Basta Guerra Fredda – Il 22 giugno 2016 è stato spedito l’appello contro le sanzioni alla Russia è stato spedito ai parlamentari

Ante Scriptum: “N.B. Segnalo che sono state eliminate i riferimenti alla Russia e al suo presidente che hanno suscitato le (giuste) proteste di alcuni.Ora il testo si situa al di sopra delle polemiche nelle quali vogliono cacciarci le forze che cercano di seminare zizzania tra est e ovest.” (P.B.)

La lettera sotto riportata viene spedita mercoledì mattina 22 giugno 2016 per lasciare tempo ad una eventuale iniziativa di deputati “amici” prima del 28 e 29 giugno. Ma la raccolta di firme continua anche dopo la scadenza di giugno – è spiegato nell’ultimo capoverso dell’appello – perché, dandoci da fare evitare il peggio di una nuova guerra fredda che può sfociare anche in guerra nucleare, dobbiamo organizzare la pressione dal basso per ottenere l’unificazione delle mozioni dei gruppi parlamentari contro le sanzioni alla Russia; così come abbiamo concretamente avuto un voto della Camera dei deputati per inserire il “diritto al disarmo nucleare” nella Carta dei diritti dell’Umanità che, preannunciata alla COP 21 di Parigi, verrà presentata alla prossima Assemblea generale dell’ONU.

Care e cari deputate e deputati, senatrici e senatori

Noi sottoscritti vi chiediamo di trovare la strada affinché siano revocate e comunque non ratificate (ed a maggior ragione applicate) le sanzioni economiche contro la Russia imposte da Unione Europea e Usa, che andrebbero in discussione, forse, non si sa bene, almeno nella parte relativa alla crisi Ucraina, al Consiglio UE che è ufficialmente fissato per il 28 e 29 giugno pv. La reazione che vi sollecitiamo è sicuramente condivisa dalla più ampia opinione pubblica per ragioni economiche. Ma noi vi chiediamo di non considerare solo l’ import-export abbattuto, che pure ha danneggiato in particolare l’Italia: sensibili alle ragioni della pace, del disarmo, dell’ecologia, della giustizia sociale, riteniamo sbagliato alimentare in qualsiasi modo una nuova Guerra Fredda. Una logica di confronto armato sarebbe il clima meno propizio per l’affermazione, ad Est ma anche ad Ovest, di dinamiche di libertà e di rispetto dei diritti umani, quale che sia il vostro giudizio sulle varie responsabilità nella crisi Ucraina e sulla qualità democratica degli assetti politici in Russia. Il dialogo con la Russia è senza dubbio importante per potere lavorare ad un mondo più pacifico, con le Nazioni cooperanti sui veri problemi globali che affliggono l’Umanità, cioè prioritariamente il pericolo nucleare, il riscaldamento climatico e la finanziarizzazione separata dall’economia reale; e l’Italia per tradizione può inserirsi nella ricerca di soluzioni comuni ai vari conflitti da una posizione privilegiata: tutte le nostre autorità istituzionali e governative e tutta la nostra politica rappresentativa ha sempre, in sostanza, ritenuto inutili e dannose queste sanzioni e lo ha espresso più volte pubblicamente. Non permettiamo quindi che il rinnovo delle sanzioni avvenga con decisione burocratica ed automatica e per nulla trasparente rispetto alla responsabilità delle organizzazioni internazionali, ma anche rispetto alla responsabilità nazionale. Considerate anche il fatto che un voto esplicito del nostro Parlamento può fare saltare tutta l’operazione di restrizioni sanzionatorie, dato che l’applicazione UE delle sanzioni esige l’unanimità del consenso degli Stati membri! Con la Federazione Russa possiamo, da italiani ed europei, aprire un serrato confronto per porre sul tavolo ad esempio l’obiettivo comune dell’attuazione degli accordi di Parigi sul clima: una conversione energetica ed ecologica (ed il gas russo ci sarà sicuramente utile nella transizione) è da perseguire insieme con una rivoluzione industriale ed economica che sperimenti una vera modernizzazione sostenibile nell’interesse di tutti. Problemi di questa portata strategica e con tante implicazioni non solo geopolitiche ma anche nella vita quotidiana delle persone dovrebbero essere affrontati attraverso dibattiti democratici e trasparenti, con almeno la discussione ed il voto nelle aule parlamentari: sollecitiamo la consapevolezza che la democrazia praticata qui ed ora è la via per la democrazia universale, la pace metodologica qui e ora è la via per la pace sostanziale del futuro comune.

Da parte nostra di sottoscrittori l’impegno è per un lavoro che vada oltre la scadenza immediata di giugno, per una promozione ad ogni livello di un dibattito pubblico serio, che contrasti gli automatismi di pensiero e di comportamento: è stupido venire trascinati, per pigrizia e mancanza di coraggio, in dinamiche da logiche della potenza che, anche con le migliori intenzioni, possono sfuggire di mano e finire persino per precipitarci in un conflitto nucleare “per incidente, per caso o per errore”!

Primi Firmatari già in elenco della lettera-appello:
Alex Zanotelli, Alfonso Navarra, Antonia Sani, Giovanna Pagani, Luigi Mosca, Alberto L’Abate, Angelo Baracca, Guido Viale, Lidia Menapace, Alessandro Marescotti, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Giuseppe Bruzzone, Olivier Turquet, Giovanni Sarubbi, Tiziana Pesce, Joachim Lau, Tiziano Cardosi, Patrick Boylan, Marinella Coreggia, Marco Romoli, Bruno Steri, Marina Minicuci, Amalia Navoni, Giuseppe Zambon, Maria Gabriella Guidetti, Paolo D’Arpini, Ireo Bono, Sandra Cangemi, Rina Zardetto, Elena Beltrame, Rosangela Pesenti, Anita Fisicaro, Paola Slaviero, Francesco Cavezzale, Corrado Claut, Giuseppe Tona, Antonio Cusimano

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