Archivio di gennaio 2010

“Biologico fuorilegge in USA?” – Monsanto OGM augura buon appetito avvelenato a tutti e buona fine del mondo…

 

“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita.” (Albert Einstein)

Quella che segue è una  lettera  ricevuta da Elke Colangelo alla quale faccio precedere  un breve commento.  Già da alcuni giorni, da quando ho pubblicato la notizia che negli USA si preparano al colpo di grazia  contro l’agricoltura biologica (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/01/09/velina-d%e2%80%99arpina-catastrofina-%e2%80%93-agricoltura-biologica-fuori-legge-negozi-che-chiudono-maltempo-strano-politica-del-malaffare-umanita-decaduta/ ) ho ricevuto diverse email da persone preoccupate per le conseguenze indirette e dirette per la nostra salute e per il futuro del pianeta.

Per sapere meglio quel che sta avvenendo negli USA, sotto la spinta della Monsanto ed altre multinazionali del veleno agricolo,   leggete anche la nota pubblicata sul blog “Altra Calcata… altro mondo”: http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/01/proposta-per-mettere-le-coltivazioni.html – Da ciò si evince che se in USA  la legge “per la sicurezza alimentare” proposta dalle lobbyes del veleno passasse alle Camere, sarebbe proibito per legge produrre “organic food” ovvero cibo privo di ogni sostanza chimica, inserendo l’obbligo di corroborarlo con varie sostanze  prodotte dalle famose multinazionali, appunto…. veleni legali, come gli antiparassitari, i concimi chimici,  diserbanti, etc. etc. ed ovviamente i  “succosi” OGM!

Anche in Europa  la situazione non è rosea, infatti pur che il biologico non è stato ancora proibito, pur essendo entrato in vigore il famigerato “Codex Alimentarius” gli OGM sono ormai entrati nel biologico,  e possono essere inseriti nei prodotti dichiarati biologici senza menzione sull’etichetta, questo proprio a partire dal 2010.

Ed ora vi mando alla lettera  ricevuta oggi dalla nostra socia:

Paolo D’Arpini

………………….

Caro Paolo,  come sempre ti ringrazio immensamente per le notizie del Giornaletto di Saul  che mi arrivano con la posta elettronica e che spessissimo diffondo anche sul Facebook! Oggi ho messo il tuo articolo sulla Monsanto, abbinandola a questa foto, che non so se riesci a visionare, si tratta della strega della fiaba di Biancaneve, con la mela in mano, mentre l’offre con annesso ghigno satanico, all’osservatore frontale dell’immagine. Sopra ho inserito anche questo macabro augurio” La Monsanto vi augura buon appetito!- He he he…”

La notizia è di una gravità inaudita e mi stupisco del mondo intero che non gridi allo scandalo!!!

Praticamente ci riforniamo di viveri nel negozio del peggior assassino subdolo e viscido della contea, invece dell’onesto e simpatico commerciante che conosciamo bene fin da piccoli, non ti pare? Ecco cosa ho trovato su you tube, ci sono i sottotitoli in italiano ed è un documentario di 10 minuti molto esplicativo, riguardante la storia di questa industria mostruosa!

http://www.youtube.com/watch?v=rR8-cj_j5qQ

Sai, ieri invece un mio amico ha trovato un’altra tristissima notizia che ho poi commentato. Ti aggiungo il link della fonte, che raggruppa molti commenti assai interessanti, sulla tragica moria delle api nel mondo:

http://www.ecoblog.it/post/8112/api-scagionati-i-neonicotinoidi?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:%20ecoblog/it%20(ecoblog) 

In sintesi ecco l’articolo:

Api- scagionati i neonicotinoidi.

Se n’è parlato tanto in ogni angolo della rete ed anche in televisione: le api stanno scomparendo. I primi indagati sono stati i neonicotinoidi che, secondo alcuni, avrebbero prodotto il fenomeno del collasso delle colonie. Ogni tanto qualche articolo, ma l’argomento è presto finito nel dimenticatoio. In Italia il Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole) ha intrapreso uno studio per stabilire le cause del fenomeno, mentre la FAO ha investito 28 milioni di dollari per capirne i meccanismi. Dai risultati ottenuti si direbbe essere l’espressione di diverse concause, difficile attribuire all’utilizzo dei neonicotinoidi la colpa della moria di api. A testimonianza della presenza di fenomeni complessi ed inspiegabili la recente ricomparsa delle api in California, una delle prime zone in cui si è verificato il problema. Questa la situazione fino a pochi giorni fa, quando uno studio spagnolo ha identificato il responsabile. Nelle api infette è stato isolato per la prima volta un parassita il Nosema ceranae. I ricercatori hanno quindi trattato le api infette con un antibiotico, il fumagillin. I risultati ottenuti sono stati ottimi, con una guarigione totale dei soggetti e la scomparsa dei sintomi. Aspettiamo con ansia gli sviluppi della scoperta e speriamo che le api imparino anche a cavarsela con le proprie zampette, non vorrei trovarmi nella fetta biscottata più antibatterici che miele.

Ecco il mio commento che vi ho allegato:

Trovare una delle cause, non significa scagionare i neonicotinoidi…che titolo poco adatto e fuorviante, di fronte a questo dramma dei veleni che uccidono e fanno ammalare noi tutti…bah che roba…mi fa rabbia! Non staranno cercando di scagionarsi per non pagare i danni, casomai a qualcuno venga in mente di denunciare molte di queste ditte farmaceutiche e di pesticidi usati nell’agricoltura, che arrecano danno alla salute di tutti gli esseri viventi sulla terra? Dobbiamo valutare con rispetto il ruolo delle api, vale a dire quello d’assaggiatrici del cibo dei re, perché esse sono un campanello d’allarme per la nostra stessa salute! Ciò che fa male a loro, è dannoso anche per noi! Stanno correndo il rischio di estinguersi per farcelo capire, mentre noi stiamo ancora qui svogliati e indifferenti, pur di non renderci conto della catastrofe imminente! Purtroppo c’è gente che preferisce credere a questo tipo di notizie, evitando così di spaventarsi e cambiare le proprie abitudini, le quali influenzeranno positivamente un cambiamento che ci darà modo di godere di un mercato non corrotto, menefreghista e subdolo come questo d’oggi, che sfrutta tutta la nostra pigrizia e paura nell’affrontare una triste realtà! Scegliamo prodotti biologici, informiamoci e diffondiamo le vere notizie…subito!
Adesso i parassiti…e prima come facevano le api? Certo che l’uomo inventa l’acqua calda…pur di non farsi il bagno, rimanendo così con la coscienza sporca! NON CREDIAMO A TUTTO CIO’ CHE CI VIENE RACCONTATO!  RAGIONIAMO CON IL CUORE E LA LOGICA…

COME FACEVANO PRIMA LE API E GLI ESSERI UMANI A SOPRAVVIVERE, SENZA TUTTI QUESTI VACCINI?

Elke Colangelo

Tu che ne pensi Paolo?  Ti saluto con tanto affetto… Elke

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Furore di Giorgio Nebbia: ”Sono orgoglioso di essere un agricoltore..”

Nelle campagne americane, di quella grande America lontana dalle New York e
Los Angeles, c’è chi porta delle magliette con la scritta: “Sono orgoglioso
di essere un agricoltore”, Proud to be a Farmer. E con ragione perché l’agricoltura,  come dicono i libri, è il settore “primario” dell’economia, anche se nella  nostra scombinata società è stato degradato a settore “ultimo”.

L’agricoltura è la grande “macchina” che utilizza l’energia solare e la
mette al lavoro nei grandi cicli naturali del carbonio, dell’acqua e degli
elementi della terra e “fabbrica” silenziosamente, ogni anno, in maniera
sempre uguale, una massa di materia che, in Italia, ammonta a circa 100
milioni di tonnellate, più o meno il peso del petrolio importato e
trasformato nel nostro paese. Questa biomassa vegetale in parte è costituita
da prodotti idonei come alimenti umani che entrano nei processi dell’industria
della conservazione e trasformazione e diventano gli innumerevoli prodotti
che acquistiamo nei negozi e che in parte esportiamo. In parte la biomassa
vegetale fornisce alimenti per la zootecnia che a sua volta fornisce
alimenti umani ricchi di proteine pregiate, previa trasformazione
industriale.
Ma che cosa sarebbero le scatole colorate e le vetrine illuminate dei
supermercati, se non esistesse il silenzioso e lento e faticoso lavoro degli
addetti all’agricoltura, quei soggetti economici che svolgono le più
importanti azioni “ecologiche”: la produzione di biomassa, la difesa del
terreno agricolo, la regolazione del moto delle acque sul suolo, la
depurazione degli effluenti inquinanti, e il cui lavoro non è riconosciuto,
anzi è avvilito da politiche di prezzi inique, dominate dai grandi interessi
delle multinazionali straniere, dagli intrighi geopolitici internazionali:
così viene sfruttato il lavoro di agricoltori di paesi lontani per immettere
nel mercato alimenti e prodotti che esercitano rendono poveri altri
agricoltori: violenza contro agricoltori stranieri per esercitare violenza
contro gli agricoltori italiani e europei.

Un grande movimento di riscossa per l’agricoltura e gli agricoltori, di
liberazione contro la violenza di regole commerciali inique, richiede leggi
e prezzi e rapporti fiscali più giusti, investimenti statali e di ricerca,
una efficace presenza italiana nelle grandi organizzazioni del commercio
internazionale, ma, a mio parere, richiede anche un rigurgito di orgoglio
del ruolo che l’agricoltura e gli agricoltori hanno nell’economia del nostro
e di qualsiasi paese.

Un orgoglio basato sulla consapevolezza che gli agricoltori sono anche i
primi grandi operatori nel campo delle fonti di energia e di merci
rinnovabili, quelle che possono liberarci dalla schiavitù del petrolio; lo
stato giustamente incentiva chi costruisce pannelli solari o impianti
eolici, o anche chi rottama, per motivi “ecologici” le vecchie automobili. A
maggior ragione dovrebbe sostenere e incentivare le attività agricole che
svolgono un ruolo essenzialmente ecologico e che sono in grado di produrre,
oltre agli alimenti, energia utilizzando sottoprodotti agricoli e
zootecnici, attraverso attività forestali opportunamente progettate; una
agricoltura che è capace di produrre materie prime industriali, dalle
colture per fibre tessili naturali, alla trasformazione di prodotti agricoli
e forestali in materie plastiche, in materie prime industriali e materiali
da costruzione.

Una analisi, che sarà pur il caso di fare in questo gran chiacchiericcio sui
cambiamenti climatici per rivendicare che l’agricoltura e le foreste sono i
grandi sistemi che producono beni materiali e merci senza immettere anidride
carbonica nell’atmosfera, assicurando anzi condizioni delle superfici del
suolo adatte ad assorbire anidride carbonica e aumentare il riflesso della
radiazione solare nello spazio.

Una parte rilevante delle diecine di miliardi di euro che ogni anno vanno
perduti per frane e alluvioni, per la distruzione di strade e case e per
morti, può essere risparmiata con una lungimirante politica di
coinvolgimento dell’agricoltura nella difesa del suolo, nel rimboschimento,
nella regolazione del corso dei fiumi, le operazioni che solo gli
agricoltori sanno fare. La dissennata politica di abbandono dei campi
coltivati, di prezzi irrisori che scoraggiano le attività agricole, porta da
decenni allo svuotamento delle campagne, delle parti interne e collinari del
paese, all’aumento della pressione umana nelle zone e nelle città costiere,
con conseguente congestione del traffico e speculazione edilizia urbana.

Eppure mai come oggi gli strumenti telematici possono offrire informazioni e
sostegno e incoraggiamento anche nelle più sperdute zone agricole, possono
offrire agli agricoltori gli stessi servizi che sono disponibili ai
“cittadini”.

Negli anni della grande crisi degli anni trenta del secolo scorso,
drammaticamente così simile a quella che stiamo vivendo, con un popolo di
agricoltori, negli Stati Uniti, che avevano i raccolti invenduti ed erano
espulsi dai campi dalle speculazioni finanziarie delle banche — ricordate
il libro “Furore” di Steinbeck, da cui fu tratto un famoso film ? — il
presidente Roosevelt, appena eletto nel 1933, prese iniziative per la difesa
dell’agricoltura affidando il relativo ministero a Rexford Tugwell, un
professore di economia agraria competente e motivato che sollevò l’agricoltura
dalla crisi.

Con uguale volontà e orgoglio bisogna, a mio parere, chiedere al governo,
alla comunità europea e a quella internazionale non temporanei favori ma una
politica a lungo termine che riconosca il ruolo dell’agricoltura nell’alimentazione,
nell’energia e nell’ecologia, per il quale essa è davvero il settore
primario dell’economia.

Giorgio Nebbia – nebbia@quipo.it

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Eh daje co’ la Velina… D’Arpina e pure un po’ saurina: “Menica Menica oggi è domenica…”

Le consuetudini cambiano, almeno così pare, ed io non me ne sono  accorto… La mia è una memoria “saurina” da dinosauro antidiluviano  quasi estinto. Oppure no? Magari sono io che cambio ed il mondo rimane tale e quale, chissà?

Stamattina non sapevo nemmeno che giorno fosse, ho perso il senso del trascorrere del tempo, i giorni mi sembrano tutti uguali…. Qui a Calcata è un’eterna domenica, ed in più con le feste che si susseguono a raffica la differenza fra le giornate feriali e festive è pressocché svanita. Natale e poi Sant’Antonio e poi Carnevale e poi Pasqua e poi… tutte le altre ricorrenze inframmezzate, ogni scusa è buona per addobbare il paese a festa, si fa per dire, in quanto gli addobbi non sono altro che bancarelli di cianfrusaglie.  Insomma mi sono accorto che è domenica avendo notato  la maggior4e invadenza automobilistica nella piazza Roma, che avrebbe dovuto essere un’isola pedonale, con restauri  milionari pagati dalla Regione Lazio,   ed è invece un parcheggio libero e giocondo. Poi ho notato anche la mole di rifiuti all’angolo dei secchioni, un’altra caratteristica “festiva” di Calcata vecchia. Poi ho ascoltato le musicacce dei baretti e negozietti che aprivano e richiamavano l’attenzione di passanti  inebetiti. Per fortuna salendo verso Canossa, in via della Lira, ci sono solo cani che abbaiano, ogni casa un cane, ogni cane una casa… non si sa bene di chi è il cane o di chi è la casa.

Finalmente giunto al baretto sotto al comune, con la luce spenta per il risparmio energetico, ecco che noto alla bacheca un avviso “Smarrito cane spinoncino a Monte Gelato, munito di collare, tatuaggio e microchip elettronico, ricompensa di mille euro a chi fornisce sue notizie”. 

“Eh che d’è –faccio io al barista- lo pagano a peso d’oro, e da mangiare che gli davano  a sto barboncino?”   E lui rapido “Si vede che hanno i soldi..” –  Ed io di rimando “Certo che non gli è servito a  niente il collare, il tatuaggio e pure il microchip elettronico e satellitare…  se lo sono perso lo stesso..  si vede che s’era stufato di fare il soprammobile ed è scappato nei boschi” . 

Finiti i commenti salaci sul plusvalore canino mi siedo per il consueto cappuccino. La televisione è accesa, quella è sempre accesa, mica come le lampadine che le spengono per risparmiare… Allo schermo un monsignore che fa una lunga predica… e questo mi  conferma  che è domenica… parla di Isaia, dell’esilio del popolo eletto… delle armate feroci di Nabucodonosor, del ritorno alla terra promessa, a Gerusalemme che era stata distrutta e che verrà ricostruita (per essere nuovamente distrutta non si sa quante altre volte ancora), delle preghiere aggiunte ai libri sacri, delle migliaia di anni di cerimonie etc. etc. e del rito previsto a Roma, proprio oggi, per ricordare tutte quelle vicende… Il tempo passa, la predica è durata tutto il tempo della colazione. Di solito  gli altri giorni capito con il telegiornale, che viene spesso interrotto per la pubblicità…  30 secondi pubblicitari 30.000 euro… Ma la predica del prete non la interrompe nessuno, lui prosegue imperterrito a raccontare favole di 5 mila anni fa… e c’è pure chi gli da retta?   

Ma non è finita… stufatomi del sermone mi sbrigo con la colazione ed esco sbuffando… alla bacheca noto allora altri foglietti. Uno è la denuncia di Mimmo Malarbi, consocio del Granarone (un’associazione culturale di Calcata vecchia) che ce l’ha con  “alcuni” che si sono permessi di rompere la tradizione… Quale tradizione? Quella di andare a bere la cioccolata calda la notte di Natale “nell’antico granaio”, per il dopo messa solenne… A fianco dell’accorata accusa di menefreghismo “culturale” una poesia di ignoto “..e noi suoneremo le nostre campane”. Insomma c’è maretta… istituzionale.

Meditabondo torno a Sodoma  Gomorra, non compro nemmeno il giornale, tanto ho già fatto il pieno di notizie!  Di nuovo nella piazza Roma, noto alfine un cartello appeso che prima non avevo visto. Riguarda le feste della Befana 2010… ma è stato attaccato  dopo la Befana. Dice che al Comune danno le calze ai bambini, che ci sarà la banda che suona, che il pomeriggio ci saranno le befane al centro storico e che verranno date le calze  ai bambini anche  qui. Veramente le calze erano già finite al Comune ed il maestro Leonello mi aveva portato solo una saccocciata di caramelle,  e di befane nemmeno l’ombra… salvo Laura Lucibello che si è improvvisata distributrice di caramelle al Centro Visite del Parco del Treja, mentre si concludeva la nostra manifestazione del Sole Invitto, contemporaneamente  nella piazza del borgo si udiva la voce rimbombante di Don Henry che annunciava i numeri della tombolata all’aperto.

Improvvisamente ho capito tutto… la cioccolata calda, le calze… il patrocinio della Provincia, le befane, i programmi… rientra tutto in un piano diabolico! Indovinate un po’….

Vostro affezionatissimo Paolo D’Arpini

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Spiritualità Laica: “Confucio, figlio del Cielo e della Terra, e la sua presenza nella Cina antica ed in quella moderna”

Esiste in Cina un libro che rappresenta sinteticamente tutto ciò che sta  fra Cielo e Terra, si chiama  I Ching, ovvero il Libro dei Mutamenti.  Veramente questo libro è un compendio di indicazioni per la vita quotidiana, un prontuario di saggezza  attiva. E, come spesso accade,  esso affonda le sue radici nell’antichissima tradizione orale cinese.  Esso forse  più di altri testi raffigura la filosofia di vita e la cultura della Cina  partendo dal periodo matristico sino all’affermazione buddista,    integrando  Confucianesimo e Taoismo in una unità di pensiero e di tradizione. Trattandosi  di un testo proteso a fornire consigli pratici e di comportamento nella vita quotidiana va da sé che Confucio lo ritenesse un libro altamente significativo, tant’è che a questo dedicò molte note e commenti sugli esagrammi.

Con la presa del potere da parte di  Mao Tze Dong tale libro, assieme al Confucianesimo stesso, fu salvato e talvolta preso  ad esempio di un “comunismo antico” tipicamente cinese. La morale confuciana, come pure quella taoista e buddista, non richiede  per la sua affermazione la presenza od  il concetto di un dio. La morale secondo Confucio  è un metodo  per stabilire il benessere sociale  delle masse e per mantenere la struttura familiare. L’etica confuciana, in parte somigliante  a quella di Francesco Guicciardini,  è   una esemplificazione ideale basata  su norme atte a  coagulare la società e renderla prospera, nei suoi vari livelli,  mantenendo inoltre una costante sinergia d’intenti fra lo  stato ed i sudditi.

Per questa ragione il Confucianesimo non è mai stato sconfessato dal comunismo maoista, anzi Mao ha forse tentato di porsi come un  simbolo  ininterrotto del buon governo auspicato da Confucio. Che ci sia riuscito  e se il popolo lo abbia riconosciuto come tale è  un altro discorso.. Sta di fatto che nel solco del pensiero confuciano si può intuire e riconoscere tutto il pragmatismo che contraddistingue  anche la Cina moderna.

Se rivolgiamo l’occhio all’insegnamento di Confucio  esso ci si presenta libero da ogni collegamento diretto con la divinità, essendo fondato unicamente sulla ragione e sul buon senso. Ed è per questa ragione che  da oltre 25 secoli la ragione ed il buon senso  sono onorati in Cina come una religione. A questo metodo concreto si son dovute adattare persino altre filosofie più metafisiche come il buddismo, che ha assunto fra le sue regole la pietà filiale ed altre simili norme. E persino le minoranze musulmane e cristiane  si sono  cinesizzate ad eccezione della componente cattolica romana che presume di dovere obbedienza solo ai dettami del papa di Roma… e questa è la vera  causa della cosiddetta “persecuzione” nei suoi confronti, ovvero l’impossibilità da parte del governo cinese  di accettare che tale religione sia estranea al contesto interno (si noti che i vescovi e cardinali  cattolici vengono nominati dallo stato estero del vaticano)… ma lasciamo da parte queste diatribe che non ci interessano e torniamo al buon Confucio.

La vita di Confucio mostra che egli ha sempre parlato da uomo ad altri uomini   e mai come  messaggero di una divinità che l’avesse eletto messia o profeta. Egli nacque nella città di Tsan, in Shantung, nel  551 (a.C.) allorché in occidente era da poco deceduto Solone il moralizzatore di Atene ed a Roma  Servio Tullio sanciva la costituzione “Tulliana”.   Egli fu costretto da necessità pratiche  a guadagnarsi la vita e non esitò a svolgere umili impieghi,  non sentendo in sé la vocazione all’insegnamento come allora veniva praticata in modo formale. La Cina che già vantava  una storia millenaria con tre solide dinastie imperiali stava allora attraversando un periodo di instabilità sociale. Perciò in Confucio predominò,  oltre al  senso di disciplina e di ordinamento sociale,  il culto delle tradizioni familiari e della pietà. Egli si fece conseguentemente conservatore e raccoglitore delle memorie e dei testi sacri che trattavano quei temi. Ma nelle sua opera andò incontro ad avversioni e persecuzioni, come avvenne un secolo e mezzo più tardi in Europa  al filosofo Platone. Solo all’età di cinquant’anni Confucio assunse una carica pubblica di un certo rilievo a Ciung-tu, ove divenne Ministro di Polizia, mentre la fama della sua saggezza e della sua eccellente amministrazione si  diffondeva in altre province.

Confucio fu un riformatore severo ed energico, nel suo animo prevalevano i consigli della giustizia,  perciò gli si formò  contro una congiura di ignobili potenti, che talvolta attentarono anche alla sua vita e poi ottennero che egli venissi congedato dal suo incarico.  I suoi ultimi anni furono tristi… sebbene gli venisse risparmiata la cicuta. Morì a settantre anni nel 479 a.C.

Dai suoi insegnamenti traspare che l’uomo fu creato per vivere secondo ragione, cioè lottando contro le forze avverse e basse dell’istinto, e vivendo in accordo con gli altri uomini, seguendo un codice di principi e doveri conformi alla nobiltà e dignità dell’essere umano. Le cinque virtù cardinali dell’uomo per Confucio sono: la bontà, l’equanimità, la convenienza (cioè il pronto adattamento al tempo ed alle circostanze), la saggezza e la sincerità. Ed è soprattutto alla sincerità che egli dedicò le lodi più alte.  Egli raccomandò energicamente i doveri verso i parenti,  il rispetto e la cura per i più vecchi, la dedizione verso gli amici, la coscienziosità in ogni atto compiuto, l’autocontrollo e la moderazione.  “Il bene supremo dell’uomo non è il piacere, né gli onori, né la ricchezza.. ma è la virtù, sorgente di ogni bontà”.

Del pensiero antimetafisico di Confucio abbiamo sicuri documenti: il Cielo e la Terra sono i genitori di tutte le creature e questa è anche la sostanza dell’I Ching, ove invece delle preghiere viene indicato il retto comportamento come “bene supremo per l’uomo”.  Ed al proposito dell’aldilà egli affermava: “Se non si conosce ancora la vita come si potrà conoscere la morte?”.  Personalmente Confucio preferiva l’attenzione rivolta ai fatti concreti dell’esistenza piuttosto che alle meditazioni trascendentali.   Egli stabilì una dottrina puramente laica, come diremmo oggi,  basata su principi logici,  etici,  estetici ed intellettivi.  Egli a buona ragione può essere definito un precursore e degno rappresentante della Spiritualità Laica.

Confucio ed i suoi seguaci, ovvero la stragrande maggioranza del popolo cinese, disprezzano perciò quel che non è cogente, che non rappresenta un fondamento e non ha radici nella vita comunitaria. Lo “spirito” di Confucio è il risultato dell’analisi comportamentale, psicologica, archetipale dell’uomo. Egli soleva dire: “Io non voglio fare dell’uomo un mistico, quando ne ho fatto un perfetto onest’uomo ciò mi basta”. Assai prima degli stoici greci egli insegnò  l’amore per tutto il genere umano e “precorrendo” il cristianesimo disse “Non fate agli altri ciò che non volete fatto a voi!”.

Paolo D’Arpini

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Velina D’Arpina Catastrofina – Agricoltura biologica fuori legge, negozi che chiudono, maltempo strano, politica del malaffare, umanità decaduta

L’altra notte avevo fatto un sogno in cui mi vedevo su un battello pieno di gente in un mare tempestoso con l’acqua imbarcata e la chiglia boccheggiante e che di tanto in tanto sprofondava  sotto le onde… tentare di gettare l’acqua fuoribordo sembrava inutile e persino dannoso a causa della possibile perdita dell’equilibrio  ormai precario di quella specie di chiatta su cui ero abbarbicato… Beh, stamattina  mi sono svegliato  al rumore della pioggia, toc toc, pioveva anche dentro la mia topaia,  mi son dovuto alzare a prendere una bacinella tentando di  tamponare l’innaffiatura. Notte di tregenda,  con vento a raffica, pioggia e vento, vento e pioggia senza sosta. Persino i topi che vivono nelle fessure del tetto piangevano, squit squit…

Poi mi sono alzato e mi son messo a lavorare al Giornaletto di Saul, tanto per passare il tempo costruttivamente…  Nella posta ricevuta ho trovato una lettera di W la Terra, un gruppo che si occupa di ecologia planetaria, ed ho appreso così che negli Stati Uniti una lobby (foraggiata dalla Monsanto)  sta spingendo per l’approvazione di una legge che proibisce il cibo biologico. Lì si chiama “organic food”. Ma sì avete letto bene, vogliono obbligare gli agricoltori ad usare per legge  prodotti chimici come diserbanti,  antiparassitari, concimi, etc. Dicono per la “sicurezza alimentare”!  Vi rendete conto? Per la “sicurezza alimentare” di chi? Di chi produce tali veleni?!

Così alla chetichella, mentre Obama dorme sonni tranquilli, le multinazionali spingono per avvelenare il popolo e tutti sappiamo che ciò che  avviene negli USA prima o poi succede anche nel resto del mondo.

Solo pochi mesi fa avevo pubblicato sul nostro sito un articolo per promuovere l’agricoltura contadina in Italia  con una raccolta firme in tal senso, nonché una petizione all’ONU per l’adozione della dieta vegetariana e biologica, come metodo per salvare il mondo dalla fame e dall’inquinamento…

Petizione vegetariana:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/29/petition-food-vs-feed-nourrir-la-population-vs-nourrir-les-animaux-cibo-contro-alimentazione-animale/ 

Petizione per Agricoltura Contadina:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/01/20/rete-bioregionale-italiana-campagna-popolare-per-una-legge-che-riconosca-lagricoltura-contadina-e-liberi-il-lavoro-dei-contadini-dalla-burocrazia/  

E cosa ti fanno la Monsanto & C. oltre a distruggere la biodiversità con gli OGM?  Chiedono che il biologico sia proibito per legge!

http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/01/proposta-per-mettere-le-coltivazioni.html

Un po’ rammaricato e preoccupato sul futuro del mondo sono salito a Canossa, purtroppo viziato dal rito quotidiano del cappuccino caldo.  Nel baretto sotto al comune le luci erano spente, pensavo ad un black out, macché: risparmio energetico.. intanto  alla televisione trasmettevano la Cavalleria Rusticana  eseguita alla fenice di Venezia… pianti e lacrime, lacrime e pianti.. il tutto inframmezzato da tanta pubblicità amena, di tanti prodotti per ameni cani ed ameni italiani…  Lo spettacolo deve continuare…. Anche sul Titanic che affondava la musica vibrava  sino all’ultimo respiro!

Poi sono andato al negozio di Maria, la mia affezionata vivandiera,  che era là sulla porta ad accogliermi: “Hai visto che bufera stanotte? Guarda la casetta dei bambini che sta nel cortile  è ridotta in pezzi” .  Appena entrato ho guardato  gli scaffali che mi sembravano più vuoti del solito e Maria avendo notato il mio sguardo inquisitore: “Sconto del 30% su tutti prodotti… chiudo bottega… non ce la faccia più a mantenerla, troppe spese e pochi incassi…” – “Ma come – faccio io – chiudi così? E quando?” – “praticamente è già chiuso sto qui solo alcuni giorni per dar fondo alle poche rimanenze, approfittane…  per le bombole del gas in futuro dovrai andare a Faleria… lo sai che anche l’altro negozio, quello  dei casalinghi che vende le bombole, sta chiudendo…?”.

A Calcata nuova chiudono le  botteghe…  ed a Calcata vecchia aprono sempre nuove bancarelle di disperati… così procede la comunità paesana. Per risolvere il problema economico e sociale  Don Henry, il nuovo vice parroco del borgo, si è inventato le tombolate in piazza all’insegna di  “oggi si mangia domani chissà…”

Paolo D’Arpini

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