Archivio di giugno 2012

Siria… ? No qui Londra! Tutte le bugie dell’Osservatorio Siriano, portavoce occulto della Nato e della Lega Araba

Tutte le informazioni ufficiali sulla ribellione in Siria hanno essenzialmente un’unica fonte: L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.

Ogni qualvolta telegiornali, quotidiani e siti d’informazione istituzionale non citano direttamente l’Osservatorio Siriano, l’origine delle informazione viene fatto risalire alle più svariate agenzie di stampa internazionale: Ma chi pensate che fornisca le informazioni a tutte le agenzie di stampa del mondo, sia occidentali che arabe? Proprio l’Osservatorio Siriano.

Ma cos’é esattamente questo Osservatorio Siriano? É una sola persona, che vive a Coventry, in Inghilterra, e riceve via telefono dalla Siria le varie informazioni che poi rigira agli organi di stampa. Tutte le informazioni che provengono dalla Siria vengono filtrate da un solo uomo e poi riportate al mondo; chi ci assicura che Rami Abdulraham, questo é il suo nome, non sia controllato da nessuno? Una sola fonte per una intero paese é sintomatica di informazione manipolata. Proprio come in Corea Del Nord c’è solo una televisione di stato, così noi sappiamo ciò che accade in Siria da un’unica persona.

Sorge così il primo dubbio su ciò che sta accadendo in Siria: chi ce lo dice che questo signore ci stia raccontando la verità? Nessuno può confutarlo. Andando più a fondo nella questione si può poi scoprire che l’omino dell’Osservatorio Siriano stia usando uno pseudonimo. Il suo vero nome é Osama Ali Suleiman. La sua identità é stata celata, proprio come si fa per gli agenti segreti e le spie.

Come riportato da questo breve reportage sulle principali televisioni arabe, non possono che sorgere numerosi dubbi intorno a questa figura: come fa un uomo solo a raccogliere le informazioni da più di 50 città siriane contemporaneamente? E perché tutti i media utilizzano solo lui come fonte d’informazione?

Per chi lavora Osama Ali Suleiman? Per comprendere ciò, occorre fare un passo indietro, iniziando ad analizzare il suo lavoro. In questo reportage dell’australiana ABC, si dimostra come il video fornito da Suleiman, pubblicato dalla Reuters e ripreso da diverse televisioni di tutto il mondo, nel quale si vedono presunti militari dell’esercito siriano che maltrattano e torturano degli oppositori sia chiaramente un fake. L’emittente australiana dimostra infatti che il video é stato girato a Beirut il 20 agosto 2008. I militari sono in realtà libanesi. Altro che repressione armata dell’esercito siriano. Dopo questo pezzo dell’ABC, Reuters si scuserà per l’accaduto e dichiarerà pubblicamente di aver sbagliato.

Altri video forniti dall’Osservatorio Siriano siano dei clamorosi fake: nel primo vediamo come viene inscenata una finta strage, con tanto di sangue finto e artistiche pose per inscenare l’uccisione dei ribelli da parte dell’esercito siriano.

In questo secondo filmato (non fatevi impressionare dal ketchup usato per inscenare le ferite mortali che sono più finte dei capelli di Berlusconi), il finto morto addirittura muove gli occhi. Ve la ricordate Zainab Al-Husni? La ragazzina uccisa dalle forze di sicurezza del regime siriano, il 17 settembre 2011? La sua morte aveva indignato il mondo intero, era divenuta il simbolo dei soprusi del regime del despota Assad, un tiranno da odiare e da esautorare al più presto in nome della libertà e della democrazia. La ragazza sarebbe stata arrestata, violentata e mutilata, addirittura parti del suo corpo sarebbero state inviate, come monito, alla sua famiglia. Lo sapete che in realtà la ragazzina é viva e vegeta? Che é comparsa in una televisione siriana con tanto di carta d’identità il 4 ottobre?

Altro giro altra corsa: aveva commosso il mondo intero il video di una madre che abbraccia il corpo del figlioletto ucciso dall’esercito siriano, durante una repressione ad Homs. Ciò che i media non ci hanno fatto vedere in realtà é che la madre stessa se la prende con i ribelli, non con l’esercito. Dice che sono stati loro ad uccidere suo figlio e che l’esercito in realtà protegge i civili contro dei franchi tiratori, dei mercenari che aprono il fuoco sui civili per addossare la colpa all’esercito: queste parole di una madre disperata valgono più di mille commenti: “Se l’esercito fosse stato presente, mio figlio non sarebbe morto…aveva un biscotto in mano e gli uomini armati l’hanno scambiato per una pistola, l’hanno colpito al collo e alla gamba… perché in quel momento non c’era l’esercito a difenderci… mio figlio sarebbe ancora vivo… perché…perché…”

Ma perché l’Osservatorio Siriano ci racconta tutte queste cazzate? Perché ci vogliono far passare per vere, finte stragi, presunte uccisioni e mettere in cattiva luce l’esercito siriano?

Perché in realtà Osama Ali Suleiman é una pedina in mano della propaganda Nato e della Lega Araba. Una verità sconcertante. Ci mentono in un modo così subdolo e meschino da mesi e mesi. La verità però sta venendo a galla. Tra i cosiddetti “pacifici ribelli” o “manifestanti anti-regime” si nascondono dei mercenari, pagati per uccidere civili, facendo addossare la colpa sull’esercito siriano. Il tutto per destabilizzare l’ennesimo governo ed instaurarne uno più “occidentale”; per giustificare l’intervento dei caschi blu e l’ennesimo attacco ad un potere non congeniale all’America e alla Nato.

Altro che feroce repressione di Assad contro il suo popolo che manifesta pacificamente per la libertà: questa é una vera e propria propaganda Nato per giustificare una nuova guerra. Le prove sono a dir poco schiaccianti.

Inoltre, perché i cosiddetti “pacifici manifestanti” mirano a distruggere obiettivi strategici come il gasdotto di Homs? Forse perché l’intelligenza militare che li manovra é quella della Nato? D’altronde perché Assad avrebbe dovuto colpire i propri gasdotti? Che senso avrebbe per l’esercito siriano, colpire i tubi del gas della propria nazione? A che scopo poi, se il loro unico fine é quello di placare con il sangue le rivolte popolari? Spero vi rendiate conto sempre di più che ci troviamo di fronte ad una gigantesca macchinazione, ad una sempre più plateale propaganda pro-invasione occidentale in Siria.

La prova schiacciante che dietro le rivolte in Siria ci sia la Nato, sta in questo video amatoriale girato ad Homs il 15 luglio, in cui si vede addirittura come sia l’esercito siriano che tenta di salvare i civili dagli spari dei ribelli e non il contrario. Il militare siriano fa da scudo con il proprio corpo, riuscendo a trascinare un uomo ferito al riparo, dietro l’angolo di un edificio, il tutto sotto una incessante pioggia di piombo dei ribelli. Se non é una prova decisiva questa.

Un’altra notizia importantissima da dare é che, in realtà, benché vengano ignorate da tutti, ci sono delle fonti di informazioni istituzionali che stanno provando a far conoscere al mondo il reale stato delle cose in Siria. E’ il caso di Mohammad Shahid Amin Khan, presidente dell’International Commission Of Human Rights (IHRC), che ha più volte affermato pubblicamente che tutto ciò che dicono i media occidentali e arabi sugli avvenimenti in Siria é una grossa menzogna, frutto della grande cospirazione americana e della Nato contro il governo siriano di Assad, un governo a loro non congeniale, che vogliono soverchiare anche a costo di uccidere migliaia e migliaia di incolpevoli civili. Inutile dirvi che le parole del presidente di questa rispettabile organizzazione pacifista, siano state ignorate da tutti i media del mondo.

Appurato lo smascheramento delle false informazioni che ci hanno dato, e del fatto che sempre più persone sono a conoscenza della grandi menzogne sulla Siria che ci stanno propinando, i cospiratori che stanno dietro a Mr. Suleiman, il 1 febbraio, hanno deciso di fare un grande passo indietro. In una lettera, indirizzata ai vari organi d’informazione, annunciano al mondo che l’Osservatorio ha in realtà sede a Londra ed é gestito da 8 persone, riportando meticolosamente nomi, cognomi e ruoli ufficiale all’interno dell’organizzazione.

Prendono le distanze da Suleiman, colui che é stato la nostra unica fonte per tutti questi mesi. Si scopre che é un antennista, di modesta istruzione, additato ora a semplice collaboratore e che é stato esautorato da tutte le sue funzioni all’interno dell’Osservatorio. Come mai un organo d’informazione di nevralgica importanza per ciò che sta accadendo in Siria, la fonte delle informazioni di tutta la stampa mondiale, per mesi si é affidata ad un antennista siriano, da poco emigrato in Inghilterra, che conosce due parole di inglese? Questa lettera sa tanto di clamoroso dietrofront, di goffo tentativo di riprendersi la credibilità perduta. Blogger di tutto il mondo avevano ormai mangiato la foglia, avevano capito che ci stavano mentendo, che dietro l’Osservatorio Siriano si celava un subdolo meccanismo propagandistico.

Mettiamo anche che la lettera dica il vero, che l’Osservatorio abbia commesso il “grossolano errore” di affidarsi dell’inattendibile Mr. Suleiman e che tutto ciò non sia un abile sotterfugio per celare la propaganda e la manipolazione delle informazioni che giungono dalla Siria, una cosa resta però un dato di fatto inconfutabile; per mesi tutte le informazioni che ci hanno dato erano falsate, dato che provenivano da quel Osama Ali Suleiman, dal quale ora l’Osservatorio prende le distanze.

Ciò che tutt’ora non ci dicono, ma che é facilmente desumibile da questa cartina preparata dagli amici di nocensura.com, é che le basi americane in medio-oriente sono davvero tante e, guardacaso, tutte intorno all’Iran. Mettere le mani sul territorio siriano, ponendo fine al governo antiamericano di Assad, permetterebbe di completare l’opera di accerchiamento all’Iran.

Gli osservatori della Lega Araba per conto della Nato, che hanno il compito di fare una dettagliata relazione sui sobbugli siriani, dichiareranno il falso ed affermeranno che Assad é un despota sanguinario che uccide i pacifici oppositori del suo regime dittatoriale. Ciò darà il via all’invasione dei caschi blu. Nascerà una nuova guerra e durerà finche migliaia di persone non verranno uccise e Assad verrà catturato e giustiziato. Ovviamente la supremazia militare della Nato alla fine avrà il sopravvento e otterrà il suo scopo di installare un nuovo governo filoamericano in un paese strategicamente importante come la Siria, andandosi ad affiancare all’altro grande stato medio-orientale ora “americanizzato”: l’Iraq delle fantomatiche armi di distruzione di massa.

Per maggiori informazioni guarda questo video documentario:
Syria: The Truth against the NATO’s lies. La Verità contro la PROPAGANDA NATO (ENG/ITA)

Fonte: http://www.informarexresistere.fr/2012/06/02/tutte-le-menzogne-della-nato-sulla-siria/#ixzz1wpgmvl7d

“Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!”

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Memoria bioregiona​le e intenti per l’attuazio​ne del bioregiona​lismo in Italia – Se ne parla all’Incont​ro Collettivo Ecologista 2012

Nei giorni del solstizio estivo, dal 22 al 24 giugno 2012, si tiene ad Aprilia l’Incontro Collettivo Ecologista.

Considerando che questi incontri, sul tema del bioregionalismo, dell’ecologia e della spiritualità della natura, sono iniziati dal 1984 fate un po’ voi il calcolo di quante edizioni sono trascorse. Però dal punto di vista ufficiale la Rete Bioregionale Italiana nacque ad Acquapendente (Vt), nel parco di Monte Rufeno, nella primavera del 1996. Quindi le proposte politiche e sociali relative all’attuazione bioregionale ebbero “inizio” in quell’anno.

Io fui uno dei fondatori del Movimento e sono rimasto nella Rete malgrado le correnti avverse che, come spesso accade, hanno suddiviso il gruppo iniziale in rivoli e rivoletti con varie etichette. Nel frattempo, a mano a mano che qualcuno usciva c’è stato anche qualcuno che entrava e tutto sommato possiamo dire che il movimento ecologista profondo, facente riferimento alla Rete Bioregionale Italiana, è tutt’ora vivo e vegeto e fortemente operativo.

Potrei segnalarvi tutte le battaglie portate avanti nel corso degli anni ma perchè farlo..? Chi sa sa e chi non sa non sa! Però una chicca storica ve la voglio sottoporre, si tratta di un comunicato stampa ripreso da Antonello Palieri dell’ADNkronos, risalente al 1996. Non so se ricordate che in quell’anno Umberto Bossi aveva iniziato il pattugliamento sul fiume Po, per promuovere il suo regionalismo separativo leghista. Noi partimmo da Calcata ed organizzammo un contro-presidio, sulle rive del Po. Potranno testimoniarlo Antonio D’Andrea, del Movimento Uomini Casalinghi, che era lì con me.. ed anche Lina Boner di Verona ed altri che ora non ricordo.. Ah, c’era pure Stefano Disegni, il vignettista, che aveva disegnato il logo del nostro Ostello per Erbivori.

Lì sul Po, in provincia di Mantova, vissi una esperienza mista.

Eravamo arrivati dal mattino presto, la natura era molto bella, passeggiai in lungo ed in largo sulle sponde del fiume, mentre i navigli della Lega facevano avanti ed indrè sull’acqua limacciosa, A contrastarli c’era una mongolfiera della Lega per l’Ambiente ormeggiata a terra, con tanti bei colori… Ma la lunga giornata al sole mi aveva proprio incocciato.. ed infatti ricordo che dovetti andare a rifugiarmi in un boschetto per sfuggire ai cocenti raggi e perciò non potei intervenire sul palco dove si tenevano gli interventi.. Ma Stefano Disegni disse qualcosa su di noi.. tanto per stabilire la nostra presenza. Sostanzialmente la proposta di attuazione del bioregionalismo è sotto riportata dall’Adnkronos. Ah ricordo che finimmo pure in prima pagina su Repubblica….

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Storico flash di agenzia: BIOREGIONALISMO LA PROPOSTA SARA’ RILANCIATA SUL PO IL 15SETTEMBRE

Roma, 30 ago. 1996 (Adnkronos)- ”Bossi faccia pure il suo raduno fluviale il 15 settembre, noi ci batteremo per il riconoscimento di un nuovo ordinamento regionale basato sul ”bioregionalismo” (luoghi riconoscibili per le affinita’ culturali, dialettali, della flora e della fauna) e su effettive automonie locali.”
Lo dichiara il Presidente del Circolo vegetariano VV.TT. di Calcata, Paolo D’Arpini che la settimana scorsa ha lanciato ”con grande successo” la proposta del bioregionalismo. ”Il 15 settembre, giorno dell’imbarazzante ‘uscita fluviale’ di Bossi, noi riproporremo l’Italia dei bioregionalismi e del federalismo effettivo che ci unisca nel nome d’Italia -ma nel rispetto autentico delle autonomie- e non separi quanto e’ stato unito attraverso drammatiche e secolari vicende.”
”Lo riproporremo in tre diverse sedi e manifestazioni: il primo sull’altra sponda del Po, davanti a Ponte di Legno (nell’ambito di una manifestazione dell’Unione italiana ed Europea), il secondo nell’incontro di San Benedetto del Po, organizzato dai verdi della Regione Lombarda ed infine il terzo a Calcata, nella Valle del Treja, per rilanciare il modello etrusco come metodo di aggregazione per una bioregione sperimentale dell’Etruria”.
Intanto ”giungono lettere di adesione alla nostra proposta” precisa Paolo d’Arpini” anche dagli abitanti della cosiddetta ‘Padania’. Dai confini di questa inesistente ‘regione federata’ M.F. di Gorizia ci comunica che chiede asilo politico a Calcata nell’evetualita’, sia pure remota, di una vittoria bossista. Lo chiede in qualita’ di ‘barbaro illirico simpatizzante’ con il bioregionalismo etrusco’”
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Purtroppo l’idea bioregionale non ha ancora attecchito, ed il sistema “regionalista politico” ha nel frattempo dimostrato tutte le sue pecche.. Le Regioni sono carrozzoni che appesantiscono il bilancio dello Stato e servono solo a mantenere una massa di corrotti e di scansafatiche. Dividendo inoltre gli ambiti omogenei e le comunità. Per quento riguarda la visione bioregionale e su quello che dovrebbe essere l’ordinamento e la riorganizzazione territoriale dello stato (secondo la nostra visione), vi rimando agli articoli: https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=no%20regioni%20carrozzoni%20paolo%20d’arpini.

Beh, la nostra battaglia bioregionale continua, vi aspettiamo all’Incontro Collettivo Ecologista 2012, aperto a tutti coloro che si riconoscono nell’ecologia profonda e nella biospiritualità.

Paolo D’Arpini
Referente Rete Bioregionale Italiana – circolo.vegetariano@libero.it

Vedi programma: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/post/2718386.html

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Commento di Rosario Borrelli: “Grati a Paolo per condividere in rete questa esperienza molto ‘territoriale’. Per un attimo prescindendo dai contenuti, citerò Ignazia, una mia amica ‘militante’ , che pure aveva posizioni piuttosto diverse dalle mie, per una sua frase in …merito alla politica : sosteneva che “ci vuole continuità”. E difatti pur avendo fatto e disfatto gruppi e associazioni, il risultato si stabilizza solo grazie a una struttura che resiste nel tempo. Ci vuole però un’”idea guida”, altrimenti la ’struttura’ sussume a sè. L’idea guida è il motore che resiste al tempo ed ai cambiamenti; può perdersi allora anche la struttura ma altri raccoglieranno il testimone dell’idea guida e le daranno, probabilmente, una sorta di continuità. Che poi la continuità possa divenire dis/continuità, rompendo gli schemi e adeguandosi ai cambiamenti in corso, ciò non cambia la sostanza, ma solo la forma. Nel merito della testimonianza del Circolo Vegetariano Calcata, e dell’articolo specialmente, mi piace rac/cogliere il testimone della rete Bioregionale, un’idea guida che porta con sè una forza di cambiamento e di trasformazione, preservando i caratteri che fanno d’ogni terra e popolazione un meraviglioso mosaico di biodiversità”

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George Soros ed Avaaz: Salvare gli oceani, impegnarsi per i rinoceronti, bombardare la Siria, prestare soldi a strozzo all’Italia….

Soros? Ancora lui… ma veramente non ne potevamo più.. ma questo è peggio di Peter Sellers nella parte del soldato che muore mille volte e sempre si rialza nella famosa scena di Hollywood Party… Stamattina appariva il suo commento sulle pagine del “corsiere del crepuscolo” in cui invitava l’Italia a far presto.. se non vuole andare in bancarotta, a prendersi i soldi in prestito che lui offre (rimborsabili in comode rate strozzapopolo, pagabili anche con beni immobili, vite umane, organi, aziende, etc.)… Ma le battaglie più intriganti del “banchiere di satana” (vedi malefatte certificate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/George_Soros) sono quelle che porta avanti fiancheggiando e fiancheggiato dalla “sedicente ONG” per i diritti globali degli animali, degli umani, dei media, della democrazia, dei pinguini, delle foche monache, della libertà di eiezione, etc. etc. denominata Avaaz. (a.. va a zappà la terra, per gli amici). Ed ora godetevi questo esilarante articolo in merito alla ONG

Paolo D’Arpini

Da un po’ di mesi che vedo appelli su internet a nome di una sedicente ong chiamata Avaaz. Sul sito dell’organizzazione si possono trovate campagne per le più svariate cause, dall’animaletto in procinto di estinzione alla tortura, dalle foreste in pericolo, per l’ecologia, i diritti umani… e tante cose belle.

Leggo che l”ong è nata nel 2007 per iniziativa di altre organizzazioni, le principali delle quali sono MoveOn e ResPubblica.

La prima è un influente gruppo di azione politica on line presieduta da Eli Paliser (membro anche della seconda), politicamente vicino al partito democratico di Obama e dei Clinton (ministro ed ex presidente), e in passato finanziata (circa 5 milioni di dollari, stando a wikipedia) dal miliardario George Soros. Noto per essere uno degli uomini più ricchi del pianeta, per esserlo diventato improvvisamente nel ‘92 guadagnando circa 10 miliardi di dollari attraverso speculazioni finanziarie che distrussero Banca d’Inghilterra… e la Banca d’Italia e SME, e per essere uno dei principali finanziatori delle così dette rivoluzioni colorate nei paesi dell’ex blocco sovietico.

La seconda è un comitato le cui finalità sono è la promozione “del buon governo, della virtù civica e della democrazia deliberativa”, anch’essa finanziata direttamente da Soros attraverso la sua Open Society Institute, fra i sui membri confluiti in Avaaz: Ricken Patel (che di Avaaz è diventato direttore esecutivo), canadese ex consulente ONU politicamente di area liberal, membro delle fondazioni Rockeffeller e Bill Gates, in passato un dipendente del International Crisis Group, di cui Soros è un fiduciario ; Tom Perriello, di lui si sa che è un ex deputato del congresso USA e che nel 2009 ha votato a favore della continuazione della Guerra in Iraq e per l’intensificarsi di quella in Afganistan, fondatore della Catholic Alliance for the Common Good, anch’essa finanziata da Soros ; Tom Pravda diplomatico britannico membro del Foreign & Commonwealth Office UK.

Detto ciò, non credo sia errato affermare che, non sembrerebbe proprio un organizzazione nata dal basso e che la maggior parte dei suoi soci fondatori sia gente che ha a che fare, o ne ha avuto, con George Soros. Non sembra nemmeno così strano che qua e là siano sorte, sia in Italia che all’estero, denunce che accuserebbero l’ong di una certa ambiguità.

Secondo queste dietro i centinaia di appelli, alcuni dei quali condivisibili, di Azaaz si nasconderebero questioni d’importanza strategica per gli USA, e in secondo piano per la sua area geopolitica. L’obiettivo sarebbe quello di superare la diffidenza della così detta sinistra liberal su determinati argomenti. Quali argomenti e quale diffidenza? Ad esempio dipingere il capo di stato cattivone di turno come il figlio di satana in terra e rendere accettabili per la pubblica opinione eventuali azioni ostili verso i loro paesi, ove per azioni ostili si intendono sanzioni economiche, isolamento internazionale, bombardamenti.

Ambiguità riscontrabile anche sul loro sito internet. Bene in evidenza si legge che “Avaaz è la comunità che si crea intorno a una campagna che porta la politica dei cittadini nel processo decisionale in tutto il mondo”. Insomma qualcosa che si avvicina alla democrazia diretta attraverso internet. Bella cosa… ma è possibile realizzare una cosa del genere in un mondo si fotto con strutture di potere e interessi (i loro) precisi (vedi sopra)?. La mia incertezza non è se fidarmi, ma quale aggettivo usare per descrivere tale affermazione: utopistica o fiabesca?.

Più in basso:”Il mondo è fortunato ad avere Avaaz che lavora per un futuro migliore sfidando i brutti ceffi di oggi!” dice Phil, membro di Avaz Usa. E’ la sana retorica di Bat Man, combattere i malvagi sempre e ovunque; e un ringiovanito Al Gore “Avaaz è illuminante… Ha già fatto la differenza.” Per chi non se lo ricordasse Al Gore è l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, che è diventato ecologista convinto, dopo aver fatto terra bruciata di intere zone dell’ex Jugoslavia, bombardandole con munizioni all’uranio impoverito. Non esattamente la migliore delle referenze.

Sulla sezione “chi siamo” scrivono: Avaaz, che significa “voce in tante lingue europee, mediorientali e asiatiche, è stata lanciata nel 2007 con una semplice missione democratica: organizzare i cittadini di tutte le nazioni per avvicinare il mondo che abbiamo al mondo che la maggior parte delle persone ovunque vorrebbero.”

Ora non so se qualcuno, probabilmente estremamente sensibile, di una sensibilità quasi ultraterrena sappia qual’è “il mondo che la maggior parte delle persone ovunque vorrebbero.” Solo io ritengo questa caso arrogante? L’archetipo umano che potrebbe prendere sul serio questa missione, forse è sempre Bat Man, quello che potrebbe conoscere questo mondo migliore che tutti vorrebbero ovunque, forse qualcosa di simile a un Gesù.

Due le campagne che mi hanno spinto a interessarmi di questa ong: “Arrestate i torturatori della Siria” e “Contrabbandare la speranza in Siria” in entrambi ci sono cose discutibili come ad esempio dipingere a priori come “mostruoso” il “regime” di Assad, ma questo potrebbe anche sembrare strano solo a me, che non mi accontento delle trame da film d’azione di quart’ordine,dove il cattivo è indubbiamente il cattivo senza nemmeno una sfumatura.

Nella seconda campagna in particolare, si vede in un video tale Danny, reporter di Avaaz, fare un accorato appello di sostegno ai “ribelli” nel mentre al di sotto si legge nella pagina web…”il regime sta uccidendo uomini, donne e bambini e distruggendo intere città”… “Ma Danny e il movimento pro-democrazia sono più determinati che mai”… Ora mi sento di segnalare un articolo ripreso su megachip che parla appunto di questo Denny e di un suo compare protagonisti di alcuni video girati in Siria (in uno dei quali viene intervistato persino alla CNN) che risulterebbero, stando alle argomentazioni e ad altri video segnalati dall’autore dell’articolo, palesemente una montatura. Certo qualcuno potrebbe, non crederci, pensare che si tratti di contropropaganda, in questo video sullo stesso post di Megachip, si vede lo stesso Danny alla CNN scusarsi con il pubblico per aver mentito ed ammettere la non vericidità di quei video.

Questo è un punto indiscutibile, qualunque opinione abbiate su Siria e Assad, Avaaz mente e Danny fa comunque ancora appelli e viene considerato una fonte affidabile.

Già in passato Avaaz era caduta in simili gaffe. Nella passata campagna a favore della no fly zone in Libia, nella quale con toni simili a quelli usati per la Siria (mostruoso regime) dava per buone le notizie sul massacro di migliaia di civili da parte di Gheddafi, tra l’altro usando l’aviazione sui manifestanti dopo appena pochi giorni di proteste… roba che nemmeno il Dottor Male di James Bond. Ora in Libia riferiscono di diritti umani violati, caccia ai neri (i famosi mercenari di Gheddafi), violenze, ma c’è un governo che sta bene all’occidente. Avaaz tace.

Oppure la campagna a favore di Sakineh Ashtiani al donna iraniana che avrebbe rischiato la lapidazione perchè adultera, poi si scoprì che l’accusa che la riguardava era omicidio e la lapidazione non è prevista nel codice penale iraniano. All’epoca l’iran era il primo dei cattivoni e la campagna fu ripresa da vare testate giornalistiche, ricordo l’effige sull’Unità… nel frattempo negli USA Theresa Lewis, una donna mentalmente inferma, riceveva l’iniezione senza che Azaaaz o alcun organo di stampa aprissero bocca in suo favore. Il modo peggiore di essere contrari alla pena di morte è strumentalizzarla in modo così infimo. Sakineh Ashtiani è ancora viva e spero che lo resti.

Tutto ciò mi fa propendere per la tesi che indubbiamente si, Avvaz e stata creata per coprire fra i bei pensanti, questioni strategiche per gli USA e l’occidente. Chiudo con le parole di Giorgio Gaber “non è mica normale che un comune mortale per le cazzate tipo compassione e fame in India c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna che viene da dire. Ma dopo come fa a essere così carogna?”

(Fonte: http://liberatebrian.iobloggo.com)

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Toh, il Beppe Grillo torna a parlare delle banche… Miracolo?!

Si vede che Beppe Grillo ha sentito la sveglia.. a forza di fare illazioni sul suo silenzio relativo alle banche ed al signoraggio bancario finalmente se ne esce con qualcosa di solido.. A volte conviene mettere il sale sulla coda dei nostri “genietti” della politica alternativa..

Ecco qui un articolo apparso in questi giorni sul blog del “comico” che si è candidato a rivoluzionare l’Italia (P.D’A.):

I 1000 miliardi di euro prestati dalla BCE alle banche sono serviti per accelerare il rientro dei titoli pubblici nelle nazioni di emissione. Le banche nazionali li hanno usati per rastrellare i titoli dall’estero invece di finanziare le imprese e rilanciare l’economia. I Btp tornano in Italia, i Bonos in Spagna, i titoli portoghesi in Portogallo, eccetera. In pratica ognuno si riprende i suoi titoli. Torna a casa Lassie. Ogni titolo è bello a mamma sua. Una tendenza iniziata già dopo la crisi finanziaria del 2008 con la fuga dai titoli PIGS. Allora i nostri Btp detenuti all’estero erano il 54% del totale, nel 2012 sono scesi al 32%. I Bonos spagnoli all’estero si sono quasi dimezzati in quattro anni, dal 60% al 34%.
Se una nazione detiene la quasi totalità dei suoi titoli di debito si scongiura sulla carta ogni possibile contagio europeo. Il crollo di un castello di carte. Il Giappone è un esempio. Ha un rapporto debito pubblico-PIL superiore al 200%. Il debito è però posseduto dai giapponesi, quindi nessun pericolo di default, né di destabilizzazione di altri Stati. Avviene invece l’aumento dell’inflazione unito alla diminuzione dei salari. Che è quello che sta succedendo in Italia. Gli stipendi sono i più bassi d’Europa con tendenza al peggioramento, dovuto al carico fiscale che li divora e che cresce insieme all’inflazione.
L’aumento della forbice tra bassi redditi e caro vita sta diventando la norma con milioni di nuovi poveri. Il tutto per tenere in piedi un Sistema che, presto o tardi, comunque collasserà. In questo rientro in Patria dei capitali, chi recita il ruolo dello spallone di fontiera di una volta, le banche, si fa pure pagare l’aggio dallo Stato. Lo Stato italiano presta soldi nostri, attraverso la BCE, alle proprie banche all’uno per cento di interesse. Le banche che comprano i Btp incassano il 5/6 % di interesse dallo Stato. Un euro su quattro delle nostre tasse serve a pagare gli interessi sul debito. Si può quindi affermare che questo giro del fumo serve a finanziare le banche attraverso il Fisco. Forse è il caso di nazionalizzarle.

Fonte: Il Blog di Beppe Grillo

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Altri articoli sul Beppe Grillo: http://paolodarpini.blogspot.it/search?q=beppe+grillo

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I vari modi della comunicazione e la comprensione del linguaggio umano attraverso l’identificazione con l’altro

Generalmente la comunicazione tra esseri umani si svolge attraverso i codici del linguaggio, orale e scritto: ogni termine impiegato è un simbolo, significante che significa un significato, e i termini sono correlati da numerose regole grammaticali, sintattiche, e culturali (ovvero riferimenti ad informazioni pregresse). si tratta di un codice comunicativo piuttosto complesso e articolato, che permette di sviluppare trasmissioni e feedback molto ampii.

Ma è evidente che tale modalità di comunicazione, per quanto ampia nelle sue possibilità, non basta non è sufficiente.

Questa evidenza non è difficile da mostrare, e se per caso qualcuno non ne fosse convinto sarà sufficiente osservare al grande quantità di incomprensione reciproca tra esseri umani concreti. ci sono moltissime idee e comprtamenti di tizio che caio non capisce, e ciò avviene ad ogni livello, sia nelle relazioni intime che in quelle ampiamente sociali.
gli esseri umani sono dotati di intelligenza sufficientemente ampia da fornire una grande differenziazione tra l’uno e l’altro. le necessità basilari sono eguali per tutti, ma i modi, le strategie e le abitudini che ognuno sviluppa nella sua vita per soddisfarli sono ad altissima differenziazione. diversi individui costruiscono e conservano diversità di obiettivi , visioni del mondo, e persino percezioni del medesimo pressochè illimitate.

Espressioni verbali elementari e chiarissime come “mi piacciono i gatti”, “sempronio è simpatico”, “mi sento stanco” possono suscitare in realtà le reazioni più diverse. quando si passi a comunicazioni più elaborate e complesse le differenze di interpretazione (cioè traduzione dai codici individuali di uno e dell’altro) possono diventare enormi.
tuttavia, la comunicazione non si svolge solo a livello verbale simbolico. vengono trasemessi una infinità di messaggi non verbali attraverso espressioni, posture, attività corporee di ugni genere e specie. e tutta questa massa di comunicazione intuitiva si innesta anch’essa, tanto quanto quella verbale, nella lunga storia concreta di ogni individuo.

E’ abbastanza evidente che dovunque ci siano problemi di comunicazione e comprensione reciproca il limitarsi al contenuto del linguaggio verbale risulterebbe insufficiente, e dico questo benchè io dia un grande valore al linguaggio verbale. ritengo che in teoria tutto dovrebbe essere espresso chiaramente in modo verbale, e che in pratica ad ognuno convenga fare tutto il possibile per rendere quanto più chiara e dettagliata la propria comunicazione verbale: non sono favorevole alle allusioni, al non detto, non credo che il messaggio “trasversale” dovrebbe superare quello diretto. ma sono parimenti convinto che quello “diretto” sia varie volte insufficiente alle necessità.

Un tipico atteggiamento utile nei problemi di comprensione è notoriamente il “pensarsi al posto dell’altro”. come mi sentirei, cosa penserei, come proverei ad agire, se mi trovassi al suo posto? questa è sempre una buona domanda alla quale cercare risposta, per una migliore comprensione.

Tuttavia, generalmente, anche in questo caso sembra che la maggior parte delle persone non riesca ad identificarsi davvero con l’altro quanto sarebbe necessario.

Una parte del problema deriva dalla tendenza a pensare l’altro osservandolo comunque “dal di fuori”.

Posso immaginare l’altra persona nella sua casa, nel suo ufficio, nella sua fabbrica, a contatto con le persone e le attività della sua vita. già questo, provare ad immaginare spezzoni di film della vita altrui, fornisce sensazioni e pensieri su quale possa essere la sua percezione del mondo, e il suo conseguente modo di pensare.

Ma in questi spezzoni di film l’altro viene pensato solitamente, come dicevo, “dal di fuori”. e questo costituisce un limite. Questo limite, tuttavia, non è intrinsecamente insuperabile, e può essere affrontato con una semplice tecnica: immaginare se stessi DENTRO il corpo di un’altra persona. provate ad immaginare spezzoni di film della vita dell’altro sentendo la vostra mente dentro la sua scatola cranica, la vostra vista attraverso i suoi occhi, dietro i quali c’è la vostra percezione, il vostro sesso dentro le sue mutande, le vostre viscere dentro la sua pancia, e così via.

Provare ad indentificarsi con il corpo di un’altra persona non mi sembra sia una pratica culturalmente diffusa nella nostra cultura, tuttavia trovo che sia utilissima.

Immergendosi immaginariamente non solo nelle situazioni vissute da un altro, ma anche nel suo corpo fisico, si è portati a fondere la propria pecezione con una enorme quantità di sensazioni altrimenti marginalizzate. una cosa è l’espressione del viso altrui vista dal di fuori, altra cosa è la medesima esperienza immaginata cone propria. immaginare di muoversi entro il corpo altrui fa progressivamente percepire come proprie le espressioni, le movenze, gli atteggiamenti, la sensazione dei muscoli, persino la visuale. Ciò che è visto da una persona bassa in statura è in qualche modo differente da ciò che è visto da una persona alta, e la stessa cosa vale immaginandosi nel corpo di un individuo che lavora in una posizione fisicamente dominante oppure dominata. come tutti, da ragazzo sono stato sui banchi di scuola. ora lavoro su un banco particolare, più grande e generalmente rialzato risptto agli altri: si chiama “Cattedra”.

Una banalità, d’accordo: ma se riepnso a me stesso sui banchi la visuale è significativamente diversa. questo non è poi un grande particolare, comunque influisce sulla formazione della percezione differente che si ha nelle due posizioni. figuriamoci quanto influisce la diversa percezione che si ottiene dentro due corpi differenti, immersi in attività differenti.

L’esercizio di visualizzare se stessi immersi dentro un corpo altrui, invece che nel proprio, è a parer mio un metodo molto utile per cercare di fondersi meglio con l’altrui pensiero, uno stimolo a capire meglio il contenuto delle sue percezioni e dei suoi messaggi.

Se, spiacevolmente, c’è stata una lite, uno scontro (fatto sgradevole, ma che a volte può accadere), siamo di solito inclini a ripensare la scena dal nostro punto di osservazione, rivedendo noi stessi di fronte all’altro.ma cosa succede se proviamo a rivedere la nostra coscienza immersa nel corpo dell’altro, noi stessi che pensiamo e diciamo le cose che ha pensato e detto l’altro, noi stessi che ci muoviamo e vediamo la scena da dietro ai suoi occhi ? per quanto possa valere la mia esperienza, scopriamo regolamnete molti particolari che prima non avevamo proprio notato, ed a volte si tratta di particolari sorprendenti.
possiamo ampliare in molti modi le applicazioni di questa tecnica.

Come ci sentiamo, che cosa proviamo, se cominciamo a percepire come se fosse nostra la stanchezza e la fatica muscolare di una persona molto più anziana di noi, in particolare se la conosciamo, il che ci rende accessibile immaginare che la nostra coscienza si trovi dentro il suo corpo, invece che nel nostro abituale? La visuale di percezione di un simile individuo è per molti versi parecchio diversa dalla nostra. può risulòtare che il suo modo di pensare, e il significato di ciò che dice appaia in una luce più intensa, e più ricca di particolari.

Che effetto fa immaginartsi dentro i muscoli e lo scheletro di un operaio che lavori quotidianamente alla catena di montaggio a ciclo continuo, ciò facendo da sempre, da quando iniziò, in gioventù, a lavorare ? personalmente, faccio parte di una categoria di lavoratori intellettuali, una condizione che può stancare ed anche esurire, a volte, il sistema nervoso, e non sono abituato alla sensazione di fatica muscolare continua. per non parlare, poi, del genere di sensazioni più ampio, inteso come alienazione della propria fatica (svolgere continuamente gli stessi movimenti anonimi, privi di creatitività, è frustrante, perlomeno come deriva dai racconti delle persone che lo hanno fatto).

Che sensazioni provo se mi immedesimo nel corpo stesso di una simile individuo ? sto parlando di quegli operai che non si vedono mai nella comunicazione dei mass media, ma che fanno strutturalmente parte del mondo in cui viviamo, in carne ed ossa, carne ed ossa vilipaesa e sfruttata dal capitalismo d’assalto che li usa come merce da spremere e gettare con disprezzo.

Possiamo anche notare varie differenze che insorgono visualizzandosi dentro un corpo dell’altro sesso. è apparentemente banale dire che siamo abituati a percepire l’esistenza attraverso il corpo di un sesso ben definito, il nostro, e che l’altro è diverso, ma in effetti ciò si riflette in una serie di piccole differenze continue che si finisce facilmente col dimenticare, visto che ci troviamo sempre a contatto con una faccia sola della medaglia, la nostra, appunto. può essere piuttosto istruttivo figurarsi periodicamente nei panni e nel corpo di una persona dell’altro sesso, come antidoto alla dimenticanza delle differenze che si riflettono nella vita quotidiana reale, giorno dopo giorno.

Che sensazioni ci sembra di provare ?

E se ci immaginiamo visualizzandoci dentro il corpo di un bambino piccolo? Da qualche tempo, è tornato a vivere a casa mia il piccolo andrei, nato il 12.12.11 (alle 12.35, per pochi minuti ha mancato l’en plein delle ore 12 del 12.12!). non ha anocra un anno e mezzo.

Sperimenta a getto continuo le prime parole e le prime camminate sicure, dopo quelle incerte e ballonzolanti del passato, tocca, tasta e sperimenta gli innumerevoli oggeti di un mondo sconosciuto, o meglio, conosciuto progressivamente nelle forme ma non ancora negli scopi, e si esprime con noi attraverso la sua serie di segnali specifici, entro cui il linguaggio formale è ancora elementare. come vedrei il mondo se mi trovassi dentro il suo corpo, con le sue modalità a disposizione al posto delle mie? Si tratta sempre di un esercizio assai interessante il provare a figurarselo.

Possiamo ampliare questa tecnica in modo illimitato, se lo vogliamo, estendendola a persone che non conosciamo direttamente, ma di cui sappiamo la certa esistenza, ricordando che comunque, in molti modi diversi, moltissimi individui che non abbiamo mai visto sono comunque in relazione di interdipendenza reale con noi.

Cosa vediamo e proviamo, se immaginimìamo di visualizzarci nei panni e nel corpo di un contadino afghano ? un individuo che trascorre la sua vita lavorando la terra con mezzi generalmente più rudimentali di quelli che abbiamo a disposizione qui, ma che in particolare da molti anni convive quotidianamente e senza scampo con una situazione nuova. i suoi campi, il suo villaggio, i suoi attrezzi e il suo corpo sono stati immersi in una situazione di pericolo oggettivo continuo che non ha modo di evitare, tutto è soggetto al rischio reale di morte e distruzione, in ogni istante di ogni giorno e di ogni notte i suoi averi e il suo corpo stesso potrebbero venire distrutti dai proiettili e dalle bombe trasportati nella sua terra da bande armate di sicari mercenari venuti da lontano, da altri continenti, devastatori invasori provenienti da eupropa e stati uniti, con schiere di macchine metalliche di morte che volano sopra la sua testa e viaggiano sulle sue montagne, dove hanno già ucciso uomini, donne e bambini, esseri come lui, a volte conosciuti personalmente, e distrutto case e coltivazioni come le sue.

Alla fatica fisica dobbiamo aggiungere la sensazione ineliminabile di vivere in mezzo al pericolo continuo, imprevedibile ed immotivato, ogni giorno, senza scampo. che sensazioni proviamo se ci visualizziamo dentro il corpo di quell’uomo, cioè dentro il veicolo che lui non può in alcun modo abbandonare, così come noi non possiamo abbandonare il nostro corpo?

Quella che per noi è una visualizzazione momentanea è invece, per lui, la inevitabile vita quotidiana, e questa percezione dobbiamo aggiungere senza dimenticarla.

Che sensazioni, percezioni, riflessioni e pensieri proviamo se ci immergiamo a fondo in una simile autorappresentazione ?e rientrando nella nostra condizione abituale, che sensazione proviamo al pensiero dei gangster che dagli scranni dei governi e parlamenti, nonchè attraverso i fogli fascicolati della propaganda goebblesiana di regime, ci prendono tutti macabramente in giro strillando “stiamo portando la pace” là dove continuano a portare l’omicidio di massa ? forse ci possono apparire come degli esseri psichicamente malati, bisognosi di cure che restituiscano loro la sanità mentale. autointrappolati nelle rete di menzogne così simile a quella dei paranoici conflittuali reami degli asura descritti dalla letteratura indobuddhista. in che luce ci appaiono, ora, le parole “civiltà”, “stato”, “nazione”, “Legge” ,”patria”, che di solito, nella vita ordinaria, possono sembrare così importanti ?
del resto, come ci vediamo nei panni e nel corpo di una giovane ragazza libica che a tripoli prima sente alla radio ed alla televisione l’annuncio dell’arrivo di missili esplosivi assassini eurostatunitensi, e poi li vede concretamente arrivare, di solito nottetempo, distruggendo le case della sua città ed uccidendo i suoi concittadini, senza poter far nulla ad evitarlo, visto che milioni di individui apparentemente come lei, a poche migliaia di kilometri di distanza, mantengono consapevolmente al potere, col proprio voto annuale, la banda di criminali che dà ordine ai sicari armati di devastare, squartare, uccidere ? quali riflessioni, sensazioni e pensieri possono albergare nella mente di una simile ragazza ?

Non c’è davvero limite all’impiego della tecnica di identificazione del proprio corpo con il corpo altrui, della propria coscienza percettiva e riflessiva con quella altrui.

Si tratta di un modus che, a mio parere, andrebbe insegnato a tutti fin dalla più tenera età: l’arte di identificarsi concretamente col prossimo. la si dovrebbe insegnare fin dall’asilo infantile e le scuole elementari, così come si insegna a leggere, scrivere e far di conto.

Aiuterebbe gli esseri umani a capire meglio reciprocamente la propria condizione effettiva e la natura del a rete delle proprie interazioni con gli altri.

Sono estremamente grato alle persone che tanti anni fa mi introdussero a questo modo di esplorare la vita.

Principalmente, a quei lama tibetani che nelle loro meditazioni tantriche ci esercitarono a fondere la propria immagine con quella di altri esseri senzienti, di ogni genere. come immaginate di potervi sentire, identificandovi con il corpo di luce di una divinità del dharma?

Penso che sia una esperienza che tutti dovrebbero provare, per un qualche periodo della propria vita.

E sono grato anche a quegli psicologi occidentali che a modo loro cercarono anch’essi di sviluppare queste modalità di esperienza e conoscienza.abbiamo bisogno di strumenti che ci permettano di ampliare la nostra percezione e conoscenza della condizione di esseri senzienti in forma umana in relazione con altri esseri senzienti.

Tayata om gate gate paragate parasamgate bodhi soha! hare krishna, hare rama, sarva mangalam, shanti om.

Vincenzo Zamboni

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Commento di Rosario Borrelli:

Anche per me questa materia è particolarmente affascinante, e l’articolo ci offre interessanti imput. Mi piacerebbe indagare anche perchè il linguaggio verbale è insufficiente, e se davvero esso si possa considerare come un vettore primario… della comunicazione tra individui e gruppi. Sarebbe stimolante anche esaminare il ruolo di s/comunicazione svolto dall’ab/uso degli stereotipi ( parole , frasi, tecniche di linguaggio specialmente ma non solo verbale) che tendono a validare determinati concetti o interpretazioni spesso preconfezionate. Si usano abbondantemente anche in pubblicità; per vendere un prodotto le tecniche sono sempre piu’ sofisticate e si avvalgono di studi e ricerche. Ma una delle tecniche – tipo, ad esempio, si chiama stereotipo vincente: si associa ad un prodotto un logo di successo e, stante ovviamente l’imperativo culturale dominante che è l’arrivismo, la competizione, il potere, si è abbastanza sicuri di far breccia su un notevole numero di clienti.

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