Milano. Expo 2015, la fiera delle vanità, chiude in profondo rosso – “Venghino siori venghino, anzi no… vadano, signori, vadano”

televendita expo 2015

Dietro i proclami trionfali della cerimonia di chiusura, con retorica e demagogia a volumi inauditi, L’Expo si è rivelato – come temevano tutti i cittadini di buon senso – un fiasco colossale pagato dai contribuenti, che resterà nella memoria degli italiani per molti motivi controversi:
Terreni agricoli pagati 7 volte il loro valore di mercato;
Subappalti mafiosi – presunti per ora – e commissariamenti di imprese;
Arresti a non finire, dai Frigerio e Greganti ai vertici di Infrastrutture Lombarde;
Interessi di cosche calabresi;
Ritardi causati dall’infingardaggine dei politici recuperati ricoprendo di denaro pubblico le imprese, per pagare turni notturni e straordinari;
Biglietti Expo abbinati alla tessera del PD (“due pacchi al prezzo di uno”)
Affidamento dell’intera ristorazione a Eataly: ottomila metri quadrati, 20 ristoranti e circa 2,2 milioni di pasti da distribuire, senza gara e a condizioni da amico (ben il 95% dei ricavi restano a Farinetti);
Consulenti di comunicazione che fatturano poche centinaia di migliaia di euro che si aggiudicano appalti per decine di milioni
Donazioni perlomeno singolari da parte di Expo, come gli 80 mila euro concessi all’associazione ecclesiale “Rinnovamento nello Spirito Santo” per la manifestazione “10 piazze per 10 comandamenti“, dall’evidente legame con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”.
Almeno 1.000 ettari di terreni agricoli cementificati per sempre
Una vera cattedrale nel deserto di cui nessuno sa ora cosa fare
La scarsa trasparenza dell’organizzazione Expo: il bilancio consuntivo 2014 non è consultabile online (“file corrotto”, ovviamente il formato è incompatibile con quello di un normale PC) e quello previsionale 2015 non è pubblicato, anche se si parla di soldi nostri.
Il tutto è stato condito dal servizio pubblico televisivo con insopportabile retorica e col martellamento di dati falsi spacciati per grande successo.

“Con 21,5 milioni visitatori totali, abbiamo conquistato il mondo”, così ha detto il commissario Sala, lo stesso che 6 mesi fa dichiarava che “le spese di gestione di una macchina come Expo ammontano a 800 milioni di euro….dagli sponsor abbiamo ottenuto 300 milioni: per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario vendere 24 milioni di biglietti”.

Eccoli i numeri (fonte Expo).
Biglietti venduti: 21.5 milioni
Ricavo medio per biglietto: 19 euro
Ricavo totale biglietti: circa. 410 milioni
Siamo ben lontani dai 500 milioni auspicati da Sala. E attenzione!!! Per costi qui Sala intende solo quelli della macchina organizzativa, ovvero della società Expo 2015. I costi reali dell’Expo sopportati dal contribuente italiano, terreni acquisiti da Arexpo, infrastrutture logistiche e padiglioni, sono stimati dall’economista Perotti, oggi commissario alla spending review, a 14 miliardi di euro.

Con un calcolo per assurdo per coprire i 14 miliardi Expo avrebbe dovuto vendere 360 milioni di biglietti a 39 euro. Una cifra surreale che rende bene l’inganno di chi parla di successo di Expo in base a 19 o 20 milioni di ingressi. Ingressi che sono stati in ogni caso molto inferiori a quasi tutte le Expo precedenti (es. Siviglia 1992: 41 milioni).

Si sperava che fosse finita! Si pensava che finalmente la Rai, chiusi i battenti dell’Expo, smettesse di tediarci con ridicoli reportage (si fa per dire) giornalistici, con

il televenditore per eccellenza


impegnato in prima persona.

E invece no! Non paghi di tanto scandalo, in vista del Giubileo di Roma, continuano nella propaganda di regime con l’invito a seguire l’esempio virtuoso del Modello Milano!!??…..

…..“Modello Milano” vuol dire che Roma, per il Giubileo, deve prendere esempio da Expo. Il tempo è poco, ma ce la si può ancora fare. Funziona così. Si favoleggia dell’arrivo di 24-30 milioni di visitatori da tutto il mondo, poi ne arrivano solo 18 (record storico negativo dal 1962, pari al dato di Expo Hannover 2000, detto anche “il flop del millennio”), ma si arrotonda a 21 e lo si spaccia per un trionfo. Si buttano dalla finestra 2,4 miliardi di denaro pubblico (1,3 per la costruzione, 960 milioni per la gestione e 160 per l’acquisto dei terreni da privati, decuplicando il prezzo di mercato), poi si dice che i costi saranno coperti dalla vendita dei biglietti a 22 euro di media, poi la media ufficiale scende a 19 euro e quella reale a molto meno (centinaia di migliaia di ticket regalati o svenduti a 5 euro), con un bel buco finale di 1 miliardo a carico nostro, ma nessuno ci fa caso. Si scopre poi che i terreni sono altamente inquinati, dunque vanno bonificati, per un costo preventivato di 5 milioni a carico dei proprietari, che però non vogliono pagare e intanto il conto sale a 72 milioni, e indovinate chi li paga. Si shakera il tutto con copiosi investimenti pubblicitari su giornali e tv, che in cambio suonano trombe e trombette. Infine si proclama eroe nazionale l’artefice del capolavoro, con monumento equestre incorporato, e lo si candida a sindaco. Ora, per carità, va bene tutto: ma abbiamo come il sospetto che di magliari e leccaculi Roma ne abbia a sufficienza, senza bisogno di importarli da Milano”. Tratto dall’articolo “Roma-Milano (e ritorno)” di Marco Travaglio, su Il Fatto Quotidiano del 1 novembre 2015

Adriano Colafrancesco

(*) Adattamento da un articolo di http://scenarieconomici.it , sito che si occupa di temi Economici, Macroeconomia, statistica finanziaria, attualità politico-economica, nato nel 2013 con l’obiettivo di fornire dati, analisi, studi, punti di vista e spunti ai lettori, entrando nel merito delle problematiche analizzate in modo unico, originale e altamente qualificato.

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Integrazione di Vincenzo Zamboni:

Che cosa significa “Milano capitale morale” ?
Forse: luogo a “concentrazione morale” superiore agli altri ?
Quale morale ?
Misurata da chi e come ?
Sembra una espressione completamente senza senso, simile a “il mio detersivo lava più bianco del bianco”, o altri slogan pubblicitari da piazzisti di saponette.
Come mai così tante persone acquistano e consumano mass media che impiegano espressioni palesemente senza senso ?
Non si sono accorte che il potere dei mass media (intrinsecamente nullo) è dato solo dai loro acquirenti/consumatori ?
E che acquistare/consumare informazione insensata e illogica significa costruirsi attorno un mondo illogico e insensato ?
Certamente, qualche logica e senso esiste per il padrone dello strumento e per i suoi sponsor.
Ma se un tale costruisce un oggetto che per lui è utile e redditizio mentre per l’acquirente è fonte di insensata illogicità, perché comperarlo e utilizzarlo ?
Se Tizio guadagna producendo merda, per quale motivo Caio la compera, ricavando solo puzza in cambio di soldi ?
Forse l’individuo comune trarrebbe beneficio da una riflessione sull’argomento.
“Facciamo policia ogni volta che facciamo la spesa” (Alex Zanotelli).
Esatto.
I soldi sono un certificato di energia derivante dal lavoro umano, il che significa che spendendoli si destina ogni volta l’energia di cui si dispone ad alimentare il venditore e i suoi interessi.
Che non necessariamente coincidono con i propri.
Nel caso dei mass media vien da dire: mai.
Consumare mass media significa faticare contro il proprio stesso tornaconto, a vantaggio di qualcun altro.
Una autentica presa in giro autoprodotta con le proprie mani.

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