Siria – Dio perdona… Specnaz no! E l’occidente sarà salvo….

il terrore dei terroristi: specnaz

Mosca ha schierato in Siria un gruppo d’assalto Specnaz (a noi piace usare la traslitterazione dal cirillico) già entrato in azione. Il rischieramento (da noi anticipato in tempi non sospetti) è stato ormai confermato. I media russi, proprio in queste ore, non fanno altro che esaltare le cinque armi più potenti che l’Isis dovrebbe temere: tra queste ci sono proprio gli Specnaz.

I terroristi hanno seminato vento per troppo tempo compiendo ogni genere di efferatezza ed atrocità, convinti di essere protetti dalla Comunità internazionale sempre più incapace di reagire e da quel perbenismo occidentale che si indigna ed apre le braccia. Quella debolezza che nasconde, in realtà, un’incapacità di fondo nell’affrontare l’infimo livello dei terroristi. Perché non si possono sempre girare gli occhi, spegnere la tv o pensare che tutto quello che sta accadendo non possa avvenire anche da noi.

Quanto tempo passerà prima che inizieranno a fare saltare le nostre chiese? Ve lo siete mai chiesti o, in nome dello stato laico, è un problema solo dei cattolici? E’ solo un fattore probabilistico, prima o poi qualche pazzo lo farà. E poi cosa faremo? Chiederemo agli USA di lanciare qualche caccia? Ed i cattolici, praticanti o no, dovranno guardare impotenti ciò che sta avvenendo, reprimendo quella rabbia di giustizia che pervade le membra mentre assistono all’ennesimo stupro di gruppo?

L’Occidente, quella cultura occidentale (e di riflesso italiana) impone una tolleranza: una lunga coperta tessuta con debolezza. Siamo in guerra contro lo Stato islamico. In guerra. Ed al di là di quanto si possa affermare, a poche migliaia di chilometri si stanno compiendo delle barbarie in nome di una perversa interpretazione della religione. Ed oggi, l’Occidente, assiste impotente ad un’altra guerra dove in campo sono scesi i russi.

Sarebbe opportuno raccontare un aneddoto sugli specnaz. Sono macchine da guerra addestrate a vincere o morire nel tentativo di portare a termine la missione. Le munizioni da guerra, durante l’intero addestramento, sono utilizzate fin da subito e gli incidenti, anche quelli mortali, sono considerati accettabili. Soltanto tra gli ufficiali è usata la parola “Specnaz”: questi ricevono un addestramento suppletivo di altri quattro anni. Tutti gli Specnaz ricevono il simbolo non ufficiale del lupo: i lupi cacciano in branchi e sconfiggono prede più grandi di loro, causando il massimo danno. Certo, l’Occidente è ben consapevole di ciò che sono in grado di fare i Seal americani o gli elementi della SAS inglese. Ma per gli Specnaz, il discorso è diverso.

“Il terrore dei terroristi” titolano in Russia. E forse è proprio così perché nell’élite dei militari russi, portare a termine l’obiettivo è più importante degli effetti collaterali. I terroristi dell’Isis, tra questi molti ceceni che ben conoscono di cosa sono capaci i russi, stanno per affrontare qualcosa di mai visto in battaglia. Stiamo parlando di ferocia associata ad asimmetria purissima, forse nel suo punto più alto e per certi versi più terrificante. E, spiace dirlo, contro i mostri dell’Isis, non potevano essere schierati che elementi del genere. Lo sa Putin, lo sanno i russi e lo sanno gli americani.

Ma davvero qualcuno pensava che gli Stati Uniti si lanciassero in un altro Vietnam? Anche i soldati americani sono “figli di mamma” sapete e non possiamo delegare loro ogni nemico del mondo. Basta scorrere sui canali social gestiti dagli americani per notare una sfilza infinita di lapidi: ragazzi morti in battaglia per popoli che non smetteranno mai di odiarli. Odio, componente essenziale di alcune culture.

Dire in Italia “odio un terrorista” provocherebbe sdegno. Dirlo negli Stati Uniti è patriottismo. Non si poteva chiedere loro di sacrificarsi anche per la Siria anche se è stato fatto. Ed ecco che nello scacchiere politico internazionale, la Russia si erge a paladina (al di là dei reali interessi) del mondo libero. Putin non ha bisogno di nessuno per dichiarare guerra allo Stato islamico. In Siria continua ad ammassare truppe. E’ padrone dell’aria, è protetto dal mare e dispone di quattro basi fortificate (ne disporrà di altre a breve). E nei prossimi giorni, andrà sempre peggio per i terroristi. La loro retorica non li proteggerà dai russi.

E’ curioso notare come i media russi stiano appoggiando in toto la missione in Siria e che i terroristi del mondo, tranne qualche gruppo in cerca di notorietà, stiano ancora in silenzio sui loro account social, sempre attivi nel pubblicare qualche decapitazione.

Storpiando una frase tanto in voga negli States: “Che Dio possa avere pietà di loro, gli Specnaz non ne avranno”. Ed anche questa volta, l’Occidente sarà salvo.

Franco Iacch (25/09/15)

Dio perdona, io no

Fonte: http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/siria-isis-che-dio-possa-avere-piet%C3%A0-di-voi-gli-specnaz-non-ne-avranno

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Video collegato: https://www.youtube.com/watch?v=z9BXfUF4dLg

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Articolo collegato:

Russia: “Non siate stupidi, Isis è uno strumento USA per destabilizzare il Medio Oriente”

“Il processo di trasformazione del gruppo terroristico dell’Isis in uno Stato con un proprio esercito, polizia, bilancio, tasse e strutture sociali non sarebbe mai avvenuto senza l’aiuto dell’Occidente e delle monarchie del Golfo Persico”.

Gli analisti russi, ripresi dall’agenzia di stampa TASS, puntano il dito contro l’Occidente e gli Stati Uniti per quel mostro (lo Stato islamico) che secondo loro sarebbe stato partorito a tavolino.

di Franco Iacch ( difesaonline.it)

L’Isis nasce come una cellula di al-Qaeda in Iraq nel 2013. In pochissimo tempo è cresciuto a dismisura, riuscendo a dichiarare guerra ad alcuni paesi. Nell’estate dello scorso anno i fondamentalisti conquistano Mosul, la seconda città più grande dell’Iraq e dichiarano la nascita di un califfato che si estende da Aleppo, nel nord della Siria, alla provincia di Diyala, a est dell’Iraq, con una popolazione di sei milioni di persone.

“Nonostante fosse ad un livello embrionale, l’Isis già riceveva finanziamenti e rifornimenti da diversi paesi. Tra questi il Qatar, lo stesso paese che ospita il comando delle forze armate degli Stati Uniti in Medio Oriente”.

Sappiamo che ad un certo punto, dal Qatar sono stati trasferiti allo Stato islamico una somma di 300 milioni di dollari tramite conti correnti fittizi. Il principale conto era registrato in una banca svizzera a Berna (poi sequestrato). Proprio da questo fondo, l’Isis avrebbe attinto per porre le sue basi.

“Lo Stato Islamico, oggi, ha risorse finanziarie proprie. Oltre alle azioni tipiche dei terroristi (sequestri, estorsioni, opere d’arte), il califfato ricava cospicui utili dalla vendita del petrolio alla Turchia, Giordania e Siria”.

E’ strano come l’Occidente (così come una certa stampa) non si ponga questa domanda: il governo del presidente siriano Bashar Assad acquista il petrolio dallo Stato islamico a prezzi gonfiati. Perché? Proprio il contrabbando è la terza fonte principale di reddito dello Stato islamico.

“Mettono in scena degli spettacoli. Non sono mica stupidi. I terroristi distruggono delle copie in gesso. Il patrimonio trafugato è stato già venduto al mercato nero e magari è già esposto in qualche villa miliardaria”.

L’intero studio è un attacco agli Stati Uniti rei, secondo i russi, di aver creato lo Stato islamico.

“Suvvia. La coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, creata apparentemente per combatter lo Stato islamico, è una farsa. Dei 60 paesi membri, solo due o tre effettuano raid con truppe di supporto sul campo. Solo una nuova coalizione internazionale con Siria, Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Russia e Stati Uniti sarebbe in grado di sconfiggere lo Stato islamico. La leadership russa ha sottolineato questa idea più di una volta”.

“Il bilancio dell’Isis? Centinaia di miliardi di dollari. Fondi illimitati che gli consentono di disporre di un esercito di 150 mila militanti a libro paga. Senza il sostegno esterno, lo Stato islamico non sarebbe mai stato in grado di mantenere i territori sequestrati”.

“Cosa è lo Stato islamico? lo strumento principale di Washington creato per destabilizzare la situazione in Medio Oriente. Lo scopo degli Stati Uniti è quello di stravolgere la situazione nella Regione con l’obiettivo finale di riconquistare posizioni chiave in Medio Oriente”.

E se i russi avessero ragione?

Se cosi fosse, la strategia USA sarebbe chiara. Perché se l’Isis riuscisse a spodestare Assad, potrebbe poi rivolgersi verso l’Asia Centrale ed il Caucaso del Nord, da dove sarebbe in grado di rappresentare una minaccia alla sicurezza della Russia e della Cina.

Concludono gli analisti russi: “In Europa il piano ha funzionato. Centinaia di migliaia di profughi dalla Siria e dal Nord Africa richiedono costi colossali per sostenere il programma di assistenza, che porterà ad un danno economico nell’Unione europea. Gli Stati Uniti hanno potranno portare avanti facilmente il progetto di cooperazione transatlantica”.

di Franco Iacch ( difesaonline.it)

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