Giuseppe Turrisi: “La moneta, come mezzo di scambio ed il suo reale valore…”

Troppa confusione sulla rotta ma anche sulla barca e sui marinai del comandante neanche l’ombra…

La moneta è uno strumento a noi tanto familiare quanto sconosciuto, e questa dicotomia di desiderare molto qualcosa di cui abbiamo una eterna ed infinita “ignoranza” diventa inevitabilmente un sistema di gestione e di potere se lasciata nelle mani del carnefice che la gestisce. La monetizzazione dell’intera nostra vita, una istruzione storicamente falsata ed una reiterata falsa comunicazione poi rende tutto più semplice nel creare un popolo incapace di intendere e di volere.

Questo meccanismo di emissione monetaria è conosciuto da illo tempore e viene esercito in maniera “organica ed istituzionale” per miei studi fatti dal 1600, ma il meccanismo dell’applicazione dell’interesse viene da molto lontano, l’applicazione determinava poi situazioni insostenibile dove per sanare situazione fortemente debitorie si ricorreva all’anno sabatico (ogni sette anni) di cui ci sono riferimenti in molte religioni. tra cui la bibbia in cui ad ogni debitore si cancellava il debito.

La moneta è uno strumento come tutti gli altri, come un coltello, un martello, ecc, e tutto dipende dall’uso e/o abbuso che se ne fa e sopratutto dal modo in cui viene usata. La moneta può arricchire una nazione (svizzera, lussemburgo, cina, ecc) o può impoverire (america ed europa) e può anche ridurre alla guerra (africa). Lo strumento della moneta dovrebbe essere governato da persone sagge e non certo da chi per storia conclamata ne fa uno strumento di dominio ed arricchimento.

La saggezza non può arrivare certo da una oligarchia o lobby ma deve nascere sempre da un governo popolare, non a caso la teoria di Auriti (ma non solo la sua) prevedeva la proprietà popolare della moneta. Lasciando stare la teoria del valore indotto in cui alla moneta oltre alla caratteristica Aristotelica di “misura del valore” viene dato anche l’altra caratteristica di “valore delle misura”, possiamo dire questo: chiunque utilizza qualcosa ne da valore (un martello in un cassetto non vale niente, diventa utile nella previsione di utilizzo e soprattutto quando viene utilizzato ed il falegname gli induce quel valore). Ora il problema diventa di ordine giuridico se tutta una nazione utilizza il denaro il valore che viene nell’utilizzare il denaro deve essere di proprietà della nazione.

Ci sarebbe da aggiungere il fattore temporale di ordine fisico, dove sempre cade l’asino che è quello che la moneta “valore giuridico” (ideale/convenzionale) nella sua “fungibilità” deve avere la caratteristica di spostare “valore” nel tempo e nello spazio, prendo denaro oggi e lo ricedo tra un mese, compro a Roma e vendo a Milano. Fin tanto che ho la merce il denaro è (potenzialmente) “misura del valore”, quando si cede la merce in cambio del denaro questo diventa “Valore della misura” per spostarlo e “conservarlo” nel tempo, fintanto che non viene ritrasformato di nuovo in merce.

Nel “tempo” in cui il “valore” giuridico è fuori dall’uomo ed è contenuto nel denaro succede il peggio che possa succedere e l’umana ragione “diversamente abile” può pensare pur di truffare valore ai legittimi proprietari. Questo è il passaggio dalla economia alla finanza. Tutto quello che avviene nel regime temporale in cui il denaro “conserva valore”. Le architetture finanziarie sono state costruite in anni e anni di prove studi e tentativi per organizzare i movimenti di questo “valore” (oggi racchiuso in numeri di bit dentro ai computer).

Più si tiene lungo questo “tempo” in cui il denaro conserva valore più genera ricchezza per chi lo detiene a danno di chi non lo possiede e sopratutto dell’economia reale. La finanza ha generato una serie di operazioni sopra la economia reale, che sono arrivate anche a 10 volte il valore dell’economia stessa. Il prestito dalla BCE allo stato con il primo tasso di sconto poi la rivendita dei titoli di stato alle banche commerciali per altre percentuali, poi la scommessa di fallimento (derivati), l’impresa che usa l’anticipo fattura, le vendite allo scoperto, che creano voragini sempre più grandi, togliendo sempre liquidità alla economia reale e quindi alle persone e agli enti locali, e siccome non basta a chiudere un buco che per definizione si allarga sempre di più, si fa il fondo monetari internazionale (FMI), e siccome non basta si fa la banca mondiale (BM) e siccome non basta adesso si fa il Meccanismo di Stabilità Europeo MSE, tutto questo per continuare a fa giocare gli speculatori, per far arricchire le solite 10 famiglie, e continuare a gestire il potere cosi come è.

Per fortuna tutto si sta stritolando ed il popolo sta cominciando a capire, certo è che non sarà facile smontare un impianto che per quanto riguarda l’Italia è incominciato nel 1981 con la separazione del Ministero del Tesoro dalla Banca di Italia. Recuperare 30 anni di leggi pro-banche (di tutti i governi) e smontarle tutte per ritornare all’ordinarietà e alle economi reali non è facile, è un’impresa che ha del fantascientifico, anche perchè questa mega organizzazione criminale non è solo italiana o europea ma è internazionale, con interessi, intrecci, infiltrazioni, tracce, che si insediano in ogni settore sociale, economico, politico, religioso, massonico, lobbies, caste in ogni parte del mondo.

Gli stessi antieconomisti che non possiedono una visione globale del problema spesso si scontrano e litigano tra di loro perchè magari avendo analizzato solo uno o più aspetti ne deducono una terapia (parziale) solo per quegli aspetti. Come ho già scritto in altri articoli il semplice ritorno alla “sovranità monetaria”, senza smontare quella architettura finanziaria (borse, trading, vendite allo scoperto, agenzie di rating, derivati, bce, trattato di sudditanza alla America perche ci ha liberati* che ci impone quanta energia dobbiamo comprare e cosa dobbiamo fare e dire.. ecc) serve a poco ansi potrebbe risultare oltremodo dannosa. Infatti un ipotetico programma di “NOITALIA” dovrebbe prevedere contemporaneamente al ritorno alla sovranità monetaria con proprietà popolare della moneta una serie di misure (oltremodo folli per i neoliberisti e la imperocrazia finanziaria) come blocchi e annullamento di debito (per non dire l’istituzione di un tribunale internazionale per sfruttamento dell’umanità) e misure pesanti sulla protezione della stessa sovranità non indifferenti.

Un piano Marshall di stampo Keynesiano e (Bancocrazia Giuseppe Corvaja). Per fare un esempio banale, la banca centrale e le più grosse banche devono essere tutte statalizzate, e quelle private dovranno “obbligatoriamente” dare il proprio azionariato ai propri clienti (il cliente di una banca sarà sempre anche proprietario della stessa). naturalmente fuori dall’euro ossia quello strumento programmatico per espropriare patrimonio pubblico e privato con costi dell’esproprio a carico dell’espropriato. Un piano di istruzione e formazione massiccio, sul ritorno alle sovranità-umana-popolare-monetaria e poi su nuovi modelli “eco-economici” (non energivori e basati sul BIL e non sul PIL) energia, storia, fisica, sociologia e tutte le materie. L’economia antropocratica obbligatoria in tutte le scuole come l’italiano in quanto come la lingua anche la moneta viene usata da tutti.

Un piano di finanziamenti sulla ricerca e sui giovani, un piano di investimenti sulle infrastrutture e sulla manutenzione, idrogeologica prima che finiamo completamente in mare. Una serie di statalizzazioni di imprese di primaria importanza sopratutto quelle di interesse pubblico. Una politica di ingegnerizzazione di risorse locali, economie locali, promuovere la massimo ogni forma di autonomia energetica con fonti rinnovabili per eliminare gradualmente il petrolio ecc, Purtroppo non c’è ne a destra ne a sinistra nessuno (a mio avviso) ne al centro ne agli estremi nessuno con sufficienti attributi per iniziare un percorso di futuro di questo tipo.

Migliaia di movimentucci e partitini di tutti i tipi, tutti con la propria “piccola ricetta” con un visione parziale e limitata, oltre che con una presunzione di aver capito tutto che si affannano a convincere gli altri che sono loro quelli che salveranno il mondo. A mio avviso uno dei tanti errore che si sta commettendo, oltre a quello di non aver capito la causa, e quello che si vuole risolvere questo stato politico e sociale con strumenti ed organizzazioni vecchie (partiti). Per prendere il treno per il futuro è necessario cominciare a trovare (oltre che un progetto solido e chiaro) dei modelli organizzativi, come le assemblee popolali ed i comitati di quartiere, per contrastare le vecchie organizzazioni di partito. il modello adhocratico (Warren Bennis) con la filosofia della rete potrebbe essere la risposta alle nuove organizzazioni.

Naturalmente tutto cio dovrebbe partire da uno stato di necessità in cui la popolazione si verrà a trovare, oppure da una responsabilità raggiunta dopo una pesante formazione, ma ciò per il carattere italico (professionista della delega e del lamento continuo al momento sembra utopico). é anche vero che l’Italia ha sempre trovato un uscita speriamo che anche questa volta ci riesca.

Giuseppe Turrisi (albamediterranea)

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