GIORNATA DELLA MEMORIA, O DELLE MEMORIE…?

A proposito della Giornata della Memoria, è da qualche giorno, e lo sarà per altri giorni, che i nostri mezzi di informazione ci propongono la rievocazione dell’Olocausto: testimoni ancora in vita, seconde e terze generazioni, documenti, libri, film, cerimonie. A Radio Anch’io ho ascoltato l’ambasciatore di Israele (cito a memoria): “Nessun paese è stato colpito da tante risoluzioni negative dell’ONU quanto Israele. L’antisemitismo dilaga, associazioni possono impunemente sollecitare il boicottaggio, le sanzioni. Governi e parlamentari assumono posizioni ostili, siamo alla perpetuazione dell’Olocausto… Dopo tutto, Israele è la realizzazione, storicamente necessaria e dovuta, delle profezie della bibbia.”.

Lasciando da parte quest’ultima affermazione che assegna a un affascinante libro di leggende di 2.600 anni fa, siccome dettato da dio, la legittimità di una Stato reale, costituito con la forza sulla terra di un altro popolo, non mi pronuncio sulla fondatezza della denuncia dell’ambasciatore. Ma mi manca il contradditorio. Che, nelle rarissime volte che c’è, provoca esecrazione. O fuga.

Una volta, un paio di anni fa, a Carpi, nel corso di una bella manifestazione di giornalisti del “Fatto Quotidiano”, allora non di regime, con sul palco il decano Furio Colombo, già impensabile direttore de “L’Unità”, si parlò della necessità di rinnovare le visite degli studenti ad Auschwitz, per non perdere mai la memoria del passato. Ovviamente non ho nulla in contrario a rinnovare quella, ma vorrei anche altre memorie. Quasi tutte oggi, per opportunità politica, cancellate. Fin nella scuola.

Così, dalla prima fila chiesi la parola e, gridando, dissi a Colombo, lontano non più di cinque metri, che forse non sarebbe stato male far fare ai ragazzi immemori anche gite della memoria del presente, oltre che quelle del passato. E se non ritenesse che non sarebbe il massimo dell’etica ricordare le vittime e i torti dell’altra volta con l’effetto che ci si scordi di vittime e torti di questa volta. Tipo in Palestina. Ci fu un applauso fin dalle ultime file delle 200 persone presenti. Colombo tacque. Ma, cortesemente, alla fine del convegno mi si avvicinò e, con consumata eleganza, mi disse: “Mi scuso di non averle risposto , causa la sua posizione di inferiorità dovuta alla mancanza di microfono. Ma non l’ho proprio sentita”. E girò i tacchi. Sublime.

Ecco, farei un giro ad Auschwitz, o Buchenwald, o Dachau, dalle cui parti a quei tempi abitavo. Ma le farei più volentieri se la stessa organizzazione, devota alla Memoria, lo fosse anche alle Memorie.

Fulvio Grimaldi – https://fulviogrimaldi.blogspot.com/


Nakba – Pulizia etnica in Palestina

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