Archivio di novembre 2010

Notizie dal mondo vegetariano di Ciro Aurigemma (Associazione Vegetariana Italiana)

Corsi di cucina vegana e vegetariana prelibata a Milano

 

Ritornano i corsi dedicati alle tecniche base della cucina vegetariana e vegana con lo chef dell’Associazione Vegetariana Italiana e del Ristorante Joia di Milano Simone Salvini. Partiti da novembre, presso Pacific Milano Restaurant di Milano, con la disponibilità a ripeterli poi in tutta Italia!

Il sito www.vegetariani.it da aggiornamenti e invia la newletter a chi manda la sua e.mail.

 

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Nasce a Gorizia ”Spazio Vegetariano”

Un luogo aperto a tutti per poter discutere, chiarirsi le idee, raccontare la propria esperienza e le proprie proposte circa la scelta vegetariana e tutti gli ambiti a cui essa è correlata (ambiente, salute, filosofia, etica, spiritualità,ecc.), con il patrocinio della Provincia di Gorizia, Associazione Vegetariana Italiana e VegAnima (Associazione di Promozione Sociale). Inoltre al termine di ogni incontro ci sarà una breve condivisione su base meditativa per affinare l’intento, individuale e di gruppo e per migliorare la diffusione di tale pensiero, anche a livello energetico e coscienziale. Sala Consiliare della Provincia di Gorizia Corso Italia, 55 – Gorizia

Conduce gli incontri Marco Bertali, medico, delegato di zona dell’AVI, socio VegAnima Gorizia . Per informazioni: cell. 333 4857158.

 

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Nuova agenzia stampa con sezione sul vegetarismo:

 

Associazione GeaPress nasce da un’ idea di Elisa D’Alessio e Marcella Porpora, per lunghi anni in prima linea nella difficile impresa, condotta in particolari regioni italiane, dell’affermazione dei diritti di tutti i viventi.

Elisa e Marcella, fondando l’Associazione GeaPress, hanno voluto subito editare l’omonima Agenzia di Stampa, unica nel suo genere in Italia, avvalendosi del contributo di altri tre componenti di Redazione. L’Agenzia è diretta da Ignazio Marchese, giornalista palermitano, che ha spessio messo in evidenza le contraddizioni ed i pericoli che si nascondevano dietro la falsa facciata di chi si era autoproclamato rispettoso del benessere animale.

www.geapress.org/ecovegetarismo

 

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7 Milioni di vegetariani in Italia e il TG1 ne parla

 

Questo il dato evidenziato nel servizio che il Tg1 della 20.00 ha mandato in onda il 6 ottobre.

Il documento di Federica Balistreri è coinciso con le iniziative in corso per la settimana vegetariana internazionale. Ad essere intervistato, il prof. Umberto Veronesi, vegetariano, che ha espresso le sue motivazioni in favore del vegetarianesimo, innanzitutto etico.

 

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No Ogm

 

Dopo che come resp. ecologia avevo scritto un articolo su Idea Vegetariana che dava conto di vari convegni sul tema da parte dell’agronomo Giuseppe Altieri, lo scienziato Michele Trimarchi, il direttore di Asseme Enrico Lucconi e il resp. della Banca del germoplsma CNR prof. Perrino, ecc. e la presa di posizione dell’ex ministro Zaia sul no agli ogm in Italia, il nuovo ministro é stato fermato dalle regioni italiane unanimi nel dire no agli ogm. Vedi articolo

http://it.greenplanet.net/agroalimentare/ogm/26535-no-ogm-posizione-unanime-delle-regioni-italiane.html

 

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Direttiva europea vivesezione

 

Sulla Direttiva approvata dello scorso otto settembre, buone notizie la on. Sonia Alfano IDV, dice che ha “la speranza di promuovere una iniziativa popolare europea, così come previsto dal Trattato di Lisbona. La raccolta di un milione di firme per mostrare alla Commissione qual è la vera volontà dei cittadini europei e non quella delle multinazionali, riguardo la vivisezione e la sperimentazione sugli animali“.

E la Direttiva Cosmetici e la proposta di ulteriore rinvio agli esperimenti sugli animali?

Incredibile, anzi paradossale se pensiamo che la “scusa” utilizzata per il rinvio, sembra essere quella che i metodi alternativi non sono ancora ritenuti validi mentre poco prima è stata approvata una direttiva nella quale i metodi alternativi non vengono assolutamente incentivati. Poi ci si piange addosso per il fatto che questo genere di ricerche non raggiungono il livello auspicato!”

 

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Nucleare: Raggiunto il quorum per un nuovo referendum per dire no al nucleare in Italia!

 

Notizie raccolte da Ciro Aurigemma www.draurigemma.it

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Notte d’amore.. (con) Veronica… di Simone Sutra

Notte d’amore

 

Ashtri e Nahir si erano allontanate dal sentiero nel bosco, a caccia di fragole. Quelle ombre di frasche, quelle alte ramaie, quei giovani virgulti che sembravano scaturire per magia dalla terra, quel mistero appostato dietro ogni tronco, ogni alto stelo d’erba, non poteva che conquistare due ragazze di diciassette e diciannove anni, curiose sorelle d’anima ancor più che di sangue.

Con il brivido dell’eccitazione in cuore si inoltrarono nel fitto del bosco, pronte ad assaporare pienamente il gusto del proibito, a sentire l’eccitazione dell’ignoto.

Ed ecco che i loro occhi si fanno ardenti di anticipazione, ecco che il loro cuore palpita di emozione, il loro corpo vibra di un’energia a loro sconosciuta, che sembra trapelare dalla parte più nascosta di loro e trasudare sulla pelle già stremata dallo slancio della scoperta.

Cadono le tenebre e le stelle misericordiose spuntano a salutarle e loro ancora camminano, camminano, in un silenzio mai provato, mai così imperioso sul cuore e sulle bocche. Stanchezza non ce n’è; hanno dimenticato di aver lasciato dietro di loro una casa, una madre e un padre, una vita riparata e abitudinaria. Camminano le audaci sorelle tracciando nel terreno un percorso sacro di cui ad ogni passo si sentono più portatrici: a loro è affidata la missione di scoprire i propri limiti e i propri segreti interrogativi, a versarli generosamente dinanzi alla fonte in cui tutto è chiaro, affinchè si possano specchiare e scoprirsi limpide estensioni di un dolce universo intriso d’amore, impregnato di musica silenziosa.

Occhi lucenti nel cielo a testimoniare il loro supremo donarsi, il loro svestirsi di abiti non più consoni al loro ritrovarsi, al loro immergersi in un cielo senza limiti, in una vita senza più perchè. Il sorriso della notte accoglie benevolo la loro nudità, il loro sprofondare nelle acque serene in cui scorre il senso al di là di ogni senso.

E s’innalza da lontano una melodia che avvolge ogni buio angolo di selva, e sorge un astro che sbianca la notte; e dal cuore di due fanciulle adesso sgorga l’amore, e un sorriso che non lascia il volto, che bagna l’anima irrorata dalle gioiose lacrime di due stelle in cielo.

 

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Veronica

 

Flora percorreva gli ordinati vialetti del giardino rinascimentale di Villa Ghirlanda, costeggiati da altrettanto ordinate aiuole popolate da siepi di bosso e rosai, cipressi nani e tassi pluricentenari. Qualche statua di nude divinità greche qua e là punteggiava l’austero panorama, e il gorgoglìo delle quattro monumentali fontane poste ai quattro punti cardinali ricordava che la vita è vita anche fra le pietre. Le piaceva il suono della ghiaia fine che i giardinieri avevano da poco steso: le sembrava che il lieve scricchiolio dei sassolini sotto i suoi piedi le rimandasse l’eco dei suoi pensieri, leggeri ma dotati di una loro materialità insistente…perfino un po’ invadente, quel giorno.

Flora era sempre stata una ragazza spensierata, nonostante l’educazione un po’ severa impartitale per volere della sua aristocratica zia, la marchesa Bentivoglio, spigolosa e formale, che però le voleva un gran bene dopo e che, dopo la morte di entrambi i genitori in un incidente stradale, l’aveva accolta come se fosse stata sua figlia nel palazzo Torrenieri di Fossalta. Le aveva riservato i migliori educatori privati, gli agi e anzi gli sfarzi di un vita vissuta all’ombra dello stemma di un’antica nobiltà, fino ad accompagnarla alle soglie del matrimonio con il conte Vittorio Emanuele Botticelli di Ponsacco, di cui ora Flora era la legittima consorte, in dolce attesa.

Ventitre anni, si diceva, sono proprio l’età giusta per avere un bambino: non si è nè troppo giovani nè troppo vecchie, proprio l’età giusta.

Ma qualcosa la turbava, mentre, camminando lentamente e un po’ svagata, si teneva il pancione ormai straripante di quasi nove mesi. Quell’uomo a cui era stata destinata sin da giovinetta…quel suo marito, di diciotto anni più vecchio di lei…ecco, non riusciva ad amarlo, a sentirlo suo. Era un uomo molto occupato, dedito agli impegni sempre molto pressanti della gestione di un’importante azienda vinicola; ma sembrava che anche quel poco tempo che le dedicava le fosse offerto di malavoglia, come un doveroso ma risentito sacrificio da effettuarsi agli dei altezzosi di un focolare stranito, algido come il talamo nuziale che egli per la verità disertava piuttosto spesso; non che questo facesse molta differenza, visto che anche quando c’era….

Ma lasciamo perdere, si disse lei, cercando di concentrarsi sul pensiero piacevole del prossimo lieto evento; sarebbe stata una femmina, e aveva deciso di chiamarla Veronica, con il consenso frettoloso e un po’ distante del marito.

Il cellulare mandò il segnale di un messaggio in arrivo. Si chiese chi potesse essere: forse Caterina D’Annunzio, la sua migliore amica ed ex compagna di liceo, con cui ancora si vedeva e si sentiva occasionalmente.

Tesoro, ci vediamo stasera alle otto, al solito posto. Non tardare! E mettiti le cosine che sai….” Era di suo marito.

Tesoro”? “Solito posto”? “Cosine che sai”? Ma che significava, cos’era, uno scherzo? Da quando in qua lui la chiamava “tesoro”? E quale sarebbe poi dovuto essere il “solito posto”? E cosa mai potevano essere quelle “cosine” che chiaramente si riferivano ad indumenti intimi? Non ci capiva niente. Poi la verità cominciò ad albeggiare sulla sua mente.

Il messaggio era destinato ad un’altra e chiaramente suo marito, frettoloso e stressato come sempre, aveva digitato il tasto sbagliato sulla rubrica. Evidentemente il nome dell’altra veniva subito prima o subito dopo il suo nella rubrica. Il cellulare squillò.

Flora?” Era sempre lui.

Sì” rispose lei con un filo di voce.

Scusami ma stasera non ci sarò a cena…una riunione importante, sai quei compratori russi….”

Capisco” Riuscì solo a dire lei con voce strozzata.

Bene.Tutto a posto lì? Il bambino è ancora dentro?”

E’ una bambina, Vittorio” rispose sentendo l’ira montarle in petto.

Ma sì, ma certo! Bene, riguardati. E non mi aspettare sveglia, credo che farò tardi. Ciao!”

Si diresse verso la grande casa come in trance, confusa, sconcertata, incredula. Nemmeno lei sapeva ciò che le sentiva agitarsi in petto, non sapeva dare un nome a quel sentimento furibondo che le stava scalzando il terreno sotto i piedi. D’impulso, passando davanti al cancello d’ingresso, vi fu addosso, lo aperse con furia cieca e fu subito fuori in strada, correndo lungo il viale alberato in leggera discesa che dopo aver compiuto un lungo giro intorno alla vasta proprietà dei conti Botticelli puntava verso la città sottostante la collina su cui si ergeva la villa. Laggiù le prime luci si accendevano per dissipare le tenebre incipienti di un crepuscolo autunnale, e lei correva con il cuore in gola verso il vuoto. Lo stesso vuoto che avvolgeva ogni cellula del suo corpo; quel vuoto atroce, martellante, penetrante, rimbombante. Quel vuoto che sembrava lanciare urla che rimbalzavano violente contro lo specchio della sua coscienza, assordandola con il loro inutile disperarsi; che si volgeva su di lei, per schiacciarla sotto il peso della sua nullità; che mordeva e graffiava, feroce belva scatenata d’improvviso. In un istante fu soverchiata da tutto quel vuoto, il perfetto simulacro di un’esistenza ordinata come quel parco della villa, la sua: sempre obbediente e remissiva, si era piegata alla volontà di tutti coloro che avevano disposto della sua vita, per farne un’immagine da cartolina, il ricamo di un centrino da tavola. E allora tutto di quella vita, i ricevimenti, gli onori, gli agi, i sorrisi di plastica, le maschere incollate al vero volto delle persone che la popolavano… le insulse facezie, le vacue conversazioni, le riunioni fra amiche per il tè, i balli, le cene di beneficenza, i servili sguardi di chi adulava, la superbia di chi concedeva favori, gli occhi da pesce lesso di un imbalsamato ammiratore, gli inchini, i baciamano…tutto iniziò a ondeggiare in un vortice isterico allineato su di un tracciato mortale che le stringeva un cerchio attorno al cuore, alla testa, alla gola. Sempre più stretto il cerchio, sempre più veloci le immagini, sempre più stridenti le risa selvagge di ombre sconosciute, sempre più ossessive le musiche impazzite ormai sfuggite alle mani sapienti del loro orchestrante, i volti , gli occhi, le mani, il buio, il buio….

Finchè stramazzò a terra sciogliendosi in una cascata di singhiozzi. E le fonti dell’abisso della sua anima si riversarono su di lei, inondandole tutto l’essere. Si sentiva onda del mare sbattuta dalla tempesta, pozzo non visitato da nessuno spicchio di luna, acque infide e traditrici di fiumi in piena, melmosi torrenti gonfi dell’irosa corrente della pioggia d’autunno. Nessuna speranza, nessuna speranza….

Non si accorse nemmeno, affondata com’era nella sua apocalisse, che una macchina si era fermata e ne era scesa una giovane donna, snella e scura di pelle, lunghi capelli crespi nerissimi.

Madre mìa! Que hace aquì, senora?” Le era sfuggita la frase accorata nella sua lingua, d’impulso, sbigottita dalla visione di quella ragazza in ginocchioni a terra, scossa da capo a piedi dai sussulti delle lacrime e in avanzato stato di gravidanza.

Signora, signora…ma lei è incinta! Che fa qui per terra?” Le pose le braccia attorno alle spalle, tentò di sollevarla, rendendosi conto che Flora era del tutto fuori di sè. Fu allora che Flora sentì. Lei sentì il figlio che premeva per uscire, e fu allora che tutte le scene vissute nella sua mente si riavvolsero a velocità supersonica come una pellicola fatta scorre all’incontrario, e il vortice riprese a girare nel senso contrario, riportandola rapidamente ai prati della sua infanzia, ai leggiadri panorami di giorni soleggiati senza fine, alle serene contemplazioni di gioie semplici e rassicuranti.

Si svegliò nella stanzetta d’ospedale, con la giovane latinoamericana che la guardava dolcemente.

Si è svegliata….come sta, signora? E’ andato tutto bene…e la sua bambina è bellissima”

Chi…chi è lei? E dov’è la mia bambina?”

Nella nursery, signora…siamo all’ospedale dei Cavalieri di Malta…il più vicino che c’era. Io lavoro qui, faccio l’infermiera, e ce l’ho portata io: stavo proprio venendo qui quando l’ho trovata ieri sera. L’ho raccolta per strada in uno stato pietoso. Mi chiamo Teresita Nunez, e ho potuto assisterla nel parto insieme al dottore…ma lei certo non si ricorda nulla. Era sotto shock…ma sono felice di vedere che sta molto meglio”

Flora abbozzò un debole sorriso.

Vorrei…vedere la mia bambina”

Certo! Glie la porto subito!”

Veronica dormiva beata, ma quando Flora, sopraffatta da una gioia incontenibile, se la poggiò sul seno, aperse gli occhi.

E Flora, di nuovo, vide. Ma non solo lei: anche Teresita vide. Perchè il mondo, attraverso gli occhi di una bambina, si era trasformato; e praterie e montagne avvolte dalla bruma, sogni multicolori e visi di antica saggezza, tenui aurore e tramonti infuocati si distendevano lungo l’arco inesausto dell’amore, in una piccola stanzetta d’ospedale.

 

Simone Sutra – itdavol@tin.it  

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Finanziaria rompifinanza con la scusa della “stabilità”… ed intanto aumenta il debito pubblico!

Da qualche settimana è tutto un susseguirsi di appelli perchè le penose vicende della maggioranza di Governo non pregiudichino l’approvazione della Legge di Stabilità, ritenuta indispensabile stante il perdurare dei pesanti effetti della crisi finanziaria.
Crediamo anche noi che a questo punto, prima di tutto, bisogna approvare questo Patto di Stabilità, ma non siamo d’accordo però che continuino a prenderci per i fondelli.
 
Tutti ricorderanno come il superministro Tremonti, nell’estate del 2008, strombazzò assieme a Berlusconi che quella Finanziaria in preparazione, e poi approvata in Consiglio dei Ministri in pochi minuti, sarebbe stata “storica”, perchè avrebbe avuto valenza triennale, in quanto loro erano bravi e capaci e quindi con una legge triennale avrebbero evitato che ad ogni autunno ci fosse il tormentone della finanziaria da approvare.
 
La Finanziaria del 2008, valevole quindi per il triennio 2009-2011, ammontava complessivamente a 34 miliardi di euro (8 per il 2009, 20 per il 2010, 6 per il 2011).
Poi, nell’autunno del 2009, furono invece costretti a fare un’altra finanziaria “correttiva” che nell’occasione, per meglio fregare gli italiani, fu chiamata “light” o “snella”, che ammontava però ad altri ben 25 miliardi di euro.
 
Adesso, autunno 2010, c’è ancora il tormentone dell’approvazione di un’altra finanziaria, che hanno chiamata Legge di Stabilità (il nome è stato cambiato per meglio fregare ancora una volta gli italiani), che ammonta a 13,5 miliardi di euro, dei quali 1 miliardo per il 2011,3 miliardi per il 2012 e 9,5 miliardi per il 2013 (la cifra più grossa è differita al 2013 nella speranza che allora le cose vadano meglio!!!).
 
D’accordo allora per questa ennesima pezza sulla disastrata situazione di questa repubblica delle banane, ma che Berlusconi ed il suo superministro Tremonti (che dichiara al fisco un modestissimo reddito di soli 39mila euro!!!) NON CI PRENDANO ANCORA UNA VOLTA PER I FONDELLI.
 
Di questi propagandisti arroganti e incapaci ne abbiamo piene le tasche e, appena approvata la Legge di Stabilità, mandiamoli a casa, MA DEFINITIVAMENTE!
 
Adriano Rebecchi
 
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Altra Notizia:
E’ di questi giorni la notizia che il Presidente Obama ha proposto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di congelare per 3 mesi la costruzione di insediamenti ebraici nei territori occupati della
Cisgiordania, in cambio della quale gli Usa si impegnano:
- a non richiedere più in futuro altre sospensioni degli insediamenti nei territori palestinesi occupati;
- a porre il veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu a qualsivoglia risoluzione anti-israeliana;
- a fornire ad Israele, oltre a svariate centinaia di milioni di dollari di armi, munizioni e ingegneria bellica, altri 20 aerei da combattimento F-35 JSF , nella versione tecnologicamente più
  avanzata, del valore di 3 miliardi di dollari.
Ecco perchè a Cameri (Novara) proseguono alacremente i lavori di allestimento dei capannoni per l’assemblaggio finale, il collaudo e la manutenzione, dei nuovi super aerei F-35 JSF, che trasformeranno la base dell’Aeronautica italiana in uno dei principali centri operativi a sostegno delle guerre “democratiche” in previsione nel Medio Oriente.
Intanto, nella colonia Italia prosegue la penosa pantomima politica.
 
Adriano Rebecchi
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“No agli OGM e sì al ritorno dell’agricoltura contadina” – Il parere di Paolo Zattoni de La Lega della Terra

Si parla tanto della convenienza o meno di usare piante modificate Ogm, e si evidenzia la netta divisione del mondo agricolo. Da una parte l’Unione Agricoltori che sostiene l’uso degli Ogm per sola competitività agricola e per non rimanere indietro al resto del mondo, dall’altra parte la Coldiretti, contraria, che paventa danni alla salute e lo strapotere delle multinazionali del settore sementiero.

 

Si sappia che in agricoltura, purtroppo, si fa uso di moltissimi veleni, per combattere le malerbe e gli insetti nocivi, come la piralide e la diabrotica. Veleni che poi vanno a finire nell’ambiente e nelle falde acquifere. La tecnologia degli Ogm sarebbe utile per combattere le infestanti e i parassiti, riducendo l’uso dei veleni, ma pone un serio problema riguardo alle pratiche agronomiche.

 

Sgombriamo innanzitutto il fatto che gli Ogm siano dannosi per la salute umana. Gli Ogm non sono altro che “incroci” che i nostri vecchi hanno sempre fatto, nella ricerca di piante più produttive o più resistenti. Ora questi incroci si fanno in laboratorio, scambiando geni anche di specie diverse. Fin qui nulla di male, i prodotti di derivazione Ogm sono poi digeriti dal nostro sistema gastrico come tutti gli altri prodotti “naturali”. Quindi è inutile scatenare paure. D’altronde quasi tutti i mangimi ad uso zootecnico contengono già materie prime Ogm, come la soia di importazione, ma anche i prodotti dolciari con frumento Ogm o i pomodori….. il pomodoro San Marzano è stato salvato dal marciume con l’inserimento di un gene diverso. I nostri prodotti tipici, come il grana o il prosciutto, sono ottenuti con mangimi contenenti Ogm.

 

La Lega della Terra è contraria agli Ogm per ben altri motivi. La globalizzazione, anche nel settore agricolo, impone una concorrenza così feroce e tecniche agronomiche e produttive che siano in grado di ridurre sempre più i costi di produzione. Anche in Italia quindi vi è la corsa ad una agricoltura intensiva e monocolturale, che ha impedito la tipica rotazione agraria ed ha favorito l’insorgenza di malerbe infestanti e parassiti resistenti. Da qui l’uso di veleni. La tecnica degli Ogm non farebbe altro che confermare e consolidare questo tipo di agricoltura intensiva monocolturale, che punta tutto alle rese ettaro, ma ci ha tolto i sapori e gli odori tipici dei nostri prodotti agricoli.

 

Il latte non sa più di niente, sterile e genuino fin che si vuole, ma insapore e senza gusto. Così pure la frutta, la carne di pollo o di vitello a carne bianca, così pure i formaggi a pasta molle. Purtroppo la tecnica degli Ogm non serve solo per ottenere maggior resistenza, ma anche per ottenere patate con più amido, frutta di maggiore dimensione, carne e pesce con più carne magra, ecc.

 

Noi chiediamo una politica che sostenga il mondo agricolo e lo metta in condizione di sopravvivere dignitosamente alle sfide della grande distribuzione e della globalizzazione, permettendogli di dare il meglio di sé con pratiche agronomiche tradizionali. Per questo motivo va salvaguardato il prezzo dei prodotti agricoli italiani e va emessa una legge che dia trasparenza al mercato, mettendo in condizione il consumatore di riconoscere il prodotto italiano, la filiera di produzione e le qualità organolettiche.

 

È urgente tornare alle sane pratiche agricole della rotazione agraria, dove il contenimento delle malerbe e dei parassiti veniva fatto ruotando sullo stesso terreno varie colture, e nel contempo si salvaguardava la struttura e la sostanza organica del terreno, immettendo letame naturale e favorendo le migliaia di esseri viventi che popolano il sottosuolo e trasformano la sostanza organica in humus. L’uso massiccio di concimi chimici, di veleni, ed ora di Ogm, ci ha portato in queste condizioni, verso una precoce desertificazione dei nostri terreni e la scomparsa dei sapori.

 

Ora è la politica che deve fare la sua parte, noi abbiamo indicato la strada.

 

Dott. Agronomo Paolo Zattoni – Lega della Terra

Email. altofiamma@katamail.com – Cell. 345.2953203

 

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Articoli già pubblicati su OGM:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ogm

 

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Vittorio Marinelli: “Laicità per il matrimonio… e vantaggi per lo Stato e per la Comunità…” – Proposta di Legge

PROPOSTA DI LEGGE PER L’EQUIPARAZIONE DEI LUOGHI DI PUBBLICO INTERESSE E VALORE ARTISTICO A CASA COMUNALE QUALI LUOGO DELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO CELEBRATO DAVANTI ALL’UFFICIALE DI STATO CIVILE

 

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Come rilevato nel numero del maggio 2007 del National Geographic, “ calano i matrimoni in Italia, ci si sposa sempre meno, e sempre meno in chiesa. Un matrimonio su tre, infatti, è oggi celebrato solo con il rito civile” (v. Matrimoni all’italiana”, di Laura Laurezi, Archivio italiano, maggio 2007, s.p.);

 

Di fronte a questo dato incontrovertibile, relativo a un non indifferente aumento del numero delle persone che optano per il matrimonio delineato dal capo III “Del matrimonio celebrato davanti all’ufficiale dello stato civile” del TITOLO VI – Del matrimonio del libro primo del codice civile, non corrisponde, al contrario, un analogo aumento da parte della Pubblica Amministrazione, delle strutture destinate a tale diritto.

Solo per avere un’idea di quanto appena riferito basti, pensare al comune di Roma, che è: la capitale d’Italia; che con i suoi 2.840.000 abitanti circa e i suoi 1.285 kmq è peraltro anche il comune più popoloso e più esteso; è gemellato con: Parigi, con l’indicativa frase “Solo Parigi è degna di Roma; solo Roma è degna di Parigi” («Seule Paris est digne de Rome; seule Rome est digne de Paris») e ha accordi internazionali tra le varie con Belgrado, New York, Pechino, Seoul, Tokio.

 

Ebbene, al di là di questo aspetto folcloristico si accerta che la suddetta capitale d’Italia probabilmente diversamente dalle sue gemelle, dedica quali spazi istituzionali per il richiamato matrimonio civile e dalla stessa Amministrazione gestiti, solo il Campidoglio e una cappella sconsacrata davanti alle terme di Caracalla.

A tali siti si aggiunge Villa Lais, dipendente dal nono municipio dello stesso comune, e la, ad onor del vero, decisamente decentrata Sala Azzurra posta in piazza Regina Pacis a Ostia, di competenza del tredicesimo municipio.

 

Ne consegue che si determina in danno ai nubendi l’insorgenza di notevoli tempi di attesa prima di poter contrarre il matrimonio in seguito alla promessa, dipendenti dalla suddetta assoluta carenza di un servizio amministrativo di particolare importanza, con la automatica conseguenza che la scelta del giorno del matrimonio non spetta ai diretti interessati ma è a seconda del carico di lavoro della pubblica amministrazione. Per dare un valido dato di riflessione, un coppia che decidesse nel mese di marzo, potrebbe avere la possibilità di poter scegliere la data e l’ora del matrimonio al loro più congeniali, presumibilmente di sabato, solo verso settembre od ottobre potendo sennò poter optare per il Campidoglio, per rimanere sempre nell’esempio della Capitale, il 4 agosto, mentre già il 5 agosto sarebbe disponibile solo l’orario 9,30 mentre nella cappella sconsacrata di via delle Camene potrebbe coronare il proprio sogno d’amore il 21 giugno alle ore nove del mattino; il seguente 22 giugno sempre alle nove del mattino; l’11 luglio alle ore 10,30; il 12 luglio alle ore 10.30, per finire, il 16 luglio dalle nove alle 12.30…..

 

Ma c’è di peggio! Il tempo a disposizione per ogni matrimonio non supera i 15 minuti, di una giornata spesso lavorativa e in orario, per i più sfortunati, particolarmente gravoso, quale, ad esempio, nel periodo estivo, le 15, per via della calura particolarmente deleterio soprattutto per le persone anziane che vengono non a caso sconsigliate dall’uscire di casa in tali orari.

 

Che dal confronto con il rito cattolico appare pertanto assolutamente evidente come di fatto si determini una situazione di grave disparità di trattamento in quanto chi opta per tale matrimonio può scegliere la parrocchia dove poter contrarre il matrimonio nonché l’orario e addirittura la scelta del rito, potendo provvedere sempre a proprio piacimento, come è giusto che sia, all’allestimento della Chiesa e al contenuto stesso della cerimonia.

 

Al contrario, colui che sceglie il rito promanante dall’autorità statale, si trova di fatto a dover sottostare a una situazione grave di inefficienza amministrativa.

 

Ne discende che persone coerenti nei valori laici della nostra Costituzione, al fine di non mortificare una cerimonia così importante e impegnativa quale quella del matrimonio, sono costrette a scegliere il matrimonio in chiesa non solo rinnegando con ciò i propri valori, ma dovendosi per di più sobbarcare tutti i presupposti che tale rito comporta, quali i corsi prematrimoniali, nonché sottoporre il vincolo addirittura al rischio di una giurisdizione straniera per quanto concerne la validità dello stesso.

Per avere un valido parametro di riferimento e di confronto, si appura come il numero delle parrocchie a Roma dove è presumibilmente possibile contrarre matrimonio concordatario previsto dall’articolo 82 del codice civile sia di 336.

 

Di tale increscioso stato di cose è già al corrente peraltro il comune di Roma atteso l’intervento della Consulta Laica che ha già sollecitato al reperimento di sale idonee per i matrimoni laici anche presso i singoli municipi provvedendo non solo alla disponibilità di un locale ma anche a un dignitoso arredo dello stesso in modo da offrire ai nubendi una celebrazione che costituisca la consapevolezza e il ricordo di un atto significativo nella vita degli interessati e della comunità cittadina.

Tale consulta ha altresì il posto l’accenno sulla necessità della possibilità offerta ai nubendi di celebrare il loro matrimonio anche in locali o luoghi diversi da quelli a ciò deputati a cura dell’amministrazione comunale e dei municipi.

 

Verosimilmente tali locali o luoghi diversi dovrebbero avere, anche se non necessariamente, un particolare interesse pubblico o perlomeno un valore artistico.

 

Ne discenderebbe che un’utilizzazione dell’opera d’arte quale casa comunale, avrebbe un ritorno d’immagine oltremodo positivo per il nostro Paese, che si connota per la presenza di bellezze e vestigia che richiamano appositamente nella nostra Nazione interesse, ammirazione e conseguenti flussi turistici, anche di persone particolarmente facoltose che potrebbero scegliere i nostri monumenti, chiese sconsacrate, castelli, luoghi di particolare bellezza paesaggistica, per poter celebrare le proprie nozze. Con immaginabile ricaduta positiva sulle economie locali.

 

Tale scelta permetterebbe a chiunque che non volesse venir meno all’ideologia incentrata nella e sulla laicità dello Stato, di non essere discriminato in confronto di chi opti per il matrimonio celebrato davanti ai ministri del culto cattolico. Questi ultimi, infatti, possono fruire quali luoghi della celebrazione, di stupende chiese, autentiche opere d’arte.

 

Analizzando l’attuale quadro normativo così come disciplinato dal codice civile, l’articolo 106 prevede espressamente come il matrimonio deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale davanti all’ufficiale dello stato civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione;

L’articolo 93 c.c. pubblicazione prevede come la celebrazione del matrimonio deve essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura dell’ufficiale dello stato civile;

L’articolo 99 c.c. termine per la celebrazione del matrimonio prevede come il matrimonio non può essere celebrato prima del quarto giorno dopo compiuta la pubblicazione indicando poi il prosieguo della norma al comma due come se il matrimonio non è celebrato nei 180 giorni successivi, la pubblicazione si considera come non avvenuta.indicando pertanto in pratica il termine di 12 giorni come quello dopo cui ci si può sposare;

L’articolo 100 c.c. prevede altresì come il tribunale, su istanza degli interessati, con decreto non impugnabile emesso in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero, può ridurre, per gravi motivi, il termine de la pubblicazione o addirittura che, per cause gravissime, l’omissione della pubblicazione possa essere autorizzata dalla stessa autorità giudiziaria;

L’articolo 109 c.c. prevede la possibilità di matrimonio in un comune diverso;

L’articolo 110 c.c. prevede invece come la celebrazione posta a versi anche fuori della casa comunale qualora uno degli sposi, per infermità o per altro impedimento giustificato all’ufficio dello stato civile sia nell’impossibilità di recarsi a casa comunale, dimodoché l’ufficiale si trasferisce col segretario nel luogo in cui si trova lo sposo impedito, e ivi, alla presenza di quattro testimoni, procede alla celebrazione del matrimonio L’articolo 97 della suprema carta costituzionale prevede come i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione;

Relativamente alla possibilità di far celebrare il matrimonio anche da altri soggetti oltre che il sindaco, i consiglieri comunali e gli assessori, il Regio decreto del 09 luglio 1939 Numero 1238 “Ordinamento dello stato civile” prevede espressamente all’articolo uno del titolo I Degli uffici e degli ufficiali dello stato civile. come “Il sindaco o chi in sua vece regge il Comune è l’ufficiale dello stato civile” e che soprattutto “Egli può delegare le funzioni di ufficiale dello stato civile a uno o più consiglieri o, in mancanza, ad altre persone che hanno i requisiti per la nomina a consigliere comunale”;

 

Il DPR n. 396 del 3 novembre 2000 ha mantenuto questa possibilità e, all’articolo 1, comma 3, recita: «Le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate ai dipendenti a tempo indeterminato del Comune, previo superamento di apposito corso, o al presidente della Circoscrizione ovvero a un consigliere comunale che esercita le funzioni nei quartieri o nelle frazioni, o al segretario comunale. Per il ricevimento del giuramento di cui all’articolo 10 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, e per la celebrazione del matrimonio, le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate anche a uno o più consiglieri o assessori comunali o a cittadini italiani che hanno i requisiti per la elezione a consigliere comunale» . Quindi qualunque cittadino eleggibile può celebrarlo.

 

Allo stato, pertanto, per ampliare il delle case comunali in modo tale, che rimanere all’esempio di Roma, da colmare il divario tra le 336 parrocchie, o, in subordine, una deroga per poter svolgere il matrimonio in altro luogo equiparabile alla casa comunale, quale, a esempio, la torretta del Valadier posta sopra ponte Milvio, che era stata dichiarata essere disponibile da un assessore della giunta municipale del ventesimo municipio nonché ex presidente, tranne poi rendersi irreperibile…

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Per queste ragioni, la Repubblica non può non disconoscere la sussistenza di tale illogica situazione di disparità di trattamento e provvedere a porre rimedio alla stessa tramite l’inserimento all’interno dell’art. 106 del Codice Civile, dei seguenti commi.

 

E’ altresì possibile la celebrazione del matrimonio fuori dalla casa comunale presso altro luogo, pubblico o privato, avente valore artistico o comunque significativo per gli sposi.”

 

All’onere derivante dalla richiesta di cui al comma due, provvederanno direttamente i richiedenti senza oneri di bilancio a carico della Pubblica Amministrazione.”

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