Archivio di febbraio 2013

Gerusalemme/Roma – Lotta per il dominio del mondo – La maledizione di Paparatzy…. e la vendetta dei fratelli maggiori

Da diversi giorni paparatzy ha annunciato le sue dimissioni da pontefice massimo, salvo ripensamenti. Egli resterà in secondo piano, nascosto nel vaticano, per lavorare tranquillamente dietro le quinte. Il nuovo papa sarà uno dei suoi cardinali, tra quelli eletti lo scorso anno e che fanno la maggioranza dei conclavisti.

Da secoli un papa non si dimetteva ed alcuni analisti vaticanisti fanno un paragone fra paparatzy e Celestino V che fu il primo Papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio e il sesto ad abdicare (il 13 dicembre 1294) con queste motivazioni: «Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe [di questa plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.»

Celestino era considerato un santo che sempre rifuggì dalla pompa vaticana mentre il suo emulo, paparatzy, si prefigge di stabilirsi definitivamente in vaticano “celato al mondo” dice lui o “celato nel mondo”….

Sta di fatto che gli esoteristi d’accatto e gli indovini da bancariella hanno preso lo spunto delle sue dimissioni per vedere in esse un segnale di imminente fine dei tempi, questo riprendendo anche le previsioni sull’ultimo papa “nero” (che verrà) ed esaminando una serie di eventi ravvicinati che preoccupa la gente comune. Infatti qualcuno si chiede cosa stia accadendo realmente. Per alcuni le dimissioni del papa sono forse l’inizio di eventi pesanti che presto dovrà subire tutta l’umanità.

In questi giorni su internet viaggiano le ipotesi più variegate, da quelle fantapolitiche a quelle riflessive. Tra queste ne ho scelte alcune che mi sembrano più realistiche.

Scrive Ennio La Malfa: “Fermo restando che non credo minimamente alle scuse sulle dimissioni del Papa legate alla stanchezza fisica e alla vecchiaia (tutti papi sono arrivati ad età venerande e non per questo si sono dimessi), optiamo invece per altre motivazioni.

La prima ipotesi dice che sta per scoppiare uno scandalo epocale sul Vaticano a causa della pedofilia dei sacerdoti di cui il Papa ne sarebbe in parte complice avendo cercato di coprirla con ogni mezzo.

La seconda, che per alcuni “illuminati” sarebbe la più reale, è che il Papa lo scorso anno è stato informato, da particolari “personaggi”, su un evento catastrofico che tra breve colpirà la Terra (forse il vero Terzo Segreto di Fatima) e che per fronteggiarlo e poi gestirlo serve un papa con un coraggio particolare e dotato di un forte ascendente verso i fedeli e il Mondo intero.”

C’è poi una terza ipotesi (da me formulata), quella economica, ovvero la lotta all’ultimo sangue per scardinare il potere finanziario vaticano condotta dai “fratelli maggiori” (gli stessi che controllano la finanza mondiale e tutte le banche centrali del mondo). L’unico potentato autonomo è rimasto quello dello IOR vaticano, che gestisce buona parte di traffici illeciti e riciclaggio di denaro sporco, ed inoltre il vaticano è il maggior detentore mondiale di ricchezze in immobili e nasconde una quantità abnorme di oro e metalli preziosi sia nei sotterranei vaticani che in tutte le chiese del mondo. Una ricchezza che secondo i “fratelli maggiori” deve cambiar padrone, utilizzando la consolidata tattica del “divide et impera”…

Il che significa che il vaticano sotto ricatto si frantumerà e le sue ricchezze passeranno di mano (nella rapaci mani di chi sappiamo). Una volta effettuata la rapina e screditato il potere di convincimento delle masse della chiesa cattolica, che ancora ha un certo peso, il dominio del mondo sarà cosa fatta….

Da non dimenticare però il vecchio proverbio: “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”… Staremo a vedere

Paolo D’Arpini
Libero cercatore spirituale laico

……………………

Intervento di Antonio Pantano. (Anche in riferimento all’articolo: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/02/16/messaggio-per-joseph-ratzinger-ricevuto-dai-piani-celesti-da-giorgio-bongiovanni-lo-stigmatizzato-di-santelpidio-a-mare-si-parla-di-ior-e-di-altri-affari-vaticani/)

“Caro Paolo D’Arpini,
le “Bongiovanni idee” sullo IOR sono “dettaglio” sulla entità del potere globalista della organizzazione plurisecolare che domina il mondo, con “succursali nazionali” in ogni stato indipendente.
Cosa vuoi che siano 10-15 miliardi di euro “filtrati” nel modesto portamonete dello IOR, in confronto alla massa monetaria che la ditta vaticana gestisce nel mondo, col pretesto di “evangelizzare” e d i recar conforto ai diseredati dei 5 continenti, mantenuti, frattanto, nel loro stato di depressa povertà?
Certamente la ditta vaticana “sovrintende” almeno alla metà del potenziale finanziario che fluttua nel mondo, condividendo la restante metà con i vecchi usurai anche ebrei e protestanti, oggi affiancati dagli islamici petrolieri e dagli ortodossi-cristiani gasisti, in sinergìa con i monopolisti delle “comunicazioni e del divertimento” (organizzati all’ombra di ogni ditta “religiosa” inclusa la “veteromarxista cinese o nord-coreana”)!
Il Ratzinger, sopraffatto dal “vigore” degli usurai (che si sbarazzarono 35 anni fa’ di Luciani papa), ha “dovuto passare la mano” non per debolezza, ma “per eleganza intellettuale”.
Un po’ di “elasticità mentale ma concreta” indurrebbe il solerte Bongiovanni a guardar lontano, non alle miserie estorte dalla mafietta nostrana, che è propaggine di piccoli traffici di droga artificiale, mentre la vera droga è quella diffusa anche da noi mediante i vecchi papponi che gestiscono in esclusiva (su “mandato dei sifilitici speculatori nelle borse mondiali”)il potere sopratutto burocratico in Italyland, ove incombe smaccatamente la “ditta vaticana” con prime pagine quotidiane in stampa-tv-radio-spettacoli-tempo libero-lavoro, illudendo nella “speranza e rassegnazione” Uomini che non meritano tanto disprezzo.
Antonio Pantano”

…………….

Commento “religioso” di Luigi Caroli:

CASTITA’, POVERTA’ e OBBEDIENZA
sono i tre voti per entrare a far parte dei
MEMORES DOMINI, il ristretto gruppo
voluto da Don Giussani.
La “crème” di C.L.
Leggiamo con sorpresa (ma molti già
sapevano la verità) che “CELESTE” ha:
- corrotto (senza saperlo)
- strapagato (a mezzo di incassi in nero)
la “FIDANZATA EMANUELLE”
- pasteggiato (senza pagare) da CLAUDIO
SADLER, uno dei migliori ristoranti
italiani
- bevuto champagne a fiumi.
Il cameriere Roberto una volta esclamò:
“MA CHE FA?”
Il collega Attilio rispose: “SCOLA”.
A saldare i conti provvedeva LIMES -
società di “mutuo” soccorso – del
sig. DACCO’ che succhiava avidamente
il latte della mucca “SANITA’ LOMBARDA”,
la “migliore” a causa della grandezza delle
mammelle.
Messo sotto inchiesta da C.L. CELESTE
si è giustificato: “Sui primi due voti ho
tentennato ma ho obbedito”.
- A chi?
- A MAMMONA
- Hai forse vissuto in povertà?
- Quella l’ho riservata a un terzo abbondante
degli italiani e ai TRE MILIONI CHE NON
STANNO IN COMPAGNIA DELLE OPERE
(sono disoccupati – n.d.a.).
Luigi Caroli
CELESTIADI
1) Ha galleggiato sul petrolio iracheno
2) E’ scivolato sulla buccia di patatina
3) E’ affondato nelle acque di
COSTA SMERALDA per “mutuo”
soccorso a un compagno di letto
(Perego).
RIMPIANTO
- MA SE DUE ANNI FA SI FOSSE
RIDIMENSIONATO DIVENTANDO
CELESTINO?
- LO AVREBBERO BEATIFICATO!”

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Finmeccanica, le sue armi e le sue debolezze…

In principio era il gruppo Iri. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1948 viene creata la finanziaria Finmeccanica, che diventa una delle sub-holding di un conglomerato sempre più articolato. Essa deve concentrarsi sul settore meccanico e viene comunque utilizzata dalla capogruppo come un deposito di rottami, una struttura nella quale cioè collocare delle aziende che erano a suo tempo fortemente cresciute con la guerra e che, con lo scoppio della pace, non avevano più un mercato; trovano posto all’interno della compagine anche altre imprese in difficoltà, con produzioni più pacifiche.

Passano decenni in continue opere di ristrutturazione, di chiusura di alcune aziende, di acquisizione o cessione di altre, con l’assillo di una situazione finanziaria spesso difficile. Il gruppo è alla costante ricerca di un assetto che riesca a stabilizzare le cose e a fargli ottenere risultati di mercato, economici e finanziari in qualche modo tranquillizzanti.
Un passaggio importante è la parziale privatizzazione. Durante l’ondata di entusiasmo per la scoperta del libero mercato che si manifesta anche da noi verso la fine degli anni ottanta-primi anni novanta – a sinistra ancora più che a destra – Finmeccanica viene parzialmente privatizzata nel 1993, con lo stato che mantiene comunque il 30% circa del capitale; contemporaneamente le sue azioni vengono quotate in borsa.
Arriva il 2001, sotto la gestione Guarguaglini, e si trova una soluzione produttiva che sembra efficace: concentrarsi sul business delle armi, approfittando del fatto che l’organizzazione, a partire dallo stesso capo, è piena di generali, ammiragli e colonnelli in qualche modo esperti del mestiere e che in casa sono disponibili delle tecnologie militari di un certo interesse. La trovata per un po’ sembra funzionare e il gruppo riesce apparentemente a trovare per qualche anno un suo equilibrio di mercato, organizzativo ed economico-finanziario. Un equilibrio non molto positivo socialmente e molto precario strategicamente, come testimoniano le vicende degli ultimi due anni.

Così, mentre nel periodo 2002-2003 il settore civile rappresentava circa un terzo del fatturato complessivo, già due anni dopo si era scesi a meno di un quarto. Con la scelta bellica la società diventa la più grande impresa manifatturiera nazionale dopo la Fiat e il livello delle sue spese per la ricerca e sviluppo supera quello del gruppo torinese. Essa è inoltre la prima realtà italiana operante nel settore delle tecnologie avanzate.
Segue a notevole distanza la STMicroelectronics, il cui controllo azionario è però ceduto nel 1987 per metà ai francesi, con un accordo complesso. Incidentalmente, bisogna a questo proposito ricordare che la proprietà del pacchetto azionario italiano di STMicroelectronics, la realtà industriale più rilevante presente in Europa nell’elettronica, era passato nel 1989 per le mani della stessa Finmeccanica, che se n’è però sbarazzata in due tranche, nel 2004 e nel 2009, proprio per avere le risorse necessarie per perseguire gli sforzi bellici. Una scelta molto miope.

La società opera oggi nei settori degli elicotteri, dell’elettronica per la difesa, dei velivoli civili e militari – questi i suoi business prioritari –, oltre che nel campo delle infrastrutture spaziali e dei sistemi di difesa. Un posto marginale rivestono i comparti del trasporto e dell’energia. Questi due ultimi business mal si conciliano con quello militare e il gruppo dirigente prima li trascura e poi, negli ultimi tempi, pensa di sbarazzarsene, anche se si tratta di due attività che potrebbero essere molto utili per una riconversione della nostra economia e della stessa Finmeccanica.

L’azienda procede con una forte spinta verso l’internazionalizzazione; essa diventa presto il secondo gruppo militare in Gran Bretagna, in particolare attraverso operazioni di acquisizione effettuate fino al 2005, mentre anche negli Stati Uniti, con l’acquisto nel 2008 della Drs Technologies, assume un ruolo di un certo rilievo. Peraltro la società Usa verrà pagata troppo, come l’Antonveneta da parte di Monte Paschi, e i risultati si manifesteranno come molto poco brillanti in ambedue i casi.
Finmeccanica fa la scelta “anglosassone” e concentra i suoi sforzi di collaborazione nel settore dell’aereonautica civile con la statunitense Boeing, rifiutando l’opzione europea. Così oggi l’Italia è l’unico paese del continente che non collabora al progetto EADS-Airbus, mentre anche l’Alitalia, fino ad un certo punto, ha acquistato soltanto aerei statunitensi.

Vengono raggiunti in ogni caso ambiziosi traguardi in termini di mercato, economici e finanziari. Così, mentre ancora nel 2001 il fatturato di gruppo era pari a 6,8 miliardi di euro, esso diventa di 12,5 miliardi nel 2006, cresce poi a 18,2 nel 2009 e a 18,7 nel 2010, moltiplicandosi per tre nel corso di otto anni. Il gruppo, secondo le statistiche internazionali al riguardo, diventa presto il settimo o l’ottavo del mondo nel suo settore in termini di dimensioni. L’azienda non registrerà mai grandi profitti, ma comunque i risultati economici migliorano anch’essi e da perdite quasi strutturali si passa a un miliardo di euro circa di utili nel 2006, mentre nel 2009 siamo ancora a 718 milioni di utili.

Nel 2010 la macchina comincia a incepparsi e alcuni nodi vengono al pettine. Le novità negative sono due e si manifestano in maniera netta a partire dal 2011, vero annus horribilis per il gruppo.
La prima novità riguarda un peggioramento netto e improvviso del mercato di riferimento. Proprio nel momento in cui l’azienda avrebbe potuto raccogliere i risultati dei grandi sforzi compiuti in termini di investimenti e di organizzazione, scoppia la crisi del 2007-2008. I principali paesi occidentali, preoccupati dall’entità dei debiti fatti anche per salvare le banche, cominciano a ridimensionare i loro budget in generale e quelli militari in specifico; persino gli Stati Uniti intervengono su tali spese; l’azienda non ha una strategia di ricambio, essendosi tagliata quasi tutti i ponti alle sue spalle.

Una via di uscita da tale situazione poteva apparire quella di concentrare gli sforzi commerciali verso i paesi emergenti, paesi nei quali, a partire dalla Cina e dall’India, i bilanci militari sono da parecchio tempo in forte crescita, ma il risultato maggiore appare, almeno per il momento, quello di una catena di scandali per il gruppo, scandali che riguardano in un modo o nell’altro, l’India, il Brasile, Panama, la Libia.

La seconda novità è che, contemporaneamente, si registrano gravi problemi interni al gruppo. Si scopre che probabilmente l’azienda non solo paga tangenti in diversi paesi per ottenere commesse, ma che essa distribuisce generosamente prebende agli stessi gruppi dirigenti e a vari faccendieri, nonché ai partiti politici, in particolare ad alcuni di essi.
Certo, il settore appare strutturalmente caratterizzato da alti livelli di corruzione e di reati finanziari, ma la nostra azienda sembra averci messo molto del suo. In ogni caso, il gruppo dirigente viene progressivamente decimato dagli avvenimenti, che sembrano toccare anche parenti ed amici dei capi, mentre molti magistrati, in Italia e all’estero, sono ora al lavoro per cercare di fare un po’ di chiarezza. Come al solito, le acque si smuovono da noi soltanto per l’intervento della magistratura.

I risultati economici cambiano rapidamente di segno e anche il valore di borsa dell’impresa precipita. Il fatturato per il 2011 diminuisce e si registra una perdita economica di 2,3 miliardi di euro, mentre il debito, vera maledizione del gruppo nel corso dei decenni, comincia ad aumentare e il portafoglio ordini si assottiglia ancora più rapidamente del fatturato. Il valore del titolo in borsa raggiunge in questi giorni forse poco più del 10% di quello di qualche anno fa, mentre comincia a calare anche l’occupazione e si preannunciano dolorose ristrutturazioni. I dati per il 2012 non sono ancora disponibili ma si suppone che non riusciranno a stabilizzare la situazione; non si osa pensare quale essa potrà essere nel 2013.

In questo percorso, il gruppo Finmeccanica non poteva non farsi complice, attraverso le sue controllate di settore, della famigerata vicenda degli F-35, nella quale l’Italia ha molto da perdere finanziariamente e molto poco da guadagnare in investimenti e posti di lavoro.

Il caso dello scandalo Finmeccanica, risvegliatosi soltanto poche ore dopo quello di Eni-Saipem, che fa peraltro seguito a quelli di Monte Paschi, Banca Popolare di Milano, Fonsai-Ligresti, Ilva, per citarne soltanto alcuni tra i più importanti, indica che alla base delle difficoltà del nostro sistema di grandi imprese non c’è soltanto una crisi di strategie, di risorse finanziarie, di politica industriale mancata da parte dei governi, di scarso sostegno da parte del sistema bancario, ma anche un grande problema di tenuta morale. Del resto, tout se tient. Per questo la crisi appare veramente grave e uscirne estremamente difficile.

Si apre ora una partita complicata. Per quanto riguarda Finmeccanica bisogna ricostruire un gruppo dirigente adeguato al compito e che punti nel tempo a una riconversione in senso civile delle sue produzioni, concentrando ad esempio i suoi sforzi verso il settore dell’aereonautica civile e delle attività spaziali, e forse anche ripristinando l’interesse verso i trascurati settori dell’energia e dei trasporti, in alcuni comparti dei quali le prospettive di mercato sembrano interessanti.
Un altro grave problema per il nuovo governo.

Vincenzo Comito

Fonte: Sbilanciamoci

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Vincenzo Comito è autore dell’unico volume di analisi critica di Finmeccanica: Lo scandalo Finmeccanica, edizioni dell’asino
www.peacelink.it

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Potere globale e banca centrale mondiale… – Unica soluzione: raccogliere le margherite nei prati e sfogliarle per sapere se m’ama o non m’ama

The Economic Collapse

Un’organizzazione internazionale immensamente potente, di cui la maggior parte delle persone non ha mai nemmeno sentito parlare, controlla segretamente l’offerta di moneta del mondo intero. Si chiama Banca dei Regolamenti Internazionali, ed è la banca centrale delle banche centrali. Si trova a Basilea, in Svizzera, ma ha filiali anche a Hong Kong e Città del Messico. Si tratta essenzialmente di una banca centrale non eletta, indipendente e che ha la totale franchigia dalle imposte e dalle leggi nazionali. Anche Wikipedia ammette che ” non risponde a nessun singolo governo nazionale.“
La Banca dei Regolamenti Internazionali è stata utilizzata per riciclare denaro per i nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma in questi giorni lo scopo principale della BRI è quello di guidare e dirigere il sistema finanziario globale destinato ad essere unificato. Oggi, 58 banche centrali globali appartengono alla BRI, e influiscono sul modo in cui l’economia degli Stati Uniti (o qualsiasi altra economia) si svolgerà nel corso del prossimo anno molto più di un qualsiasi politico.
Ogni due mesi, i banchieri centrali del mondo si riuniscono a Basilea per un “Convegno di Economia Mondiale”. Le decisioni che vengono prese durante questi incontri interessano ogni uomo, donna e bambino sul pianeta, eppure nessuno di noi ha voce in capitolo su quello che succede. La Banca dei Regolamenti Internazionali è un’organizzazione fondata dall’élite globale, opera a vantaggio delle élite globali ed è destinata ad essere uno dei cardini principali del nascente sistema economico mondiale. E’ imperativo che le persone vengano informate su ciò che è questa organizzazione e dove ha intenzione di portare l’economia globale.

Purtroppo, solo pochissime persone sanno veramente cos’è la Banca dei Regolamenti Internazionali, e ancora meno persone sono a conoscenza delle riunioni di economia globale che si svolgono a Basilea su base bimestrale.
Questi incontri di economia globale sono stati discussi in un recente articolo del Wall Street Journal …
Ogni due mesi, più di una dozzina di banchieri si incontrano qui la domenica sera, per parlare e cenare al 18° piano di un edificio cilindrico che si affaccia sul Reno.
Le discussioni durante la cena sul denaro e sull’economia, sono più che accademiche. Al tavolo ci sono i capi delle maggiori banche centrali del mondo, che rappresentano i paesi che producono ogni anno più di 51.000 miliardi di dollari di prodotto interno lordo, i tre quarti della produzione economica mondiale.

L’articolo prosegue descrivendo la stanza nella quale avvengono questi incontri di economia globale. Sembra uscita fuori da un romanzo …
Mr. King della Banca d’Inghilterra conduce le discussioni durante la cena in una sala decorata dallo studio svizzero di architettura Herzog & de Meuron, che ha progettato lo stadio a “Nido d’Uccello” per le Olimpiadi di Pechino. Gli uomini hanno posti riservati ad una tavola rotonda in una sala profumata di orchidee bianche e incorniciata da pareti bianche, soffitto nero e vista panoramica.
I banchieri centrali che si riuniscono per questi convegni non sono lì solo per socializzare. Nessun membro del personale è ammesso a questi incontri, che si svolgono in un clima di assoluta segretezza …
Argomenti seri si alternano a stuzzichini, vino e chiacchiere, secondo le persone che hanno familiarità con queste cene. Mr. King chiede di solito ai suoi colleghi di parlare delle prospettive nei rispettivi paesi. Altri fanno domande supplementari. Le riunioni non producono trascrizioni o verbali. Nessun membro del personale è ammesso.
Dunque il destino dell’economia mondiale è determinato da banchieri centrali non eletti in incontri segreti di cui nessuno ha mai sentito parlare?
Questo certamente non sembra molto “democratico”.
Ma questa è la direzione verso la quale la “governance globale” ci sta portando. L’élite crede che le “grandi decisioni” sono di gran lunga troppo importanti per essere lasciate “al popolo”, e così la maggior parte delle “istituzioni internazionali” che sono state fondate dall’élite funzionano indipendentemente dal processo democratico.
Purtroppo, la verità è che tutto questo è stato progettato da moltissimo tempo.
In un recente articolo dal titolo “Chi governa il mondo? La prova consistente che un gruppo ristretto di ricchi elitari tira le fila“, ho inserito una citazione del professore di storia della Georgetown University Carroll Quigley, tratta da un libro completato nel 1966 e che parlava dei grandi progetti che l’élite aveva per la Banca dei Regolamenti Internazionali …
l poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata, di creare nientemeno che un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l’economia del mondo nel suo complesso. Questo sistema doveva essere controllato in un regime feudale dalle banche centrali del mondo che agivano di concerto, tramite accordi segreti concordati in frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private.
A quel tempo, la Banca dei Regolamenti Internazionali iniziava appena a giocare un ruolo importante negli affari mondiali. Ma nel corso degli anni, la BRI è diventata sempre più importante. Il seguente è un estratto da un articolo di Ellen Brown …
Per molti anni la BRI ha mantenuto un profilo molto basso, operando dietro le quinte di un hotel abbandonato. Era qui che si prendevano decisioni per svalutare o difendere valute, fissare il prezzo dell’oro, regolare il sistema bancario offshore, e aumentare o abbassare i tassi di interesse a breve termine. Nel 1977, tuttavia, la BRI ha dato il suo anonimato in cambio di una sede più efficiente. Il nuovo edificio è stato descritto come “un grattacielo circolare di 18 piani con una lunga storia, che si erge sopra la città medievale come un reattore nucleare fuori luogo.” Presto divenne noto come la “Torre di Basilea.” Oggi la BRI è indipendente dai governi, non paga le tasse, e ha una sua forza di polizia privata. E’, come previsto da Mayer Rothschild, al di sopra della legge.
Sì, sicuramente ha una notevole somiglianza con la Torre di Babele, come potete vedere dalla foto in questo articolo. Ancora una volta l’élite globale sta cercando di unire l’umanità sotto un unico sistema, e questa non è certamente una buona cosa.
Ma molti di questi elitisti sono del tutto convinti che “la governance globale” è ciò di cui l’umanità ha un disperato bisogno. Hanno detto anche pubblicamente cosa hanno intenzione di fare, ma la maggior parte delle persone non ascolta.
Ad esempio, quello che segue è un estratto da un discorso che l’ex presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha tenuto al Council on Foreign Relations di New York …
Nel settore della cooperazione tra le banche centrali, il forum principale è il Global Economy Meeting (GEM), che si tiene presso la sede della BRI a Basilea. Nel corso degli ultimi anni, questo forum ha ospitato 31 governatori come membri permanenti, più un certo numero di altri governatori presenti a rotazione. Il GEM, al quale partecipano a pieno titolo tutti i governatori delle banche centrali delle economie emergenti, è diventato il gruppo più importante per la governance globale, tra le banche centrali.
Il discorso si intitolava “Governance Globale Oggi”, e si può trovare la trascrizione completa qui. Ma la maggior parte delle persone non ha mai sentito dire che esiste una cosa come il “Global Economy Meeting” anche perché i media mainstream discutono raramente questo genere di cose. Sono troppo occupati a concentrarsi sullo scandalo dell’ultima celebrità o sugli ultimi scontri felini tra repubblicani e democratici.
Se andate sul sito ufficiale della BRI, gli scopi dell’organizzazione sembrano abbastanza innocenti e piuttosto noiosi …
La missione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) è quella di servire le banche centrali nella loro ricerca di stabilità monetaria e finanziaria, per favorire la cooperazione internazionale in tali aree e di agire come una banca delle banche centrali.
A grandi linee, la BRI persegue la sua missione:
promuovendo il dibattito e facilitando la collaborazione tra le banche centrali;
sostenendo il dialogo con altre autorità che sono responsabili di promuovere la stabilità finanziaria;
effettuando ricerche su questioni politiche incontrando le banche centrali e le autorità di vigilanza finanziaria;
agendo come controparte privilegiata per le banche centrali nelle loro transazioni finanziarie, e
come agente o fiduciario nelle operazioni finanziarie internazionali.
La sede centrale è a Basilea, in Svizzera e ci sono due uffici di rappresentanza: nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese e a Città del Messico.
Ma quando si inizia a guardare nei dettagli, le cose si fanno molto più interessanti.
Quindi, esattamente, come fa la BRI a raggiungere “la stabilità monetaria e finanziaria”? Un articolo pubblicato su investorsinsight.com ha descritto come questo si realizza …
Questo si realizza attraverso il controllo delle valute. Attualmente essa detiene il 7% dei fondi di cambio disponibili a livello mondiale, la cui unità di conto è stata convertita nel marzo del 2003 da franco oro svizzero a Diritti Speciali di Prelievo (DSP), una “moneta” fiat artificiale, con un valore basato su un paniere di valute (44% dollaro USA, 34% euro, 11% yen giapponese, 11% sterlina).
La banca controlla anche una grande quantità di oro, che mette da parte e presta dandogli grande leva sul prezzo del metallo e sul potere di mercato che ha, essendo l’oro ancora l’unica moneta universale. Le riserve auree della BRI sono state elencate nel suo rapporto annuale 2005 (il più recente) pari a 712 tonnellate. Come questo si scompone in depositi delle banche affiliate e scorta personale della BRI non si sa.
Controllando i cambi di valuta esteri, nonché l’oro, la BRI può fare molto per determinare le condizioni economiche in un dato paese. Ricordatevelo la prossima volta che Ben Bernanke o il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet annunceranno un rialzo dei tassi di interesse. Potete scommetterci che non è successo senza il concorso del Consiglio della BRI.
Negli ultimi anni, è diventato sempre più evidente chi ha davvero potere sulla nostra economia.
Quando parla Barack Obama, i mercati di solito si muovono molto poco.
Quando parla Ben Bernanke, i mercati spesso rispondono con oscillazioni selvagge.
Un recente articolo della CNBC intitolato “Banche Centrali: come stanno governando il mondo finanziario” spiega in dettaglio l’enorme impatto che le banche centrali hanno avuto sul sistema finanziario globale nel corso del 2012 …
In tutto, altre 13 banche centrali nel mondo hanno seguito l’esempio della Fed e hanno fissato i tassi di interesse pari o vicino allo zero, nel tentativo di tenere aperti i rubinetti della liquidità e sostenere le loro economie in difficoltà. Quelle 14 economie rappresentano l’incredibile valore di 65.000 miliardi di dollari in azioni combinate e capitalizzazioni di mercato delle obbligazioni, secondo la Bank of America Merrill Lynch.
Più tardi in questo stesso articolo, l’autore ha discusso le enormi quantità di denaro che le banche centrali mondiali stavano creando dal nulla …
“Quando si tiene conto di tutte le banche centrali del mondo, si arriva ad oltre 9.000 miliardi di dollari,” ha affermato Marc Doss, responsabile regionale degli investimenti per la Banca Privata Wells Fargo. “E’ come creare la seconda più grande economia del mondo dal nulla.”
In effetti, quella delle banche centrali è diventata un’economia a sé stante, un impero di molti miliardi di dollari che massaggia e manipola i mercati, che rispondono alla minima notizia sui comitati politici delle rispettive entità.
Allora, chi controlla il denaro?
Lo fanno le banche centrali di tutto il mondo.
E chi controlla le banche centrali?
Lo fa la Banca dei Regolamenti Internazionali.
Se non ci piace quello che sta facendo la Banca dei Regolamenti Internazionali, possiamo fare qualcosa al riguardo?
No. La Banca dei Regolamenti Internazionali è al di sopra della legge …
Forse ci sentiremmo meglio nei confronti della BRI se fosse più trasparente, ma la maggior parte delle cose che la riguardano, comprese le riunioni bimestrali dei membri e le riunioni del consiglio, sono avvolte nel mistero. E forse ancora più preoccupante è il fatto che la BRI è libera da qualsiasi controllo. Grazie ai diritti concessi ai sensi del suo accordo con il Consiglio Federale Svizzero, tutti gli archivi della banca, documenti e “qualsiasi trasmissione dei dati” sono “inviolabili in ogni momento e in ogni luogo.”
Inoltre, i funzionari e i dipendenti della BRI “godono dell’immunità dalla giurisdizione penale e amministrativa, tranne nel caso in cui tale immunità venga formalmente rifiutata… anche dopo che queste persone hanno cessato di essere funzionari della Banca.” Infine, nessuna pretesa nei confronti della BRI o dei suoi depositi può essere avanzata “senza il previo consenso della Banca.”
In altre parole, possono fare quello che vogliono, senza conseguenze. Coma mai questo scudo legale a prova di perdite?
Se la BRI vuole “intervenire” nei mercati finanziari, lo fa e basta.
Se la BRI vuole salvare grandi banche o persino intere nazioni, lo fa e basta.
La BRI mi ricorda questa vecchia barzelletta …
D: Dove si siede un gorilla di 800 libbre?
R: Dovunque vuole.
Allora, che succederà con la Banca dei regolamenti internazionali?
Bene, molti hanno ipotizzato che l’obiettivo finale è quello di avere una moneta unica globale, che sarà gestita da un’unica banca centrale globale. La BRI sta già usando i Diritti Speciali di Prelievo (DSP), che sono considerati un precursore della futura moneta globale. La BRI ha svolto un ruolo importante nell’adozione dell’euro, e una maggiore integrazione monetaria avverrà quasi certamente negli anni a venire …
Ma alla fine, il modo in cui vi sentite rispetto alla BRI può dipendere dal modo in cui vi sentite rispetto ad una sola valuta mondiale. La banca ha avuto un ruolo di primo piano nella promozione dell’adozione dell’euro come moneta comune europea. Corrono voci che il suo prossimo progetto sia quello di convincere gli Stati Uniti, il Canada e il Messico a passare ad una moneta regionale unica, che forse si chiamerà “Amero”, ed è logico supporre che l’obiettivo finale della banca sia una moneta unica mondiale. Questo semplificherebbe le transazioni e rafforzerebbe davvero il controllo della banca sull’economia planetaria.
Ma se gli Stati Uniti dovessero mai rinunciare al dollaro statunitense, sarebbe un duro colpo per la nostra sovranità nazionale.
Quando qualcun altro controlla i vostri soldi, non importa più di tanto chi fa le leggi.
Purtroppo, l’élite globale sembra assolutamente ossessionata dall’idea di una valuta globale, un sistema economico mondiale e un governo mondiale.
Nessuna di queste cosa accadrà quest’anno, ma ci stiamo muovendo in questa direzione. Ad ogni nuova crisi, le soluzioni che ci verranno data implicheranno sempre maggiore centralizzazione e più globalizzazione.
Cosa ne pensate di tutto questo?

Tradotto e pubblicato da Anna Moffa
I lupi di Einstein – http://www.vocidallastrada.com/2013/02/chi-controlla-il-denaro.html

Fonte secondaria: Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/
- Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

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Stato… Mafia… trattative in corso – Narrazione di Giorgio Bongiovanni

Trattativa Stato-mafia: un pool sotto assedio

Partiamo dall’attualità. Nelle consuete relazioni dei presidenti delle Corti d’Appello all’apertura dell’anno giudiziario sono fioccati diretti riferimenti alla discesa in politica di ex pubblici ministeri. “Noi magistrati dobbiamo capire che è arrivato il momento di modificare molti dei nostri atteggiamenti – ha esordito il presidente della Corte d’appello di Palermo Vincenzo Olivieri. – La comunità nazionale e internazionale ci scruta, stigmatizzando l’enfasi mediatica che viene data a certi provvedimenti, la sovraesposizione e i protagonismi di alcuni costantemente presenti in talk show televisivi dove disquisiscono di processi in corso”.

Lo stesso Oliveri si è prodigato a ringraziare il Presidente della Repubblica “per avere difeso con fermezza l’indipendenza della magistratura quando questa è stata oggetto di accuse ingenerose e di aggressioni talvolta anche volgari” e soprattutto “per averci allontanato dal precipizio verso il quale marciavamo”. Il presidente della Corte di appello di Palermo ha quindi rimarcato l’impegno “a non sentirci investiti da missioni improprie” in quanto il magistrato non può considerarsi “chiamato a colpire il malcostume politico che non si traduca in condotte penalmente rilevanti. La sola missione da assolvere è quella di applicare e fare rispettare la legge”.

Più duro e sferzante il presidente della Corte di Appello di Roma Giorgio Santacroce: “Non mi piacciono – ha affermato – i magistrati che non si accontentano di far bene il loro lavoro, ma si propongono di redimere il mondo. Quei magistrati, pochissimi per fortuna, che sono convinti che la spada della giustizia sia sempre senza fodero, pronta a colpire o a raddrizzare le schiene. Dicono di essere impegnati ad applicare solo la legge senza guardare in faccia nessuno, ma intanto parlano molto di sé e del loro operato anche fuori dalle aule giudiziarie, esponendosi mediaticamente, senza rendersi conto che per dimostrare quell’imparzialità che è la sola nostra divisa, non bastano frasi ad effetto, intrise di una retorica all’acqua di rose.

Certe debolezze non rendono affatto il magistrato più umano”. Il riferimento ad Antonio Ingroia e alla sua decisione di scendere in politica a capo del movimento “Rivoluzione Civile” è stato del tutto evidente e forzato.

Peccato che in nessun intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario si sia sentito parlare della gravità assoluta di non aver approvato prima delle elezioni la proposta di modifica fatta dal ministro della giustizia, Paola Severino, sul ripristino del reato che incrimina l’accordo elettorale politico-mafioso, il 416-ter. Di fatto oggi la formulazione di quell’articolo del codice penale sanziona penalmente solo l’ipotesi – nella pratica assai rara – in cui il patto politico elettorale mafioso si concretizzi con il versamento di denaro alle cosche in cambio del loro appoggio. Sarebbe stato invece necessario punire espressamente l’ipotesi – molto più ricorrente – del patto consapevole che il candidato stipula con il mafioso e consistente nella promessa di rendere successivamente all’elezione favori di qualunque genere all’organizzazione mafiosa come contropartita al sostegno elettorale ricevuto.

Quello che giorno dopo giorno si appalesa sempre di più in tutta la sua virulenza è una vera e propria paura “fisica” del lavoro condotto in magistratura dallo stesso Ingroia che continua oggi attraverso il pool formato da Nino Di Matteo, Lia Sava, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Se da un lato gli attacchi contro Ingroia si moltiplicano sotto le forme più svariate e in maniera del tutto tangibile, dall’altra parte il tentativo di mettere all’angolo il pool che investiga sulla trattativa si fa sempre più subdolo e insidioso. A nostro giudizio l’assenza di Nino Di Matteo all’apertura dell’anno giudiziario ha rappresentato una chiara risposta all’ipocrisia e all’arroganza di certe affermazioni – provenienti maggiormente dagli ambienti stessi della magistratura – finalizzate a delegittimare il lavoro di quei magistrati che conducono le inchieste più delicate su mafia e politica. E se anche l’avvocato generale della Corte di appello di Palermo, Ignazio De Francisci, nel suo intervento all’apertura dell’anno giudiziario ha ribadito pieno sostegno al pool che investiga sulla trattativa Stato-mafia tutt’attorno resta un vero e proprio senso di isolamento.

Che non nasce certo oggi, ma che affonda le sue radici in un passato recente della nostra storia. Basta solamente citare alcuni tra i più recenti episodi legati alla procura di Palermo per rendersi conto che l’obiettivo è sempre stato quello di indebolire chi ha osato applicare con potenti e mafiosi il principio sacrosanto della legge uguale per tutti. L’apice di questo attacco al pool di Palermo si è toccato il 16 luglio 2012 quando il presidente della Repubblica ha firmato il decreto con cui ha affidato all’Avvocatura dello Stato l’incarico di sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Le telefonate intercettate tra il consigliere del presidente per gli Affari giuridici Loris D’Ambrosio e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino all’interno dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia hanno sortito l’effetto di “apripista”.

Di fatto durante l’attività d’intercettazione si sono verificate alcune telefonate fra Mancino e Napolitano che sono diventate materia incandescente sulla quale è intervenuta successivamente la Corte Costituzionale con una sentenza in favore del Quirinale a dir poco “politica”. Ed è stata proprio questa specifica definizione utilizzata dallo stesso Ingroia a sollevare ulteriormente l’alzata di scudi anche dall’interno della procura di Palermo. “Le opinioni del dottor Ingroia sono opinioni del dottor Ingroia – ha sottolineato il procuratore Francesco Messineo –, io non qualifico le sentenze, sono atti di giustizia e come tali vanno accolte e rispettate ed eseguite, ovviamente nel momento in cui se ne conosce per intero il contenuto”. Dello stesso avviso il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, secondo il quale “attribuire a una decisione del massimo organo di garanzia costituzionale un significato politico è assolutamente impossibile e del tutto fuori luogo”.

Segnali inequivocabili di una presa di posizione che ha assunto contorni ancora più netti il 2 agosto 2012. Quel giorno il Procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani ha aperto un fascicolo preliminare per verificare se Nino Di Matteo avesse violato il principio della riservatezza delle indagini e se il procuratore Messineo avesse o meno autorizzato il suo sostituto a rilasciare interviste. Il caso disciplinare ruotava attorno a un’intervista del 22 giugno scorso rilasciata da Di Matteo a Repubblica subito dopo che la vicenda Mancino-Quirinale era finita sui giornali. Ma quell’intervista non conteneva alcuna rivelazione di segreto di ufficio, era stato il settimanale Panorama, con un’anticipazione alle agenzie, a rivelare che in mano alla Procura di Palermo c’erano anche conversazioni telefoniche tra l’ex ministro e Napolitano.

Dal canto suo il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, aveva sottolineato la necessità di “uscire dalla psicosi degli attacchi” per “entrare in quella del servizio al cittadino che si aspetta risposte di giustizia puntuali”. Per Vietti il magistrato doveva assicurare anche al di fuori delle sue funzioni “l’imparzialità’ su cui si fonda la percezione del cittadino della sua indipendenza”. Affermazioni decisamente sibilline quanto lampanti.

Alla luce dei fatti è sempre più lapalissiano che l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia ha ormai oltrepassato quel senso di “timore” che ha provocato fin dalla sua nascita nei palazzi del potere fino a trasformarsi in una vera e propria “paura” viscerale nei confronti della quale i principali protagonisti di quei patti scellerati intendono contrapporre ogni mezzo per abbatterla. Il sistema criminale che vuole mantenere lo status quo nel nostro Paese e che si appresta a ristabilire rinnovati accordi in vista dell’insediamento del nuovo Governo sa di dover mettere all’angolo – con ogni mezzo – quei magistrati che rappresentano un ostacolo alla prosecuzione della trattativa.

Siano essi in servizio o, a maggior ragione, siano essi in procinto di entrare nell’agone politico. I rischi sono alti e non c’è tempo da perdere.

La società civile ha il dovere di non far calare l’attenzione su queste vicende facendo sentire il proprio sostegno a chi sta lavorando per liberare il nostro Paese dal ricatto politico-mafioso; facendo sentire la propria presenza attraverso l’arma più potente che appartiene ad ogni civiltà evoluta: il voto.

Giorgio Bongiovanni

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Messaggio per Joseph Ratzinger ricevuto dai piani celesti da Giorgio Bongiovanni, lo stigmatizzato di Sant’Elpidio a Mare – Si parla di IOR e di altri affari vaticani…

Ante Scriptum:

Già nel giugno del 2012 Giorgio Bongiovanni aveva ricevuto e divulgato il messaggio “Il Papa si dimetta” che riproponiamo di seguito.
Un abbraccio

Maria Josè

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Notizia di Cronaca:

«Le forze e l’età avanzata non più adatte al ministero»
L’ipotesi di lasciare in un libro-intervista del 2010

«Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Con queste parole papa Benedetto XVI annuncia che lascerà il pontificato dal prossimo 28 febbraio. Lo fa personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.
Joseph Ratzinger, 86 anni il prossimo 16 aprile, era stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II.

11 Febbraio 2013 – Il Corriere della Sera

Notizie correlate:

- Il papa malato? Le ipotesi sulla salute di Ratzinger dietro le dimissioni
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/11/papa-malato-salute-di-ratzinger-dietro-scelta-delle-dimissioni/495471/

- Il Papa si dimette: lascerà dal 28 febbraio. “Sento il peso dell’incarico”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/11/il-papa-si-dimette-lascera-dal-28-febbraio-sento-il-peso-dell-incarico/495322/

DAL CIELO ALLA TERRA

Giorgio Bongiovanni aveva ricevuto e diffuso a suo tempo il messaggio “Il Papa si dimetta”, in seguito alla notizia emersa di alcuni conti cifrati compromettenti dello Ior, la banca del Vaticano. Riproponiamo il messaggio citato insieme agli articoli collegati allo stesso.

La Redazione
11 Febbraio 2013

COMUNICAZIONE URGENTE.
DOPO LA DIFFUSIONE DELLE ULTIME NOTIZIE, QUI ALLEGATE, È INEVITABILE LA DIFFUSIONE DI QUESTA EPISTOLA.

MESSAGGIO PER SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
CITTÀ DEL VATICANO

IL PAPA SI DIMETTA

SAREBBE UN ATTO SAGGIO E POTREBBE DARE SPERANZA AD UN RINNOVAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA.
LE DIMISSIONI DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI, CON UMILTÀ E RECITANDO IL MEA CULPA SAREBBERO AUSPICABILI E OPPORTUNE.
IL PAPA TEOLOGO DOPO LE SUE ARROGANTI DICHIARAZIONI CONTRO LA STAMPA PURTROPPO INIZIA A MANIFESTARE LA VECCHIA E MAI TRAMONTATA METODOLOGIA DITTATORIALE DELLA SANTA INQUISIZIONE.
JOSEPH RATZINGER DOVREBBE SCACCIARE I MERCANTI DAL TEMPIO, I LADRONI, I MAFIOSI E CHIARIRE ALMENO LE ULTIME FOSCHE E NEFASTE VICENDE DEL SUO GOVERNO, INVECE RISPONDE CON ARROGANZA E SUPPONENZA.
SI DIMETTA, SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI, E DIA UN SEGNO CRISTICO ALLA COMUNITÀ CATTOLICA DEL PIANETA. NOMINI UN SUCCESSORE TEMPORANEO PRIMA DEL CONCLAVE, UN MISSIONARIO TEOLOGO CHE VIVE IL CRISTO TUTTI I GIORNI CON I POVERI, I MISERABILI, GLI ULTIMI DEL MONDO, OPPURE UN MISSIONARIO SACERDOTE TEOLOGO CHE LOTTA TUTTI I GIORNI CONTRO LA MAFIA, NE AVETE PARECCHI IN ITALIA E ALL’ESTERO NELLA COMUNITÀ CRISTIANA CATTOLICA, SPESSO IGNORATI DALLE GERARCHIE VATICANE.
SAREBBERO I PIÙ INDICATI QUESTI VERI SACERDOTI DI CRISTO, PER FARE PULIZIA ALL’INTERNO DELLE SUE STANZE, SANTITÀ BENEDETTO XVI, E SOPRATTUTTO ALL’INTERNO DELLE STANZE DOVE LO STERCO DI SATANA CERCA IN TUTTI I MODI CON IL SUO ODORE PUZZOLENTE DI INFANGARE IL CORPO MISTICO DI CRISTO. LE STANZE DELLO IOR, LA BANCA DEL VATICANO.
NELL’ATTESA DELLA SECONDA E GLORIOSA VENUTA DI CRISTO NOSTRO SIGNORE, PREGHEREMO PER LEI, SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI.
IN CRISTO, NOSTRO SIGNORE.
PACE!
DAL CIELO ALLA TERRA
Palermo (Italia)
22 giugno 2012
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato

DAL CIELO ALLA TERRA

DA SCRUPOLOSI SONDAGGI: I NOMI DEI CONTI CIFRATI DELLO IOR

DOPO LA LETTURA DEL SEGUENTE COMUNICATO, SE AVETE IL CORAGGIO, CHIEDETEVI QUALI SONO E DOVE SONO LE DIMORE DELL’ANTICRISTO!

5 MILIARDI DI EURO NEI DEPOSITI DELLA BANCA DEL VATICANO: LO IOR.
MIGLIAIA DI CONTI CORRENTI LEGITTIMI DI PRETI, SUORE, VESCOVI E CARDINALI.
IL PAPA NON HA CONTO CORRENTE PERSONALE, MA È IL CAPO ASSOLUTO DELLA BANCA CHE HA UN SUO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE.
I CONTI CIFRATI (SENZA NOME) SONO CENTINAIA E APPARTENGONO A CITTADINI ITALIANI E STRANIERI ANONIMI CHE IL VATICANO SI RIFIUTA DI RIVELARE ALLE AUTORITÀ COMPETENTI ITALIANE. IN REALTÀ SI TRATTA DI EVASORI FISCALI, CRIMINALI MAFIOSI (PROVENZANO, RIINA ED ALTRI APPARTENENTI ALLE 4 ORGANIZZAZIONI CRIMINALI ITALIANE), TERRORISTI INTERNAZIONALI, MASSONI, POLITICI CORROTTI, BANCHIERI, INDUSTRIALI, FUNZIONARI DI STATO DI ALTISSIMO LIVELLO. ALTI VERTICI MILITARI, SERVIZI DI INTELLIGENCE ANCHE DI POTENZE STRANIERE.
QUINDI IL COINVOLGIMENTO DI PERSONAGGI LEGATI AL VATICANO E CHE POSSIEDONO CONTI CORRENTI MILIARDARI IN EURO NELLO IOR SAREBBE DEVASTANTE PER IL SISTEMA MONDIALE POLITICO E FINANZIARIO DI ALCUNE SUPER POTENZE CHE FANNO PARTE DEL PONTE DI COMANDO DI COLORO CHE CONTROLLANO IL PIANETA TERRA. PER QUESTO MOTIVO E SOLO PER QUESTO IL PROF. GOTTI TEDESCHI TEME DI ESSERE UCCISO QUALORA RIVELASSE IL SEGRETO DEI SEGRETI.
LO IOR HA RICICLATO MILIARDI DI EURO APPARTENENTI A COSA NOSTRA IN QUESTI ANNI E UNA SENTENZA DI UNA CORTE GIUDIZIARIA ITALIANA LO HA CONFERMATO. (Tratto dalle pagg. 3-4 della sentenza della prima Corte di Assise d’appello di Roma emessa il 7 maggio 2010 – Presidente Guido Catenacci / Consigliere estensore Piero De Crescenzo. Cosa nostra, nelle sue varie articolazioni, impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio. Il fatto nuovo, rispetto alle acquisizioni di primo grado, consiste nella assunzione del dato per cui tali operazioni avvenivano quanto meno anche ad opera di Vito CIANCIMINO, oltre che di Giuseppe CALÒ).
DA NOSTRI SONDAGGI ABBIAMO AVUTO NOTIZIA CERTA CHE VI È ALL’INTERNO DEL VATICANO UNA SANGUINOSA BATTAGLIA PER LA CONQUISTA DEL POTERE TRA VARIE CORRENTI ANTICRISTICHE E LA STESSA SI CONCLUDERÀ CON LA MORTE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI. QUESTO TRAGICO EVENTO PORTERÀ AL POTERE UNA CORRENTE POTENTISSIMA CHE TENTERÀ CON OGNI MEZZO DI CONQUISTARE LA CHIESA CATTOLICA E SOTTOMETTERLA DEFINITIVAMENTE ALLE FORZE DEL MALE, MA IL CRISTO FONDATORE DELLA CHIESA STESSA CON I SUOI UMILI MESSAGGERI TERRENI E I SUOI ANGELI CELESTI LO IMPEDIRÀ CON I SEGNI POTENTISSIMI IN CIELO ED IN TERRA, CON IL SACRIFICIO DEI SUOI UMANI MESSAGGERI E DEFINITIVAMENTE CON LA SUA DISCESA DAL CIELO CON LA POTENZA DELLE LEGIONI DI ANGELI E LA GLORIA DI DIO PADRE. (Matteo cap. 24)
ABBIATE FEDE! E PREPARATEVI!
IL GIUDIZIO DI CRISTO È PROSSIMO ED IL REGNO DI DIO SARÀ INSTAURATO ANCHE SULLA TERRA
IL TEMPO È VENUTO!
PACE!
DAL CIELO ALLA TERRA
Palermo (Italia)
22 Giugno 2012. Ore 13:35
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato
Articoli correlati:

- Dai depositi cifrati dello Ior venne trasferito un miliardo per timore dell’antiriciclaggio
http://www.corriere.it/cronache/12_giugno_20/depositi-cifrati-ior-trasferito-milliardo-timore-antiriciclaggio-fiorenza-sarzanini_cad27680-baaf-11e1-9945-4e6ccb7afcb5.shtml

- Benedetto XVI parla di “menzogna sotto veste di informazione”, e pensa a cambiamenti tra i suoi collaboratori più stretti. In tempi brevi.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/12/vatileaks-ira-del-papa-contro-la.html

- E ai pm di milano le carte di Gotti sull’ospedale
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/21/ai-pm-di-milano-le-carte.html

- Gotti avverte: Per ora non parlo
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1GL3NK

- Monti in ginocchio da Ratzinger
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/monti-in-ginocchio-da-ratzinger/2184408

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Commento chiarificatore di Antonio Pantano:

Caro Paolo,
Le “Bongiovanni idee” sullo IOR sono “dettaglio” sulla entità del potere globalista della organizzazione plurisecolare che domina il mondo, con “succursali nazionali” in ogni stato indipendente.
Cosa vuoi che siano 10-15 miliardi di euro “filtrati” nel modesto portamonete dello IOR, in confronto alla massa monetaria che la ditta vaticana gestisce nel mondo, col pretesto di “evangelizzare” e d i recar conforto ai diseredati dei 5 continenti, mantenuti, frattanto, nel loro stato di depressa povertà?
Certamente la ditta vaticana “sovrintende” almeno alla metà del potenziale finanziario che fluttua nel mondo, condividendo la restante metà con i vecchi usurai anche ebrei e protestanti, oggi affiancati dagli islamici petrolieri e dagli ortodossi-cristiani gasisti, in sinergìa con i monopolisti delle “comunicazioni e del divertimento” (organizzati all’ombra di ogni ditta “religiosa” inclusa la “veteromarxista cinese o nord-coreana”)!
Il Ratzinger, sopraffatto dal “vigore” degli usurai (che si sbarazzarono 35 anni fa’ di Luciani papa), ha “dovuto passare la mano” non per debolezza, ma “per eleganza intellettuale”.
Un po’ di “elasticità mentale ma concreta” indurrebbe il solerte Bongiovanni a guardar lontano, non alle miserie estorte dalla mafietta nostrana, che è propaggine di piccoli traffici di droga artificiale, mentre la vera droga è quella diffusa anche da noi mediante i vecchi papponi che gestiscono in esclusiva (su “mandato dei sifilitici speculatori nelle borse mondiali”)il potere sopratutto burocratico in Italyland, ove incombe smaccatamente la “ditta vaticana” con prime pagine quotidiane in stampa-tv-radio-spettacoli-tempo libero-lavoro, illudendo nella “speranza e rassegnazione” Uomini che non meritano tanto disprezzo.
Antonio Pantano”

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