Vendola ed il compagno diventano papì… ma rischiano l’incriminazione per «alterazione di stato»

Scrive Franco Trinca: “Riflessioni personali che voglio condividere dopo aver letto la notizia che il vendola ed il suo compagno diventano papì, con il metodo dell’utero in affitto (operazione eseguita negli USA). Sono stupefatto per la disinvoltura con cui si collegano i nobili sentimenti di paternità (o in generale di genitorialità)… ALL’UTERO IN AFFITTO! La più volgare e disumana mercificazione del corpo, della persona e dei sentimenti della donna (potrei senz’altro aggiungere… dell’intera umanità)! La paternità con “l’utero in affitto” è consentita a chi dispone abbondantemente del vil denaro (può compierlo all’estero) ma è ridotta a ipocrita “contratto di donazione”… con tanto di società commerciali d’intermediazione, catalogo delle offerte, “procacciatori” e quant’altro!”

Integrazione di Umberto Calabrese: “il reato di acquisto di bambino, non è previsto dal codice, io faccio fatica a definire l’Italia un Paese civile. Una coppia omosessuale va in Canada paga 135 mila € e feconda artificialmente giovane statunitense, l’embrione viene preso e impiantato su giovane latinoamericana o asiatica che sia che dopo nove mesi partorisce un bel bebè bianco, secondo voi al rientro in Italia la coppia è arrestata per acquisto di minore? Ebbene no se nel paese dove è nato il bimbo si è provveduto al riconoscimento se fosse nato in Italia? Si se la polizia o carabinieri scopre la verità Non per il reato di acquisto di bambino, che non è previsto dal codice, ma per l’articolo 567, «alterazione di stato»: «Chiunque, nella formazione di un atto di nascita, altera lo stato civile di un neonato, mediante false certificazioni, false attestazioni o altre falsità è punito con la reclusione da 5 a 15 anni»…”

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Scrive Doriana Goracci: “Meglio una famiglia con tre genitori che una con un figlio comprato. L’utero in affitto è una mostruosità del mercato che sfrutta il corpo delle donne povere
Sento il dovere di esprimere ciò che penso sulla vicenda che riguarda Niki Vendola, non per esprimere giudizi sulle persone, le loro scelte di vita, che vanno sempre rispettate. Ma perché c’è una dimensione pubblica che non può essere ignorata e sulla quale ci siamo impegnati e scontrati.
Sono assolutamente favorevole alle adozioni di figli da parte di coppie omosessuali e anche da parte di singoli e singole. Trovo una inaccettabile discriminazione che questo ancora non sia possibile.
Allo stesso modo sono contrario al mercato degli uteri e delle gravidanze, per tutte le coppie, etero e gay. L’utero in affitto è una mostruosità del mercato che sfrutta le donne ed il loro corpo. Ed è una violenza di classe, perché sono le donne povere che per necessità vendono e le coppie ricche che comprano. Io credo che la legge debba proibire e punire simile mercato. E soprattutto credo che la legge debba comunque riconoscere come autentica madre la madre cosiddetta surrogata, con tutti i diritti del caso. Meglio una famiglia con tre genitori che una con un figlio comprato. Si garantisca poi per legge la piena possibilità di adozione per i bambini GIÀ nati, senza discriminazioni. Ci sono milioni di orfani, adottate quelli per la miseria.Giorgio Cremaschi (L’HO CONDIVISA XCHè LA PENSO ANCHE IO COSì e in risposta al caso Vendola che mi viene inviato inoltre vorrei ricordare a TUTTE e TUTTI che esiste un gesto enorme di amore e generosità sociale che è l’ AFFIDO e TUTTE e TUTTI anche singolarmente possono chiederlo.)”

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