Gianluca Ferrara: “E-book invenzione asettica per cancellare definitivamente il gusto di leggere….”

Ante Scriptum

Ho ricevuto la lettera che segue tramite l’amico Nicholas Bawtree ed in effetti debbo dire che sono d’accordo con l’angolazione visuale del tema trattato.

Una volta si diceva “mangiarsi un libro…” ed in verità da ragazzo letteralemente mangiucchiavo gli angoli dei libri per maggiormente assorbirne il significato, infatti i miei libri sembravano “letti” dai topi. Ammetto che l’informazione possa assumere forme diverse, forse anche utili e necessarie, ma non potrei mai rinunciare ad un buon libro di carta stampata da tenere al fianco del letto e da leggere con attenzione prima di addormentarmi. Per me, che non ho la televisione, leggere non è solo un rito ma anche un modo  di “stare assieme”… L’oggetto libro, con la sua particolare forma, con le sue immagini, il tipo di carta e di stampa, odore, etc. è essenziale per farmi sentire presente nel posto in cui sono durante l’azione svolta. La lettura in questo caso non è astrazione, cioè un fatto puramente visivo, ma una forma di concentrazione fisica che comprende anche momenti di compenetrazione dell’ambiente circostante ed anche una certa sensibilità organica…. Nel mio bagaglio da viaggio non manca mai un libro!

Paolo D’Arpini

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Ed ora ecco la lettera ricevuta:

“Nell’e-book io vorrei che si salvasse la possibilità di bagnarsi il dito, che è fondamentale, una soddisfazione orale che risale all’infanzia (…) Non sperate di liberarvi dei libri!”            (Umberto Eco)

Ciao a tutte/i,  in questi giorni riflettevo e mi domandavo, ma siamo sicuri che sia auspicabile, specie per noi piccoli editori, l’avvento di questi e-book? 

Questa mi sembra l’ennesima “imposizione” commerciale. Siamo sempre così supini ad accogliere le decisioni delle multinazionali quasi fossero  verbo di Dio. Si dice: “Il mondo va così”, “è il futuro che avanza…” Io penso, invece, che il futuro siamo noi, e lo costruiamo noi. Farlo decidere passivamente dai soliti grossi gruppi economici  mi sembra, specie per il lavoro che facciamo, triste.

Prima di tutto, ciò che non mi piace è l’idea che stiamo dirigendoci verso una società sempre più asettica, senza tatto, senza contatto, senza più forme di affettività. Sarò pure un romantico, ma ogni libro  mi suscita un ricordo, come, per esempio, quello di Duchrow (Alternative al capitalismo globale, EMI) che, sulla spiaggia, fu completamente bagnato da un’onda “anomala”. Fosse stato un e-book sarebbe stato da buttare, invece, il mio libro, odora ancora di mare. 

Provate poi  ad immaginare che tristezza potrebbe essere per uno scrittore fare una presentazione, la dedica dove la farebbe? Ma dove farebbe poi la stessa presentazione se le librerie diventassero superflue? E il piacere di prestare (ma anche regalare) un buon libro? Alle fiere cosa verrà esposto? E il Book Crossing? Ad un seccatore che gli lanceremmo un e-book? Questo è veramente il futuro che vogliamo?

Gli ambientalisti dell’ultima ora ci dicono che sarebbe importante per tutelare gli alberi. Questo si potrebbe superare utilizzando carta riciclata e magari evitare di pubblicare certi libri di cui forse se ne potrebbe fare a meno. Ma ciò che vi domando e mi domando: anche per gli e-book accadrà ciò che è avvenuto per i telefonini? il Congo è stato devastato dalle guerre causate dalle multinazionali per accaparrarsi il tantalio che serve per farli funzionare! Costruire milioni di questi aggeggi, che impatto ambientale e sociale avrebbe?

Mi domando, e vi domando poi: ma l’avvento di questi oggetti non creerebbe (mi riferisco ai paesi in via di sviluppo) un ulteriore gap tra chi può accedere alla cultura e chi no? Ricordate le immagini di quei ragazzi africani che, pur di studiare, trascorrevano per strada sotto un lampione la nottata con un libro in mano? Non penso che a loro sarà possibile acquistare degli e-book…

Per una piccola casa editrice (ma anche per un libraio indipendente) un futuro senza libri, molto probabilmente, significherebbe essere tagliata fuori, vediamo già cosa accade con la grande distribuzione libraia… I grossi nomi schiaccerebbero tutto… Del resto temo che l’obiettivo sia proprio quello di creare degli oligopoli che possano poi gestire, ancor più di oggi, la conoscenza.

Per non trattare l’argomento della pirateria. Sarà che sono di Napoli dove su certe bancarelle già si possono comprare i film prima che escano al cinema, ma la questione è seria. Un editore in che modo sarebbe veramente protetto?

Gli e-book potrebbero essere accettati positivamente in alcuni contesti scolastici (ovviamente li escluderei dalle scuole elementari, dove il tatto e i colori sono ancora importanti, almeno spero …), ma affiancati ai libri! 

So che in tanti la pensano come me … (a partire dai lettori, grazie a Dio! Anche se le pressioni a creare nuovi stili sono forti). Il mio è prima di  tutto  un invito alla riflessione alla comprensione e alla non accettazione passiva e dogmatica. Non facciamoci travolgere “da questo futuro”, il futuro, come detto, lo costruiamo noi e occorre diffidare da chi vuole farci pensare che non lo si possa cambiare!

Buona lettura!

Gianluca Ferrara – Edizioni Creativa <info@edizionicreativa.it>

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