Archivio di novembre 2010

Cos’é l’amore e cosa é il sesso? C’é differenza fra questi due aspetti della psicologia umana? E soprattutto cos’é l’amore inteso in termini religiosi e cos’é l’ascesi mistica?

Se facciamo un’analisi accurata sui processi emozionali e fisiologici scopriamo che in verità non c’é una reale scissione fra i sentimenti cosiddetti “puri” e lo “sconvolgimento” ormonale fisico. L’estasi é una forma di orgasmo e l’amore nelle sue varie forme ha sempre una componente fisica, con rilascio di endorfine nel corpo.

 

Persino nello yoga viene descritto il processo di risalita dell’energia “femminile” Shakti/Kundalini, lungo il canale spinale, come una sorta di viaggio verso il ricongiungimento con l’aspetto “maschile” Shiva… é da questa unione che sorge la piena consapevolezza di Sé.

 

Anche nell’esperienza empirica della vita quotidiana scopriamo che il maschile e il femminile, che sono solo aspetti funzionali alla manifestazione duale della vita, tendono continuamente verso la congiunzione. Forse esteriormente possono anche non apparire in forma propriamente maschile o femminile (vedi anche la teoria della pansessualità di Peter Boom) ma sicuramente assumono una forma “attiva e passiva”, o Yin e Yang se preferiamo una terminologia taoista.

 

Quindi bisogna partire dal presupposto che l’energia sessuale non é antagonista all’espressione amorosa, anzi ne é la componente cinetica.

 

Ma nella religione cattolica la parola “amore” viene spesso utilizzata in modo contorto ed alienante, ad esempio -afferma Peter Boom- la gerontocrazia vaticana ha abusato della santissima parola amore della quale non conoscono il significato, compreso forse meglio duemila anni fa da un Cristo che certamente non avrebbe permesso quella pedofilia ed il plurifavoreggiamento di essa perpetrata senza amore, per puro sfruttamento sessuale di bambine e bambini da preti frustrati e senza scrupoli..” (http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/11/papa-ratzinger-che-non-conosce-lamore.html )

 

Forse la prima cosa da fare per salvare il salvabile della religione cattolica, sarebbe quella di consentire il matrimonio ai preti, seguito immediatamente dall’apertura al sacerdozio femminile e successivo abbandono del meccanismo di potete politico ed economico vaticano. In tal modo sacerdoti e le sacerdotesse rientrerebbero nel “popolo” dal quale provengono e di cui sono parte. L’eliminazione del papato è un punto di immediata risoluzione per avviare questo processo di emendamento interno.

 

So che Peter Boom ha appena terminato di girare un film con Nanni Moretti “Habemus papam” in cui in parte vengono toccate queste tematiche… ed in effetti le spinte a voler salvare la “religione” dalle grinfie dei suoi scherani malsani è già presente all’interno della sana comunità cristiana, penso ad esempio ai cattolici vegetariani, alle comunità alternative sociali, etc.

 

Paolo D’Arpini

……………..

Articoli sulla pansessualità:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=pansessualit%C3%A0

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Lucilla Pavoni: “Accoglienza e rispetto, ecco le chiavi per la convivenza ecologica bioregionale”

La Figlia del Sarto si presenta…

 

Carissimi, mi unisco a voi con la timidezza della neofita, presentata dal carissimo amico Paolo D’Arpini, con la speranza di essere accolta con la benevolenza e la pazienza che si riserva a chi ancora non conosciamo, ma che desideriamo conoscere.

 

Di me posso dirvi che non sono una persona importante, se valutata secondo i metodi correnti, non ho cariche importanti né titoli accademici da esibire, lo sono però per i miei amici, perché sanno che su di me possono sempre contare.

 

Parlarvi della mia vita passata sarebbe poco interessante, per tanti anni é stata molto “borghese” e, valutandola con la mia comprensione attuale, direi molto infarcita di perbenismo e convenzioni. Un casuale incontro, otto anni fa, con Felice Colaci, fa riemergere antichi ricordi di fanciullezza in cui ero entrata in contatto con il mondo contadino di cinquant’anni fa. Un mondo che avevo conosciuto solo marginalmente, ma che aveva lasciato profonde tracce nella mia Anima.

 

Improvvisamente la realtà in cui vivevo diventò insignificante, effimera, vuota. Comincia così la mia ricerca di un posto dove vivere in semplicità per colmare quei vuoti che diventano sempre più marcati. Non é stato un cammino semplice, ostacolato da un marito che non condivideva assolutamente le mie scelte e che quasi stentava a riconoscermi in queste mie nuove esigenze. Decido così d’intraprendere da sola questo nuovo viaggio, pieno di incognite e di paure.

 

Devo dire che l’Universo mi ha sostenuta in maniera incredibile e in pochi anni ho realizzato una realtà, che osavo appena sperare. Da otto anni ormai vivo in campagna con mio marito che nel frattempo si é anche lui convinto della bontà della mia scelta. Coltivo l’orto, allevo qualche animale da cortile e fra un po’ arriverà anche la capra. Appena posso me ne vado in giro a cercare erbe selvatiche, funghi, asparagi, frutta. La mia dispensa é sempre piena di ogni ben di Dio e, ogni volta che vi entro, penso con immensa tristezza a chi va ancora a farsi rubare la vita nelle fabbriche, e in altre realtà lavorative, per ottenere una parte di quello che la terra gratuitamente e abbondantemente ci dona.

 

Mi sento perfettamente integrata in un tessuto sociale, ricco ancora di valori e di saggezza. I vecchi del posto, una volta sollecitati a ricordare, sono stati prodighi di informazioni e di consigli. La Terra che abito é bella e generosa, l’aria e l’acqua pulite, i silenzi assoluti, i cibi genuini, gli amici fidati. Ogni giorno ringrazio per tutti questi doni, che volentieri condivido con chi viene a trovarmi.

 

Il 30 e 31 ottobre di quest’anno sono stati giorni bellissimi, in occasione dell’incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana la casa si é riempita di persone, anch’esse desiderose di entrare sempre più profondamente nel progetto di ritrovare la propria integrità, attraverso il ritorno ad una vita più vera ed umana, stanchi di un consumismo selvaggio che li ha depredati delle cose veramente importanti. Gente che ha fatto anche cinquecento km, attirati dal desiderio di trasformare un sogno in realtà. Persone di ogni età ed estrazione sociale, accomunate dallo stesso sentire, dalla stessa esigenza di dare un senso alla loro vita. Ognuno ha raccontato la sua storia, con la semplicità che si usa solo con i veri amici.

 

Si é creato l’incanto che si ritrova solo dopo essersi tanto cercati. Io e molti altri presenti, abbiamo testimoniato con le nostre esperienze che niente é impossibile, quando vogliamo veramente qualcosa con onestà e sincerità. Il coraggio viene strada facendo, giorno dopo giorno, e la certezza di essere nel giusto é il motore che muove ogni cosa. Fra “cacche” di gallina e ruzzoloni dalle senalte, ho trovato anche il tempo di scrivere un libro, “La figlia del sarto”, che é il recupero della memoria di un mondo quasi scomparso, filtrato attraverso i ricordi di una bambina di cinque anni, di cinquant’anni fa. Sarà presentato a Treia, l’8 Dicembre 2010 (http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=8+dicembre+lucilla+pavoni)

….che Dio me la mandi buona! Ecco, cari amici, questa sono io a grandi linee, aspetto fiduciosa di conoscere meglio anche voi, se vi farà piacere….

Con grande affetto.

 

Lucilla Pavoni – lucillapavoni@libero.it

Referente della Rete Bioregionale Italiana per i rapporti solidali fra esseri umani

 

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A Federico Bertolazzi da Vito De Russis: “Rifletta… sulle discriminazioni ‘anche umane’ caro Federico Bertolazzi…”

Ante Scriptum

 

Caro Paolo, egregio infaticabile gestore di questo strumento informativo-comunicativo

(hai messo un piede nel quarto potere), ti devo pregare di “postinare” questa  mia risposta a Federico Bertolazzi visto che non ho il suo indirizzo.

(Vedi http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/11/04/a-nichi-vendola-da-federico-bertolazzi-%e2%80%9crifletta-sulle-discriminazioni-altre-caro-nichi-vendola-%e2%80%9d/ )

 

Ti chiedo scusa e ti ringrazio.

Un abbraccio. Vito De Russis

 ………

Lettera Aperta a Federico Bertolazzi

 

Caro Federico Bertolazzi,

condivido totalmente le tue 540 parole (oltre 3mila caratteri) contenute nella tua lettera aperta a Nichi Vendola.

 

Mi permetto di richiamare la tua attenzione sulle 33 parole (circa 150 caratteri) contenute in calce alla citata lettera, nel lungo P.S., e precisamente:

“La Vita è Vita ed ha il medesimo valore per tutte le creature di Dio; la Sofferenza è drammaticamente Sofferenza ed ha la medesima valenza per tutte le creature, umane e non umane.”

 

Sostengo che a monte di questa tua lettera ci sia stata un’altra, inviata a Vendola, nella quale richiamavi l’attenzione (e preoccupazione di Vendola) sulla strada statale 16, tratta da Bari a Brindisi, che percepisco poco inferiore alla Romea e alla Pontina (viste nella loro funesta statistica sugli incidenti stradali).

 

Mi piacerebbe riceverla per capire quanta considerazione attribuisci all’attuale Valore della Vita “umana e non umana” nella società in cui viviamo. Nella guerra in Iraq, dal marzo 2003 a marzo 2009, sono morti 4.243 soldati USA; nello stesso periodo, solo sulle nostre pacifiche strade italiane sono morte oltre 30.000 persone ed oltre 1milione e 500mila persone sono rimaste ferite.

 

Sono (ufficialmente) 20 anni che mi ribello alla mancata applicazione, in Italia, delle vigenti leggi a livello regionale, nazionale (compreso la Costituzione), europee e mondiali (per esempio, la Dichiarazione universale dei diritti della persona umana).

Il profondo silenzio sulla quotidiana carneficina umana sulle strade e nei cantieri a causa della “coltivata” insicurezza stradale e nel lavoro; il profondo silenzio sulla uguale carneficina prodotta dall’inquinamento dell’aria (OMS, indagine 2005 sul solo Pm10); la produzione annuale di migliaiadi invalidi VERI; il profondo silenzio sulla ininterrotta violenza tollerata e coltivata sui più deboli usufruitori della strada “bene comune”: i pedoni ed i ciclisti; ecc. L’opzione Zero incidenti stradali distruggerebbe, in un anno, un fatturato di 35 miliardi di euro (costo sociale presunto): sprofonderebbe l’Italia con molto più rumore mondiale della Grecia.

 

La mia Associazione dei Diritti dei Pedoni (www.assopedoni.it ) non perde occasione per richiamare la massima ATTENZIONE sulle Istituzioni quando esse trattano (ed agiscono) sui temi della mobilità e della sicurezza stradale giacché sa che intendono sostenere obiettivi totalmente opposti ai nostri obiettivi umani, sociali e civili.

Vivo a Roma Capitale, dove si muore e si resta invalidati per tutta la vita (incidenti stradali ed inquinamenti), ed alcuni nostri obiettivi sono: Valore della Vita (“STOP STRAGI PEDONI”); Diritti alla salute (aria pulita e assenza di rumori) e alla mobilità (sostenibile); Diritto al rispetto della dignità della persona (pari dignità); ripristino della Legalità (stroncare la vigente immensa illegalità diffusa e non contestata); attuazione della Carta europea dei diritti dei pedoni; ecc..

 

Dall’agosto 2006 Roma ha il Sindaco “Commissario per la Mobilità” ma nulla è cambiato perché tale incarico serve per finanziare interventi (ed appalti), nonché per rilasciare deroghe alle norme urbanistiche senza l’ascolto e la partecipazione della cittadinanza. (Dpcm 06.08.2006)

 

Sosteniamo ovunque che chi ama la propria vita, ama anche quella degli altri esseri umani e non umani (animali, piante, aria, acqua, luce, ecc.) nonchè la conseguenziale convivenza civile.

 

Amiamo la vita nel suo Valore più alto, posto sui 3 pilastri (le 3D): Dignità, Diritti e Doveri.

 

Cordialmente. Vito De Russis

 

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Silvio Berlusconi e la fissa della gnocca.. – Analisi psichiatrica sul satirismo patologico del “povero cavallerizzo”….

 
M. R. B., in arte Veronica  Lario, fu concreta ed esplicita: “Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione… Dobbiamo subirla, e ci fa soffrire… SILVIO E’ UN UOMO MALATO!”.
 
Infatti, possiamo anche tutti noi affermare che il proteiforme Silvio, corruttore e corrotto, caimano, presidente operaio, sovrintendente d’associazione tipo Caritativo, ectoplasma dei tribunali, presidente del Partito dell’amore… pubblicamente si comporta da malato.
Qualcuno vorrà chiedersi qual è la malattia. Ebbene, non è difficile rispondere al quesito, sì tratta di malattia psichiatrica, l’ho già asserito più volte nelle mie pagine e lettere…
 
Potresti sbagliare… Non conosci Silvio… Non sai cosa dici… Hai la preparazione per farti credere…… ….
 
Tutti leciti quesiti su un problema che non mi deve interessare, direbbero certuni, è affare privato sosterrebbero gli stessi… solo che mi interessa perché al soggetto in questione fu affidata la carica per rappresentarmi in Italia e all’estero.
 
Ebbene, considerato che non mi sento dignitosamente rappresentato per la lubrica condotta di Silvio, perché il suo pubblico comportamento lede la nazione e lo Stato, scaturisce che ho autorità e dovere all’auto difesa per il fatto d’essere cittadino di questo Paese.  Mi difendo con la penna e la cultura, con obbligo di farlo per rivendicare il Libero Pensiero da ogni imposizione, perché se non esistesse, cosa che Silvio amerebbe avvenisse con l’apporto dei suoi per lasciare imperversare le proprie televisioni mascherando l’informazione che giunge da internet, tutti saremmo resi schiavi anche per altri pazzi, come l’eugenetico Bill Gates e cretini vari che sproloquiano e scrivono apertamente di sterilizzazione di massa ed eccidi di malati perché costosi nel curarli.
 
Questo modo di pensare e agire è il comune sentire del mondo del capitale cui anche Silvio appartiene mostrando end paranoica, stoltezza, esaltazione del sé per combattere la propria ipocondria… ed è mondo assai ristretto perché ogni pensiero si riduce a “brama di potenza” che vorrebbe gli Uomini succubi dell’ “io”.
 
 …..(omissis)
 
Ma quel è la malattia di Silvio?
L’esame conducibile su un soggetto lontano e mai frequentato è assai difficile, e potrà costruirsi soltanto su concetti generali, ma senz’altro oggettivamente validi a patto che la motivazione d’inizio del’analisi è giusta.
 
Silvio si può descrivere con aggettivazioni del tipo: “Fanciullesco, aggressivo, mendace, sovvertitore a parole d’ogni avvenimento che tenta di piegare in proprio favore. E’ capace di donare, ma anche, in età senile, di detestare profondamente chiunque non lo corrisponda, seppure non per lunghi periodi. Inoltre Silvio è perseguitato, cosa non da poco, dall’idea della mancata sua crescita per la bassa statura, da ciò deriva quel satirismo che lui stesso ammette affermando: “…a me piacciono le donne”!
 
E chi non è attratto dalle donne? Certo a qualcuno sono indifferenti, ma questa è un’altra storia.  In ogni modo, il problema dell’attrazione verso di loro deve essere posto nella giusta misura che è rapportata con l’età, con l’educazione, con la cultura, con il ruolo sociale svolto… in altre parole in una “misura” che non può approfittare dell’uso del ricatto per ruolo di preminenza, e che non può ammettere d’essere ricattati per comportamenti che non si vogliono far conoscere a chi ci circonda.
 
Per quelli che sono addentro alle segrete cose della psichiatria già sono emersi elementi sufficienti e valutabili al fine d’un indirizzo diagnostico preciso, ma è chiaro che la malattia è posta nella “quantità” di disturbo della personalità che emerge per prevalenza d’idee deliranti, o in altri casi logiche e storpiate nelle conseguenze, ma sempre esasperate e che conducono a dissociazione di tipo delirante/onirico.
 
Infatti, comportamenti smodati reiterati lasciano pochi margini al dubbio, perché essi sono già indici di “disorganizzazione” caratteriale della personalità che non è controllata nei suoi bisogni e soddisfacimenti raggiungendo anche la propria disintegrazione nelle sindromi dissociative.
 
1)      Il fanciullismo di Silvio è facilmente analizzabile anche da parte degli sprovveduti in ars psichiatrica, questa spesso confusa con semplice buon senso finanche dai medici non specialisti della materia, ma non è così! Il fanciullismo di Silvio, assai verosimilmente, affonda le sue radici proprio nella mancata crescita staturale che lo conduce a mascherarsi con comportamenti e sorrisi che ricordano Fernandel nell’atteggiamento (questo non era malato), Petrarca nel pensiero quando scrive: “Solo e pensoso i più deserti campi bo’ misurando a passi tardi e lenti, sì c’altro schermo trovar non so che mi scampi dal manifesto accorger de le genti…”, e tutto è finalizzato a mascherare le proprie presunte o vere disgrazie. Silvio “non si vede cresciuto”, così che sempre deve strafare per considerarsi “uomo adulto”. Ed ecco che, pensiero prevalente in lui, ma inconscio, emergono intemperanze ossessive/compulsive di sofferenza che, nel tempo, sì sono accentuate con bramosia verso ogni possibile “avere” per quel fanciullismo latente di cui stiamo discutendo. Bramosia che s’auto alimenta, per verosimile azione endorfinica, d’un sentimento di potenza patologicamente alterato e supportato dal notevole patrimonio acquisito. Nonostante il considerarsi vittorioso in ogni occasione in cui riesce a celare a se stesso il suo “ritenersi uno sconfitto dalla natura”, a sé rivolge un’imperitura domanda che lo assilla: “La gente mi prende in considerazione?”.
 
E ciò lo porta alla sua seconda comune patologica manifestazione:
2)      “Tentare sempre di piacere a tutti”! Insomma, teme il pubblico ma lo cerca per sentirsi stimato, fa cucù, gioca facendo le corna alle spalle degli altri, sorride a più non posso, cerca costantemente partners, afferma e si smentisce e, cosa assai più grave, continua a prendersi sul serio credendo in un falso se stesso che percepisce essere assai debole e viziato.
 
3)      In questo malessere persistente ha necessità di non mostrare il fianco. Ricorre perciò a battute salaci e fuori luogo, parla in fretta, e come guitto d’avanspettacolo non lascia ad altri la parola perché teme potrebbero farlo soffrire con il loro dire.
 
4)      In questo modo sì mostra aggressivo, ma è semplicemente un pavido che teme i giudizi della gente.
 
5)      E per tutto questo è necessariamente mendace fino al segno di rinforzare a tal punto il suo sentimento di potenza nascondendo a se stesso la propria sofferenza intima, tentando perciò di spacciarsi, anche a se stesso, come novello messia salvatore del popolo.
 
6)      E qual è il nome del comportamento coatto che ha assunto?
Sindrome dissociativa produttiva delirante con note spiccate di satirismo da innesto.
 
7) E il suo satirismo, senza entrare nell’aspetto della sfera ormonale, possiamo affermare che è fenomeno che soltanto apparentemente è comportamento da “uomo forte” come spera che gli altri credano, perché si erge su motivazioni psichiche particolari.
 
Il Satirismo, o Satiriasi, è oggi definito ipersessualità e si manifesta con un forte incremento dell’erotismo. E’ una frenesia a carico della sfera sessuale che compulsa il soggetto verso una continua ricerca di soddisfazione della libido, in senso freudiano, con ricerca di nuovi amanti. Ma si tratta, in realtà, di pratica che ha l’unico scopo di sgravare la personalità del malato dai suoi disturbi psichici. Dunque, è una rivalsa del sofferente ai tumulti psichici interni che sono, come già affermato, snd da innesto e non organica. Quindi, in realtà, nel caso di Silvio può non esistere una iper potenza coieundi, ma solo un voyeurismo (scopofilia) o atteggiamenti similari!
 
L’ipersessualità è seguita dalla riduzione o perdita dei freni inibitori, questa è la malattia nella sulla sua essenza, mentre gli atteggiamenti esterni che il malato mostra, spesso anche ridicoli, sono soltanto persistenti espressioni dirette verso un tentativo di seduzione che apparentemente indica una fisiologia sessuale esagerata, ma che non sempre è vero perché spesso, per mia esperienza di studio del fenomeno, si esaurisce in un rapporto di dipendenza che scaturisce dall’oggetto del desiderio. L’ipersessualità, dunque, nel caso di Silvio potrebbe essere un fenomeno più apparente che reale, perché non esiste un’esaltata anatomofisiologia della sfera sessuale.
 
Perciò in Silvio, nonostante l’atteggiamento da satiro fatto credere al pubblico, la satiriasi psichica, dunque, domina tutti i comportamenti e gli spazi della sua vita di malato che rende difficile, specialmente deteriorandolo nella sfera comunicativa familiare, pubblica, affettivo/amorosa e lavorativa.
 
L’affettività da satirismo è, in conclusione, soltanto un continuo tentativo di realizzare rapporti sessuali, ma non per scandagliare nuove emozioni e piaceri, ma per ottenere un compiacimento psicofisico che il malato non riesce mai a conseguire proprio perché il disturbo ha natura psichica e non fisioanatomica. Di conseguenza, la sessualità diffusa di questo soggetto affetto da satirismo esprime una tensione monomaniacale di un’insoddisfazione continua che deriva da tensione psicofisica interna in certi casi monotematica, in altri soggetti multifattoriale.
 
Ultima considerazione che esprimo è che il trapasso continuo da un partner al successivo è da addebitarsi, secondo il malato, al proprio convincimento che il motivo dell’insoddisfazione manifestata sessualmente è legato a colpa per incapacità di corresponsione fisica del partner, e non ad una propria situazione caratteriale di disagio.
Nella praxis siamo dunque di fronte ad un soggetto incapace di critica e di giudizio per ottundimento dei freni inibitori divenendo un deviato nella società in cui vive, e inadatto a rappresentarla.
 
Ergo, ognuno ha diritto di difendersi da un soggetto di tal gravità mentale per i disturbi della personalità che si porta appresso.
 
Kiriosomega
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Comunicazioni sul nuovo organigramma della Rete Bioregionale Italiana e nominativi di alcuni dei nuovi referenti tematici

Dopo le dimissioni di Giuseppe Moretti da coordinatore nazionale si é tenuto fra i vecchi membri e nuovi aderenti un incontro rifondativo della Rete Bioregionale Italiana, il 30 e 31 ottobre 2010 a San Severino Marche.

 

L’assise dei partecipanti per evitare di ricadere in forme accentratrici, ha deciso di cambiare la struttura della Rete eliminando la figura del coordinatore nazionale e dei coordinatori locali, ci saranno solo referenti tematici sugli argomenti che interessano per l’approfondimento del discorso ecologico… rispettando così anche le enunciazioni della Carta degli intenti della Rete (con riferimento alla “forma decentrata”).

 

http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2006/02/06/manifesto_della_rete_bioregion.html

 

Qui aggiungo solo due parole sul significato di bioregionalismo, che é la stessa cosa

dell’ecologia profonda od ecosofia descritta da Arne Naess. Insomma é il vivere consapevoli di appartenere inscindibilmente all’insieme vitale, l’organismo macro del vivente e del materico. Le bioregioni, dal piccolo ecosistema agli agglomerati galattici, sono come gli organi funzionali del corpo…. (vedi l’esempio classico fatto da Menenio Agrippa…). In fondo il bioregionalismo non é altro che un nome “inventato” per definire la forma più antica di riconoscimento del far parte di un Tutto unito. Il termine é nuovo ma il significato é eterno!

 

Continuano ad arrivare commenti e proposte di collaborazione dopo l’incontro di San Severino. La prima letterina ricevuta é stata quella di Antonella Pedicelli, che dice: “Ciao Paolo, felice serata, ho letto con piacere il racconto della prima giornata relativa all’incontro di San Severino Marche (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/10/il-giornaletto-di-saul-del-31-ottobre.html ); si sente in esso la tua viva partecipazione e una vibrante emozione, credimi, mi sono sentita anche io pienamente avvolta da quelle sensazioni di appagamento che si respirano nelle tue parole! Semplicemente: “è bello”!

 

In questi giorni successivi all’incontro bioregionale si sta cercando di rimettere in piedi l’organizzazione, già alcuni ecologisti riconosciuti hanno dato la disponibilità ad occuparsi di specifici argomenti ed alla fine pare che il gruppo portante si stia costituendo. Comunque cerchiamo di capire i movimenti in corso leggendo un’altra letterina giunta da Caterina: “Felice del Seminasogni mi ha fatto uno squillo e io l’ho richiamato. Dice che è stato tutto il giorno in giro senza cellulare. Gli ho chiesto se gli fa piacere mettere qualcosa sul sito, tipo poesie, o gli annunci dei mercatini, o inviti a passeggiate…. Credo che ti spedirà i volantini dei mercatini, quando ci saranno (diceva che ne fanno circa uno al mese). Gli ho detto che gli avrei spedito il resoconto dell’incontro e che cosa ci avevamo messo e che sarebbe stato carino metterci la poesia che aveva letto lui stesso quel giorno e ha detto che me la spedisce così la mettiamo sul sito, su qualche sito. Per le passeggiate credo che gli farebbe piacere che si mettesse nome, indirizzo e recapito per accordi di volta in volta, con chi vuole, a piccoli gruppi”.

 

Pertanto nel prossimo futuro proporremo sul blog della Rete e su altri siti, di tanto in tanto, alcuni interventi e proposte dei referenti tematici e dei simpatizzanti della Rete con annunci vari e proposte di attività ecologiste, di rapporti interpersonali e fra comunità, racconti di spiritualità naturale, etc.

 

Nel frattempo abbiamo ricevuto anche la comunicazione di Roberto Schellino, coordinatore nazionale della campagna per l’agricoltura contadina, in risposta alla nostra comunicazione sul nuovo referente della Rete Bioregionale per quel settore: “Grazie Paolo, contatterò telefonicamente Benito Castorina nel più breve tempo che mi è possibile..” Ed anche la mail di Sonia Baldoni, che accetta di occuparsi di cure naturali ed erboristiche: “Certamente che metto a disposizione della Rete Bioregionale le mie conoscenze, l’ho già messo in PRATICA con i FATTI dall’incontro che abbiamo fatto assieme, i miei estremi li hai… mi fido di più di ciò che scrivi tu, è la tua specialità!”

 

Allora riporto qui di seguito i nomi dei primi fra i nuovi referenti tematici della Rete Bioregionale Italiana che a titolo volontario intendono mettere a disposizione di tutti le conoscenze acquisite nel loro percorso di pratica ecologista:

 

Benito Castorina, docente universitario per l’economia agricola e coltivatore di erba vetiver. Referente per l’agricoltura contadina e produzione energetica ecologica. Recapiti: benito.castorina@fastwebnet.it – Tel. 06.8292612 – 338.4603719

 

Caterina Regazzi, medico veterinario USL specializzato in allevamento e alimentazione animale. Referente per il rapporto uomo/animali e zootecnia.

Recapiti: caterinareg@gmail.com – Cell. 333.6023090

 

Manuel Olivares, scrittore e giornalista sociologico esperto in comunità, fondatore della casa editrice “Vivere Altrimenti”. Referente per i rapporti con le comunità, comuni ed ecovillaggi. Recapito: manuel_olivares_71@yahoo.it

 

Sonia Baldoni, esperta di erbe officinali e cure naturali olistiche. Referente per il rapporto con gli elementi della natura e con lo spiritus loci. Recapiti: Cell. 333.7843462 – sachiel8@virgilio.it

 

Stefano Panzarasa, geologo, funzionario del Parco Monti Lucretili e membro fondatore della Rete Bioregionale Italiana. Referente per l’educazione ecologica ed ambientale. Recapiti: bassavalledeltevere@alice.it – Tel. 0774/605084

 

Lucilla Pavoni, scrittrice e neo contadina. Referente per i rapporti solidali fra esseri umani. Recapiti: lucillapavoni@libero.it – Cell. 338.7073857

 

Paolo D’Arpini, ricercatore spirituale laico e membro fondatore della Rete Bioregionale Italiana. Referente per le Pubbliche Relazioni. Recapiti: circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293

 

 

Altri membri e simpatizzanti stanno ancora meditando sul come offrire la propria collaborazione alla comunità bioregionale, se fra i lettori, che si riconoscono nel messaggio dell’ecologia profonda, c’é qualche volontario.. é benvenuto nel mucchio!

 

Paolo D’Arpini,

addetto alle Relazioni Pubbliche per la Rete Bioregionale Italiana

 

Ah, rammento ai lettori che per aderire alla Rete é sufficiente sottoscrivere il manifesto fondativo (o carta degli intenti), vedi sopra, e di inviare una email di conferma allo scrivente.

 

…………

Resoconto dell’incontro di San Severino Marche:

 

http://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=resoconto%20incontro%20bioregionale%20san%20severino%20marche%2030%2031%20ottobre%202010

 Adesione Ulteriore, arrivata or ora, fresca fresca:

CI SONO ANCH’IO….

Carissimi,
ci sono anch’io, Teodoro Margarita, seedsaver, già consigliere federale di Civiltà Contadina e collaboratore della Rete.
Per l’area comasca contate su di me, già che stanno nascendo realtà interessanti di cui darò conto. un ecovillaggio in Val d’Intelvi, per esempio, una realtà di ricerca spirituale tra Como e Lecco ed altre cose che il sottoscritto collega e  tiene insieme.
Recapito: 031 683431 ore serali.
Un buon rinascimento alla Rete Bioregionale Italiana.
thermidore@yahoo.com

………..

Mia rispostina:
Ti abbracciamo con profondo rispetto ed affetto… per salvare assieme  i semi della antica conoscenza….

 

 

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