“Lega Antipredazione degli organi denunzia un misfatto e viene incolpata di diffamazione…” Giustizia malata…

Il nostro esposto reso noto con un Comunicato Stampa pubblicato sul nostro sito in data 20/07/2004 dal titolo “OSPEDALE S. DONATO DI AREZZO FALSIFICATE TESSERE DI DONAZIONE AIDO PER INCREMENTARE GLI ESPIANTI? Presentato esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo” è stato trasferito al Tribunale di Torino, Sezione distaccata di Cirié, zona del server che ospita il sito. Tale esposto pare presente negli atti processuali, ma non risulta che la Magistratura torinese abbia assunto provvedimenti in merito. La qualcosa è evidentemente insolita perché i processi normalmente o vengono archiviati o vanno avanti.

Invece la denuncia scaturita dal Comunicato Stampa (apparso sul sito e sequestrato), presentata dalla Dr.sa Rossi e dal di lei marito contro di noi, per il reato di diffamazione a causa di una dichiarazione anonima posposta che li menzionava, ha avuto un iter molto diverso.

Dopo varie udienze, in data 23/02/2009 davanti al giudice del Tribunale di Ciriè, per il processo sorto a carico di Negrello per l’atto di querela, la Presidente nell’interrogatorio ha illustrato al Giudice gli scopi della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente ed il senso dell’intervento compiuto nei confronti della ASL di Arezzo attraverso la magistratura: in particolare sono state illustrate le ragioni che avevano indotto la Lega Antipredazione a presentare esposto per verificare eventuali illeciti in ordine all’acquisizione dei consensi per l’espianto di organi e tessuti.

E’ stato ribadito, come già in passato, che le vicende personali e pubbliche dei querelanti non hanno minimamente interessato l’attività dell’associazione. Ne è seguita ampia discussione soprattutto della difesa che ha sottolineato l’alto valore, a garanzia dei diritti dei cittadini, dell’attività svolta dalla Lega Antipredazione anche in questa circostanza, ribadendo la totale estraneità a qualsivoglia reato da parte della Presidente.

La sentenza è stata emessa il giorno 4 marzo 2010, il Tribunale, in composizione monocratica, ha pronunciato sentenza di condanna a 5 mesi di reclusione nei confronti della Presidente per il reato di diffamazione, concedendo la sospensione condizionale della pena e la non menzione sul certificato del casellario. Contestualmente è stata respinta la richiesta di liquidazione di somma provvisionale di € 50.000 a favore della parte civile, demandando ogni valutazione al Giudice Civile se adito dagli aventi diritto.

Entro 90 giorni conosceremo le motivazioni della sentenza e poi disporremo di 45 giorni per presentare Ricorso in Appello, che faremo sicuramente.

La Segreteria – LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI E LA MORTE A CUORE BATTENTE 24121 BERGAMO Pass. Canonici Lateranensi, 22 – Tel. 035-219255 – Telefax 035-235660

lega.nazionale@antipredazione.org

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