Archivio di aprile 2011

Biodiversità in Erba – IX Edizione della Giornata della Civiltà Contadina – 15 maggio 2011

Si terrà ad Erba (CO) domenica 15 maggio 2011 presso la sala Civico ed il Parco di Villa Ceriani Bressi (già Villa San Giuseppe) la IX Edizione de “Biodiversità in Erba” Giornata della civiltà contadina.

Il gruppo locale dei salvatori di semi di Civiltà Contadina organizza nella consueta cornice del Parco e della Villa l’incontro annuale con scambio di semi e di piantine autoriprodotte e provenienti dalla tradizione locale.
Giungeranno dalla Lombardia ed altre parti del nord Italia per un appuntamento che in maggio vede il gruppo impegnato in scambi sempre più proficui, da un anno all’altro ci si incontra, ci si parla e dagli orti dei soci,vere piccole arche, oasi di biodiversità, questi gioielli della nostra tradizione orticola rurale viaggiano per le vie più strane e ciascuno torna a casa con qualcosa che credeva perduto e che , magari, gli ricordava un sapore, un profumo di casa, e che ritrova grazie alla ricerca dei nostri seedsavers.

Basterebbe questo a dare il tocco alla giornta ma conferenze, incontri, un bel pranzo condiviso, un pranzo di primavera con i cibi che ciascuno porta, danno gusto a questa giornata.
Quest’anno si parlerà di nucleare e agricoltura con Paolo Di Adamo del Comitato provinciale per il referendum, si discuterà delle poche conosciute implicazioni che questa “energia” ha in agricoltura e nell’ambiente della campagna in genere.

Dall’irraggiamento sistematico di alcune specie vegetali come patate, agli, cipolle all’uso delle scorie dell’uranio come concimi.

Si parlerà anche di acqua, bene prezioso ed esauribile con Edi Borgianni del Comitato per l’acqua pubblica e in particolare dell’uso dell’acqua in agricoltura e di questa agroindustria che l’acqua la beve in quantità abnormi, assolutamente insostenibili: la sua privatizzazione, poi, con la gestione prettamente volta la profitto renderebbe questa risorsa ancor più scarsa e costosa, amaggior ragione per i piccoli contadini.

Verrà presentato poi, per finire, un progetto di Orto di pace dedicato a Vittorio Arrigoni, – attivista dell’International Solidarity Movement ucciso a Gaza recentemente – ovvero, su terreni comunali, dedicare spazio e risorse a moltiplicare essenze che possano servire a riprodurre semi di piante alimentari utili alla gente di Gaza sotto assedio. Quindi il progetto è quello di un giardino asciutto, con l’uso di buone pratiche molto parche nell’impiego dell’acqua.

Ne parleremo, siamo sicuri che la disponibilità dei genitori di Vittorio ad aiutarci a reperire un’area e la collaborazione dei nostri soci nel trovare semi adatti e braccia amandare avanti l’orto, non mancheranno. Vittorio lo merita, pensare a lui con una vanga in mano e un sacchetto di semi ce lo porterà più vicino. Alcuni di noi l’hanno conosciuto da ragazzi e il dolore per la sua perdita ci spinge ad agire, nel segno della pace e della biodiversità.

La giornata sarà conclusa dalla musica di alcuni di noi che eseguiranno con strumenti tradizionali brani popolari e quanto ci verrà in mente di bello.
Allora, un appuntamento ricco, pieno di spunti per quanti, nella zona , ma anche da più lontano, vorranno venire a parlare con noi, a scambiare idee, semi, piantine, un buon piatto di riso ed erbe o qunato di buono vorranno preparare.

Per informazioni: Teodoro Margarita fructidor@libero.it o tel: 031 683431.

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Paola Botta Beltramo: “I segreti del nucleare e le spese militari” – Nuovo progetto di sviluppo della coscienza umana

“… E il segreto sta anche alla base delle centrali nucleari e agli enormi interessi che vi gravitano intorno. Il potere politico, quello che manda gli eserciti ad uccidersi a vicenda, costruisce le centrali nucleari in nome dell’economia e del progresso e ciò è un grande, vergognoso inganno. Il loro maggior segreto è che, in tutte le parti del mondo, non sono ancora riusciti ad eliminare con sicurezza le scorie radioattive di queste centrali. I bidoni gettati nella Fossa dell’Atlantico avveleneranno il mare quando, fra qualche decennio, esploderanno. Ma chi se ne cura?…” ( antropologo-teosofo Bernardino del Boca dal libro “IL SEGRETO” PAG. 210 – ediz. 1986)

“(…) Ma allora perché c’è la corsa al nucleare? il nucleare è anche militare e allora, siccome le società non democratiche si basano sulla violenza, e le società democratiche si basano sulla truffa e sull’inganno, bisogna convincere le persone che lo Stato opera solo a fin di bene, non prepara la guerra e se c’è una guerra è solo in risposta ad un’aggressione esterna. Il nucleare civile è un modo per occultare il nucleare militare e anche per far vedere che il nostro bilancio della difesa è piccolo perché tanto una parte della spesa della difesa militare viene addossata ai bilanci di altri ministeri, questo viene fatto anche in Italia, Per fare le bombe atomiche bisogna avere le tecnologie adatte, avere il materiale esplosivo pronto, cosicchè in caso di necessità sia possibile costruire un ordigno in una settimana. (….) la Francia avendo risorse minori rispetto a quelle degli Stati Uniti e della Russia ha creato delle centrali d’uso duale in cui recuperano parte dei costi vendendo l’energia. Quindi non è vero che l’energia nucleare costa meno, l’energia nucleare francese viene venduta sottoscosto perché è il sottoprodotto di una produzione militare. Adesso che i pericoli di guerra aumentano, gli interessi di vari paesi si orientano nuovamente verso il nucleare, anche perché sono stati inventati nuovi tipi di armi nucleari diverse da quelle precedenti che richiedono nuovi tipi di impianti ed ecco la necessità di costruire queste nuove centrali. Se si guardasse solamente al problema dell’energia l’idea di costruire impianti nucleari è così assurda che non verrebbe in mente a nessuno.(…)”

(prof. Emilio del Giudice, fisico, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophisics di Neuss (Germania) – 3-2-2008 – Convegno “Pianeta Terra – Ass. Saras Milano)

“”(…) Il nucleare civile serve a quello militare. Gli strumenti progettuali e le conoscenze tecnologiche per le applicazioni pacifiche sono derivati dal know-how militare. Costruire centrali nucleari è sempre stata una comoda strada per ammortizzare i costi del nucleare militare. Non solo: il nucleare civile a sua volta favorisce la proliferazione orizzontale del nucleare militare. Si tranquillizza il mondo con l’obiettivo dichiarato di costruire un impianto civile e così si può lavorare in pace alla costruzione di testate nucleari (…) Grazie al programma nucleare civile si evitano tanti problemi. Tutto diventa più facile…..Le centrali nucleari producono plutonio come scarto. Si ritrova, in percentuale variabile, nelle scorie radioattive. 1 Kg di plutonio –una pallina da ping pong- ha la potenza di 20.000 tonnellate di tritolo, quanto basta per distruggere una città. Per una bomba H si impiegano, in media, 5 kg. di plutonio: una centrale elettronucleare di 1.000 megawatt produce circa 250 Kg annui di plutonio da cui si possono ricavare 40-50 bombe atomiche. Il nucleare civile è un ottimo paravento che permette di lavorare indisturbati sul nucleare militare. La tecnologia nucleare ha costi enormi. Le centrali nucleari servono ad ammortizzarli, riducendo i costi del plutonio per uso militare. La ricaduta civile del nucleare militare riduce l’enorme saldo negativo che gli armamenti inducono nel bilancio dello stato. Ecco quindi che le potenze nucleari impongono il nucleare civile che anche se fosse l’energia meno costosa –il che non è- e, anche se fosse completamente sicura –il che non è- resta una soluzione eticamente inacettabile

( prof. Angelo Baracca, professore di fisica Università di Firenze – Comitato “Scienziati contro la guerra” relazione 15-10-2008)

“…Tra il 1943 e il 1945 a Los Alamos- USA, il maggiore centro di ricerca nucleare, 600.000 dipendenti lavoravano in modo compartimentale (succede anche in medicina) così nessuno sapeva che cosa si stesse costruendo. Il fisico Robert Oppenheimer fu processato e condannato a morte perché voleva che le ricerche fossero note a tutti in quanto riteneva che la scienza fosse patrimonio dell’umanità. Fu salvato dalla comunità scientifica internazionale che insorse contro il governo statunitense (…) Le centrali nucleari sono state costruite oltre che per fabbricare bombe anche per fabbricare motori nucleari da utilizzare nei sommergibili e nelle portaerei consentendo a questi mezzi riserve di energia di 2 0 3 anni (…) quindi il nucleare civile è una stampella di quello militare (,,,) Più si creano reattori raffinati più aumentano i rischi. (…) La sicurezza nucleare è una menzogna. “

(prof. Luigi Sertorio, docente di Ecofisica Università di Torino; ha lavorato 15 anni a Los Alamos USA e 3 anni nella divisione ambientale della NATO Europa – conferenza 26-4-2011 – Torino – Le bugie nucleari)

SIPRI – Istituto di ricerca della pace di Stoccolma – www.sipri.org –

l’11 aprile 2011 ha pubblicato i dati relativi alla spesa militare mondiale ANNO 2010:

1 6 3 0 MILIARDI DI DOLLARI

(pari a circa 4,46 miliardi di dollari al giorno ovvero circa 3 milioni di dollari al minuto)

Dal libro “La Dimensione Umana” ediz. 1971 dell’antropologo-teosofo Bernardino del Boca:

pag. 272: “…Ci sono libri scientifici che sono un esempio di come agisce il pensiero analogo: sembrano libri scritti con serietà e serenità ma se si usa la propria coscienza, cioè se invece di accettare passivamente quei pensieri si pensa con la propria mente, si rimane spaventati per le orribili implicazioni che contengono. Non ci devono perciò stupire i risultati delle indagini degli esperti dell’intelligenza, secondo i quali, nonostante che in questi ultimi 50 anni la scienza e la tecnica abbiano prodotto nella vita umana i più sbalorditivi e rivoluzionari cambiamenti che hanno imposto la cultura a tutti, l’intelligenza media nel mondo sta calando invece di aumentare. Il nostro concetto di intelligenza è anch’esso molto limitato dalla nostra attuale dimensione umana e ne abbiamo un esempio nel modo di agire delle grandi potenze. Da secoli si dice che si fanno le guerre sotto la spietata spinta del bisogno, ma oggi le grandi potenze spendono negli armamenti cifre astronomiche che se usate per soddisfare i bisogni dei popoli sottosviluppati e dei poveri toglierebbero dalla terra ogni motivo di aggressività…”

pag. 66: “…Finchè non sarà fatta una sintesi tra i vari rami della scienza e non si sarà sottoposta questa sintesi alla luce della spiritualità, il fenomeno umano non potrà essere compreso nella sua finalità e nemmeno nelle sua espressione individuale”

pag. 239: “….U Thant, ex Segretario Generale del’Onu: “ La verità, la grande capitale verità, per quel che riguarda le nazioni sviluppate del giorno d’oggi, è che esse possono avere quasi nel più breve tempo immaginabile tutte le risorse che vogliono. Non sono più le risorse quelle che limitano le decisioni. Sono le decisioni quelle che determinano le risorse. E questo è un cambiamento rivoluzionario –forse il più rivoluzionario- che il genere umano abbia conosciuto”.

Per prendere le nuove decisioni è necessario avere una nuova mentalità. Chi è schiavo del bisogno o delle ricchezze, del potere o della sua posizione sociale, chi si identifica con i valori creati dall’egoismo e dall’ingiustizia, non può prendere le nuove decisioni, poiché è schiavo di troppe paure. Ma i pensieri che rendono possibile l’emancipazione dell’uomo dall’ignoranza, dall’egoismo e dalla paura hanno una forza irresistibile poiché essi sorgono dallo stesso lento fluire della Vita verso il formarsi del nuovo piano di coscienza”

Paola Botta Beltramo – OTS – Biella

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Mahabharata: “Il cane di Yudhisthira ed il paradiso..” – La storia animalista più antica

Vi riporto la bella storia (forse una leggenda simbolica) tratta dal poema sanscrito Mahabharata avvenuta in India circa mille anni a. C. in cui si parla di 5 eroi semidei, dotati di grandi virtù, nati da madre terrena e da padre immortale: gli imperiali fratelli Pandava.

Questi alla fine della loro vita terrena abbandonano agi e ricchezze per ritirarsi in meditazione e austerità nella foresta in attesa di entrare nella dimora celeste del dio-padre Dharma. Salgono in un cammino sempre più faticoso.

Nel cammino uno dopo l’altro fratelli Pandava si abbandonano ad una morte dolce. L’ultimo, sempre più oppresso dal dolore e consapevole della sua fine imminente, l’imperatore Yudhistira continua la sua ascesa insieme ad un cane sbucato all’improvviso dagli alberi che gli è rimasto accanto e che si è unito al gruppo nella vallata; un bastardino dagli occhi dolci.

Quando l’imperatore giunge alla vetta del Kailash la porta, dove entrano solo gli eroi, coloro che hanno messo fine alle esistenze terrene, si apre; Indra e tutti gli dei appaiono nella luminosità del mondo ultraterreno.

Yudhistira scorge festanti gli spiriti dei fratelli che lo hanno preceduto ma non vede il volto radioso del padre Dharma. “Tu che sei stato il più giusto degli uomini”, dice Indra sorridendo, “vieni, entra con me in questa dimensione dove dimenticherai ogni peso delle tue passate esistenze”. Yudhistir accenna al cane di precederlo, ma il dio lo ferma.

“Lascia quel cane Yudhistira” gli dice, “non può entrare con te. Lascialo qui, non vi è nulla di crudele in questo”. Nulla? obietta l’imperatore. Dovrei abbandonare qui solo e sperduto questo essere che si è affidato a me? “E’ solo un cane” replica il dio, sempre sorridente, “lascialo alla sua vita, quale che sia. Tu sei già al di là di tutto questo”. Ma non sono al di là della mia coscienza: il suo abbandono offuscherebbe la serenità che tu mi prometti.
Per 4 volte Indra enumera i vantaggi e le meraviglie della vita celeste che Yudhistir si è guadagnata e ogni volta lo invita ad abbandonare l’animale che continua a fissare il suo compagno. Ma per 4 volte il figlio di Dharma risponde con ferma umiltà che questo non gli è possibile e che se il cane non potrà venire con lui sarà lui ad aspettare sulla montagna finché abbia terminato il ciclo delle sue esistenze: “Allora, e non importa quando, entrerò nell’immortalità, nella pace del dovere compiuto”.

Nel momento stesso in cui Yudhistira, dopo l’ennesimo rifiuto, si china ad accarezzare il suo ultimo compagno, quasi ad assicurargli che non lo abbandonerà, l’animale si trasforma in luce, ed egli si trova dinanzi suo padre Dharma che gli dice: “Nessuno potrà mai eguagliarti dopo questa prova, figlio mio. Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita, in quanto tale, è sacra e sacri e indissolubili sono i legami fra tutte le creature viventi, legami di compassione e di aiuto che nessuno deve ignorare o dimenticare mai”.

Così l’imperatore e il dio, che si era fatto cane per mettere alla prova le virtù del figlio, entrano insieme nel fulgore dell’immortalità.

Franco Libero Manco

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Precursori? Lettera critica amorosa di Caterina Regazzi, con commenti e risposta…

“L’impulso all’amore cresce con l’elevarsi dell’uomo;
ma allo scopo non è sufficiente la saggezza.
Noi ci perfezioniamo grazie ai nostri atti di amore,
così il mondo diventa più ricco grazie alle nostre azioni d’amore,
poiché l’amore è l’aspetto creativo nel mondo”

(Rudolf Steiner)

Scritto il 15/3/2011 in un momento di rabbia.

Precursore: chi precorre i tempi.
Sarà anche così ma il detto dice: chi si loda si imbroda. Basta con quest’atteggiamento saccente e sotto sotto di disprezzo per chi non la pensa come te. Capisco i morettiani, loro sono i semplici, i poveri di spirito dei quali, forse, sarà il Regno dei Cieli. Tu dici: non scrivono niente, non pubblicano niente, ma chi lo dice che per essere un esempio, che per fare il bene dell’umanità, bisogna per forza scrivere? Non si può essere d’esempio semplicemente essendo?
Etain per venire da te si è fatta tre giorni di cammino a piedi. Tu, per venire da me hai bisogno di essere accompagnato in macchina al treno e riaccompagnato in macchina, con fatica, costo e rischio. Al mattino, invece di farti una sana tazza d’orzo con un po’ di pane secco, ti servono cappuccino bollente e briosche industriale. Insomma, Paolo, ma sei precursore di che?
Usi il pc, anche se scassato, invece della posta normale e del ciclostile, e meno male che ti ho visto almeno lavorare nell’orto…
Una volta mi hai detto che tu non mi potevi alleggerire, ma non vorrei nemmeno essere troppo appesantita.
Da mesi e mesi parli della tua “manifestazione”. L’altro giorno, quando abbiamo incontrato quel Meriggi, invece di presentarti dicendo chi sei e come ti chiami, hai cominciato subito a parlare della manifestazione.
Amore mio se vuoi fare da rompighiaccio, devi entrare nel tessuto e in parte lo stai facendo, meno male! Devi stare per le strade, a parlare con le persone, a cominciare dai nostri vicini e in questo certo non ti sto aiutando, a stare con te faccio l’orsa anche io.
Non posso continuare a venire a Treia per due giorni di cui una passato davanti al camino o a dormire perchè stanca del viaggio, e tu davanti al computer a fare il Giornaletto.
Il Giornaletto è un mezzo, non può essere il fine della tua vita.
Ti ho detto: la prossima volta che vieni facciamo una cena con gli amici. Mi hai risposto che le cene ti annoiano. Forse perchè non ti interessano le persone, certe persone. Ma se vuoi condividere te stesso e se vuoi fare partecipi gli altri di quello che hai raggiunto, se pensi che questo abbia un senso, per il genere umano, dovresti agire dal basso; a calare dall’alto, sulla testa delle persone, i tuoi corsi , incontri e manifestazioni raggiuni solo chi già “è”.
Avevo appena fatto in tempo a dirti di essere più semplice che hai scritto quella cosa sulla “trasmutazione” che per capirci qualcosa l’ho dovuta leggere 3 o 4 volte.
Ma tu riesci a metterti nei panni degli altri? Ma forse non devi, nessuno deve farlo.Le hai viste le facce di Manuel, di Diana, di Rosa l’altro giorno, mentre parlavi? Esprimevano, in maniera diversa diffidenza, incredulità, una cocciuta ostinazione alla comprensione razionale. E invece sai essere così leggero a volte!
Hai detto bene il giorno che sono venute le mie colleghe a pranzo: piccole cose. Per far capire agli altri che si può star bene senza carne, senza musicacce, senza televisione, perchè non organizzi delle belle cene vegetariane, magari al lume di candela, intonando mantra come sai fare?
Le parole non bastano e lo so che tu comunque sei l’esempio vivente, con la tua propria vita, ma l’incontro diretto con te e con i tuoi modi forse è un bel sistema per l’espansione di una certa consapevolezza, e viene incontro anche di più alla mia natura. Non mi voglio chiudere, questo è quello che mi pare di fare in questo momento.
Ho solo 51 anni, non ho deciso di darmi all’alcool, al fumo e agli uomini per il resto della vita, ma vorrei ancora poter gioire del sole, del mare, di un bel paesaggio, di una buona musica o di un bel film, di un romanzo o di un buon cibo e di un bicchiere di vino schietto, insomma, voglio rimanere me stessa.

Scritto il 20/4/2011 in un momento di confusione:
Mi sono persa qualcosa ieri sera e vorrei recuperarla, anche se non è più il momento.
Mi hai detto: il tuo amore mi nutre, per questo, anche, mi fa piacere farti da mangiare, così ti nutro anch’io.
Io ti ho risposto: tu mi nutri con la tua pazienza.
Tu hai continuato: non è pazienza ma la furbizia scimmiesca di aspettare.
Io: no! Questo non me lo dovevi dire.
Tu: perchè? Anche tu aspetti!
Io: tu aspetti perchè io devo crescere (e non per far piacere a te), io non ho proprio niente da aspettare, tu sei perfetto così come sei.
Poi mi sono persa, tu hai continuato a parlare, mettendoci in mezzo il discorso del tuo orgoglio, ed io ti ho detto, ma non per fartene un appunto, che mi stavi imbambolando.
Tu: se ti ho imbambolato è perchè tu hai mancato di attenzione.
In quel momento non ho preso proprio bene queste parole.
Ma, comunque, potremmo tornare sull’argomento?
Adesso, mentre lo sto scrivendo, capisco che il momento è passato e che ci sarà ancora modo, tempo e luogo, ma in quel momento mi sono sentita stupida e non è stato piacevole. Tutto qui.

Caterina

……………

Commento ricevuto:

Caro paolo,
questa mia lettera non la pubblicare. E poi quella di Caterina non la definirei proprio una bella lettera, casomai un lettera triste…
Quello che ti ha scritto Caterina mi ha abbastanza stupito e preoccupato…
Ti dice delle cose giuste, e in parte le penso anch’io e le conosco da sempre. Forse se ti avessi frequentato più assiduamente avremmo anche finito per litigare un giorno, chissà…
Mi stupisce ma neanche tanto (visto che non è molto che vivi a Treja), che lei ora ti rinfacci certe cose che sono lì con te da sempre… Ma non se ne era accorta prima?
Mi fa anche un pò ridere quando dice che per capire quello che hai scritto l’ha dovuto leggere 4-5 volte, evidentemente ci tiene proprio tanto a te, io (non te la prendere) difficilmte riesco a leggere anche una volta quello che scrivi quando certe volte debordi in pensieri veramente astrusi… (ma molto è solo per mancanza di tempo, in effetti molto spesso mi piace come scrivi e tutto il tuo impegno letterario).
I riferimenti a Moretti ed Etain li trovo fuori luogo, buttati lì quasi a voler fare del male, come assolutamente cattivissimo l’averti criticato il cappuccino mattutino che so per te essere il “rito” iniziatore della giornata da sempre… (Certo il latte è “crudele” come dice Ulderica ma non si può essere perfetti…).
Insomma ero convinto che avessi trovato la donna perfetta per te ma ecco l’errore, la perfezione non esiste! Me lo ero dimenticato… E allora ecco una bella persona come Caterina che dopo l’innamoramento accecante ti scopre con tutti i tuoi difetti e incomincia a non sopportarli più… (I pregi come al solito non contano…). Un copione scritto da sempre, è capitato anche a me…
Cari Paolo e Caterina (decidi tu se farle leggere la lettera), siete due belle persone, Paolo lo so da sempre e Caterina da poco ma mi basta, ora che farete?
Un caro saluto,
Antenore

………

Mia risposta:

Carissimo fratello Antenore, grazie per avermi scritto.
Perchè non dovrei pubblicare la tua lettera? Non dice nulla di sconveniente, anzi…
Se vuoi non menziono il cognome e lascio solo il tuo nome.. ma credo che sarebbe utile pubblicarla per una migliore comprensione del tema trattato.

Innanzi tutto: l’amore se è cieco non è vero amore ed inoltre se l’amore serve solo ad aggiustare un rapporto non è vero amore. Ho molto apprezzato la lettera di Caterina -ed anche la tua- perchè manifestano sincerità ed onestà. Esprimono sentimenti e sensazioni vere e non ipocrite assunzioni tenute celate e poi esposte al pubblico ludibrio.

Macchè… non c’è alcun problema nell’esprimere se stessi e quel che si pensa.. Certo a volte la critica può non piacere ma essa è l’unico modo per approfondire una conoscenza, per analizzare in profondità il nostro sentire.

Comunque il pensiero è sempre astratto mentre l’azione è sempre concreta. E di concreto in questo caso c’è un rapporto d’amore, fra me e Caterina, che non può essere scalfito da emozioni passeggere, dettate da stati d’animo momentanei. Se dovessimo lasciare il nostro compagno, la nostra compagna, gli amici, i parenti, in definitiva tutti coloro che incontriamo nella nostra strada solo perchè in un qualche momento ci hanno criticato o noi abbiamo criticato loro.. che senso avrebbe la comune appartenenza? Che senso avrebbe il fatto di sapere che siamo componenti della stessa esistenza? Non siamo noi bioregionalisti consapevoli dell’inscindibilità della vita?

Anche se critico aspramente qualcuno non significa che lo allontani dal mio cuore… Critico un operato, perchè secondo la mia opinione personale non è confacente con il mio pensiero.. ma il pensiero .. il pensiero.. siamo padroni forse del nostro pensiero? Possiamo stabilire in anticipo cosa penseremo? O cosa è giusto pensare?

Caro Antenore, non ti preoccupare assolutamente.. l’amore fra me e Caterina è aldilà di ogni “delusione” poichè non siamo mai stati “illusi”.. siamo perfettamente consapevoli ed amorevolemente accettevoli del nostro comune destino. In questa libertà possiamo anche osservare con occhi distaccati le vicende e gli atti che costellano la nostra vita.. come i corvi che osservano con due occhi posti ognuno all’opposto dello stesso capo.

Ti abbraccio, Paolo

………

Replica di Caterina:
Bellissimo questo scambio, come già vi avevo detto, siete proprio fratelli e grazie Antenore per la leggerezza con cui sottolinei questo e quello!

Per Antenore: Amo Paolo e lo amo non di un amore cieco, vedo certi suoi aspetti che non si confanno al mio sentire, come il cappuccino al mattino e non perchè c’è il latte, ma perchè per produrlo si consuma troppa energia e anche perchè è una cosa superflua (per me e anche mia madre la pensava così) ed io non amo il superfluo (ma senz’altro anch’io ho il mio superfluo e di sicuro più di Paolo).

Quella lettera poi l’avevo scritta come ho detto in un momento di rabbia non so per cosa ed ho aspettato che la rabbia sbollisse per leggerla a lui e ci abbiamo dormito sopra con serenità.
Insomma si può stare insieme ad una persona e volergli bene tanto anche se non condivide al 100% il nostro modus vivendi. L’importante è l’esserci con attenzione e un certo qual fine comune.

Ti ricordo che io neanche sono vegetariana ma questo fra noi non è mai stato un problema, lui non mi vuole convincere che sia assolutamente giusto il suo pensiero ed io altrettanto. Io semplicemente cerco di essere coerente con il mio sentire e forse prima o poi lo sarò completamente. Ma è poi il mio il giusto atteggiamento? Non lo è per ognuno di noi esseri umani giusto il proprio?

Se siamo capaci di accettare anche il sentire degli altri, tutti gli altri, e rispettarlo, il mondo in cui viviamo sarà sempre migliore.
Un caro saluto, Caterina

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Un pranzo vegetariano-vegano con Gianni Rodari… Per bambine, bambini, genitori, insegnanti e gatti vegetariani…

(gatto) vegetariano, scapolo / cerca ricco lattaio…
(G. Rodari, un annuncio da: Il giornale di gatti)

“A tutta prima Marco non ci vide nulla di diverso da una comune trattoria romana: c’erano persino i fiori sulle tovaglie bianche. Cartelli alle pareti invitavano gli avventori a gustare le specialità del locale. Oggi tristecca ai ferri corti.”
(Gianni Rodari dal “Pianeta degli alberi di Natale”)

Premessa:
questo articolo è stato scritto per i Quaderni di Vita Bioregionale (Organo della Rete Bioregionale Italiana) che esce in occasione dell’incontro nazionale annuale (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/02/21/incontro-annuale-della-rete-bioregionale-italiana-su-bioregionalismo-ed-alimentazione-naturale-18-e-19-giugno-2011-ospitaletto-di-marano-modena/) per festeggiare l’apertura del primo sito di cucina ecozoica, cucina crudista e vegana eco pacifista realizzata con prodotti locali, biologici e al ritmo delle stagioni e dedicato alla visione dell’Era Ecozoica, l’era della consapevolezza ecologica dell’ecoteologo Thomas Berry. Per visitare il sito: www.cucinaecozoica.it
L’articolo è anche un estratto dall’articolo completo che sarà pubblicato in un libro a mia cura dedicato a Gianni Rodari e alla sua visione ecologista, contenente anche un cd musicale e che sarà stampato dalle edizioni Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri entro l’estate 2011.

Menù:

- Frutta mista del Barone Melarancia e del frutteto musicale

- Insalata di favole (preparata con molta fantasia)
- Insalata sbagliata del Prof. Grammaticus (con le verdure giuste di stagione dell’orto ortolano…)

Primi
- Rose in brodo (di verdure)
- Minestrone di Cipollino
- Orecchiette verdi alle erbe selvatiche
- Risotto del Cavalier Pomodoro
- Spaghetti alle vongole felici

Secondi
- Arrosto di zucca dell’Orso
- Tristecca ai ferri corti

Dolci
- Crostata con marmellata di ortica di Apollonia
- Fiori di cioccolato di Giovannino Pierdigiorno
- Torta di cioccolato con frutta candita
- Gelato del Palazzo del Gelato di Bologna

Bevande (produzione del pianeta Bhi)
- Rosso storico
- Menta geografica
- Acqua minerale “Grammatica”

Pane (più grande del sole)

Coperto: bella tovaglia bianca a fiori… (1)

In questi ultimi anni i problemi relativi all’eccessivo consumo di carne nell’alimentazione umana si sono molto aggravati. Sono ormai ben conosciuti la sofferenza degli animali da macello, i problemi del clima causati dalle emissioni di CO2 (gas serra) da parte di miliardi di animali allevati ogni anno, insieme a grande spreco di acqua, la scomparsa di intere foreste (si pensi alle grandi estensioni dell’Amazzonia) per far spazio agli allevamenti intensivi e, non certo per ultimo, tra le altre problematiche, le malattie cardio-vasco-circolatorie o malattie anche peggiori e mortali…
Nella grande fantasia culinaria di Rodari si trovano i piatti più disparati, ma molti di questi piatti possono essere utili per comporre un gustoso menù vegetariano (e volendo anche vegano) (2) rispettoso degli animali, della nostra salute e di quella del pianeta. Lo dico con cognizione di causa essendo io stesso ormai quasi vegano (con qualche trasgressione vegetariana), ma pienamente soddisfatto dal punto di vista fisico, psichico e spirituale.
Tutto comincia a partire dal 1950, quando Gianni Rodari pubblica il racconto Le avventure di Cipollino dove i protagonisti erano principalmente ortaggi, e in seguito non sono mancati nella sua grande produzione di poesie, filastrocche e racconti anche riferimenti a ricette precise, sempre a base vegetale, come quando nella filastrocca L’insalata sbagliata il Professor Grammaticus ordina un “pranzo vegetariano” indicando proprio i componenti di una ricca e gustosa insalata:

(…) Metteteci l’indivia,
la lattuga, la riccetta
il sedano, la cicoria,
due foglie di rughetta,
un mezzo pomodoro,
cipolla se ce n’è:
portate l’olio e il sale,
la condirò da me. (…)

È proprio da questa poesia che si può pensare anche qui ad un Rodari che precorre i tempi parlando (addirittura ai bambini) dell’alimentazione vegetariana (la poesia è del 1963). Ovviamente ai quei tempi già si conosceva il vegetarianesimo (ma in pochi lo praticavano), mentre adesso questo argomento, come abbiamo già affermato precedentemente, è all’ordine del giorno.
La poesia ci permette anche di introdurre un discorso ecologico sulla corretta alimentazione, cominciando principalmente dalle nostre tavole quotidiane e dalle mense scolastiche, basata sul consumo dei prodotti di stagione e meglio ancora se locali e biologici. (3)
Questa poesia l’ho musicata e la canto spesso nelle scuole persino facendola “assaggiare”, ai giovani ascoltatori (ma a volte anche agli adulti), realizzandola come da ricetta. Allora l’assaggiano tutti con gusto, anche coloro (spesso i più piccoli davanti alle mamme o maestre stupite) che mai si sognerebbero di mangiale insalata, specialmente a merenda!
E così ecco, come capita a volte, che a partire da un errore (ma anche questo è un pensiero rodariano), l’insalata “sbagliata”, si arriva invece a qualcosa di “giusto” (“buono e pulito”, come recita un bello slogan di Slow Food).
A proposito del cucinare i prodotti di stagione, ecco la ricetta originale dell’Arrosto di zucca di Cipollino scritta da Rodari stesso nel Romanzo di Cipollino dove uno dei protagonisti, l’orso, si vuole mangiare così la Sora Zucca:

“(…) io vi mangerei arrostita con qualche patatina fresca e naturalmente ben condita con rosmarino, erba salvia, uno spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino rosso.”

Una curiosità, a suo tempo leggendo qua e là le strane pietanze proposte da Rodari, mi incuriosì la “Tristecca ai ferri corti”: ma come poteva andar bene in un menù vegetariano? Stavo per scartarla quando capii che qui il Rodari visionario, inconsapevolmente, aveva proprio visto giusto…!
Noi ora la tristecca la mangiamo spesso “senza lacrime e sangue”, e infatti Mariagrazia Pelaia, ( brava cuoca vegana), la prepara con il “muscolo di grano”, alimento molto proteico che deriva dal grano (con un procedimento che toglie tutto l’amido e fa rimanere solo il glutine), con aggiunta di farina di ceci. La materia che si ottiene da questo procedimento assomiglia un po’ alla carne (così i sensi e i ricordi di chi proprio non riesce a rinunciarci sono appagati e gli animali possono vivere tranquilli e felici…), e poi non a caso il nome scientifico del grano è Triticum vulgare ! (4)
Infine per i lettori un gioco-indovinello: di tutti i piatti presentati che si rifanno a piatti scaturiti dalla fantasia di Rodari o dai suoi personaggi, uno solo è stato inventato di sana pianta da Mariagrazia Pelaia (si noti il gioco di parole assolutamente adeguato a questo articolo…), chi indovina qual è?
(la risposta dell’indovinello si trova in fondo alle note…)

A tavola come nella vita bisogna quindi agire con consapevolezza, meglio ancora se ecologica, e lo stesso Rodari a proposito ci dice: “(…) Tanta gente non lo sa / e dunque non se ne cruccia / la vita la butta via / e mangia solo la buccia.” (da: “I bravi signori”, in “Filastrocche in cielo e in terra”, op. cit.)
E quindi per finire con il gusto e la fantasia, Buon eco-appetito!

Note
(1) Dalla tovaglia ai piatti proposti, tutti tranne uno (presentato nel finale dell’articolo) sono scaturiti o derivati appositamente dalla fantasia di Rodari.
La “tovaglia bianca a fiori” e la “tristecca” si trovano citate ne: Il pianeta degli alberi di Natale e la “tristecca”, insieme alle “Rose in brodo”, anche nel racconto del Pianeta X 213 Favole al telefono.
Le pietanze relative a Cipollino, al Cavalier Pomodoro, alla Sora Zucca, all’Orso e la frutta del Barone Melarancia sono state inventate o provengono dal famoso romanzo Le avventure di Cipollino (Rodari, 2000), mentre le “Orecchiette verdi” derivano dalla filastrocca Un signore maturo con un orecchio acerbo. “Il Frutteto musicale” e “L’orto ortolano” sono prose che Rodari scrisse negli anni cinquanta sul giornale Vie Nuove, nella rubrica Vie Nuove dei bimbi, mentre l”Insalata di favole” è un paragrafo del famoso saggio Grammatica della fantasia.

La “Crostata con la marmellata di ortica” viene dal racconto L’Apollonia della marmellata, contenuto in Favole al telefono (op. cit.), mentre i “Fiori di cioccolato” li trova Giovannino Perdigiorno (famoso personaggio rodariano in uno dei suoi strani viaggi… “La torta di cioccolato” si trova nel racconto La torta in cielo con la frutta candita e anche nell’omonima poesia.
Anche il “Palazzo del Gelato” si trova in Favole al telefono, così come le bevande del pianeta Bhi che arrivano dal racconto La caramella istruttiva. Il “pane (più grande del sole)” è un verso della poesia Il pane.

(2) Una sana e gustosa alimentazione vegetariana, cosidetta “vegana”, quando si tolgono dal consumo tutti i prodotti di derivazione animale (quindi il latte e i suoi derivati come il formaggio, le uova, eccetera), può migliorare lo stato di salute di molte persone, anche i non allergici ovviamente, oltre a far del bene agli animali e al pianeta… Ultimamente si è notato che molte allergie e relativi problemi per la salute sono dovute al consumo di latte e derivati, a cui molte persone sono appunto allergiche.

(3) Meglio ancora quando i componenti dell’insalata arrivano da un orto biologico realizzato a scuola, un bel modo per insegnare ai giovani i principi di una sana alimentazione e i cicli della natura… In una bella canzone di un cantante ecologista americano, Lone Wolf, una volta sentii una bella frase che recitava più o meno così: insegna i cicli ai bambini, questo è tutto…

(4) La prima tristecca della storia con contorno di orecchie verdi l’ha cucinata Mariagrazia per il giorno del mio 58° compleanno e si può vedere sul mio blog: www.orecchioverde.ilcannocchiale.it al post del 15.1.2011.

La risposta all’indovinello è: Spaghetti alle vongole felici, nel senso che al posto loro sono stati messi i pistacchi, …e le vongole? Sono rimaste felici nel mare…
La ricetta completa, insieme a tante altre ricette vegane ecopacifiste, si può trovare su www.veganblog.it (VEG CHEF – Mariagrazia)

Stefano Panzarasa – bassavalledeltevere@alice.it

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