Uomini casalinghi? Maschi che lavorano in casa ed hanno cura di sé… quanti e chi sono in Italia?

Ante Scriptum

Domenica 8 maggio 2011, a Treia, fra i molti programmi previsti per la Festa dei Precursori e l’ inaugurazione della nuova sede del Circolo Vegetariano, c’è anche la performance dal vivo di Antonio D’Andrea, che insegnerà ai maschietti presenti come occuparsi delle cure domestiche e di se stessi. Antonio è il fondatore del Movimento Uomini Casalinghi, di cui anch’io sono un antico simpatizzante e membro.

Dovete sapere che nel 1990 a Calcata organizzai il primo Festival casalingo al maschile. Fu un grande successo mediatico, ricordo che vennero a riprenderci tutte le tv allora operanti: Rai (tutte le reti) e Mediaset. La notizia passò ovviamente su tutti i giornali nazionali ed anche internazionali.. ma a parte l’aspetto pubblicitario e “folkloristico” non so se veramente i maschi abbiano iniziato a fare i casalinghi. Almeno così appare da una recente indagine dell’Istat di cui la nostra Rita De Angelis ci parla nel suo articolo che segue.
(Paolo D’Arpini)

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Uomini e parità in casa. Quasi un’utopia.

Secondo una recente indagine condotta dall’Istat gli uomini in casa curano i fiori, così come gli animali. Ma non stirano quasi mai. Fanno la spesa, in vista di una cena con amici si accingono a cucinare si occupano di bricolage. Ma è quasi impossibile chiedere loro di passare l’aspirapolvere, lavare i pavimenti, pulire il bagno e meno che mai stirare. Questo il quadro di riferimento dentro le mura di casa. Per così dire si defilano. Alla faccia delle pari opportunità.

Si nota che i tre quarti del lavoro della famiglia circa il 76% è ancora del tutto competenza femminile. La donna occupa cosi tra lavoro e famiglia più di nove ore giornaliere, contro le 8 ore degli uomini. Se ci sono poi i figli il divario aumenta: si arriva quasi a 10 ore, contro le nove ore dei padri. Nel Nord si arriva a livelli sempre più bassi. Le differenze territoriali risultano più evidenti nelle coppie in cui la donna non lavora. Si arriva a meno 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora, e non ci sono figli, ed anche nelle coppie in cui la donna risulta essere una lavoratrice laureata.

Qualcosa però sta evolvendosi e migliorando. Infatti rispetto a sei anni fa, la percentuale rimane stabile, in quelle coppie in cui la donna non lavora.

C’è un calo di percentuale in quelle coppie con donna occupata: dal 73% del 2003/2004 al 71% del 2009/2010. Secondo Obiettivo Famiglia-Federcasalinghe non è vero che gli uomini passano ancora molto tempo sul divano e non si occupano dei fornelli.

Oggi si vede sempre di più una disponibilità dell’uomo a dare un aiuto, molti padri danno una mano concreta al menage famigliare e le loro compagne. I giovani padri giocano con i loro bambini e se serve si alzano anche la notte per cambiare i pannolini. In questo c’è un vero e proprio cambio di rotta in positivo. Inoltre il Parlamento Europeo ha chiesto che anche la paternità deve essere pagata, garantendo così un diritto. Ma prima che il nostro Parlamento la ratifichi ne passerà di tempo…

Nel frattempo potrebbe avvenire un cambiamento anche grazie alla legge . Infatti dallo scorso maggio, una sentenza della Cassazione ha stabilito che anche i mariti delle casalinghe possono godere di un periodo di allattamento. Quasi una piccola rivoluzione. E che la rivoluzione avvenga, così si possono raggiungere maggiori traguardi e tutele familiari.

Rita De Angelis.

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