Archivio di marzo 2011

Milleproroghe, giustizia “civile” e mediaconciliazione… l’ennesima presa per il fondello giudiziaria…

Lunario Paolo D'Arpini 28 marzo 2011

Milleproproghe – Cos’è  la legge sulla mediaconciliazione?

Il 21 marzo 2011, salvo slittamento a marzo 2012, sarebbe entrata in vigore la riforma che introduce nel nostro ordinamento la mediazione civile quale condizione obbligatoria di procedibilità per un gran numero di controversie tranne quelle in materia di liti condominiali e di incidenti stradali che sono state differite di un anno, e che “certamente” vi verranno scaricate.

In Italia da anni si sente parlare di riforme, la parola riformismo a favore dei cittadini è diventata la bandiera di quasi tutte le forze politiche e chi non è d’accordo viene bollato con l’epiteto di conservatore con una punta di disprezzo intellettuale.

Anche a rischio di essere considerato tale, vediamo ora cosa prevede questa nuova riforma di alcuni meccanismi processuali della giustizia civile.

Innanzitutto la procedura prevista da questa legge è obbligatoria ed il suo svolgimento prevede la presenza facoltativa dell’avvocato. Le due affermazioni sembrano a prima vista favorevoli ai cittadini, ma a ben vedere la cosa non sembra tale.

L’obbligatorietà aggiunge un grado in più ai meccanismi procedurali della giustizia civile, infatti essa è prevista per tutti i tipi di competenza previsti dalla legge e si aggiunge ai gradi già esistenti perché, in caso di mancata conciliazione, per avere giustizia si deve ricorrere sempre alla magistratura ordinaria iniziando dal primo grado.

Questa media-conciliazione, come viene pomposamente chiamata, non è altro che la vecchia conciliazione dei giudici conciliatori che furono aboliti quando entrarono in vigore i giudici di pace. Il suo espletamento è obbligatorio secondo l’attuale ordinamento, sia prima di adire i giudici di pace che i giudici ordinari, prima ancora di dare corso alla procedura di lite vera e propria per la quale alla prima udienza è previsto il tentativo di conciliazione.

In sostanza ora siamo tornati alla situazione precedente alla grande prima riforma, quando c’erano gli uffici della Conciliazione in ogni comune d’Italia, i pretori nelle Preture ed i tribunali nei palazzi della giustizia. A marzo del 2012 avremo i mediatori nelle Camere di mediazione, i giudici di pace negli uffici dei Giudici di pace ed i tribunali nei palazzi di giustizia.

Nella realtà delle cose un cambio vero e proprio di “insegne dei sali e tabacchi” nel più puro degli stili italiani. Un procedere a passo di gambero. Alla faccia della semplificazione!

In 46 anni di professione di avvocato non ricordo di aver mai registrato il risultato di una conciliazione alla prima udienza. Chi va alla lite perché deve qualcosa a qualcuno non ha interesse a conciliare, preferisce approfittare del tempo lungo della istruttoria con il vantaggio di rischiare anche di vincere per un cavillo procedurale o altro.

La nuova legge prevede l’assistenza facoltativa dell’avvocato, cosa che era prevista per i vecchi conciliatori e ora per i giudici di pace, e questo sembrerebbe un vantaggio per l’utente. Ma ciò potrebbe essere un vantaggio reale se la controparte fosse sprovvista anch’essa di un legale. Ma chi ha interesse a mantenere una posizione non se ne priverà certamente, e allora?

Prima per rivolgersi al giudice di pace era sufficiente pagare un modesta tassa di utenza del servizio pubblico e al termine una tassa di registro della sentenza.

Con la media conciliazione si introduce di fatto una giustizia privata e gli utenti del servizio che è obbligatorio per legge, sia l’attore che il convenuto, debbono pagarsi non solo chi li assiste, se vogliono o devono farsi assistere, ma anche i giudici e le spese della camera di conciliazione.

Infatti mentre, nel il rito ordinario, chi intende far causa deve pagare la tassa di iscrizione e anticipare le spese del giudizio, che ricadono poi sulle spalle di chi perde, nella media-conciliazione entrambe le parti debbono anticipare quote di spese che serviranno per pagare i giudici e la struttura, spese previste da apposite tabelle che scoraggiano ogni forma di ricorso alla giustizia.

Una vera e propria struttura parallela della giustizia a carico dei cittadini per verificare se le parti possono mettersi d’accordo, che non considera affatto che quando si arriva alla lite giudiziaria tutti i tentativi di conciliazione tra le parti sono di fatto falliti.

Una norma molto importante è quella che prevede che la circostanza della mancata comparizione davanti al giudice della media-conciliazione dopo esservi stato chiamato dalla controparte, sarà valutata come elemento sfavorevole a suo carico dal giudizio di merito che susseguirà, una specie di mancata risposta all’interrogatorio senza giustificato motivo da parte del deferito che può portare nel rito ordinario al convincimento a lui sfavorevole da parte del giudicante.

Un altro degli aspetti inquietanti di questa riforma è che non sono previsti vincoli per la competenza territoriale. Ciò vuol dire che una banca, una compagnia di assicurazione o una impresa qualunque di carattere nazionale vi può chiamare dove è sita la sede legale o dove lei è supportata da una organizzazione adeguata per la sua difesa. Così se la Fiat deciderà, per una lite su un contratto, di chiamarvi a Torino, è là che bisognerà andare per difendersi, anche se il convocato vive ad Agrigento!

Poiché se uno non si presenta potrà avere pregiudicata la lite davanti al giudice ordinario, ognuno capisce che tale norma non è stata inventata per favorire i cittadini e comincia ad essere chiaro che questa legge è stata influenzata, se non addirittura partorita, dai poteri forti come la confindustria, le banche, le compagnie di assicurazione ecc…

Ma c’è dell’altro. Prima dell’entrata in vigore di questa legge si è scatenato un vero e proprio lucroso business intorno alla formazione degli albi di questi nuovi giudici che vengono chiamati mediatori.

Ho ricevuto personalmente una montagna di proposte di partecipazione a corsi di formazione a pagamento basati sulla illusione di lucrosi guadagni. Ma tale proposta non è stata fatta solo a giuristi o comunque esperti di materie amministrative, essa è stata allargata a tutti coloro che ne avessero voglia purché fossero in possesso di minimi requisiti formali.

Questo business dei corsi ha generato una pletora di abilitati da strutture private improvvisate che, pur di avere iscritti e guadagnare, hanno abilitato il colto e l’inclito.

Ora questi cosiddetti mediatori possono iscriversi a 5 Camere come previsto dalla legge. C’è da presumere che molti saranno all’altezza della situazione, ma anche che molti non lo saranno. L’esempio dei giudici di pace è istruttivo in tal senso. Ogni ulteriore commento è superfluo!

Così mi pare evidente che la legge sulla mediaconciliazione contiene vari elementi di incostituzionalità.

Innanzitutto viola l’art. 24 che garantisce, oltre al diritto di far valere le proprie ragioni in giudizio, anche il diritto ad una difesa tecnica soprattutto in favore dei soggetti più deboli.

Inoltre l’onerosità della mediazione viene taciuta mentre, oltre ad imporre l’obbligatorietà della procedura, cosa che non è prevista nella direttiva CEE di riferimento, si scaricano sul cittadino i relativi costi con ulteriore aggravio e conseguenze negative nel caso di fallimento della mediazione. Infatti i cittadini si vedranno gravemente ostacolato, se non addirittura impedito nel caso dei più deboli, quell’accesso alla giustizia che la costituzione garantisce a tutti perché dovranno anticipare le indennità dovute ai mediatori, il compenso all’eventuale ausiliario tecnico e, se necessario, anche il contributo unificato in caso di giudizio susseguente alla mancata conciliazione.

In conclusione possiamo ancora tristemente affermare che il riformismo in Italia, specie di questi tempi, ha il solo scopo di rendere i forti sempre più forti ed i deboli sempre più deboli.

Praticamente uno stato liberale a senso unico con la barra del timone orientata solo da una parte dei più forti.

 

Avv. Gianfranco Paris

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150 anni di misteri – Risorgimento italiano, chiesa cattolica, Regno delle Due Sicilie, Inghilterra… quante pedine in gioco per una sola verità….?

 
Unità d’Italia?
 
 
 
Scrive Econews:
 
1861: “Risorgimento Scomunicato” ….. e per la Chiesa Cattolica fu una vera una pacchia
(Eco-new 27/3/2011 Controinformazione)
 
Ma perché l’Italia   è stata fatta nel solo  nel 1861 (Francia, Inghilterra, alcuni  secoli prima) ? … perché gli Italiani hanno dovuto aspettare il 1861 per avere   un minimo di Diritti  Civili (Inghilterra 6 secoli prima)) ?  … perché il generale Garibaldi ordinava  ai patrioti: “Se vedete qualcosa di nero, sparate, potrebbe essere un Prete” ? Tutti i Giornali e le TV evitano lo  spinosissimo argomento ….. allora ci prova Eco-news.
 
L’Italia ha avuto la sventura di ospitare  per 1500 anni (… Costantino che cosa hai fatto !) il potere (molto poco spirituale) dei Papi che, ovviamente, mal digerivano qualsiasi altro potere politico vicino….. (appena fatta)  l’ Italia fu subito  scomunicata, ivi compreso  i Re,  Governi e  Ministri vari !
 
E così, la “Patria del diritto”  rimase per 1500 anni ben  vaccinata contro tutte  le  diaboliche macchinazioni dei Diritti Liberali (Inghilterra 1215, America 1787,  Francia 1789, ecc. , ovviamente tutte scomunicate).
 
Per la cronaca, se non ci fosse stata la Rivoluzione Liberale del 1861, agli Italiani (deliziati da Staterelli Tirannici) sarebbe ancora severamente vietato:
 
● leggere  libri e  giornali
 
● dire ciò che pensano
 
● scegliere Amministratori e  Governanti
 
● frequentare Scuole Pubbliche
 
● avere Processi Imparziali
 
● scegliersi il Dio da adorare
 
● scorrazzare allegramente su e giù per il Belpaese
 
● ecc. ecc.
 
Ironia della storia: una volta forzatamente espropriata dal (peso del) Potere Temporale, la Chiesa Cattolica finalmente ha  volato  alto e  si è espansa in tutto il Pianeta.
 
Ecco quello che Giornali, TV  e Politici non vogliono dire ….  magari qualcuno spera che, in mancanza  di meglio,  siano  proprio Preti e Cardinali a liberarci dall’ “Incubo  Berlusconi” !
Econews
 
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Ipotesi di Luca Zolli:
 
Spiacente, il mito risorgimentale è pieno di fandonie e quello che scrivi sui diritti è totalmente falso ! E’ falso relativamente ai diritti che c’erano nel Regno delle Due Sicilie e non c’erano nel Piemonte savoiardo, è falso relativamente al sistema scolastico, all’organizzazione del prestito, alle politiche agrarie, allo sviluppo industriale, alla libertà diffusa ed è falso anche relativamente allo Stato Pontificio. I liberali inglesi, con tutti i loro diritti, erano interessati a colpire la seconda flotta del Mediterraneo quella borbonica altro che diritti. Diritti poi, per i quali, i civilissimi risorgimentali fecero un milione di morti al Sud e causarono con le loro “civilissime” leggi, poi, 20 milioni di migranti. Introdussero tasse molto più “civili”, depredarono “civilmente” il Sud di ben  444 milioni dei 666 con i quali fu costituito l’erario nazionale, imposero la leva forzata, il sistema borbonico era molto più umano e civile, per 3 anni. La destra liberale paternalistica ed ignorante copri il fallimento delle banche che rubarono l’immensa ricchezza delle rimesse dei migranti, soprattutto Meridionali, ma anche Veneti,  che lavoravano all’estero come ciucci, perché abituati a lavorare e a produrre ricchezza. Questa tattica i gestori delle finanze nazionali non l’ hanno mai più scordata, tanto che anche in tempi recenti, sistematicamente la ripropongono.  Garibaldi aveva delle doti, ma da altri punti di vista aveva dei limiti evidentissimi e lo provano esternazioni come quella che citi, che sono davvero ridicole. Se era della contrapposizione politica del rosso e del nero che volevi farti portavoce ti ricordo che i socialisti ed i liberali adottavano metodi “nerissimi” e partoriranno quel profondo nero che sarà il Fascismo.
 
Sul rosso: ho già citato Gramsci sulla Questione Romana, aggiungo alcune sue considerazioni finali: ” Il comunismo farà risorgere la grandezza di Roma, Roma metropoli, Roma Caput Mundi, Roma capitale del regno dello spirito, Roma umanitaristica, che nel suo stesso nome (Roma-Amor) simboleggia il trionfo dell’amore sulla forza. Attraverso la nostra breccia, noi porteremo al mondo intero tutte le libertà, compresa quella religiosa. La rossa tunica di Cristo fiammeggia oggi più smagliante, più rossa, si moltiplicherà all’infinito”. Gramsci qui esprime riflessioni acutissime e vi sembrerà presuntuoso da parte mia ma capisco e sento ogni sillaba del suo discorso: vi è la comunione e la condivisione, vi è la vera libertà ed un senso profondo di ciò che è laico e non laicistico. Per me, questi suoi passi, ripeto, vanno letti, per essere veramente compresi, in parallelo con il VI Canto del Paradiso di Dante.
Luca Zolli
 
 
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Mia rispostina:
 
Caro Roberto Falvella e caro Luca Zolli.
 
Siete entrambi nel giusto, in un modo o nell’altro, solo apparentemente in antitesi.. Ma… L’angolazione del giudizio sui fatti esaminati dipende solo dalla propensione emozionale  a vedere le cose per come le sentiamo vere. Come  ad esempio per le diverse  verità narrate nel  film Rashomon…
 
Sappiamo però che la storia non è mai qualla raccontata e nemmeno quella percepita con le budella.
 
La storia, anche nella migliore delle ipotesi, è un mosaico di piccoli particolari ed eventi disgiunti che solo all’analisi successiva appaiono consequenziali…  
Nella nostra vita abbiamo lo stimolo di  rispondere adeguatamente alle occasioni più diverse che ci capitano e non  possiamo dire che il filo conduttore sia la nostra volontà  di ottenere i risultati che ci siamo prefissati… Succede quel che succede e poi noi  esprimiamo il nostro parere: ho fatto questa cosa e mi piace, ho fatto quella cosa e non mi piace…
 
In realtà nessuno fa nulla c’è solo un’intersecazione e commistione di forze diverse  che agiscono attraverso di noi.  Quel che resta sono i semplici fatti, non le ragioni o le intenzioni. Comunque tendiamo ad esaminare quei fatti con la nostra visione personale ed il nostro senso del giudizio.
 
La vita è tutta una meravigliosa sorpresa e voler stabilire il suo significato  è semplice arroganza!  Questa la mia opinione…
 
Ciao, Paolo D’Arpini  
 
……………………….
 
 
Ulteriore commento di Luca Zolli:
 
 
Caro Paolo,
per me è fondamentale, assolutamente fondamentale, capire e conoscere i fatti. Non credo al relativismo, credo alla verità e la differenza di punti di vista, nella sua infinita varietà,  può essere, tra l’altro, tra due errori, tra un errore ed una verità e tra due verità.
 
Questo è il caso più complesso e bello.  Non credo, però, che la contrapposizione tra la storia raccontataci dai risorgimentali e quella che possiamo  appurare sui fatti faccia parte dell’ultimo caso. Ho verificato di persona, dagli anni in cui è nata la Lega Nord, che non esiste alcun legame spirituale tra il Nord e l’Italia del Sud, non c’è nessuna forma di rispetto reciproco, non c’è la benché minima traccia d’amore o rispetto e questo, mi spiace dirlo, soprattutto da parte loro. Ci sono pochissime persone al Nord che non nutrano un sentimento di sostanziale disprezzo per i Meridionali, gli stessi emigranti meridionali si adattano in un modo pietoso a questo clima.
 
Nei Meridionali questo sentimento verso il Nord dell’Italia non esiste, anzi, e se ci si arriva, ci si arriva forzatamente e contro se stessi.  Sono assolutamente convinto, anche per questo,  che il processo di unificazione dell’Italia sia stato operato con la forza, meccanicamente ed in maniera nettamente anti-spirituale e si sia fondato sull’ignoranza e sulla menzogna: basti pensare ai plebisciti. Tale fatto, e sottolineo fatto per contrapporlo alle chiacchiere dei risorgimentali, è una conseguenza della storia e di fatti storici reali e taciuti.
 
Ovviamente questo non può, almeno per me, presupporre il tuo giudizio sulla storia: “[…] La storia, anche nella migliore delle ipotesi, è un mosaico di piccoli particolari ed eventi disgiunti che solo all’analisi successiva appaiono consequenziali…  […]” . Per me l’atteggiamento del Nord verso il Sud è invece una conseguenza di fatti precisi, che, tra l’altro, rimontano anche a periodi ben precedenti all’unità dell’Italia.
 
Ha ragione Bossi quando sosteneva che il Lombardo – Veneto voleva liberarsi del giogo austriaco non unirsi al Sud. Tra l’altro gli Austriaci giustificavano l’inferiorità (sic) dei Lombardi con considerazioni di tipo razziale ! I Lombardi ed i Veneti avevano tutta la voglia ed il diritto di dimostrare quanto infondate fossero simili considerazioni.  I Leghisti hanno ragione a voler rivendicare la loro identità calpestata, sbagliano, per me, totalmente, nelle loro analisi sul Sud e noi  abbiamo, forse, ancor più ragione di loro a rivendicare la nostra identità martoriata.

Questo non significa che tra alcuni risorgimentali, al Nord come al Sud,  non vi fosse sincerità, autentico spirito di fratellanza, la volontà sincera di creare un’unità spirituale capace di unificare la Penisola e le reali premesse non erano neppure del tutto ignorate (da alcuni liberali, da massoni, così come da cattolici: Manzoni ad esempio), ma ciò fu facilmente strumentalizzato e poi erano decisamente una minoranza. Emblematico è il caso dei liberali di Pontelandolfo che furono fucilati perché protestarono durante il tristemente famoso eccidio operato dai bersaglieri: c’è un’interrogazione parlamentare che descrive i fatti.

Poi, a me non interessano neppure o soltanto gli ultimi 150-200 anni, ma un periodo storico molto più lungo e complesso, perché ciò che voglio chiarire, innanzitutto a me stesso e alla mia anima, va molto oltre il processo unitario. Se non avessi fiducia nella verità, nel rigore della causalità e nell’immortalità dell’anima non proseguirei su una strada tanto ardua.
 
Mi rendo conto che dal tuo punto di vista”[...] voler stabilire il suo significato [della vita]  è semplice arroganza!  [...]“, ma per me non è così e se l’essenza della vita sia di  una profondità tale che risulti inesprimibile, ciò non vuol dire affatto che questa verità non sia concepibile (di inconcepibile vi è solo il nulla, che è pura irrealtà)  anzi per me l’uomo è proprio questa conoscenza,  ed inoltre, coerentemente con quello che credo, la verità è silenzio e suono contemporaneamente, luce e tenebra, accidente e sostanza:
 
Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.
 
E quindi se vi è sempre dell’inesprimibile, vi sarà anche sempre la possibilità di alludervi. Infine, il silenzio e la tenebra della verità sono piene di luce e suono e sono esattamente l’opposto dell’assenza di luce e di suono . Ho fatto tante volte questo esempio: luce e suono che arrivano in opposizione di fase generano buio e silenzio. In quel caso sì, si potrebbe parlare di verità e realtà più che opposte complementari…
Luca Zolli

P.S. Non è un pesce d’aprile: il 1 aprile, a San Giorgio del Sannio, in mattinata (l’orario lo deve comunicare lui) sarà ospite di alcuni amici lo scrittore Pino Aprile, autore di “Terroni”, chi fosse interessato mi faccia sapere….
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Sentiero di stelle.. o sentiero bioregionale? Una “nuova” realtà appare nel firmamento ecologista… ce ne parla Stefano Panzarasa

—-Messaggio originale—-

Da: bassavalledeltevere@alice.it

Data: 26/03/2011 21.41

A: <grasso.egidio@tiscali.it>, “Silvana Mariniello”<salva.selve@quipo.it>, <cosettalomele@yahoo.it>, <tacaumbra@libero.it>, “Etain Addey”<goldiehel@yahoo.it>, <scrivi@quarantina.it>, “Carlo Salmoiraghi”<casalmo@tin.it>, “Giuseppe Moretti”<morettig@iol.it>, <ecohippy.gl@libero.it@alice.it>, <valeriodifonzo@gmail.com>

Cc: “Paolo D’Arpini”<circolo.vegetariano@libero.it>

Ogg: Sentiero e Rete Bioregionale

 

 

Salve,

pur con la speranza per ora remota che la Rete si potesse ricomporre come un tempo, dopo un attimo di perplessità, mi ha fatto comunque piacere sapere che nel panorama bioregionale si è aggiunta una nuova (antica) voce, con belle e profonde parole che riflettono benissimo il sentire e la pratica bioregionale.

Per questo motivo, leggendo attentamente ciò che è stato scritto e in particolare:

 

“Sentiero Bioregionale lavora, sostiene e collabora con tutte quelle persone e quei movimenti che propongono soluzioni intelligenti, creative e pacifiche ai problemi sociali e ambientali affinché l’arroganza del potere dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sul resto della natura diminuisca o cessi del tutto.”

 

Mi sento di poter pensare che ora sul problema dell’alimentazione ecopacifista e su come ridurre il numero quasi infinito di animali uccisi inutilmente, si potrebbe finalmente parlare senza che nessuno si irriti, tanto ormai persino AAM Terra Nuova ne parla ad ogni numero (ultimamente la scelta vegana è andata persino in copertina…).

 

Inoltre voglio andare oltre il risentimento dovuto al fatto che un argomento così importante come la storia dell’Antica Europa proto ecologista e bioregionale sia stato messo da parte e anche rifiutato (mentre si basa su dati archeologici di ragionevole certezza) e anche il non essere compreso sul tema di fare traduzioni con un minimo di qualità editoriali.

 

E’ con grande piacere infatti che ho visto tra le pubblicazioni segnalate “La terra racconta” il bel libro (che peraltro uso ogni anno nelle scuole) e che rappresenta una bella opera collettiva della Rete e ora anche di Sentiero Bioregionale e quindi penso che si potrebbe ancora cercare di ricomporre tutto ciò che ci ha unito fino a poco tempo fa.

 

Questa lettera la invio per conoscenza anche a Paolo D’Arpini che secondo me sta facendo un bel lavoro con la Rete Bioregionale e quindi anche in definitiva per tutti noi bioregionalisti.

 

Per tutti questi motivi e in un rinnovato spirito di incontro, pacificazione e collaborazione, do la mia adesione a Sentiero Bioregionale.

 

Un saluto,

Stefano Panzarasa

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Daniele Bricchi: “Salvarsi da ogni male digiunando con raziocinio” – Come la dieta vegetariana e l’astinenza periodica possono aiutarci a stare in buona salute

Ho più volte sentito parlare di Arnold Ehret come di un autore igienista naturale.

Io, invece, sono convinto che egli non possa essere rappresentativo del sistema Igienista Naturale e che tale fraintendimento e confusione non sia nemmeno esente da rischi per il lettore profano.

E’ indubbio che tra il sistema di Ehret e quello igienista vi siano similitudini e che i suoi scritti siano interessanti e utili, tuttavia mi preme sottolineare l’importanza di saper distinguere, discernere, quando siamo alle prese con i sui scritti. Dipende molto dalla preparazione del lettore, perché vi sono, fra i concetti che Ehret esprime, molte posizioni discutibili, spesso in netto contrasto con l’igienismo naturale e in alcuni aspetti, certe posizioni, sono a mio parere anche marcatamente pericolose.

 

RIGUARDO AL DIGIUNO

Salvo prove contrarie, gli igienisti hanno una esperienza tale sul digiuno che altre correnti non avvicinano. Esperienza ottenuta semplicemente per averne fatto lunghissima e corposissima esperienza in moltissime cliniche sia negli U.S.A. che altrove durante moltissimi anni.  Notevoli e documentati sono gli incidenti e i danni anche seri causati da pratiche di digiuno meno sicure e collaudate. Sono morti anche dei medici a causa della loro scarsa esperienza. Si suppone che gli igienisti abbiano sviluppato il modo per trarre i massimi benefici col minimo di rischio nel condurre e interrompere il digiuno idrico (solo acqua).
L’interruzione del digiuno è la parte più delicata di questa pratica.

Alcuni anni fa un uomo di 57 anni mi contattò per avere una anamnesi igienista personalizzata. Venne accompagnato dalla moglie, erano in ansia e abbastanza preoccupati. Egli, mi raccontò, che era affetto da problemi cardiaci che da alcuni anni fronteggiava con graduali e costanti miglioramenti dovuti a scelte di campo apprese da libri e siti dell’area di medicina alternativa. Era riuscito a eliminare con successo e soddisfazione anche tutti i farmaci che i cardiologi avrebbero voluto che lui assumesse per tutta la vita. Il suo percorso, appassionato e fiducioso grazie ai molteplici vantaggi ottenuti, continuava con la convinzione di avere ancora risultati da raggiungere. Un giorno volle sperimentare il digiuno breve e autogestito seguendo il metodo di Ehret. A quel punto accadde l’imprevisto perché la sua salute ebbe un contraccolpo col manifestarsi di un serio scompenso cardiaco, il ricorso degli specialisti in cardiologia, molta paura e la riutilizzazione di farmaci chimici. Ricadde nella dipendenza dai farmaci che aveva da tempo con successo abbandonato. Da rilevare è anche il fatto che non fu più in grado di riconquistare quel gradino di indipendenza dal farmaco.  Di fatto, le sue condizioni di salute erano peggiorate. Il morale non era alto.
Nella mia esperienza personale ho seguito il digiuno igienista di varie persone con problemi cardiaci, ex infartuati, incluso un portatore di “stent” e non ho mai avuto casi di peggioramenti di sorta, ma evidenti miglioramenti. Cercai di capire che cosa era accaduto a questo signore. Quando arrivai ad esaminare il modo in cui aveva digiunato leggendo i libri di Ehret mi misi le mani nei capelli e capii cosa era accaduto. Aveva interrotto il digiuno in maniera impropria e le sue condizioni non lo potevano permettere. Sapevo che errori nel percorso di digiuni brevi non rappresentavano grossi rischi, ma con l’esperienza mi accorgo sempre di più che questo vale solo per persone di salute ed energia media e buona, mentre per le persone che vivono situazioni più delicate, anche l’errore commesso in un digiuno breve può arrecare dei danni anche seri.
 
  Mi ripromisi di tentate di contattare il curatore delle opere di Ehret per parlare della cosa, suggerire, per le eventuali ristampe una postilla, una nota introduttiva, qualcosa che aiutasse il lettore a discernere, in modo di poter prendere dal libro tutto il buono e andare invece cauti nella parte sul digiuno o rimandare addirittura gli interessati ad opere di comprovata autorevolezza nel campo del digiuno igienista. L’opera di questo autore è meritevole, ma penso che nella sicurezza del digiuno e su altri aspetti di carattere generale, era meno preparato di altri suoi contemporanei. Morì giovane e mi piace pensare che se avesse potuto fare più esperienza forse avrebbe modificato alcune tesi riguardanti sia l’interruzione del digiuno che di altre cose.
Per confrontare i metodi di digiuno proposto da Ehret con quello degli autori igienisti vedi i libri: 
“Il digiuno può salvarti la vita”
 ”Il digiuno per rinnovare la vita”, 
“Il digiuno per la salute”  di Shelton,
“iI digiuno terapeutico” dell’equipe di “igiene naturale srl” 
 ”Il segreto di Igea – guida pratica al digiuno autogestito” del dr Magnano, edizioni M. Manca.

Qui di seguito, espongo una serie di posizioni che sono espresse nelle opere “il Sistema di guarigione della dieta senza muco” e “Digiuno Razionale” del Prof. Arnold Ehret.

(1) = tratto dal libro: “Il sistema di guarigione della dieta senza muco”.

(2) = tratto dal libro: “Digiuno razionale”

Ehret nei suoi libri scrive:

-(1) pag.130.”gli alimenti per interrompere il digiuno per alcuni giorni devono avere funzione lassativa e non nutritiva”.
-(2) pag.48 se il digiuno è correttamente interrotto, la persona passerà più tempo sul water che sul letto la notte successiva,  adducendo che in questo modo ci si pulisce. Per gli igienisti ciò dimostra invece una errata interruzione del dig., la diarrea in quel caso denota un immediato e disperato tentativo di difendersi da un insulto fisiologico, una azione difensiva di emergenza resasi necessaria dopo avere subito una azione invasiva. Il sistema digestivo, la disponibilità enzimantica, i succhi gastrici non sono disponibili “a comando” né per improvvise e massicce dosi di cibo, né per alimenti inadeguati, di compromesso, devitalizzati ecc.. 

- (1) pag. 19. Ehret suggerisce ad un amico l’interruzione di un digiuno di 18 giorni con una quantità abnorme di frutta, (un kilo e mezzo di fichi). Il fatto che l’amico da quel momento non  balbettò più, venne riportato come la prova dell’efficacia del digiuno e di quel tipo di interruzione. Io penserei piuttosto all’effetto di un trauma (causato da una brusca interruzione del dig) conclusosi in modo fortunoso. In ogni modo, per interrompere il digiuno, gli igienisti concedono poche centinaia di grammi di frutta poco concentrata come gli agrumi…mai kg di frutta né cibo cotto, né cereali, specie nei primi pasti.

-(1) pag 162 – 163 Ehret descrive gli “effetti” spiacevolissimi e il rischio che ha corso a causa di una interruzione di un digiuno con 1 kg d’uva e 2 litri di succo d’uva e come fortunatamente il vomito e la diarrea scongiurarono un nefasto esito. Ehret scrive: “ho mangiato un kilo d’uva dolcissima e bevuto due litri di succo d’uva fresco e dolce, fatto con l’uva migliore e più meravigliosa…..quasi immediatamente mi sono sentito come se stessi per morire! Sono stato sopraffatto da sensazioni terribili—palpitazioni al cuore—forti vertigini, che mi costringevano a stare sdraiato e in preda a forti dolori allo stonaco e agli intestini. Dopo dieci minuti, avvenne il grande evento—una diarrea schiumosa e vomito mucosi e schiumosi di succo d’uva con muco dall’odore acido, e poi l’evento più grande di tutti! Mi sono sentito così meravigliosamente bene e forte che immediatamente ho fatto esercizi per 326 volte consecutivi. Tutte le ostruzioni erano state rimosse”. Evidentemente egli confuse gli effetti provati dopo l’evacuazione d’urgenza effettuata dal suo corpo. Per noi igienisti è una comune sensazione di euforia e eccitamento accidentale spiegabile dall’effetto stimolante resosi necessario (vomito e diarrea acuti) per uscire da una emergenza (unita al sollievo di averla scampata bella). Crisi di eliminazione acuta iniziata dal corpo grazie alla sua intelligenza somatica. Poco a che fare con le ostruzioni rimosse. Ehret non conosceva la fisiologia del digiuno.

-(2) pag. 48 Da notare che due anni dopo Ehret scisse il suo libro “Digiuno razionale” e descrisse la stessa situazione della sua interruzione del digiuno con due litri di succo d’uva, omettendo però di riferire delle spiacevoli sensazioni, dei forti dolori e quindi dei rischi corsi.

-(1) pag. 129. (2) pag. 47 e 48. Ehret propone di interrompere il digiuno con cibo cotto, spinaci stufati, cereali cotti, pane tostato, crauti in salamoia, purganti, lassativi e clisteri
Sostiene anche che la frutta non è indicata nella ripresa del digiuno e che nessun frutto dovrebbe esser assunto per un lungo periodo dopo aver interrotto un digiuno
Tutti questi elementi sono in netta contrapposizione con quanto risulta dalla esperienza igienista.

-(2) pag:22 Ehert sostiene l’uso di lassativi e fa pubblicità ad “un purgante innocuo” (innerclean) di propria ideazione e creazione.

-(1) pag. 102 Ehret dice che: “un buon aiuto per l’eliminazione è “innerclean” un innocuo composto vegetale, perfezionato da me, il più efficiente regolatore intestinale conosciuto”.

In realtà gli igienisti considerano invasivi e innaturali le pratiche delle purghe e dei clisteri che sono usati solo in circostanze particolari e assai rare. Nella maggior parte dei casi queste pratiche non rimuovono le vere cause e non sono nemmeno esenti da effetti indesiderati.

-(2) pag. 44 (1) pag. 132. Ehret critica chi digiuna bevendo solo acqua e dichiara di aver somministrato a tutti i suoi digiunatori limonata, dolcificata con un po di miele o zucchero di canna grezzo o succhi di frutta. Definisce “digiuno” anche l’assunzione di vegetali cotti. Nel digiuno igienista non vi è alcuno spazio per gli zuccheri di estrazione e consideriamo il digiuno idrico (solo acqua) spesso opportuno se assistito da persone competenti, mentre l’assunzione di piccole quantità di cibo è una pratica che prende il nome di “semidigiuno” opp. “digiuno mitigato” opp. “dieta depurativa”.

-(1) pag. 131. Sempre riguardo all’interruzione del digiuno Ehret dice:”se il primo pasto non causa nulla di spiacevole, potete mangiare finché volete”. In realtà gli igienisti raccomandano cautela e moderazione per un periodo adeguato alla lunghezza del digiuno e SEMPRE con la raccomandazione di non avere fretta.

-(1) pag. 132 Ehret suggerisce di fare un clistere e se necessario di interrompere il digiuno nel caso qualsiasi sensazione strana dovesse sopraggiungere. Per gli igienisti interrompere il digiuno durante una “crisi eliminativa” non è quasi mai indicato perché essa tenderebbe a bloccarsi, mentre sono proprio tali reazioni che noi auspichiamo avvengano e che si concludano spontaneamente.

-(1) pag 128. “Ogni paziente può fare 2 o 3 giorni di digiuno senza alcun danno, senza riguardo a quanto gravemente ammalato possa essere”. Consigliare a tutti un digiuno autogestito, indipendentemente dalla preparazione e dalle condizioni di salute del soggetto, è a mio avviso pericoloso e avventato.

-(1) pag.125 Ehret non è contrario all’attività fisica durante il digiuno e cita l’esperienza di un suo digiunante che percorre 45 miglia tra le montagne durante il suo ventiquattresimo giorno di digiuno. Gli igienisti naturali associano il digiuno al riposo assoluto.

-(1) pag.123 e 125 In sostanza Ehret ci mostra il corpo umano solo come un impianto idraulico i cui condotti possono essere puliti o sporchi. L’effetto del digiuno secondo Ehret, sarebbe spiegabile come l’effetto di una “spremitura” che butta fuori il muco e l’effetto di una interruzione del digiuno con abbondante cibo, un altro modo per produrre una raschiatura interna come quando si butta un acido per sturare un lavandino. Una versione oltremodo meccanicistica che non considera i molteplici meccanismi biochimici, fisiologici e psicologici dell’organismo umano.

Il digiuno è uno strumento formidabile e potente, ma purtroppo se mal fatto può arrecare più danni che benefici.  Ogni volta che capita un incidente, la notizia viene usata per discreditare il metodo nel suo insieme perché le persone, i giornalisti, la classe medica sono ignoranti in materia e fanno di tutta un erba un fascio. Quindi, ogni incidente, fosse anche uno su mille, (mi risulta purtroppo che il numero di incidenti nel digiuno sia maggiore) oltre a creare un danno alla persona vittima di informazione non corretta, arreca pure un danno alla collettività per il pessimo effetto mediatico ponendo ulteriori ombre su questo grande metodo salva-vita.

ARNOLD EHRET SOSTIENE CHE LA VITA E LA SALUTE DIPENDANO QUASI ESCLUSIVAMENTE DAL CIBO, DANDO POCO PESO AGLI ALTRI ASPETTI SU CUI LA VITA SI FONDA.

Il titolo del suo libro “il sistema di guarigione della dieta senza muco” è già abbastanza indicativo che si tratta di un approccio esclusivamente nutrizionale.

-(1) pag 26 Ehret dice: “questa dieta può guarire ogni caso di malattia senza digiuno, tuttavia ci vorrà più tempo”.

Noi igienisti sosteniamo che il digiuno salva molte vite sia perché a volte non ci sarebbe neppure il tempo di fare null’altro, ma anche perché certe cose si possono sbloccare solo con un programma che comprende il digiuno.

-(2) pag. 34 Ehret dice: “ sono guarito da grave malattia con un trattamento dietetico”.

-(1) pag. 123 e (2) pag. 41 Ehret dice: “la natura dimostra e insegna che esiste una sola malattia e che è causata dal modo in cui ci si alimenta.

-(2) pag 39 Ehret dice: “La quasi totalità delle malattie sono dovute ad abitudini alimentari sbagliate.

-(1) pag.69 Ehret dice: “Salute e malattia dipendono quasi esclusivamente dalla dieta.

-(1) pag.77 Ehret dice: “ Nel cibo (dieta) risiede il 99,99% delle cause di tutte le malattie e di ogni tipo di salute imperfetta.

Gli igienisti invece insistono nel dire che la salute e la malattia dipendono dall’osservanza o meno di tutti quei fattori o agenti naturali sulla quale la salute si fonda quali: il tipo di nutrizione più adatto alla nostra specie, un adeguato rapporto con aria, luce, sole, calore, esercizio, riposo, influssi psicologici, emozionali, spirituali, gli aspetti abitativi, lavorativi, ecc., una ricerca e consapevolezza delle cause a 360 gradi, insomma, una visione globale della vita. Personalmente mi sono convinto da molti anni che all’interno dell’area igienofila, si sia ampiamente diffusa l’idea che l’igienismo sia “alimentazione” e che il cibo sia il centro della vita. IO INSISTO NELLO SPIEGARE CHE QUESTO E’ IL FRAINTENDIMENTO PIU’ ENORMEMENTE DIFFUSO E CHE CAUSI UNA LUNGA SERIE DI DELUSIONI E FALLIMENTI ECLATANTI. E’ ovvio che vi sono casi di guarigioni portentose tra coloro che riformano sopratutto l’alimentazione, ma i risultati potrebbero essere decisamente migliori e molto più frequenti se vi fosse una consapevolezza più equilibrata dei concetti che influenzano il corso della vita.

ARNOLD EHRET ATRIBUISCE AL CIBO PROPRIETA TERAPEUTICHE.

-(1) pag. 143 Ehret dice: “La frutta guarisce”: pag 77 pag 108 e pag. 111, si asserisce a effetti terapeutici attribuiti al cibo. Gli igienisti precisano che anche il miglior cibo non “cura” le malattie, ma è semplicemente il miglior carburante. Noi igienisti sosteniamo che rimuovendo le cause di una cattiva nutrizione diamo maggiore possibilità all’organismo di autoripararsi e che la capacità di guarire sia prerogativa esclusiva dell’organismo.

-(1) pag. 110 Ehret attribuisce al sale (cloruro di sodio) proprietà benefiche, mentre gli igienisti lo considerano un veleno da evitare o da usare con la massima moderazione.

-(2) pag 35. Ehret sostiene che sarebbe l’ideale alimentarsi sin da bambini di frutta e null’altro per esser certi di non sviluppare alcuna malattia, ne sintomi di vecchiaia. La tesi secondo cui l’uomo dovrebbe nutrirsi esclusivamente di frutta è nettamente rigettata dalla stragrande maggioranza degli igienisti e personalmente ritengo che il solo insinuare che si possa tentare di crescere un neonato con una alimentazione STRETTAMENTE vegana/fruttariana, escludendo anche ogni supplemento o integrazione è piuttosto azzardato e poco responsabile. Non ci risulta che ne’ Ehret ne’ altri, abbiano mai cresciuto bimbi in questo modo e chi ci ha provato è andato incontro a problemi di piccola o grande entità prima di abbandonare tale metodica. Per gli igienisti il programma nutrizionale, oltre alla frutta deve includere i vegetali, la frutta essiccata, i semi oleosi e la gamma delle noci. Nel menu di “transizione igienista” o di “compromesso”, sono ammessi anche alimenti non propriamente adatti all’uomo. A seconda dell’orientamento e condizioni del soggetto questi alimenti “di compromesso” da usare comunque con moderazione e possibilmente nel rispetto delle combinazioni alimentari sono: sottoprodotti di origine animale (se la persona non ha fatto la scelta vegan), vegetali cotti, legumi, cereali.

Da notare che nei suoi scritti il Prof. Ehret non scrive mai la parola “igienismo” ne fa alcun riferimento al movimento igienista americano che pure doveva conoscere considerato il fatto che tale movimento si era diffuso molti anni prima della stesura dei suoi libri. Non dichiara mai di aver imparato qualcosa dagli igienisti. Non sapiamo se ciò sia dovuto ad una sua precisa volontà di ignorare o di distinguersi da tale scienza di salute, tuttavia Ehret cita in (2) pag. 13 e in altri punti, il Dr. Sylvester Graham. (eminente igienista e riformatore americano operativo dal 1829) senza fare nessun accenno al suo lavoro di riforma igienistica, ma ricordandolo solamente come colui che inventò il cosiddetto “pane di Graham” considerato meno nocivo e meno produttore di muco dei comuni pani dell’epoca.

Altre affermazioni che contrastano nettamente con l’igienismo e col buon senso sono:

-(1) pag.153 Ehret dice: “Quando nasce un genio è sempre maschio.

-(1) pag.153 Ehret dice che la conoscenza è contenuta solo nel suo libro: “Il sistema di guarigione della dieta senza muco”.

-(2) pag. 13 Ehret dice: “la carne, l’alcool, il caffè, ed il tabacco sono a lungo termine relativamente inoffensivi, FINCHE’ CONSUMATI CON MODERAZIONE.

Per concludere voglio aggiungere che lo stesso concetto di una teoria fondata sul muco è già di per sé fuorviante e privo di visione d’insieme. La presenza di muco è una delle tante reazioni osservabili che conseguono a uno stile di vita sbagliato, ma nulla di più. Sono convinto che la teoria della TOSSIEMIA ED ENERVAZIONE sia una teoria molto più globale sensata e matura. Teoria formulata dal Dr. H. Tilden spiegata nella sua opera “Tossiemia”. Al Dr. Tilden va il merito di aver messo in chiaro in ambito igienista il concetto di Tossiemia che per gli igienisti naturali, è la “causa primaria di malattia”.

Oltre ai testi già citati nell’articolo aggiungo i seguenti titoli classici basici sul sistema igienista:

“Introduzione all’Igiene Naturale” H.M.Shelton

“Il Sistema Igienistico” H.M Shelton

“Assistenza igienica ai bambini” H.M.Shelton

“Nutrizione Superiore” H.M.shelton

“Esercizio” H.M.Shelton

“La facile combinazione degli alimenti” H.M.Shelton

“Danni causati da vaccini e sieri” H.M.Shelton

“Le compatibilità alimentari” D.Meiren

“A tutta Salute” H.M.Diamond

 

Daniele Bricchi

danielebricchi@hotmail.com Tel 0523/913142 – 0523/073590
http://igienismo-igienenaturale.blogspot.com  

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Peter Boom: “La mia odissea infortunistica a Viterbo senza garanzie di successo, se non il decesso…!”

Proprio all’avvicinarsi del mio 75-esimo abbiamo deciso con il mio legale,  l’avvocato Paolo Pirani, di avviare un processo civile nei confronti della ASL  di Viterbo, in quanto il processo penale  iniziato anni fa (non sto  scherzando!) è stato archiviato il 16 febbraio del 2009. Non sono molto pratico  di processi, anzi non ne capisco niente e molta gente mi ha detto che era  meglio lasciar perdere perché non avrei preso un ragno dal buco.

Forse avevano  ragione perché non sono più un giovanotto e gli anni passano, la morte comincia  ad avvicinarsi; forse lei sola mi toglierà tutte le ingiustizie sofferte  soprattutto dal mio essere apertamente omosessuale (51 anni di attivista gay)  che spesso mi ha fatto sentire indifeso di fronte alle offese, ai danni che mi  hanno procurato riguardante il mio lavoro. Non di rado sono stato oggetto di  minacce, addirittura di morte, di botte o da certi che mi volevano bruciare  casa. Ultimamente ho scoperto su un blog internet il vile attacco alla mia  persona definendomi pederasta italo-olandese che vive a Bagnaia. Ho subito  denunciato il blog presso i Carabinieri e il 7 giugno ci sarà per questo  fattaccio la seconda udienza e… così tiriamo avanti.

Per tornare alla mia “causa” contro la locale Azienda Sanitaria posso dire che  l’invalidità procurata mi è costata molti bastoni-seggiola, cure continue, due  seggiole Stannah, continui dolori, medicine, ginnastiche per tentare di non  diventare del tutto invalido (vivo solo), impedimenti alla mia attività di  attore, cammino male e storto e riesco a stare in piedi solo per poco e ….  naturalmente non mi è stato rimborsato ancora niente!!!

Il mio legale, avvocato Paolo Pirani, che mi ha sempre sostenuto in questa  battaglia (ed al quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti)  ha richiesto  più volte il risarcimento dei danni da me subiti. Ma prima la ASL e poi la  Compagnia di  Assicurazioni hanno disatteso i diritti di un Cittadino come me,  “vittima” di un sistema che si definisce tutore dei diritti altrui, ma che  nella sostanza non da alcuna garanzia. Ho deciso di intraprendere una causa  civile proprio perché, nonostante tutto, credo (o comunque voglio credere)  nella giustizia, perchè (forse sarò disilluso), sono certo che, anche se con le  lungaggini che tutti conosciamo, potrò avere risposta alle tante domande che in  questi anni, nel corso della mia vicenda, mi sono posto.

Tanto per ricapitolare, nel settembre 2003 fui reso handicappato da una  iniezione anestetica spinale (anzi due, perché alla prima il dottore non riuscì  a penetrare con l’ago dentro la spina dorsale) all’ospedale Belcolle di  Viterbo. Un professore anestesista un mese fa mi ha detto che anche la sostanza  che mi è stata iniettata ben due volte può avermi procurato alcuni disturbi urologici ed intestinali dei quali ho sofferto e sto tuttora soffrendo.

Avevo  firmato per l’anestesia totale spiegando al dottore le ragioni di questa mia  esigenza. Quando uscì dall’ospedale dopo l’operazione non sentivo più quando il  piede della gamba destra mi arrivava a terra. Mi consigliarono di prendere il  Neurontin, che non mi fece niente. Dopo sei mesi un medico mi disse che non  sarei più guarito perché i nervi ancora non riescono a guarirli, in questo caso  il nervo sciatico della mia gamba destra risultò lesionato.

Mi rivolsi  all’avvocato Pirani che dovette scrivere all’ospedale per ottenere la cartella  clinica (a me dissero che era andata persa!) e fui anche in seguito trattato  con metodi che non esito a definire indegni per la professione dei medici ed  altrettanto vergognosi per un ospedale. Andai dal Servizio Sociale (sic!!!) del  Comune di Viterbo dove ho presentato le domande per farmi almeno rimborsare le due seggiole Stannah che ho dovuto mettere a casa, non ho sentito più niente.
La Commissione Invalidità della ASL evidentemente e anche giustamente è un  apparato molto diffidente (a causa di tutte le invalidità dichiarate  falsamente) e mi ha nel 2010 riconosciuto il 70% di invalidità (40% per la  sordità e solo il 30% per la gamba). Per conoscere questa percentuale ho  passato una mattinata negli uffici (palazzo di vetro, ma di vetro poco  trasparente) della ASL senza ottenere una risposta e per ottenerla ho di nuovo  dovuto chiedere aiuto all’avvocato.

Invece di assistere gli handicappati mi pare che veniamo soltanto ostacolati e  meno male che cammino ancora un po’, ma per quelli che stanno peggio di me  questo mondo e questa burocrazia dev’essere un inferno al quale non ci si  riesce nemmeno a ribellare. Sono caduto parecchie volte (la gamba destra può  cedere completamente ed all’improvviso) col risultato che anche il ginocchio  destro si è rovinato per cui ritengo di aver diritto almeno ad un  accompagnamento, un indennizzo. A Viterbo l’esistenza per gli handicappati non  è semplice, i parcheggi riservati sono spesso occupati abusivamente e a  Bagnaia, dove abito, regna la più completa anarchia, il borgo di giorno,  soprattutto all’ora di pranzo, e di notte invaso da macchine che non hanno  permessi. La irresponsabilità del Comune è in questo caso enorme, perché  ambulanze, Vigili del Fuoco e persino le Forze dell’Ordine hanno difficoltà o  sono addirittura impossibilitati di passare in caso di necessità. Durante le  sacrosante feste parcheggiare diventa impossibile, non hanno la sensibilità e  l’intelligenza di assegnare posti alternativi temporanei dove gli handicappati  possono lasciare le loro macchine. Altrettanto irresponsabile è il fatto che le  strisce pedonali sono quasi cancellate e che non vengono mantenute visibili.
Sono stato quasi investito per tre volte dalle macchine, una situazione di  grande pericolo più volte segnalata ma…. nessuna risposta.

Da una parte spero di sopravvivere per poter dire “giustizia” è fatta”, ma  forse sarebbe meglio morire per non dover vivere altre logoranti lungaggini.

Peter Boom
 
……..
 
Mia risposta: Ma che dici Peter…  Devi vivere e portare avanti la tua battaglia finchè ti è possibile.. lasciando da parte i risultati, l’importante è resistere alla sferza dei venti dell’ignoranza e dell’ignavia…!
Ti abbraccio, Paolo D’Arpini

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