Archivio di settembre 2010

Proposte Vitali… Serge Chakotin, Haneef Fatmi, Carl G. Jung, Thomas Carlyele, Marcello Marchesi, Aldo Alessiani… in un prossimo incontro a Calcata

Serge Chakotin: La lotta politica non si arresta mai e la propaganda non può mai fermarsi…. Non bisogna mai fermarsi per poi lasciar riflettere quelli ai quali la propaganda è diretta. Chi è destinato a perdere invece si distende con la scusa di riposarsi. In realtà per costui ciò che agisce dal di dentro è il tentativo di evitare la lotta e la preoccupazione di abbandonare le proprie abitudini borghesi.

Ralph Waldo Emerson: La fiducia in se stessi è il principale segreto del successo…la quintessenza dell’eroismo.
Thomas Carlyle (1795-1881): Chi vuole agire onestamente deve essere fermamente convinto della necessità di ciò che si accinge a fare, deve avere una “fiducia profonda”. Chi, dopo ogni passo, chiede l’approvazione del mondo ed a questa sottopone la sua convinzione, costui è un miserabile servo delle apparenze: qualunque lavoro gli venga affidato, tale lavoro fallirà… e non genererà che nuova miseria…

Haneef Fatmi: L’intelligenza è quella facoltà del cervello grazie alla quale si percepisce l’ordine in una situazione precedentemente considerata disordinata.

Stephen King: L’acqua vi sta trascinando nell’abisso, nella risacca attorno a voi ruotano creature che non potete nemmeno immaginare.
Carl Jung: Riuscirete a vedere con chiarezza solo quando sarete in grado di guardare dentro il vostro cuore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.
Thomas Carlyle: E’ un fatto matematico che se lascio cadere questo sassolino dalla mia mano il centro di gravità dell’Universo si altera.
Lewis Carroll: “Allora dovresti dire quello che pensi”, continuò la Lepre Marzolina.
“Lo faccio sempre”, rispose Alice, “almeno penso quel che dico, che è la stessa cosa…no?”
” Non è la stessa cosa per niente! ” disse il Cappellaio, “Sarebbe come dire che…vedo ciò che mangio è la stessa cosa di  ..mangio ciò che vedo!”

Marcello Marchesi: Pieno di vitalità e di malattie. E’ un sano immaginario!

Mangiare è un diritto. Digerire è un dovere.

Se Gerolamo Savonarola avesse avuto un microfono non sarebbe finito sul rogo.

IPOCRITA:assiste tutte le domeniche alle Sacre Finzioni.

ITALIA: L’Italia tutta-da Catania a Bormio-addormentata-col Cleroformio.
POESIA DOMESTICA: Regina della casa-appendi-la corona al chiodo- e fammi un brodo!

De Sade: dalle mie donne pretendo un’obbedienza, pronta, cieca e dissoluta!

CONGRESSO: A San Rossore si è svolto il congresso dei timidi. Ma per timore non si è presentato nessuno.

ITALIA: la terra dei geni troppo compresi.

SINDACALISTA: il Cavilliere del Lavoro.

MINISTRAGGINI: Dopo lunghi studi condotti da incompetenti, posso affermare, senza tema di esere sentito, che…

AMLETO: Amleto parlava a un teschio e c’era chi temeva che fosse matto perchè parlava ad una cosa. Oggi parliamo tutto il giorno con le cose… telefoni, telefonini, registratori….
SERATA IN FAMIGLIA: Sul comodino, l’occhio di vetro fissa la sveglia senza battere ciglio, e le dentiere dei due vecchi sposi, che si odiano, si sorridono fino all’alba.

SALUTE: Quando c’è la salute c’è tutto. Quando non c’è la salute c’è LUTTO!
 
Aldo Alessiani, un medico geniale.
Nel 1981 Aldo Alessiani, medico di origine marchigiana e di adozione romana, pubblicò una monografia dal singolare titolo: IL CANCRO PER PARADOSSI. Un’analisi critica della medicina d’oggi, con tinte di eresia fino al punto di parlare di < inquinamento da igiene.>
Egli era stato colpito dall’aumento di altezza della statura delle giovani generazioni, che superava di gran lunga la media degli ultimi secoli. La considerazione finale di Alessiani era questa: più mutazioni coambientali e contemporanee devono possedere denominatori comuni. Ulteriore inattesa conclusione: riportando per coordinate cartesiane la mortalità per cancro in Italia le due risultanze appaiono tendenzialmente in parallelo.

La conclusione di Alessiani, che dovrebbe essere verificata con maggiore attenzione, è questa: tra igiene voluta ( esasperata pulizia, esaltata in ogni direzione dalla speculazione industriale ) e non voluta ( radiazioni di ogni tipo e provenienza) si ingenera uno stato di “sterilizzazione ambientale”. A loro volta, gli avvelenamenti ambientali, (erroneamente definiti come inquinamenti) cooperano nella sterilizzazione causando una metamorfosi per sbilanciamento a rappresentazione alternativa in valori strettamente algebrici. A conferma, occorre aggiungere che nessun secolo come quello trascorso è stato più crudele in tema di malattie inguaribili: cancro, leucemie, sclerosi multipla, Crohn, Aids… Abbiamo esagerato nell’igiene, dice Alessiani, creando un ambiente di sterilizzazione “globale” fino al parossisimo e la stiamo pagando cara a causa di un boomerang pericolosissimo. Alessiani insiste: la potabilità dell’acqua ( visto che l’Umanità si è abbeverata fino ad oggi…) non deve essere valutata su base microscopica (totale sterilizzazione), ma solo su base di nocività o meno, e questo attraverso sperimentazione di laboratorio…. il caso delle acque cosiddette “miracolose” potrebbe proprio essere dovuto ad un particolare tipo di “inquinamento batterico”.

…In Roma, la fonte della Dea Giuturna al Foro, aveva un’alta miracolosità, tanto da indurre il sopraggiunto cristianesimo ad interrarla per far dimenticare una prodigiosità pagana; il Pozzo di San Bartolomeo all’ Isola Tiberina altro non era che la Piscina di Esculapio…e via discorrendo fino alla Piscina di Lourdes. Occorrerebbe, sostiene Alessiani, fare una sostanziale differenza fra acque inquinate fisiologice ed acque inquinate patologiche.

NOTA MIA: La sollecitazione alla riflessione, prodotta dalle ricerce di Alessiani, ora sfortunatamente deceduto, potrebbe produrre grandi risultati.

Fermo restando che sono in possesso di una memoria di 10 pagine che mi ripropongo di illustrare in un prossimo convegno, possibilmente a Calcata, ritengo utile chiamare alla mente il cosiddetto paradosso del vino.

Si sa infatti che il vino, specialmente quello rosso, preserva dall’infarto. In una cultura del tutto materialistica, sono andati a cercarne le cause in alcune sostanze chimiche contenute della dolce bevanda 8 si parla di rosveratrolo). E se invece l’effetto terapeutico fosse dovuto proprio alla miriade di batteri ( PERALTRO QUELLI DELLA FERMENTAZIONE, COMUNI ANCHE AGLI YOGURT, tanto vantati dalla pubblicità ? ) Ipotesi sull’effetto del vino sono state collegate da alcuni studiosi anche all’azione dell’alcol ivi contenuto in piccola concentrazione, nei confronti di certi batteri saprofiti dell’ateroma. Anche in questo caso, comunque, il richiamo ai batteri è presente.

INFINE occorre ricordare che Alessiani, in via sperimentale, è riuscito a bloccare la crescita di alcuni tumori in alcuni malati utilizzando terreni rimasti per millenni NON inquinati da additivi chimici o biologici (compost, letame etc..) di alcuna natura.
GIORGIO VITALI.

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Francesco Uda: “Minori che scompaiono nel nulla… Sono diecimila… o sono quattro?” – La disinformazione mediatica e la realtà dei fatti delle sparizioni misteriose in Italia

Periodicamente gli organi di stampa nazionali mandano in onda dei veri “pezzi”  di terrorismo mediatico.

Come accidenti si possono mandare in onda notizie come quella di ieri: “IN ITALIA SONO 10.000 I MINORI SCOMPARSI”
subito dopo si parla di:
EMANUELA ORLANDI, 15 anni, figlia di un dipendente del Vaticano, scomparsa a  Roma il 22 giugno del 1983;
MIRELLA GREGORI, 15 anni, scomparsa a Roma il 7 maggio 1983;
ANGELA CELENTANO, 3 anni, scomparsa a Monte Faito (Napoli) il 10 agosto 1996;
DENISE PIPITONE, 4 anni, scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) l’1 settembre  2004.

Questi nomi li conosciamo TUTTI, ma proprio TUTTI. Non posso sentire dire dalla giornalista:  “questa e solo la cima
dell’iceberg”, voglio i nomi di tutti questi minori… ditemi i noni accidenti.

Per cronaca del vero non sono solo questi quattro nomi famosissimi, ce ne sono  anche altri meno famosi ma… si contano nelle dita di una o due mani e per  arrivare a 10.000…

Anche nei primi anni 90 gli organi di stampa fecero scoppiare un caso analogo. Ne uscì fuori che solo nella provincia di Viterbo oltre 400 minori risultavano  scomparsi. Sbalordito ma anche allarmato dalla notizia mi occupai, anche per lavoro,  delle ricerche.

Quando succedono fatti straordinari  le forze dell’ordine che lavorano al caso  si danno sempre molto da fare, ma quando ci sono di mezzo bambini allora cambia tutto… non si va a dormire,  non si va a mangiare, non frega niente a nessuno degli straordinari, TUTTI e
dico TUTTI, vanno alla ricerca del minore.

I risultati:
NESSUNO DEI 400 ERA SCOMPARSO.

In realtà quando si parla di minori scomparsi bisognerebbe dividerli in  quattro categorie:
1 – Quelli contesi da genitori in lite: un padre o una madre che nascondono il  figlio al coniuge, casi ben conosciuti e si sa benissimo dove si trovano i  bambini;
2 – quelli che si allontanano da casa per fughe dimostrative che vengono  denunciate ma poi i familiari, una volta che i figli ritornano, si dimenticano  di ritirare la denuncia;
3 – Quelli di genitori stranieri o ROM che scappano volontariamente da  istituti o che proprio i genitori li rapiscono per riportali nel loro
accampamento;
4 – Quelli di scomparsa vera e propria di cui non si trova soluzione.

Ora, dico io, basterebbe andare nel sito della Polizia di Stato dove si
possono vedere i numeri (che brutto) degli scomparsi:
http://www.bambiniscomparsi.it/it_IT/PDF/MS_2007-2010.pdf
Dove si legge che dal 2007 al 4 marzo 2010 mancherebbero 64 minori italiani e  158 stranieri. Di questi sarebbe opportuno sapere i nomi uno per uno perché, specialmente  parlando di bambini, non si possono dare numeri.
I bambini non sono numeri: hanno un nome e cognome e io li voglio conoscere e  voglio vedere anche le foto.

Quando manca un bambino ne parlano, giustamente, tutti i giornali e TV per  anni, vedi Emanuela ORLANDI… sono passati 37 anni e ancora è nella bocca di  tutti. Un rapimento, specialmente di un minore, non passerebbe inosservato, fa  molto cronaca e i giornalisti non si lascerebbero scappare una notizia del  genere, neanche se è un rapimento successo in Portogallo ad una famiglia  inglese, figuriamoci se fosse stata italiana.

Evidentemente dire che  SONO 10.000 I MINORI SCOMPARSI… fa molto notizia.

Francesco Uda

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Tradizione contadina in Emilia Romagna, il 23 e 24 settembre 2010: ”Equinozio di Autunno e Luna Piena – Tavole Rotonde e Mostra d’Arte su Cultura Contadina ed Archetipi Animali” – La celebrazione si svolge fra Spilamberto e Torre Maina di Maranello

Eventi Paolo D'Arpini 1 settembre 2010

Alcune considerazioni e spiegazioni sull’evento:

Il 23 settembre 2010 avremo l’Equinozio di Autunno per l’emisfero nord. Quest’anno l’evento corrisponde con la Luna Piena. Il Sole entra nel segno della Bilancia (Cane in Cina), le ore di luce equivalgono a quelle di buio e le forze contrapposte e complementari sono in perfetto equilibrio. E’ soltanto nei giorni degli equinozi che il Sole sorge e tramonta esattamente nei punti cardinali est e ovest. Al di là delle considerazioni tecniche, gli equinozi assumono significati profondi dal punto di vista esoterico, in quanto rappresentano dei momenti cruciali nei cicli di alternanza e interazione delle energie invisibili. Non per niente le culture antiche celebravano questi momenti con cerimonie e rituali appropriati, in sintonia con tali significati. L’Equinozio di Autunno è lo spartiacque tra le due fasi alternate di prevalenza della Luce o delle Tenebre. Da quel momento, saranno le Tenebre a prevalere fino a raggiungere il culmine con il Solstizio d’Inverno in cui la luce riprende a crescere. Quel momento era celebrato nell’antichità come la festa del “Sole Invitto”.

Quando si comprende a fondo il significato dell’alternanza degli opposti non ci si sbilancia più in un senso o nell’altro, ma piuttosto si cerca di vivere ed agire in armonia con le fasi cicliche….

 

Programma del 23 settembre 2010:

h. 17.00 – Appuntamento a Spilamberto a casa di Caterina per raggiungere l’agriturismo Il Luoghetto a Torre Maina di Maranello (info. 333.6023090).

h. 18.00 – Nella ex stalla de Il Luoghetto, inaugurazione della Mostra d’Arte.

h. 19.00 – Inizio della Tavola Rotonda su “Equinozio di autunno, luna piena, cultura contadina ed archetipi animali” Moderazione ed introduzione sul significato archetipale animale ed umano di Paolo D’Arpini

Intervengono:

Giuseppe Panini: “Dodici mesi in campagna” – Detti contadini con accompagnamento di ocarina.

Sabine Eck: “L’importanza del sale nella dieta contadina ed animale” – E presentazione del libro, sul tema del sale vitale.

David Satanassi: “Psicologia animale, comportamenti degli animali da cortile e del cane nei loro rapporti con l’uomo” – Approfondimento in tema di etologia.

Caterina Regazzi: “Benessere animale negli allevamenti. Partendo da polli e galline…”

Antonella Marino e Samuel Okoro: “Poesie e favole di campagna e sugli animali in varie culture del mondo”.

 

Proseguono vari interventi a giro fra i partecipanti. La tavola rotonda viene corroborata da alcuni brani musicali antichi in sintonia, eseguita dal musicologo Nicola Baroni.
h. 21.00 – Attorno alla Tavola Imbandita, buffet freddo con i cibi vegetariani bioregionali da ognuno portati, a base di uova e farina. Ogni apporto culinario ed ogni bevanda naturale sono benvenuti.
 

 

……

 

Programma del 24 settembre 2010: “Uscita dalla Vergine (Gallo) ed entrata nella Bilancia (Cane)” – Compleanno di Caterina Regazzi

h. 16.00 – Appuntamento a Spilamberto, a casa di Caterina, per una passeggiata lungo il Panaro a riconoscere le erbe commestibili assieme a Sonia Baldoni di Vivere con Gioia e poi raggiungere assieme Il Luoghetto. (info. 333.6023090).

h. 19.00 – Inizio delle Celebrazioni e Seconda Tavola Rotonda su cultura contadina e coltivazioni stagionali – Moderatore Paolo D’Arpini

 

Intervengono:

Caterina Regazzi: “ Storia di una gallina e memorie d’infanzia in campagna” – Lettura

Daniele Bruzzi, detto Fuzzi: “..ci sarebbe da ridere se non fosse che c’é chi piange..” – Cronistoria di una tradizione agricola dimenticata: la coltivazione della canapa.

Lucilla Pavoni: “La figlia del sarto” – Presentazione del libro omonimo con lettura di brani sulla vita contadine nelle Marche.

h. 20.00 – Incontro attorno al tavolo imbandito con le leccornie da ognuno portate. La festeggiata Caterina offre formaggio di pecora ed un dolce. Spegnimento delle candeline e brindisi.

h. 21.00 – Danze nell’aia con musiche arcaiche e popolari suonate dall’organetto.

 

…..

 

Particolari sulla Mostra d’arte sulla Cultura Contadina e sugli archetipi di Gallo e Cane – Curatrice: Margherita Sighinolfi

 

ESPONGONO:

Maurizio Tonelli – Foto di galli e galline

Francesca Cavani – Scorci campagnoli

 

Partecipa alla mostra il Canile Municipale di Spilamberto con foto segnaletiche di animali in adozione e tazebao esplicativi sulle attività animaliste.

Informazioni generali: circolo.vegetariano@libero.it

Informazioni sulla mostra: margherita.sigh@alice.it

Informazioni logistiche: panini.g.2009@libero.it

La manifestazione é organizzata dalla ‘”Associazione del Marchese di Spilamberto” in collaborazione con il Circolo Vegetariano VV.TT.

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/08/10/spilamberto-23-e-24-settembre-2010-%e2%80%9cequinozio-di-autunno-e-luna-piena%e2%80%a6%e2%80%9d/

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Dallo spreco del debito pubblico al pagamento coatto – L’alienazione di beni immobili, l’interruzione di servizi sociali e la decadenza democratica… al “servizio” del popolo!

Nuda e cruda la verità della condizione sociale ed economica, nella quale la nostra società viene a trovarsi, ed un’analisi impietosa sulla corrente amministrazione della cosa pubblica… e sullo stato della “democrazia” in Italia.

 

Ormai si da per scontato che non é più possibile tornare ad un sistema democratico in cui il popolo elegge liberamente i suoi rappresentanti. Sono i “rappresentanti” ormai organizzati in “partiti” che decidono chi deve essere eletto a svolgere le funzioni amministrative. Gli elettori debbono limitarsi a mettere una crocetta sulle schede segnalate dalle coalizioni, ed i governi salgono al potere in forme precostituite.

 

Un altro aspetto dell’incapacità popolare di esprimersi direttamente nell’esercizio democratico é la vanificazione del sistema referendario, di fatto esautorato completamente di ogni “validità” decisionale e legislativa su fatti di interesse pubblico. L’Italia ha impiegato un centinaio di anni a consolidare la sua unità, accogliendo anche i beni immobili (preesistenti negli stati antecedenti la sua costituzione) e questa ricchezza monumentale e territoriale ha consentito alla cittadinanza di poter godere dei beni pubblici nella loro interezza.

 

Ora, in seguito al malgoverno ed alla cattiva amministrazione consolidata, i cittadini non possono far nulla di fronte al continua alienazione dei beni immobili e smantellamento di servizi primari essenziali, svenduti per tappare buchi finanziari provocati da un sistema di spesa basato sullo sperpero… Insomma alla fine pagano sempre i cittadini, non solo con il continuo aumento della pressione fiscale e con l’alienazione dei beni che vengono tolti all’uso civile ma anche con la perdita di ogni possibilità di esprimere un parere sulla gestione pubblica…

 

Ora siamo giunti ad una crisi irreversibile che ha un solo sbocco possibile… la bancarotta e lo sfacelo sia morale che materiale di una società, in precedenza bellamente definita “del benessere” ( o dei consumi).

 

La società umana é passata dalla selvaticità alla barbarie e dalla barbarie alla civiltà. Dalla civiltà ora scende alla decadenza, dalla decadenza alla barbarie e dalla barbarie ritorneremo alla selvaticità?

 

Forse ho svicolato troppo dal tema iniziale… e vi invito a leggere le considerazioni di Danilo D’Antonio sulla situazione politica presente.

 

Paolo D’Arpini

 

……….

 

La perdita del bene pubblico”

 

Quando, al termine della seconda guerra mondiale, l’Italia divenne una Repubblica democratica e la sovranità passò al popolo, politici e docenti universitari umanisti, non appena superato il drammatico momento storico, avrebbero dovuto iniziare a darsi da fare per comprendere cosa questa trasformazione, da monarchia a repubblica, da un monarca al popolo sovrano, da autoritarismo a democrazia, significasse ed avrebbe dovuto comportare.

 

In particolare i docenti universitari, sulla cultura impartita dai quali poggiano tutti gli altri componenti di un popolo compresi gli stessi politici, avrebbero dovuto porsi diverse domande sul senso del vivere in una Repubblica e quali trasformazioni questo avrebbe dovuto indurre nella appena rinata società italiana. Evidentemente il corpo accademico non dovette avere però gran simpatia per questa nuova forma di organizzazione democratica, perché la consapevolezza, che il disporre di una Res Pubblica avrebbe comportato una gestione collettiva della stessa, manca ancora oggi a tutti noi oltre che, a quanto pare, agli stessi emeriti statali.

 

Ed infatti fu, è stata ed è tuttora l’assunzione a vita in ruoli centrali pubblici, che automaticamente trasforma chiunque in uno statale, a far sì che la condivisione democratica del potere, conquistata nientemeno che a seguito di una guerra mondiale, rimanesse circoscritta al solo ambito di governo, mentre il ben più corposo, ricco potere esecutivo e funzionale rimase ed è ancora, ahituttinoi, nelle mani degli statali.

 

Ma la mancanza dello sviluppo di un maturo pensiero repubblicano causò un blocco evolutivo anche in un altro settore economico-politico. Venendo il concetto di Cosa Pubblica mantenuto in disparte, non potè essere seguita una politica di mantenimento e persino di accrescimento dei beni collettivi, pubblici o comuni che li vogliamo chiamare. Non avendo i docenti umanisti messo in risalto il senso ultimo della parola “repubblica”: proprietà collettiva, perché altrimenti i loro stessi poteri, privilegi e redditi avrebbero dovuto immediatamente essere restituiti al popolo, la nostra società non potè evitare un ripetuto debilitante impulso alla privatizzazione.

 

E’ stato così che i beni della collettività (non dello Stato, come preferiscono ancora oggi dire gli statali, ma della Repubblica) comprese diverse attività economiche e gli stessi terreni di proprietà del popolo italiano (non del demanio, come storicamente si dice, ma della Repubblica) sono stati ceduti, spesso svenduti ai privati. Così sventuratamente facendo è venuta a mancare sia una res publica (centrale e regionale) da amministrare saggiamente sia è sparita lentamente anche quel poco di democrazia che era stata conquistata a prezzo di così tanto sangue.

 

Sì, perché, non disponendo più i Governi della Repubblica di una Res Publica da gestire, si sono subito rivolti verso la Res Privata, mettendovi sopra le mani in vario modo. Proprio per questo malefico meccanismo vediamo svilupparsi quell’economia privata ad alta commistione statale che sprizza corruzione da tutte le parti e quella limitazione della potestà dei cittadini sui loro stessi beni (vedasi ad esempio l’istituto di Parchi e Riserve) che ha compromesso rispettivamente l’evoluzione della nostra economia ed i diritti e libertà della persona.

 

Se i docenti universitari avessero insegnato ai loro studenti senso e contenuti concreti di una Repubblica, per i Governi sarebbe stato facile accrescere la proprietà pubblica, tanto produttiva quanto immobiliare, e gestire questa nel migliore dei modi. Al contrario, mancando nelle Università, anche con l’arrivo dei docenti di sinistra, statali anch’essi, gli importanti insegnamenti sul carattere di condivisione del potere (decisionale, esecutivo e funzionale) necessariamente insito in una Repubblica, non c’è stato scampo dalla privatizzazione di beni importanti regalati agli ultra-ricchi e dalla gestione coatta di tanti beni modesti della gente comune.

 

E così ora ci troviamo in una situazione di grande complessità che però si chiarisce e districa immantinente scoprendo l’infausto ruolo di stoppisti dell’evoluzione avuto dai docenti universitari umanisti, di destra quanto di sinistra, nelle cui indegne mani è ancora ostaggio la nostra per questo gracile cultura.

 

Vi ringrazio e saluto tutti calorosamente, ricordando che una società non può avanzare oltre la propria cultura. Se si ferma questa si ferma anche la società. Se permettiamo alla cultura di muoversi sarà invece tutto un fermento di genuino rinnovamento.

 

La domanda da porci è: quando le pubblicazioni alternative, non-violente e pacifiste, ecologiste, associazioniste e progressiste, si degneranno di raccontare tutto ciò ai loro ignari lettori? Quanto a lungo chi scrive su tali giornali e riviste pretenderà mantenere il buio su tutto ciò facendo permanere in un confuso avvilimento ed in una vieppiù pericolosa condizione il nostro Paese?

Danilo D’Antonio

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Tornare all’età del rame… per rivitalizzare l’abilità manuale artigiana e tenere lontani i batteri dal proprio “mouse”

Viva le tradizioni ed i mestieri antichi, torniamo al rame anche per il “mouse” del nostro computer…

 

Tra gli antichi mestieri che fanno parte della tradizione italiana, uno per tutti, la lavorazione del rame, che ancora oggi viene tramandata, seppur con fatica di padre in figlio. La lavorazione a mano, ha sempre il sopravvento sulle macchine, anche se oggi vengono utilizzate principalmente, attrezzature e macchinari di moderna concezione. Gli oggetti creati sono quindi il frutto dell’antica sapienza e conoscenza, tutta artigianale di lavorare questo materiale, quando è possibile, rispettando così la tradizione che esige il buon artigiano, custode degli insegnamenti appresi negli anni dal suo maestro, ma che ne migliora il metodo e l’ esecuzione, per ottenere così dalle sue mani in prodotto unico nel suo genere.

 

Il rame si sa, è stato il primo metallo usato dall’uomo, anche per le sue proprietà, che permettono di lavorarlo a freddo mediante la battitura. Per la sua capacità di condurre il calore, offre l’ opportunità di un notevole risparmio energetico, non da poco in periodo di crisi economica, in quanto basta cuocere con una fiamma molto moderata. La martellatura del rame, non viene vista solo come un fatto estetico per la produzione di utensili, ma risulta essere estremamente funzionale, in quanto il materiale ha una resistenza ed una stabilità all’ uso che non ha eguali. Proprio per questo gli oggetti creati con martellatura a mano pezzi unici nel suo genere, essendo creati appositamente dalle mani dell’artigiano, come fosse un artista, che dipinge il suo quadro e crea la sua opera, hanno ancora oggi prezzi molto elevati.

 

Vengono così creati, di volta in volta, tortiere, teglie, padelle, paioli, tegami, casseruole, con finitura lucida per gli amanti del moderno, o con finitura satinata, per chi ama l’ antico. Per tradizione e per lustro la zona dell’Italia dove ancora oggi si mantiene questa antica tradizione di cucinare dalla ribollita, ai fagioli all’ uccelletto, è sempre la Toscana più precisamente nella Valleriana a nord di Pescia conosciuta con il nome di “Svizzera Pesciatina”.

 

Il rame inoltre ha un alto potere antibatterico, infatti l’80% delle infezioni che si diffondono toccando oggetti contaminati da virus e batteri, che rimangono sugli oggetti creati con comuni materiali quali per esempio la plastica, non sussiste se quest’ultime sono antibatteriche, come nel caso del rame e delle sue leghe.

Nascerebbe così il primo mouse in rame antibatterico, creato per lavorare a computer senza pericolo di diffondere o creare infezioni!

 

Rita De Angelis

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