Archivio di giugno 2012

Oro, argento e… – Il gioco delle valutazioni stabilite dai potentati finanziari senza alcun riferimento al bene

Lunario Paolo D'Arpini 7 giugno 2012

Cari Amici, un nuovo quesito mi giunge dall’amica Lidia, che vorrebbe saperne di più in merito alle valutazioni, insomma chi stabilisce i prezzi, dei vari beni e preziosi. Paolo D’Arpini

Caro fratello, ancora non mi è molto chiaro chi stabilisce il prezzo dell’oro nel mondo.

Ho pensato che se ad esempio nel nostro Paese costa 10 mentre in un altro Paese costa 50, chi possiede un po’ di oro, va in quel Paese e lo rivende con un incasso di 5 volte superiore al prezzo nel nostro Paese. Ovviamente se un tizio che possiede molto oro è anche lo stesso che ne stabilisce il prezzo nei Paesi del mondo, capisci da solo che si arricchisce in maniera smisurata, se non si tratta di una persona onesta! Che cosa dicono in merito a questo tema gli esperti di economia e finanza?

Inoltre, chi stabilisce il prezzo delle pietre preziose, del petrolio, del metano..ecc..ecc…?

Un abbraccio Lidia

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Risposta di Claudio Martinotti Doria:

Mi permetto di dire che le frasi riportate in fondo sono troppo approssimative, per non dire concettualmente puerili, e spero di riuscire a spiegarlo nel corso del mio breve intervento.

In estrema sintesi, e mi scuso per il poco tempo disponibile, in teoria il prezzo delle materie prime dovrebbe essere determinato dal c.d. MERCATO, che però non è mai LIBERO, mai stato, sempre subisce interferenze e manipolazioni, molteplici per non dire infinite, sia da corporations che da cartelli, che da governi, lobby potentissime, ecc..

Ogni tanto qualcuno parla di speculazioni, come fossero una novità o la sola causa di ogni male (sono sempre esistite, ne sono solo cambiate le dimensioni e frequenze).

Le principali banche mondiali d’affari sono una decina, trenta quelle che governano il mondo, tutte quante (chi più chi meno) controllate dalle DINASTIE Rothschild e Morgan e Rockefeller & Partner, che non ha nulla a che vedere con il complottismo o paranoie varie, sono semplicemente loro che hanno fondato nel 1913 la FED dando poi l’avvio al denaro fiat (a corso forzoso e creato da nulla, una specie di PIETRA FILOSOFALE) E DA ALLORA HANNO EFFETTIVAMENTE DOMINATO IL MONDO ed assoggettato la classe politica ai loro voleri …
In particolare venendo al prezzo dell’oro, occorre tenere conto che quando viene manipolato appunto dalla banche specializzate del loro gruppo, non ci si riferisce all’oro FISICO, ma a quello di carta, che si stima sia dalle 100 alle 500 volte superiore alla REALTA’, cioè i c.d. speculatori o investitori HANNO IN MANO CARTA (aggiungerei STRACCIA), in genere FUTURES, che garantisce loro la consegna dell’oro ad una certa data ad un certo prezzo … PECCATO CHE TUTTO QUELL’ORO ESISTA SOLO NELLE FANTASIE EGOICHE E NEL LORO DELIRIO DI ONNIPOTENZA, ma non nella realtà.

IN PRATICA SONO TRUFFE FINANZIARIE, una specie di SCHEMA DI PONZI, nel quale chi più tardi arriva più viene gabbato. Se solo il 3 per cento di coloro che hanno in mano quella carta PRETENDESSE LA CONSEGNA DELL’ORO FISICO, IL CASTELLO DI CARTA CROLLEREBBE, come se una cospicua parte dei clienti di una banca si recasse agli sportelli per prelevare il loro denaro O ALMENO QUELLO CHE CREDONO SIA IL LORO DENARO, perché una volta che lo avete consegnato in banca VI ILLUDETE CHE SIA ANCORA IL VOSTRO … non avete letto bene il contratto di apertura del conto corrente.

Quindi ricapitolando a spanne: la bella compagnia di PLURIFANTASTIMILIARDARI citati sopra per il tramite delle loro banche specializzate ogni tanto controllando la carta (contratti) che posseggono in oro, fanno scendere il prezzo per spaventare il gregge o parco buoi (i piccoli insignificanti investitori da macellare) e fargli portare quello che posseggono di fisico dai vari COMPRO ORO, che sono sorti come i funghi, dopo di lo fanno risalire e nel frattempo loro ci hanno guadagnato (non si fanno certo del male solo per impedire che il valore dell’oro salga e faccia crollare il valore monetario … PERCHE’ LO SCOPO E’ SOPRATTUTTO QUELLO: IMPEDIRE CHE LA GENTE CAPISCA CHE LA VERA MONETA NEL CORSO DELLA STORIA DELL’UMANITÀ’ E’ SEMPRE STATA L’ORO E L’ARGENTO e che questa di carta creata dal nulla e senza controvalore materiale è una truffa che non può durare all’infinito.

ALLORA OGNI TANTO TI DEVONO RACCONTARE CHE L’ORO è IN BOLLA PER FARTI ALLONTANARE DALL’EVERSIVA INTENZIONE DI COMPRARNE QUALCHE ONCIA PER METTER AL SICURO I TUOI RISPARMI. NON SIA MAI.

Per Lidia, una banale puntualizzazione, il prezzo dell’oro non varia da paese a paese, essendo quotato a livello mondiale in dollari, vai su uno dei numerosi siti che lo riportano, semmai varia in base alle valute locali … Le varie CASSANDRE o i PROFETI che cazzeggiano sull’oro da decenni, dovrebbero spiegare come mai, nonostante tutte queste premesse ed i numerosi motivi che hanno sempre citato a discapito e discolpa, il valore dell’oro negli ultimi dieci anni è salito di sei – sette volte …

CHE SIA PERCHE’ SI STA PERDENDO FIDUCIA NELLA MONETA DI CARTA CREATA DAL NULLA? Mi riferisco in particolare al dollaro ed all’euro e la sterlina, rimane ancora il franco svizzero ed il renminbi, ma per quanto ancora durerà la fiducia?

Scusate la brevità e soprattutto per quanto ho omesso di spiegare, come la riserva frazionaria, il leveraggio, ecc..
ciao, claudio m.d.

P.S. A conferma di quanto ho scritto.. :-) il castello di carta sta per crollare: http://www.cadoinpiedi.it/2012/06/07/usa_in_arrivo_un_nuovo_crack_bancario.html

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Risposta di Giuseppe Turrisi:

Magari ci fosse una risposta incontestabile univoca e razionale purtroppo non è cosi… tutto nasce dalla dimensione del valore, ma prima di inoltrarmi in una pseudo spiegazione filosofica vediamo se riesco a dare una risposta pratica il prezzo ha diverse componenti che dipendono assolutamente dal contesto in questo viene posto.
C’è la famosa legge della rarità che dice più di una cosa c’è ne tanta più questa vale meno ed è il principio su cui si basa l’oro e anche la moneta…. (la tengono limitata per combattere l’inflazione)
non solo se tutti ne hanno tanta i ricchi diventano meno ricchi perché si svaluta anche la loro moneta.

La rarità di fatto è un artificio forzato proprio per determinare l’aumento di valore.. l’oro è certo un metallo limitato nella quantità per questioni naturali.. ma anche questo viene gestito sul mercato dalla Rothschil house of london e poiché nei momenti di crisi diventa ulteriore riserva (nella diversificazione del paniere) chi lo detiene lo fa oscillare per specularci infatti dopo la crisi (o rivoluzione) crollerà nuovamente adesso si trova al suo picco massimo, poiché diventa rifugio per chi non vuole perdere capitale..

Il prezzo è sempre drogato dal contesto e sopratutto dal compratore….. la gioconda di Leonardo a Parigi per un amatore vale miliari se la prendi e porti a un barbone sotto un ponte nel freddo di natale vale si e no 1 minuto di fuoco….

Il valore intrinseco di un prodotto (materia prima + ore di lavoro+ trasporto+vendita) hanno senso in un contesto industriale di marketing e di mercato, ma quel valore “speso” non è detto che poi sia un valore “attribuito” dal potenziale compratore.. anche se SAY direbbe che tutto si vende “perché l’offerta crea sempre la domanda” purtroppo non è cosi semplice cambia sempre da contesto a contesto…. il valore è anche una relazione (le contrattazioni di ogni ordine e grado dalla borsa fino all’ultimo mercatino sono la dimostrazione che il valore nasce solo nel contesto e non ha regole rigide ansi tutt’altro).

Tutto parte dai bisogni (primari reali indotti) quanto si pagherebbe un bicchiere d’acqua dopo tre giorni nel deserto?

Quanto costa una ferrari? quanto vale una ferrari? quanto cosa un pezzo di pane?

Direbbe Galimberti se in un bosco entra un poeta e un falegname non vedono la stessa cosa!!!

In ultimo la mia divagazione metafisica..(Auritina).. il valore è un rapporto tra fasi di tempo (tempo previsionale di un possibile vantaggio futuro, e il momento edonistico di utilizzo, senza memoria ed immaginazione non esisterebbe il valore) il valore è una funzione del tempo, il tempo è una funzione della mente quindi il valore è una funzione della mente… il valore è sempre indotto…

Niente ha valore se l’uomo non glielo da nella sua architettura mentale che viene educata a questo.

(Colombo dava campanellini in cambio di oro agli indigeni americani)

Noi siamo educati ad essere consumatori ossia ci vengono programmati valori di riferimenti e comportamenti ( un ragazzo fino a 15 anno calcolando solo 10 minuti di pubblicità al giorno, ma sono molti di più, riceve 900 ore di programmazione mentale che determineranno bisogni che determineranno prezzi!!!! Se tutti i bambini vanno con le scarpe Nike a scuola anche tuo figlio dovrà andarci con le Nike che costano 230 euro e anche tu sei programmata a non essere severa con tuo figlio, perché tu vuoi tutto il bene per tuo figlio..(anche perchè hai la colpa di esserti divorziata e non gli vuoi fare pesare questo….. sono tutte architetture mentali… sono tutte convinzioni a cui obbediamo…. cecamente.

In oltre la pubblicità è fatta al 60/70 percento per i bambini perché saranno i consumatori del domani.

Certamente nel valore di riserva c’è la componente del lavoro umano…

Riepilogando nella determinazione di un prezzo c’è certamente un costo di produzione (materia-lavoro) (sulla materia c’è la legge della rarità ma anche del bisogno), c’è un prezzo di mercato ( qualcuno è disposto a comprare il tuo pomodoro o quadro?) (che può non coincidere con il prezzo di produzione), c’è la determinate psicologica del bisogno (vero o indotto) ( ho bisogno del pomodoro?, ho bisogno del 15° paio di scarpe?), c’è la componente sociologica (valore collettivo reale o suggestione) (una strada, una scuola, oppure siccome tutti fanno le vacanze alle Maldive!!); l’insieme delle tre/quattro determina il mercato dei prezzi ballerini……..

(ci sarebbe da fare una disquisizione sulla competenza/competizione – prezzo-quantità/prezzo-qualità ma divagheremo).

Spesso parlo della forte imposizione che abbiamo avuto nella monetizzazione della vita, induzione forzata ad utilizzare moneta per fare ogni cosa, oggi qualsiasi cosa si voglia fare c’è bisogno del denaro (bisogno indotto) perché?

Per utilizzare il più possibile il loro denaro che genera interessi? e poi controllato dalle loro banche via la banconota di carta.. ecc.
per il momento credo che basti
G.T.

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Riflessione aggiunta di Lidia: “..allora è per questo che alcuni politici (citati nei recenti scandali) compravano preziosi.!!!!..per metterseli da parte… come anche l’oro, in attesa di tempi migliori… essendo appunto il denaro carta straccia!!!! Ma se un Paese volesse mettersi contro questo sistema globale, ribellarsi, cambiare….. che cosa potrebbe fare per riacquistare la propria autonomia in tutti i settori economici e finanziari? Mi pongo il problema perché, se le cose stanno proprio così e non dovesse esistere un’uscita di sicurezza da questo manicomio globale, allora sarebbe perfettamente inutile eleggere un governo anche di persone oneste e libere… che cosa potrebbero fare per rifiutare un sistema marcio a livello mondiale e ormai irriformabile?…. (…bella domanda vero?….)”

Mia rispostina: “Carissima,  è quello che ci stiamo chiedendo tutti! Infatti l’insegnamento della Gita resta sempre il migliore: compiere il proprio Dharma, senza aspettarsi risultati….”

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Replica di C.M.D.:
Basterebbe tornare ad una qualche forma di GOLD O SILVER STANDARD, ma poi come potrebbero (le banche) creare ricchezze immense in poco tempo alle spalle di miliardi di schiavi turlupinati e parassitati delle loro fatiche e risparmi?
Con una moneta finita, e controllata e localizzata, ogni forma di parassitismo politico finanziario cesserebbe, non potendo fare leveraggio e creare debito da far pagare ad altri e soprattutto alle generazioni future …”

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Articolo pubblicato sul tema:

La differenza fra il valore ed il prezzo – Scrive Silvano Borruso: “Cominciamo con il cosiddetto ‘mercato’ dell’oro. Chi crede che il prezzo ne venga stabilito dalle mitiche ‘domanda e offerta’ vive in un altro mondo. Il prezzo dell’oro viene stabilito giornalmente, alle 11 del mattino, da quattro – cinque signori che anonimamente, e unanimemente, si riuniscono in una delle tante sale del ‘Vaticano’ di Mammona, cioè la City di Londra. Non è dato sapere chi siano costoro, o secondo che criteri decidono il prezzo dell’oro per quel giorno. Non è neanche dato sapere se la decisione parta da loro o se la ricevano da altre fonti. Il ‘mercato’, in altri termini, è truccato. E cosa succederebbe se un bel giorno codesti signori decidessero di stracciarne il prezzo? Se lo chiedano i gonzi convinti ad investire fortune per possedere quel mitico “valore intrinseco”; e si ricordino di Marco Licinio Crasso…” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/05/oro-il-valore-del-metallo-senza-valore.html

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Franco Libero Manco: “..i vegetariani non fanno pena..!”

Anche se salvare un solo animale è condizione sufficiente a portare avanti ad oltranza la causa animalista, ciò che occorre è che questa non sia concepita come un movimento fine a se stesso la cui sfera d’azione può apparire circoscritta a salvare gli animali dalla violenza umana e proteggerli con leggi opportune: è tempo di avere piena consapevolezza che il nuovo messaggio di questo grande e rivoluzionario movimento culturale coinvolge e scuote l’individuo e la società non solo sotto l’aspetto morale e salutistico ma spirituale, civile, sociale, economico, ambientale, energetico…

La nostra causa non deve essere percepita solo come un movimento di gente mossa a compassione per la sofferenza degli animali, ma principalmente come il mezzo più potente ed efficace per rendere migliore questo mondo, come ciò che può liberare l’essere umano dalla millenaria inclinazione alla violenza, al disprezzo del valore delle diversità della vita, alla malattia, al dolore. Occorre far capire che la scienza e l’etica vegana sono l’anello mancante per la realizzazione di un mondo più giusto e che il superamento della visione antropocentrica è la sola possibilità per rendere migliore l’essere umano anche nei confronti dei suoi stessi simili.

Ai dirigenti dei sistemi economici, politici, religiosi e sociali in genere dobbiamo far capire che non è possibile un mondo diverso dall’attuale finché l’umanità avrà una coscienza in grado di giustificare il sistematico massacro giornaliero di milioni di animali innocenti e che chiunque considera legittima l’esistenza dei mattatoi, degli stabulari della vivisezione o qualunque altra attività che schiavizza e opprime esseri indifesi, inermi, innocenti, non solo non è adatto a servire il popolo ma si rende responsabile dei problemi più gravi che attanagliano il genere umano che derivano appunto dalla nefasta concezione antropocentrica che inclina l’essere umano a convivere con la logica predatoria della supremazia del più forte sul più debole.

Soprattutto nei dibattiti occorre evidenziare la diretta correlazione esistente tra violenza agli animali e violenza umana, tra il consumo di carne e patologie umane, tra allevamenti intensivi e distruzione delle foreste, tra industria zootecnica e inquinamento, tra il mangiar carne e sperpero di risorse naturali ed energetiche. Dobbiamo denunciare la cultura sintomatologica, far capire che parlare di animali non significa solo chiedere rispetto e diritti per gli animali, ma mettere a nudo la coscienza umana, responsabilizzare l’individuo dell’impatto che hanno le sue scelte quotidiane sulla condizione personale e sul destino collettivo.

Noi abbiamo una grande missione da compiere, quella di rendere migliore questo mondo attraverso l’apertura del cuore dell’uomo verso la vera giustizia e verso la compassione universale. La nostra missione è portare nelle famiglie la responsabilità della giusta educazione dei giovani e della sana alimentazione dei figli, di anteporre ad ogni interesse l’amore per la vita ed il rispetto per ogni essere vivente; di anteporre alla logica del profitto il bene comune, di anteporre il biocentrismo alla logica dello sfruttamento e della dominazione della natura.

Per questo non possiamo permetterci divisioni interne al Movimento, esasperati personalismi, intolleranze. Le energie devono sommarsi in obiettivi comuni invece di annullarsi a vicenda in sterili rivalità. Dobbiamo essere consapevoli che siamo la punta più evoluta dell’intelligenza positiva e della sensibilità umana. Per questo abbiamo il dovere di essere di esempio in ogni circostanza e testimoniare il nostro ideale per il bene di tutti.

Abbiamo il dovere di far capire che ogni violenza ed ogni ingiustizia umana nasce dalla indifferenza verso il dolore della vittima, dalla non considerazione degli effetti prodotti dalle nostre scelte quotidiane, dalle nostre abitudini. Se la sensibilità umana, il senso di giustizia e la condivisione empatica sono ciò che può rendere migliore la società umana, l’attitudine al rispetto verso i più deboli ed indifesi è condizione imprescindibile per rendere questo mondo più giusto, più fraterno e solidale.

L’indifferenza verso il dolore e la morte di tante creature innocenti, causata dalla nostre scelte quotidiane, il non considerare un problema la sofferenza animale, fomenta la depravazione morale, la dissolutezza, l’ingiustizia, la durezza di cuore.

Franco Libero Manco

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Bioregionalismo e Politica – Riprendere la costruzione dell’unità europea e l’attuazione bioregionale a livello europeo e mondiale

Proprio in questi giorni stavo parlando con la mia compagna Caterina Regazzi in merito a quelle che sono le mie priorità politiche, sociali ed ambientali per realizzare un mondo migliore. Ancora una volta ho espresso il mio desiderio per l’unione di tutte le genti in un’unica identità umana. Come avrebbe potuto essere l’ONU se non avessero prevalso interessi particolari e veti incrociati sulla sua operatività e consistenza.

L’umanità è una ed anche la Terra è una. In un contesto di consapevolezza universalista un governo mondiale -lungi dal rappresentare interessi economici di potentati finanziari- dovrebbe rappresentare l’interesse di tutto il globo terracqueo, inserendovi non solo gli umani ma anche gli altri viventi. Se vogliamo questa è anche la visione bioregionale, in cui gli ambiti territoriali non sanciscono separazioni ma solo definiscono le variazioni di intensità, di qualità e di presenza vitale e geomorfologica.

Un po’ come avviene per l’organismo umano che è l’insieme inscindibile di tutti i suoi organi, distinguibili nelle reciproche funzioni ma non separabili. Pertanto l’interesse di un organo deve prevedere e integrarsi con l’interesse di tutto l’organismo.

Questo sentire olistico non è solo prerogativa del pensiero bioregionale ma anche la conclusione logica della filosofia non duale. Diceva ad esempio Ramana Maharshi: “Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo. Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti ed inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima.” Ed affermava Nisargadatta Maharaj: “..noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati”

La nostra presenza umana perciò va inserita nel contesto della natura, nel consesso dei viventi, in condivisione olistica e simbiotica.

La prima cosa da fare, a livello politico, è il riconoscimento della appartenenza alla “Casa Comune” e questo, se vogliamo, si può anche fare per gradi. Come siamo stati capaci di riconoscere la nostra identità prima nel nucleo familiare e nella comunità tribale, poi nella città e nel popolo ed avanti ancora nella nazione, saremo in grado di riconoscere le comuni radici europee che tutti ci contraddistinguono.

Certamente non per “separare” l’Europea dal resto del mondo, mettendola in competizione con gli altri raggruppamenti etnici e geografici, ma per imparare ad allargare il nostro senso di identità ed appartenenza. Pertanto l’attuazione dell’Unione Europea è, secondo me, un passo necessario per migliorare la nostra visione olistica. I singoli stati debbono fondersi e rinunciare alla loro prerogativa nazionale. Queste deve avvenire in piena giustizia e con il consenso del popolo e non per avvantaggiare uno stato od una struttura economica rispetto ad un’altra. Quindi la base dell’unione non deve essere quella della supremazia politica ed economica di una o più nazioni né deve rappresentare interessi alieni alla comunità (banche, multinazionali, istituti finanziari internazionali, etc.).

Per questo è importante che -ad esempio- l’emissione dei valori monetari di interscambio comunitario sia direttamente gestita dal governo comunitario e non dalle banche private come avviene oggi con la BCE.

C’è poi l’altro aspetto della valorizzazione e salvaguardia delle culture e delle peculiarità specifiche delle comunità locali, le caratteristiche di queste comunità non possono essere rappresentate da “regioni politiche disomogenee” bensì dovranno essere ristrutturate in ambiti bioregionali omogenei. Queste bioregioni dovranno presentare evidenti affinità di cultura e di forme economiche, per quel che riguarda l’uomo, ed altrettanto dicasi per gli aspetti naturalistici, geomorfologici, botanici, climatici, etc.

Le grandi città tanto per cominciare debbono essere amministrate, con le loro aree metropolitane, in bioregioni a se stanti, per una corretta gestione autonoma dello svolgimento dei suoi servizi, approvvigionamenti, etc. in modo da non far degradare -come oggi avviene- il contesto generale del territorio circostante, dovuto anche alla diversità di incidenza della rappresentatività percentuale della popolazione e del suo “peso” elettorale. Lo vediamo bene con quel che succede -ad esempio- nella Regione Lazio, sovente succube degli interessi devianti e fagocitanti di Roma: su 6 milioni di abitanti 5 di essi vivono nella città e relativa banlieu.

Nel riordino amministrativo a carattere bioregionale bisogna inoltre privilegiare le piccole comunità ed il mantenimento dei rispettivi habitat e delle culture tradizionali.

Attuando il bioregionalismo su ampia scala l’Europa non sarà più un accrocco disomogeneo di stati bensì l’unione di piccole comunità omogenee ed autonome (negli ordinamenti amministrativi interni) che condividono, nel mantenimento delle diversità culturali, una comune identità ed un comune interesse di sviluppo sociale e spirituale. Parlo di interesse spirituale e non religioso, in quanto le religioni stesse sono elementi separativi che contrappongono l’uomo all’uomo e l’uomo alla natura.

In questa prospettiva sento di voler condividere il documento presentato dal Movimento per la società di giustizia e per la speranza di Arrigo Colombo che scrive: “Cari amici, il Movimento ha preparato questo documento per la ripresa e il rafforzamento dell’Unione Europea; per il quale chiede il vostro aiuto nell’invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato”

Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana

Testo menzionato:
“Pres. François Hollande, webmestre@www.elisee.fr
Cancelliera Angela Merkel, internetpost@bundeskanzlerin.de
Pres. Mario Monti, centromessaggi@governo.it
Reprendre la construction de l’unité européenne La plus grave erreur qu’on ait commise a été l’abandon de la construction de l’unité politique de l’Europe. C’est arrivé après le non au référendum de la France et de la Hollande ;un fait tellement étrange car il s’agissait de deux seules nations de l’Union ; et car l’objet du référendum, la Constitution Européenne, n’était pas connu par le peuple qui a voté ; il s’agissait plutôt de l’opinion de certains partis politiques ou de certains courants dans les partis. On a cherché à raccommoder les choses par le traité de Lisbonne, mais personne n’y a cru: l’individualisme et le chauvinisme de certains états avait prévalu sur le grand processus historique de l’unification. Maintenant la crise économique a montré avec évidence tous les inconvénients d’une Europe divisée, où les états individuels – l’Allemagne par exemple – imposent leur politique ; où l’on parle avec une facilité folle de la sortie de l’Union d’un ou de plusieurs états, de la fin de l’euro pour retourner à la monnaie nationale. Il est évident qu’il y a un esprit destructeur qui veut anéantir la grande entreprise de construction de l’Union Européenne, 500 cents millions d’habitant, une puissance économique et culturelle incomparable, un esprit de solidarité et de paix, un exemple pour l’humanité entière. On doit reprendre avec force la réalisation d’un état fédéral. C’est-à-dire :une charte constitutionnelle ; un parlement qui a le pouvoir de législation et de décret ;un gouvernement véritable ; une politique économique unitaire dans un esprit de solidarité, de soutien du travail, de rédemption de la pauvreté, sur la base du principe de dignité et du droit de la personne humaine, de chaque personne; où l’on pourra développer peu à peu la socialisation de l’entreprise et la redistribution de la richesse ;une véritable politique de paix, avec l’abandon de l’armement nucléaire par la France et la Grande Bretagne, l’abandon de la vente des armes, l’abolition progressive de tout armement et le refus absolu de toute guerre. C’est une politique dans laquelle l’Europe doit traiter et convaincre, elle doit porter à la paix oecuménique l’humanité entière.

Prof. Arrigo Colombo Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce, Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160E-mail arribo@libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia

(testo italiano)
Riprendere la costruzione dell’unità europea Il più grave errore è stato qui l’abbandono della costruzione dell’unità politica europea; che è giunto dopo il no di Francia e Olanda nel referendum sulla proposta costituzionale: un fatto talmente strano in quanto si trattava di due soli stati dell’Unione: e anche perché l’oggetto del referendum, la Costituzione Europea, non era conosciuto dal popolo che ha votato; si trattava piuttosto dell’opinione di certi partiti politici o di certe correnti di partito. Si è cercato di riaccomodare le cose col trattato di Lisbona, ma nessuno ci ha creduto: l’individualismo e lo sciovinismo di certi stati era in realtà prevalso sul grande processo storico dell’unificazione. Ora la crisi economica ha mostrato con evidenza tutti gli inconvenienti di un’Europa divisa, dove i singoli strati – la Germania ad esempio – impongono la loro politica; dove si parla con una folle facilità della possibile uscita dall’Unione di uno o più stati, della fine dell’euro per tornare per tornare alla moneta nazionale. È evidente che qui uno spirito distruttore vuole annientare la grande impresa di costruzione dell’Unione Europea, 500 milioni di abitanti, una potenza economica e culturale incomparabile, uno spirito di solidarietà e di pace, un esempio per l’umanità intera. Dev’essere ripresa con forza la realizzazione di uno stato federale, ciò è a dire:una carta costituzionale;un parlamento che ha il potere della legge e del decreto; un vero governo;una politica economica unitaria in uno spirito di solidarietà, di sostegno del lavoro, di redenzione della povertà; sulla base del principio di dignità e diritto della persona umana, di ogni persona; dove a poco a poco si potrà sviluppare la socializzazione dell’impresa e la ridistribuzione della ricchezza;una vera politica di pace, con l’abbandono dell’arma nucleare da parte di Francia e Gran Bretagna, l’abbandono di ogni vendita delle armi, l’abbandono progressivo di ogni armamento e il rifiuto totale della guerra. Una politica in cui l’Europa deve trattare a convincere, deve portare alla pace ecumenica l’umanità intera”

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Di questo e simili temi se ne parlerà durante l’incontro collettivo ecologista del Solstizio Estivo, che si tiene ad Aprilia (Latina) dal 22 al 24 giugno 2012. Vedi anche: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=incontro+collettivo+ecologista+programma

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Movimento 5 Stelle, Parma, i rifiuti e le speranze contagiose del GCR

Si è riunita nei giorni scorsi la prima assemblea di Gcr del dopo elezioni.

Tra i presenti la convinzione che il tema inceneritore abbia inciso non poco sull’esito delle elezioni amministrative, un duello che ha visto contrapporsi il candidato no ince Federico Pizzarotti con l’altro aspirante sindaco, propenso a sostenere ancora l’incenerimento dei rifiuti.

Gcr è ora in attesa di capire come intenda muoversi l’amministrazione sui temi dell’ambiente.

C’è grande attesa in città e molte speranze che la svolta in Comune sia anche e soprattutto una svolta verde.

La vittoria di un candidato che dice no al forno porta anche alla consapevolezza di dover sostenere il più possibile le scelte corrette di gestione dei rifiuti che la nuova giunta 5 Stelle metterà in campo.
Ma non è solo Gcr che deve sostenere il sindaco nella nuova avventura
Crediamo debba essere anche il territorio a far sentire la bontà della scelta.

Agli industriali dell’agro alimentare non dovrebbe sfuggire che una amministrazione che intende migliorare lo stato di salute della nostra aria non può che giovare alla loro produzione di eccellenza, che proprio sul “buono e sano” fa marketing in giro per il mondo.

Gcr porterà sul sito del cantiere dell’inceneritore la vittoria delle amministrative, la vittoria della prospettiva no forno, i vessilli che hanno guidato la lunga marcia dei no ince,

Sarà l’occasione per il rilancio del manifesto della food valley, oggi ancora più attuale ed urgente per riprogettare il futuro non solo di Parma ma di tutto il nostro territorio.

Un manifesto fatto di buon senso, buone pratiche, visione.
Questi cinque anni rappresentano una occasione irripetibile per fare scelte coerenti e libere.

Questi cinque anni rappresentano il laboratorio della nuova politica.
Per noi sono un banco di prova da cui poter attingere per trascinare l’intero Paese verso una nuova prospettiva fino ad oggi timida come un miraggio, evanescente come un sogno.

Qui si potrà sperimentare ed anche applicare tutto quello che l’Italia dei piccoli comuni ha dimostrato essere la strada giusta per concretizzare quella impronta ecologica leggera che fin qui è rimasta solo sulla carta e nell’album degli intenti.

Il lavoro è enorme, ma anche l’entusiasmo è alla stelle.

Il sorriso di Parma può essere contagioso. Deve diventarlo.
Anche per il consigliere Iotti, anche per la cosiddetta “opposizione”. Anche per Iren e per UPI.

Il messaggio che Gcr ha portato in questi anni, tra teatri, cinema, auditorium, con alcuni dei migliori professionisti del mondo, è positivo.
Dire no all’inceneritore significa dire sì posti di lavoro in più.
Parma può diventare faro in Italia e nel mondo, volano per una nuova economia, polo attrattivo per innovazione, investimenti, cultura, business, università.

Ora che tutti vogliono rifiuti zero, possiamo davvero bruciare i tempi del cambiamento invece che le risorse che sono i rifiuti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR

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Inceneritore di Parma – Commento di Letizia “L’inceneritore c’è già. E’ praticamente terminato. sono stati addirittura raddoppiati i turni di lavoro perché possa essere pronto in pochissimi mesi. Il problema è pagarlo e non utilizzarlo… si parla di riconversione… è un bel problema per il sindaco”

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Claudia Petrazzuolo: “…panta rei, tutto scorre … nulla cambia … mentre un losco figuro si aggira per l’Italia!”

Il figuro che, per maledizione divina, da mesi usurpa “legalmente” il governo di questo paese godendo di una di una maggioranza frutto di un ignobile connubio, assieme ad un consesso di azzeccagarbugli di manzoniana memoria, sta spingendo il paese, in nome della sua salvezza, sul fondo… di ognuno dei baratri possibili.

Dalla faccia sobria di questo signore e dai suoi ministri ci tocca ascoltare ogni giorno che questo debito pubblico non ha colpevoli se non coloro chiamati a pagarne le conseguenze: operai, pensionati, onesti lavoratori … e solo le incarognite forza del male: comunisti, mercati, spectre, satana ed i suoi discepoli, gli alieni di Orione e, udite udite, voi stessi che vi uccidete di sacrifici per pagare gli onerosi balzelli di uno stato infame, impediscono una ripresa spontanea e naturale della economia e delle finanza aspetti buoni e giusti di un mondo irreale e affamatore. Ogni altra considerazione è superflua!. Il dopo queste considerazioni si risolve in un unico concetto:

“ITALIANI IN POSIZIONE DEL RACCOGLITORE D’ULIVE E OLIO O BURRO secondo che siate del sud o del nord “.

In questo paese c’è una evasione fiscale annua di duecentosettantamiliardi (270.000.000.000) di euro, pari a circa un settimo dell’intero debito pubblico; a parte una spinta alla guerra tra poveri (chiuderemo gli esercizi che non emettono scontrino fiscale) non c’è traccia alcuna di una seria terapia per questa patologia. I possessori di yacth, ferrari, ville in giro per il mondo, gli abituès delle seichelles e delle caiman, i correntisti italiani dei paradisi fiscali, i possessori di aziende off shore, le multinazionali, le banche, i corruttori, gli intrallazzatori e quelli che “spaghetti e alici 1,30 euro” continueranno imperterriti e sornioni a vivere la loro vita a fianco di coloro che, invece, si spezzano la schiena o con gli occhi pieni di lacrime dicono ai figli che “no …, non te lo posso comprare” o posizionandosi dietro di quei giovani che vivono le proprie legittime speranze come una maledizione.

Sono stati fatti tagli agli enti locali per milioni di euro; gli enti locali sono i comuni, le province, le regioni. Tutte queste istituzioni dovranno giocoforza sopperire ai mancati introiti dal governo centrale in altri modi; e, secondo Voi, come faranno?

Il vostro sindaco di rifondazione, o dell’Italia dei valori, o anche leghista, pidino, udcino, pidiellino, dentro a quali tasche andrà a pescare gli euro che gli serviranno per fornirvi di quei servizi di cui abbisognate? LE VOSTRE!. Ed ecco perché noi tutti DOBBIAMO, non metterci in marcia verso una Roma distratta e bistrattata al pari delle altre realtà urbane, RACCOGLIERCI in POPOLO, CIASCUNO NEL SUO DISTRETTO DI APPARTENENZA e costringere questi nostri rappresentati a cessare di essere i galoppini del FIGURO di turno per diventare finalmente coloro che abbiamo scelto ed eletti per perseguire i nostri interessi e non quelli di una repubblica fintamente democratica e comunque ammalata e morente all’ultimo stadio.

Lo sviluppo e la crescita, sono e restano dei concetti inespressi di una speranza la cui realizzazione è legata alla volontà di quel dio, chiamatelo come volete, che ha però di già e da tempo lunghissimo oramai, dimostrato di non amare questo paese, visto che alcuni tra i suoi rappresentanti continuano ad usufruire di agevolazioni negate agli altri cittadini, continuano a sostenere gli affamatori, non denunciano e combattono soprusi e abusi, difendono privilegi, non combattono, se non a parole, vergogne e disgrazie diffuse: quindi niente investimenti a favore del lavoro, della ricerca, delle innovazioni tecnologiche, della gioventù, in una sola parola: della SPERANZA.

Quanti, tra quelli già di una certa età, reggeranno alla umiliazione di una sopravvenuta malattia del vivere? Chi si assumerà questa tremenda responsabilità? Chi, se non noi tutti, è e sarà responsabile di ogni singolo atto di disperazione non soltanto di e tra questi ma anche di ciascuno di tutti gli altri?

Un giornale tempo addietro titolava “per noi stangata per loro un pranzo a 4 euro”. Alzi una mano chi riesce in onestà ad affermare un cambiamento qualsiasi avvenuto in direzione di un aiuto ai più bisognosi. Quel titolo era ed è la sintesi perfetta della condizione espressa dalla nostra classe politica, non solo quella al governo ma anche e soprattutto quella che dovrebbe essere espressione della povera gente: LA VERGOGNA che avrebbe dovuto soffocarli ad ogni boccone, mi sa che annega ad ogni forchettata di spigola o al primo sorso di cabernet o di primitivo che ingurgitano, altrimenti almeno qualcuno avrebbe dovuto, e da subito, segnalare la cosa ai suoi elettori facendone motivo di scandalo e di ludibrio pubblico, poiché, sappia telo!, la differenza al costo reale di ogni pietanza ce la RIMETTIAMO NOI DI TASCA ad ogni forchettata … anche coloro che a nella propria casa a volte digiunano.

Quello stesso giornale, IL MIO GIORNALE, ha titolato in seguito: “QUESTA E’ UNA RAPINA … “ Ebbene signori, IN ALTO LE MANI, PREGO! Perché nulla è cambiato!.

Claudia Petrazzuolo

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