Una Ucraina neutrale per mantenere la pace in Europa…

Quella che segue è la parte finale di un’intervista di Tommaso Di Francesco a Sergio Romano, ex ambasciatore ed ora uno dei commentatori più autorevoli di politica internazionale.
Romano avrebbe voluto una Ucraina neutrale, nell’ interesse dell’ Europa, ma questo è ostacolato dagli USA che hanno bisogno di un nemico, la Russia, per giustificare la loro politica e le proprie armi, le proprie industrie di armamenti.
Se lo dice Romano dovrebbero dirlo insieme anche i pacifisti, gli antimperialisti, gli amici della nonviolenza, quell’ insieme di attivisti, più o meno impegnati, che negli anni ‘80, per i missili a Comiso, e contro la guerre all’ Iraq e Serbia, era il movimento per la pace in Italia, che vedeva insieme diverse correnti politiche e culturali.

Marco Palombo

Da Il Manifesto del 9 febbraio 2022:

….Ora l’ingresso nella Nato dell’Ucraina enfatizzerebbe invece la contrapposizione, fino al rischio di un confronto armato vista la dislocazione di sistemi d’arma occidentali che va dal Baltico al Caspio. E poi in Ucraina, nel Donbass la guerra civile c’è già stata…

Lei ha ragione. Io ho cercato di dirlo fin dall’inizio, che la collocazione che intravedevo come desiderabile per l’Ucraina era quella della neutralità, il Paese doveva diventare neutrale. C’erano anche ottime ragioni perché l’Unione europea si esprimesse in questi termini, però devo confessare che non avevo fatto in conti con gli Stati uniti. Non avevo fatto i conti con il fatto che gli Stati uniti hanno bisogno di un nemico. Hanno bisogno di un grande nemico perché il nemico giustifica la loro politica, la loro politica delle armi, la loro industria delle armi. Quelle grandi industrie militari della California che cosa farebbero se non ci fosse un nemico?

Solo che lo scenario del confronto, della ricerca continua del nemico, stavolta è nel cuore d’Europa. Con un Paese non marginale come la Germania ora esposto in primissima istanza.

Sono un po’ sorpreso che la Germania non si sia esposta più esplicitamente per la neutralità. Mi pare che sia stato detto, mi pare che certi atteggiamenti ci siamo stati… ma non con quella fermezza che sarebbe sembrata la più logica delle politiche. L’Ucraina deve essere un paese neutrale, non può essere altro che un paese neutrale e potrebbe trovare in questa veste anche la possibilità di un ruolo politico rispettabilissimo e molto utile per l’insieme dell’Europa. Qualche volta ho l’impressione che anche persone che considererei sagge non si siano sufficientemente schierate sul fronte della neutralità. Sono un po’ deluso, perché a me sembrava così logico che il Paese dovesse essere neutrale, che sarebbe stato rispettato sia da un blocco che dall’altro. Allora se davvero si continua a volere considerare la Russia un potenziale nemico, perché si ritiene che di questo abbia bisogno il “mio Paese”, ecco che a questo punto si ha bisogno di una crisi permanente.

L’Ucraina come crisi permanente…?
Sì, l’Ucraina come crisi permanente.

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