Archivio di luglio 2009

I Ching mensile: Esagramma 33 Tun – Dal 22 luglio al 21 agosto

Lunario Paolo D'Arpini 28 luglio 2009

Sotto vi è il Trigramma Ken e sopra il Trigramma Kien

Tun significa La Ritirata. Questa ritirata non è dovuta ad arbitrio umano, bensì alle leggi degli accadimenti naturali. Perciò in questo caso la ritirata è il giusto modo di agire, è quello che non consuma le forze. (Matteo: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio… 5, 39).

La sentenza:

La Ritirata. Riuscita.

Nel piccolo è propizia perseveranza.

Commento alla decisione. Questo significa che la riuscita sta nella ritirata. Il successo sta proprio nel ritirarsi per tempo e nel giusto modo. Questo successo è possibile perché il ritirarsi non è la fuga obbligata di un debole, bensì il cedere volontario di un forte. Il senso del tempo della ritirata è grande, vale a dire che è d’importanza essenziale afferrare il momento giusto, quando la ritirata è nell’ordine delle cose.

L’immagine:

Sotto il Cielo vi è il Monte: l’immagine della Ritirata.

Così il nobile tiene lontano l’ignobile, non irato ma pacato.

Spiegazione. Di fronte all’avanzata dell’ignobile il nobile si ritira in se stesso. Egli non odia l’ignobile, poiché l’odio è una forma di partecipazione interiore al male. Il nobile mostra la sua forza portando l’ignobile ad arrestarsi, per mezzo del suo riserbo.

Commento alla quinta linea.

E’ compito del nobile riconoscere per tempo il momento di ritirarsi. Questa può compiersi in forma amichevole senza che si rendano necessarie incresciose discussioni. Ma pur osservando le forme esteriori è necessario mantenersi assolutamente fermi nella decisione presa, in modo da non lasciarsi fuorviare da considerazioni inopportune.

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Calendario Maya, i giorni fuori del tempo, gli eventi del 2012… ed il più concreto zodiaco Atzeco …

Ante Scriptum – L’articolo sul calendario Maya è rilevato dalla News Letter di European Consumers del 25 luglio 2009. Mentre la descrizione dello zodiaco cinese è tratta dalla rubrica del Veggente Hòu del Circolo Vegetariano VV.TT.

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Roba Maya.

La pratica di un tempo artificiale e contro natura, al presente usata da tutta l’umanità, è una delle cause principali dei prossimi avvenimenti planetari definiti come “gli eventi del 2012″.

Ci riferiamo all’uso del calendario gregoriano (più accuratamente definito “cesareo”, dato che il suo ideatore fu Giulio Cesare) che, usato dall’umanità da alcuni millenni, ha causato la creazione di forme-pensiero (appunto, la percezione e suddivisione del tempo nella forma gregoriana) in conflitto con i cicli naturali della Terra e della natura tutta.

Questo tentativo d’imporre forme-pensiero mentali di gruppo ai flussi naturali terrestri e cosmici (che, in realtà, dovrebbero governarci), sta causando una distonia sempre maggiore con la Terra, causando violenza anche ai nostri sistemi energetici e biologici.

E’ come se il nostro sistema si fosse nutrito, per millenni, di cibo non cresciuto, naturalmente, negli orti ma in fabbriche, usando ingredienti sintetici.

Per l’umano, il modo di vivere il tempo è, al presente, puramente artificiale, non seguendo, come già detto, i cicli naturali. Il calendario a noi conosciuto, seguito ciecamente da tutti, è l’esempio di un dogma – qualcosa che accettiamo senza realmente conoscerlo, senza farci né domande né discuterlo.

Il nome stesso “calendario” è stato creato per scandire i giorni di pagamento delle tasse dovute. Al presente scandisce i nostri debiti, programmandoci a pensare che, se il “tempo è denaro”, deve essere giustamente impiegato per quell’utilizzo. L’errata programmazione alla quale siamo stati sottoposti ci fa credere che, se pensassimo che il tempo sia, ad esempio, “consapevolezza spirituale” stiamo violando qualche importante legge naturale.

Usare un calendario artificiale, disuguale ed irrazionale ha prodotto una cultura irrazionalmente accelerata, col risultato di una divergenza dal tempo naturale, che ha portato profonde conseguenze negative nell’ambiente, nella cultura e nei comportamenti individuali.

Quale caratteristiche avrebbe un calendario naturale? Sarebbe uno in armonia con l’universo e con la biosfera. In realtà, esso esiste già da parecchio tempo: è il Calendario chiamato “delle 13 Lune”. Il nome proviene dal fatto che il numero di lune piene in un singolo anno solare non è costante; in alcuni anni ve ne sono 12, in altri 13. Nell’arco di 19 anni i due cicli (solare e lunare) si ricongiungono, essendoci nello stesso giorno solare la corrispondenza con la stessa fase lunare…

Il Calendario delle Tredici Lune integra quindi, in modo armonioso, i cicli della Terra con quelli della Luna e del Sole, correggendo una deviazione millenaria dalla natura.

Il nuovo Calendario è uno standard di misura armonica del tempo, che divide l’anno solare in 13 mesi di 28 giorni ciascuno, e costituisce pertanto un calendario perpetuo di 52 settimane perfette che danno un totale di 364 giorni.

Il Giorno Fuori dal Tempo: Il 25 Luglio è il 365° giorno dell’anno nel Calendario delle 13 Lune.

Il Giorno Fuori dal Tempo non rientra nel computo dei giorni della settimana, o del mese – è un vero e proprio Giorno Fuori dal Tempo. Questa giornata speciale, energeticamente una delle più forti dell’anno, è il momento corretto per lasciare andare vecchie programmazioni non più utili, per coltivare la propria spiritualità e per festeggiare la vita attraverso l’arte e la cultura – da qui il Festival della Pace Attraverso la Cultura. In ogni caso, dovrebbe essere celebrato da ogni individuo in maniera “insolita” e genuina per via delle possibilità energetiche presenti quel giorno.

Il Giorno Fuori dal Tempo viene celebrato in tutto il mondo dal 1992. Oggi sempre più persone in più di 90 nazioni di tutto il mondo sta facendo la stessa cosa. Non stanno aspettando che il Vaticano o l’ONU ufficializzino l’evento.

Il 25 Luglio dello scorso anno, nel solo Giappone si sono svolti più di 100 Festival del Giorno Fuori dal Tempo. In Brasile, più di 80 città hanno adottato il 25 Luglio come Giorno Fuori dal Tempo, giornata in cui sventola la bandiera della Pace.

Naturalmente, un nuovo calendario significa anche una nuova società ed un nuovo modo di creare personalmente la propria vita.

La cosa giusta da fare è cambiare il calendario noi stessi. E’ così che sarà. Il movimento per il cambio del calendario si chiama Movimento Mondiale di Pace per l’Adozione del Calendario delle Tredici Lune. La rete organizzativa di questo movimento si chiama PAN, Planet Art Network (Rete d’Arte Planetaria).

La Piramide di Luce, ora in costruzione nel Veneto, ha come obiettivo quello di ri-sincronizzare sia il sistema energetico del singolo sia quello del gruppo alle naturali vibrazioni terrestri e cosmiche.

info@piramidediluce.net  – www.piramidediluce.net

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Atzechi e la dea Tamoanchan.

Prima vediamo chi fossero questi Atzechi (o Mexica). Essi dominavano nel più grande splendore dal Messico al Nicaragua nel 1519 quando vi penetrarono i conquistatori spagnoli. Questo popolo originario di Atzlan ( forse l’attuale Utah) successe alle precedenti civiltà centro-americane: Olmeca, Maya e Tolteca .

Sulla cultura Atzeca abbiamo notizie storiche decifrabili, essendo la loro cultura pienamente viva sino a cinquecento anni fa. Tonalamatl era il libro della divinazione che contiene i misteri dell’oroscopo Atzeco, il calcolo dell’appartenenza ai vari segni era basato sul ripresentarsi ciclico di gruppi di sei anni distanziati da 13 anni ciascuno. I “segni” di appartenenza venivano calcolati nella suddivisione dell’anno in settori che comprendevano da 1 a 12 giorni ciascuno ripartiti fra i 20 archetipi originari.

Detto così non sembra facile calcolare le caratteristiche di nascita ed infatti pare che questi elaborati calendari fossero accessibili a pochi eletti. Per accertare gli ascendenti, ad esempio, c’era un calendario composto di 18 mesi di 20 giorni, questa suddivisione consentiva di interpretare le caratteristiche del mese correttamente. I loro nomi sono molto evocativi: mese dell’Acqua (predisposizione alla magia), della Primavera (fascino), dei Fiori (generosità), dei Campi (ottimismo), della Siccità (ossessività), degli Alimenti (concretezza), del Sale (acutezza), del Mais (ambivalenza espressiva), delle Feste (generosità), del Fuoco (ambizione), della Madre Terra (tranquillità), del Ritorno degli Dei (capacità di osservazione), della Montagna (amore ed amicizia), della Caccia (passionalità), delle Piume (determinazione), della Pioggia (dispersione), degli Astri (concentrazione) ed infine della Crescita (ingegnosità).

Ma ora torniamo ai 20 archetipi originari, essi sono: Vento (sincerità), Coccodrillo (simpatia), Aquila (esuberanza), Ocelot (ambizione), Coniglio (diplomazia), Capriolo (emotività), Fiore (istintività), Canna (contraddittorietà), Morte (fortuna), Pioggia (allegria), Erba (estroversione), Serpente (drammatizzazione), Pietra Focaia (indipendenza), Scimmia (idealizzazione), Lucertola (naturalità), Movimento (attività), Avvoltoio (metodicità), Acqua (volubilità), Cane (scrupolosità), Casa (vulnerabilità).

Nella cultura Atzeca la teologia e gli aspetti caratteriali erano collegati, lo percepiamo ad esempio nell’inno dedicato alla Festa Venusiana. “Il fiore del mio cuore si è aperto, ecco la signora di mezzanotte, lei è venuta – nostra madre – lei è venuta, lei la dea Tamoanchan…”

Veggente Hòu

http://www.circolovegetarianocalcata.it/veggente-hou/

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Le conquiste amorose e territoriali di Guglielmo il Conquistatore, la notte di luna crescente a Pratale, i figli poliglotti, i messaggi ricevuti ed inviati

Caro Paolo, volevo tanto venire da Etain, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stata una fuga, così ho accompagnato mio figlio e il mio compagno al rifugio Sarzana, di cui lui è il gestore.

Ho camminato con grande fatica, perchè le mie gambe non sono robuste come quelle di Pia, svizzera di Ginevra che ho trovato una volta salita al rifugio.

Pia, sta facendo il cammino di Santiago e ha due spalle e due braccia che sembrano quelle di una lottatrice. Mi ha raccontato tutta la sua vita e ha pianto tanto davanti alle nostre zuppe. “Ma come? -le dicevo- con due gambe così, con un corpo così puoi andare dapertutto!”. Ma Pia di questo non sembrava affato convinta. Le ho consigliato Walnut per costruirsi il suo mantello invisibile e continuare ad attraversare il mondo.

Più tardi arrivava gente e ho lavato una montagna di piatti, e sentivo il mio corpo di bambina urbana un po’ meno debole e fugace.

Tuttavia non resisto più di due giorni, perchè mi sento accerchiata da montagne che io non conosco. Del resto quello non é un mio luogo. Ma dopo tanti anni ho tentato un primo approccio un po’ più consapevole.

Per il resto sono la solita di sempre. Ho consumato una confezione di Lysoform per pulire la cacca di trenta boy scout in piena dissenteria, almeno dieci litri d’acqua per lavarmi denti e sedere. E due rotoli di carta per asciugare la bocca del bambino sempre appiccicosa di more e marmellate.Però ho riciclato le tovagliette di carta per i clienti, mi sono mangiata gli avanzi delle crostate e non mi sono lavata le ascelle per due giorni.

Dimenticavo mi si sono spezzate due unghie.

Francesca Serra

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Cara Francesca,

Cara Francesca, quando ho detto ad Etain che parecchie persone erano con lei lì presenti, idealmente assieme a me, ha abbozzato un sorriso di assenso ed in effetti il nostro rapporto non si è fermato al livello personale. Abbiamo spaziato nell’Universo senza limiti né confini ed abbiamo incontrato le diecimila creature, come dicono i cinesi per significare tutti gli esseri senzienti. Considera questa lettera una risposta da quell’incontro magico!

Una storia affascinante che voglio riportarti è quella di Guglielmo il Conquistatore. Un normanno, figlio naturale del duca di Normandia e di una sciacquina plebea. Quella “pecca” sempre restò nella sua vita ma anche fu una forza prorompente che gli diede il necessario coraggio a compiere le più nefande e le più gloriose imprese.

Una volta aveva posto l’assesedio ad una città ribelle. Gli abitanti a mò di offesa per la sua “bastardaggine” affissero al pennone più alto una pelle, per ricordare a Guglielmo le sue origini, infatti la madre apparteneva ad una famiglia di conciatori di pelli. Alfine quando la città fu espugnata lui fece tagliare entrambe le mani a tutti gli abitanti, bambini e donne comprese…. praticamente li condannò alla mendicità a vita…. o ad una tremenda morte.

Stavamo parlando dei nostri figli con Etain, i suoi sono tutti poliglotti, parlano l’inglese, l’italiano ed alcuni anche il tedesco (Martin è svizzero tedesco ed Etain è inglese). Mentre dei miei figli solo i primi due sono poliglotti, il maschio più grande che vive a Parigi, di madre francese, e la seconda che vive alle Canarie, ed è figlia di una fiamminga. Questa figlia, Barbara, è una vera indipendentista, ha appreso le lingue di tutti i suoi contatti: l’italiano, il fiammingo, il francese, l’inglese, il tedesco, lo spagnolo. Gli altri due figli piccoli, si fa per dire, un’altra femmina, Caterina, ed una altro maschio, Felix, sono nati da due donne fiamminghe, due sorelle che il destino mi fece incontrare in tempi diversi. Ma loro non parlano una parola di altre lingue oltre all’italiano, si sono specializzati in italiano… che strano…

Etain mi ha allora raccontato un’altra storia di Guglielmo I, quella del suo amore per Matilde delle Fiandre (una fiamminga appunto…). Matilde era rinomata per la sua bellezza, si dice avesse dei meravigliosi lunghi capelli rossi e ricci… era una giovinetta diciasettenne e Guglielmo la voleva per sé. Il duca normanno, che aveva già conquistato l’inghilterra, mandò dei messi a chiederne la mano. Matilde freddamente rispose che non avrebbe mai sposato un bastardo… Guglielmo partì di corsa con il suo destriero, da solo, e raggiunse le Fiandre, attese che la bellissima Matilde comparisse per strada con tutto il seguito, lei era su un cavallo bianco ed indossava una veste bianca, i suoi capelli rilucevano al vento ed al sole. Guglielmo si avvicinò, la tirò giù e la trascinò nel fango della strada afferrandola per la capigliatura, la fece rotolare in mezza alla melma ed agli escrementi, poi risalì sul suo cavallo e se ne tornò in Inghilterra. La famiglia della ragazza offesa voleva dichiarare guerra a Guglielmo… ma lei disse “.. non c’è bisogno… sposerò quell’uomo!”

Così non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ anch’io Guglielmo!

Etain mi ha detto che lei vorrebbe nascere ancora diecimila volte, la sua sete di vita e la sua indifferenza alla vita sono evidenti… l’ho capito quando mi ha raccontato di un suo amico morto recentemente. Le ho chiesto “quanti anni aveva?” E lei “cinquantadue..” Ed io “…si è tolto un peso..” E lei “penso anch’io così..”. Ma allo stesso tempo mi ha detto che lei sarebbe contenta di rinascere anche diecimila volte, come i diecimila esseri, evidentemente…. Poi mi ha chiesto di scriverle un pensiero sul libro degli ospiti di Pratale ed io ho scritto, ascoltando il suono di tamburi in distanza “Ci sono tamburi a Calcata, a Jillellamudi ed anche a Pratale… ma non dire che ci sono molti suonatori di tamburi basta dire che sono…”

Paolo D’Arpini

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Andare oltre l’olocausto ma restando nella verità storica e nella considerazione umana

…. apprezzo il coinvolgimento che mi si è riservato in merito all’argomento ” 1)libertà di espressione e strumentalizzazione dell’olocausto” sul quale non occupo alcuna posizione, né opinionistica né social politica.

1) Url del testo menzionato:  http://saul-arpino.blogspot.com/2009/07/olocausto-liberta-di-espressione-e-di.html

L’argomento è ed è sempre stato di grande attualità ma la trattazione necessità di forte cognizione, critica e storica. Condivido la posizione di Paolo. Personalmente, non credo che il “fatto dell’olocausto” ed il concetto giuridico-umanistico della “libertà di pensiero” siano unitamente discorribili in termini di connessione e complementarietà. In un contesto culturale e sociale, quale quello attuale, i due concetti restano e dovrebbero rimanere ben distinti. Dacché, a mio modesto avviso, il “dramma dell’olocausto” resta un “fatto” comunque incontrovertibile e, “di fatto”, innegabilmente testimoniato, non vedo come ed in che misura “la libertà”, quale astrazione idealistica del pensiero, possa essere disinteressatamente espressa senza scontrarsi con l’altrui libertà –politica o sociale- di non ricevere il prodotto di un concetto non generalmente ancora condiviso e soprattutto accertato.

Nella mia posizione professionale di avvocato, non escludo che un dato fondato sulla base di concrete prove possa essere facilmente superato dal prodotto di un concetto prevalentemente conseguito su paragoni, sopralluoghi e supposizioni. Rispetto ed ammiro l’opera ed il percorso compiuto dall’Avv. Claudio Moffa rispetto al quale condivido il solo concetto di “libertà di pensiero” avendo egli originato il caso della illegittimità delle restrizioni dell’altrui pensiero. Tuttavia, non mi sento pronta né convinta ad escludere che il risultato delle sue ricerche possa già agevolmente sostituire un fatto storico quale quello dell’olocausto.

Grazie.

Mi riservo di scrivere un personale pensiero sul travisamento e la strumentalizzazione del “vegetarianismo” o “vegetarismo” affinchè, per il tramite di Paolo, possa emergere una verità che, a differenza della sola “libertà di pensiero”, non è astrazione di un’idea di interpretazione, ma un fatto provato ed accertabile. spero di potermene occupare appena chiudiamo il “laboratorio” legale.

Grande abbraccio a Paolo.

Annafranca

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Viterbo: “Il mega aereoporto vicino al Bullicame disturberebbe le terapie dei bagnanti… ” Domenico Scilipoti e numerosi cittadini protestano per l’insensato progetto

Giovedì 23 luglio 2009 si é svolta una passeggiata nell’area archeologica e termale del Bullicame, a Viterbo, con la partecipazione della dottoressa  Antonella Litta, del professor Osvaldo Ercoli, del professor Alessandro Pizzi, e dell’on. Domenico Scilipoti, quest’ultimo presentatore di una interrogazione parlamentare contro il mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente quel prezioso bene naturalistico, culturale e terapeutico.Numerosi cittadini hanno partecipare all’iniziativa, e tra loro gli agricoltori della zona riuniti in comitato, i consiglieri comunali in carica Fersini e Mezzetti, il consigliere comunale della precedente consiliatura Bellucci, vari rappresentanti di diverse forze politiche, figure autorevoli dell’associazionismo, dei movimenti e della società civile.

L’iniziativa ancora una volta ha confermato la volontà della popolazione viterbese di difendere la propria terra e la propria vita dall’aggressione di una lobby speculativa, devastatrice, avvelenatrice e fuorilegge.

La dottoressa Antonella Litta ha dichiarato che “la popolazione viterbese é sempre più consapevole del diritto e del dovere di difendere le straordinarie risorse e bellezze del territorio e il proprio diritto alla salute ed alla sicurezza, salute e sicurezza che sarebbero anch’esse drammaticamente aggredite dal mega-aeroporto”.

L’on. Scilipoti ha dichiarato: “Questa iniziativa é una testimonianza chiara dell’opposizione al mega-aeroporto che si vuole costruire a Viterbo in una zona di immenso valore naturalistico, storico-culturale, terapeutico e sociale; questa é un’area che va salvaguardata da ogni forma di inquinamento e deturpazione”.

L’area archeologica e termale del Bullicame a Viterbo, un’area di preziose emergenze e memorie storiche e culturali, e di altrettanto preziosi beni naturalistici e risorse terapeutiche, é minacciata di distruzione dalla volontà di una lobby speculativa di realizzarvi un mega-aeroporto.

Come è noto, la realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: lo scempio dell’area del Bullicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell’agricoltura della zona circostante; l’impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sarà di grave nocumento per la salute e la qualità della vita della popolazione locale (l’area é peraltro nei pressi di popolosi quartieri della città); il collasso della rete infrastrutturale dell’Alto Lazio, territorio già gravato da pesanti servitù; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.

Nel viterbese un vasto movimento di cittadini si sta impegnando per difendere ambiente, salute e diritti di tutti, sostenuto dalla solidarietà di illustri personalità a livello nazionale ed anche internazionale del mondo scientifico, delle istituzioni, dell’impegno civile e della riflessione morale.

Il Comitato (ad interim)

Per contattare il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo: antonella.litta at libero.it  

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