Scollamento dal sistema biologico e sfruttamento delle risorse naturali ed animali..

Caro Paolo,  

come mi capita spesso ultimamente, ero al macello dei polli di Spilamberto ed è venuto lì da me un allevatore di suini che aveva bisogno di un’attestazione per il macello sulla provenienza dei suoi animali da una zona libera da varie malattie. Hai presente quel discorso fatto da quel mio collega al corso sui problemi commerciali tra Italia ed altri Paesi per cui vengono richieste garanzie sanitarie……… Beh, questo qui è un allevatore alquanto sveglio, non che gli altri non lo siano, ma diciamo che questo ha una visione globale dei fenomeni economici ed ha una sua posizione molto precisa anche se molto discutibile, inoltre, dato che ha 5 figli, di cui 3 adulti e 2 bambini, che qui da noi sono una vera rarità, diciamo che “guarda avanti”.

Gli ho chiesto, come faccio sempre tutte le volte che lo incontro “come vanno le cose nel settore” e lui, che diversamente dalla maggioranza di quelli che lavorano in agricoltura, non è uno che si lamenta, mi ha risposto che c’è una grossa crisi, di cui non si vede la fine, che al momento la situazione prezzi è stazionaria perché, a fronte di tanti piccoli allevamenti che chiudono, i grossi allevamenti industriali resistono meglio, anche se hanno cominciato a chiudere anche quelli per via della concorrenza estera, soprattutto dei danesi……. Interrogato poi su quale può essere la soluzione secondo lui, mi risponde (ed io lo ascolto con orrore) che per tirarci fuori dalla crisi dovremmo seguire il “modello cinese”, cioè lavorare di più, molto di più, produrre di più, in modo da far scendere i prezzi e stimolare quindi i consumi. Ricordava i tempi in cui lui ha cominciato a lavorare, gli orari erano più lunghi, si facevano più straordinari, si lavorava di più. Ora i bar, ogni mattina, sono pieni di cassaintegrati che costano allo stato e non producono niente.

Io gli ho detto che non mi sembra un sistema di vita neanche umano e senza arrivare vicini a quei livelli, non sarebbe meglio come si diceva una volta “lavorare meno e lavorare tutti?” Certo che bisognerebbe rivedere il nostro stile di vita e approfittare, per il nostro benessere fisico, mentale e spirituale di quello che GIA’ abbiamo, che è già tanto: intanto abbiamo un corpo e una mente, oltre che, per chi ci crede, un’anima, ma, per chi non ci crede, uno spirito (?) e quale migliore passatempo utilizzare NOI STESSI, insieme agli altri, i nostri simili, che insieme a noi possono fare migliore questo mondo o semplicemente, senza volerlo sempre criticare, goderselo per quello che è? Abbiamo poi la natura, nemica e amica, che ci fa compagnia, se solo sappiamo cogliere quello che ci da a piene mani, senza egoismo e le giornate possono essere fredde, calde, soleggiate, nebbiose, oggi nevose e noi abbiamo sempre da lamentarci (anche oggi sentivo dire: uffa! questo tempo non lo sopporto proprio!) ma, se ci fosse sempre il sole, saremmo capaci di godercelo come quando ci viene a mancare per un po’?

Secondo me l’uomo è un po’ cieco, cioè non vede che avanti così non si può andare, le risorse calano, il mondo si impoverisce e noi, cosa guadagniamo con questo sistema? Un’auto più grande, un vestito in più, una vacanza che dimentichiamo appena rientrati alla normalità o al massimo ci fa rimpiangere che sia finita? Forse sarò un’illusa e forse faccio presto io a dare ricette dalla mia tranquilla posizione, ma veramente spero che ci siano sempre più persone che abbiano voglia di tornare alle cose semplici e riscoprano il valore di cose che non hanno prezzo: l’umanità, la natura, l’amore, la bellezza, la vita.

Caterina Regazzi

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