“No alla discriminazione sui trasporti pubblici” – Lettera aperta di Marinella Correggia

Immagino che fra chi legge siano numerosi gli utenti – in esclusiva o in modo prevalente – dei trasporti pubblici – alternativa democratica ed ecologica all’automobile; di meglio ci sono solo bici e piedi ma su certe distanze e in certe condizioni geografiche o fisiche non si possono usare. E dunque…

PROPOSTA – RICHIESTA:

Quali formule per la disobbedienza civile contro la discriminazione sui trasporti pubblici essenziali a partire dal 6 dicembre 2021 con l’ultimo regio decreto?

Chiedo se sia possibile ipotizzare una forma di disobbedienza civile contro la discriminazione che entrerà in vigore a partire dal 6 dicembre 2021 sui mezzi di trasporto (locali, regionali, interregionali, bus, tram, corriere, treni)? Sono dopotutto un Servizio pubblico e un Diritto.

Da quella data, in virtù dell’ennesimo regio decreto, per salire su ogni bus, corriera, trenino pendolari e simili, dovrà munirsi di tampone recentissimo chiunque ha liberamente scelto di non vaccinarsi antiCovid (e le ragioni sono disparate e in ogni caso NON c’è l’obbligo, almeno finora).

Fino al 5 dicembre (e dal 1 settembre), l’obbligo di tamponarsi valeva solo su: Intercity, Frecce e simili. Ho viaggiato molto sugli interregionali per venire nel Nord e una volta ho chiesto al capotreno: “Mi spiega come mai i treni tipo frecce richiedono il tampone e questi no?”. Risposta: “Perché quelli sono considerati un servizio commerciale, invece il trasporto locale e interregionale ordinario è un servizio pubblico”!

Appunto!!! Un servizio che sarà negato a una parte della popolazione che non sta violando nessuna legge. Giova ricordare che tantissime violazioni vere, in altri campi, rimangono impunite, in un paese dotato di scarsissimo senso civico e collettivo.

La multa, con i controlli a campione, sarebbe di 1000 euro. Certo è possibile non pagarla, ma poi che cosa accadrebbe? Ed è giusto essere multati?

Anzi, dovrebbero essere gli utenti a chiedere i danni visto che pagano le tasse, e anche il biglietto, e si vedono privato della fruizione di un servizio pubblico.

Precisiamo che ovviamente la misura suindicata NON è sanitaria visto che anche le persone vaccinate possono contagiare (come ormai dicono tutti: proteggono se stesse dalle forme gravi, ma possono trasmettere ugualmente il virus SarsCoV-2 e le sue infinite mutazioni).

Che fare? Antica, sempre valida domanda.

Marinella Correggia

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