Francia – L’enfant prodige un peu dégagé e la perversione sinistra di buttarsi in braccio a Soros ed ai Rothschild…

I francesi sono oggi pentiti – si potrebbe proprio dire – per quanti capelli hanno in testa, di aver votato Macron. La impopolarità dell’enfant prodige è schizzata a livelli di Guinness dei primati, e si comincia a dubitare che possa restare al suo posto fino alla conclusione del mandato.

A questo punto sento lo stimolo per una riflessione, non tanto sul futuro della Francia (non ho la sfera di cristallo), quanto piuttosto sul perché la sinistra europea sia scesa tanto in basso da mettersi al seguito della destra più estrema. E non parlo affatto della destra politica, definita con lo sprezzante aggettivo di “populista”. Parlo invece della destra-destra, della destra economica, della destra finanziaria, della destra delle “duecento famiglie”, della destra della City e di Wall Street, della destra che strangola i popoli e ingrassa i potentati economici, della destra – non si dimentichi neanche questo – che teorizza l’invasione migratoria dell’Europa per distruggere l’identità stessa dei popoli europei. È di questa destra miliardaria, stramiliardaria, di questa destra anti-popolare, anti-sociale, anti-nazionale che la sinistra europea ha sposato la causa.

Ecco, per certi versi Emmanuel Macron rappresenta l’espressione più tipica di questa unione contro natura, l’esempio vivente di un esponente della destra finanziaria che è stato adottato dalla sinistra europea, di cui è anzi – per certi versi – divenuto il simbolo.
E, allora, vediamo un po’ chi è questo campione di una sinistra che si destreggia o, se si preferisce, di una destra che è sinistrata. Professionalmente è un funzionario di banca. Ma non di una normale banca commerciale, bensì di una di quelle potenti banche “d’affari” che oggi governano il mondo; anzi, della più potente di tutte, la Banca Rotschild. Dalla filiale francese di casa Rothschild, il giovane virgulto passa direttamente in casa socialista, fulmineamente, come se un qualche potentissimo padrino l’avesse preso per mano e accompagnato nella casa del potere politico.

Macron aveva guardato già da prima al partito socialista francese, ma non era mai riuscito ad entrare nel grande gioco. Nel 2011, invece, dopo soli tre anni di permanenza in Banca Rotschild, diventa uno dei consiglieri economici di François Hollande e, dopo l’elezione di questi all’Eliseo, Vicesegretario Generale della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 diventa ministro dell’Economia e delle Finanze nel malinconico governo Valls, perseguendo una linea di aperto favore al mondo delle grandi imprese. I suoi disegni di legge sono talmente “di destra” che il premier Valls non riesce a farli digerire a una maggioranza parlamentare sia pur flebilmente “di sinistra”, e li impone attraverso un marchingegno antidemocratico che consente di vararli senza il voto del parlamento.

In breve la sua incompatibilità con il partito socialista (nel frattempo in caduta libera sotto la gestione Hollande) diventa evidente, e Macron si dichiara perciò indipendente. Nel 2016 fonda un partito assolutamente neutro, un oggetto misterioso. Si chiama La République en Marche, o semplicemente En Marche. È chiaramente una creatura da laboratorio, immaginato (da chi?) al solo scopo di offrire ai francesi una alternativa alla avanzata di Marine Le Pen, da molti considerata come la probabile vincitrice delle elezioni presidenziali che si sarebbero svolte l’anno seguente.

Il giochetto riesce e, nel 2017, gli sbertucciati partiti della destra e della sinistra “moderate” invitano i loro elettori a votare Macron, contro il “pericolo populiista” rappresentato dalla Le Pen. Unico a mantenersi estraneo alla insana ammucchiata è Jean-Luc Mélenchon, leader di una sinistra che vuole continuare ad esser tale e che, per questo, è mantenuta fuori dai salotti buoni della sinistra europea.

Il resto è noto. Macron vince, anzi trionfa. Diventa una bandiera e un modello per la sinistra europea, orfana del papà americano Obama. Lui, il ragazzo prodigio, è inorgoglito dal coro di osanna. Veste i panni del grande riformatore e si immagina alla guida di una Unione Europea che “resiste” al pericolo dei sovranismi avanzanti. L’Italia è il suo nemico naturale, e Salvini è il prototipo del “cattivo” da battere.

La sinistra europea, la sinistra italiana in particolare, è in brodo di giuggiole, estasiata davanti ai gridolini liberisti di Monsieur le Président, e incurante delle notizie sussurrate a mezza bocca nelle ambasciate e nel millieu dei servizi segreti. Notizie che parlano di un Macron ripudiato dai francesi, con un indice di gradimento precipitato ben al di sotto del pur misero 34% ufficiale (si dice al 23% dei sondaggi riservati), oggetto di pesanti interrogativi di carattere anche personalissimo (affaire Benalla), altezzoso, spocchioso nel suo rapporto con il pubblico, rimproverato pesantemente dalla Première Dame e addirittura – secondo i più maligni – sull’orlo del ricovero per curare un incipiente esaurimento nervoso. Notizie incontrollate; ma che, specialmente dopo l’esplosione della protesta dei gilet gialli, appaiono tutt’altro che inverosimili.

Intanto, dal sito del giornalista investigativo Maurizio Blondet, si apprendono i nomi di alcuni dei maggiori finanziatori della campagna elettorale che ha visto la vittoria del modello della sinistra europea alle presidenziali francesi dell’anno scorso. Al terzo posto David Rothschild, con l’equivalente di quasi un milione di euro; al secondo posto, con oltre due milioni di euro, la banca d’affari americana Goldman-Sachs; e al primo posto – ma guarda la combinazione! – George Soros, il “filantropo” assertore di una “società aperta” che cancelli le identità dei popoli europei.

Michele Rallo

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Commento di Anna Maria Paba: “I globalizzatori..-,Paolo Barnard, quando era inviato speciale per il servizio Rai.,- Report.-, visse di persona l’inizio della globalizzazione. Informò ,mettendoci tutto sè stesso per INFORMARCI di ciò che stava accadendo. Fù giudicato complottista. Ai tempi seguii l’argomento con animato interesse, e…oggi posso dire,come lo sapevo allora, che aveva ragione.Ci aveva avvisati…La globalizzazione, la firma dei trattati che toglieva,manipolando con diverse strategie, sovranità al popolo.i globalizzatori paolo barnardhttps://www.youtube.com/watch?v=AZl_zxjeYKc -
La strategia dello spread…Ti mantengo alto lo spread finché non mi firmi (poichè vanno firmati all’unanimità da tutti i presidenti del consiglio di TUTTI GLI STATI DELL’UNIONE EUROPEA) il documento che mi permette di “controllare”il tuo popolo. Così si tiene sotto scacco qualsiasi stato non firmi cedendo sovranità popolare. La colpa è di chi Ha Firmato il primo trattato,.. perché non sarebbero seguiti tutti gli altri…”

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