Archivio di gennaio 2010

Nucleare in Italia… dove come quando perché…? I motivi del nostro No al ritorno delle centrali atomiche..

Le nostre levate di scudi contro le scelte nucleari del governo  berlusconico non possono né debbono essere basate unicamente sull’opposizione alle ubicazioni prescelte. I motivi dell’opposizione ferma al ritorno al nucleare in Italia  sono di varia natura, sia economica che ambientale che di sicurezza. Dal punto di vista economico la spesa mastodontica delle nuove centrali non sarà  risarcita dai benefici produttivi,  questo non solo per i costi “tecnici” degli impianti e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, ma soprattutto a causa dell’aumento del costante del costo dell’uranio e della diminuzione nel reperimento di detto materiale sul mercato. Infatti è risaputo che l’uranio già scarseggia oggi, tanto quanto il petrolio, e nel momento in cui le centrali italiane saranno pronte il costo del minerale radioattivo sarà arrivato alle stelle.

Viviamo in un mondo che è globale, abbiamo visto che l’incidente di Chernobyl ha colpito  l’intera Europa ed anche l’Italia, quindi l’ubicazione delle centrali non è ragione sufficiente di sicurezza. A questo proposito vi invito a leggere la lista che segue in cui vengono menzionati tutti gli incidenti alle centali europee del 2009.

Ma voglio dare la parola all’amico Kiriosomega  che mi scrive  per evidenziare l’aspetto giuridico della non fattibilità delle centrali nucleari in Italia: “Esiste la mappa dei siti per l’insediamento del nucleare? Si! Essa fu stilata nel 1979 in base a requisiti specifici dei territori prescelti. Sono cambiati i requisiti per scegliere tali siti? NO! Il nucleare è sempre con gli stessi rischi e uguali profitti. Che esista o meno un elenco di siti in cui porre le future centrali nucleari italiche credo sia solo questione di lana caprina. Mi spiego. Se un sito nucleare, poniamo posto a… “Nicosia”, centro della Sicilia, subisce un incidente con perdita di radiazioni, qualcuno crede che queste rispetteranno i confini regionali? Capisco che i leghisti lo sperano, ma in ogni caso non è così. Pensiamo che se “salta” il superphoenix francese l’effetto si avvertirà non solo a Varese, dove ha casa Bossi, o a Roma dove stanno il papa e Berlusconi, o a Palermo e Trapani dove stanno Schifani e Alfano, o in Emilia dove sta Bersani, ma sarebbe investito tutto il Paese. Allora, il problema non è dove far sorgere le centrali nucleari,  ma SE FARLE SORGERE!  Ricordo che ci fu un referendum che specificò: “Nucleare. No! Grazie”! Se si vuole cambiare, alla faccia della democrazia del precedente risultato referendario, si faccia il nuovo referendum… e ci si attenga!”

Concordo pienamente con quanto qui espresso e vi invito a leggere gli altri articoli sullo stesso tema:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio

Paolo D’Arpini

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Entrata di Giove in Pesci, mitologia, simbolismo e misteri di un transito che inizia stanotte e che terminerà il 22 gennaio 2011… se tutto va bene..

Lunario Paolo D'Arpini 18 gennaio 2010

Giove è considerato un pianeta tradizionale poiché insieme a Sole, Luna, Venere, Mercurio, Marte e Saturno  era conosciuto già nell’antichità.

I greci infatti lo identificavano con il padre di tutti e sovrano dell’Olimpo: Zeus. Nella mitologia antica, essendo il figlio minore di Crono, e riuscendo a scacciarlo e a porre fine ad un insieme di soprusi ed ingiustizie, riceve in dono il potere di lanciare fulmini e saette, con i quali ristabilisce l’ordine e punisce chi dovesse uscire dalle sue grazie. Nella spartizione dei tre regni del mondo con i suoi fratelli, a Zeus il fato ha riservato il Cielo ed è per questo che, ai satelliti di Giove, come descritto di seguito, sono stati attribuiti nomi che richiamano la sua memoria e le sue innumerevoli amanti.

Nella mitologia egizia è identificato con Amon, divinità universale e dio supremo del Pantheon. Il suo nome significa letteralmente “il nascosto” ed è lo sposo di Mut e padre di Khonsu.

Nell’iconografia classica, è rappresentato da un’oca che ha deposto l’uovo cosmico primordiale dal quale è nata la vita e da un ariete, con il disco solare tra le corna, a simboleggiare l’attraversamento degli inferi per dare nuova vita ai defunti.

A lui spetta regolare i venti e le stagioni, il tempo e le nubi e Alessandro Magno, nell’Oasi di Siwa, riceve dall’oracolo la rivelazione di essere suo figlio.

Nella mitologia etrusca, l’equivalente di Zeus per i Greci e di Giove per i Romani è Tinia o Tin, dio supremo del Cielo,della Luce e Re, che forma la triade più importante del Pantheon, insieme ad Uni e Menvra. Nel territorio di Tarquinia sono presenti alcune delle più antiche iscrizioni votive a lui dedicate, incise su frammenti di bucchero.

Protagonista delle ricerche scientifiche di Galileo, Giove è stato il pianeta che ha permesso al grande scienziato italiano di scoprire ed individuare, tramite osservazione al telescopio,quattro satelliti principali: Io, Europa, Ganimede e Callisto.

Detti anche galileiani, i suoi satelliti hanno permesso di avvalorare la teoria eliocentrica di Copernico, dimostrando l’esistenza di corpi celesti in orbita attorno ad un pianeta che non fosse la Terra.

Il mito che lo simboleggia, viene tradotto in chiave astrologica con un messaggio benefico, frutto della sua indole bonaria e non è un caso se si usa l’aggettivo “gioviale” per indicare una personalità pacifica e cordiale attribuita ad un soggetto dal carattere particolarmente accogliente ed allegro. La sua natura è generosa ed abbondante, pronta a dispensare gioie e soddisfazioni di qualsiasi genere, purché stimolate dall’azione individuale del soggetto che ne riceve i benefici. L’ingresso nel segno dei Pesci avviene questa notte (18 gennaio 2010) e il suo transito durerà per tutto l’anno, terminando il 22 gennaio 2011, data in cui il pianeta della grande fortuna entrerà nel focoso segno dell’Ariete.

Il simbolo astrologico del “pianeta rosso” è il fulmine stilizzato di Zeus/Giove – Amon/Tinia ed è simboleggiato dalla Mezzaluna dell’Anima che sorge verticalmente dal braccio Occidentale della Croce della Materia. Il braccio Occidentale è molto significativo poiché l’Occidente rappresenta sempre la maturità ottenuta da una nascita avvenuta ad Est. In questo modo infatti ciò che l’individuo riconosce all’interno della sua anima nella prima fase della sua vita si sviluppa e matura e si trasforma in saggezza.

Nel mistico e spirituale segno dei Pesci, Giove trova il suo domicilio notturno, non fa alcuna distinzione tra amici e nemici, e si rende disponibile ad aiutare chiunque abbia bisogno della sua carità. Si ricollega agli Archetipi del Benessere, dello Spazio, della Fortuna, dell’Espansione e della Giustizia. Il passaggio di Giove in un tema natale, scandisce un ciclo di 7 anni- chiave nella vita di un individuo, segnando tappe evolutive fondamentali il cui scopo è quello di portare in un nuovo equilibrio la dialettica tra spirito e materia, tra Cielo e Terra.

Angela Braghin – angela.braghin@libero.it

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Mugolii e gossip di gole profonde sulle prossime elezioni regionali del Lazio… interviene Giorgio Vitali

CARO PAOLO, in relazione alle “gole profonde” sulla situazione delle prossime elezione regionali del Lazio

( vedi letterine su: http://saul-arpino.blogspot.com/2010/01/il-giornaletto-di-saul-del-18-gennaio.html )

ed a quanto in questo paese si va preparando, è opportuna la lettura di un felice libretto che, sotto forma di romanzo SPYSTORY rende edotto il lettore di una realtà che il nonlettore non può immaginare. Il nostro paese è pervaso, come un terreno brulicante di lombrichi, o un sottosuolo (alias “INFERI”) brulicante di “Larve Umane”, di “esseri” che si muovono ed agiscono a “nostra”insaputa, ma non ad insaputa di chi tutto osserva e tutto “orecchia”: i Servizi!.

Il libro si intitola “IL CORRIERE COLOMBIANO” e l’autore è Massimo Carlotto, noto autore di spy-story italiano. Questo libro è già arrivato in brevissimo tempo alla 9.a edizione.

CONSIGLIO N. 1: BISBIGLIARE PER TUONARE.

CONSIGLIO N. 2: INCORAGGIARE L’INVESTIGAZIONE PER PORTARE L’INVESTIGATORE FUORI STRADA.

DAL VANGELO DI TOMMASO:

Gesù disse: <Io sono  la luce che è sopra ogni cosa. Io sono ogni cosa. Ogni cosa è uscita da me ed ogni cosa è giunta a me. Spaccate un pezzo di legno. Io sono lì. Sollevate la pietra, e lì mi troverete.>

Gesù Disse: <Quando vedrete la vostra rappresentazione somigliante, sarete lieti. Ma quando vedrete le vostre immagini, che hanno avuto origine prima di voi, e che non muoiono né si manifestano, quanto potrete sopportare??>

DA: SCIENZA COME METAFORA, (Science 281, 1998)

<Einstein osservò più di una volta come sia strano che la realtà che conosciamo continui a mostrarsi riconducibile alle regole della scienza creata dagli uomini. Ma il nostro pensiero non si estende al di là della nostra capacità di esprimerlo. E così è possibile che ciò che consideriamo realtà, sia solo lo stato del mondo che le nostre facoltà ci permettono di comprendere. Per esempio, sono convinto che la meccanica quantistica va contro il buon senso solo perché il buon senso non si è ancora espanso a sufficienza.> (John Bainville)

Giorgio Vitali

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Massimo Andellini o Paolo Signorelli? “Rosarno, arance, menzogne, imbrogli, ipocrisie, rifiuti…” – Opposti pareri sulla politica del Bel Paese…..

Dai “notori (si fa per dire) fatti” di Rosarno  è venuto fuori che le arance vengono pagate ai contadini da chi le porta via poi con i camions, 5 centesimi di euro al Kg. Ovverosia poco meno di 100 lirette italiane.

      Come mai, poi, quando le compri al mercato o al supermercato, il loro prezzo minimo non va sotto 1 euro al Kg, e si attesta comodamente di solito a 1,30-1,50 euro al Kg?

      In altre parole, come può avvenire che in Italia il prezzo finale sia di 20-30 volte superiore a quello iniziale, cioè con un incremento cioè che varia dal 2.000 al 3.000 per cento?

      Noi crediamo che tutto debba partire da questo quesito, perché tutto avviene poi a ricaduta con il cosiddetto “effetto domino”.

      Come fa un contadino che voglia essere corretto ed onesto, secondo le definizioni in uso in questa cosiddetta democrazia, a pagare un salario “sindacale” ai braccianti, più i relativi contributi sociali (INAIL-infortuni + INPS-previdenza sociale + ASL-malattia) se le arance gliele pagano 5 centesimi di euro al kg?

      Come è possibile che la tanto sbandierata “filiera” inizi a 5 centesimi e termini a 150 centesimi di euro al Kg?

      Perché  il governo italiano (o meglio dire: i governi italiani) premia con centinaia di euro al mese a fondo perduto per ogni “capo di bestiame” gli stessi allevatori che hanno causato la malattia della cosiddetta “mucca pazza” col dar da mangiare (illegalmente) alle mucche farina d’ossa delle loro stesse compagne di sventura (premiati invece che spediti in galera) ?

      Perché  vengono illegalmente utilizzati i soldi, anche degli stessi “contribuenti” vegetariani, per continuare a permettere la detenzione a vita, lo sfruttamento e l’uccisione di centinaia di migliaia di innocenti e gentili creature?

      Perché  i governi, al contrario, permettono che i prodotti agricoli (che devono essere la base dell’alimentazione umana) siano preda di un meccanismo che, da un lato, arricchisce in modo smisurato prima in loco n’drangeta, mafia e camorra, e poi di seguito sul territorio nazionale grossisti, bottegai e quant’altro e che, dall’altro, impoverisce i contadini produttori  e rende impossibile una vita di lavoro dignitosa per i braccianti?

      Com’è  poi possibile che la ASL, i Vigili Urbani, la Polizia, i Carabinieri, il Prete, il Sindaco, i Sindacalisti, il Farmacista…non sapessero in che condizioni vivevano e vivono i braccianti africani (e non solo) a Rosarno?

E in tutti gli altri posti di questo “Bel Paese”?

Naturalmente i diretti interessati, le cosiddette (potremmo azzardare: “sedicenti”?) “Istituzioni”, mai daranno adeguate, chiare, fresche e trasparenti risposte. 

Perché in questo Paese  solo qualcosa abbonda: le menzogne, i rifiuti, la melma e la finzione scenica…

Massimo Andellini – Presidente dell’U.V.A. – Unione Vegetariana Animalista (Organizzazione di Volontariato)

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Rosarno, il Sud e la sagra dell’ignoranza tra stupidità, cialtroneria e ipocrisia

Ma chi sono, che vogliono, ma che dicono? I camerieri dell’ignoranza mediatica, i parolai del nulla che sputano analisi improbabili pavoneggiandosi nella dimensione dell’apparire. E che vengono letti ed ascoltati da un’opinione  pubblica residuale che di giorno in giorno si manifesta sempre più come il prodotto finito, costruito dai ciarlatani istituzionali.

Gli eventi di Rosarno “spiegati” all’interno della forbice della ‘ndrangheta e del razzismo senza nulla conoscere delle realtà del Sud in genere e della Calabria in particolare. Quasi che ciò che è avvenuto nella Piana di Gioia Tauro sia stato promosso dalle cosche – per inspiegabili motivi – o che una ventata d’improvviso razzismo possano costituire la decifrazione delle dinamiche in movimento in territori che secolarmente sono assoggettati  al massacro esercitato da uno stato a dir bene inesistente ed allo sfruttamento di un capitalismo localistico indotto da  leggi di mercato anomale e singolari.

Vietato parlare di identità cancellata da una storia che parla di massacri di popolo e di predazione piemontese di ricchezze appartenenti ad un’economia avanzata quale era quella del Reame. Nessuno ricorda che gli stabilimenti siderurgici del catanzarese furono smantellati (contemporaneamente allo svuotamento della Banca di Napoli) dai facitori dell’Unità d’Italia per essere trasportati a Torino e Genova per costruire lì la nuova industria siderurgica.

Nessuno ricorda, per dimenticanza di comodo o per ignoranza consolidata, la Legge Pica e la eliminazione dei “briganti” operata dai bersaglieri e dai carabinieri di Cialdini intesa a piegare le popolazioni del Sud e a renderle “omogenee” al Nuovo Ordine. E chi sa e parla dei “galantuomini”, dei rinnegati e collaboratori che hanno costituito le nuove gerarchie borghesi e capitaliste meridionali, fattrici di nuove identità che poi sono quelle che hanno portato alla snaturazione di Comunità di Popolo orgogliose delle loro Tradizioni ? I ciarlatani della storia parlano di ‘ndrangheta senza sapere nulla di che cosa essa sia stata e sia. Perché nulla sanno della storia e della cultura del Sud. E per questo, anche per questo, accusano oggi i Calabresi di razzismo: quasi che quanto avvenuto a Rosarno (e che potrebbe accadere in tutto il Sud) sia riferibile ad un rigetto epidermico nei confronti dei negri. Quasi che le colpe di quanto accade non siano riportabili alla criminalità delle istituzioni centrali e locali che si sono disinteressate di ciò che andava accadendo interessate come erano a lucrare sulla pelle dei cittadini. Lavoro nero e per ciò utile ai neo caporali.

Ma chi lo ha consentito? Chi ha permesso a migliaia di negri di migrare in territori dove la povertà è un fatto endemico? Senza creare una pianificazione del fenomeno migratorio né realizzare strutture di accoglienza per etnie estranee alle realtà locali e come tali ingovernabili. Ma si sa: i Calabresi preferiscono vivere di assistenza anziché lavorare… Ciarlatani e imbecilli che attribuiscono alibisticamente alla ‘ndrangheta la responsabilità di fatti che alla cosiddetta criminalità organizzata possono provocare soltanto problemi. Repressivi (e la repressione è stata immediata con l’arresto immotivato, quanto spettacolare e demagogico di decine di persone estranee agli accadimenti di Rosarno) e di agibilità sul territorio a seguito della sua militarizzazione.

E però c’è chi – come il bergamasco Vittorio Feltri – afferma a cuor leggero che la povertà del Sud è causa dei  Sudisti brutti, sporchi e cattivi adducendo come esempio di riferimento in positivo la ricchezza dei Veneti laboriosi e buoni che in alcuni decenni sono stati capaci di passare dal baccalà alla tagliata, dalla baita allo chalet. Onore ai Serenissimi. Ma non si dimentichi che questi sono cresciuti alla scuola dell’amministrazione asburgica e, soprattutto, non hanno dovuto pagare lo sfruttamento infame imposto dai “galantuomini” divenuti potere. E poi, cari gazzettieri cialtroni ed ignoranti, le tante pagine “nere” scritte dalle genti del Sud non dipendono di certo dalla natura della “brutta razza meridionale” ma provengono – come lucidamente sostiene Marcello Veneziani – in larga parte dalla  brutta “modernità costruita a sud, tra abusivismo e quartieri da schifo, cattedrali nel deserto e insediamenti eco-rovinosi, egoismi recenti e modelli televisivi e consumistici” veicolati dall’alto e dall’esterno. Ed assimilati nel meridione “dai ceti più furbi e cinici”.

Tanto ancora potremmo aggiungere a proposito di “differenze” e di etnie. E di Storia. Ma ci fermiamo per ora qui. Ciò che c’interessa è far conoscere a quanti dovrebbero interessarsi – sulla sponda “destra” – di politica e di cultura alternative, come in ogni occasione in cui si è cercato di riconsegnare ai Popoli del Sud – che per troppo tempo hanno fatto del piagnisteo e della pigrizia una filosofia di vita – la loro identità e il loro orgoglio comunitario sia intervenuta la repressione a stroncarne l’azione. La rivolta di Reggio Calabria non ha costituito il solo esempio di come lo Stato sappia intervenire con la forza delle guardie e dei giudici e con il servilismo organico dei gazzettieri, per impedire la riconquista del Territorio da parte dei nuovi “briganti”.

Chi ricorda o chi ha mai saputo come nel 1993 hanno tentato di essere operativi movimenti quali “Calabria Libera” e “Sicilia Libera”? Movimenti figli di una strategia alternativa, studiata all’interno di quell’eccezionale laboratorio politico-culturale che fu “Tabularasa”, diretta alla costruzione di un federalismo comunitario che operasse sul Territorio per strapparlo al malaffare ed alla gestione criminale del potere locale e centrale. Ebbene, quei Movimenti, che ebbero da subito un forte impatto di popolo e che lasciarono intravedere vittorie elettorali che avrebbero potuto stravolgere gli equilibri di un sistema di potere consolidato grazie al controllo affaristico della “cosa pubblica”, furono soffocati ricorrendo all’inquisizione per associazione di carattere mafioso. Tecniche ben note e largamente usate dai magistrati teorematici che inseguivano la via giudiziaria al potere sotto la regia di Violante e Caselli e della mafia dell’antimafia.

Era il tempo in cui le “procure di trincea” si inventavano i “nuovi sistemi criminali” mettendo insieme mafia ed eversione di destra. Tutti dimentichi e/o tutti ignoranti? Quasi che non sia prassi di sempre mettere fuori gioco chi disturba il manovratore come va oggi accadendo in occasione degli appalti per la costruzione del Ponte sullo Stretto Per potervi partecipare occorre la certificazione dell’antimafia. E così sono le imprese del nord ad accaparrarsi i lavori. Per essere più convincenti a livello di opinione pubblica è sufficiente, poi, far esplodere una cartocciata di polvere pirica davanti al portone del Tribunale di Reggio e scatenare la caccia alla ‘ndrangheta approfittando dei benvenuti fatti di Rosarno.

Non c’è bisogno di ricorrere alla psico-polizia: è sufficiente usare le tecniche antiche e sperimentate della repressione giudiziaria. Che vede al Sud la Casta delle toghe operare in buon accordo con la Casta politica. Salvo poi stendere le lenzuola bianche e piangere i loro morti.

Paolo Signorelli

(GENTES Europa Informazioni)

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Viterbo 2010: “Chiare lettere sull’aeroporto di Viterbo..” – Antonella Litta del Comitato Anti chiede di esprimersi chiaramente ai candidati provinciali e regionali sulla prevista mega-struttura

Approssimandosi le elezioni provinciali di Viterbo e regionali del Lazio, tra i temi su cui i candidati e le forze politiche dovranno ineludibilmente esprimersi vi è la questione della minaccia del mega-aeroporto fuorilegge a Viterbo. Questione dalla molteplici e rilevanti implicazioni. Poiché la realizzazione del mega-aeroporto fuorilegge provocherebbe in vari ambiti enormi danni.

1. un enorme danno ambientale: in primo luogo per l’area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame che ne verrebbe per sempre devastata; e più in generale per l’Alto Lazio che verrebbe assoggettato all’ennesima disastrosa servitù ed ai suoi esiti inquinanti in un territorio già pesantemente colpito.

2. Un enorme danno sanitario: in primo luogo per gli abitanti dei popolosi quartieri cittadini a ridosso del sedime aeroportuale. Tutti gli studi scientifici internazionali evidenziano la gravità delle patologie provocate dall’inquinamento prodotto dal trasporto aereo.

3. Un enorme danno economico: in primo luogo per gli agricoltori della zona e per i residenti e gli operatori economici dei quartieri più prossimi all’area che verrà pesantemente sconvolta e avvelenata; e più in generale per i beni e le attività economiche e sociali nelle aree rurali ed urbane che in un raggio di chilometri e chilometri saranno pesantemente colpite dagli effetti dell’inquinamento.

4. Un enorme danno infrastrutturale: poiché la fragilissima ed inadeguata rete ferroviaria e viaria viterbese collasserebbe se dovesse sostenere il volume di traffico terrestre a servizio di un mega-aeroporto come quello configurato (finalizzato prevalentemente e pressoché esclusivamente ai voli low cost che porterebbero allo scalo di Viterbo turisti che poi di qui dovrebbero raggiungere Roma via terra – con tempi di percorrenza biblici e disagi immani).

5. Un enorme danno ai servizi pubblici: poiché i fondi pubblici per realizzare il mega-aeroporto insensato ed illegale verrebbero sottratti a servizi ed opere pubbliche realmente necessari. Non solo: il mega-aeroporto è palesemente fuorilegge, violando normative italiane ed europee ed essendo incompatibile con i criteri, le disposizioni ed i vincoli di salvaguardia del territorio previsti nel vigente Piano regolatore generale del Comune di Viterbo e nel Piano territoriale paesistico regionale.

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Di tutto quanto precede tutti coloro che si apprestano a candidarsi alle imminenti elezioni provinciali e regionali devono avere piena contezza, e in conseguenza di ciò devono altresì esprimersi esplicitamente.

Chiediamo pertanto a tutte le persone e le forze politiche di prendere posizione contro la realizzazione del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, dissennato e fuorilegge; chiediamo di prendere posizione in difesa dell’ambiente, in difesa della salute, della sicurezza e dei diritti della popolazione, in difesa dei beni naturali, culturali, economici e sociali dell’Alto Lazio, in difesa della legalità. Per un sistema della mobilità centrato sulla ferrovia (da potenziare immediatamente), coerente con un modello di sviluppo sostenibile ed adeguato che non distrugga ma valorizzi i beni ambientali e culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio.

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Il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s’impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell’ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti.

Per informazioni e contatti: e-mail: info@coipiediperterra.org -

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 338.3810091, e-mail: antonella.litta@libero.it

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