Archivio di gennaio 2013

Anthony Ceresa: “..la religione cattolica ed i mali causati dallo IOR vaticano…”

All’epoca del Politeismo c’erano meno guerre e più ordine nel mondo, per il fatto che più Dei, ognuno controllava il proprio settore intervenendo prontamente al sorgere di eventuali dispute terrene, ma col passare del tempo e lo sviluppo dell’innovazione, ci siamo imbattuti con il falso progresso dove grandi filosofi scoprirono che Dio era ed è uno solo, (un unico Dio) il quale non riesce a controllare da solo l’intero universo, favorendo l’astuzia dell’uomo il quale ha scoperto dove e come beneficiare dei propri interessi a danno degli altri, quando il Signore si distrae.

In fondo siamo tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio godendo e soffrendo dei medesimi atteggiamenti. Molti hanno avuto il sospetto di una forzatura del proprio pensiero ma non avevano i mezzi per intervenire e correggere una ideologia ormai diffusa.

Passarono molti anni e l’argomento si fece sempre più pressante sino ai nostri giorni, richiamando il pensiero di grandi uomini di azione. Hitler non era il solo a voler eliminare Roma per raggiungere la Pace nel mondo, ma non c’è riuscito a causa del fulmineo intervento Americano, che ha salvato il Vaticano perdendo di vista il Duce che intendevano salvare per gli alti meriti come Statista, in un periodo molto sofferto della Politica Italiana, minacciata dal pericolo Comunista, dallo strapotere della Chiesa e dagli abusi dei Gerarchi fascisti identici ai Politici attuali.

Un popolo immerso in una situazione Politica che rende quasi impossibile amministrare, incapace di eleggere i propri rappresentanti politici, probabilmente per il livello di disinformazione creato dalla moltitudine di Partiti, e la presenza della Chiesa intenta a difendere i personali interessi per costruire l’Impero Universale fondato sul Monoteismo Dottrinale e Amministrativo, generando non poca confusione fra le anime timorate di Dio.

Eventi scottanti duri a morire nella nostra lunga storia di continue sofferenze formulate su racconti Mitologici, Filosofici e Politici che si alternano secondo gli interessi del momento, frenando il vivo desiderio dell’uomo comune di tutti i tempi, di socializzare con l’intera umanità in modo coerente.

Man mano che trascorre il tempo, si fanno sempre più convincenti le accuse verso la pseudo Democrazia impastata con gli interessi personali dei candidati Politici, offuscati da interferenze Religiose, producendo come risultato un regime di Totalitarismo libertario di Gruppo, distruggendo la Nazione Governata da arrampicatori di poltrone, seminando disgusto verso l’Autorità e di conseguenza causando l’avanzare di una nuova Fede molto diversa e forse superiore che concorre per la conquista del mondo, ponendo seri problemi al Cattolicesimo.

“Il Profeta Maometto” i cui insegnamenti di umiltà, fratellanza e povertà al servizio del Signore, sono rimasti immutati nel tempo e progrediscono attraverso la ramificazione Islamica in ogni angolo del Pianeta, decisa a convertire tutti i Cristiani e ad eliminare “il Vaticano” in rappresaglia di un Occidente psicologicamente gravemente malato il quale semina continue sofferenze, con “Roma” Capitale della grande speculazione Mondiale, intenta a manovrare il grande business con scandali, crimini e guerre continue in nome di Dio.

Per questo motivo l’Italia impastata nello sviluppo del male, necessita di armamenti sofisticati, aerei da guerra, navi, missili, bombe atomiche, e tantissimi incoscienti disposti a premere il grilletto, per assecondare il lupo nel libero sbranare di esseri umani.

Partendo dal nostro Paese dove la cuccagna della Politica Italiana si fa sempre più devastante con tendenza ad inginocchiare l’intera Nazione, ricorrendo persino alla filosofia del Credo per convincere, spaventare i cascamorti che per paura vanno in Chiesa a battersi il petto e non appena usciti, proseguono indisturbati con azioni e pensieri nel fare del male ai propri simili, ai propri fratelli.

Il Sig. Monti coadiuvato dalla sua clicca di incoscienti, un evidente esempio di rappresentanza di Satana sulla terra, sorretti persino dal Vaticano per godere dei privilegi oltre misura, adoperandosi con infinite cattiverie per soddisfare i propri interessi contro il genere umano, fra i quali anche i suoi futuri discendenti.

Non intendo addentrarmi in ulteriori penose ricerche, limitandomi a trascrivere fatti già riportati ampiamente in Internet ad opera di illustri Giornalisti, i quali comprovano l’operato della Chiesa Cattolica come abituale responsabile di gravi illeciti, con super scandali che tendono a degenerare il Credo Cristiano.

Un quasi Impero prevalentemente Occidentale costruito in due mila anni di dominio sull’uomo, sorretto da Giornali e mezzi di comunicazione Cattolici, da folte rappresentanze Spirituali nel mondo, paragonabili ai 007 col compito di scrutare la psicologia umana, unitamente allo IOR (la Banca Vaticana nata nel 1887), unica religione ad avere una propria banca per maneggiare affari, speculazioni e investimenti, con profitti più o meno leciti in offesa all’umanità.

Molti scandali passati e recenti abilmente soffocati dall’informazione e dall’estremismo Cattolico, con il peccato originale incarnato nel sistema senza redenzione.

Da oltre vent’anni, quando si chiuse il processo per lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo IOR è rimasto come un buco nero in cui nessuno osa guardare. Per uscire dal crac che aveva rovinato decine di migliaia di famiglie, la banca Vaticana versò 406 milioni di dollari ai liquidatori. Meno di un quarto rispetto ai 1.159 milioni di dollari dovuti secondo l’allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Lo scandalo fu accompagnato da infinite leggende e da una scia di cadaveri eccellenti. Michele Sindona avvelenato nel carcere di Voghera, Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, il giudice istruttore Emilio Alessandrini ucciso dai colpi di Prima Linea, l’avvocato Giorgio Ambrosoli freddato da un killer della mafia venuto dall’America al portone di casa.

Senza contare il mistero più inquietante, la morte di Papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello IOR. Sull’improvvisa fine di Giovanni Paolo I si sono alimentate macabre dicerie, aiutate dalla reticenza vaticana. Non vi sarà autopsia per accertare il presunto e fulminante infarto e non sarà mai trovato il taccuino con gli appunti sullo IOR, che secondo molti testimoni il papa portò a letto l’ultima notte.

Era lo IOR di Paul Marcinkus, il figlio di un lavavetri Lituano, nato a Cicero (Chicago) a due strade dal quartier generale di Al Capone, protagonista di una delle più clamorose quanto inspiegabili carriere nella storia recente della chiesa. Alto e atletico, buon giocatore di baseball e golf, era stato l’uomo che aveva salvato Paolo VI dall’attentato nelle Filippine. Ma forse non basta a spiegare la simpatia di un intellettuale come Montini, autore della più avanzata enciclica della storia, la Populorum Progressio, per questo prete americano perennemente atteggiato da avventuriero di Wall Street, con le mazze da golf nella fuoriserie, il sigaro Avana incollato alle labbra, le stupende segreterie bionde e gli amici di poker della P2.

Con il successore di Papa Luciani, Marcinkus trova subito un’intesa. A Karol Wojtyla piace molto quel figlio di immigrati dell’Est che parla bene il polacco, odia i comunisti e sembra così sensibile alle lotte di Solidarnosc. Quando i magistrati di Milano spiccano mandato d’arresto nei confronti di Marcinkus, il Vaticano si chiude come una roccaforte per proteggerlo, rifiuta ogni collaborazione con la giustizia italiana, sbandiera i passaporti esteri e l’extraterritorialità. Ci vorranno altri dieci anni a Woytjla per decidersi a rimuovere uno dei principali responsabili del crac Ambrosiano dalla presidenza dello IOR. Ma senza mai spendere una parola di condanna e neppure di velata critica: Marcinkus era e rimane per le gerarchie cattoliche “una vittima”, anzi “un’ingenua vittima”.

Dal 1989, con l’arrivo alla presidenza di Angelo Caloia, un galantuomo della finanza bianca, amico e collaboratore di Gianni Bazoli, molte cose dentro lo IOR cambiano. Altre no. Il ruolo di bonificatore dello IOR affidato al laico Caloia è molto vantato dalle gerarchie Vaticane all’esterno quanto ostacolato all’interno, soprattutto nei primi anni. Come confida lo stesso Caloia al suo diarista, il giornalista cattolico Giancarlo Galli, autore di un libro fondamentale ma introvabile, Finanza bianca (Mondadori, 2003). “Il vero dominus dello IOR – scrive Galli – rimaneva monsignor Donato De Bonis, in rapporti con tutta la Roma che contava, politica e mondana. Francesco Cossiga lo chiamava Donatino, Giulio Andreotti lo teneva in massima considerazione. E poi aristocratici, finanzieri, artisti come Sofia Loren.

Questo spiegherebbe perché fra i conti si trovassero anche quelli di personaggi che poi dovevano confrontarsi con la giustizia. Bastava un cenno del monsignore per aprire un conto segreto”.

A volte monsignor De Bonis accompagnava di persona i correntisti con i contanti o l’oro nel caveau, attraverso una scala, in cima alla torre, “più vicino al cielo”. I contrasti fra il presidente Caloia e De Bonis, in teoria sottoposto, saranno frequenti e duri. Commenta Giancarlo Galli: “Un’aurea legge manageriale vuole che, in caso di conflitto fra un superiore e un inferiore, sia quest’ultimo a soccombere. Ma essendo lo IOR istituzione particolarissima, quando un laico entra in rotta di collisione con una tonaca non è più questione di gradi”.

La glasnost (trasparenza) finanziaria di Caloia procede in ogni caso a ritmi serrati, ma non impedisce che l’ombra dello IOR venga evocata in quasi tutti gli scandali degli ultimi vent’anni. Da Tangentopoli alle stragi del ‘93, alla scalata dei “furbetti” e perfino a Calciopoli. Ma come appare, così l’ombra si dilegua. Nessuno sa o vuole guardare oltre le mura impenetrabili della banca vaticana.

L’autunno del 1993 è la stagione più crudele di Tangentopoli. Subito dopo i suicidi veri o presunti di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini, la mattina del 4 ottobre arriva al presidente dello IOR una telefonata del procuratore capo del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli: “Caro professore, ci sono dei problemi, riguardanti lo IOR, i contatti con Enimont…”. Il fatto è che una parte considerevole della “madre di tutte le tangenti”, per la precisione 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, è transitata dallo IOR. Sul conto di un vecchio cliente, Luigi Bisignani, piduista, giornalista, collaboratore del gruppo Ferruzzi e faccendiere in proprio, in seguito condannato a 3 anni e 4 mesi per lo scandalo Enimont e di recente rispuntato nell’inchiesta “Why Not” di Luigi De Magistris. Dopo la telefonata di Borrelli, il presidente Caloia si precipita a consulto in Vaticano da monsignor Renato Dardozzi, fiduciario del segretario di Stato Agostino Casaroli. “Monsignor Dardozzi – racconterà a Galli lo stesso Caloia – col suo fiorito linguaggio disse che era nella merda e, per farmelo capire, ordinò una brandina da sistemare in Vaticano. Mi opposi, rispondendogli che avrei continuato ad alloggiare all’Hassler. Tuttavia accettai il suggerimento di consultare d’urgenza dei luminari di diritto. Una risposta a Borrelli bisognava pur darla!”. La risposta sarà di poche ma definitive righe: “Ogni eventuale testimonianza è sottoposta a una richiesta di rogatoria internazionale”.

I magistrati del pool valutano l’ipotesi della rogatoria. Lo IOR non ha sportelli in terra italiana, non emette assegni e, in quanto “ente fondante della Città del Vaticano”, è protetto dal Concordato: qualsiasi richiesta deve partire dal ministero degli Esteri. Le probabilità di ottenere la rogatoria in queste condizioni sono lo zero virgola sempre zero. In compenso l’effetto di una richiesta da parte dei giudici milanesi sarebbe devastante sull’opinione pubblica. Il pool si ritira in buon ordine e si accontenta della spiegazione ufficiale: “Lo IOR non poteva conoscere la destinazione del danaro”.

Il secondo episodio, ancora più cupo, risale alla metà degli anni Novanta, durante il processo per mafia a Marcello Dell’Utri. In video conferenza dagli Stati Uniti il pentito Francesco Marino Mannoia rivela che “Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano”. “Lo IOR garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione”. Fin qui Mannoia fornisce informazioni di prima mano. Da capo delle raffinerie di eroina di tutta la Sicilia occidentale, principale fonte di profitto delle cosche. Non può non sapere dove finiscono i capitali mafiosi.

Quindi va oltre, con un’ipotesi. “Quando il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano.

Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma”. Mannoia non è uno qualsiasi.

E’ secondo Giovanni Falcone “il più attendibile dei collaboratori di giustizia”, per alcuni versi più prezioso dello stesso Buscetta. Ogni sua affermazione ha trovato riscontri oggettivi. Soltanto su una non si è proceduto ad accertare i fatti, quella sullo IOR. I magistrati del caso Dell’Utri non indagano sulla pista IOR perché non riguarda Dell’Utri e il gruppo Berlusconi, ma passano le carte ai colleghi del processo Andreotti. Scarpinato e gli altri sono a conoscenza del precedente di Borrelli e non firmano la richiesta di rogatoria. Al palazzo di giustizia di Palermo qualcuno in alto osserva: “Non ci siamo fatti abbastanza nemici per metterci contro anche il Vaticano?”.

Sulle trame dello IOR cala un altro sipario di dieci anni, fino alla scalata dei “furbetti del quartierino”. Il 10 luglio dell’anno scorso il capo dei “furbetti”, Giampiero Fiorani, racconta in carcere ai magistrati: “Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due o tre miliardi di euro”. Al pm milanese Francesco Greco, Fiorani fa l’elenco dei versamenti in nero fatti alle casse Vaticane: “I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara (presidente dell’Apsa, l’amministrazione del patrimonio immobiliare della chiesa, ndr), quando ho comprato la Cassa Lombarda. M’ha chiesto trenta miliardi di lire, possibilmente su un conto estero”.

Altri seguiranno, a giudicare dalle lamentele dello stesso Fiorani nell’incontro con il cardinale Giovanni Battista Re, potente prefetto della congregazione dei vescovi e braccio destro di Ruini: “Uno che vi ha sempre dato i soldi, come io ve li ho sempre dati in contanti, e andava tutto bene, ma poi quando è in disgrazia non fate neanche una telefonata a sua moglie per sapere se sta bene o male”.
Il Vaticano molla presto Fiorani, ma in compenso difende Antonio Fazio fino al giorno prima delle dimissioni, quando ormai lo hanno abbandonato tutti. Avvenire e Osservatore Romano ripetono fino all’ultimo giorno di Fazio in Bankitalia la teoria del “complotto politico” contro il governatore. Del resto, la carriera di questo strano banchiere che alle riunioni dei governatori centrali non ha mai citato una volta Keynes ma almeno un centinaio di volte le encicliche, si spiega in buona parte con l’appoggio vaticano. In prima persona di Camillo Ruini, presidente della Cei, e poi di Giovanni Battista Re, amico intimo di Fazio, tanto da aver celebrato nel 2003 la messa per il venticinquesimo anniversario di matrimonio dell’ex governatore con Maria Cristina Rosati.

Naturalmente neppure i racconti di Fiorani aprono lo scrigno dei segreti dello IOR e dell’Apsa, i cui rapporti con le banche svizzere e i paradisi fiscali in giro per il mondo sono quantomeno singolari. E’ difficile per esempio spiegare con esigenze pastorali la decisione del Vaticano di scorporare le Isole Cayman dalla naturale diocesi giamaicana di Kingston, per proclamarle “missio sui iuris” alle dirette dipendenze della Santa Sede e affidarle al cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio dello IOR.

Il quarto e non ultimo episodio di coinvolgimento dello IOR negli scandali italiani è quasi comico rispetto ai precedenti e riguarda Calciopoli. Secondo i magistrati romani Palamara e Palaia, i fondi neri della Gea, la società di mediazione presieduta dal figlio di Moggi, sarebbero custoditi nella banca vaticana. Attraverso i buoni uffici di un altro dei banchieri di fiducia della Santa Sede dalla fedina penale non immacolata, Cesare Geronzi, padre dell’azionista di maggioranza della Gea. Nel caveau dello IOR sarebbe custodito anche il “tesoretto” personale di Luciano Moggi, stimato in 150 milioni di euro. Al solito, rogatorie e verifiche sono impossibili. Ma è certo che Moggi gode di grande considerazione in Vaticano. Difeso dalla stampa cattolica sempre, accolto nei pellegrinaggi a Lourdes dalla corte di Ruini, Moggi è da poco diventato titolare di una rubrica di “etica e sport” su Petrus, il quotidiano on-line vicino a papa Benedetto XVI, da dove l’ex dirigente juventino rinviato a giudizio ha subito cominciato a scagliare le prime pietre contro la corruzione (altrui).

Con l’immagine di Luciano Moggi maestro di morale cattolica si chiude l’ultima puntata dell’inchiesta sui soldi della Chiesa. I segreti dello IOR rimarranno custoditi forse per sempre nella torre-scrigno. L’epoca Marcinkus è archiviata ma l’opacità che circonda la banca della Santa Sede è ben lontana dallo sciogliersi in acque trasparenti. Si sa soltanto che le casse e il caveau dello IOR non sono mai state tanto pingui e i depositi continuano ad affluire, incoraggiati da interessi del 12 per cento annuo e perfino superiori. Fornire cifre precise è, come detto, impossibile. Le poche accertate sono queste. Con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo “stato più ricco del mondo”, come si leggeva nella bella inchiesta di Marina Marinetti su Panorama Economy. Secondo le stime della Fed del 2002, frutto dell’unica inchiesta di un’autorità internazionale sulla finanza vaticana e riferita soltanto agli interessi su suolo americano, la chiesa cattolica possedeva negli Stati Uniti 298 milioni di dollari in titoli, 195 milioni in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine, più joint venture con partner Usa per 273 milioni.

Nessuna autorità italiana ha mai avviato un’inchiesta per stabilire il peso economico del Vaticano nel paese che lo ospita. Un potere enorme, diretto e indiretto. Negli ultimi decenni il mondo cattolico ha espugnato la roccaforte tradizionale delle minoranze laiche e liberali italiane, la finanza. Dal tramonto di Enrico Cuccia, il vecchio azionista gran nemico di Sindona, di Calvi e dello IOR, la “finanza bianca” ha conquistato posizioni su posizioni.

La definizione è certo generica e comprende personaggi assai distanti tra loro. Ma tutti in relazione stretta con le gerarchie ecclesiastiche, con le associazioni cattoliche e con la prelatura dell’Opus Dei. In un’Italia dove la politica conta ormai meno della finanza, la chiesa cattolica ha più potere e influenza sulle banche di quanta ne avesse ai tempi della Democrazia Cristiana.

Dopo gli infiniti casi di pedofilia e perversione nella Chiesa, Suore messe incinte da Preti, Preti assassinati e tanto altro, si possono contare bombardamenti continui di illeciti compiuti dall’ipocrisia, falsità, speculazioni e corruzione come una virtù positiva della scuola politica Italiana con un preciso punto di partenza individuato nella fede Cattolica.

Nessun altro Credo a livello universale soffre di canagliate e ipocrisie come quelle riscontrate nel Cattolicesimo.

Il caso dell’Ospedale San Raffaele fu messo abilmente a tacere, considerando che l’autore del grande crac finanziario fu un prete dai comportamenti fondati sulla bella vita fra l’Italia e l’America Latina.

Un altro fra gli ultimi scandali di cui nessun Partito Politico Italiano intende indagare, per paura di rompersi le ossa, riguarda il più grande e sfacciato imbroglio della storia del nostro Paese e si compie in Lombardia per merito di Comunione e Liberazione, ultimamente destituito del Presidente e della Giunta per comportamenti illeciti e abusi continui di varia natura.

Dal 1972 al 1992 per decreto legge emesso dal Santo Giovanni Leone, considerato l’uomo degli scandali, poi obbligato a dimettersi, allora Presidente della DC (Democrazia Cristiana), dove tutti i lavoratori Italiani furono derubati di una tassa addizionale inizialmente programmata per la creazione di un Fondo GESCAL, che avrebbe permesso allo Stato Padrone di raccogliere miliardi con la scusante di fabbricare case popolari per i bisognosi.

Fu rafforzato l’Ente denominato IACP, nel quale furono incamerati una parte di questi soldi raccolti ed iniziarono a costruire case a costi superiori al valore di mercato per far fronte al supporto della continua corruzione Politica Italiana.

In quanto al resto dei soldi, la parte più consistente della torta, badate che si trattava di migliaia di miliardi, dei quali non si sa che fine abbiano fatto. Nel frattempo sono nati molti Politici ricconi. Pare che la DC o chi per essa disponesse di tanti Palazzi in Svizzera. Pare che il Moro non di Venezia ma quello di Roma, in poco tempo divenne miliardario, ma non riuscì a portarsi dietro la sua fortuna, eliminato ante tempo dalle Brigate Rosse.

Bisognerebbe chiedere alla DC, ai Sindacati e ai Governi ombra di allora, i quali avevano Governato il Paese per tanti anni, sempre protetti da un sipario Politico e Giuridico impenetrabile, dal quale nasce il pentolone senza fondo che diede origine al penoso debito pubblico in modo sempre più crescente.

Terminate le costruzioni nel 1975, lo IACP iniziò ad assegnare le case alle famiglie a condizioni di riscatto, in modo che l’Ente rientrasse nei soldi della costruzione attraverso i mutui Bancari.

Il colpo di scena, i documenti relativi al riscatto non sono mai arrivati, benché le varie proteste e ricorsi alle Autorità superiori. Nessuno risponde. La Legge del silenzio per non cascare nell’inganno. Intanto i Condomini pagavano le bollette mensili gonfiate, deprivati persino dei servizi fatturati e mai goduti, il tutto per mantenere una Piramide di corrotti e corruttori.

Nel 2001 lo IACP venne sostituito in gran segreto dall’ALER, cancellando ogni precedente accordo con gli inquilini e l’ALER subentra come dipendenza della Regione Amministrata da rappresentanti della Chiesa Cristiana, la quale con la forza si impadronisce delle case già pagate oltre dodici volte il valore originale, sottraendo sia i soldi iniziali versati dai lavoratori alla GESCAL, sia il pagamento versato dagli inquilini per oltre trenta sette anni, e le case diventano proprietà del Partito di Comunione e Liberazione.

L’ALER come dipendenza della Regione Lombardia, Amministrata da Comunione e Liberazione con lo zampino della Chiesa, minacciano di sfratto tutte le famiglie che non sottostanno alle pressioni e soprusi imposti dal sistema, con l’appoggio del Comune, dei Sindacati e dei Politici a libro paga.

Il caso non fu mai risolto nonostante i vari cambi di Governo. Uno scandalo di grandi proporzioni di cui non tutti sono informati e fu riportato all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, come uno dei tanti reati impuniti dello Stato Italiano e del Cattolicesimo, il quale logora l’immagine del Paese nel mondo, ed oggi giustamente la Nazione paga le conseguenze con una recessione che rivendica le ingiustizie di diversi anni di Sciacallaggio Politico.

Come finirà, è un interrogativo senza risposta. Chi vivrà vedrà, si dice che i mulini del signore macinano lenti e prima o poi colpiscono pesantemente.

I cittadini Italiani, un tempo professavano il Credo Cattolico come condotta esemplare del vivere in un mondo impostato sulla correttezza della Fede in Cristo, ma dai pochi esempi riportati con riferimento all’Italia, si può notare una Chiesa tendenzialmente diversa, che specula sulle famiglie portate alla disperazione, amministrata da gente profondamente malata di ipocrisie, falsità, speculazioni e corruzione, allontanando sempre più i fedeli, favorendo l’avanzata dell’Islamismo che mira ad abbattere la prepotenza Occidentale nel mondo, ad opera del Cristianesimo fondato sulla ricchezza materiale e non al servizio di Dio.

Anthony Ceresa

Commenti disabilitati

Vegetarismo e la filosofia del “mal comune mezzo gaudio..”

Franco Libero Manco

Quando si parla di alimentazione vegetariana con coloro che magari si affacciano per la prima volta (e spesso con spirito critico) al sistema vegetariano, spesso rimarcano il concetto che anche i vegetali, che noi invitiamo a consumare, sono inquinati, che non è possibile sottrarsi all’inquinamento e che tanto vale mangiare un di tutto.
E’ vero che oggi nulla sfugge all’inquinamento generale: è inquinata l’aria soprattutto a causa del metano scaricato dagli animali d’allevamento, dai fumi delle concerie, dagli scarichi industriali, dalle automobili, dal riscaldamento domestico, dal traffico automobilistico; sono inquinati i terreni fertilizzati con prodotti chimici; sono inquinate le falde acquifere dalle deiezioni degli animali, i mari, i fiumi, i laghi ecc. di conseguenza sono inquinate anche le coltivazioni.
Ma a meno che non si scelga di consumare prodotti biologici certificati, mangiare prodotti vegetali o mangiare prodotti animali non è affatto la stessa cosa: c’è una differenza abissale tra i due: i primi sono sostanze vive, ricche di nutrienti senza i quali sarebbe impossibile la vita; per il loro contenuto di acqua biologica e fibra fanno si che gli inquinanti dei vegetali non stazionino a lungo negli intestini (come succede per la carne) da dove si sviluppano per tossicità la gran parte delle malattie. La frutta e la verdura crude contrastano l’acidificazione del sangue, combattono putrefazioni e fermentazioni, contrastano i radicali liberi, si oppongono alla uricemia, minimizzano il colesterolo cattivo, fluidificano il sangue, regolano gli sbalzi glicemici da amidi e zuccheri industriali, ridanno il peso forma e combattono l’obesità.
Inoltre i cibi vegetali, privi di grassi animali e con un contenuto proteico limitato, possiedono proprietà terapeutiche che sono state documentate in differenti situazioni patologiche, permettendo al paziente di ottenere vantaggi sulla propria qualità di vita anche a lungo termine. L’utilizzo prevalente o esclusivo di alimenti di origine vegetale, oltre a risultare nutrizionalmente adeguato, permette i limiti del fabbisogno proteico giornaliero e, in caso di terapia farmacologia, di limitare la quantità totale di farmaci assunta.
Nella frutta e verdura crude e fresche esistono numerose sostanze ad azione antiossidante come i bioflavonoidi, molti di questi sono in grado di bloccare sia i fattori carcinogenetici che i radicali liberi; hanno effetto protettivo nei confronti anche dei tumori epiteliali, in particolare quelli del tratto respiratorio e gastrointestinale, delle vie urinarie, dei tumori dell’apparato sessuale e della mammella.
L’effetto protettivo dei cereali integrali appare evidente anche nei tumori della tiroide e del sistema linfatico. Mentre l’effetto dei legumi è soprattutto evidente sui tumori dell’apparato sessuale. Da studi condotti tra la popolazione degli Avventisti californiani, è risultato che i tumori del colon e della prostata erano significativamente più frequenti nei non vegetariani. Inoltre le fibre contenute nei cereali appaiono protettive nei confronti del cancro al colon e alla mammella.
Ben 150 studi condotti in ogni parte del mondo hanno dimostrato che frutta e ortaggi proteggono dal cancro e che carne e grassi animali sono ritenuti responsabili dell’insorgenza di molte forme tumorali.
Al 14° Congresso della società europea di cardiologia (sett. 92), il dr. Larry Scherwitz dell’Heart Trial di San Francisco, ha asserito: “Se dovessi scegliere una sola cosa con la quale curare i pazienti cardiopatici, cercherei una dieta vegetariana povera di grassi”.
Per contro i prodotti animali generano radicali liberi, leucocitosi, crisi enzimatica, carenza di vitamine, aumento di colesterolo, aumento del battito cardiaco, acidificazione del sangue, prelazione di calcio, causano uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta, cancro, e inoltre rende aggressivi, abbassa le frequenze energetiche dei chakra, avvalora la legge del più forte, rende insensibili all’altrui dolore, degrada moralmente, preclude l’evoluzione dello spirito, si contrappone alle legge dell’amore e del “Non ammazzare” causa sofferenza e morte agli animali, impoverisce economicamente, distrugge l’ambiente, inquina il pianeta, affama il Terzo Mondo. Per tanto, anche se i prodotti vegetali sono inquinati consumare gli uni o gli altri c’è la stessa differenza tra salute e malattia.

BENEFICI DELLE VERDURE CRUDE

maggiore lucidità mentale;
rinvigorimento generale;
depurazione organica;
migliore digestione;
luminosità della pelle e degli occhi;
maggiore resistenza alle fatiche;
potenziamento difese immunitarie;
alleviamento della depressione;
guarigione più rapida delle malattie;
sollievo dallo stress;
rigenerazione dei capelli;
ritardo del processo di invecchiamento.

Franco Libero Manco

Commenti disabilitati

Bombay o Mumbay… Nonviolenza e vegetarismo oppure carne e consumismo? Ricordando il sacrificio di Gandhi…

Bombay o Mumbai? – Che stranezza, è proprio vero che ognuno cerca quel che non ha avuto. In occidente, dove il consumismo ha stancato ed il materialismo religioso ha fiaccato gli animi, molte persone si rivolgono a diete salutiste ed etiche, come il vegetarismo, e verso forme di spiritualità laica ed approcci nonviolenti alla vita. Al contrario dove c’è sempre stata una cultura alquanto rispettosa della vita, ad esempio in India, ove la nonviolenza è una antica regola di condotta, e dove l’alimentazione vegetariana è sinonimo di coscienza elevata e buona salute, oggi ci si rivolge verso le mode consumiste, verso la corsa al successo mondano, verso la violenza… Gli indiani vogliono mangiare più carne, anche quella di vacca (che è considerata sacra) e magari pure quella di maiale (che è considerata impura). Oltre naturalmente a cercare di munirsi di telefonini, di radioline e televisori, e se possibile di una moto o di una macchina. Magari continuando a vivere in slum od in periferie degradate, ovvero nelle condizioni urbane più disastrose.

Come a Bombay (oggi Mumbai) ove si osservano kilometri e kilometri di baracche munite di antenna televisiva, botteghe di “delicattessen” con carni appese e salsicciotti. Dove fino a trent’anni fa circolavano mucche libere a raccattare torsoli e bucce e si scorgevano le scimmie, quelle belle scimmie gialle dagli occhi furbi, sempre attente a cogliere il momento adatto per rubacchiare qualche banana dalle bancarelle, ora non vi sono più spazi adatti alla vita, tutte le strade sono un ingorgo di mezzi meccanici strombazzanti. Anzi mi sa che oggi girano più biciclette in una qualsiasi città italiana che a Mumbai.

Mi scrive Marinella Correggia: “Ciao! Brutte notizie sul fronte vegetariano: i 300 milioni di indiani della classe media vogliono la carne! Pazzesco. Ed è così ovunque, mentre qui se ne mangia di meno, nel terzo mondo i consumi aumentano. Io ho il polso della situazione perché ricevo un prezioso bollettino dall’India, ma è disperante Ci vorrebbe un video universale che fa un appello a NON diventare carnivori (in genere si fanno appelli a diventare vegetariani)…” – Mia rispostina: “Mi dici queste cose proprio oggi che è l’anniversario della uccisione di Gandhi… che così muore due volte, sia per la partizione fra India e Pakistan che per la fame di carne degli indiani moderni… Che vergogna!”

Paolo D’Arpini

…………………………

Commento di Caterina Regazzi: “..bisognerebbe evidenziare il fatto che come ho detto e scritto innumerevoli volte, mangiare carne è uno status symbol di ricchezza, agiatezza, come era successo da noi negli anni 50-60, così come oggi il telefonino hi-tech o l’auto di lusso, o la vacanza alle Maldive…. bisognerebbe sottolineare il fatto che queste cose non danno la felicità, ma evidentemente qualche pecca c’era anche nella situazione precedente altrimenti non si capisce perché gente che doveva star bene già prima sente il bisogno di cambiare il proprio stile di vita… se non si fa questo sforzo di comprensione non si può neanche prospettare una soluzione… forse la sola cosa che mancava, che manca è l’accettazione della propria condizione e la consapevolezza che, come dice Paolo, “il meglio è nemico del bene”!
Ma perché l’uomo vuole sempre qualcosa di diverso da quello che ha e vuole essere diverso da quello che è? Forse che deve avere sempre qualcosa con cui gingillarsi per ammazzare la noia che forse si provava nel Paradiso terrestre che di sicuro era il mondo ai primordi? Non sono affatto credente, ma dicono che Dio ha creato l’uomo perchè si annoi”

…………………..

Articolo menzionato:

Vegetarians developing a taste for meat

Priya Esselborn
DW.com
02 January, 2013 / 02.01.2013

The fast-growing Indian middle class now consists of around 300 million
people, who model their new consumer lifestyle on the West. As a result,
vegetarianism is falling out of favor.

It sounds counterintuitive: India, the land of vegetarians, is
registering a rapid rise in meat consumption. Statistics show that 40
percent of Indians don’t eat meat – more than in any other country in
the world.

Nonetheless, over the past ten years the amount of meat eaten in India
has more than doubled. In 2009 it reached around 5.5 kilograms (12
pounds) per head, according to the World Food Program. That’s still very
little in comparison with Germany, where 61 kilograms of beef, pork and
poultry are consumed per person per year.

Meat as a status symbol

Fast-food chains with big neon signs are springing up all over the place
in every city in India. Young people find them particularly enticing,
and at the weekends the restaurants are full to bursting. In the big
metropolises like Delhi, Mumbai, Chennai or Kolkata they’re very popular
with families, who like to gather over burgers, fries and Coke at
McDonalds, or with a box of deep-fried breaded chicken nuggets at
Kentucky Fried Chicken.

Dr. Sanjay Sanadhya, a diabetes expert from New Delhi, views the trend
with skepticism. “People in India are just imitating the Western
lifestyle,” he says. “Overall, we’re seeing them become distanced from
their own cultural traditions. Added to that, you have factors like
globalization and growing mobility, with people traveling more and more
often to the West.”

Wanting to conform

Many in the Indian middle class, and especially the younger generation,
equate meat-eating with a cosmopolitan attitude and a certain level of
education. It’s also seen as a sign of affluence, as meat dishes are
more expensive than vegetarian food.

Jaspreet Singh, a young student, has always eaten meat and fish. “I make
sure that I eat enough protein. I eat chicken, lamb and fish. My body
and my figure are very important to me,” he says, added that his
generation wants to try everything. “If you limit your interests, you’re
limiting your life. Even if I don’t like everything, or don’t like the
taste, I still want to try everything, especially where food and drink
are concerned.”

Jaspreet’s fellow student Neha Chauhan thinks of it as a need to
conform. She herself is a vegetarian, but her sister and father eat
meat. “My sister travels a lot,” she explains. “She has to conform. I
haven’t had to do that yet, so I can make my own decisions. But if I had
to live in a different social environment, maybe I’d conform as well and
start eating meat.”

Religious taboo

For a very long time, many people in Indian respected the religious
taboos on eating meat. Centuries-old Hindu texts extol the virtues of
forgoing meat. Devout Hindus believe that the cow is a holy animal, and
it’s forbidden to slaughter cows in India. Around 80 percent of the
Indian population is Hindu, and it used to be the case that meat-eaters
were regarded as uncivilized barbarians.
Mahatma Gandhi, the political and spiritual father of Indian
independence, was also a strict vegetarian. For him, the renunciation of
all forms of violence – the cornerstone of his teachings – began at the
table, with the food we choose to eat.

Kirti Sharma, a young woman from New Delhi in her early twenties, feels
the same way. But she admits that fewer and fewer people of her
generation do. “I believe it’s much better to be a vegetarian,” she
says. “Because slaughtering animals, killing other living creatures,
can’t be good.” Sharma says that according to the Hindu caste system she
is a Brahmin, and that Brahmins are not allowed to eat meat. She says
her parents make sure she doesn’t eat any animal products at all.
“Sometimes it’s difficult if I’m invited to parties, because a lot of
cakes contain eggs, and then I do kind of have to eat it,” she says.

Other religious groups in India, such as the Jains, are not only strict
vegetarians, they also don’t eat vegetables that grow under the earth,
such as potatoes, onions, or carrots, because living creatures might be
killed when they are pulled out of the ground. Orthodox Jains often wear
a thin mouth guard to prevent them from swallowing an insect by mistake.
Muslims, who make up around 13 percent of the Indian population, are
only forbidden to eat pork.

Big fast-food chains like McDonald’s have adapted to the Indian market.
The American company, which has been present in India since 1996,
doesn’t serve beef burgers there. Instead, it offers the so-called
“Chicken Maharajah Burger,” which, according to the adverts, will make
anyone eating it feel like a maharajah. Clever marketing using Bollywood
and cricket stars is presumably one of the reasons why more and more
people all over India are eating meat and fast-food.

New problems

But the growing consumption of meat brings with it new problems. No
direct link has been established between disease and the numbers of
Indians now eating poultry, but the general shift towards a more
unhealthy lifestyle, particularly among the urban population, is
believed to be increasing the risks.

Dr Sanjay Sanadhya, the diabetes expert, warns that the increase in the
amount of sugar and fat people are eating, along with the fact that they
are taking less and less exercise, means health problems are inevitable.
“We’re seeing more and more of the so-called ‘lifestyle diseases’: heart
and circulation problems, high blood pressure, obesity, diabetes,
strokes. Over the last three decades the numbers have shot up. And I can
predict that the situation will continue to get worse.” The people of
India’s growing middle class, whose well-paid jobs mean they can afford
to employ maids and drivers, are the most affected.

Commenti disabilitati

Vegetarismo e cultura – Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia

Ante Scriptum

Affermate: “Secondo la celebre e accreditata definizione di George Ohsawa, uno dei padri della macrobiotica, infatti, Noi siamo quello che mangiamo”

Senza nessun intento polemico però è strano che non abbiate citato anche Feuerbach con la famosa frase “L’uomo è ciò che mangia”, più famoso di Ohsawa, che, comunque, diversamente da Feuerbach, ho letto.

Saluti e buona riuscita dell’incontro. Vittorio Marinelli

…………..

Nel 1850 Feuerbach recensisce favorevolmente Lehre der Nahrungsmittel für das Volk (Dell’alimentazione: trattato popolare), uno scritto di Jakob Moleschott sull’alimentazione, interpretata come la base che rende possibile il costituirsi e perfezionarsi della cultura umana: un popolo può migliorare migliorando la propria alimentazione. Significativo è il titolo di uno scritto del 1862: Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia; cioè esiste un’unità inscindibile fra psiche e corpo, per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio. Dio è l’eco del nostro grido di dolore, Dio è una lacrima dell’onda versata nel più profondo dolore della miseria umana. Il cristiano vede nel miracolo l’opera di Dio, ma il miracolo è detto così perché non conosciamo le leggi fisiche che hanno prodotto il fenomeno.

Tutti i popoli in principio sono religiosi, ma poi acquistano coscienza e si disalienano. Il compito degli scritti di Feuerbach, come egli stesso afferma, è di abbattere le illusioni e i pregiudizi del presente, traendo la filosofia da quello che egli chiama il regno delle anime morte per reintrodurla nel dominio delle anime vive, radicalmente legate al corpo e alla sensibilità. Per ora il problema è di trarre l’uomo fuori dal pantano in cui era sommerso , non ancora di rappresentare l’uomo quale è. Si tratta in altre parole di dedurre dalla teologia la necessità di una filosofia dell’uomo, di un’antropologia, capendo gli errori concettuali del pensiero pregresso. Questo è il compito che Feuerbach assume per il suo filosofare, provvedendo con i suoi scritti a renderlo noto ed accessibile.

Egli è infatti convinto, come dice nella premessa dei “Princìpi della filosofia dell’avvenire” (1843), che solo alle future generazioni sarà concesso di pensare, parlare e agire in modo puramente ed autenticamente umano. In una delle sue ultime opere, Spiritualismo e materialismo (1866), Feuerbach ribadisce la sua concezione dell’individuo come organismo sensibile caratterizzato da bisogni, polemizza contro il dualismo di anima e corpo e, facendo proprio un punto di vista deterministico, nega l’esistenza del libero arbitrio. Per molti aspetti le tesi di Feuerbach saranno uno spunto per il lavoro di Marx, che comunque non tarderà a criticare il lavoro di Feuerbach nelle Tesi su Feuerbach; nei Manoscritti del 1844 Marx definirà Feuerbach il solo che sia in un rapporto serio e critico con la dialettica hegeliana.

……………

Poiché secondo una recente ricerca AcNielsen rielaborata da Eurispes, i Vegetariani in Italia, nel corso degli ultimi 10 anni, sono raddoppiati passando da 3 a 6 milioni e sono destinati ad aumentare, una domanda sorge spontanea: qual è l’alimentazione più adatta agli esseri umani? Siamo vegetariani, carnivori-onnivori o addirittura frugivori? E’ un quesito antico al quale Carlo Limneo, già nel 1700, rispondeva:
“La frutta è il cibo più adatto alla bocca, allo stomaco, alle stesse mani dell’uomo, disegnate appositamente per raccogliere e mangiare frutta. Anche se il genere umano ad un certo punto della sua storia acquisì abitudini onnivore, millenni di onnivorismo non hanno cambiato di una virgola l’anatomia e la fisiologia del suo corpo.”

Gli studi hanno infatti appurato che, fino al periodo delle glaciazioni WURM, l’uomo si era nutrito di frutta, vegetali, radici e bacche, ma poi ha iniziato a consumare la carne delle carcasse lasciate dai predatori. Però, secondo l’anatomia comparata, molte caratteristiche dell’organismo umano differiscono profondamente da quelle degli animali onnivori e carnivori, con i quali si riscontrano differenze radicali. Tra l’altro, nell’uomo non è presente l’enzima euricasi, mediante il quale viene distrutto l’acido urico contenuto nella carne, altrimenti tossica.

Oggi, a differenza di tempi anche recenti della nostra storia, il consumo di carne è cresciuto in modo abnorme e ad esso sono associabili anche le malattie cardiocircolatorie, un tempo molto più rare, ma che attualmente rappresentano una tra le prime cause di morte. Si riscontra tuttavia un sempre maggiore interesse riguardo alla Scienza dell’Alimentazione, e sono sempre più numerosi coloro che desiderano un’informazione corretta ed esaustiva su questo tema, per poter scegliere una dieta salutare.

Secondo la celebre e accreditata definizione di George Ohsawa, uno dei padri della macrobiotica, infatti, “Noi siamo quello che mangiamo” ed è ormai noto che, attraverso un’alimentazione corretta, si possono prevenire o addirittura curare molte patologie.

Nel Convegno- Dibattito “Vegetariani nella Storia”, l’argomento verrà affrontato dai vari punti di vista storico, antropologico e scientifico, e i Relatori, al termine dei loro iniziali brevi interventi, svolgeranno le tematiche soprattutto rispondendo alle domande poste dall’uditorio. In questo modo gli intervenuti potranno approfondire l’argomento e soddisfare ogni loro curiosità per essere in grado di adottare la dieta che più li convince: sia essa frugivora, vegetariana, o onnivoro-carnivora. Fortunatamente l’uomo, a differenza degli altri animali, “sapendo”, può scegliere.

Se ne parla Giovedì 31 gennaio 2013 – ore 16,30 Cinema Palma – Via Garibaldi – Trevignano Romano
(Ingresso libero) Info 339-2942683

Commenti disabilitati

Ustica – A 27 anni dalla tragedia, in cui persero la vita 81 persone, una piccola verità vien fuori: a causare la strage fu un missile!

28 gennaio 2013: “La strage di Ustica avvenne a causa di un missile e non di una esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo, e lo Stato deve risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli. Lo sottolinea la Cassazione in sede civile nella prima sentenza definitiva di condanna al risarcimento. E’ la prima verità su Ustica dopo il niente di fatto dei processi penali.”

“La strage di Ustica fu un disastro aereo in cui persero la vita 81 persone nel cielo tra le isole di Ustica e Ponza, venerdì 27 giugno 1980, quando l’aereo di linea Douglas DC-9, codice I-TIGI, decollato dall’Aeroporto di Bologna, appartenente alla compagnia aerea italiana Itavia, si squarciò in volo all’improvviso e scomparve in mare.”
Nel 2010 riportai a modo mio anche la storia di Guglielmo Ludovico Sinigaglia, che si definisce Testimone di Ustica e che ” a soli 37 anni rischiò la vita per riferire alla magistratura la sua versione dei fatti su Ustica, su come morirono 81 persone innocenti“.

I muri si fanno sempre più alti, per i muri si spende sempre di più. Muri come barriere all’altro, muri che dividano i buoni dai cattivi, lo sporco dal pulito. Muri israeliani che se potessero farebbero una muraglia cinese, muri americani, spagnoli, muri europei e orientali, muri globali…mura nelle città italiane, mura che creano sicurezza a chi ha paura.La fiducia nelle aule del governo se la danno fra loro, la barattano, dilatano tempi e modi per creare varchi a destra e sinistra, gareggiano nello sbeffeggiamento dei diritti e doveri.Si chiede fiducia ai cittadini nelle istituzioni; beffe gigantesche per chi ha ancora voglia di ninnarsi al suono di triviali conclusioni, come quella di Ustica.

Ma sono passati 27 anni e il muro dell’omertà politica internazionale si è fatto montagna e i parenti delle vittime, i conoscenti delle vittime, noi che leggemmo, noi che leggiamo, ci troviamo tutti di fronte ad un colosso voluto dal Fato: non è dato sapere. E’ una giustizia per certi versi zen. Il bene e il male, cause ed effetti sembrano non avere posto in questo nostro paese. Le dichiarazioni e i commenti si fanno sempre più cauti:” io allora non c’ero, tu allora eri bambino, noi faremo…”Leggeremo stancamente le motivazioni di fatti che i nostri figli non sanno nemmeno di cosa si parla, e cercheremo una buona giustificazione per dare ancora fiducia a coloro che mattone su mattone, lavorando alacremente pure di notte, erigono tra le nostre azioni e il nostro sentire un muro di gomma che non ci fa più neanche avvertire dolore quando ci sbattiamo contro.

Allora dovremmo irrompere in piazza un po’ tutti i giorni, bruciare le bandiere davanti al parlamento, le bandiere rossoverdibianche, quelle che “certi” si proponevano di far finire nella latrina, quelle che oggi si chiede siano messe nel cassetto ? Altro che reazioni drammatiche ai roghi dei vessilli israelo-americani…Non riusciamo più a scavalcare nemmeno lo steccato che segna il confine con il nostro vicino di autobus casa lavoro, che muore proprio come noi, giorno dopo giorno.Come tanti autistici ci beviamo le conclusioni perché dobbiamo campare.

“Vedrai, vedrai domani cambierà” cantava Luigi Tenco 40 anni fa, illudiamoci ancora e lasciamo il piccone in cantina, a noi è vero, popolo della pace di poeti ed artisti, a noi i muri fanno comodo per sentire meno male, forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà…

Doriana Goracci

Commenti disabilitati