Archivio di aprile 2011

Lucilla Casta: “…la favola della fine del tutto e del grande cambiamento…”

Lunario Paolo D'Arpini 17 aprile 2011

Una Metafora tra il Sole e gli abissi dell’esist​enza…

C’era una volta un Tronco abbarbicato alla Montagna, che non voleva staccarsi e se ne stava così da secoli, eppure la Montagna avrebbe voluto scrollarselo di dosso come fosse un parassita che le stava succhiando ogni forza ! Che strano ! Avrebbe dovuto essere la Montagna a trarre beneficio dal Tronco con le sue radici, che poteva permettere di ricordare alla Montagna, che c’erano altre dimensioni ben più MUTANTI di lei nel tempo del GRANDE CAMBIAMENTO, eppure invece il Tronco non partecipava affatto alla Comunicazione Olistica dell’esistenza, non faceva foglie e frutti da anni e quindi non era più creativo ! Ma allora si decideva a dichiararsi MORTO finalmente ? Eppure no ! Era agonizzante da anni e ritardava la sua morte al fine poter restare abbarbicato alla Montagna, non si fidava neppure di morire, sapeva che ridotto così sarebbe andato solo alla GRANDE DISSOLUZIONE in cui tutto è annullato e scompare via da ogni esistenza, la fine di tutto ..

Ma non era la fine tanto agognata di cambiamento di stato della Materia che quindi Evolve. Era invece la totale sparizione ! L’inferno del fuoco che avanza e brucia, dissolve nelle sue spire, chi non ha più linfa vitale e quindi può essere solo materia da essere bruciata  per essere polverizzata e resa leggera, senza più alcuna consistenza, LA FINE DEL TUTTO. Intanto passò di lì un Cavaliere a cavallo che ammirando il panorama all’orizzonte ebbe un sussulto di entusiasmo e il cavallo invece si imbizzarrì e disarcionò il Cavaliere che nello scossone ebbe solo l’impulso di aggrapparsi al primo appiglio che trovasse vicino a Se. E allora il Tronco si trovò abbarbicato a Se questo Cavaliere impaurito e infreddolito avendo pure perso il suo mantello, che cominciò a gemere al fine qualche Passante o Viandante si fermasse ad aiutarlo. Sotto c’era lo strapiombo e il Cavaliere non osava lasciare quella presa al Tronco, mentre la Montagna osservava tutto incuriosita e anche divertita “ Finalmente era successo qualcosa di nuovo “ Sopraggiunse un tremendo temporale e tuoni e fulmini irruppero e un piccolo terremoto scosse anche le viscere della Montagna, che aprì le sue membra, che aprì anche una fenditura e fece crollare anche il Tronco col Cavaliere sotto, nel Grande Lago, ove nessuno era potuto scendere in quanto non c’era una via possibile di RITORNO. Il Tronco diventò una zattera per il Cavaliere che vi restava aggrappato, fino a che una Terra soffice avvolse le radici del Tronco, che ritrovò una linfa nutrirlo e si sentì con una Corrente interna che lo alimentava, che a sua volta pareva ridare un vigore pure al Cavaliere ancora abbarbicato nell’abbraccio al grande Tronco. Il Cavaliere riprese la sua Forza e si guardò attorno, non c’era alcuna via possibile per Ascendere. Rimasero così per anni mentre il Tronco che aveva rimesso radici a terra nutriva il Cavaliere coi suoi frutti e continuava a crescere verso l’alto fino a che divenne così alto, che il Cavaliere decise di salire fino alla vetta dell’Albero e ritrovare la Via del Sole. Così fu e arrivato in cima vide una comitiva che lo trasse in salvo … Stava allontanandosi dall’Albero che mesto silenzioso accettava il suo triste destino di restare ancora solo, eppure ad un certo punto il Cavaliere si volse verso lui e lo ringraziò per averlo riparato e alimentato … Tornò giorni dopo con tanta gente e tutti salirono sulla vetta dell’Albero per scendere anche loro nella Valle Profonda

 Lucilla Casta

Commenti disabilitati

Nico Valerio: “Costituente Ecologista per fondare il nuovo soggetto ecologista e civico degli Ecologisti Italiani”

Il motto dannunziano “Memento audere semper” si confà all’infaticabile Nico Valerio, naturista storico, il quale non demorde dall’impegno sociale e politico e lancia un appello per la rinascita – o rifondazione – del movimento ecologista verde. Come avvenne nel momento magico di aggregazione del primo referendum antinuclueare del 1987 egli invita tutti gli ambientalisti, ecologisti, bioregionalisti, vegetariani, igienisti, naturisti, animalisti… a fare causa comune per tentare di arginare la deriva consumista e antidemocratica e per promuovere la vivibilità sul pianeta terra… La lotta per la vita è globale e la riuscita non può essere che attraverso l’unione di tutte le anime sensibili ….  inutile aspettare gli extraterrestri….

Paolo D’Arpini

 

 

Costituente Ecologista per fondare  il nuovo soggetto ecologista e civico degli “Ecologisti Italiani”.

 

Appello ai Verdi: dopo i tanti errori serve un movimento nuovo

I tanti gruppi locali di cittadini anti-Casta e anti-politica che sono sorti in Italia contro i privilegi di governanti, uomini politici e amministratori, la corruzione pubblica, l’inquinamento dell’acqua, il verde pubblico, gli inceneritori, le centrali nucleari, e per le più diverse campagne per qualche “bene comune”, sono il fenomeno sociologico più singolare degli ultimi anni. Sono anti-politica, ma non sanno di fare politica, eccome, sia pure con uomini e mezzi inadeguati. La prima impressione, suffragata da tanti fatti e dichiarazioni, è che non confluiranno mai, tantomeno ora che stanno assaporando il loro momento di gloria locale, nell’auspicato Grande Soggetto Unico che dovrebbe succedere ai Verdi. Anche perché l’ecologia e l’ambiente non in tutti i casi sono la motivazione principale. Così fornendo la scusa a Bonelli e C., che hanno detto di voler traghettare quel che resta dei Verdi in un’area bipartisan “né Destra, né Sinistra”, per tentare ancora una volta di far da soli, ignorando questa nuova, diffusa realtà “civica”. E sarebbe un altro errore. Noi non vogliamo i vecchi Verdi italiani, che tanti errori hanno compiuto, riciclati sotto un altro nome, vogliamo che tutti ricomincino da zero – Verdi e non Verdi – e fondino il soggetto unico degli Ecologisti Italiani. Anche se l’Italia non è né la Germania, né la Francia, e noi ecologisti italiani non abbiamo una testa lucida e carismatica, capace insieme di ideali e realismo, come Cohn-Bendit, abbiamo bisogno subito del soggetto unico di riferimento auspicato da Europe Ecologie. Ma se i comitati locali o le “reti” di cittadini rifiutano in modo aprioristico, religioso, come stanno facendo, i contatti coi Verdi esistenti, che asseriscono (e andremo a vedere se questo è vero all’Assise di maggio) di essere diversi e distanti dai Verdi precedenti, se insomma lasciano soli quei pochi Verdi sopravvissuti e critici, quelli rifanno i Verdi alla vecchia maniera. Elementare, Watson. E se non vorranno perdere definitivamente credito, anche loro, i Verdi residui, all’annunciata Assise rifondativa si dovranno presentare solo come ex-Verdi, senza approfittare di posizioni di partenza avvantaggiate. Questo il senso, solo questo, del seguente appello-sfida ai Verdi e ai gruppi civici. D’altra parte, gli appelli si indirizzano più alle forze esistenti, per quanto minime, nonostante le si sia sempre criticate (cfr. un esempio tra tanti) che a quelle sorgenti, anzi di là da venire. Ma purtroppo vediamo fin d’ora che ci sono veti e antipatie reciproche apparentemente insanabili. I Verdi diffidano degli anti-Casta e anti-partiti, sentendosi messi come tutti i partiti sul banco degli accusati. Che non è l’atmosfera psicologica migliore per due componenti che dovrebbero unirsi. I gruppi locali e le reti di cittadini, dal canto loro, non danno il minimo credito alla Costituente Ecologista promossa da Bonelli ormai un anno fa, considerandola un espediente gattopardesco per lasciare tutto così com’è, e per rilanciare i vecchi e screditatissimi Verdi con altro nome. E potrebbero avere anche ragione, visti i precedenti. Però in politica, come nel gioco del poker, bisogna andare a vedere, e dare un minimo spazio alla speranza. Fino a prova contraria, s’intende. Chi si lascia, invece, condizionare emotivamente da preconcetti o passate delusioni è meglio che non si avvicini alla politica. Che a suo modo è un gioco razionale. Il guaio è che i “civici”, forse inebriati dalla momentanea notorietà locale, com’è successo ai fans di Grillo caduti in un delirio di onnipotenza, senza conoscere l’abc della politica sembrano crogiolarsi nelle nuove vesti di “politici”, sia pure dilettanti, e perciò hanno tutto l’interesse a darsi tempi lunghi. Non capiscono che la gente non capirebbe e che bisogna confluire subito e fondare il Soggetto Comune, con tutti, nessuno escluso. Con chi ci sta. E non ci devono essere simpatie e antipatie, se non vogliamo ridurre le scontro delle idee a litigio da lavandaie. Ci si riunisce attorno ad un progetto, anche con la persona più antipatica del mondo, anche se lo sospettiamo di avere retropensieri. Prendiamolo in parola. Ma se, beninteso, l’ambiguo politico Verde si rimangia i patti, lo denunciamo al tribunale dell’opinione pubblica. Ma le diffidenze e paure infantili non servono a nessuno, se non a ritardare un processo storico. Che rischio c’è? L’ideale, certo, sarebbe riunirci tutti prima dei Referendum, lo capirebbe anche un bambino. Ma, sarà che la politica attira gli irrazionali, fatto sta che è inutile farsi illusioni al riguardo: questa “fretta” sembra ad alcuni “civici”, ad alcuni “retini” (tranquillo, proto, non manca una c), insopportabile, perfino sospetta.

 

In occasione del Seminario “Idee e contenuti per un progetto di rete italiana degli Ecologisti e Civici”, promosso dal Gruppo delle Cinque Terre e da altri gruppi, che si è tenuto sabato 9 e domenica 10 a Bologna (La Scuderia, piazza Verdi 2), ecco qui di seguito il mio intervento, del tutto personale e che non coinvolge minimamente gli amici delle Cinque Terre, che era stato preannunciato nel programma col titolo “Per un nuovo soggetto politico: lo specifico ecologista e civico”. Si tratta di una rassegna dei principali problemi che riguardano l’ecologismo italiano, a partire dalla fondazione negli anni 80, che si conclude con un appello ai Comitati Civici locali, e soprattutto ai Verdi, perché pur con i loro gravi difetti sono di fatto l’unica sigla già conosciuta al largo pubblico e alla stampa, perché smentiscano gli errori passati e diano finalmente luogo, uti singuli e insieme ai Comitati civici, per mezzo della Costituente Ecologista, come hanno promesso, al nuovo soggetto bipartisan, né Destra né Sinistra, degli Ecologisti Italiani. Ecco il testo:

 

LA NOVITA’ NELLA SOCIETA’. La nascita di una rete insieme ecologista e civica, trasversale ai partiti e agli schieramenti, è forse l’unica novità politologica e sociologica nel panorama italiano degli ultimi anni. Per la prima volta i temi dell’ambiente sono riportati, com’è giusto, al soggetto primario, al dominus della società liberal-democratica: il cittadino. Si torna insomma alle origini storiche del contratto tra cittadini e Stato, in cui – sia chiaro – il Potere scaturisce dai cittadini, non dallo Stato, che ne è soltanto un’espressione, come dire, “tecnica”, istituzione nata per gestire il funzionamento della società, dirimere le controversie e assicurare col minor spreco di risorse e il massimo vantaggio possibile il bene comune.

 

IL LIMITE, CURIOSA ANALOGIA TRA DIRITTI E AMBIENTE. E nel nostro ordinamento fondato sulle libertà sorprende l’analogia con l’ecologia: la teoria del limite. I cittadini, in sostanza, convengono tra loro di limitare ognuno, un poco, il meno possibile, l’ampiezza dei propri diritti non assoluti e personalissimi (quindi, non il diritto al nome, alla vita, all’integrità fisica ecc, che sono non limitabili e indisponibili), purché tutti i cittadini possano godere di tutti i diritti possibili, presenti e futuri. Questa la grande invenzione giuridica della nostra democrazia liberale. Ed è davvero illuminante l’analogia tra questa teoria del “limite dei diritti individuali” (perché la loro area di godimento sia la più allargata possibile, quindi anche ai non ancora cittadini, agli stranieri ecc), e la teoria del limite nell’uso delle risorse e dell’ambiente che è tipica della Natura, e quindi dell’ecologia. Dove ognuno può usare del bene comune fino a quando questo resti disponibile anche per tutti gli altri. Per esempio, tutti possono attingere ad una fonte comune o all’acqua di un acquedotto, ma con dei precisi limiti: non inquinarla, non versare sostanze tossiche sui terreni attigui, non deviarla, non attingerne in eccesso solo per sé, non sprecarla, contribuire ai costi e ai lavori di protezione ecc. In questo modo, grazie ai limiti, tutti potranno goderne.

 

LOCALISMO, ANTI-CASTA E ANTI-CORRUZIONE, MA… Ma torniamo al fenomeno nuovo della rete di comitati, gruppi, associazioni ed altre espressioni dei cittadini, creata dal basso spontaneamente, attivata per i mille problemi di natura, territorio, ambiente, salute e igiene pubblica (dall’arsenico nell’acqua “potabile” alle costruzioni abusive nei parchi protetti, dalle esalazioni delle discariche ai fumi delle centrali a carbone, e così via, di scandalo in scandalo), ma anche riportata giustamente alle tendenze primarie dell’uomo, dall’autoproduzione, agli scambi, dall’anti-consumismo a nuovi modi di socializzare, scambiare, consumare, produrre e stare insieme (gruppi di acquisto, eco-hub, banche di beni e servizi, bio-villaggi ecc), insomma direttamente a quello che perfino una famosa Costituzione definisce lo scopo ultimo della vita umana, la felicità. Non c’è dubbio che un tale composito movimento che per la prima volta vede uniti, a dirsi le medesime cose, giovani e vecchi, economisti e ragazzi alternativi, contadini e ingegneri, liberali e comunisti, Destra e Sinistra – e questo dimostra che è una vera emergenza – ha tratto esperienza dal vasto e spezzettato localismo che aveva chiamato i gruppi e comitati di cittadini a contrapporsi al Potere – mal esercitato e mal rappresentato da veri professionisti privilegiati e autoreferenziali (la cosiddetta “Casta”, per usare un fortunato termine giornalistico) – anche su temi squisitamente politici o di rappresentanza. I cittadini, spesso privi di ogni esperienza politica, specialmente nei piccoli Centri e nelle città di provincia per problemi locali, e in generale tutta l’opinione pubblica nazionale, in questo ben rappresentata da stampa e tv, hanno sviluppato negli ultimi anni una vera e propria contrapposizione al Potere e ai suoi organismi istituzionali “professionali” (perché ormai quella di rappresentare i cittadini è diventata per molti, troppi Italiani, una professione): le Regioni, le Province, gli Enti e le Società pubbliche, il Governo, il Parlamento, i Partiti. A questi in Italia si aggiunge spesso anche la Chiesa, storicamente vista come Potere o pre-potere al pari degli altri. Ma una volta eletti sapranno, sapremo, resistere alle Sirene del Potere?

 

IL CITTADINO, UNICO SOGGETTO DEI DUE MOVIMENTI. I due filoni, quello ecologista, cioè il movimento politico fondato sull’ecologia, e quello civico, col quale cioè i comitati di base dei cittadini manifestano la volontà di riprendersi, almeno in parte, il Potere che avevano alle origini delegato ai propri rappresentanti, riscoprendo anche la democrazia diretta (la famosa “libertà degli Antichi”, per Constant), si sono di fatto saldati. Perché, si è scoperto subito, i soggetti attivi sono gli stessi, i cittadini, e perché anche gli oggetti del contendere (i diritti di libertà e i diritti al godimento dei beni comuni e alla salute) sono analoghi tra loro. Questa la grande novità.

 

NUOVO SOGGETTO: DALL’IPOTESI A (SCIENTIFICA) ALL’IPOTESI B (POLITICA). Anche chi come me era convinto fin dagli anni 70 (e lo dissi all’assemblea che fondò i Verdi nel Lazio nell’81 e poi a quella nazionale di Firenze dell’84), e ancora resta in parte dell’idea, che solo la “ipotesi A”, il ritorno alla “ecologia”, cioè una riconversione dall’ecologismo politico alla pura ecologia scientifica – di per sé super partes, bipartisan, neutrale e “tecnica”, quindi cogente e doverosa per tutti, immediatamente, senza diatribe e ritardi politici – avrebbe reso velocissimo il ricambio sociale e psicologico verso un ambiente fisico e perfino etico-politico diverso, riabituando, rieducando i cittadini ad un modo nuovo di vivere, consumare, produrre, scambiare e godere del bene comune; insomma anche chi era incerto come me sulle possibilità rifondative dell’ecologismo politico (e la realtà in Italia e altrove mi ha dato ragione) deve però ammettere che anche questa, chiamiamola, “ipotesi B”, quella di un nuovo grande, unitario, soggetto ecologista, ovviamente terzista, bipartisan, trasversale, critico e molto severo contro tutti, ma liberale e non-violento nei metodi, e basato sempre sulle sicure acquisizioni della scienza e della tecnica (v. oggi la questione nucleare: senza le proiezioni della scienza – tanto odiata stupidamente da alcuni – oggi saremmo in mano ai reticenti comunicati stampa di Governi e produttori di centrali…) sarebbe, sarà, un fattore di libertà e cambiamento per i cittadini. Purché, certo, il futuro Soggetto unico ecologista (e civico: ecco la novità che si è aggiunta) non si trasformi a poco a poco in uno dei tanti, soliti Partiti, con i suoi privilegi, la sua tipica separazione e lontananza dai cittadini, la mentalità dei professionisti della politica contrapposti ai “dilettanti” (la base dei cittadini), le intese e mediazioni immancabili con le altre forze politiche, il do-ut-des (tu mi concedi una pista ciclabile, che è una cosa che si fa vedere e mi serve per le elezioni, e io ti concedo l’innalzamento dei minimi di arsenico, che tanto non lo vede nessuno).

 

ERRORI PASSATI, E SPERIAMO NON ANCHE FUTURI. Ecco, i Verdi sono stati anche questo, purtroppo: un partito qualunque tra partiti qualunque. Fatto da impreparati, improvvisatori e orecchianti. Proprio come gli altri. Ricordo ancora l’amico Rutelli, portavoce dei Verdi, esibire ai giornalisti, senza che nessuno di loro obiettasse, un motoscooter come esempio di mezzo di trasporto tipico di una “vita ecologica” (!). Tale era l’ignoranza personale dell’intera classe politica ecologista, non dirò in fatto di Naturismo, che sarebbe eccessivo perché questa filosofia di vita vuole una certa coerenza con se stessi anche quando nessuno ci vede, ma almeno dell’abc dell’ecologia urbana. Basti dire che in 30 anni di escursioni nella Natura nel Centro Italia non ho mai incontrato una sola volta un esponente ecologista a me noto. Insomma, quella sedicente “Verde” è stata una classe politica come tutte le altre, poco credibile individualmente, che ha intrapreso la professione politica di “ecologista” solo perché si era aperto uno spazio politico. Per non parlare, poi, del sinistrismo inutile e parolaio (compensativo del moderatismo pratico a cui erano condannati?), che non serviva alcuna causa ambientale, visto come dissi più volte nelle assemblee di fondazione dei Verdi che “l’aria e l’acqua, le foreste, le montagne e la salute non sono né di Sinistra, né di Destra, ma di tutti, ed anche la vecchietta reazionaria col cane, nonostante non ci sia simpatica, dobbiamo onestamente rappresentare”, se non altro… per il cane. Ma così non fu, e subito i Verdi divennero un partito di Potere e moderato, troppo moderato, sulle questioni ambientali sue proprie, e invece estremista (a parole) sulla politica generale, dove a rigore non avrebbe dovuto neanche pronunciarsi prima di aver risolto innanzitutto i temi suoi tipici.

 

LA COSIDDETTA COSTITUENTE ECOLOGISTA. Ora, perciò, agli amici Bonelli e Boato che lo scorso anno ruppero con quella storia sbagliata impegnandosi solennemente a creare un nuovo soggetto ecologista trasversale, dando vita ad un’apposita Costituente Ecologista (alla quale ho, abbiamo, aderito con entusiasmo e speranza), con questo attirando di nuovo vecchi e nuovi ecologisti, dico: che aspettiamo a mantenere la promessa, a passare dalle parole ai fatti, dal participio presente (”costituente”) al participio passato, cioè ad un soggetto di Ecologisti Italiani bell’e costituito? Il tempo stringe. Dopo la tragedia della centrale nucleare giapponese c’è una nuova sensibilità in giro, perfino in Italia, e l’ostilità al nucleare e ai disegni reazionari sull’acqua e sulle risorse del cittadino si va estendendo a tutti gli strati sociali e ai cittadini di ogni tendenza. Mancano solo due mesi ai referendum, e sarebbe bello, perfino vantaggioso, che ci si presentasse alla gente con il soggetto unitario fatto. Che cosa, chi, ce lo impedisce? Perché e con quali finalità si attende? Che cosa c’è dietro che non si può dire o sapere? Oppure si crede, visto che l’emergenza nucleare pare volgere mediaticamente a nostro “favore”, di passar sopra al disegno unitario e riproporre ancora, fuori tempo massimo, la vecchia sigla dei Verdi, ahimé non più spendibile psicologicamente in campagna elettorale perché rifiutata dai cittadini? Queste sono le domande che inquietano più d’uno, e non solo nei gruppi delle Cinque Terre e della Rete dei Cittadini.

 

PERCHE’ L’ITALIA NON E’ LA GERMANIA. Perché, sia chiaro, qui non siamo in Germania. In Italia a differenza della Germania dove i Gruenen hanno potuto giovarsi del fatto che potevano rappresentare anche l’estrema Sinistra, le donne, le minoranze, i diritti civili, i gay ecc., noi italiani abbiamo avuto da 60 anni tutti i partiti possibili, perfino 4 diverse sfumature di partiti comunisti alle medesime elezioni, i Radicali, e vari partiti di estrema destra. Tutti partiti sconosciuti in Germania. Ecco perché, in un mercato elettorale già saturo come quello italiano, ai Verdi, pur facendo loro grazia dell’inadeguatezza personale, non si presentava che uno spazio minimo, che i loro errori gravi hanno dilapidato. Fatto sta che ormai il pubblico elettorale – e la questione nucleare non basterà a farlo ricredere – si è allontanato dal logo Verde, mai radicatosi effettivamente sul territorio, ma sempre rimasto pura sigla di vertice.

 

PROPRIO ORA CHE LA GENTE, PERFINO IN ITALIA, SI SCOPRE “ECOLOGISTA”. Mentre è sotto gli occhi di tutti (come rivelano le indagini demoscopiche) che sull’ambiente, sulla critica ai privilegi e alla corruzione della classe politica, e sulla tutela degli interessi di base dei cittadini ci sarebbe un ampio consenso potenziale per una sigla politica del tutto nuova.

 

SE NON ORA, QUANDO? E dunque se gli intelligenti Bonelli e Boato, a cui va la mia stima e a cui faccio ancora per un po’ di tempo credito, oggi non cambiano totalmente, a cominciare dal nome della “Cosa”, se non mostrano con fatti concreti o non con promesse vaghe una soluzione di continuità col passato, se non si danno una credibile veste unitaria e onnicomprensiva di tutte le tendenze civico-ecologiste esistenti in Italia, se non si ricollegano finalmente con la nuova rete dei cittadini, non ritroveranno alcuno spazio elettorale e politico. Tantomeno ora, col ricordo ancora fresco d’una disastrosa crisi. Se i Verdi attuali, eroicamente sottrattisi al calderone della Sinistra di potere (di questo dobbiamo dargliene atto), faranno questa scelta secondo noi obbligata, non mancherà il nostro pieno appoggio costituente, pur nella sana dialettica delle posizioni e idee di ciascuno. Si può discutere se debbano prima sciogliersi e poi fondare il nuovo soggetto, o viceversa. Ma certo i tempi sono strettissimi. Se non ora, quando?

 

DIFFICOLTA’ DI UNA POLITICA GENERALISTA. Tornando al movimento civico-ecologista, certo, non possiamo nasconderci le difficoltà nuove di ordine identitario, politologico ed elettorale che derivano da questa nuova, insolita formazione. A differenza degli anni 80, quando noi fondatori Verdi parlavamo “solo” di ecologismo, rimandando con riserva mentale le soluzioni politiche alle ideologie personali, ed anzi proprio io e pochi altri ecologisti puri accusavamo alcuni Verdi di mescolare “ambiente e ideologia”, cioè di fare programmi ambientalisti troppo generalisti e annacquati, dunque perdenti, rispetto alla forza delle ideologie tradizionali cattolico-marxiste, oggi l’allargamento alle nuove tematiche “anti-Casta” e il ritorno al mito della “democrazia diretta” o della “Repubblica dei Cittadini”, oltretutto dopo più di 20 anni di ideologia municipalistica (Lega Nord), cambia tutto. Vuol dire, sicuramente, arricchire di frecce la faretra del nostro arco, ma anche rinunciare all’esclusiva del messaggio specializzato che solo noi, gli ecologisti per antonomasia, avevamo, e scendere – noi sprovveduti di potere comunicativo e finanziario, spesso solo giovani emergenti o vecchi ex dell’ambientalismo, del giornalismo o degli stessi Verdi – nell’affollatissima arena della politica “generalista”, nella quale, si sa, tutti i partiti italiani possono sostenere con grande faccia di bronzo di essere “contro la corruzione”, “contro la Casta” ecc., mentre nessuno o quasi potrebbe dire di essere per la tutela della natura, della salute pubblica o del patrimonio artistico. Del resto abbiamo già visto nascere veri e propri partiti fondati quasi unicamente sulla “onestà” del cittadino contrapposta alla disonestà della politica (l’Uomo Qualunque di Giannini, l’Italia dei Valori di Di Pietro) o contro le ruberie dei politici e delle Istituzioni (”Roma ladrona” era lo slogan della Lega Nord). Ma sono stati tutti, guarda caso, fondati e retti da capi carismatici, con poca o nulla democrazia interna. Altro che “democrazia dei cittadini”. Ma, a parte quegli esempi, l’estensione oggi sensata e doverosa alla rete dei cittadini renderà paradossalmente più simile ai normali partiti generalisti il soggetto unico degli Ecologisti Italiani di là da venire. Questo potrebbe anche spiegare – se non ci fossero, come speriamo, altri retropensieri meno nobili – le esitazioni di qualche politico professionista Verde.

 

OTTIMISMO DELLA VOLONTA’. L’APPELLO FRATERNO AGLI AMICI VERDI. Ma conoscere i rischi ai quali va incontro rafforza, non indebolisce il movimento. L’ottimismo della volontà, l’avere dietro tanti cittadini che mai si sono interessati in precedenza di politica, deve prevalere sul pessimismo della ragion politica. Il cinismo deve cedere alla commozione per la nuova spontanea partecipazione popolare, oggi così rara. L’esigenza di un soggetto unico, davvero unitario, liberale e democratico al suo interno così da rappresentare tutte le tendenze già dette, ma molto severo sulle scelte “scientifiche”, è ormai indiscutibile. Gli amici Verdi, ai quali abbiamo dato e diamo il nostro appoggio purché mantengano le promesse, devono utilizzare la Costituente Ecologista per fondare al più presto – l’ideale sarebbe prima dei referendum – il nuovo soggetto ecologista e civico degli “Ecologisti Italiani”. E’ il nome che ho proposto a Bonelli, perché purtroppo non ce ne sono molti altri comprensibili e facili, a meno di non ricorrere a nomi fantasiosi, che comunichino novità assoluta rispetto al passato e che convincano gli elettori marginali, comprese le nostre madri o nonne, oggi finalmente antinucleari dopo Fukushima, ma in precedenza antipatizzanti dei Verdi. Rivolgo, perciò, un caldo appello agli amici Bonelli e Boato perché organizzino senza indugi una grande assise nazionale, veri e propri Stati Generali fondativi, nessun gruppo escluso, e su mozioni quanto più possibile unitarie, da cui far uscire una struttura degli Ecologisti Italiani ben formata e già pronta all’azione. E non è possibile che i Verdi si limitino (c’è la tentazione, eccome) a fagocitare gruppetti e comitati di cittadini: no, loro stessi devono – prima o durante gli Stati Generali – azzerare la loro sigla e aderire ex novo, come singoli, al Nuovo Soggetto. Alle medesime condizioni degli altri. Altrimenti non potranno lamentare la mancata adesione dei nuovi gruppi civici e anti-Casta. Ma devono far presto: abbiamo già perso troppo tempo. L’ambiente, la salute dei cittadini, la libertà e la giustizia non aspettano. Questo ci attendiamo dagli amici Verdi e da noi tutti, ecologisti e cittadini delle reti civiche.

 

Nico Valerio

 

http://nicovalerio.blogspot.com/

 

Commenti disabilitati

Amnistia mascherata con effetti permanenti… L’elenco dei reati interessati alla “Prescrizione Breve” del governo bossi/berlusconi

“Iscrizione greve nei registri infernali della banda B&B.” (Saul Arpino)

Ante Scriptum

Ho letto su Il Messaggero (di Roma) di come i deputati dell’IDV, durante le votazioni del “processo breve”, abbiano continuamente insultato l’ex loro compagno, Domenico Scilipoti, passato ai “resposabili” che sostengono Berlusconi. In ogni occasione in cui egli entrava od usciva dall’aula è stato apostrofato con l’epiteto di “munnizza, munnezza”… mentre Rosy Bindi, presidente di turno, non faceva nulla per fermare gli insulti. Beh, non sono certamente a favore del Berlusconi.. e l’articolo che segue lo dimostra, ma trovo veramente volgare e disumano avventarsi contro Scilipoti come se lui fosse il responsabile (in questo caso nel vero senso della parola) di ogni nefandezza berlusconica.. o della capacità del cavaliere di stare sempre a galla… (mi ricorda qualcosa..). Non so le ragioni che spinsero Scilipoti a cambiare casacca.. lui dice che l’ha fatto per ottenere una legge che favorisca le medicine alternative, comunque non sta a me giudicare il suo comportamento che in fondo non è così colpevole.. se comparato al comportamento di molti altri parlamentari. Pertanto sento di voler esprimere solidarietà nei confronti di Domenico Scilipoti… pur invitandolo a riflettere… Ed ora passo all’articolo “contro”

Se il Lombroso risorgesse dalla tomba non avrebbe dubbi sul significato delle caratteristiche stampate in faccia al ministro della “giustizia” Alfano Angelino (faccia d’angelo?).
Bene fece Giannelli, il vignettista de Il Corriere della Sera a riprenderlo come guardia del corpo del cavaliere silvio berlusconi, in atto di proteggerlo con una mano sulla cervice… Ora Al Capone, pardon Alfano,  è stato pure nominato delfino e successore in pectore del cavaliere… per i buoni servigi a lui  resi. Il servigio maggiore è quello di essere riuscito ad iniettare una buona dose di eroismo nelle vene fiacche delle truppe pidielline e degli ascari responsabili. Con il flash ricevuto, ministri compresi, hanno potuto compiere l’opera meritoria di scardinare le fondamenta della costituzione e della giustizia… Il processo breve è oggi realtà… Un numero considerevole di reati economici e penali viene depennato dal codice in modo che sia garantita l’impunità a chi comanda… Solo a chi comanda ben inteso.. e solo per certi reati.. perché quelli che invece si fanno le canne (senza far male a nessuno) quelli, moralmente e penalmente reprobi e colpevoli, potranno continuare ad affollare le carceri… anzi prossimamente potranno essere condannati ai lavori forzati per costruire nuove e più solide carceri  per contenervi  i par loro e i debitori insolventi… (che sono costretti a rubare per pagare le tasse)!  
Perdonate l’ardire… 
 
Paolo D’Arpini

 

……..

 

In Europa nessun paese ha introdotto la prescrizione breve, come invece stanno facendo  in Italia Bossi e Berlusconi; anzi, per i reati più gravi quando sono stati individuati i colpevoli si concede il tempo sufficiente alla piena celebrazione dei processi.

In Italia si sta effettuando una vera e propria amnistia mascherata con effetti permanenti, pur di salvare il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dai suoi processi, buttando al macero immediatamente circa 5000 processi che ancora non hanno superato il primo grado di giudizio, premia i disonesti e ignora le vittime.

Processo Mills per corruzione: imputato Silvio Berlusconi
Strage alla stazione di Viareggio 29 giugno 2009: 32 morti
Crack Parmalat 2003: 80.000 risparmiatori truffati per oltre 14 miliardi di euro
Terremoto a L’Aquila 6 aprile 2009: 278 vittime, di cui 8 ragazzi nella Casa dello Studente
Doping Olimpiadi Invernali Torino 2006
Amianto nei Cantieri Navali di Palermo: 40 operai morti
Calciopoli Napoli 2006
Crack Cirio 2003: truffa per oltre 1 miliardo di euro

ELENCO DEI REATI INTERESSATI DAL DDL SULLA PRESCRIZIONE BREVE:

• articolo 314 del codice penale (PECULATO).
• articolo 315 del codice penale (MALVERSAZIONE).
• articolo 316 del codice penale (PECULATO PER ERRORE ALTRUI).
• articolo 316 bis del codice penale (MALVERSAZIONE AI DANNI DELLO STATO).
• articolo 316 ter del codice penale (INDEBITA PERCEZIONE DANNI STATO).
• articolo 317 del codice penale (CONCUSSIONE).
• articolo 318 del codice penale (CORRUZIONE).
• articolo 319 del codice penale (ATTO CONTRARIO A DOVERI D’UFFICIO).
• articolo 319.ter del codice penale (CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI).
• articolo 320 del codice penale (CORRUZIONE INCARICATO DI PUBBLICO SERVIZIO).
• articolo 322 del codice penale (ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE).
• articolo 322.bis del codice penale (PECULATO/CONCUSSIONE/CORRUZIONE COMUNITA’ EUROPEA).
• articolo 323 del codice penale (ABUSO D’UFFICIO).
• articolo 324 del codice penale (INTERESSE PRIVATO IN ATTI D’UFFICIO).
• articolo 326 del codice penale (RIVELAZIONE SEGRETI D’UFFICIO).
• articolo 328 del codice penale (OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO).
• articolo 336 del codice penale (VIOLENZA A PUBBLICO UFFICIALE).
• articolo 337 del codice penale (RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE).
• articolo 338 del codice penale (VIOLENZA O MINACCIA AD UN CORPO POLITICO, AMMINISTRATIVO O GIUDIZIARIO).
• articolo 340 del codice penale (INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO).
• particolare prevedendo un aumento del tempo necessario a prescrivere il reato di cui all’articolo 347 del codice penale (USURPAZIONE DI FUNZIONI PUBBLICHE).
• articolo 348 del codice penale (ESERCIZIO ABUSIVO DI UNA PROFESSIONE).
• articolo 355 del codice penale (INADEMPIMENTNO DI CONTRATTI DI PUBBLICHE FORNITURE).
• articolo 589 del codice penale (OMICIDIO COLPOSO).
• articolo 609.bis del codice penale (VIOLENZA SESSUALE).
• articolo 609.quater del codice penale (ATTI SESSUALI CON MINORENNE).
• articolo 609.quinquies del codice penale (CORRUZIONE DI MINORENNE).
• articolo 609.octies del codice penale (VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO).
• articolo 416.ter del codice penale (SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO)
• articolo 419 del codice penale (DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO).
• particolare prevedendo un aumento del tempo necessario a prescrivere il reato di cui all’articolo 420 del codice penale (ATTENTANTO A IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITA’)
• articolo 423 del codice penale (INCENDIO)
• articolo 423.bis del codice penale (INCENDIO BOSCHIVO)
• articolo 424 del codice penale (DANNEGGIAMENTO SEGUITO DA INCENDIO)
• articolo 432 del codice penale (ATTENTATO ALLA SICUREZZA DEI TRASPORTI)
• articolo 624 bis del codice penale (FURTO IN ABITAZIONE).
• articolo 628 del codice penale (RAPINA)
• articolo 629 del codice penale (ESTORSIONE)
• articolo 640 del codice penale (TRUFFA)
• articolo 641 del codice penale (INSOLVENZA FRAUDOLENTA)
• articolo 648 del codice penale (RICETTAZIONE)
• articolo 648.bis del codice penale (RICICLAGGIO)
• articolo 514 del codice penale (FRODI CONTRO LE INDUSTRIE NAZIONALI)
• articolo 583.bis del codice penale (PRATICHE DI MUTILAZIONE DEGLI ORGANI GENITALI FEMMINILI)
• articolo 648.ter del codice penale (IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITA’ DI PROVENIENZA ILLECITA)
• articolo 646 del codice penale (APPROPRIAZIONE INDEBITA)
• articolo 614 del codice penale (VIOLAZIONE DI DOMICILIO)
• articolo 610 del codice penale (VIOLENZA PRIVATA)
• articolo 644.bis del codice penale (USURA IMPROPRIA)
• articolo 644 del codice penale (USURA)
• articolo 643 del codice penale (CIRCONVENZIONE DI INCAPACI)
• articolo 2621 del codice civile (FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI)
• articolo 2622 del codice civile (FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI IN DANNO DELLA SOCIETA’ DEI SOCI O DEI CREDITORI).
• articolo 2623 del codice civile (FALSO IN PROSPETTO).
• articolo 2624 del codice civile (FALSITA’ NELLE RELAZIONI O NELLE COMUNICAZIONI DELLE SOCIETA’ DI REVISIONE).
• articolo 2626 del codice civile (INDEBITA RESTITUZIONE DEI CONFERIMENTI).
• articolo 2627 del codice civile (ILLEGALE RIPARTIZIONE DEGLI UTILI E DELLE RISERVE).
• articolo 2628 del codice civile (ILLECITE OPERAZIONI SULLE AZIONI O QUOTE SOCIALI O DELLA SOCIETA’ CONTROLLANTE).
• articolo 2629 del codice civile (OPERAZIONI IN PREGIUDIZIO DEI CREDITORI).
• articolo 349 del codice penale (VIOLAZIONE DI SIGILLI).
• articolo 337.bis del codice penale (OCCULTAMENTO CUSTODIA O ALTERAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO).
• articolo 341.bis del codice penale (OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE).
• articolo 351 del codice penale (VIOLAZIONE DELLA PUBBLICA CUSTODIA DI COSE).
• articolo 334 del codice penale (SOTTRAZIONE O DANNEGGIAMENTO COSE SEQUESTRATE NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE).
• articolo 335 del codice penale (VIOLAZIONE COLPOSA NELLA CUSTODIA DI COSE SEQUESTRATE NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE O DALL’AUTORITA’ AMMINISTRATIVA).
• articolo 612.bis. del codice penale (STALKING)

Alessandro Mezzano

Commenti disabilitati

Il cavallo, simbolo di libertà e di eleganza, trasformato dall’uomo in schiavo imbrigliato e riserva di bistecche….

 

Non sono stretto da vincoli mondani né appesantito da mete prefissate. Io corro senza freni su sentieri vergini… Io sono il Cavallo” (Saul Arpino)

 

 

Vitalità, velocità, resistenza, forza, intelligenza, bellezza, agilità, mitezza, pazienza, regalità: queste sono alcune caratteristiche del cavallo, una delle creature più belle del pianeta, vittima dell’egoismo e della cattiveria umana fin dai tempi più remoti.

 

Coinvolto nelle battaglie in cui è rimasto mutilato dalle spade, dalle lance, dalle frecce, sventrato dalla bombe, ucciso dalle mitragliatrici, dai fucili, dalle pistole, e poi incornato nelle corride, azzoppato nei pali, frustato nel tiro dei carri, delle diligenze, nelle carrozzelle e nelle gare, imprigionato negli allevamenti, utilizzato nelle feste popolari, nel dressage, nei maneggi, nei rodei, nel duro lavoro dei campi, nel mondo del cinema, nei raids equestri, nell’esercito, nelle scuole militari, nel polo, esposto come oggetto ludico di prestigio sociale, utilizzato a pezzi come riserva di carne in caso di crisi alimentare, condannato ai viaggi della morte sui carri ferroviari piombati per migliaia di chilometri per arrivare a noi dalla Polonia, Ungheria, Ucraina ecc. dove trova la morte per stress, disperazione, per fame o sete prima di essere macellato.

 

Oltre questo, in vari altri modi viene perpetuata la violenza sui cavalli per indurli ad essere totalmente sottomessi e ciecamente obbedienti al cavaliere: il riflesso condizionato legato ad un premio oppure prodotto dalla paura di ricevere una scossa di dolore. E in genere nell’addestramento i due i metodi vengono abbinati.

 

C’è la ferratura che è tra i mezzi di costrizione più usata attraverso cui si impedisce il movimento elastico dello zoccolo, il suo ammortizzatore naturale. Una delle conseguenze di tale ferratura è la zoppia che coinvolge un gran numero di cavalli perché trasmette agli arti, senza attenuarle, tutte le asperità del terreno; in questo modo il danno ricade sulle articolazioni, sui tendini, sui muscoli.

 

Anche la sellatura è un’imposizione innaturale per l’animale. La sella viene fissata al torace dell’animale con una cinghia che blocca in parte il movimento delle costole che è alla base della respirazione.

 

Poi c’è il morso che serve a obbligare maggiormente il cavallo alla volontà del cavaliere, che può avvenire solo causandogli dolore, mediante una barretta di ferro trasversale tirata dalle redini con strappi, che spesso causano, oltre all’inevitabile dolore, lesioni e ferite alle labbra, ai denti, al palato, alle gengive, rottura di denti, ulcere ecc.. Se il cavallo non obbedisce gli si dà un colpo di morso metallico contro la mandibola con conseguente causa di dolore e lesioni spesso permanenti. Vi anche un tipo di morso, spesso utilizzato nelle scuole di equitazione palermitane, che ha lo scopo di comprimere le narici dell’animale impedendogli di respirare.

 

Poi ci sono gli speroni che servono a far obbedire immediatamente il cavallo alla voce del cavaliere con la minaccia di procurargli un dolore acuto. Succede che i colpi degli speroni abbiano a volte rotto le costole e prodotto lesioni anche polmonari ai cavalli. In realtà come nei circhi equestri non è possibile assoggettare la volontà di una animale, destinato ad essere libero in natura e indipendente, se non con il terrore di una punizione.

 

Nel dressage si costringe il cavallo a danzare a suon di musica come succedeva nella varie scuole di equitazione di Spagna, Vienna ed altre, allo scopo di divertire le corti annoiate di un tempo. Il dressage comporta atti di vera violenza e costrizione del cavallo (metodi spesso vietati dalla legge) per obbligarlo ad eseguire passi di danza antifisiologici per il cavallo. Nel concorso completo di equitazione delle Olimpiadi gli ostacoli fissi sovente sono la causa di fratture e morte del cavallo. Per fortuna l’imposizione del morso viene ancora attuata solo in alcuni paesi, in alcune attività e con diverse modalità che però feriscono il palato con uno spuntone (morso arabo o morso spagnolo).

 

Anche il polo è un’attività che comporta costrizione, violenza e sofferenza per l’animale, come lo è il rodeo, il palio, il trotto, il salto ad ostacoli, le gare clandestine come quelle che ancora si svolgono di notte sulla tangenziale di Napoli e non solo, dove spesso si fa uso di doping, di frusta, speroni, antalgici contro la zoppia ecc.

 

Gli incidenti nei pali sono riportati dalla cronaca e spesso testimoniano il poco amore dell’uomo verso il suo stesso cavallo. Nel 1989 nel palio di Sassari un cavallo azzoppatosi venne sgozzato sotto gli occhi inorriditi di migliaia di spettatori. Ma durante il palio non c’è solo la morte a seguito della rottura delle ossa per cadute (come in questi ultimi tempi la cavalla a Ronciglione) o scontro contro gli ostacoli o per calpestamento, ci sono le rozze e bestiali nerbate sul muso, sugli occhi, sulle orecchie per indurli a dare il massimo delle proprie possibilità fisiche fino allo sfinimento.

 

In una quarantina di paesi in Italia si svolgono pali ad imitazione di quello di Siena, per sostenere e lanciare un vastissimo giro di interessi turistici ed economici. E la vittima è sempre la stessa: il cavallo (cioè la creatura che più di ogni altra ha contribuito al progresso della “civiltà” umana) al cui passaggio bisognerebbe in chinarsi.

 

Franco Libero Manco

Commenti disabilitati

Ufo nell’Utah nel 1947 ed apparizioni a Calcata nel 2007

L’11 aprile 2011 su tutti i giornali nazionali è apparsa la notizia, vecchia di 64 anni, sugli avvistamenti e sui ritrovamenti da parte del FBI di UFO, nello Utah. L’informazione è stata derubricata da segretessima a divulgabile, anche se la versione ufficiale continua ad essere quella dei “palloni gonfiati”.  Insomma se su un giornale come il Corriere della Sera, sia pur nelle pagine interne, viene lanciata la notizia in toni non sarcastici ma in termini di cronaca spicciola… già si può presupporre che l’ufficializzazione delle visite extraterrestri sul pianeta terra si sta avviando a compimento.

A questo punto debbo riconsiderare positivamente l’esperienza vissuta da Felix e Sofia (mio figlio e sua moglie) nel 2007 a Calcata… ma leggete voi stessi…..
 
Ah, ringrazio Vittorio Marinelli per aver conservato la mia relazione… che avevo smarrito.

“Non ci troviamo niente di strano: possibile che in qualche miliardo di pianeti che esistono, non ce ne sia qualcuno abitato dove gli abitanti vadano ogni tanto a fare i turisti come noi in altri paesi?   Se poi sono fenomeni ottici, va bene ugualmente” (Vittorio Marinelli di European Consumers)

 

 Calcata (Vt). Avvistato UFO sulla collina di Narce.

La notte  tra il 14 ed il 15 maggio 2007, verso la mezzanotte, è stato chiaramente avvistato un misterioso oggetto  volante  da una coppia di giovani sposi di Calcata, Felix e Sofia, sulla cui credibilità lo scrivente non ha dubbi.  I due giovani si trovavano a guardare dalla finestra della loro casa che si trova dirimpetto a  Narce (una collina sulla quale sorgeva Fescennium antica città falisca di cinquemila anni fa) allorché scorgono  una serie di luci, somiglianti a stelle in movimento, che provenienti da ovest si dirigevano verso la collina. Ad un certo punto le  luci, forse tre in numero, si sono condensate ed allargate in una forma  grande  diversi metri. 

L’osservazione è avvenuta in una notte senza luna ad una distanza di circa un kilometro in linea d’aria,  per circa mezzora la forma è rimasta ferma su una costa della collina, emettendo forti fasci luminosi bianchi e giallo-rosei, ad onde, mentre un cono d’ombra sottostante toccava la terra. Sembrava una specie di atterraggio. 

I due giovani avevano la sensazione di essere osservati ed erano consapevoli di una qualche presenza. La luce era molto forte e si irradiava su tutto il cucuzzolo del sito storico, che è attualmente completamente disabitato e fa parte del Parco del Treja. Anche una terza persona, abitante nei pressi, in un’area sottostante, verso la stessa ora ha notato dei riverberi provenire dalla zona. Dopo parecchi minuti di permanenza su Narce  l’ignota cosa luminosa ha cominciato a spostarsi a zig-zag  e poi assumendo una forma ovale, con due centri all’interno, simile ad una cellula che sta per scindersi,  si è diretta verso nord, superando  un altro sito storico,  Santa Maria, e compiendo una specie di giro sopra l’acrocoro di Calcata.

Inutile dire che l’esperienza ha toccato molto i due sposini e di conseguenza anche gli altri abitanti del Borgo che ne hanno sottinteso varie implicazioni. Alcuni sospettano che si sia trattato di fotismi di carattere esoterico, forse anime antiche che  tornavano sui loro luoghi di origine.

Ma l’esperienza vissuta dai due è stata talmente vivida e “fisica”  da non lasciar loro dubbi  sull’osservazione, durata a lungo  e con continuo scambio di impressioni al proposito. Alcuni abitanti di Calcata propongono di andare in perlustrazione su Narce per vedere se è rimasta qualche traccia visibile dello straordinario “atterraggio”. I due giovani, una coppia con un bambino di un anno, non hanno dubbi sulla validità del fatto, vissuto in piena consapevolezza, e sono disposti a testimoniarlo  se occorre.

Quello che  mi ha più colpito è che essi affermano di aver percepito una presenza benevola e non si sono spaventati per nulla, addormentandosi poi senza problemi per il resto della notte, la ragazza dice di aver sognato un gruppo di santi, ai quali lei stessa si era unita, che andavano in pellegrinaggio…. 

E’ la prima volta, che io sappia,  che avviene  a Calcata l’avvistamento di un Ufo, certo l’evento è importante e strano  e personalmente credo che la storia raccontata sia vera ma non  avanzo alcuna ipotesi su quanto riferitomi  dai due giovani perché sono mio figlio e mia nuora…. Per dovere di cronaca riferisco quanto ascoltato.

Paolo D’Arpini
Commenti disabilitati