Giuseppe Turrisi: “Moneta sociale come diritto fondamentale…”

In uno stato di diritto in cui la tua identità passa per un ente che ne dichiara le tue credenziali e dove un certificato di nascita deve essere pagato diventa prioritario il diritto alla moneta sociale come diritto fondamentale, ancor di più in un sistema neoliberista ed in una società ad alta “pervasività” (penetrazione) industriale e finanziaria che ha reso ogni momento e aspetto della vita dipendente dall’uso della moneta.

Rimane poi il fatto, sempre in termini di diritto, che se uno stato batte moneta lo fa su mandato del popolo quindi il diritto di proprietà di quella moneta, e di eventuali guadagni derivanti dall’uso e dalla gestione della stessa, sono e rimangono del popolo.

Un economista con cui mi sono scontrato ieri sul signoraggio (naturalmente quello evoluto) mi ha serenamente detto che non importa di chi è la moneta e come nasce importa solo come la si usa. Questo per una mente che ragiona in termini di diritto è assolutamente forviante e folle, qualsiasi norma che voglia disciplinare seriamente una materia comincia sempre dalle “definizioni”.

Non ha caso alcuni media danno spazio a teorie d’oltre oceano, sedicenti sovraniste ma dal sapore gattopardesco, che insistono nel non voler definire la moneta su cosa sia e come nasce. Immaginate un costruttore di una casa che nel costruire la sua casa non conoscesse la natura dei mattoni e del cemento e non ne verificasse la qualità di quei materiali? Può succedere (e non è la prima volta) che poi le case vengono giù.

Rimango stupito da molti economisti che ho incontrato che continuano a formulare teorie, anche sostenibili, ma non vogliono entrare nel merito della natura della moneta. Forse è per questo che poi le stesse teorie economiche, tutte, alla fine crollano e serve continuamente ricostruire!!!???.

Chi conosce la vera natura della moneta in termini di “diritto al tempo” e quindi allo spirito e alla vita infatti, sa come usarla e la sta usando alla grande e se ne tiene gelosamente i diritti di gestione.

Le crisi, che gli sprovveduti tentano di combattere, sono proprio gli strumenti ciclici che usano i detentori della proprietà della moneta per arricchirsi sempre di più a danno degli ignoranti e degli idioti (a volte coincidono) ma li accomuna comunque il fatto di essere sempre più poveri.

C’è di fatto una selezione sociale darwiniana su base anche competitiva, una vera e propria guerra tra poveri a chi rimane vivo come schiavo: ubbidiente, resistente, silenzioso, lavoratore stacanovista e all’occorrenza che si suicidi pure quando non serve più. I media continuano lo splendido lavoro di puntuale disinformazione e de-culturazione della società.

C’è una rovinosa sinistra che non vuole fare i conti con la storia e sopratutto con i suoi mandanti, una destra che non c’è mai stata dal dopo guerra in poi e un manipolo di figuranti al centro che continuano a scambiarsi le parti e le accuse. I sindacati che pretendono di avere la dicitura “maggiormente rappresentativi”, praticamente spariti in un momento in cui la tensione sociale sta per esplodere?

E non manca l’intellettuale di turno che cerca di ipotizzare nuove regole per aggiustale la ormai “inutile democrazia” che dovrebbe garantire la civile convivenza e stracciandosi le vesti si chiede: “Come mai c’è questo spread sociale?”.

Giuseppe Turrisi

Di questo e simili temi se ne parlerà durante la Festa dei Precursori che si tiene al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia (MC) dal 25 al 27 aprile 2014.
Info. circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293

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Commento di Cesare Padovani: “Belle osservazioni come sempre, Giuseppe.
Io aggiusterei il tiro una volta per tutte sulla questione degli “eventuali guadagni dall’uso e dalla gestione della stessa”!! Ma quali guadagni ci devono essere? Non ci dev’essere nessun guadagno, se non quelli derivanti dall’erogazione di un eventuale servizio! Ora i guadagni nascono dal prestito a interesse! Che invece deve scomparire dalla faccia della terra!
Il guadagno è nella moneta stessa creata dal nulla e accreditata alla Stato. La nuova moneta verrà usata e genererà nuova ricchezza. Punto.”

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