Archivio di settembre 2009

“Basta acqua ai poveri..” – Ovvero: modifiche all´art. 23 bis, servizio idrico, legge per legge, cavillo per cavillo, minuto per minuto… con regolamento attuativo da approvare entro il 30 settembre 2009 e Confindustria gode…

Cari amici,

provo in queste poche righe a dare una prima lettura parziale e a fare alcune prime considerazioni personali sulle modifiche apportate il 9 settembre 2009 dal Consiglio dei Ministri all´art. 23 bis della Legge 133/08.

Con una premessa “politichese” i cui contorni sono ancora da comprendere.

Infatti, mentre sembrava che l´art. 23 bis fosse ormai stato abbandonato in funzione di una riforma più complessiva della gestione dei servizi pubblici locali, ad agosto è  il Ministro dell’Economia Tremonti a intervenire sulla materia con l´art. 19 della Legge  n. 102 del 4/8/2009 che in estrema sintesi : a) estende alle SPA a totale capitale pubblico e alle SPA miste gli stessi vincoli gravanti sugli enti locali relativamente alle assunzioni di personale e b) assoggetta le stesse al patto di stabilità previsto per gli enti locali (con regolamento da approvare entro il 30 settembre 2009).

Di fronte a questo recente intervento del Ministero dell’Economia, risulta decisamente singolare l´improvviso risveglio del Ministro agli Affari Regionali Fitto che, a poco più di un mese di distanza, fa approvare (in accordo stretto, così dice, con il Ministro Calderoli) le modifiche all’art. 23bis.

Cosa sta dunque succedendo nei blocchi di potere interni al governo e alla maggioranza?

A quali blocchi di potere corrisponde la competizione Tremonti/Fitto?

Il via libera leghista ha a che fare con le prossime candidature alle Presidenze regionali?  Non lo sappiamo, per ora.

Ma veniamo al merito di quello che NON è il regolamento attuativo dell’art. 23 bis (da emanare entro il 31/12/2009) bensì un “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica” (inserito come art. 15 in un Decreto legge per l´adempimento degli obblighi comunitari).

Una prima parte di modifiche riguarda gli affidamenti dei servizi pubblici locali.

In particolare, si indicano, come vie ordinarie di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica,l´affidamento degli stessi attraverso gara o l´affidamento degli stessi a società mista, in cui il socio privato sia scelto attraverso gara, possieda non meno del 40% e sia socio “industriale”.

L´eccezione -ovvero la gestione attraverso SpA a totale capitale pubblico- può avvenire solo in condizioni straordinarie, che abbisognano del parere preventivo dell’Autorità garante della concorrenza  e del mercato (da emettere entro 60 giorni dalla richiesta, con silenzio-assenso), e a  patto che la SpA rispetti le caratteristiche “in house” previste dall’ordinamento comunitario (controllo analogo e prevalenza dell’attività territoriale).

Su questa prima parte si può dire che le modifiche rispetto all’art. 23bis sono :

a)      l´inclusione delle società miste tra le gestioni ordinarie;

b)      la necessità, per le deroghe d gestione, di un pere preventivo da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato;

Una seconda parte di modifiche riguarda il regime transitorio.

In questo senso, mentre l´art. 23bis , stabiliva la cessazione di tutti gli affidamenti effettuati senza gara (ad eccezione di quelli in deroga) entro il 2010, le nuove norme stabiliscono con precisione i termini di scadenza per ciascuna tipologia, ovvero :

a)      entro il 2010 decadono gli affidamenti a SpA in house che non rispettano la normativa comunitaria (controllo analogo e prevalenza territoriale dell’attività); gli affidamenti a società miste nelle quali il socio privato non è stato scelto con gara; mentre, e ovviamente, si devono adeguare gli Ato che non hanno ancora provveduto ad affidare il servizio;

b)      entro il 2011 decadono tutti gli affidamenti a SpA in house (anche se rispettano la normativa comunitaria) e gli affidamenti a società miste, nelle quali, pur essendo stato scelto il socio privato con gara, questi non è un soggetto “industriale” ;

c)      entro il 2012 decadono tutti gli affidamenti a SpA quotate in Borsa, nelle quali la partecipazione pubblica non sia nel frattempo scesa al 30%

Si stabilisce inoltre che solo le SpA miste con scelta corretta del socio privato e le SpA quotate in Borsa possano svolgere attività in territori diversi da quello di appartenenza.

In questa seconda parte, si può dire che a fronte di una sostanziale proroga dei termini di cessazione delle gestioni, si definiscono con più precisione alcuni elementi :

a)      la fine delle gestioni attraverso SpA in house (quelle che non rispettano la normativa comunitaria entro il 2010, le altre comunque entro il 2011);

b)      la fine della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SpA quotate in Borsa (deve obbligatoriamente scendere al 30% entro il 2012).

Infine il decreto sposta l´approvazione del Regolamento attuativo dell’art. 23 bis a fine dicembre 2009 e riafferma che, con l´approvazione di tale regolamento, le SpA in house saranno soggette  al patto di stabilità interno.

Alcune prime considerazioni.

E´ evidente come riprenda slancio la spinta privatizzatrice di questo Governo.

D´altronde, i ripetuti appelli di Confindustria, perché si mettessero a disposizione delle imprese i servizi pubblici locali come fonte di guadagno assicurato in tempi di crisi, non poteva restare inascoltato.

La spinta privatizzatrice si evidenzia anche nel fatto che la nuova normativa non riguarda solo il servizio idrico -cui era interamente dedicato (bontà loro) l´art. 23bis- bensì norma tutti i servizi pubblici locali (anche energia, gas, rifiuti e trasporto urbano).

E´ inoltre chiaro come l´attacco sia soprattutto diretto ad aumentare esponenzialmente la presenza dei privati nella gestione dei servizi pubblici locali, azzerando le gestioni attraverso SpA a totale capitale pubblico (per spingere i Comuni alla gara) e riducendo in maniera verticale le partecipazioni pubbliche a SpA quotate in Borsa (anche perché lì è chiaro anche ai ciechi come a decidere siano i poteri finanziari).

Il recupero delle società miste tra le gestioni ordinarie si deve invece motivare con il forte blocco di potere storicamente espresso dalle stesse, e di cui il governo non poteva non tenere conto (si pensi solo alla Toscana).

Si tratta quindi di un attacco generalizzato ai beni comuni e ai servizi pubblici, che deve essere respinto con una forte mobilitazione.

Ogni medaglia ha comunque il suo rovescio e alcune riflessioni credo possano rafforzare il percorso finora compiuto dal movimento per l´acqua.

Perché appare ogni giorno più evidente come, con quest´ulteriore attacco diretto dei privatizzatori, siano progressivamente venute meno tutte le motivazioni che in questi anni hanno prodotto la trasformazione delle gestioni dei servizi pubblici locali attraverso la nascita delle SpA.

Infatti, con il combinato disposto di questa normativa e dell´art. 19 della Legge 102/09 (Tremonti), decade la motivazione per cui, attraverso le Spa, gli enti locali potevano bypassare i vincoli alle assunzioni di personale e il patto di stabilità interno.

Con l´attacco quasi definitivo alle SpA a totale capitale pubblico, decade la motivazione per cui la loro istituzione serve ad arginare l´ingresso dei privati.

Con la caduta verticale della partecipazione pubblica nelle società quotate in Borsa, si rende manifesta l´insussitenza di un qualsiasi controllo pubblico nella gestione dei servizi pubblici locali, quando sia partecipata da soggetti privati (come del resto, le pur salvaguardate gestioni a capitale misto hanno ampiamente dimostrato in venti anni di realtà).

L´attacco è dunque pesante ma la dimensione dello stesso credo renda ancor più evidente come l´unica possibilità per i movimenti e gli enti locali che non vogliano farsi sottrarre l´acqua e il servizio idrico, sia esattamente la sottrazione dello stesso alla dimensione delle SpA, la ripubblicizzazione dello stesso attraverso gli enti strumentali comunali e consortili, la riappropriazione sociale dello stesso attraverso la partecipazione popolare.

E se l´art. 15, approvato ieri, s´intitola significativamente “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica”, credo che il primo passo sia proprio quello di ottenere dagli enti locali -titolari del servizio- atti che sottraggano a questa normativa il bene acqua, dichiarandola bene comune, e il servizio idrico, dichiarandolo “privo di rilevanza economica” perché colmo di rilevanza sociale, ambientale e culturale.

Insomma, l´attacco è forte e conseguente alle politiche governative.

Ma la strada intrapresa dal movimento per l´acqua può rappresentare non solo l´argine, bensì soprattutto l´inversione di rotta.

A patto che tutte/i assieme sappiamo costruire un movimento ancor più capace di diffusione, di radicamento territoriale e di inclusione, per costruire nuova massa critica e adeguati rapporti di forza.

E´ una battaglia aperta: abbiamo le menti e i cuori per affrontarla?

Marco Bersani (Attac Italia)

 

………….

 

Primo commento ricevuto:

Preparatevi ad un altra Cochabamba.

Con questo voglio dire che in Bolivia, leaders sindacali (ben diversi da quelli italiani) iniziarono una lunga lotta contro la privatizzazione dei servizi idrici, lotta che poi ha portato Evo Morales a presiedere la Bolivia.

Posso solo dirvi che almeno qui in Svizzera, pur avendo trasformato i servizi essenziali in SA (società anonima, ma in questo caso i soci sono noti), il controllo politico è rimasto. Nei servizi municipalizzati e i consorzi, i consigli comunali nominano i membri sia della direzione, sia delle assemblee, che a loro volta nominano i tecnici che poi in effetti dirigono le aziende. Tutti i conti sono pubblici e approvati dalle assemblee. Alle aziende private resta praticamente impossibile accedere ai servizi essenziali come la distribuzione dell’acqua, del gas o dell’elettricità, oppure la depurazione dell’acqua di fogna o la gestione dei rifiuti e persino le case per gli anziani sono spesso gestite dai municipi. Le sorgenti non possono appartenere a soggetti privati, a meno che l’acqua non venga imbottigliata. Ma persino in tal caso i controlli sono severi e le sorgenti sono date in accomodato d’uso a tempo determinato, visto che spesso appartengono ai patriziati (cioè alle famiglie del luogo, un’istituzione del tutto svizzera, non a scopo di lucro, infatti con i ricavati gestiscono i boschi, i sentieri, i pascoli, le riserve di caccia, i ripari antivalanga, ecc.).

Questo vi fa capire la forte resistenza in Svizzera, anche da parte ecologista, per entrare a far parte dell’UE. Ma va anche ammesso che certi municipi e certi patriziati vengono gestiti da una o due famiglie, e anche questo spesso è un male, specie in Ticino.

Quello che conta soprattutto è una forte identificazione con le risorse da parte della popolazione locale che comincia dalla scuola elementare (anch’essa gestita dal municipio, tranne che per la didattica), con visita ai servizi da parte delle scolaresche e continua fino alla terza età. Nelle grandi città come Zurigo, Basilea, Ginevra e Berna, i servizi sono demandati ai quartieri, anche se spesso si tratta di consorzi, mentre i comuni piccoli si consorziano, gestendo i servizi in società fra comuni.

Qui in Svizzera c’è ancora molto senso dello Stato, anche perchè una larga parte della popolazione viene ancora coinvolta nel controllo politico e nella gestione del territorio, tranne nei casi negativi citati poc’anzi.

Ora è in atto una vera e propria rivolta contro la privatizzazione della Posta, un’istituzione in Svizzera, modello di efficienza pubblica. Una rivolta che non fa distinzione tra sinistra e destra, ma semmai coalizza i comuni minori, più discosti e conservatori contro i grandi centri urbani.

Cordialmente.

A. Boggian  – già coordinatore dei Verdi del Ticino

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“Cani e gatti… possono essere vegetariani?” – Discussione sull’opportunità di ampliamento della dieta vegetariana ai nostri pets

Dare o no la carne agli animali  che vivono con noi? Se per motivi di giustizia noi animalisti ci rifiutiamo di mangiare la carne, per lo stesso motivo non dovremmo darla ai nostri compagni con la coda. Lottare per la difesa degli animali e nello stesso tempo considerare legittima la loro uccisione per diventare pasto dei nostri animali d’affezione è un’incoerenza non ammissibile per un animalista.  

Mentre le molte esperienze dimostrano che il cane si adatta bene ad una dieta vegetariana, in virtù dell’isovalenza tra le proteine animali e vegetali dimostrata fin dal 1728 dal noto medico chirurgo e professore all’università di Bologna Bartolomeo Beccari, il problema si presenta specialmente per l’alimentazione del gatto che avrebbe problemi a livello del sistema nervoso se dovesse mancare nella sua dieta l’aminoacido taurina, che si trova appunto nella carne.

Anche l’uso dei croccantini per cani e gatti non è compatibile con l’etica animalista (come le stesse scatolette) dal momento che questi prodotti sono fatti con scarti di macellazione e che, tra l’altro,  possono arrecare problemi ai reni e al fegato dei nostri amici: ossa, cartilagini, pelle, zampe e tutto ciò che viene escluso nella macellazione per l’alimentazione umana viene, per mezzo di trattamenti, aromi, coloranti, conservanti  ecc., reso appetibile per i nostri animali fino alla dipendenza.

Alimentare il nostro cane o il nostro gatto anche con tali scarti implica necessariamente l’esistenza dei mattatoi, come implica l’esistenza degli allevamenti intensivi e quindi dei mattatoi per gli animali produttori di latte se si usa consumare latticini e formaggi: un male che supera qualunque beneficio e qualunque consolazione affettiva. Le macellerie, come gli stessi banchi da macelleria dei supermercati, sono degli obitori veri e propri, luoghi preghi di vibrazioni altamente negative da non frequentare in nessun modo e da evitare come il punto più oscuro della terra. Il grande Pitagora raccomandava di non frequentare né macellai né cacciatori perché ritenuti infettati da spiriti della morte.

Siccome il problema per noi animalisti è essenzialmente di natura etica, a mio avviso la soluzione consiste nel somministrare al gatto un po’ di carne che riusciamo a recuperare da coloro che ancora sono carnofili, oppure aggiungere di tanto in tanto alla loro pappa un uovo.

Franco Libero Manco – francolibero.manco@fastwebnet.it

 

Commento:

La mia esperienza con i cani, essendo  essi originari di una  specie frugivora (cani e suini hanno comuni antenati), è che possono anche adattarsi ad una dieta pressoché vegetariana (esistono anche croccantini a base di soya), magari integrata da piccoli animaletti morti naturalmente che reperirebbero in natura oppure che noi stessi possiamo fornire loro (anche in città si trovano parecchi cadaveri in giro). Tra l’altro i cani come le volpi  mangiano  carne molto frollata (quasi verminolenta).  Mentre per i gatti, che sono felini e quindi fondamentalmente carnivori, non è facile far cambiare loro alimentazione (ne soffrirebbero in salute). Il problema con i gatti non sussisterebbe se non venissero tenuti prigionieri nelle case. I miei gatti che vivono semi liberi qui con me a Calcata, approfittano dei miei avanzi alimentari vegetariani ed allo stesso tempo acchiappano topi, lucertole, serpentelli, scorpioni, cavallette, uccellini, etc. ad integrazione della loro dieta.

Paolo D’Arpini

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La mia nascita e crescita spirituale attraverso Swami Muktananda ed Anasuya Devi – “La fortuna di avere un padre ed una madre…”

Ho avuto una grande fortuna nella  vita. Considero questo mio corpo e questa mia  mente estremamente benedetti e santi poiché attraverso di loro ebbi la possibilità di incontrare e conoscere due grandi saggi che diedero alla mia esistenza vero significato.

“Due volte nato” si dice di chi nasce allo Spirito.  E senza alcun merito particolare da parte mia ciò è avvenuto allorché incontrai  nel 1973 il mio padre spirituale e Maestro, Swami Muktananda, il quale risvegliò la mia coscienza individuale alla consapevolezza del Sé.  “Medita sul tuo Sé, cerca il tuo Sé, inchinati al tuo Sé, onora il tuo Sé, adora il tuo Sé, poiché Dio vive in te, sei tu..!” Questo il messaggio profondo e liberatorio che egli mi trasmise ed  attraverso il quale ri-nacqui nello Spirito.

Durante il periodo della crescita spirituale, a causa della mia particolare natura, sentì il bisogno di essere nutrito, curato e seguito  e ciò avvenne allorché, sempre per grazia del mio Maestro, incontrai la più nobile, la più bella e sapiente e dolce delle madri, la mia adorata madre spirituale Anasuya Devi. L’incontro accadde in modo periglioso ed emozionante  nel 1975,   da allora continuai  a frequentarla assiduamente per molti anni, restando alla sua presenza fisica, in un continuo andirivieni fra Calcata e  Jillellamudi, sino alla sua “dipartita” che successe nel 1985.

Il mio Maestro aveva lasciato il corpo nel 1982 e nel 1985, con l’uscita  dal mondo fisico della mia amatissima Amma, rimasi  completamente orfano… ma no… scoprii in verità la costante presenza del padre e della madre entro di me… Come avviene per i genitori fisici, che sono presenti in noi come patrimonio genetico, Anasuya e Muktananda sono presenti in me come Spirito e Consapevolezza. Il sublime miracolo del loro insistere  in me è  qualcosa che non si può narrare né descrivere.. posso solo piangere di gioia  nel percepirne la loro costante e solenne presenza. In tal modo la loro promessa è stata mantenuta e la continuità stabilita.

Ed in verità chiunque di noi potrebbe dire la stessa identica cosa, poiché noi siamo tutte forme del divino, siamo la beata Esistenza Coscienza Beatitudine e null’altro.

Volevo però oggi iniziare a trascrivere alcune memorie, soprattutto alcune frasi significative dell’insegnamento  ricevuto. Non che le parole in se stesse  siano importanti… ma le indicazioni  implicite, il modo in cui vennero trasmesse,   la sensazione vissuta nell’ascoltarle, la meraviglia e il riconoscimento della verità in esse manifesta, sì! Consentitemi di iniziare con  alcuni dialoghi di Anasuya Devi, su temi che molto spesso lasciano perplesse le menti dei cercatori,  toccando corde segrete del loro cuore.

Domanda: “Cosa pensi della rinascita delle anime, la catena di vite  in successione..?”

Amma: “Beh.. se pensi ci possa essere una catena di vite successive per la stessa anima, in tal caso devi ammettere che la prima esistenza di questa catena deve avere una specifica causa. Può essere solo la causa della prima vita quella che ha causato tutte le successive… Quindi di chi è la causa originaria e da dove sorge? Non voglio dire con ciò che la rinascita è impossibile dico solo che non è una cosa  da noi creata. In fondo, pensandoci bene,   colui che non crede nella rinascita vede la morte attraverso la vita, chi invece crede nella rinascita vede la vita attraverso la morte… (risate..)” 

Domanda: “Qualcuno dei tuoi discepoli è andato in paesi stranieri come missionario, come fece Vivekananda (il famoso discepolo di Ramakrishna di Calcutta)?”

Amma: “Io non ho discepoli (sishya) ho solo figli (sishu). Ciò che  essi compiono è determinato dalla stessa Shakti (Energia Divina) che porta avanti l’intera creazione. Questa Shakti fa scrivere ad uno una storia  o  fa fare altre cose ad un altro…. Una sola è la forza che  abilita ogni agente a compiere le azioni. Non esiste altro potere che quello.”

Domanda. “Perché esistono piacere e dolore e tutte le altre qualità incompatibili fra loro?”

Amma: “Giorno e notte sono ovviamente entrambi necessari. In assenza della relatività non potrebbe affatto esserci  creazione. Tutte le qualità che noi incarniamo sono già lì.. tutte derivano da quel  Potere Originario. Non potrebbero esistere in noi se non esistessero già in Quello.  Come succede per un commediografo che crea diversi personaggi dotando ognuno delle  caratteristiche necessarie .. (risate..)”

Ecco, miei fratelli di recitazione, ognuno di noi incarna quelle caratteristiche necessarie a svolgere la specifica parte che  gli è stata concessa… ma è lo stesso commediografo che recita, che dirige, che passa le luci, che assiste come pubblico, che applaude e piange e ride… 

Paolo  D’Arpini

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La visione spirituale laica di Antonello Palieri – Auspici per l’incontro di Roma dal 2 al 4 ottobre 2009 su “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere”

Caro Paolo,

ti invio il mio punto di vista per il convegno del 2-4 Ottobre. La sola idea del convegno è di grande attualità. Può  produrre effetti davvero straordinari, sempre che non si bruci tutto nelle svariate – e più o meno tristi – tendenze politiche che ogni tanto sembrano affondare nelle penombre acide e sconcertanti delle vecchie sacrestie.  Un abbraccio sincero, Antonello. ……. 

Spiritualità  Laica .

Con questa definizione intendevo rivendicare, molti anni fa, i valori e i sentimenti di chi coglieva dalla storia e dalla letteratura – poesia e narrativa – con particolare riferimento all’800, grandi valori estetico-spirituali. Per un verso ero deluso, ma dovrei  dire scandalizzato, dall’indifferenza della Chiesa ufficiale verso quei capolavori dell’arte letteraria che hanno di fatto sostenuto la sensibilità cristiana ispirata al Vangelo – o meglio alla Rivoluzione del comune sentire operata da Gesù – per un altro verso ero deluso, anzi scandalizzato, dall’ottusa crociata dei comunisti contro una spiritualità comunque dichiarata,una crociata in pantofole, che ha sempre finito  col negare le tre strutture portanti della spiritualità senza aggettivi: ispirazione (artistica e religiosa), intuizione oltre la soglia, capacità di pre-visione nel ritorno salvifico di una commozione sincera per i sacrifici e le azioni di pace. 

Debbo oggi ammettere che il misterioso e luminoso arcobaleno realizzato dal passaggio di Giovanni XXIII° e confluito in quello di Giovanni Paolo II, fra i due tempi di un unico messaggio di pace e di felicità, ha reso in parte superflua la mia posizione critica, ma restano a negare questo Arcobaleno  glorioso  e la spiritualità laica un esercito di ignoranti portatori di una brutalità del pensiero cosiddetto positivo. Alla negazione della Spiritualità conducono, prendendoci per mano, alcune estreme strategie consumistiche, e una Chiesa che parla ancora di divieti, invece di insistere sulla potente gioia dell’illuminazione evangelica, una Chiesa che chiude invece di aprire gli orizzonti possibili. Quando accenno alla nuova massa di ignoranti non penso certo a quegli analfabeti per necessità che per grazia di Dio parlano e agiscono meglio di tanti dotti. Gesù scardina i rituali e le certezze di comodo. 

Per un momento ho pensato di  abbandonare  la rivendicazione della spiritualità laica nel culmine dell’esperienza di Giovanni Paolo ed oggi ammirando l’ampiezza dei messaggi di Internet (Google) sia sulla spiritualità pura e semplice (e quanto mai complessa )sia sulla spiritualità laica. Ma proprio ammirandone la diffusione mi sono poi reso conto della necessità di coordinare o quanto meno di avvicinare i testi che possono dare lumi. Si tratta di un centinaio di volumi sull’estetica e la spiritualità, la cultura di confine, la grande letteratura dell’800, la scultura e la pittura di diversi secoli…Nella lettura di questi testi  emerge quasi subito la sostanziale differenza tra la cultura creativa di alcuni geni del passato e la cultura statica del presente, l’insensata suddivisione delle discipline universitarie e delle materie di studio delle scuole medie e superiori sino a far riemergere la  necessità di ripartire dal binomio estetica e spiritualità per ritrovare un ordine del discorso oltre l’effetto evocativo dei termini. 

Antonello Palieri, Presidente della Cooperativa le Due Città 

Approfitto per questo inserimento per confermarvi che la manifestazione “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere”, che precedentemente era stata prevista dal 3 all’11 ottobre, viene concentrata nei giorni dal 2 al 4 ottobre 2009 e si tiene nell’Arancera di San Sisto. Chi volesse partecipare con un intervento o con un’opera in mostra o con una canzone o poesia fa ancora in tempo a prenotarsi, scrivendo a circolo.vegetariano@libero.it  – info.apai@virgilio.it  – (Paolo D’Arpini)

Programma Generale su:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/07/roma-%e2%80%9cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere%e2%80%9d-dal-2-al-4-ottobre-2009-%e2%80%93-serre-di-san-sisto-via-valle-delle-camene-14-programma-generale/

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Viterbo, fine estate, 2009 – Giovanni Faperdue dixit: “Compagne e compagni di viaggio… venite tutti al Bullicame” – Programma della Prima Festa alle pozze calde calde

Ante scriptum: “Caro Paolo, sei invitato ufficialmente alla Prima Festa del Bullicame. Un caro saluto, Giovanni Faperdue”

…………………..
Nel ricordarVi che Viterbo in tutta la sua storia non ha mai celebrato una Festa del Bullicame, vi trascrivo il programma della giornata.

PROGRAMMA DEL 13 SETTEMBRE 2009 – PRIMA FESTA DEL BULLICAME

Dalle 10,00 del mattino L´Orto Botanico apre le sue porte fino alla sera. Sarà possibile visitarlo con ingresso libero per tutta la giornata.

Mattino: Apertura Stands di prodotti tipici locali, Stands di Associazioni di Volontariato, Stand di libri Editore Ghaleb all´Orto Botanico, Ass.ne Garibaldi protezione Cani & Gatti nel loro ambiente, Stand Archeotuscia

Ore 11,00 Spettacolo di frisbee-dog e agilità con Nicola Ratti & Ciaky

Ore 11.00 Diffusione di musica e canti con Maria Caprasecca e i
Blasco Nomade.
Sarà presente alla manifestazione un gruppo di operatori appartenenti all’Associazione di volontariato Onlus di Clown Terapia “Goji Vip-Viterbo” presente a Belcolle, per l´intrattenimento dei bambini.

Pomeriggio: Ripresa visite guidate gratuite Orto Botanico

Ore 17,00: Inaugurazione della Festa con l´intervento delle Autorità.

Ore 17,15: Danze Brasiliane con  le CARIOCA

Ore 17,30: Musica dal vivo con D.A.P. Music Show

Ore 18,00: Poeti dialettali. I poeti Annunzio Celaschi e Giuseppe Zena declameranno poesie viterbesi.

Ore 18,15 D.A.P. Music Show

Ore 18,20 Giovanni Faperdue: La leggenda e la storia del Bullicame.

Ore 18,40 Poesie dialettali

Ore 19,00 Mago Stefan Clod

Ore 19,30 Recitazione della commedia in 2 atti: “Dante è tornato al Bullicame”
di Giovanni Faperdue. Personaggi: Dante Alighieri (Antonello Ricci)
Un villano viterbese (Giovanni Faperdue)

Nell’intervallo tra i due tempi danze con ballerine Brasiliane

Ore 19,50 Secondo atto Dante è tornato al Bullicame

Ore 20,15 Musica dal vivo con D.A.P. Music Show

Ore 20.30 Antonello Ricci: Il Bullicame come non ve l´hanno mai raccontato. Aneddoti, spigolature e bagatelle.

Ore 20,50 Danze con ballerine Brasiliane. Al termine Fuochi d´artificio.

Vi aspetto numerosi. Un caro saluto dallo storico Giovanni Faperdue
Ah… presenterà: La giornalista Silvana Cortignani

Con le benedizioni e l’augurio di buon divertimento dal Circolo Vegetariano VV.TT.  di Calcata e da Paolo D’Arpini

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