La fiera delle begonie, delle ortensie, dei gelsomini, degli agli ursini e delle bouganvilles di Bagnaia e le acque calde calde del Bullicame, vicino all’aeroporto, in un solo giorno a Viterbo

Eccomi  reduce or ora dal viaggio Calcata  Viterbo andata e ritorno, con slalom fra  maratone podistiche sui Monti Cimini (e conseguenti file kilometriche) e piovaschi di inizio autunno.

Luisa, la mia accompagnatrice, con la sua macchinetta nuova nuova  a metano ha voluto che andassimo prima a Bagnaia, a Villa Lante, dove c’è stata una specie di fiera del giardinaggio, con fiori e piante esotiche, arredi da giardino, zucchette bitorzolute  gialle e rosse,  ingresso 6 euro.

In una grande radura tutt’attorno al bosco gli espositori, una cinquantina circa, ed in mezzo alcuni arredi campestri con balle di paglia  a mo’ di sedili. Nessuno vi si sedeva finché non ho dato io il buon esempio e dopo un po’ ho notato che anche altri avventori si sono seduti qui e lì. La forza dell’esempio… o riflessi condizionati? Chissà….  I visitatori, tutta gente per bene, signore e signori distinti, evidentemente proprietari di ville e villette, girano in tondo fermandosi  ai banchi più raffinati per acquistare le piante più ricercate ed esotiche.. oppure alla ricerca di vecchie suppellettili da inserire nei loro parchi casalinghi… I prezzi? Raffinati come la merce! 

Il banco più a buon mercato ed anche il più bello e variopinto è quello delle zucchette decorative a due o tre o quattro euro l’una…  Lì davanti staziona anche il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, in compagnia della sua signora, elegante e belloccia, ed un’altra coppia di amici,  si guardando attorno compiaciuti per la bella festa… (appena mi ha visto e si è reso conto che l’avevo riconosciuto ha immediatamente inforcato gli occhiali scuri… non si sa mai… con questi D’Arpini che girano e poi scrivono pure i resoconti…).

Lo spettacolo di Villa Lante, con le sue fontane e i suoi alberi secolari è stato di per se stesso la scenografia più appropriata e la parte più bella della fiera… in effetti pareva di essere in un parco nobiliare del Galles… Il cardinale Lante della Rovere, costruttore della villa,  ebbe buon gusto e buoni architetti ambientali…  Fuori del Casino di Caccia le lunghe tavole apparecchiate con le merende (a pagamento) ricordano i più pregiati rinfreschi d’altri tempi…   Infine usciti dalla Villa sulla strada che porta a Bagnaia ci siamo soffermati alle bancarelle dei “poveri” che costeggiano tutta la via. Nella Villa  i banchi degli espositori ufficiali, i nobili, e fuori della Villa  i ciabattari con attrezzi dappoco e delizie caserecce… Ottimi i biscottini di castagne dei Cimini, una manciata, offerta gratuitamente  da una graziosa ragazza, e ottime le pizze rustiche che si potevano acquistare in una specie di norcineria-pizzicheria  nella piazza antistante il borgo.

Con le pizze ed i biscotti siamo andati a festeggiare a casa di Peter Boom che ci aspettava per il pranzo: uva e pomidori del suo orto, grissini, senape, acqua e vino (pranzo contadino direi).

Un bel cappuccino caldo  per terminare, nel palazzo del duca dove c’è un bar pizzeria ristorante all’aperto, due chiacchiere con una gentile signora intellettuale  di passaggio, proprietaria di una torretta nel centro storico,  uno sguardo ai numerosi turisti stranieri seduti ai tavoli e finalmente… rimontati sulla macchinetta a metano andiamo via verso il Bullicame… dove dicevano esserci la festa… la prima festa del Bullicame.

Il Bullicame, è la prima volta che ci vengo…  Appena entrato dal cancello, calpestando  sabbia gialla e  finissima, vedo delle vasche che sembrano d’irrigazione agricola… poi andando verso  la parte più alta dello slargo  scopro le vecchie pozze, attorno ad esse una torma di signore in carne,  un solo albero che fa ombra, ma per fortuna il cielo è tutto coperto di nuvole brune, nell’acqua alcune ragazze straniere a mollo  ed anch’io mi  tolgo i sandali ed immergo gli stanchi piedi nelle acque calde calde… e resto così a guardare quel che succede…

I tuoni tuonano ed in lontananza si nota un acquazzone che sferza la terra,  le ragazze pian piano se ne vanno.. restano solo un paio di “bagnini” –dicono loro- delle Piscine Carletti e un paio di popolane ciccione. Della festa  incipiente si odono solo i rimbombi della musica tecno, da una specie di palco lontano, vicino alla strada, che un po’ si confondono con i rimbombi del minacciato temporale… Dopo un’oretta che sto lì con i piedi a mollo, ottima terapia direi per  i miei reumatismi, Luisa –che era andata a vedere le bancarelle di prodotti agricoli attorno al palco della festa- ritorna e dice. “..mi sa che è meglio che andiamo via anche noi…”. Un po’ tergiverso, chiacchiero con qualcuno di passaggio, chiedo “cosa sono tutti quei capannoni che si vedono lì in fondo?” – “quelli sono gli hangar dell’aeroporto militare, con i camion in deposito” – ..”ma è lì che vogliono fare un nuovo aeroporto civile low cost?” -  “…macchè aeroporto, dicono così alcuni amministratori ma non lo faranno mai… a Viterbo non ci sono infrastrutture né trasporti  veloci per Roma, figurarsi se possono fare un aeroporto… è solo una storia di propaganda politica” – “..e cosa pensa la gente di Viterbo di questo ipotetico aeroporto?” -  “qualcuno ci spera per via di eventuali posti di lavoro ed alcuni dicono che è una pazzia..” – Insomma secondo lei si farà o non si farà..?” – .. secondo me è impossibile, probabilmente lo faranno a Frosinone..”.

Guardo un po’ in giro per vedere se  incontro Antonello Ricci o Giovanni Faperdue, che mi hanno invitato alla festa… nemmeno l’ombra… ed in verità non saprei nemmeno a chi chiedere.. di loro. Le presenze lontano dalle pozze sono sparute e la gente sembra più spaventata dalla musica tecno che attratta… ma forse è ancora troppo presto, forse la folla verrà più tardi con la sera ed il fresco… anche se veramente è già quasi buio ed è già fresco, per via del cielo coperto di nubi minacciose.. e Luisa non sembra voler aspettare oltre… e nemmeno io!

Ce ne partiamo contenti di aver visto alfine questo Bullicame di Viterbo, l’acqua calda  mi è piaciuta, i capannoni dell’aeronautica militare,  con l’aria decadente ma accettabile esteticamente (archeologia industriale si chiama) pure.  La gente incontrata simpatica e ridente, non ho visto bambini.. ma almeno c’erano diverse donne e l’atmosfera  normale (non c’erano quei “tipi strani”   che pare  frequentino il luogo solo di notte). Un po’ fastidiosa e fuori luogo la musica tecno… ma non si può avere tutto… e forse  sarà  pure meglio (almeno si può staccare la spina..) dei rimbombi dei velivoli a volo radente ed  a basso  costo che farebbero avanti ed indrè se per caso l’ipotesi politica dell’aeroporto vincesse su quella umana del lasciare le cose così come sono. Staremo a vedere cosa  farà  la mafia (nelle cui mani si dice sia  riposto il progetto aeroportuale)…. 

Al ritorno sulla via Cimina, squilla il telefonino di Luisa. E’ Antonella Litta, la coordinatrice del comitato contro il  mega aeroporto… “… state già andando via? Io pensavo di partire ora per venire al Bullicame, vorrei incontrare gli amici dell’anti-aeroporto.. “ –  Oh….sai per noi si è fatto tardi, anche se forse è ancora presto…  comunque stiamo in viaggio di ritorno e poi sta iniziando a piovere..”.

Paolo D’Arpini

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