Rete FuoriMercato… si parte!

Nata tre anni fa dall’incontro tra la fabbrica recuperata RiMaflow di
Trezzano s/N e SOS Rosarno per la distribuzione diretta dei prodotti
agricoli, FuoriMercato ha man mano dato vita a un collegamento tra
diverse realtà urbane e rurali in nome dello scambio e del mutuo
soccorso, anche al di là dell’alimentare. Il 2 aprile a Roma si è quindi
costituita la rete nazionale FuoriMercato, perfezionata nell’incontro
del 4 Giugno a Casoria, tra le realtà che ne condividono un progetto
politico anticapitalistico e che hanno in corso una comune attività
economica: Genuino Valsusino in Valsusa, GermogliaTO di Torino, La
Sobilla e Gasp di Verona, La Boje di Mantova, Mondeggi Bene Comune di
Firenze, Communia di Roma, Netzanet-Solidaria di Bari, Diritti a Sud di
Nardò (Lecce), Funky Tomato di Venosa (Potenza), Terranostra di Casoria
(Napoli), Riff Raff e Gas Cipollotti di Salerno, Cooperativa Mani e
terra e SOS Rosarno (Reggio C.), Terre di Palike di Paternò (Catania),
ContadinAzioni di Palermo-Trapani. In fase di costruzione tra vari
collettivi e spazi sociali che già lavorano insieme a Milano e a
Bologna. FuoriMercato vuole costituire una realtà economica sostenibile
sia dal punto di vista ecologico che sociale strutturandosi come rete
che organizza l’apporto quanto più ampio possibile di abilità e
competenze coerenti con la concezione che la ispira, riconoscendo un
valore economico ad ognuna di esse tramite rimunerazione o,
preferibilmente, scambio.

FM non intende rappresentare un mercato alternativo, ma un’alternativa
al mercato; ovvero il luogo antropologico diffuso nel quale si
connettono la produzione, la riproduzione e la circolazione di
un’economia altra in un’ottica equonomica, ovvero di economia
comunitaristica (egualitaria e autogestita) in radicale alternativa al
capitalismo.

Obiettivi Sovranità sociale di sussistenza. FuoriMercato rifiuta ogni
restrizione (pubblica o privata) del diritto sovrano di accesso e
gestione riguardo a qualunque fattore primario del sistema di
sussistenza – quindi non solo a quello alimentare – sostenendo, al
contrario, che la titolarità di tale diritto e la responsabilità del suo
esercizio spettano alle comunità interessate. Tali comunità vengono
intese come aggregazioni paritarie formate da chiunque intenda
partecipare realmente all’autogestione del sistema di sussistenza che lo
riguarda, tramite processi di riappropriazione neo-comunitaria e di
indipendenza dalle istituzioni. In questa direzione va la costituzione e
l’inter-connessione di gruppi di offerta, gruppi di acquisto, cucine
popolari, spazi sociali e piazze comuni: ossia di una serie di strutture
e di ambiti tramite i quali sperimentare filiere per quanto possibile
complete che siano in grado di soddisfare l’insieme dei bisogni sociali
(alimentazione, salute, abitazione, relazioni, cultura, ecc.).

Percorsi di avvicinamento Puntiamo a politicizzare il vasto settore del
consumo critico; a realizzare, dove non ci sono, gruppi di offerta e
gruppi di acquisto; ad avanzare proposte di pre-acquisto, co-produzione
e programmazione collettiva (in forme di CSA o cooperative/associazioni)
in situazioni più avanzate.

Nell’ immediato Occorre razionalizzare la distribuzione per aree
regionali con nodi in cui è possibile stoccare prodotti, studiando mezzi
di trasporto autogestiti che sottraggano alla GDO anche questo punto
nodale della filiera e garantendo nel contempo prezzi contenuti e
corretta retribuzione del lavoro. Relazioni Riguardo all’ambito
agricolo, molti contenuti derivano dall’importante esperienza di Genuino
Clandestino, a cui gran parte dei collettivi aderisce, e
all’elaborazione del movimento internazionale Via Campesina.
FuoriMercato rappresenta una delle modalità di organizzazione economica
alternativa, non certamente l’unica, ed è una sperimentazione legata a
pratiche sociali funzionali alla soddisfazione di esigenze concrete. E’
quindi interessata a partecipare a tutte le sedi di confronto che si
muovono nell’ambito dello scambio mutuale e dell’autogestione. Mentre
l’adesione all’organizzazione FuoriMercato ha come precondizione una
relazione pratica oltreché una condivisione politica.

Dobbiamo ridisegnare le città, le campagne, i territori, con pratiche
concrete che alludano al cambiamento. Terre occupate, fabbriche
recuperate, mutuo appoggio e scambi “fuori mercato” – sono i luoghi, le
pratiche da dove partire per immaginare e costruire un futuro possibile
dove lo sviluppo viene progettato dal basso in base ai bisogni reali di
comunità coese e solidali nel rispetto della terra, degli esseri umani e
dei viventi, all’insegna della giustizia sociale.

Rete FuoriMercato – http://www.fuorimercato.com/

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