dei media mainstream statunitensi ad agire contro il governo Netanyahu per il suo tentativo di limitare i poteri della Corte Suprema, tutto questo non è altro che una tempesta in un bicchiere d’acqua. Non ci sarà alcuna azione contro le azioni di Netanyahu e nessuna spaccatura tra Israele e gli Stati Uniti.

In primo luogo, il fatto che Netanyahu, secondo alcuni osservatori nordamericani, stia spingendo Israele nella direzione della “democrazia illiberale” (illiberal democracy) non preoccupa più di tanto Washington. L’attuale amministrazione, salita al potere a seguito delle elezioni più scandalose della storia, sta a sua volta spingendo gli Stati Uniti verso lo stesso regime con un’applicazione arbitraria delle leggi. Quindi Netanyahu non sta facendo nulla che la Casa Bianca non stia facendo sotto un presidente democratico.

Il punto principale, tuttavia, è un altro. Israele è l’alleato più affidabile e prezioso degli Stati Uniti in Medio Oriente. Gli Stati Uniti non hanno nessuno più vicino. Né Arabia Saudita né Qatar possono vantare un ruolo così speciale. I piani strategici degli Stati Uniti nella regione mirano a mantenere e rafforzare la presenza americana, soprattutto di fronte alla crescente rivalità con Russia e Cina, non certo per “difendere la democrazia”.
“Israele è una figura chiave nella visione degli Stati Uniti per il Medio Oriente, dove Biden si aspetta che i partner americani svolgano un ruolo più attivo in un momento in cui Washington si concentra su altre regioni del mondo”, scrive Nathan Sachs della Brookings Institution for Foreign Policy Research.

A questo si aggiunge lo status di “vacca sacra” della politica americana di cui Israele gode a Washington, indipendentemente dai presidenti che si sono succeduti alla Casa Bianca. Come Biden si è affrettato ad assicurare a tutti, il suo amore per Israele “è profondamente radicato e di lunga data”. Quindi Netanyahu, nel complesso, non ha nulla di cui preoccuparsi. Un paio di facce accigliate a Washington e un paio di articoli scontenti sulla stampa non cambieranno nulla.

Alexey Pushkov

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