Archivio di marzo 2011

Orazio Fergnani: “Come liberarsi del debito pubblico e contemporaneamente della tirannia del signoraggio bancario..”

“Soldi, soldi, soldi… ma non è la canzoncina di Betty Curtis” (Saul Arpino)

Tutti mi accusano da sempre di essere logorroico e per contrasto per
nulla sintetico… Adesso vi dimostro il contrario perché in poche
righe vi esplico l’arcano mondo del Signoraggio Monetario.

Il Signoraggio arreca questa entità di mancate entrate/guadagni allo
Stato ogni anno (conto della serva che però è comprensibile a tutti):

A) Signoraggio primario (emissione di moneta M1) circa 100 miliardi di euro/i;

B) Signoraggio secondario (tutti gli altri tipi di emissione bancaria
-prestiti-fidi-mutui-scoperti- etc., etc., ……..circa 300 miliardi
di euro/i..

C) Interessi sul debito pubblico (che non esisterebbe se lo Stato non
si fosse fatto “volontariamente” strozzare dalle banche ….. circa 80
miliardi di euro/i

Complessivamente fanno circa 500 miliardi di euro/i l’anno!!

E’ abbastanza per capire cosa ci stanno facendo questi infami assoluti
allo stato puro??

D) ed infine mancati guadagni ed entrate di ogni ordine e genere da
parte dello Stato e mancato sviluppo ed incremento dell’economia
nazionale a causa dello strozzinaggio delle banche……. cifra
INCALCOLABILE (sia nel senso che mancano i dati essenziali per
calcolarla…. sia per il fatto che se si riuscisse ad estrapolare i
dati con una controprova …questa sarebbe di un’entità sbalorditiva,
strabiliante.

Questi dati potete utilizzarli quanto volete… ma ricordo a tutti che
sarebbe opportuno citare sempre la fonte dei dati (per una miriade di
motivi).

Che dite sono stato abbastanza sintetico nel descrivere cos’è il
Signoraggio Monetario e la portata dimensionale e dei danni epocali
che ha apportato ed apporta all’economia
locale-nazionale-internazionale?

Laudetur semper….

Ma se volete saperne di più, leggete di seguito…

Il Signoraggio Monetario

Quando si parte per La realizzazione di un progetto “Originario”
occorrono un sacco di elementi… Primo fra tutti la fantasia e secondo
la mente scevra da preconcetti…

Per ricostruire una vicenda lunga secoli e cercarla di comprenderla
occorre anche tanta conoscenza delle umane miserie…

Proviamo a partire cercando di usare la logica e tutte le sue
possibili utilizzazioni. Esaminiamo quindi per sommi capi cosa succede nella gestione della moneta/denaro.

Esistono due scuole di pensiero e relativi paradigmi del tutto
inconciliabili fra loro:

1) è inconcepibile che il proprietario di un bene si indebiti per
averlo; Io la penso così!
2) è inaccettabile che venga creato del denaro libero da debito; ne
deriverebbe, se venisse violato questo principio, che l’inflazione non
sarebbe controllabile (versione accademica), ma il secondo paradigma viene smontato dall’evidenza del fatto che negli USA di Lincoln l’inflazione non c’era e neppure nell’isola di Guernsey e neanche nel North Dakota odierno.

Esistono due tipi di uomini: quelli che hanno il cervello e lo usano,
e coloro che pur avendolo non sanno usarlo (e ovviamente sono la
maggioranza).

Quelli del primo tipo quando riscontrando una “stortura”, una
criticità, cercano di risolverla con i mezzi che hanno; gli altri (la
maggioranza) pur riscontrando l’inefficienza, la stortura, la
criticità… ne negano inizialmente l’esistenza ….e la difendono a spada
tratta per il solo fatto che rilevando che questa esiste …. Perché già
per ciò stesso deve avere un valido motivo per esistere,,,, pure se
non ne comprendono la ragione e la motivazione…. Ed è qui la somma
iniuria alla logica.

Da decenni (e più) è pienamente manifesta ed indiscutibile una truffa
che internazionalmente viene definita “rete del debito”
(http://www.webofdebt.com/ ) o “spirale del debito” e qui da noi
definita “Signoraggio”.

Wikipedia ci dice: Il signoraggio è la differenza fra il valore
nominale di una banconota (o moneta) ed il costo della sua produzione.
L’insieme dei redditi derivante dall’emissione di moneta prende il
nome di reddito da signoraggio.

Altre fonti affermano che la creazione di base monetaria in condizioni
di monopolio dia la possibilità alla banca centrale di ottenere
redditi pari alla differenza tra i ricavi ottenibili dagli
investimenti in attività finanziarie e reali e i relativi costi di
produzione. Poiché questi redditi derivano dalla condizione di
privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere incamerati
in misura prevalente da quest’ultimo, sotto forma di imposte. Non ora.

Cerchiamo di capire bene la questione.

Esistono essenzialmente due modelli di pensiero economico-monetario :

1. Economia monetaria pura – non esiste credito, soltanto moneta circolante.

2. Economia creditizia pura – le transazioni sono svolte attraverso
apertura di crediti contabili.

Il sistema attuale è una via di mezzo fra questi due con netta
prevalenza della parte creditizia, anche qui senza che i cittadini ne
siano consapevoli e senza mai essere interpellati a scegliere
democraticamente, e decidere, anche qui sempre la stessa storia.

In tema di bilancio e di tassazione è corretto che la BCdI ponga al
passivo del bilancio le banconote in circolazione, perchè pone
contemporaneamente all’attivo dello stato Patrimoniale una congrua
riserva, ma non è corretto che al popolo sovrano vengano sottratti gli
interessi sulle monete creditizie (che come abbiamo visto sono la
parte preponderante).

Lo Stato ha ceduto tutti i suoi Diritti di emissione “monetaria” alle
banche e viceversa noi cittadini dobbiamo adorare e credere nelle
banche per poi accorgerci che è stata mostrata premura dalla Banca
d’Italia nel sollecitare il condono fiscale, per sé e per tutte le
altre banche. E lo Stato contemporaneamente all’evasione fiscale
bancaria…. paga interessi alle stesse per circa 70 miliardi di euro
all’anno ed incassa per il (finto) “signoraggio”, comprese le imposte,
meno di 1 miliardo di euro all’anno. La situazione mi sembra un po’
troppo sperequata in favore delle banche.

In estrema sintesi al 31 dicembre 2006 la Massa Monetaria circolante
era circa 113 miliardi di euro, dei quali 105 cartacei e 8 metallici.

L’aggregato monetario :
- M1 (circolante + depositi a vista) era 667 miliardi di euro,
- M2 (M1 + depositi con scadenza fissa fino a 2 anni + depositi
rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi) era 941 miliardi di euro
- M3 (M2 + pronti contro termine + quote di fondi di investimento
monetario e titoli di mercato monetario + obbligazioni con scadenza
fino a 2 anni) era 1.124 miliardi di euro.,

La corruzione logica, legale, giuridica ha portato a che i proprietari del Diritto di emettere la moneta e cioè i Cittadini che avevano delegato lo Stato, siano ora nella condizione capestro, senza alcuna via di uscita, di indebitarsi sempre di più per pagare gli interessi sul debito e percepiscano gli interessi solo di una minima parte delle monete in gioco. Mentre il Signoraggio (quello vero) è diventato di pertinenza insottraibile delle banche (misteri giuridici, il denaro compra la Legge).

Insomma viene commessa ai danni dello Stato (sotto gli occhi di tutti
quelli che dovrebbero vigilare e denunciare) una truffa immensa. A
questo punto la proposta di Ron Paul di eliminare le banche centrali
sembrerebbe la più logica, la più assennata. L’alternativa opposta
sarebbe la nazionalizzazione delle banche sotto il controllo diretto
dei Cittadini.

Ma chi dovrebbe denunciare tutto ciò? A mio modesto avviso dovrebbero essere gli uomini della cultura e della politica, i religiosi, i
grandi Commis di Stato perché è la loro funzione …. con la precedenza
dei primi e dei religiosi, volendo concedere ai politici l’alibi
dell’ignoranza, del resto per legge basta aver frequentato la terza
media per diventare senatore. Nulla di questo è stato mai fatto……
Io, vista la scleroticità e stasicità del sistema ho provveduto
personalmente a presentare molte denunce a questo proposito. Ad oggi tuttora apparentemente inascoltate.

Che fare in questo marasma monetario e l’interesse, il debito… il
capitale mai restituibile e quant’altro? Contrariamente alle
apparenze tutto è facilmente risolvibile ….. ad esempio collocando
tutto il sistema in una economia monetaria pura (solo massa monetaria circolante) in modo che tutti gli interessi sulla moneta (a questo punto soltanto pubblica) giungano allo Stato.

Così facendo si rimarrebbe entro i confini dell’attuale paradigma
(moneta in cambio di debito – per paura dell’inflazione, a dar retta
agli ”accademici”), ma si eviterebbe (secondo questi, non secondo me) di alimentare l’attuale spirale irraggiungibile ed ineliminabile del
Debito Pubblico. Ovviamente il sistema finanziario dovrebbe trovare un nuovo equilibrio perchè avrebbe minori entrate rispetto ad oggi, ma è un’opzione gestibile, lasciando inalterate le vigenti condizioni
generali.

Così facendo da calcoli stimati ritornerebbe agli italiani ogni anno,
se si prendesse questa via fra costo opportunità ed imposte, almeno
300 miliardi di euro all’anno (10 volte una finanziaria), più che
sufficiente per ridurre o annullare drasticamente l’imposizione
fiscale oggi e contemporaneamente cancellare in pochissimi anni il
Debito Pubblico statale incancrenito.

Sia che si prenda la strada dell’emissione monetaria diretta da parte
dello Stato senza indebitamento, sia che si rimanga entro i confini
attuali di una BCE, o altra banca emettitrice (moneta in cambio di
debito) è possibile moralizzare la Società nella quale lo Stato
sarebbe libero dal debito. È solo una questione politica, di scelta.
Si tratta di deciderlo, metterlo per iscritto e farlo rispettare.
Incredibile? Ma assolutamente vero! Provare per credere…..

Orazio Fergnani

(Alba Mediterranea 1)

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Daniele Carcea ed il pensiero positivo: “Malpensa e Chiasso, come fare a sapere dove sono nascosti 103.500.000.000 $, pensando male, e 134,5 miliardi $, con poco chiasso…?”

Alla dogana di Chiasso nel mese di giugno 2009, nel doppio fondo di una valigia fu trovato un enorme quantitativo di titoli Usa per complessivi 134,5 miliardi di dollari, pari a un controvalore in euro di oltre 96 miliardi di euro; 249 bond della «Federal Reserve» americana del valore nominale di 500 milioni ciascuno, e 10 «Bond Kennedy» del valore nominale di 1 miliardo di dollari ciascuno.

 

I valori erano posseduti da due cinquantenni giapponesi, Mitsuyoshi Watanabe e Akihiko Yamaguchi che, scesi da un treno proveniente dall’Italia, al momento del controllo doganale affermavano di non avere nulla da dichiarare.

 

Il problema più grosso che si pose dall’inizio era capire se i titoli erano veri o falsi, per le implicazioni che queste due diverse eventualità avrebbero comportato: per la legge italiana, quando vengono sequestrati dei titoli falsi o della valuta contraffatta, i possessori devono essere arrestati e il materiale distrutto, nel caso contrario in cui ci si trovi di fronte a titoli autentici, la Guardia di finanza si trova di fronte alla mancata dichiarazione valutaria, che non è un reato penale ma comporta il pagamento di una penale: una «semplice» ammenda amministrativa, il 40 per cento del valore eccedente euro 10.000 di franchigia;
in questo caso la sanzione sarebbe ammontata a 38 miliardi di euro, (l’entità grossomodo di due leggi finanziarie/ di stabilità).

 

Il secondo sequestro operato a Malpensa nel settembre del 2009, a pochi mesi dal sequestro di Chiasso, riguardava una spedizione effettuata tramite courier proveniente dalle Filippine e destinata in Italia, 207 Federal Reserv bond 1934 Series, del valore di 500.000.000 dollari ciascuno, per un valore complessivo di 103.500.000.000 dollari, autori due filippini residenti a Genova.

Questi sequestri hanno suscitato inquietanti interrogativi a chi si è occupato o solamente interessato alla questione, cifre così grosse non erano mai state sequestrate, al massimo qualche centinaia di milioni di dollari, per dichiarazione del Colonnello della Guardia di Finanza competente per territorio, intervistato poco dopo il primo maxi-sequestro. Gli strani movimenti hanno fatto temere per la tenuta del debito pubblico americano, anche perché per il sequestro di Chiasso si è parlato di stretti rapporti con la banca centrale giapponese, da parte dei giapponesi fermati con il malloppo.

 

I fatti hanno portato anche il Parlamento ad occuparsi del caso tanto che per primo il deputato Misiani del PD (su Chiasso) e subito dopo i 6 deputati radicali eletti nelle liste del PD primo firmatario Marco Beltrandi hanno presentato due interrogazioni al Ministro dell’Economia Tremonti (Chiasso + Malpensa), con le quali chiedevano conto degli esiti delle indagini, e del coinvolgimento dei servizi segreti americani e della SEC per la verifica dell’autenticità o meno dei Bond. http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=17149&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27  

La risposta a lungo attesa è arrivata con risposta scritta da parte del sottosegretario dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, il 30 luglio 2010.

 

La risposta è arrivata all’interrogazione dei radicali che chiedeva lumi sul sequestro di Malpensa, ma è stata una risposta cumulativa, che ha assorbito anche il sequestro di Chiasso, fra l’altro le due interrogazioni del gruppo radicale erano state sollecitate una decina di volte al Ministro, mentre quella del deputato del PD Misiani, mai.

 

Ebbene relativamente a Chiasso il sottosegretario Giorgetti ha scritto:” I titoli sequestrati ai due cittadini giapponesi sono risultati contraffatti e nel corso delle indagini delegate da parte dell’autorità giudiziaria di Como non è emerso alcun legame tra gli stessi e la Banca centrale di Tokio. Il pubblico ministero, al termine delle indagini preliminari, ha rinviato a giudizio gli indagati per concorso nei reati previsti dagli articoli 453, comma 3 (Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate), 455 (Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate) e 458 (Parificazione delle carte di pubblico credito alle monete) del codice penale”.

 

Mentre per quanto riguarda il sequestro di Malpensa, il sottosegretario ha specificato che già senza una perizia specifica si poteva desumere che ci si trovasse di fronte a titoli contraffatti, in quanto presentavano colori troppo vivi e stato di conservazione ottimo, per essere risalenti al 1934, il fatto è stato successivamente confermato dal perito dei servizi segreti americani.

 

I due filippini, fratello e sorella sono stati rinviati a giudizio per traffico illecito e uno dei due, il fratello è tuttora detenuto.

Chiaramente per nessuno dei due sequestri è stato possibile attivare la procedura sanzionatoria per mancata dichiarazione valutaria, in quanto tutti i titoli dei maxi-sequestri sono stati dichiarati falsi dall’autorità competenti.

 

Rimane comunque un alone di mistero su tutta la vicenda, dubbi e domande che comunque è obbligo farsi, come ad esempio, come è possibile che qualcuno possa pensare di contraffare buoni del tesoro americano per una cifra così astronomica e riuscire a piazzarli come veri? Quanti sono i traffici di questo tipo? Quanti titoli falsi circolano nel mondo? C’è qualche potente organizzazione dietro a questi movimenti di titoli contraffatti? Ma se i titoli di Chiasso fossero stati veri, avrebbero avuto le autorità americane il coraggio di dichiararli tali, con tutte le conseguenze al livello di sconvolgimento del mercato dei titoli di Stato del mercato mondiale, che questa notizia avrebbe comportato?

 

Daniele Carcea

 

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Nascita e progresso dell’animalismo nel mondo…. (e date possibili per l’arrivo degli Ariani in Europa e Medio Oriente)

Ante scriptum

 

La datazione indicata dall’autore per l’esistenza terrena di Govinda (Krishna) è controversa… In occidente si indica quella data scritta nel testo (3000 a.c.) mentre in India si va molto più indietro.. Ultimamente sotto la costa dell’Oceano Indiano esattamente nel luogo in cui era stata indicato nel Mahabarata è stata scoperta una grande città sommersa. Che sarebbe appunto la famosa e mitica Dwarka in cui Krishna e Balarama regnarono. Questa città vien fatta risalire almeno a cinquemila anni prima di Cristo.. il tempo della guerra fra Kuru e Pandu, periodo che in occidente corrisponde alle prime apparizioni di guerrieri e popolazioni indoeuropee evidentemente transfughe. Queste prime emigrazioni avvennero prima dell’avvento degli Ittiti (anche essi indoeuropei, parlavano un dialetto sanscrito) e dei Greci, probabilmente queste onde di emigranti si fermarono prima in Persia e poi da lì attraverso l’Anatolia si spinsero anche nell’Europa centrale (vedi anche il libro dell’archeologa Marija Gimbutas). In occidente tutti parlano di questi indoeuropei ma nessuno sa o dice da dove provengono…. Lasciando credere che fossero popolazioni originarie dell’Europa stessa (cosa assurda). Eppure erano dotati di armi che i sumeri ed egiziani nemmeno conoscevano, avevano carri trainati da cavalli con le ruote a raggi e spade ed attrezzi di ferro (nel medio oriente erano ancora all’età del bronzo a dir bene se non al neolitico).

 

Paolo D’Arpini

 

 

Mentre le origini del vegetarismo si perdono nella notte dei tempi (essendo l’essere umano anatomicamente strutturato a nutrirsi di alimenti vegetali), il sentimento animalista nasce col graduale sviluppo nell’ominide della compassione verso la sofferenza dell’animale catturato o abbattuto. A livello socio-culturale, le prime manifestazioni di cui si ha notizia si potrebbero far risalire alla civiltà Indù, dal momento in cui il divino Govinda (3000 a.C.) esclude dalla lista delle offerte a lui gradite i prodotti di derivazione animale.

 

Il sentimento di tutela degli animali assume la sua massima espressione con il Jainismo, originato da Mahavira nel 600 a.C. circa, che organizza ospedali per animali bisognosi, poi vive nel pensiero degli grandi Illuminati (Buddha, Zoroastro, Lao Tze…), nelle prescrizioni di molte comunità spirituali (Orfismo, Stoicismo, Sciamanesimo…), nei precetti di molte comunità religiose (Ebioniti, Esseni, Catari…), nelle regole di molti ordini monastici ( Trinitari, Cistercensi, Benedettini…), nella spiritualità di grandi santi (S. Girolamo, S. Giovanni Crisostomo, S. Ambrogio…) e filosofi della cultura mediterranea (Pitagora, Teofrasto, Plutarco…) e prosegue poi con S. Francesco, Leonardo, Gandhi fino ai tempi più recenti, nel cui contesto culturale nascono le prime associazioni a protezione animale. Il filosofo Arthur Schopenhauer (1788-1860) dice che in quel periodo esistevano a Londra alcune società animaliste, come la Society for the Prevention of Cruety to Animals. Il primo in Italia a dar vita nel 1871 alla Società Protettrice degli Animali fu Garibaldi, cacciatore pentito e poi convinto vegetariano: “Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati dalle fatiche, questa è la più bella virtù del forte verso il debole”

 

Quando nel 1847 William Cowherd della Chiesa Cristiana della Bibbia a Manchester diete vita alla prima società vegetariana certo non immaginava che 150 anni dopo i vegetariani sarebbero diventati un movimento internazionale in crescita esponenziale. Il termine Vegetarianesimo fu coniato in Inghilterra, poi adottato nel 1857 in Germania ed in Francia nel 1875. Dal 1889 si parla di vegetarismo. Il fruttarismo nasce in Francia nel 1920 e successivamente si diffonde in Germania, Inghilterra e in Italia; mentre il temine vegan nasce nel 1940. Questa tendenza sociale portò nel 1916 il Giornale della “Reale Società Italiana di Igiene” a perorare la refezione vegetariana nelle scuole.

 

Contemporaneamente al rispetto per gli animali emerge l’importanza di una corretta alimentazione allo scopo di tutelare la salute. Nel Rinascimento Bartolomeo Sacchi, in un’opera di 10 volumi, per primo parla di come conservare la salute attraverso una sana alimentazione. Successivamente Castore Durante, medico, nel 1585, con le sue analisi sui cibi (una vera summa di regole igienico-sanitarie) parla di prevenzione e di terapia per mezzo di un giusto stile di vita e di alimentarsi.

 

Soltanto 30 anni fa parlare di diritti degli animali, di pasto vegetariano alternativo nelle mense sociali, di obiezione di coscienza nella sperimentazione animale, era considerato un’utopia. Nessuno avrebbe immaginato che nel giro di pochi decenni i vegetariani in Italia sarebbero arrivati alla considerevole cifra di 7 milioni e che il numero degli animalisti crescesse altrettanto rapidamente fino a coinvolgere masse sempre più vaste e variegate impegnate a sensibilizzare la popolazione in merito all’abolizione della mattazione (vengono uccisi 50 miliardi di animali l’anno, esclusi pesci, crostacei e molluschi), la vivisezione (utilizzati 300 milioni di animali l’anno), la caccia (uccisi solo in Italia 200 milioni di animali l’anno), le pellicce (400 milioni di animali sacrificati l’anno nel mondo), le corride (8.000 solo in spagna ogni anno), per la chiusura degli zoo (ne esistono 10.000 in tutto il mondo)…

 

E’ la nuova coscienza umana che va emergendo dalle ceneri della storia più oscura e violenta. Una nuova visione del mondo e delle cose si affaccia impetuosa per la prima volta nella storia e supera in ampiezza e profondità ogni precedente rivoluzione culturale, sociale e spirituale perché, superando lo steccato antropocentrico, estende il diritto alla libertà, al rispetto e alla vita dall’uomo agli altri esseri senzienti.

 

Nessuna rivoluzione del pensiero e della coscienza è più innovativa e rivoluzionaria e il giorno in cui il Movimento animalista riuscirà a superare i recinti che separano le differenti forze che lo animano diventerà un fronte di rinnovamento ineguale e condiviso da tutti. Ma attualmente questo Movimento, a causa delle differenti visioni, spesso soggettive dei suoi componenti, disperde gran parte delle sue energie in inutili personalismi che fiaccano gli slanci e riducono gli effetti positivi.

 

L’arcipelago animalista è quanto mai policromo, trasversale, spesso caratterizzato da individualismi, antipatie personali, schieramenti politici, credenze religiose ecc. per le molte motivazioni che portano un individuo ad aderire alla cultura vegetariana-animalista. C’è chi aderisce al per amore degli animali, chi per compassione e condivisione verso la sofferenza universale e le necessità vitali dell’altro, chi per motivi religiosi, chi per motivi spirituali, chi per motivi energetici, chi per spirito di giustizia, chi per amore verso la vita in senso lato, chi per motivazioni antropologiche, chi ambientali, chi economiche e chi infine salutistiche. Ma a causa di tale variegata estrazione, chi ritiene prioritario lottare contro la caccia spesso limita la sua attività alle sole iniziative che hanno questo obiettivo; chi si interessa di vivisezione, considerandola la più grave problematica animalista, spesso non dà il suo sostegno alla lotta contro le pellicce; chi si sente vegetariano spesso non sa rinunciare alla zuppa di pesce o agli spaghetti con le vongole ecc. ecc.

 

Ma il filo conduttore ed unificante, il collante che sta alla base di ogni adesione, è il bene degli animali, la loro liberazione dalla tirannia umana, la gioia di saperli liberi e felici nel loro ambiente naturale. Ma se al di la di ogni posizione personale, di ogni visione parziale caratterizzata da differenti obiettivi culturali, mentali, religiosi ecc., se in tutti noi vive la medesima speranza, quella della liberazione animale, è inaccettabile che all’interno del Movimento vi siano forze discordanti per motivi di opinione o per aspetti marginali sulle fasi operative. Non è accettabile che alcune frange del Movimento rifiutino di aderire alle iniziative di associazioni, gruppi o leghe animaliste che non condividono appieno le linee di condotta, magari perché l’ideatore di una manifestazione di sensibilizzazione e di protesta appartiene di fatto ad una diversa corrente politica, ad una differente “parrocchia”, oppure ha la colpa di qualche passato peccato, per scarsa coerenza ideologica e comportamentale. Ma, come diceva Gesù “chi è senza peccato scagli la prima pietra” e ognuno dovrebbe ricordarsi che prima di essere vegetariano-animalista anch’egli è stato un mangiatore di animali o usava prodotti sperimentati sugli animali.

 

Se un soggetto qualunque, fosse pure un macellaio, un vivisettore, un cacciatore, un prete o un esponente politico di qualunque estrazione, propone un progetto contro la vivisezione, la mattazione, la caccia, la pesca o l’uso delle pellicce, va accolto, va sostenuto, non discriminato, non isolato. Se la cosa più importante è costruire la “casa animalista” chiunque porti un mattone deve essere il ben venuto. Gli estremismi del “tutto è subito” hanno bisogno di esprimersi attraverso azioni concentrate nel tempo che spesso si manifestano in modo aggressivo o violento. Le intolleranze verso le visioni altrui all’interno dello stesso Movimento devono essere bandite, superate: non sono nello spirito della nostra visione delle cose, della nostra etica universale, della nostra non-violenza verbale o pratica. Occorre non solo superare le divergenze e guardare a ciò che unisce, ma apprezzare e valorizzare l’importante e relativo contributo di ognuno, magari confrontandolo con il mondo “esterno” che spesso giustifica la violenza sugli animali ritenendoli ad uso e consumo dell’uomo.

 

A causa delle differenti estrazioni culturali di ognuno, avere una vera e coerente coscienza animalista non è affatto una cosa facile. Per ogni cosa c’è un tempo stabilito. Un albero non cresce in un giorno. Occorre dare alla gente il tempo per capire, di maturare. L’evoluzione non può essere imposta: si sviluppa gradualmente a seconda del livello ricettivo di ognuno. Si sa, l’unione fa la forza. L’unità d’Italia è stata possibile solo in virtù di un movimento di coesione al di la delle differenti culture, posizioni sociali, di classe e geografiche. E, come disse Massimo D’Azeglio: ”Fatta l’Italia occorre fare gli italiani”, allo stesso modo ogni componente il Movimento animalista deve impegnarsi a formare il suo giusto pensiero, la sua giusta coscienza e il suo giusto comportamento. Solo quando ogni componente avrà la giusta visione delle cose; quando nella coerenza farà suoi non uno ma tutti gli aspetti che caratterizzano il Movimento animalista, allora e solo allora il Movimento sarà un conglomerato forte e in grado di farsi ascoltare, di far valere i nostri diritti ma soprattutto i diritti degli animali.

 

Franco Libero Manco

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Cittadinanzattiva: A Viterbo il record nazionale per l’aumento delle tariffe dell’acqua (non potabile perché all’arsenico…)

Appartiene alla provincia di Viterbo il record nazionale del rincaro delle bollette dell’acqua. Nel 2009, infatti c’e’ stato un aumento del 53,4%, contro una media nazionale del 6,7%. E’ quanto sostiene il dossier realizzato dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva.

Il caro bolletta di Viterbo supera di quasi 10 punti quello di Treviso (+44,7%), seconda citta’ per incremento a livello Nazionale. Seguono Palermo (+34%), Venezia (+25,8%), Udine (+25,8%), Asti (+25,3%), Ragusa (+20,9%), Carrara (+20,7%), Massa (+20,7%) e (Parma +20,2%). Gli aumenti hanno superato il 10% in altre 10 citta’. Incrementi inferiori al 10% si sono registrati in 80 capoluoghi di provincia.

Mentre aumentano le bollette, pero’, diminuiscono sia la soddisfazione che la fiducia da parte degli utenti, soprattutto dopo che la Commissione Europea ha ridotto a 10 milligrammi/litro il tasso d’arsenico ammesso nell’acqua, rendendola di fatto inutilizzabile a scopi potabili per circa un milione di persone.

Secondo Cittadinanzattiva, a livello nazionale, il 54% degli italiani non beve acqua fornita dal servizio idrico integrato. Al sud la percentuale sale al 60%.

………..

Altri articoli sull’acqua all’arsenico:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=acqua+arsenico

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Anna Martellotti e la cucina palermitana alla corte di Federico II, che segna l’inizio della culinaria italica

L’attribuzione a Federico II del Liber de coquina e dei ricettari imparentati permette di scoprire la fastosa cucina della corte palermitana, ben radicata nel territorio, ricca di influssi arabi filtrati attraverso la mediazione normanna e sveva, ma aperta a suggerimenti nazionali e internazionali; all’inizio del Trecento, attraverso la mediazione toscana, questa prima cultura gastronomica ‘italiana’, sbocciata insieme alla poesia siciliana, si è ormai affermata da un capo all’altro della Penisola.
 
Un esame comparativo del Liber de coquina e dei ricettari imparentati (la raccolta Meridionale, la traduzione ‘Toscana’ e il trattato latino conservato nel ms. Palat. lat. 1768 della Biblioteca Vaticana, stampato qui per la prima volta insieme agli altri testi) permette di attribuirne la stesura al patrocinio di Federico II, tra il 1230 e il 1250.
 
Si scopre così la cucina della corte palermitana, ben radicata nel territorio, intrisa di influssi arabi trasformati dalla mediazione normanno- sveva, ma aperta a suggerimenti nazionali e internazionali, che ai prestigiosi piatti di carne e di pesce contrappone ricercate preparazioni di verdura e registra la prima affermazione delle paste alimentari, dei ravioli e delle torte ripiene.
 
Attraverso documenti e testimonianze diverse si ricostruisce il rapporto ambivalente dell’imperatore con il cibo, tra rivalutazione epicurea dei piaceri conviviali e preoccupazioni salutistiche; e se la sperimentazione gastronomica che culmina nel Meridionale ben si inquadra nella cornice festosa del banchetto accanto al fiorire della poesia siciliana, il Liber de coquina si presenta come un rigoroso trattato scientifico suddiviso in capitoli sul modello delle opere dietetiche.
 
La Toscana, erede dell’esperienza poetica in volgare, accoglie con entusiasmo la bella cucina sveva e, parafrasando Dante, si può affermare che intorno al 1300 tutto quello che gli italiani mangiano è ‘siciliano’.
 
I RICETTARI DI FEDERICO II. DAL MERIDIONALE AL LIBER DE COQUINA
Autore: Anna Martellotti – Editore: Olschki
Collana: Biblioteca dell’”Archivum Romanicum” – Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia
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