Ezra Pound e la grande usura – Se un poeta ne capisce più di un economista

Ezra Pound

Ezra Pound era un poeta: e i poeti, qualche volta (non sempre) vedono più lontano degli specialisti e dei “tecnici”, siano essi specialisti e “tecnici” della politica, dell’economia, della finanza, e perfino della scienza.
Quel che Pound aveva visto con folgorante chiarezza, pur nella modestia della sua cultura economica e finanziaria, era una cosa fondamentale, che, strano a dirsi, continua a sfuggire a molti economisti e a molti esperti del mondo finanziario; a meno che non sfugga loro intenzionalmente: ma allora ci troveremmo in presenza non di specialisti e di “tecnici” che, per un eccesso di specialismo, tecnicismo e riduzionismo, hanno perso di vista l’insieme, ma, molto più semplicemente e banalmente, di corrotti e traditori, che hanno venduto l’interesse generale in cambio di vantaggi personali. In breve, Pound si era reso conto che l’intera storia del mondo moderno è la storia di una lotta continua, incessante, senza quartiere, fra l’usura e il lavoro; guerra combattuta talvolta con le armi, più spesso con i tassi d’interesse sui prestiti che le banche concedono ai privati e perfino agli Stati sovrani, i quali ultimi, in cambio, cedono gradualmente quote della loro sovranità, indebitandosi sempre di più e accumulando un peso debitorio che, alla fine, li mette completamente alla mercé dei creditori.

Oggi la cosa è divenuta talmente palese, che anche l’uomo della strada ha finito per rendersene conto, o, quanto meno, per averne una certa qual consapevolezza, e sia pure incompleta e superficiale, sia pure priva di adeguati riscontri e conoscenze puntuali; negli anni Trenta del XX secolo ciò poteva anche non essere altrettanto evidente, specialmente per un poeta. Quel che aprì gli occhi a Pound non fu la crisi del 1929 in se stessa, ma la “scoperta” degli antichi statuti del Monte dei Paschi di Siena: di una banca, cioè, sorta proprio allo scopo di concedere prestiti a interesse moderato, e mirante non all’arricchimento sfrenato mediante il nodo scorsoio dell’usura nei confronti del debitore, ma avente lo scopo preciso di sostenere il piccolo commercio e la piccola impresa, di sostenere i singoli e le famiglie in difficoltà, in modo da promuovere, o contribuire a promuovere, il benessere e l’attività produttiva dell’intero corpo sociale.

Nella loro saggezza, i fondatori del Monte dei Paschi di Siena, nel tardo XV secolo, avevano visto e compreso che nessun privato e nessun gruppo sociale possono progredire e avvantaggiarsi, quando l’intera popolazione soffre nelle strette dell’indigenza; che la povertà sempre crescente dei molti non può finanziare, all’infinito, l’accumulo di ricchezza di pochi, o di pochissimi, pena il corto circuito dell’intera struttura sociale e l’insorgere di violenze, carestie, rivolte, guerre, le quali, comunque, ben difficilmente varranno a ripristinare l’armonia del corpo sociale, fin tanto che non si deciderà di agire sui meccanismi perversi della finanza – oggi diremmo: dell’economia virtuale e speculativa – tendenti a distorcere il sano ed equilibrato rapporto fra lavoro, risparmio individuale e benessere collettivo.

Il vero conflitto, dunque, non è – come vorrebbe il marxismo – fra capitale e lavoro, perché il capitale e il lavoro sono i due termini di una sana e necessaria dialettica economico-sociale; il vero conflitto, conflitto malefico e puramente distruttivo, è quello fra lavoro ed usura, intesa, quest’ultima, nel senso più ampio del termine: ossia tutto ciò che vive, parassitariamente, a spese del lavoro, e non incrementa la produzione, anzi, la frena e la scoraggia, né favorisce il risparmio, bensì lo distrugge, perché sottrae capitali a chi produce e li fa crescere a vantaggio di chi non produce, non lavora, non risparmia (nel senso intelligente del termine), ma vuole accumulare una ricchezza sterile e mostruosa, tendenzialmente illimitata, la quale, come una piovra maligna, assorbe e divora, una dopo l’altra, tutte le parti sane della società, fino a togliere ogni speranza, non solo di lavoro, ma di un futuro qualsiasi, alle giovani generazioni.

San Bernardino da Siena, che tanto si era impegnato sul fronte della questione sociale, e tanto si era adoperato per il prestito a basso tasso d’interesse, scagliandosi contro usurai ed Ebrei, muore nel 1444; il Monte dei Paschi di Siena viene fondato nel 1472, con la precisa finalità di soccorrere il lavoro e di favorire il piccolo risparmio, vale a dire come un vero e proprio monte di pietà, con la missione di soccorrere le classi e le persone disagiate. Le due date non sono lontane, le finalità sono pressoché identiche, come pure il luogo: tutte queste sono delle mere coincidenze? Ed è forse una coincidenza il fatto che si sia messo il silenziatore sull’aspetto sociale ed economico dell’apostolato di San Bernardino, così come si è scagliato l’anatema, o si è fatto cadere il velo dell’oblio, sulla dimensione sociale ed economica degli scritti di Pound e dei discorsi da lui pronunciati alla radio italiana durante la Seconda guerra mondiale, nei quali denunciava l’affarismo delle grandi banche e la volontà del governo americano di scendere in guerra, apparentemente per la difesa della libertà e della democrazia, ma in effetti per ripristinare il sistema mondiale della speculazione finanziaria e dell’usura, messo in crisi dal sorgere del modello alternativo rappresentato dal fascismo?

Ha scritto Walter Mariotti nel suo articolo «Pound e l’MPS, banca contro l’usura» (sul mensile «Communitas», Milano, febbraio 2007, pp. 27-35):

«Un mondo nuovo. Dove il denaro è fondato sull’abbondanza della natura per tutti e non sulle speculazioni finanziarie di pochi. Dove il tasso di interesse è controllato e umano, dove l’orario di lavoro è ridotto per assistere le famiglie e gli anziani, dove la base dell’economia non è l’usura ma la natura. Non sono le teorie di un economista visionario ma di un poeta, l’americano Ezra Pound, che davanti agli Statuti del Monte dei Paschi di Siena, scoperti grazie all’ospitalità del conte Guido Chigi Saracini, capì tutto. Capì che la sua Musa non poteva più fare a meno di occuparsi dell’economia. Capì che le Magistrature repubblicane, che nel 1472 (Cristoforo Colombo non aveva ancora scoperto le Americhe) avevano fondato la prima banca del mondo, erano nel giusto. Una folgorazione. Quello era il modello per il mondo che si doveva costruire, a costo di seguire l’assurdo Benito Mussolini e la sua crociata contro la demoplutocrazia anglosassone, che ispirata dalla Banca d’Inghilterra stava distruggendo l’Europa e l’America in nome dell’usura. Per Pound, quegli statuti senesi erano una possibile risposta al nodo da sciogliere: quello fra interessi finanziari ed etica dello Stato. Il suo avvertimento era rivolto agli uomini del nostro tempo: le lotte, le grandi lotte che viviamo in maniera sempre più drammatica (dall’epilogo della Seconda guerra mondiale, in poi) sono, in realtà, la proiezione della lotta mortale fra l’usura, apolide e piratesca, e gli interessi di uno Stato ideale, che, rifiutandosi di asservirsi alle logiche finanziarie finalizzate al puro profitto, indebitandosi, dovrebbe difendere le ragioni vitali dei popoli […].

Da allora, l’elaborazione di un sistema politico ed economico efficace contro l’usura, diventerà il cuore delle riflessone di Pound, che nei suoi interventi intensifica la polemica contro le manovre politiche internazionali e l’anno seguente (1933), nell’”Abc dell’economia”, scrive: “La guerra è parte dell’antica lotta tra l’usuraio e il resto dell’umanità: tra l’usuraio e il contadino, tra l’usuraio e il produttore e, infine, tra l’usuraio e il mercante, tra l’usucrocrazia e il sistema mercantilista”. E sarà ancora l’usura la molla che lo spingerà all’ammirazione definitiva del fascismo e di Mussolini, incontrato proprio sul finire del 1933: “L’usura è il cancro del mondo che solo il bisturi del fascismo può asportare dalla vita delle nazioni”, disse. Dichiarando la necessità di disciplinare le forze dell’economia e adeguarle alla necessità della nazione. […]

[A Radio Roma, tra il 1941 e il 1943] attacca la guerra, l’interventismo di Roosevelt, la filosofia degli Alleati. L’alleanza tra il governo statunitense, la finanza inglese e il bolscevismo sovietico è contraria alla vera tradizione americana: “Non c’è nessun motivo per l’intervento degli Stati Uniti, perché il luogo dove difendere l’identità americana è il continente americano”. Ancora una volta è l’usura la causa della guerra e saranno “l’usura, l’oro, il debito, il monopolio, l’interesse di classe e l’indifferenza verso l’umanità a vincere davvero il conflitto”. Qualcuno legge in quei discorsi “rare perle di saggezza”, ma per le autorità americane sono “un miscuglio confuso di apologetica fascista, teorie economiche, antisemitismo e giudizi letterari”, che alla fine di luglio spingeranno per una sentenza di tradimento contro lo “pseudo americano Pound”. […]

[In due lettere private scritte al conte Chigi, nel gennaio e nel febbraio 1944] ha ancora la forza di criticare la stampa traditrice, l’usurocrazia che muove il mondo e gli scempi degli Alleati, che bombardando l’Italia e distruggendo i suoi monumenti hanno distrutto i simboli dell’umanità occidentale. Chiarisce, infine, in tre lucide righe, il suo rapporto con il fascismo: “Io volevo una riforma moderata. Dico Riforma, perché in essenza il ripristino della sanità già dimostrata dai fondatori del Monte dei Paschi in un mondo impazzito dai seguaci dei guastatori, stile San Giorgio”. E conclude ancora una volta con l’idea elaborata proprio a Siena dodici anni prima: Questa guerra non s’iniziò nel 1939 ma nel 1694 a Londra (data di fondazione della Banca d’Inghilterra, ndr) facendo parte della guerra tra usurai, ovvero usuroni, e chiunque produce, chiunque fa crescere il grano”. […]

A trentacinque anni dalla morte di Ezra Pound (1972) il problema su cui ha passato l’intera vita rimane ancora sul tappeto: la perdita di sovranità dello Stato di qualsiasi nazione indebitata a favore di quella illimitata del potere finanziario creditore, che all’epoca in cui Pound scriveva poteva sembrare un’oscura e catastrofica previsione è, oggi, una realtà incontestabile. Quasi tutti i Paesi del mondo, senza esclusione, sono o si avviano a diventare debitori di potenze finanziarie globali, super e trans nazionali (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, in primo luogo). Così come, a livello individuale, viviamo nell’epoca del credito al consumo dei bilanci familiari in default (fenomeno che Pound nemmeno immaginava). Forse bisognerebbe ripartire dagli statuti delle magistrature repubblicane senesi del 1472, e provare a uscire dal malinteso poundiano: ciò che è del popolo resti al popolo e alle sue forme di auto-organizzazione, lo Stato ideale non c’è e lo Stato, se c’è, favorisca l’auto-organizzazione del popolo.»

Al di là dei giudizi specifici su Mussolini e della personale conclusione dell’Autore del brano sopra riportato, secondo la quale lo Stato non può o non sa opporsi allo strapotere delle grandi banche e, pertanto, dovrebbe limitarsi a favorire una non meglio precisata auto-organizzazione popolare, ci sembra che in questa sintesi della posizione di Pound sulle questioni economico-finanziarie ci sia praticamente tutto; e va dato atto che, di questi tempi, è raro trovare un giornalista o uno studioso che sappia dire pane al pane e vino al vino, con altrettanta franchezza.

Ecco perché il pensiero di Ezra Pound sulle questioni del lavoro, della produzione, del risparmio e dell’usura, anche se non è il pensiero di uno specialista e di un “tecnico”, ma di un dilettante, e, per giunta, di un dilettante che è soprattutto un poeta, che vede le cose – economia compresa – con l’occhio del poeta e nella prospettiva del poeta, non ha perso nulla della sua attualità; anzi, le vicende degli ultimi decenni sono state tali da evidenziare quanto egli sia stato lucido, e addirittura profetico, nel denunciar e il male dell’usura e nel richiamare i popoli dell’Europa alla loro vera tradizione, alla loro vera identità. Tradizione e identità che sono entrate definitivamente in crisi in quell’anno e in quel luogo, il 1694 a Londra, allorché venne fondata la prima grande banca di Stato, la Banca d’Inghilterra: la prima di quelle centrali del potere finanziario, che emettono moneta e prelevano il frutto del lavoro, in cambio di denaro virtuale, falso, immaginario, creando il meccanismo del debito e strangolando, poco alla volta, l’economia reale, fatta di persone, di famiglie, di imprese, di commerci, i quali, a un certo punto, soccombono per asfissia, affinché, nel deserto universale creato dall’usura, rimanga, trionfante e necrofila, una sola vincitrice: la borsa.

Resta solo da aggiungere che, dai tempi di Pound, i meccanismi dell’usura mondiale si sono enormemente perfezionati e ulteriormente ramificati, per esempio con la creazione delle agenzie di “rating”, vere e proprie centrali di potere finanziario “terroristico”, dai cui verdetti dipende la sorte di immense somme di denaro, spostate a vantaggio o a svantaggio non solo di singole imprese e società, ma di intere nazioni sovrane (o che s’illudono di essere ancora sovrane); e che il suo appello, pertanto, non ha perso nulla della sua drammatica urgenza, al contrario, è divenuto questione di vita o di morte…

Francesco Lamendola
Il Corriere delle Regioni

(Fonte: http://danielepaceblog.blogspot.it/)

………………….

Commento ricevuto via email da Poetalc (alias Luigi Crocco)

Luigi Crocco

Leggendo l’articolo sul poeta Ezra Pound mi sono infervorato, caro Paolo, non avendo avuto risposta da renzie, come semplice cittadino, ho voluto considerarlo un gran cafone così fortificato sul mio diritto acquisito in Europa di far approvare la legge sulle eurobbligazioni 6 luglio 2011 con 1 milione di firme on line a sostegno del occupazione in italia europa e America e il mondo …
Dal mio mio dossier 2005 ” Corrispondenza varia per l’euro d’oro” A tutti i facebook, per tutti al governo che se ne fregano di sostenere politicamente prima di tutto le pensioni e i salari alla fame dal 2001
MESSAGGIO UNIVERSALE AL Premier MATTEO RENZI e a tutto il governo ogni giorno fino al 2018 il mio perfezionamento COME SEMPLICE CITTADINO ITALIANO IN DIFFICOLTÀ DI OGNI tipo a cercare risposta SULLA FATTIBILITÀ O NO del MIO metodo matematico semplice PER USCIRE fin da subito DALLA CRISI e dalla disoccupazione CHE ATTANAGLIA dal 2001 sul INFLAZIONE REALE 72.22% i POVERI SALARI E PENSIONI 50 % PER I PREZZI IMMEDIATAMENTE RADDOPPIATI SUI BENI AL CONSUMO + 22.22% LA SOMMA DEL INFLAZIONE PRE-CALCOLATA VIRTUALE DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI SINO AL 2016.
Ma sul unica a rispondermi nel 2006 IL MINISTRO Romano PRODI dove le massime autorità dello stato solitamente non rispondono ai quesiti istituzionali dei cittadini che li eleggono se non per educazione diversamente sul mio diritto di cittadino italiano in europa, il PRESIDENTE BARROSO nel 2008 tramite l’allora Dott G. Junker e al PRESIDENTE TRIQUET la mia ultima di APPROVARE LE EUROBBLIGAZIONI a favore dell occupazione se entro 90 giorni NON RICEVEVO RISPOSTA (scomparve la raccomandata e l’ avviso di ritorno 2010).
Ma nel 6.07.2011 finalmente pagine 12 N.1 -72 La risoluzione del parlamento sulla crisi e l’occupazione per i paesi in difficoltà in particolare pagina 3/12 N. 13-14 al 60% del debito pubblico dove invita la commissione dopo il 2013 di trovare un metodo per un futuro in eurobbligazioni , 23 milioni di persone economicamente attive a rischio disoccupazione e indigenza che valga anche in America sulla concorrenza dei Bond Usa per l’euro forte a moneta rifugio, e sul mio metodo matematico semplice anche la concorrenza sui Derivati azionari Usa. Ma la commissione al parlamento europa rispose nel 2013 a me prima che un hacker pirata cancellasse la mia banca dati : non riteniamo utile finanziare i salari e al parlamento Europa : non riteniamo urgente le eurobbligazioni semmai le obbligazioni inglesi.
Cosi aggiungo perché no ! Di prova anche solo 20 miliardi aTITOLI DI STATO e/o OBBLIGAZIONI Italiane , per 3 anni di rinnovo annuo dopo l’ultimo intervento tecnico del Presidente della BCE Dott. Draghi ad acquistare titoli di stato 60 miliardi al mese sino al 2018 con l’ iniezione di diminuire il costo del denaro a costringere le banche di concedere prestiti alle imprese osteggiate sul credito credo dal 2012 sulla scomparsa nelle banche italiane +/- 400 miliardi per pagare i contenziosi ma si sia dimenticato l’inflazione reale 72,22% dal 2001 ( unico caso abnorme in Europa e nel mondo) sui milioni e milioni di bassi salari e pensioni in italia da 252 a 900, 36 euro mensili sulla soglia della povertà stabilita dal governo 2003 e nel 2008 non poter aumentare la base salariale bassa per non aumentare l’inflazione alle decine di milioni di salariati, pensionati e disoccupati sui prezzi dei beni al consumo più che raddoppiati in generale sin dal 2001: affitti, bollette, benzina, giornali, pane, frutta ,verdura, scarpe, vestiti, giornali, libri, spese scolastiche, biglietti autobus , ferroviari, taxi, ecc. oggi pure il rischio della deflazione da parte della BCE che a diminuire i prezzi dei beni , i consumi stagnano , per l’inflazione infrenabile a tasse, tagli e spese a bilancio a restrizioni varie ecc. che sommate qua e là hanno contribuito a precipitare vorticosamente il potere di acquisto dei salari e delle pensioni alla fame
il mio metodo 1 + 2 miei progetti matematici descrittivi semplici dal 2005 . Luigi crocco cell . +39 3287562812 Facebook euro d’oro per l’occupazione…….. in Italia, europa e il Mondo col primo principio di Adam Smith 1776 “LA RICCHEZZA . NAZIONI” sul PIL di guerra
che una nazione sulla garanzia delle Riserve auree e delle tenute agricole di allora le banche dovevano anticipare le spese ogni anno sul inizio della gestione agraria a pagare i SALARI dalla semina alla raccolta non interessatati alla guerra, per la distribuzione delle derrate ai militari in guerra
Oggi le banche dovrebbero finanziare ogni anno per X anni sulla garanzia delle eurobbligazioni dei governi del parlamento Europa le piccole, medie e grandi imprese sul inizio del attività produttiva con l’obbligo di diminuire direttamente al Inps y migliaia di euro annui gli oneri assicurativi a decine se non centinaia milioni di lavoratori in europa e nel mondo da 280, 300, 400,500,600, 700 netti sino a 900,26 euro mensili sulla soglia di povertà stabilita dal governo 2003, per non aumentare l’inflazione. Ma sotto il controllo e la gestione della BCe di Francoforte della Banca d’italia e delle altre bance centrali il ritorno della liquidità che rinvestita nel tempo serve a pagare più agevolmente pensioni aumentate sui salari aumentati nel diminuire gli oneri assicurativi anche per contrastare il lavoro nero e l’ aumento infrenabile del inflazione sul costo del lavoro più alto del mondo 60% (51% al datore e 49% al lavoratore)
+2 METODI MATEMATICI DESCRITTIVI SEMPLICI FISCALI PER diminuire e AZZERARE il Debito PUBBLICO e TASSE- TAGLI ecc. con la POLITICA SOCIALE DEI REDDITI DI COMPETENZA ESCLUSIVA A CIASCUN governo degli stati membri che deve monitorare le tasse anche ai ricchi e ricchissimi , plurimilionari e miliardari (capiate + stipendio) Es: 20.000 euro di media in più ogni anno a 10 milioni uguale 200 miliardi annui, per 11 anni , azzerare il debito pubblico di 2200 MILIARDI per diminuire fin da subito tagli , tasse, balzelli vari ecc. anche con una mini tassa italiana 1 cent ad ogni euro di spesa Es. 1 cent. per ogni caffè al giorno 1 euro a 36 milioni ? di assicurati Inps = 360.000 euro per 360 giorni = 129 milioni e su tutti i prodotti in acquisto e su tutte le operazioni bancarie col saldo a credito superiore a Zero , sul dovere di RISPONDERE AL PROPRIO ELETTORATO ciascun governo degli stati membri sullo statuto europeo firmato a Roma 1999 dai primi governi degli stati MEMBRI al parlamento europeo

NB. Su richiesta 1000 pagine dal mio dossier 2005 .. – Luigi Crocco – poetalc52@gmail.com

I commenti sono disabilitati.