Eh daje co’ la Velina… D’Arpina e pure un po’ saurina: “Menica Menica oggi è domenica…”

Le consuetudini cambiano, almeno così pare, ed io non me ne sono  accorto… La mia è una memoria “saurina” da dinosauro antidiluviano  quasi estinto. Oppure no? Magari sono io che cambio ed il mondo rimane tale e quale, chissà?

Stamattina non sapevo nemmeno che giorno fosse, ho perso il senso del trascorrere del tempo, i giorni mi sembrano tutti uguali…. Qui a Calcata è un’eterna domenica, ed in più con le feste che si susseguono a raffica la differenza fra le giornate feriali e festive è pressocché svanita. Natale e poi Sant’Antonio e poi Carnevale e poi Pasqua e poi… tutte le altre ricorrenze inframmezzate, ogni scusa è buona per addobbare il paese a festa, si fa per dire, in quanto gli addobbi non sono altro che bancarelli di cianfrusaglie.  Insomma mi sono accorto che è domenica avendo notato  la maggior4e invadenza automobilistica nella piazza Roma, che avrebbe dovuto essere un’isola pedonale, con restauri  milionari pagati dalla Regione Lazio,   ed è invece un parcheggio libero e giocondo. Poi ho notato anche la mole di rifiuti all’angolo dei secchioni, un’altra caratteristica “festiva” di Calcata vecchia. Poi ho ascoltato le musicacce dei baretti e negozietti che aprivano e richiamavano l’attenzione di passanti  inebetiti. Per fortuna salendo verso Canossa, in via della Lira, ci sono solo cani che abbaiano, ogni casa un cane, ogni cane una casa… non si sa bene di chi è il cane o di chi è la casa.

Finalmente giunto al baretto sotto al comune, con la luce spenta per il risparmio energetico, ecco che noto alla bacheca un avviso “Smarrito cane spinoncino a Monte Gelato, munito di collare, tatuaggio e microchip elettronico, ricompensa di mille euro a chi fornisce sue notizie”. 

“Eh che d’è –faccio io al barista- lo pagano a peso d’oro, e da mangiare che gli davano  a sto barboncino?”   E lui rapido “Si vede che hanno i soldi..” –  Ed io di rimando “Certo che non gli è servito a  niente il collare, il tatuaggio e pure il microchip elettronico e satellitare…  se lo sono perso lo stesso..  si vede che s’era stufato di fare il soprammobile ed è scappato nei boschi” . 

Finiti i commenti salaci sul plusvalore canino mi siedo per il consueto cappuccino. La televisione è accesa, quella è sempre accesa, mica come le lampadine che le spengono per risparmiare… Allo schermo un monsignore che fa una lunga predica… e questo mi  conferma  che è domenica… parla di Isaia, dell’esilio del popolo eletto… delle armate feroci di Nabucodonosor, del ritorno alla terra promessa, a Gerusalemme che era stata distrutta e che verrà ricostruita (per essere nuovamente distrutta non si sa quante altre volte ancora), delle preghiere aggiunte ai libri sacri, delle migliaia di anni di cerimonie etc. etc. e del rito previsto a Roma, proprio oggi, per ricordare tutte quelle vicende… Il tempo passa, la predica è durata tutto il tempo della colazione. Di solito  gli altri giorni capito con il telegiornale, che viene spesso interrotto per la pubblicità…  30 secondi pubblicitari 30.000 euro… Ma la predica del prete non la interrompe nessuno, lui prosegue imperterrito a raccontare favole di 5 mila anni fa… e c’è pure chi gli da retta?   

Ma non è finita… stufatomi del sermone mi sbrigo con la colazione ed esco sbuffando… alla bacheca noto allora altri foglietti. Uno è la denuncia di Mimmo Malarbi, consocio del Granarone (un’associazione culturale di Calcata vecchia) che ce l’ha con  “alcuni” che si sono permessi di rompere la tradizione… Quale tradizione? Quella di andare a bere la cioccolata calda la notte di Natale “nell’antico granaio”, per il dopo messa solenne… A fianco dell’accorata accusa di menefreghismo “culturale” una poesia di ignoto “..e noi suoneremo le nostre campane”. Insomma c’è maretta… istituzionale.

Meditabondo torno a Sodoma  Gomorra, non compro nemmeno il giornale, tanto ho già fatto il pieno di notizie!  Di nuovo nella piazza Roma, noto alfine un cartello appeso che prima non avevo visto. Riguarda le feste della Befana 2010… ma è stato attaccato  dopo la Befana. Dice che al Comune danno le calze ai bambini, che ci sarà la banda che suona, che il pomeriggio ci saranno le befane al centro storico e che verranno date le calze  ai bambini anche  qui. Veramente le calze erano già finite al Comune ed il maestro Leonello mi aveva portato solo una saccocciata di caramelle,  e di befane nemmeno l’ombra… salvo Laura Lucibello che si è improvvisata distributrice di caramelle al Centro Visite del Parco del Treja, mentre si concludeva la nostra manifestazione del Sole Invitto, contemporaneamente  nella piazza del borgo si udiva la voce rimbombante di Don Henry che annunciava i numeri della tombolata all’aperto.

Improvvisamente ho capito tutto… la cioccolata calda, le calze… il patrocinio della Provincia, le befane, i programmi… rientra tutto in un piano diabolico! Indovinate un po’….

Vostro affezionatissimo Paolo D’Arpini

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