Archivio di giugno 2009

Altra Calcata… altro mondo – Oggi 4 giugno 2009 nasce un nuovo Blog per riscoprire l’identità del luogo e di chi lo abita

Negli anni passati avevo coniato il motto “Una, cento, mille Calcata..” per significare come l´esperimento in corso nel vetusto borgo potesse essere esemplificativo di un nuovo modo di rapportarsi con la natura e con se stessi. Non è certo Calcata, in quanto comunità o località, che va riprodotta ma un modo di percepire la presenza umana nel luogo. Una presenza inserita nel contesto della natura, nel consesso dei viventi, in condivisione olistica e simbiotica.

Infatti – come disse Nisargadatta Maharaj – noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati.

Molto spesso però ho notato che l´uomo tende a dare maggiore importanza al contesto sociale in cui egli vive. E´ nella società umana, con le sue esigenze e movimenti, che si fa la storia e si sancisce la caratteristica di un posto, molto spesso dimenticando l´appartenenza al tutto, ignorando l´inscindibile co-presenza della natura e degli animali. Per tentare di riscoprire le nostre radici naturali, continuando a prendere ad esempio un certo modo di vivere il luogo e nel luogo, ho pensato di affidare le mie riflessioni a questo blog. In esso si parla di Calcata ma anche di tutto il
mondo, ma potremmo dire che è un’altra Calcata ed un altro mondo.

Programmi, storie, descrizioni dell´ambiente (sia naturale che umano), poesie, riflessioni… è ciò che troverete in questo blog. Non sarà quindi un sito di servizi, per promuovere il turismo o la speculazione commerciale, ma un luogo di incontro e fusione delle anime.

Paolo D’Arpini -  circolovegetariano@gmail.com  

http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/

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Indicazioni per il viaggio interiore – Consigli spirituali di Swami Muktananda

Se uno si atteggia a maestro ma non è mai stato discepolo, sappi che è solo una pestilenza.

L’Universo è perché tu sei, Dio è perché tu sei. Oh amico perché ignori te stesso per cercare un altro?

Quegli parla molte lingue, ha visitato numerosi paesi, ha ottenuto vari titoli e grande successo. Ma – oh amico – se egli non gode la gioia dell’anima è solo un accattone.

Nella mia ricerca della verità ho viaggiato a lungo, ho interrogato parecchia gente e visitato vari luoghi sacri, ma nessuna risposta giunse. Poi mi son fermato ed ho trovato la verità, dentro di me.

Se cancelli “io” tu diventi l’Io.

Una prostituta che vende il suo corpo per guadagnarsi da vivere è sicuramente meglio di uno yogi che usa la sua conoscenza per farsi un nome, salire nella scala sociale, godere di piaceri mondani o conquistare ricchezze.

Sii amico del maestro che ti eleva al suo stesso livello, che ti affranca dalla trappola di nome e forma e ti rende libero come se stesso.

Se una goccia d’acqua si fonde nell’oceano non è più una goccia, è l’oceano.

Oh amico, se vuoi restare in pace non usare furbizia con il tuo maestro.

Non fuggire perché temi le difficoltà, ovunque tu vada le difficoltà ti seguiranno, ricordalo.

Oh amico, tu sei nato nel ventre di donna, sei cresciuto succhiando il suo latte, perché distruggi te stesso accusandola?

Se cerchi l’amore, la bellezza ed il rispetto nella tua vita, controlla i tuoi sensi.

Un mendicante che ha una mente serena vive meglio di un imperatore.

Oh amico, altisonanti titoli quali eccellenza, onorevole, reverendo o conquistare gli omaggi del mondo, son tutti fiori di plastica e null’altro, se il messaggio della saggezza non è presente.

Ognuno cerca il posto od il rapporto ideale. Rendi il tuo stesso cuore ideale, perché vagare di porta in porta?

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Trinitapoli: pensieri e parole da Antonella Pedicelli

La forza della Parola e un grazie “sentito” a Nicola Vendola, nel suo intervento a Trinitapoli in data 24 maggio 2009. Ho avuto di nuovo il piacere di ascoltare belle parole da Nicola Vendola….ringrazio lui, te, e tutti coloro che riescono “sottilmente” a donare un sorriso alla nostra lingua e a rendere vive le emozioni!

Ci sono momenti nella vita in cui, sottilmente, si coglie il senso di “appartenenza” al Tutto che ci circonda, è come se, nell’unità di misura di pochi istanti, la nostra stessa dimensione temporale, fragile e contingente, si annullasse, nella percezione di un “vuoto” cosmico, in cui emerge chiaramente solo il piacere della “presenza nell’ascolto”.

L’esperienza di questi momenti lascia una traccia di consapevolezza nella memoria e nel cuore, come una brezza sottile in grado di armonizzare ogni cellula del corpo. La “solenne” premessa è ciò che “l’inesprimibile traccia” concede, come sua manifestazione, attraverso la scrittura…. e il piacere di “masticare”la parola in un gioco che non finirei mai di esplorare. Ci sono uomini e donne altresì che hanno reso e che rendono la Parola un vero e proprio “gioiello”, un diamante prezioso, incastonato nella roccia della divina saggezza, a quelle persone spetta il merito di dar vita alla “materia”stessa, di concretizzare i sogni più latenti di una coscienza addormentata tra le braccia di un “grande fratello”, reso celebre forse solo dalla televisione.

Credo che non esistano “spazi” in cui la bellezza del verbo non possa manifestarsi: anche la politica, un tempo, si ornava di delicati ornamenti linguistici e il “popolo” partecipava “attivamente” alle discussioni pubbliche, perché la “musica parlata”dai “politici”invitava al risveglio, all’energia, al coraggio. Ringrazio Nicola Vendola per aver creato un “bel momento” di ascolto qui a Trinitapoli, permettendo alla sottoscritta di ritrovare finalmente uno “sguardo comune”,piacevolmente cullato dal sorriso del futuro!

La parola giusta è sempre quella che dice amore e che ha in sé il potere di abbattere le muraglie cinesi. Ogni sventura umana sulla terra dipende allora dal fatto che gli uomini sono di rado in grado di pronunciare la parola giusta. Se ne fossero capaci, si risparmierebbero la disgrazia e la pena delle guerre. Non esiste sofferenza umana che non potrebbe essere evitata grazie alla parola giusta, e non esiste nelle varie disgrazie di questa vita alcuna consolazione autentica, se non quella che viene dalla parola giusta. La parola detta senza amore è già un abuso umano del dono divino della parola. In tale abuso la parola contraddice il proprio senso autentico e si estingue spiritualmente. Va perduta nella temporalità. La parola che dice l’amore è eterna. Dal «solipsismo dell’Io» della sua esistenza — da questa «malattia mortale» della sua vita spirituale… L’uomo viene redento mediante la parola e l’amore (Ferdinand Ebner).

Antonella Pedicelli

“…c’è una verità fondamentale la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo anche la Provvidenza allora si muove. Infinite cose succedono per aiutarlo, cose che altrimenti non sarebbero avvenute. Qualunque cosa tu possa fare, incominciala. L’audacia ha in sè il genio, potere e magia. Incominciala adesso”

Goethe

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Velina D’Arpina del 3 giugno 2009: “Il PD esiste ancora… Dario Franceschini mi scrive…” – Notizie varie da Calcata, da Viterbo e dall’Italia

Stamani la mia velina trabocca di soddisfazione personale, finalmente il PD si è ricordato di me. Andando alla Posta, su alla Canossa di Calcata Nuova, ho avuto la lieta sorpresa di vedermi consegnare dalla simpatica e brava impiegata una letterina:

“Gentile Paolo… – c’è scritto- poco più di un anno fa, anche grazie alla tua partecipazione, è nato il Partito Democratico. Un traguardo per quanti hanno creduto nella feconda intuizione dell’Ulivo, nell’incontro tra culture e tradizioni diverse…”.

Come inizio non è male – mi son detto- Franceschini si vede che sa parlare e scrivere.. E la mia mente è andata indietro nel tempo.. a quando, parecchi anni fa, come giornalista ed addetto stampa del Movimento per L’ulivo ero stato chiamato a moderare l’incontro programmatico della prima Festa dell’Ulivo, tenuta a Viterbo, in sostituzione della Festa dell’Unità. Sul palco c’era anche Dario Franceschini fra i relatori, una persona degna e modesta, intelligente e sorridente, mi era piaciuto come parlò e pensai “quest’uomo avrà un futuro politico di spicco, se lo merita..”.

Nella piazza ad ascoltare c’erano tutti i big della politica “progressista” viterbese: Sposetti, Nardini, Rizzacasa e Fioroni… sì anche Fioroni, alle prime armi democratiche, da poco confluito nel PPI dopo l’esperienza Sbardelliana.

Ricordo che ad un certo punto Franceschini mi si accostò e mi chiese “.. Mi pare che ci sia un deputato che è stato eletto con noi qui a Viterbo, un certo Fioroni, chi è?”. In quel momento Giuseppe Fioroni stava in piedi nella piazza davanti alle prime file del pubblico e guardava verso di noi con aria interrogativa, forse sperando di venir chiamato a partecipare al dibattito in corso, fra i big dell’Ulivo nazionale che erano sul palco. “Incrociai il suo sguardo implorante e poi dissi a Franceschini “ma come non lo conosci? E’ quel signore lì un po’ cicciotello che ci sta guardando dalla platea”. Franceschini lo sfiorò con lo sguardo per un attimo e non disse più nulla…

Da allora di tempo ne è trascorso parecchio, ma io ho continuato a seguire con interesse le sorti dell’Ulivo e poi del Partito Democratico, di cui fui membro fondatore (come confermato nella lettera stessa di Dario Franceschini) e sostenni sempre Romano Prodi (di cui conservo ancora alcune amichevoli lettere).

Ma forse perché non piacevo ai vecchi potenti e nemmeno ai nuovi non fui mai accettato nel suo contesto. Sono una persona troppo libera e troppo sincera e troppo onesta per avere una qualsiasi chance di carriera politica, in qualsiasi partito. Infatti in passato fui scacciato dai Verdi (perché mi ero opposto all’inceneritore per RSU di Civita Castellana) malgrado fossi uno dei fondatori di quel movimento. In seguito fui anche allontanato dal gotha dell’Ulivo viterbese (perché incontrollabile e non prono alle direttive, avevo persino criticato D’Alema, Veltroni e Rutelli, peggio di così…).

Ma… perché vi sto raccontando questa storia? Ah, sì… ora ricordo…. Dicevo –quindi- che sono stato fra i fondatori del PD qui a Calcata e conosco bene la candidata sindachessa Sandra Pandolfi da quando militavamo assieme nel PDS, e conosco tutti gli altri membri del politburo locale, uno per uno.

Stamattina al baretto sotto al Comune di Calcata ho letto su un quotidiano locale che qui c’è stata la visita di Mazzoli per lanciare la candidatura della Pandolfi “una lista aperta a tutti” diceva Mazzoli, fra le varie amene promesse di cambiamento democratico. “Ma come? -ho pensato- Io non sono mai stato invitato alle riunioni preparatorie di questa lista, non mi è mai stato chiesto alcun parere in merito, nemmeno mi hanno dato, chessò, un volantino per strada, una telefonata, un abbocco… eppure anch’io sono uno del PD, ma questa lista della Pandolfi non so da chi e come è stata decisa e costruita…”.

Allora ho capito che il PD di Calcata è aperto a tutti meno che a Paolo D’Arpini… così mi sono messo l’animo in pace e ho potuto archiviare con il cuore sereno la letterina del vecchio “amico” Dario Franceschini, al quale auguro comunque ogni bene!

Cari saluti a tutti, Paolo D’Arpini da Calcata

www.circolovegetarianocalcata.it  - (sito non recensito)

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2009: Calcata milionaria.. e resto del mondo a rotoli – «Après nous le deluge»

Parafrasando la famosa commedia/film  di Edoardo De Filippo si potrebbe affermare che Calcata è milionaria, almeno a giudicare dal tipo di vita consumista che vi si svolge, allo stesso tempo potremmo definire questo stesso tipo di vita una sembianza di quello che fu -restando nello spettacolare- durante gli “ultimi giorni di Pompei”. Insomma siamo quasi al “The Day After”.

Calcata da “paese ideale, dove vivere è bello” è ormai il simbolo di quello che ci aspetta in seguito al crollo del sistema democratico e dell’ordine sociale. Nel paese impera la piena anarchia consumista: “Ognuno per sé e satanasso per tutti”.

Se volete sapere come si vivesse a Napoli durante l’emergenza rifiuti, venite a Calcata in un qualsiasi giorno di fine settimana, e vedrete…

All’ingresso del Parco del Treja cumuli e cumuli di rifiuti di ogni genere accostati ai secchioni, quasi tutta merce deperibile, resti alimentari gettati lì da qualche “ristoratore”, il tutto contornato da quadri e quadretti, da guide turistiche e cartelli, manifesti e scacciapasseri, topi e gatti, cani e raccattarobe. Le robe raccattatte vengono poi rivendute all’angolo dai “posteggiatori” abusivi mescolati al traffico asfissiante non controllato da alcun vigile. La Piazza Roma da poco restaurata dalla Regione Lazio, con una spesa di 550.000 euro, ridotta ad un hangar patetico in abbandono, in cui l’abusivismo impera sovrano.

Il teatrino Calcata è aperto nei giorni “festivi” alla vista delle migliaia di sderenati che accorrono ai pub, alle friggitorie, ai ristorantini mordi e fuggi, ai negozietti di ciarpame, alle boutiques di carabattole, alle bancarelle di collanine, alle camerette ad ore, questo il modo di accontentare il turismo nell’ex “paese ideale”, ora “lupanare” od al meglio “Sodoma e Gomorra”. Qui la finzione impera sovrana, qui i vandali e gli sporcatori sono a casa loro, nessuno li controlla o li censura, anzi i pochi cittadini onesti, che ancora resistono, debbono stare in silenzio altrimenti scattano le ritorsioni, i dispetti, le offese, i gesti di sfregio… il tutto nella piena impunità… Poichè a Calcata chi li vede i tutori dell’ordine? E poi quale ordine, quello delle cosche?

Ma non voglio fare la parte unicamente del catastrofista e per buttarla a ridere, inserisco qui dabbasso la “famosa” mappa alternativa di Calcata, redatta dal vacanziere Saul Arpino.

Buon divertimento dal vostro affezionato, Paolo D’Arpini

www.circolovegetarianocalcata.it  (attualmente non recensito)

……………….

Il corrispondente embedded: Saul Arpino presenta:

IL PADIGLIONE DELLE CARABATTOLE

Laboratori, Attività In-culturali e Post-creative di Calcata.

Grotta dell’Oltre Tomba, via dello Sgarrupo, 6 – specializzata in zombies, artisti sommersi ed in catalessi.

Museo Senz’Arte né Parte, via del Camposanto, 23 – arbusti spinosi intrecciati INRI e taglio di alberi vivi a croce.

La Carriola, ass.alter. via del Fabbisogno, 25 – organizza corsi su come squagliarsela velocemente con la refurtiva.

La Bottega del Passatore, via Agrigento, 34 – poesie a metro, epitaffi, barzellette, gioco delle tre carte.

L’Antro di Circe, via Odissea, 12 –specialità fatture d’amore e odio, panacee anche trucchi e trucchetti.

All’Orso furioso, via del Tempestoso, 56 – allevia il letargo dipingendo pagliuzze e sassolini per collanine.

Virgineo Oscuro, via della Fogna, 90 – tessitura a mano di stole profumate all’olio di puzzola.

Sapori e Colori, via Orto di Getsemani, 26 – assaggi e massaggi con olio di ricino benedetto.

Vai e Vieni, via delle Montagne Russe, 78 – scalate e passeggiate, avanti ed indrè, non si parte e non si arriva.

Burka, via del Talebano, 85 – collezione esclusiva di veli e velette, anche cappucci e bavagli.

Gioielleria Artigiana Ambulante, via Dove Capita, snc. – orecchini e campanelli da naso, fischietti e specchietti per le allodole.

Dove Non Mangiare Bere e Dormire.

Ad Ore, via del Referenziato, 34 – una camera ad un letto unificato, servizi esterni dove capita.

Ristorante del Mal Augurio, via Nido di Vespe 65 – specialità incartate ed insaccate, provenienza oscura.

Birreria Sugar Brown, via Fateviunfix, 69 – birra bruna e bionda alla spina, allo spinotto, allo spinello.

Grand Hotel de La Riviere, via Torquemada, 99 – ad una stella (visibile dal tetto), acqua piovana in camera.

Ristoambulazione, via dei Pezzenti, 76 – si mangia in piedi o seduti fuori, sulle scale o per terra.

Bar Ba Gianni, Via in Kulolaluna, 77 – ricchi premi e cotillons a chi trova il posto.

Panetteria del Porco, via Montisuini, 34 – panini, panine, pagnottelle e pagnotte, a volte cotte a volte crude.

Agenzia di Viaggi, via della Transumanza, 34 – si organizzano merendine al sacco e colazioni affrettate.

Senza Gusto, via del Finanziere, 323 – lunedì broda, martedì zuppa, mercoledì panbagnato, giovedì acquacotta.

La Cantina dello Scotennato, via Moneta Bucata, 11 – assaggi di sfiziosità industriali, dal supermercato al mentecatto.

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