Archivio di novembre 2013

Sicilia, Sardegna.. e la penisola tutta… Di chi è la colpa?

“Io incazzato?”. “No, Signori, sono superincazzato”.

Scrivo questo pezzo nel mezzo della tragedia che ha colpito la Sardegna: fino ad ora 14 morti.

Ci informano che sono state aperte due o tre inchieste. Se la cosa non fosse tragica sarebbe comica: due o tre inchieste per stabilire i responsabili. Ma se sono decenni che i geologi avvertono che i tre-quarti del territorio nazionale è a rischio idro-geologico e non passa mese che non si verifichi uno smottamento, una alluvione un qualsiasi fenomeno con danni al patrimonio con morti e feriti. Cosa ci dicono lor signori? “la colpa è del clima che è cambiato”.

A maggior ragione si doveva intervenire proprio in previsione del cambiamento del clima. A prescindere che il clima è cambiato a causa dell’egoismo e dell’arroganza delle grandi industrie che non hanno voluto intervenire con mezzi adatti perché “troppo dispendiosi” (“signori, la grana è grana”). Poi lorsignori ci dicono che non ci sono i soldi. Mascalzoni! Non ci sono i soldi perché i vermetti furbetti non vogliono perdere i loro dorati privilegi. Prendete carta e penna e scrivete quanto un profano in economia osserva: abolizioni delle così dette auto blu (ne possono rimanere al massimo 6 o 7 e tutte rigorosamente italiane); abolizione del finanziamento pubblico ai partiti; abolizione del Senato; riduzione di due terzi del numero dei parlamentari e drastica riduzione dei loro emolumenti; drastica riduzione del costo del Quirinale; riesame del cosiddetto debito pubblico, ritenendo che buona parte di esso è frutto della più pazzesca truffa; abolizione dei 500 enti inutili; riduzione del costo del parlamento (parrucchieri, dattilografe, uscieri ecc. tutti pagati con stipendi che superano 7/8 volte gli stipendi dei normali lavoratori che operano fuori del paradiso marcato Palazzo Chigi; ridimensionamento degli stipendi ai magistrati e ai componenti della Corte dei Conti; ritiro delle nostre truppe dalle zone di guerra (altro che missioni di pace); rinuncia dell’acquisto dei difettosissimi F/35 e, ricordiamolo, nel periodo fascista i nostri aerei erano i migliori del mondo; riesame di tutti gli accordi siglati dai nostri politici (sic!) a partire dal 1947. Rigoroso controllo di tutte le spese pubbliche, cioè di tutti i denari che provengono dal popolo affidandolo all’Arma dei Carabinieri; dei magistrati di oggi non mi fido, non intravedendo fra questi alcun Falcone o Borsellino. E così di seguito. Avete fatto il conto? Mi si dice che la spesa corrente è di più di ottocento miliardi di Euro, sarei fuori logica se sostenessi che se si attuasse quanto propongo si avrebbe un risparmio di 150/200 miliardi annui?

Non passa giorno che i mass-media non presentino un personaggio che lamenta che “ci sono famiglie che non arrivano a fine mese”. Come sono premurosi! Quasi in odore di santità!

Solo dopo aver approfondito la conoscenza di alcuni di questi quasi santi, siamo rimasti sconvolti da notizie, sino a poco prima, impensabili. I quasi santi sono, in realtà, dei paraculi; sì, perché solo i paraculi possono escogitare queste paraculatine(scusate la volgarità dell’espressione).

Solo in un secondo tempo abbiamo recepito che le leggi ad personam sono una prassi comune in questo Paese dei Diritti e delle libertà, espressione di Luciano Violante, usata per festeggiare una delle tante giornate inutili, oltre che vergognose, come quella del 25 aprile, giorno della riconquistata libertà. Quale libertà? Suvvia, non continuiamo a fare i bischeri: i paraculetti avevano bisogno di abbattere il truce tiranno per reinstaurare il Paese dei paraculetti. Sono anni ormai che si parla delleleggi ad personam concepite da Berlusconi, allora osserviamo: ci dovrebbe essere una legge che vieta il cumulo delle pensioni, allora ci domandiamo: come mai i vari Prodi, Scalfaro, Amato (da quello che sappiamo, il cumulo delle pensioni di questi personaggi supera i 20/40 mila Euro al mese), Ciampi e chissà quanti altri godono di simili privilegi. Le prebende dei parlamentari e dei senatori, con relativi benefici (diritto alla pensione dopo pochi mesi di attività parlamentare, telefono, viaggi ecc. ecc. tutto gratis), non sono leggi ad personam che si sono auto-concesse?
In altre parole, per essere più chiari, questi privilegi che i soliti noti si sono attribuiti, sarebbero stati impensabili se non si fosse riconquistata la libertà.

Come è accaduto tutto questo? Un semplice esempio, volgiamo lo sguardo a quanto accadde a luglio del 1943, quando i liberatori sbarcarono in Sicilla. È noto che il Fascismo sgominò la mafia la quale, per sopravvivere, dovette fuggire negli Stati Uniti dove trovò un ambiente favorevole alla propria sopravvivenza. Quando gli strateghi americani concepirono lo sbarco in Sicilia, contattarono alcuni importanti boss mafiosi siculo-americani, tra i quali Lucky Luciano, proponendo loro un cospicuo patto: la libertà e la ricchezza in cambio di un sostanzioso appoggio al momento dello sbarco. Per la conquista della Sicilia vennero mobilitate le famiglie più prestigiose della mafia americana: gli Adonis, i Costello, gli Anastasia, i Profaci. Circa tremila gli uomini d’onore che saranno poi utilizzati dall’esercito a stelle e strisce, per la loro guerra di liberazione della roccaforte europea. Cioè era stata concepita una guerra ad personam mafia-statunitense. Andiamo avanti. Gli eroisbarcano e gli invasori vengono ovunque accolti con fiori, reverenze, applausi e offerte di segnorine. Ma il bello venne dopo: con l’appoggio di questo formidabile esercito subentra una nuova battaglia, quella delle cariche. Con l’arrivo della libertà e dei liberatori e con il rientro dei mafiosi aventi diritto alla ricompensa, ebbe inizio la spartizione, come dagli accordi, delle prebende; e su questo argomento i liberatorifurono larghi di maniche. Alcuni esempi: Genco Russo diviene sindaco di Mussomeli, Calogero Vizzini (un super assassino colpevole di una cinquantina di omicidi) fu nominato sindaco di Villalba, questo personaggio al momento dell’insediamento fu salutato dalla folla al grido di Viva la mafia.

Cinquecento uomini di cosa nostra, confinati dal regime fascista ad Ustica, furono immediatamente liberati, tornarono a casa per prendere possesso dei posti vacanti di sindaco e di funzionari nelle amministrazioni. Lo stesso governo civile alleato, che era guidato da Charles Poletti, completerà il proprio organico pescando nel ricco serbatoio mafioso: Damiano Lumia, nipote di Calogero Vizzini, divenne interprete delCivil Affair; a Vincenzo di Carlo, capo della mafia di Raffadali, venne affidata la responsabilità dell’ufficio requisizioni del grano. Il capo mafia di Corleone, Michele Navarra, fu incaricato di raccogliere gli automezzi militari abbandonati.

Grazie alla democrazia statunitense, la Sicilia è ora saldamente in pugno a cosa nostra, la quale, costituita una struttura politico-militare, quella separatista, fu in grado di assicurare il controllo del territorio e delle rotte marittime agli States. Mentre negli altri territori sotto controllo dei vincitori era vietata qualsiasi attività politica, i separatisti organizzano pubbliche riunioni, cui prendevano parte ufficiali americani in divisa. Il separatismo siciliano godeva di ampi appoggi nei più importanti complessi industriali, finanziari e politici americani, per esempio la signora Eleonora Roosevelt (moglie del Presidente) scrisse: . Materiale bellico verrà fatto pervenire a nuclei dell’esercito separatista a cura di Salvatore Sciortino.

Ed ora, concludendo. O italiani, da queste radici quale altra Italia vi sareste aspettati?

Filippo Giannini

Commenti disabilitati

Come nasce il Debito Pubblico irredimibile, vera causa della crisi economica. Tutti i politici assecondano perché ne beneficiano

La Banca D’Italia è un ente dove gli utili sono privati e i debiti
sono pubblici!

La Banca d’Italia (un vero abuso definirla tale) è per il 95% in mano a privati.

Gli utili vengono distribuiti tra i suoi soci (privati al 95%),
costituiscono un debito contratto dallo Stato e vanno ad incrementare
il debito pubblico.

Oggi quella che molti credono la Banca d’Italia, non è solo una Banca
privata, ma è una vera violazione costituzionale nell’esercizio della
politica monetaria.

Questa la natura giuridica e il funzionamento dell’attuale Banca d’Italia.
In Italia, dal 1936 grazie alla Legge bancaria (R.D.L. 375 del
12.03.1936 convertito nella Legge 441 del 07.03.1938) e al successivo
“Statuto” approvato con R.D. 1067 del 11.06.36, la Banca D’Italia,
trasformata in istituto di diritto pubblico, esercita in regime di
monopolio la funzione di emissione della carta moneta (con esclusione
delle monete metalliche la cui competenza esclusiva è riservata al
Tesoro dello Stato). Sin qui parrebbe che il potere sovrano di emettere moneta, essendo stato delegato ad un istituto di diritto pubblico, continui ad appartenere allo Stato e che sempre allo Stato vada il cosiddetto “reddito da signoraggio”. Ma non è così.

Per vedere come questo non corrisponda al vero è necessario andare ad
analizzare lo statuto della Banca D’Italia, il suo funzionamento e le
sue “anomalie”:

I° Anomalia
I principali compiti, e funzioni, che la legge del 1936 affida alla
Banca d’Italia sono:
Istituto di emissione. (Anche se, come vedremo dopo, dal 1° gennaio
2002, con il Trattato di Mastricht, l’emissione delle banconote in
euro aventi corso legale in Europa è compito della Banca centrale
europea);
Gestione della tesoreria provinciale dello Stato;
Funzione di vigilanza sul sistema creditizio
L’organizzazione interna ricalca sostanzialmente quella che è propria
di una società per azioni. Così vi troviamo:
un capitale sociale, suddiviso in quote detenute di partecipanti;
un consiglio di amministrazione;
un collegio sindacale;
gli Organi Amministrativi e di Controllo, come avviene nelle società
per azioni, sono nominati dall’assemblea Generale dei “partecipanti”:
in particolare il Consiglio Superiore, che poi provvede a nominare tra
i propri componenti il Comitato, il Governatore, il direttore Generale
e i due vice Direttori Generali1;
I portatori delle quote si riuniscono annualmente in assemblea
generale ordinaria.
Inoltre i partecipanti, come gli azionisti di una società per azioni,
hanno diritto;
al rendiconto annuale della gestione sulla base del bilancio (da
sottoporsi all’approvazione dell’assemblea);
alla partecipazione all’utile della gestione;
ai frutti derivanti dall’investimento delle riserve del patrimonio netto.
Questa analisi non ci porta ancora a privare la Banca D’Italia della
qualifica di ente pubblico. Infatti, come ribadito anche dalla
Cassazione, un ente si definisce pubblico quando, pur essendo
privatizzato, ha un fine pubblico e un sistema di controlli pubblici.

Ma la Banca d’Italia risponde a tali requisiti?

Sul fine pubblico nulla questio, trattandosi di un istituto di
emissione; il problema sono i controlli da parte dello Stato che nella
sostanza non esistono.

Questo perché gli organi amministrativi e di controllo della Banca
d’Italia sono nominati dall’Assemblea Generale dei partecipanti (che
sono al 95% dei privati). Il Governo può solo approvare la nomina, o
la revoca, di alcune cariche, ma l’approvazione da parte del Governo
non influisce minimamente sulla validità della nomina.
In soldoni è come se non esistesse.
In conclusione, la Banca d’Italia è un ente privato, strutturato come
società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la
funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da
parte dello Stato.

II° Anomalia
La Banca D’Italia abbiamo detto è per il 95% in mano a privati. Essi sono:
Gruppo Intesa (27,2%), BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%) privati (5,65%)

Dall’analisi dei soci ci rendiamo conto che solo il 5% del capitale è
dell’INPS, ovvero di una società pubblica. Dunque la banca D’Italia è
per il 95% in mano a banche private. Ma qui risulta evidente la
seconda forte anomalia. Infatti abbiamo detto che con la legge
bancaria del 1936 a Banca D’Italia è stato demandato il compito di
vigilanza sulle altre banche. Ora, le banche sono proprietarie della
Banca che dovrebbe su di loro vigilare ed, attraverso i consigli di
amministrazione, nominano Governatori e Direttori; ciò vuol dire, in
altre parole, che i controllati controllano i controllori, e non
vicerversa.

III° Anomalia
Riguarda gli art. 543 e 564 del Titolo IV (BILANCI, UTILI, SPESE E
PERDITE, RISERVE)Vediamo perché:
In baseall’art. 54 la quota di utili da assegnare allo Stato
corrisponde circa al 50% dell’Utile di Esercizio del Bilancio Annuale,
dedotto il 40% accantonato a riserve e il 10 % del capitale sociale
attribuiti ai partecipanti.

L’art. 56, inoltre, prevede che una quota, a valere sul fruttato delle
riserve medesime, sia distribuita ai partecipanti al capitale sociale
(come annualmente deliberato dall’assemblea).
Analizziamo nei fatti le conseguenze di queste norme. Come sottolinea
la CTU redatta dal perito nella sentenza n. 2978/05 del giudice di
pace di Lecce, nella causa sul signoraggio, l’accantonamento dei
frutti delle riserve (e l’assegnazione di parte di essi ai
partecipanti) determina una incremento (e una decurtazione) delle
riserve stesse quale partita negativa del conto economico e, pertanto,
il risultato di esercizio è rappresentato in bilancio al netto di tale
posta.

Gli accantonamenti a riserve generano patrimonio e frutti ad esclusivo
vantaggio dei partecipanti al capitale sociale dell’Istituto e, per
converso, rappresentano un reddito sottratto alla competenza dello
Stato.

Inoltre, la quota di riserve attribuita annualmente ai partecipanti
(quota stabilita in assoluta autonomia dal Consiglio di
Amministrazione della Banca d’Italia), ai sensi dell’art. 56 dello
Statuto, è sovente sensibilmente superiore alla quota di utile
assegnata allo Stato (ad esempio nel 2003, al netto degli
accantonamenti a riserve, sia stato corrisposto un dividendo per ogni
quota di partecipazione unitaria pari a circa il 300% del valore della
stessa. Dividenti andati tutti a privati (le banche) e che formano il
debito pubblico).

Insomma è evidente come la Banca D’Italia assolva ai fini che
dovrebbero essere di natura pubblica in piena autonomia e
indipendenza, ritraendone utili e frutti che divide tra i
“partecipanti” privati.

Quindi, ricapitoliamo:
la Banca D’Italia è una società privata, detenuta per il 95% da
privati; gli Organi Amministrativi e di Controllo della Banca
d’Italia, come avviene nelle società per azioni, sono nominati
dall’assemblea Generale dei “partecipanti” (cui il 95% sono privati):
in particolare il Consiglio Superiore, che poi provvede a nominare tra
i propri componenti il Comitato, il Governatore, il direttore Generale
e i due vice Direttori Generali; con la legge 82 del 07.02.1992 varata
dal ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca
d’Italia), è stata attribuita alla Banca d’Italia la facoltà di
variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con
il Tesoro. Ovvero autonomamente un gruppo di banche private decide per lo Stato italiano il costo del denaro.

Annualmente, il Consiglio di Amministrazione, autonomamente eletto
(dai soci privati), stabilisce quote di riserva variabili che, spesso,
producono una quota di utili superiore alla quota di utili che viene
data allo Stato tali utili (risultato degli interessi sul prestito) la
Banca d’Italia li distribuisce tra i suoi soci che sono al 95%
privati; gli utili distribuiti alle banche private costituiscono un
debito contratto dallo Stato e vanno ad incrementare il debito
pubblico. Stante la situazione appena descritta appare chiaro che la
sovranità monetaria è esercitata da una società a capitale privato con
scopo di lucro che decide in piena autonomia il costo del denaro.
Da questi elementi può affermarsi che lo Stato, da tempo, ha ceduto la
propria sovranità monetaria in favore di un ente privato (non certo
pubblico), ovvero la Banca d’Italia.

Bisogna istituzionalizzare una Banca dello Stato, come Ente pubblico
interamente detenuto dal Ministero del Tesoro. La sovranità monetaria
è fondamentale per un Stato.Dobbiamo uscire da questa Ue. Dobbiamo
tornare sovrani.
Basta vassallaggio!

(Fonte: sovranidade.org)

Commenti disabilitati

Depravazione finanziaria – Dare un prezzo alla biodiversità per poterla distruggere a pagamento

Il mercato finanziario ha trovato un nuovo grosso affare: dare un prezzo alla biodiversità e metterla in commercio. Una invenzione mostruosa contro cui è nata, pochi giorni fa a Bruxelles, una coalizione internazionale di associazioni e movimenti.

“Il mostro di Lochness e l’omonimo lago, famosi in tutto il mondo, sono in vendita da qualche giorno su ebay.” Questa la provocazione dei gruppi della società civile europea che accoglie con le sue proteste a Edimburgo il primo Forum mondiale sul Capitale Naturale…

MA LA NATURA NON E’ VENDITA! Si è tenuto il 21-22 novembre a Edimburgo il primo Forum mondiale sul capitale naturale. L’obiettivo delle banche, che lo promuovono, è dare un prezzo alla natura e ai servizi degli ecosistemi. Sono 140 le organizzazioni della società civile riunite qualche settimana fa a Bruxelles,  che hanno firmato una dichiarazione per dire “No alle compensazioni sulla biodiversità” (http://no-biodiversity-offsets.makenoise.org/italiano/ ) e creato un contro-forum (http://naturenotforsale.org/) sui Beni Comuni Naturali. A Edimburgo, vari attivisti accorsi da tutta l’Europa, tra cui anche gli italiani di Re:Common, hanno inscenato una protesta in occasione dell’apertura dei lavori…”

(P.D’A.)
…………………….

Natura bond

di Rebecca Rovoletto

Nel mondo anglosassone è detto biodiversity offsetting, o ecosystem offsetting: è il nuovo strumento di cui si sta dotando il mercato finanziario globale per mettere definitivamente le mani sugli ecosistemi e la vita che essi ospitano. Al confronto, la privatizzazione dell’acqua sembra una quisquilia…

Si tratta di un nuovo passo operativo per rendere effettivo l’approccio ideologico che chiamiamo finanziarizzazione della natura: rispetto ai danni all’ambiente causati dai grandi progetti infrastrutturali (energetici e trasportistici) o estrattivi che si stanno avviando in Europa, le istituzioni finanziarie e diversi governi, Regno Unito in testa, stanno proponendo l’introduzione del concetto della “compensazione traslata” del danno ambientale, in particolare di habitat protetti e biodiversità.

Un principio ben diverso da quello esistente di compensazione: se la ratio della Via (Valutazione di impatto ambientale), è quella di causare il minor danno possibile, evitare le zone protette e attuare forme di compensazioni in loco, il nuovo meccanismo permette al costruttore di realizzare l’opera in ogni caso, semplicemente “calcolando” il danno arrecato ad ambiente/habitat/ biodiversità e investendo nella tutela di un territorio ubicato altrove con caratteristiche simili a quello distrutto. Parallelamente, si sta creando un mercato di titoli collegati alla biodiversità e agli habitat naturali da avviare alla compravendita, come per qualsiasi altro titolo di investimento altamente speculativo. Insomma, una pratica del tutto simile a quella in atto da anni dei famigerati crediti di carbonio, che permette alle aziende responsabili del danno di dichiararsi investitori nella protezione dell’ambiente, con conseguente ritorno d’immagine e greenwashing dei loro prodotti e servizi. La protezione dell’ambiente si trasforma in un sottoprodotto commerciale.

Il paradosso è che le più grandi aberrazioni in tema di ambiente vengono concepite proprio in occasione dei grandi vertici internazionali, spacciati per momenti di bilancio e autocritica, per ricercare soluzioni alle drammatiche emergenze dell’umanità e del pianeta. Già il Protocollo di Kyoto aveva sostenuto la logica dei “permessi di inquinamento” che ha partorito i citati crediti di carbonio, ma il momento topico per quello che sta avvenendo in materia di habitat risale al giugno 2012. In occasione del vertice di Rio +20, viene fatta recapitare la “Dichiarazione sul Capitale Naturale e sui Servizi resi da un ecosistema”, elaborata dai grandi attori del settore finanziario mondiale. Ecco i due artificiali pilastri concettuali sui quali si regge la nuova narrazione del “mercato delle indulgenze ambientali”: capitale e servizi.

“Il Capitale Naturale comprende gli asset [beni patrimoniali e merci] naturali della Terra (suolo, aria, flora e fauna) e i servizi degli ecosistemi forniti da questi, che rendono possibile la vita umana. I beni e i servizi degli ecosistemi del Capitale Naturale ogni anno ammontano a trilioni di dollari e sono il cibo, le fibre, l’acqua, la salute, l’energia, la sicurezza climatica e altri servizi essenziali per ognuno. Né questi servizi, né la base del Capitale Naturale che li fornisce, sono valutati adeguatamente in paragone al capitale sociale e finanziario. Nonostante siano fondamentali per il nostro benessere, il loro uso quotidiano rimane quasi non registrato all’interno dei nostri sistemi economici. Usare il Capitale Naturale in questo modo non è sostenibile.”

Che gli esseri viventi “quotidianamente” respirino, bevano, mangino, si riscaldino, si proteggano senza rendere conto al sistema economico è insomma “insostenibile”… Non esiterei a paragonarla a una dichiarazione di guerra al pianeta e ai suoi abitanti, a mezzo di un ribaltamento del pensiero e del linguaggio che impone una sofisticata e sordida anschluss semantica della Natura al mondo del Mercato. E questo sta avvenendo mentre ovunque nel mondo ci si batte per la difesa dei territori, per la sovranità alimentare e l’accesso alla terra, per il diritto alla gestione e tutela dei beni comuni naturali da parte delle comunità.

Il 25 e 26 ottobre scorsi si è svolto a Bruxelles un primo incontro di lavoro, organizzato dal fronte delle avanguardie indipendenti che si occupano di analizzare e smascherare le manovre dei mercati finanziari ai danni dell’ambiente e dell’uomo. A Bruxelles si sono riunite oltre 30 organizzazioni di rilevanza nazionale e internazionale: in testa FERN, ATTAC, Re:Common, World Rainforest Movement, Carbon Trade Watch; diverse associazioni del Regno Unito, della Spagna (che ha appena varato la legge sull’habitat banking), della Francia, della Polonia, dell’Olanda; presenti anche accademici, gruppi e comitati territoriali, compresi il movimento No TAV valsusino e Opzione Zero veneziano. Si è approfondito il tema, confrontando i casi pilota esistenti e le modifiche legislative in corso e ponendo le basi per organizzare azioni a tutti i livelli.
Qui il manifesto-appello http://no-biodiversity-offsets.makenoise.org/italiano/ già sottoscritto da numerose organizzazioni contrarie a qualsiasi tentativo di includere l’offsetting della biodiversità nel quadro normativo, negli standard e nelle politiche pubbliche – in vista di una campagna internazionale cui ha già aderito anche l’African Alliance for Rangeland Management and Development.
Il prossimo passaggio sarà già il 21 novembre prossimo a Edimburgo quando verrà costituito il Forum on Natural Commons ( www.naturenotforsale.org), negli stessi giorni e nella stessa città in cui si riuniranno le Nazioni Unite, i governi e le istituzioni finanziarie nel primo Forum Mondiale sul Capitale Naturale, per pianificare il modo di “assegnare un prezzo alla natura” e favorirne la mercificazione.

Già, perché nel sistema globalizzato non c’è istituzione normalizzata che non sostenga questa visione, dall’UNESCO al WWF, il quale ha sottoscritto la Dichiarazione di Rio (http://www.naturalcapitaldeclaration.org/support-from-other-stakeholders/) e sposato questa falsa soluzione in un’ottica di investimento di capitali finanziari in alcune riserve protette, a discapito però di tutte le altre aree aggredite, il che apre scenari inimmaginabili.

La natura è unica e complessa ed è impossibile misurarne la biodiversità, allora come e chi stabilisce il valore di un ecosistema? Alcuni ecosistemi hanno impiegato centinaia o migliaia di anni per raggiungere il loro stato attuale: possono essere riproducibili? Che valore hanno e che fine fanno gli abitanti (umani e non umani), la sussistenza, le economie, la cultura? La natura ha un ruolo sociale, spirituale e di sostegno per le comunità, che definiscono il proprio territorio sulla base di interrelazioni tradizionali con la terra e la natura: come si può pensare di sfollare una comunità verso un altro luogo?

Domande oziose, certo. Per il Mercato il valore si riduce al prezzo calcolato da discutibili software. Infatti i golem tecnologici del Mercato stanno già risolvendo anche questi dettagli, come si vede in questo sito (http://www.environmentbank.com/), che mette addirittura a disposizione un simulatore di calcolo di soli 3 (dico 3!) parametri generici per stimare il valore della biodiversità e trasformarlo in crediti di natura: basta con un click. Il calcolatore è destinato ai proprietari di beni naturali (terreni, foreste, ecc.) che vogliono immettere sul mercato finanziario titoli legati ai propri possedimenti e offrirli come offset. Nasceranno istituti per certificare i valori degli habitat, società di rating per stabilire le classifiche degli investimenti più redditizi, broker e intermediari per un mercato dalle infinite e infernali potenzialità.

I casi studiati dimostrano come si tratti di una pratica che incentiva lo sfruttamento delle risorse naturali e mina la pianificazione di normative atte a prevenire la distruzione. La logica dell’offsetting della biodiversità separa le persone dall’ambiente e dai territori in cui vivono, marginalizzandole fino a minacciare lo stesso diritto alla vita. Ecco alcuni esempi di politiche e progetti in corso, relativi al biodiversity offsetting:

Brasile: il nuovo codice forestale permette ai proprietari di terre di distruggere territorio forestale contro l’acquisto di “certificati di riserve ambientali” emessi dallo stato e commercializzati alla Borsa Verde di Rio (BVRio), il “mercato di titoli verdi” creato di recente dal governo brasiliano.
Istituzioni finanziarie pubbliche come la Banca Mondiale, l’International Finance Corporation (IFC, il ramo della Banca mondiale che presta alle imprese private) e la Banca europea per gli Investimenti (BEI) stanno cercando di includere l’offsetting della biodiversità nei propri standard e nella pratica, come strumento per “compensare” il danno permanente causato dalle grandi infrastrutture che queste stesse istituzioni finanziano.
Il governo del Regno Unito sta cercando di introdurre l’offsetting nel proprio quadro normativo. I suoi proponenti stanno interferendo nei processi legislativi, compromettendo l’iter decisionale democratico e indebolendo le voci delle comunità.
Notre Dame des Landes, Francia: il progetto di aeroporto che dovrebbe sorgere in un’area di oltre 1000 ettari di zona umida, dove l’attività agricola ha permesso di mantenere il paesaggio tradizionale e la biodiversità. L’offsetting è stato richiesto dalla normativa francese, ma l’azienda Biotope ha definito una nuova metodologia basata sulle “funzioni” dell’ecosistema e non sugli ettari di territorio, proponendo che il costruttore, l’azienda Vinci, provvedesse all’offsetting di soli 600 ettari. Da 40 anni l’opposizione degli abitanti ha permesso di bloccare il progetto e ha messo in discussione lo schema di offsetting. La Commissione europea sta intervenendo.
Strategia europea 2020 sulla biodiversità: l’Ue sta considerando di dotarsi di una legislazione sull’offsetting, che includa la creazione di una “banca degli habitat” per consentire l’offsetting di specie e habitat naturali all’interno dei confini europei. Lo scopo è quello di annullare la “perdita netta” (no net loss) della biodiversità, obiettivo assolutamente diverso da quello precedentemente perseguito di garantire “nessuna perdita” (no loss).
La Banca mondiale ha finanziato il mega progetto di estrazione mineraria di nichel e cobalto Weda Bay in Indonesia. Operatore del progetto è l’azienda mineraria francese Eramet (http://wedabaynickel.com/), parte del programma “business e biodiversità” (BBOP – Business and Biodiversity Offsets Program: http://www.business-biodiversity.eu/default.asp?Menue=133&News=43). Il progetto è in attesa di ricevere altri finanziamenti dalla Banca mondiale, dalla Banca asiatica di sviluppo, dalla Banca giapponese per la cooperazione internazionale (JPIC), dalle francesi Coface e Agenzia di sviluppo (AFD) proprio per il programma di offsetting. Gli impatti sulle persone e sul territorio sono enormi e il progetto è contestato dalle comunità indonesiane e da organizzazioni della società civile internazionale.
È chiaro che ci troviamo di fronte a un giro di boa fondamentale nella folle corsa che sta sistematizzando il paradigma della finanziarizzazione globale della natura, all’interno del noto orizzonte sviluppista-speculativo e della retorica mistificante che si appella alla sostenibilità e alla salvaguardia, alla partecipazione e all’equità. Un paradigma dalle profonde implicazioni, queste sì, davvero eversive dell’ordine naturale del creato.

(Fonte: http://www.democraziakmzero.org/2013/11/08/natura-bond/)

Commenti disabilitati

Storie di gatti, storia di Recina, basta vivisezione, Italia saccheggiata, cristianesimo cattivo, Costanzo Preve olocausto e NWO…

Il Giornaletto di Saul del 24 novembre 2013 – Storie di gatti, storia di Recina, basta vivisezione, Italia saccheggiata, cristianesimo cattivo, Costanzo Preve olocausto e NWO…

Care, cari,

I miei gatti – Da quando mi sono re-iscritto a facebook ho notato che gran parte dei post e delle foto pubblicate dagli amici riguardano i gatti. Anche Caterina spesso e volentieri inserisce immagini delle sue gatte, commentandole con vari aneddoti di vita. Beh, non voglio essere da meno e mi inserisco nella scia per narrare brevemente la storia del mio rapporto con i gatti. Debbo confessarvi che non sempre amai i gatti, per via di una esperienza che vissi da bambino piccolissimo. Avevo si e no un anno e mezzo, anzi sicuramente di meno (poiché mia sorella Maria che ha quasi due anni meno di me non era ancora nata) allorquando feci il mio primo incontro con un gatto: il Gatto Mammone. E voi direte “ma come puoi ricordare qualcosa così lontana nel tempo?” Beh, debbo confessarvi che…” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/11/storie-di-gatti-anzi-storia-dei-miei.html

Calendario sui gatti – Scrive Patrizia: “Ciao Paolo, sono Patrizia presidente di una piccola Associazione felina genovese…. Sono tempi duri a trovare belle foto di gatti per il ns calendario, se hai piacere di collaborare con noi, se hai foto fatte esclusivamente con una digitale e se hai piacere inviamele come mail. Puoi trovare una pagina su fb dell’Associazione, che si chiama “Fronte dei gatti liberi”. Se invece per quest’anno hai piacere di avere un calendarietto, sarei lieta di spedirtelo”

Mia rispostina: “Delle foto pubblicate nell’articolo soprastante quella su Rapito e l’altra sulla gatta Bianca sono originali”

Se “cristianesimo” nuoce al Cristianesimo – Scrive Franco Libero Manco: “Processo postumo contro San Paolo e Sant’Agostino. Quando la Chiesa cattolica era cristiana solo di nome. Ovvero. Il difficile compito di papa Francesco di riscattare un passato compromesso…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2013/06/se-cristianesimo-nuoce-al-cristianesimo.html

Arrestato turco dissidente – Scrive Paolo Babini: “Bahar Kimiyongur è stato arrestato per l’ennesima volta il 22 novembre a Bergamo. Ogni volta che esce dal Belgio per denunciare i crimini dello Stato turco e la sua politica antipopolare e guerrafondaia non sa se riuscirà a tornare a casa dai sui compagni e dalla sua famiglia: negli anni scorsi è già stato arrestato in Spagna e in Olanda.”

Recina. La storia antica di Villa Potenza – Scrive Franco Stobbart: “In passato la rete stradale era ampliata e integrata da fiumi navigabili lungo i quali transitava gran parte del commercio. Il fiume Potenza, nella Regione Marche, il cui nome latino era Flosis. Nel suo cammino sono molti i paesi che il fiume incontra e tanti di questi sono interessanti dal punto di vista culturale, artistico e architettonico. Nella pianura fra Recanati e Macerata in prossimità della zona dove oggi sorge la frazione di Villa Potenza, verso il III sec. a.C., in una vantaggiosa posizione, ampiezza e fertilità di territorio, sulla sponda sinistra del Potenza, ebbe origine l’abitato di Recina…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/11/helvia-recina-la-madre-di-macerata.html

Roma. Cibo spazzatura – Scrive AVA: “28 novembre 2013 presso la sede AVA in piazza Asti 5/a, alle ore 17,30, conferenza di Alessandra D’andrea: Come districarsi tra il cibo spazzatura per evitare dannose intossicazioni. Info. 06-7022863”

Emilia. Progetti di tutela ambientale – Scrive Caterina: “Venerdì sera, 22 novembre 2013, sono stata ad una conferenza dell’architetto Mazzoni del Coordinamento Regionale per la difesa dei fiumi dell’Emilia Romagna. Era stata organizzata dall’Associazione del Presidio Paesistico Partecipativo del Medio Panaro e si trattava della prima manifestazione indetta da questo gruppo che si propone la tutela e la salvaguardia del maggior corso d’acqua modenese…” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2013/11/emilia-romagna-da-difendere-presidio.html

Integrazione di Caterina: “Maria Miani all’uscita dall’incontro si chiedeva e mi chiedeva come si fa dopo 30 anni ad essere così appassionati in questa opera di controllo, attenzione e denuncia. L’architetto ci ha mostrato e descritto infatti alcune denunce fatte a tutti gli enti ed organi preposti al controllo della situazione delle acque, normalmente rimasti inascoltati. L’amore per l’oggetto di questa attenzione e l’esperienza che fa si che si colgano aspetti particolari che normalmente sfuggono o non vengano considerati dalle persone comuni, portando ad una specie di “deformazione professionale” per cui non si può evitare di notare e sottolineare le cose che non vanno. Ecco io vorrei avere quella deformazione professionale nel mio lavoro. Bell’esempio!”

Feltre. Chiamata a raccolto – Scrive Teodoro Margarita: “24 novembre, Coltivare condividendo “Chiama a raccolto” a Feltre, tutta la giornata. A noi, salvatori di semi, rispondere con i nostri apporti più fecondi e naturali. Tutti a Feltre, nel Bellunese, per questa magnifica iniziativa. Info. thermidore@yahoo.com”

Contro la vivisezione – Scrive Riccardo Oliva: “Per il Ministero della Salute è più importante seguire alla lettera le pressioni della casta farmaceutica, che ha evidenti interessi a discapito della nostra salute, piuttosto che informare l’opinione pubblica, sempre più contraria alla vivisezione. L’attacco politico che lanciamo, pienamente in linea con il Partito Animalista Europeo che in queste ore ha diffidato l’attuale Ministro Lorenzin…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2013/11/ricerca-alternativa-alla-vivisezione-e.html

Como. Pro Siria – Scrive Silvia Moroni: “23 novembre 2013 alle ore 19: l’ass. Rose di Damasco darà vita, in Via Borgovico 35 a Como, a una serata di lettura di poesie e testimonianze siriane accompagnate da immagini, con melodie del Vicino Oriente. Info. ass.exlibris@gmail.com”

Saccheggio dell’Italia in corso – Lo storico ed economista Giulio Sapelli, editorialista del quotidiano Il Messaggero, analizza i piani abbozzati del governo Letta e gli auspici di intellettuali liberisti alla Giavazzi sulle privatizzazioni. E a proposito di Eni, Cdp Reti e Avio Spazio dice che la Legge di stabilità di Letta e Saccomanni. – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2013/11/le-privatizzazioni-di-letta-saccomanni.html

Spendere per risparmiare – Scrive Bruno: “C’è la crisi e bisogna tagliare la spesa. Serve una rigorosa spending review. E come si fa a tagliare la spesa pubblica? Enrico Letta ha assunto Carlo Cottarelli, il quale avrà il compito di ridimensionare le uscite dello Stato che vanta un debito che ha sfondato quota 2000 miliardi di euro. Il “tagliatore” costerà alle casse italiane la bellezza di 800mila euro in 3 anni. Letta ha infatti assunto il super manager con un contratto di 3 anni, blindati: anche in caso di caduta del governo. Del resto anche Cottarelli tiene famiglia e ha dovuto lasciare una comoda poltrona al Fondo Monetario Internazionale  “Per dare una mano al suo Paese”….”

Vegetariani e foto – Scrive Marco: “Salve sono un fotografo. Sono vegetariano da un anno e vi scrivo per chiedervi delle info. Sono in una fase di ricerca per un progetto fotografico artistico di ritratti a persone vegane/vegetariane da tutta Italia ma che lo siano da più di 30 anni minimo. Il vostro Paolo D’Arpini sarebbero un esempio di quello che sto cercando quindi volevo sapere se potevo avere un vostro contatto e se eravate interessati alla cosa…”

Mia rispotina: “Un aiuto ad un giovane fotografo vegetariano non si nega mai… vorrei solo sapere nel dettaglio cosa vorresti fare e cosa comporta per me…”

Dipartita. Costanzo Preve è andato avanti… – Nato a Valenza (Alessandria) il 14 aprile 1943 è morto, all’età di settant’anni, questa mattina (23 novembre 2013) a Torino. Costanzo Preve, è stato uno dei massimi conoscitori del pensiero di Karl Marx e dell’intera tradizione marxista, a cui ha recato un contributo critico notevole attraverso una mole imponente di scritti… Particolarmente importanti -secondo me- furono due battaglie portate avanti dal filosofo, la prima contro l’asservimento della politica alla grande finanza bancaria e l’altro a favore della libertà di ricerca storica inerentemente gli avvenimenti dell’Olocausto, ovvero la persecuzione nazista contro gli ebrei. Ma per questo Costanzo Preve veniva addirittura accusato di “cripto-nazismo” e di “antisemitismo” – Continua:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/11/23/in-memoria-di-costanzo-preve-ed-il-nesso-fra-olocausto-e-nwo/

La verità però alla fine viene sempre a galla… statene certi! Ciao, Paolo/Saul

……………………………..

Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“A life lived thoughtfully, in full awareness, is by itself Nisarga Yoga ( Natuiral Yoga). Living in spontaneous awareness, consciousness of effortless living, being fully interested in one’s life, all this is implied. There are so many who take the dawn for the noon, a momentary experience for full realization and destroy even the little gain by excess of pride. Humility and silence are essential for a sadhaka, however advanced. Only a fully ripened jnani can allow himself complete spontaneity. The inner fruit must ripen. Until then the discipline, the living in awareness, must go on. Gradually the practice becomes more and more subtle, until it become altogether formless” (Nisargadatta Maharaj)

Commenti disabilitati

In memoria di Costanzo Preve … ed il nesso fra olocausto e NWO

Costanzo Preve è andato avanti… Nato a Valenza (Alessandria) il 14 aprile 1943 è morto, all’età di settant’anni, questa mattina (23 novembre 2013) a Torino. Costanzo Preve, è stato uno dei massimi conoscitori del pensiero di Karl Marx e dell’intera tradizione marxista, a cui ha recato un contributo critico notevole attraverso una mole imponente di scritti…

Particolarmente importanti -secondo me- furono due battaglie portate avanti dal filosofo, la prima contro l’asservimento della politica alla grande finanza bancaria e l’altro a favore della libertà di ricerca storica inerentemente gli avvenimenti dell’Olocausto, ovvero la persecuzione nazista contro gli ebrei. Ma per questo Costanzo Preve veniva addirittura accusato di “cripto-nazismo” e di “antisemitismo”.

Scrive Fernando Rossi: “A troppe persone, anche tra i miei amici politici, sfugge l’importanza del lavoro fatto da Preve per leggere la società di oggi, per ridefinire una filosofia della storia, per superare la gabbia della classe mettendo le basi COMUNITARISTE per la liberazione dalla oppressione della grande finanza…”

Riporto qui di seguito un articolo di Preve da noi pubblicato nel 2009 nel blog Altra Calcata… altro mondo

Paolo D’Arpini

………………………

“Il nesso tra olocausto e dominazione USA dell’Europa” di Costanzo Preve

«Ed il punto essenziale sta in ciò, che la religione olocaustica sancisce l’asservimento dell’Europa agli USA. Non è neppure così difficile capirlo. Hitler è morto nel 1945, il nazismo non ha alcuna possibilità di ritornare, ma la Germania (chiave geopolitica dell’Europa) deve restare inchiodata per i secoli dei secoli alla colpa originaria.

Persino l’allievo sciocco e politicamente corretto dei suoi ben migliori maestri francofortesi Jürgen Habermas è costretto a sostenere che la Germania, essendo colpevole del crimine unico e incomparabile di Auschwitz, non potrà avere mai più un “patriottismo” nazionale, ma soltanto un “patriottismo della costituzione”, e cioè una totale mancanza di legittimo patriottismo nazionale. E perché, di grazia, in un’ottica di razionalismo universalistico di matrice illuministica, l’Inghilterra, l’Olanda e Israele possono essere “patriottiche” e la Germania no? Perché c’è stato Hitler dal 1933 al 1945? Ma tutti i paesi, nessuno escluso, hanno avuto personaggi criminali nella loro storia (persino i socialdemocratici scandinavi hanno schiavizzato la gente per un millennio nel loro periodo vichingo-normanno-variago).
E allora? Forse che le giovani generazioni nate dopo devono esservi inchiodate?

Certo. Devono esservi inchiodate. E devono esservi inchiodate perché la nuova religione imperiale USA deve poter giustificare il mantenimento delle basi militari in Europa e la trasformazione della NATO da alleanza difensiva europea a mercenariato militare occidentalistico globalizzato (Afghanistan, eccetera) press’a poco con questo ragionamento: “Voi Europei siete come bambini incoscienti che vi fareste male da soli, se noi vi lasciassimo fare a modo vostro. Avete fatto la mattanza della prima guerra mondiale, avete permesso che la diarchia Hitler-Stalin vi dominasse, ed avete soprattutto permesso Auschwitz, incomparabile con qualsiasi altro evento (Hiroshima è stato uno spiacevole mezzo per salvare le vite dei nostri ragazzi). E allora meritate di essere occupati in sæcula sæculorum. Se poi qualcuno vi dice che lo facciamo per ragioni geopolitiche, sappiate che si tratta di un fanatico antiamericano e certamente anche antisemita».

Tratto da: “Eurasia. Rivista di studi geopolitici” anno VI, numero 2, maggio-agosto 2009, pp. 176-177.

Commenti disabilitati