Archivio di novembre 2009

Calcata. Capodanno 2009 – 2010: La notte dedicata alla Luna, né di qua né di là, né Lilith né Eva, né passato né futuro… insomma è “La notte senza Tempo!”

Nella mitologia matristica, come pure nei riti della natura,  si parla del duplice aspetto femminile, quello della Luna Piena e quello della Luna Nuova. Entrambi sono importanti e significativi. La luna Piena, equiparata ad Eva,  simboleggia  il femminile benevolo, che consola e nutre, mentre quella Nuova, rappresentata da Lilith,  è effigie di assenza, quindi raffigura l’aspetto terrifico della Dea…

Eppure se vogliamo ottenere risultati nella conoscenza dei cicli naturali, dei periodi fecondi e di quelli sterili, dei momenti di dolcezza  e  di quelli amari -in definitiva “del bene e del male”- non possiamo scansare Lilith e nemmeno Eva. Entrambi questi aspetti del Femmineo Sacro sono compartecipi portatori di vita e di continua trasformazione.

Stavolta il consueto rito di fine anno, da noi chiamato “La Notte senza Tempo”, ricorre il giorno successivo alla luna piena…  potremmo dire che è ancora intera eppure una sua piccola strisciolina  comincia ad oscurarsi. Significa che il processo si inverte, dal pieno si va verso il vuoto. Quindi il momento è particolarmente indicato a far spazio dentro di noi per accettare ciò che non sarà più presente… Ora  il disco é pieno ma  da questo momento  inizia l’avanzata del vuoto. Stanotte, se il cielo è stellato non potremo far a meno di notare la rotondità confortante della Luna…  ma sappiamo che non durerà…. Andiamo da Eva a Lilith..  e dal punto di vista biblico Lilith è la parte oscura di Eva, la donna che non si sottomette all’uomo….
Meditiamo….

Programma: “La Notte senza Tempo” – 31 dicembre 2009 / 1 gennaio 2010

h. 17 – Appuntamento al Circolo Vegetariano in Via del Fontanile s.n.c. – Calcata -  per la preparazione dei sentieri e delle grotte, raccolta di arbusti secchi, etc.

h. 20 – Convivio al Circolo con le pietanze vegetariane da ognuno portate, scrittura dei pensierini di buon auspicio e di buon proposito. Quelli “belli” verranno letti pubblicamente e consegnati per la pubblicazione nel nostro sito, quelli brutti li metteremo in saccoccia per portarli con noi durante il percorso notturno e caricarli di buona volontà emendatrice.

h. 22 – Partenza nella notte buia in qualsiasi condizione atmosferica, portare abiti comodi e caldi, torcia elettrica a dinamo, candele, etc. Venire preparati al peggio!

h. 00 – Arrivo senza  tempo né luogo.

Al ritorno,  a qualsiasi ora sia, ritiro nella grotta della Madre Terra nel Tempio della Spiritualità della Natura, accensione del fuoco sacrale nel quale gettare i foglietti con i pensierini “purificati”. Meditazione finale con canto di mantra.

Chi lo desidera potrà trascorrere la notte nel Tempio, portare sacco a pelo.

Prenotazione obbligatoria:

Tel. 0761-587200 – circolo.vegetariano@libero.it

Attenzione la manifestazione è gratuita e non è coperta da assicurazione  infortunistica,  ogni partecipante lo fa a suo rischio e pericolo.  Al termine chi lo desidera potrà lasciare un contributo volontario per il Circolo VV.TT.

Paolo D’Arpini

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“Eolico pesante e dannoso… arriva la sindrome da turbina” – Alcuni scienziati riconoscono la pericolosità per la salute degli impianti industriali di produzione elettrica con il vento

Mentre sempre nuovi fronti si aprono per l’emergenza ambientale: carenza di  acqua potabile, allevamenti industriali ed OGM, effetto serra, inquinamento atmosferico,  rischi di polluzione atomica, etc.  sono costretto a tornare al problema dell’eolico pesante, un argomento che qui nella provincia di Viterbo fa molto discutere, soprattutto per la tignosità con cui alcuni sindaci insistono nel voler creare “parchi eolici” industriali. Avviene a Piansano, nella zona lacuale di Bolsena ma pure nell’Agro Falisco. Un amico di Faleria mi scrive: “Il sindaco Pierluigi Bianchi intende proseguire con il progetto eolico su Monte dei Porcari ed altre porcate… dobbiamo attivarci per fermare lo scempio…” .

Purtroppo non ho la bacchetta magica e non posso obbligare nessun sindaco a fare marcia indietro su progetti devastanti,  e d’altronde anche qui a Calcata abbiamo lo stesso problema….  Nel frattempo  nell’Agro Falisco si è venuta a creare anche un’altra emergenza per il progettato impianto a biomasse (ai confini di Civita Castellana), mentre non si sa ancora che fine faranno le discariche avvelenate nelle ex cave dimesse (Capranica, Fabrica, etc.).

Siamo messi molto male…. Forse, sul piano dell’eolico pesante,  una piccola mano può venire dalla comunicazione che mi ha inviato oggi Oreste Rutigliano di Italia Nostra, relativa ai danni fisiologici che deriverebbero per la salute umana in seguito alla vicinanza alle mega-pale… Il rischio per la salute riguarda soprattutto i bambini: attacchi di panico, cardiopatie ed anomalie dello sviluppo cerebrale sono le conseguenze dell’eolico industriale ravvicinato.

“Per chi vive vicino a una centrale eolica aumentano le probabilità di malattie cardiovascolari, attacchi di panico ed emicrania…”  Lo rivelano ricercatori americani, che hanno anche ‘battezzato una nuova malattia: la sindrome da turbina eolica, che annovera fra i sintomi ronzii continui nelle orecchie, vertigini, insonnia.

Non solo. Secondo Nina Pierpoint, pediatra newyorkese che ha coordinato l’equipe di ricercatori, i bimbi che vivono vicino a questi impianti affrontano notti popolate da incubi, ma soprattutto rischiano ritardi e anomalie nello sviluppo cerebrale. Lo studio, durato 5 anni, ha analizzato i rischi per la salute degli abitanti vicino a centrali eoliche in Usa, Gran Bretagna, Canada, Irlanda e Italia. Nel nostro Paese è il Centro-Sud la terra dell’eolico: degli oltre 1.700 MW di energia dal vento installati in Italia, più di 1.200 MW, con 2.300 turbine eoliche, sono prodotti in Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia… ed ora arrivano anche nel Lazio.

Ebbene, secondo l’equipe Usa, le turbine che trasformano il vento in energia elettrica hanno effetti nocivi perché i suoni a bassa frequenza emessi interferiscono con il sistema vestibolare dell’orecchio, che controlla il nostro senso d’equilibrio. Queste frequenze, troppo basse per essere percepite dall’orecchio umano, causano un insieme di sintomi che la pediatra definisce “disturbi vestibolari vibratori visceralì” (Vvvd). Le conseguenze sono tremore, nervosismo, paura, impulso incontrollato a scappare, senso di costrizione al petto, tachicardia.

Il rumore può anche danneggiare lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi. Non tutti gli abitanti vicini a un parco del vento sono suscettibili alla sindrome delle turbine eoliche, precisa Pierpoint, aggiungendo però: «Non c’è dubbio che infrasuoni, ultrasuoni e vibrazioni causino i sintomi evidenziati da questa ricerca, anche se l’industria eolica tenterà di screditare i risultati. Per anni i colossi del tabacco hanno negato i danni alla salute». La ricercatrice chiede che i nuovi parchi del vento vengano costruiti ad almeno 2 chilometri di distanza dalle abitazioni.

Lo studio sarà pubblicato da K-Selected Books”. Spero che i sindaci della Tuscia abbiano il tempo di leggerselo prima di inventarsi nuove distruttive armi  contro la salute pubblica… Tra l’altro trovo che l’unico modo per soddisfare le esigenze  prospettate nello studio statunitense sarebbe di istallare le mega-pale lungo i percorsi autostradali dove le abitazioni sono pressoché inesistenti, oppure nelle aree industriali  non in prossimità degli abitati. 

Paolo D’Arpini

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Vegetarismo in chiave politica ed ecologica – Gli umani sono già 7 miliardi, come poter sopravvivere sul pianeta Terra? Semplice, diventando tutti vegetariani…

GLI ANIMALI DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI MANGIANO IL GRANO DEI POVERI DEL TERZO MONDO. MA PRESTO DOVREMO SCEGLIERE TRA NUTRIRE UOMINI O ANIMALI DA MACELLO.  

LA SITUAZIONE: Nel 1800 la popolazione mondiale era di 900 milioni di individui; nel 1900 di 1,6 miliardi, nel 2000 di 6,5 miliardi; nel 2025 si presume che vi saranno 10 miliardi di individui. Di fronte all’inarrestabile incremento demografico il genere umano sarà costretto ad attuare una scelta dalla quale può dipendere la sua stessa sopravvivenza: continuare a produrre alimenti per ingrassare gli animali oppure produrre cibo per gli esseri umani? Gli scienziati sono concordi nel dire che è tecnicamente possibile nutrire tutta l’umanità (a patto che questa sia vegetariana)e che la fame nel mondo non è una questione di produzione ma di distribuzione delle risorse. Infatti il pianeta fornisce cereali a sufficienza per dare ad ogni essere umano una razione quotidiana di 3000 Kcal e circa il doppio dei suoi bisogni ottimali di proteine. Chi non dispone di 2000 Kcal soffre di sottonutrizione. La demografia esplode nel terzo mondo mentre regredisce nei paesi industrializzati e questo fa capire che il futuro dell’umanità appartiene ai paesi emergenti.

Le eccedenze alimentari agricole americane costituiscono l’indispensabile risorsa per le popolazioni affamate e per mantenere la pace nel mondo. Ma gli USA potranno sempre servirsi dell’arma alimentare per richiamare all’ordine un paese amico che fosse tentato di virare al rosso. I paesi del 3° Mondo dipendono da quelli ricchi per una parte sempre maggiore del loro approvvigionamento di derrate alimentari: il 60% degli aiuti alimentari nel terzo mondo vengono dagli stati Uniti, poi dall’Unione Europea e dal Canada. Ma il nord non può nutrire indefinitamente un sud la cui popolazione continua a crescere e di distruggere il suo ambiente naturale con l’eccessivo sfruttamento dei suoli. Inoltre, questo sistema aumenta la dipendenza alimentare, crea una mentalità di assistiti e modifica radicalmente le abitudini alimentari degli stessi assistiti: il prezzo molto basso di grano importato scoraggia il consumo e la produzione di cereali tradizionali locali, come il mais, il miglio, l’avena ecc.

Per nutrire 10 miliardi di individui bisogna dar vita ad una nuova società economa di energia ma soprattutto con profonde modifiche sul piano delle abitudini alimentari, sia nei paesi ricchi che in quelli poveri. La generalizzazione del sistema vegetariano risulta essere il solo ed unica possibile soluzione applicabile subito e con beneficio per tutti. Ostinarsi a tenere in vita il regime onnivoro è un suicidio e una follia individuale oltre che collettiva; infatti occorrono 7 calorie vegetali per produrre una sola caloria animale: questo vuol dire che in un mondo affamato, nella produzione dell’alimento carneo 6 calorie vanno perse: Un ettaro di terreno utilizzato per la coltura della soia produce 28 volte più proteine (di alto valore biologico) che se fosse utilizzato per l’allevamento bovino.

Di fronte a questa preoccupante prospettiva presto l’umanità dovrà scegliere questa strada, perché non vi è altra strada da scegliere: l’umanità del futuro sarà vegetariana o non sarà affatto. L’elaborazione di un nuovo progetto di società diventa imperativo. Infatti quando le materie prime e l’energia scarseggeranno, il che è inevitabile, si bloccherà il meccanismo della società dei consumi.

Il controllo demografico del pianeta è una condizione sine qua non alla restaurazione di un equilibrio ecologico ormai compromesso su scala mondiale.

LO SPRECO DI RISORSE. Di fronte ai crescenti bisogni alimentari del terzo mondo non è più possibile consentire l’enorme spreco di cerali destinati agli animali d’allevamento, infatti questi consumano il 40% della produzione cerealicola mondiale e a questi si aggiungono le farine di pesce, di carne, di latte, di panelli di soia, di arachidi, di girasole ecc. Nell’allevamento intensivo la produzione di carne causa uno spreco insostenibile: il rendimento medio è solo del 10%. Secondo il dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti ci vogliono 16 kg di miscugli di cereali e soia per ottenere un solo kg di carne bovina; 6 kg per un kg di maiale, 4 per un kg di tacchino, 3 per produrre un kg di pollo o di uova. Sarebbe dunque molto più ragionevole, razionale, vantaggioso, produrre cereali invece che carne al fine di nutrire l’umanità: ma lo scopo dei produttori di alimenti non é questo. L’agricoltura americana non può essere presa a modello perché la sua generalizzazione su scala mondiale assorbirebbe l’80% dell’energia ora consumata nel mondo: costituirebbe una minaccia per l’intero pianeta e rovinerebbe finanziariamente il terzo mondo. Nei paesi dell’OCSE la maggior parte delle produzioni vegetali sono destinate all’alimentazione animale: solo il 20% dell’energia consumata nel settore agricolo è impiegata per la produzione di vegetali consumati direttamente dall’uomo.

I RESPONSABILI. Questa situazione ha tre cause principali: l’esplosione demografica, la crescente concentrazione di ricchezze nelle mani di pochi privilegiati (in Colombia il 66% delle terre coltivabili appartiene al 3,6% dei proprietari, in Argentina il 75% appartiene all’1,8%) e la corruzione dei dirigenti politici del terzo mondo che trascurano la produzione di alimenti tradizionali adatti all’alimentazione del loro popolo per favorire investimenti orientati verso merci di lusso destinate all’esportazione. Le classi al potere frenano le riforme e incoraggiano solo miglioramenti tecnologici; gli affamati non sono rappresentati a livello politico, sono gli affamatori che parlano per loro. La maggior parte dei paesi in via di sviluppo (sotto la costante pressione delle multinazionali agroalimentari e zootecniche, allettate dai forti interessi economici e di appoggi politici) opta per la produzione di derrate redditizie, destinate all’esportazione. Così i contadini sono costretti ad estendere sempre più le superfici destinate alle monocolture per poter pagare le importazioni di cereali e le aree destinate alla coltivazione di derrate alimentari umane si restringono sempre più. Per l’insopportabile indebitamento molti contadini, specialmente dell’India, arrivano al suicidio. Inoltre: l’aiuto alimentare internazionale soffre di mancanza di coordinamento e di onesti obiettivi.

AUMENTO DEL COSTO DELL’ ENERGIA: L’enorme costo energetico degli allevamenti intensivi li renderà sempre meno competitivi rispetto agli allevamenti classici a causa del costante aumento del costo di energia. I settori più minacciati sono quelli delle produzioni animali e delle produzioni sotto serra. I trasporti degli alimenti a grandi distanze in un futuro non saranno più possibili. Dopo l’esaurimento delle fonti di energia non rinnovabili, la carne diventerà un prodotto raro e caro, accessibile solo alle persone abbienti. Anche il ritorno all’allevamento tradizionale farà aumentare il prezzo della carne. Gli ultimi amatori della carne accetteranno di pagarla a caro prezzo. A causa degli alti costi, la produzione di carne diminuirà in ogni paese del mondo e questo provocherà una inevitabile crisi delle industrie della carne e una conversione dei terreni ora adibiti a pascolo.

LE POSSIBILI SOLUZIONI. La semplice soppressione degli allevamenti in batteria non basterà a nutrire l’umanità e il Terzo Mondo: occorre ridurre la pratica dell’allevamento sotto ogni forma, perché gli animali saranno sempre in competizione con l’umanità in un pianeta le cui risorse sono limitate e destinate presto a finire. Non è solo questione di carburanti alternativi ma di un modello basato sulla riduzione delle risorse utilizzate e soprattutto di fermare l’incremento demografico e uniformarsi a stili di vita compatibili con le possibilità del nostro pianeta. Una logica inesorabile ci dice che a mano a mano che aumenta il numero dei conviviali occorre ridurre la parte di ognuno. Quando le porzioni raggiungeranno la soglia minima vitale ci sarà tensione, violenza e guerra.

Se i paesi industrializzati riducessero gli allevamenti non dovrebbero più importare tanti alimenti per il bestiame di provenienza dai paesi de Terzo Mondo: questi ultimi dovrebbero orientare necessariamente la loro produzione verso alimenti destinati direttamente all’uomo. Il prezzo della terra nei paesi in via di sviluppo si ridurrebbe e i piccoli agricoltori potrebbero tornare all’agricoltura tradizionale e sarebbero in grado di nutrire se stessi e le loro famiglie. Ma numerosi speculatori perderebbero molto denaro.

Per motivare il contadino a lavorare di più e a spendere di più per la sua agricoltura sarebbe necessario eliminare i vari ostacoli, che sono di natura politica, socio-culturale ed economica quali: mancanza di libertà politica; mancanza di emancipazione contadina; mancanza di trasporti adeguati; mancanza di una politica fiscale inadeguata; eliminare le zone controllate da guerriglieri, le divisioni razziali, l’instabilità politica, la burocrazia farraginosa. Queste sono le principali problematiche che spingono i contadini ad abbandonare le colture tradizionali per orientarsi verso la produzione di derrate alimentari destinate alle classi medie e ricche delle zone urbane.

Quindi occorre:

- istituire un’Autorità Alimentare Mondiale che possa incoraggiare la produzione di alimenti umani e che possa acquistare le eccedenze di cereali e panelli per distribuirli ai più poveri;

- colpire con pesanti tasse i prodotti animali e derivati per prevenire malattie pletoriche nei paesi ricchi e malattie da carenza in quelli poveri;

- frenare l’esplosione demografica;

- mettere temine allo sfruttamento anarchico delle terre del Terzo Mondo e alla deforestazione;

- garantire la sicurezza del possesso della terra ai contadini;

- lotta efficace contro la speculazione;

- intraprendere negoziati diretti tra Paesi produttori e consumatori.

Più aumenterà il numero dei vegetariani e più i politici si sentiranno sollecitati a proporre leggi che favoriscano l’abbandono della produzione dell’alimento carneo per aderire all’unico possibile: quello vegetariano.

Spunti tratti dal libro di Jacqueline Andrè “Sette miliardi di vegetariani” Giannone Editore.

Franco Libero Manco

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Approvato l’Art. 15: l’acqua adesso è cosa privata! – “La battaglia non si ferma: andremo avanti nei territori e a livello nazionale” – Comunicato Stampa del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

 

Oggi con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui Art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.

Il Governo impone per decreto che i cittadini e gli Enti Locali vengano espropriati di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Ciò avviene sotto il falso pretesto di uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Commissione Europa mentre non esiste nessun obbligo e le modifiche introdotte per sopprimere la gestione “in house” contrastano con i principi della giurisprudenza europea. Nonostante sia oramai sotto gli occhi di tutti che le gestioni del servizio idrico affidate in questi ultimi anni a soggetti privati, sperimentate in alcune Provincie Italiane o a livello europeo abbiano prodotto esclusivamente innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti e un aumento costante dei consumi, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzioni dei costi.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è sceso da subito in campo per contrastare questo provvedimento con la campagna nazionale “Salva l’Acqua” verso la quale si è registrata un’elevatissima adesione.

Ad oggi abbiamo consegnato al Presidente della Camera 45.000 firme a sostegno dell’appello che chiedeva il ritiro delle norme che privatizzano l’acqua.

Inoltre, migliaia di persone hanno manifestato il proprio dissenso e contrarietà all’Art.15 in un presidio svoltosi lo scorso 12 Novembre a Piazza Montecitorio e in varie mobilitazioni territoriali, migliaia di persone hanno inviato mail ai parlamentari per chiedere di non convertire in legge il decreto 135/09, molte personalità hanno espresso da una parte la loro indignazione e dall’altra il loro sostegno alla campagna.

In questi giorni è cresciuta nella società la consapevolezza che consegnare l’acqua al mercato significa mettere a rischio la democrazia. Nonostante questa mobilitazione della società civile e degli stessi Enti locali, il Governo ha imposto il voto di fiducia e non accoglie le richieste e le preoccupazioni espresse anche molti Sindaci di amministrazioni governate da maggioranze di differenti colori politici.

Come Forum dei Movimenti per l’Acqua siamo indignati per la superficialità con cui il Governo, senza che esistessero i presupposti di urgenza, ha voluto accelerare la privatizzazione dell’acqua.

A questo punto siamo convinti che la contestazione dovrà essere ricondotta nei territori, per chiedere agli Enti Locali che si riapproprino della podestà sulla gestione dell’acqua tramite il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e nel contempo di sollecitare le Regioni ad attivare ricorsi di legittimità nei confronti del provvedimento.

Queste percorsi di mobilitazione sono percorribile così come dimostrano le delibere approvate dalla Giunta regionale pugliese, dalle tante delibere approvate dai consigli comunali siciliani e nel resto d’Italia, da ultimo quello di Venezia.

Il popolo dell’acqua continuerà la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico assumendo iniziative territoriali e nazionali volte a superare l’Art. 15 del decreto legge.

Come Forum dei Movimenti, chiediamo a tutta la società civile di continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni sui territori ed invio di messaggi a tutti i partiti, ai consiglieri comunali provinciali e regionali, ai parlamentari locali

A Sindaci ed agli eletti chiediamo di dar vita nelle rispettive istituzioni a prese di posizioni chiare che respingano la legge e di dar vita a iniziative di protesta nelle istituzioni stesse.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Con l’adesione del Circolo  Vegetariano VV.TT. di Calcata

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=acqua+bene+pubblico+

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Rete Bioregionale Italiana – Da Stefano Panzarasa alcune utili proposte per l’incontro straordinario di Pratale del 27, 28 e 29 novembre 2009

Care amiche e cari amici della Rete,  prendendo spunto dalle parole di Giuseppe relative a questo incontro straordinario da Etain:

(…) “riterrei opportuno questo incontro, una sorta di punto sulla nostra anche se breve storia comune: com’era, com’è nel presente, e come vogliamo che sia nel futuro…”

vorrei mettere all’ordine del giorno questi punti che a me paiono molto importanti, nell’idea che la Rete Bioregionale Italiana possa essere sempre più un riferimento per chi crede in una società orientata ecologicamente e basata sui principi della pace, uguaglianza, condivisione, compassione e solidarietà, nello spirito del bioregionalismo e dell’ecologia profonda:

1) Revisione condivisa del Manifesto della Rete a circa 15 anni dalla sua prima stesura.

2) Sostegno e/o partecipazione della Rete a campagne o iniziative che prevedano (per le popolazioni occidentali) la riduzione del consumo della carne, la scelta vegetariana e quella vegana, in linea con la moderna ricerca ecologica e scientifica e le problematiche relative al pianeta, agli animali e alla salute umana secondo lo spirito del bioregionalismo e dell’ecologia profonda.

3) La spiritualità e il sacro nel bioregionalismo e nella pratica quotidiana.

4) Modalità di partecipazione dei componenti della Rete alla produzione e promozione della traduzione del libro di Gary Snyder come richiesto da Giuseppe (il curatore) nella lettera allegata all’ultimo Lato Selvatico.

5) Partecipazione condivisa al blog della Rete (che a oggi è arrivato al buon risultato di 28.462 accessi totali, con una recente media di circa 900 accessi al mese nonostante i pochissimi inserimenti che vi vengono fatti).

Un caro saluto,  Stefano Panzarasa

…….

 Annotazione - Chi è interessato a partecipare all’incontro e vuole accompagnarmi, anche solo per il giorno 29 novembre, può telefonarmi allo 0761/587200,  oppure scrivermi  qui sul sito alla voce “contatti”. Grazie, Paolo D’Arpini

Note aggiunte:

http://saul-arpino.blogspot.com/2009/10/il-giornaletto-di-saul-del-7-ottobre.html

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/29/alessandro-curti-fa-unanalisi-incruenta-ma-critica-sulla-condizione-presente-della-cosiddetta-rete-bioregionale-italiana/

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ecologia+profonda+spiritualit%C3%A0+laica

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