Archivio di giugno 2009

Discorso sulla Creazione – Terra e Cielo, Madre e Padre, Tenebra e Luce – Il binario dualistico della vita e la propria identità primordiale: “I am that I am”

Tutto ciò che esiste nel mondo sorge dall’incontro fra le tenebre e la luce, fra la terra ed il cielo, fra il femminile ed il maschile. Questa è una teoria espressa non soltanto in India od in Cina ma presente in ogni filosofia e religione e persino nella scienza empirica. Ma in Cina ed in India maggiormente il discorso binario delle forze creatrici è stato analizzato in profondità e portato alle sue estreme conclusioni. Tutti sanno –ad esempio- cosa sono lo Yin (femminile) e lo Yang (maschile) e molti conoscono il binomio Shakti (fenomeno) e Shiva (noumeno).

Nella penombra dell’aurora si dice che il mondo sia stato creato da Brahma. La descrizione di questa creazione è molto semplice. La mitologia cosmologica mistica descrive la nascita di tutti gli esseri attraverso l’opera creativa di Brahma. Il creatore dovendo svolgere il suo compito formulò in se stesso il principio femminile “Sandhia” che significa Aurora, assumendo egli il principio maschile. Una volta che questa sua “figlia” apparve davanti ai suoi occhi egli ne fu così affascinato che s’invaghì della sua stessa creazione. Sandhia cercò di sfuggire alla bramosia di Brahma ed assunse di volta in volta una forma diversa, sempre al femminile, mentre Brahma la rincorse nella forma maschile della stessa specie. E così tutti gli esseri senzienti furono alfine prodotti. Questa allegoria simbolica del “rincorrersi” è ripetuta anche nella teoria del Big Bang, in cui l’unità indistinta primordiale (Tao per i cinesi) si trasforma in grande esplosione creatrice (il desiderio del moltiplicarsi), resa possibile dall’espansione del tempo nello spazio, potremmo egualmente chiamarli luce e tenebra….

Ma voglio scendere nei particolari minuti, sulle intuizioni presenti in ognuno di noi, prendendo l’esempio della mia stessa vita. I ricordi più lontani che ho di me stesso risalgono al limbo del grembo materno ed al momento della nascita. Allora percepivo chiaramente il destino della forma che avrei assunto, con tutte le difficoltà conseguenti al necessario riequilibrio di un precedente karma. La volontà di uscire fuori dall’utero era molto debole, vedendo le umiliazioni, le paure, le fatiche, le trasformazioni che mi aspettavano… eppure ad un certo momento sentii che non potevo tirarmi indietro, che questa nascita era necessaria per la mia evoluzione, che vi sarebbero stati anche momenti santi e gloriosi, che questa mia vita avrebbe aiutato il compimento anche di altre esistenze. E così venni alla luce, tirato fuori da un forcipe…. Che la levatrice infine usò, vista la mia reticenza a nascere….

E poi i momenti cruciali legati all’insoddisfazione per la forma assunta. A circa 6 od 8 mesi, ricordo che mia madre descriveva ad una amica in visita il colore dei miei occhi “prima era azzurri ora stanno diventando verdi –forse castani..”. Ed infatti i miei occhi sono castani, con striature verdognole (”cacarella” dice mia figlia Caterina), l’azzurro tanto desiderato è rimasto solo un alone nella pupilla.

Ed il desiderio carnale, la paura e la gelosia edipica? A circa un anno e mezzo ricordo che una sera ero nel mio lettino, nella stanza dei miei genitori, che evidentemente volevano copulare, ma io non mi addormentavo e mi dissero “dormi se no dalla finestra viene il gatto mammone”. Neanche sapevo cosa fosse una tale bestia ma immediatamente percepii una figura nera che mi osservava dalla finestra e implorai mia madre di farmi andare nel suo letto. Ma non fui accettato e fui zittito con frasi tipo “ma no… ma no.. il gatto mammone non c’è.. resta nel tuo lettino..”. Eppure per me c’era anche perché sentivo rumori strani… Poi a circa due anni e mezzo, quando era nata da poco la mia sorellina Maria, assistevo alla sua poppata al seno e mi venne il desiderio di bere anch’io di quel latte ma presi la cosa alla larga “Mamma, mamma… come fa il latte ad uscire dalla sisa?” E mia madre scherzando sollevò la sisa la spremette nella mia direzione facendone uscire uno schizzo di latte che mi colpì in faccia.

Lascio da parte altri ricordi di questo genere e racconto solo quello che fu per me illuminante e mi diede la visione della realtà indivisa. Un giorno, avevo circa quattro anni, osservavo nel raggio di sole che entrava dalla finestra una moltitudine di piccoli esseri che si muovevano, un pulviscolo di particelle misteriose, e chiesi a mio padre “papà.. cosa sono tutte queste cose che si vedono nel raggio di luce?” e lui mi rispose (dopo aver osservato a sua volta) che si trattava di minuscole forme di vita. Immediatamente percepii la verità che la vita è una realtà indivisa, la stessa cosa che oggi affermano gli scienziati, che non c’è separazione e che veramente tutto è una manifestazione del gioco delle particelle quantiche primordiali. Ed lo dissi esclamando “ma allora non c’è divisione fra noi… siamo tutti la stessa cosa!”. Ovviamente mio padre, vittima della visione dissociata negò dicendo che ognuno ed ogni cosa era separata, e qui dovetti iniziare a fare i conti con l’accettazione della mia verità intuitiva rispetto a quella descritta dagli altri….

Ma insomma qual è il meccanismo concettuale dietro alla creazione del mondo?

A questa domanda Nisargadatta Maharaj rispose in modo lucido e chiaro: la creazione del mondo, come apparizione nella coscienza, ha un decuplo aspetto:

- Purusha (maschile o mente) e Prakriti (femminile o natura), il materiale psichico e fisico.

- L’essenza dei cinque elementi fondamentali (visti come stati energetici): etere, aria, fuoco, acqua e terra, in continua e mutua frizione.

- I tre attributi (o qualità): satva (armonia), rajas (attività), tamas (inerzia)

Un individuo può pensare di essere lui stesso ad agire in realtà il suo nome e forma non sono altro che l’espressione combinata dell’incontro fra questi fattori.

In verità ognuno di noi è null’altro che “coscienza” ovvero la capacità di osservazione e di vivificazione che rende possibile il gioco degli elementi e dei vari aspetti psichici. La forma incarnata è un po’ come la particolare immagine che si forma al caleidoscopio, od alla slot machine, alla quale noi osservandola diamo un valore e significato sulla base di certe convenzioni. Le forme differiscono così tanto in qualità e quantità, dati i possibili mescolamenti dei 10 aspetti coinvolti, che alla fine appaiono individui come Hitler o Gandhi….

Facendo un’analisi all’inverso, tornando cioè indietro nella formazione degli aspetti, notiamo che le tre qualità non sono altro che il movimento del “maschile” (rajas) e del “femminile” (tamas) nel gradiente formato dallo spazio-tempo ed osservato nella “coscienza” (satva). Mentre gli elementi son solo le posizioni assunte dalle qualità nel gradiente, cioè: satva = etere; satva e rajas = aria; rajas = fuoco; rajas e tamas = acqua; tamas = terra.

Ma apprendere il meccanismo concettuale “esteriore” serve a poco se manca la capacità di riconoscimento e radicamento della propria identità primordiale, la pura consapevolezza, alla luce della quale tutto avviene.

Il pensiero “io sono” vibra nell’esistenza e tutto appare!

Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati

Roma, dal 3 all’11 ottobre 2009: “Ecologia profonda, Alimentazione naturale, Spiritualità senza frontiere”

Stiamo organizzando una manifestazione da tenersi a Roma, in collaborazione con Laura Lucibello dell’Associazione per la Promozione delle Arti in Italia, supportata da un apposito Comitato al quale stanno aderendo persone ed associazioni ecologiste, vegetariane, spiritualiste, di Roma e d’Italia (di seguito la lista dei primi aderenti).Questa manifestazione si titola: “Ecologia profonda, Alimentazione naturale, Spiritualità senza frontiere” ed è prevista dal 3 all’11 ottobre 2009. La vicinanza con la festa di San Francesco è voluta. Oltre ad una mostra in tema (nel luogo concesso dal Comune di Roma) è prevista una Tavola Rotonda alla quale parteciperanno vari esponenti del mondo evocato nel titolo stesso (spiritualisti laici, ecologisti, etc.). Durante la manifestazione non verranno trascurati gli aspetti ludici, artistici, musicali, poetici, recitativi, etc.Quella che segue è la bozza di massima degli eventi:

3 ottobre 2009 – Inaugurazione della mostra d’arte in tema.   4 ottobre 2009 – Tavola Rotonda, di una giornata, sul tema.

10 ottobre 2009 – Esibizioni di arti varie, poesia, musica, recitazione.

11 ottobre 2009 – Svernissage, incontro conclusivo e rinfresco finale.

Info:  circolovegetariano@gmail.com  - Tel. 0761/587200 laura.lucibello@gmail.com   - Tel. 06/30893615 – Cell. 333.5994451

Cari saluti, Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.

La manifestazione è programmata con l’ausilio dell’Assessore Umberto Croppi, Politiche Culturali del Comune di Roma.

Prime adesioni al Comitato:

AAM Terra Nuova – Rivista dell’Italia Naturale – Direttore Mimmo Tringale

AVI – (Ass. Vegetariana Italiana) – Responsabile Ecologia Ciro Aurigemma

Rete Bioregionale – Etain Addey, Stefano Panzarasa, Fulvio Di Dio

European Consumers – Presidente Vittorio Marinelli

Movimento per l’Etica Universale – Presidente Franco Libero Manco

Amici della Sabina e Mondo Sabino – Direttore Gianfranco Paris

Lega Abolizione Caccia – Presidente Carlo Consiglio

Municipi di Roma.it – Direttore Roberto Mercuri

Cooperativa Editoriale Le Due Città – Direttore Antonello Palieri

Aurelio Rizzacasa – Docente di filosofia all’Università di Perugia

Fabio Caporali – Docente di ecologia all’Università di Viterbo

Edoardo Torricella – Regista della Compagnia Teatrale Il Gruppo

Alberto Mengoni – Istruttore Centro Zen Nirvana

Sergio Cecchini – Istruttore Dojo Koshiki

Accademia Europea – Presidente Carlo Carli

Antonio Piacentini – Edizioni Il Punto d’Incontro di Vicenza

Manuel Olivares – Scrittore su comunità, comuni ed ecovillaggi

Nico Valerio – Scrittore scientifico, esperto di alimentazione naturale  

Giorgio Vitali – Chimico, Infoquadri

Michele Trimarchi – Psicologo, presidente ISN international society of neuropsychophysiology 

In URL il manifesto introduttivo programmatico:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/03/29/deep-ecology-and-lay-spirituality-as-an-answer-to-the-evolution-of-our-urbanized-society-ecologia-profonda-e-spiritualita-laica-come-risposta-evolutiva-per-la-nostra-societa-urbanizzata/

Se intendete aderire al Comitato datene conferma scrivendo a questo indirizzo ed anche a: info.apai@virgilio.it

Commenti disabilitati

Calcata, 29 giugno 2009: “Antropizzazione e trasformazione del paesaggio e del linguaggio nei secoli” – Tavola Rotonda al Palazzo Baronale

Eventi Paolo D'Arpini 13 giugno 2009

Introduzione al tema del linguaggio:  Semantica e filosofia – Religione e spontaneità – Razionalismo e poesia

Le parole sono e creano significati, aiutando la comprensione della realtà. Se non conosciamo il significato delle parole non possiamo parlare di giustizia o  democrazia.

Premesso che l’informazione attuale non si limita più alla conoscenza o alla decodificazione dei problemi, ma pone in essere la costruzione di realtà parallele virtuali, è giocoforza avvalersi degli studi, che fortunatamente aumentano, sul reale significato delle parole di uso corrente, per poterci riappropriare del senso del reale.

In un ipotetico ritorno alla natura ed alla percezione della sessualità come naturale e necessaria polarità, cominciamo con il prendere in considerazione alcuni “verba”.

Repubblica, nel significato originario, significava Res Publica. Coerente con il bene comune che, nella prisca comunità latina, coincideva col Bene Cosmico. Tutto il contrario della Repubblica Italiana, … basata sul lavoro (dei burocrati)

Nel senso originario, “lavoro” significava qualcosa di negativo. Labor, voleva dire affanno, fatica, operatività deludente. Tutto il contrario di di “agere” (agire). Cioè lavoro creativo, che dà soddisfazione perché, appunto, creativo. Non solo nell’Arte ma anche nella coltivazione della terra, che è è essenzialmente ARTE e l’agricoltore un artista.

Quindi abbiamo il lavoratore contro l’artifex. Il labor è anche sinonimo di lavoro svolto per ricompensa. Non per il piacere di creare secondo natura.

L’Artifex può anche trovare un vantaggio economico nel frutto del suo “lavoro” ma questo sarà sempre di intensità inferiore rispetto al piacere creativo. Inoltre, il lavoro per ricompensa, oltreché significare una condizione servile, genera attaccamento al frutto di quel lavoro. Di qui il senso di assogettamento, di schiavitù, di alienazione, di sentimento di insignificanza che pervade colui che serve senza passione, senza partecipazione, e quindi inutilmente (per sè e per gli altri).

Di conseguenza la parola “ozio”, che richiama alla mente i fulmini minacciosi ed inutili del mesto Brunetta (tanto non hanno nulla da fare.. meglio che vadano a fare la spesa e non intralcino i cittadini) inizialmente significava altre cose: ad esempio, “otium” voleva dire raccoglimento, riflessione, guardare in se stessi, meditare, studiare, silenzio interiore. Da quando la scienza meccanica, razionalista e dualista, tanto cara alle “religioni” clerocratiche, ha equiparato l’uomo alla macchina, l’essere umano (o umanoide) diventa un “individuo” individuato “fisicamente” dentro la massa, non più anima personale quindi e privato di interiorità, trasformato in una struttura incapace di “senso” e di capacità riflessive. L’Otium non è più sinonimo di dialogo con se stesso ma oggi significa “non far nulla”.

Si tratta, in buona sostanza, di burattini appesi ai ganci di Mangiafuoco. Inutili anche per lui e per le sue recite virtuali.

I significati delle parole che usiamo quotidianamente uniformano i nostri comportamenti e creano il tessuto di una comunità. Ecco perché occorre riscoprire il significato vero ed originario di tutte le parole, contro l’imbastardimento voluto e programmato. Non a caso il concetto di “nazione”, elaborato qualche secolo fa, definisce in maniera molto chiara l’idea che ne è alla base. Se cerchiamo il primo elemento di collegamento fra esseri umani, questo non può essere solo il territorio ove essi nascono e vivono, ma anche la lingua che essi parlano per comunicare tra loro. La parola, se non è tutto, è comunque <quasi tutto> come ha colto l’autore della frase: “In principio era il Verbo”. Infatti, all’origine di qualsiasi concetto, in qualsiasi modo elaborato, c’è la possibilità di comunicarlo. Posto che un concetto possa nascere spontaneamente “dentro” un cervello e senza il contributo della mente….

Il fatto che il contenuto dei Vangeli sia definito da alcuni “rivelazione” significa anche che in detti vangeli va cercata una parte della verità, che poiché è “verità” non può essere qualcosa precipitata casualmente su questa Valle di Lacrime, ma una realtà “sottintesa” che si prolunga nel “tempo”. Sappiamo che il Cristianesimo, prima di diventare una struttura della clerocrazia, è stato un vasto movimento culturale sincretic, cioè di sintesi del pensiero mediterraneo a sfondo ellenistico. L’ellenismo, a sua volta, è stato un grande sforzo intellettuale di sintesi, al quale ha partecipato la romanità con la realizzazione di una Società evoluta nella quale tutte le realizzazioni (dall’ architettura all’urbanistica, dall’ arte alla giurisprudenza, dalla guerra alla letteratura) hanno risentito della filosofia razionale greca.

Il cristianesimo poi è diventato una religione durante una elaborazione dottrinaria molto combattuta durata circa 500 anni. (Il fatto che a tutt’oggi l’evoluzione del cristianesimo continui attraverso concili e conciliaboli è altra cosa, perché la vera trasformazione delle parole dal loro originario prisco significato l’abbiamo in quei 500 anni durante i quali si sono scontrati epicurei e stoici, platonici, neoplatonici, aristotelici pitagorici, orfici, kabbalisti, egizi, etc…). Va aggiunto che i pensatori ereticali dal medioevo a tutto l’ottocento pur esponendo dottrine provenienti dall’antico pensiero della classicità hanno pur sempre utilizzato terminologie, spesso a noi moderni piuttosto ostiche, ma con significati ormai consolidati.

Lo sforzo che occorre fare oggi è pertanto risalire la corrente del presente pensiero per recuperare gli antichi significati e ritornare alla concretezza non meccanicistico-materialistica della visione naturale del mondo. Per fare un esempio, possiamo riferirci alla parola “fato”. Per noi questa parola significa sostanzialmente “fatalismo”. Adattamento passivo a forze estranee alla natura individuale. Nel significato arcaico originale, invece, il termine “fatum” significava la partecipazione diretta e cosciente di ogni individuo alle forze creatrici dell’Universo. Dispiegamento nel quale l’attività umana si inserisce in un ordine di carattere superiore al singolo. Quando la scienza meccanica ritiene di possedere e dominare la conoscenza e quindi la natura (trasformandola), il concetto di “fatum” perde il suo significato arcaico per diventare espressione di forze oscure, irrazionali, di fronte alle quali l’uomo, già trasformato in individuo/massa, perso il contatto “diretto” con la Natura, nulla può fare. Da notare che proprio in questo contesto acquista importanza la psicoanalisi che, nata per “curare” attraverso l’interpretazione “culturale” delle psicosi, diventa soprattutto negli USA, patria della disarticolazione dell’uomo, una filosofia “ufficiale” alla quale è doveroso fare riferimento in ogni manifestazione che riguarda la società nel suo insieme.

Oggi l’uomo è avulso dalla centralità dell’Universo. Isolato dentro la Massa, si sente escluso dal Tutto. Cacciato dal Paradiso Terrestre, non in termini mitologici, ma nella concretezza giornaliera. Nel momento in cui l’uomo vive dentro le metropoli-giungle di cemento, l’uomo ha perduto la sua essenza. Non può più essere considerato “umano”, bensì l’umanoide degli scrittori di fantascienza. Il recupero può avvenire solo ripristinando una visione olistica dell’ Universo/Multiverso.       Giorgio Vitali

Programma:

h. 16.30 – Tavola Rotonda nel Palazzo Baronale di Calcata su: “Antropizzazione e trasformazione del paesaggio e del linguaggio nei secoli”.

h. 19.00 – Rinfresco finale con i prodotti locali da ognuno portati.

Info: circolo.vegetariano@libero.it  - 0761/587200

L’incontro chiude la Celebrazione del Solstizio d’Estate 2009, tenuta dal 20 al 29 giugno fra Calcata e Faleria, con il patrocinio del Parco Valle del Treja e della provincia di Viterbo.

……….

Come una capra selvaggia, che saltando di balza in balza precipita in fondo al burrone, come posso lenire questo fuoco bruciante del mio cuore?

Finché il Signore dei Due Fiumi non si avvede di me e prendendomi per le corna mi solleva…!

Basava

Commenti disabilitati

La Chiesa nuova di Calcata nuova, dedicata ai SS. Cornelio e Cipriano, viene inaugurata domenica 28 giugno 2009

Un giorno prima della ricorrenza dei patroni di Roma, i SS. Pietro e Paolo, a Calcata nuova si inaugura la nuova chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano. Lo conferma il confermato sindaco, Luciano Sestili, in un’intervista rilasciata ad un quotidiano viterbese. Con l’inaugurazione di questa importante opera, progettata dagli architetti Paolo Portoghesi e Giovanna Massobrio, il nuovo centro di Calcata completa le strutture necessarie alla comunità.La forma particolare del nuovo luogo di culto ha creato molto scalpore nell’ambito architettonico, ecco ad esempio cosa è stato scritto su “Fides et Forma”:

( http://fidesetforma.blogspot.com/2009/06/ecco-voi-la-chiesa-mulinex-di-calcata.html )

“Accadrà il pomeriggio del prossimo 28 giugno a Calcata (VT) la dedicazione della nuova Chiesa, SS. Cornelio e Cipriano, progettata dall’Architetto Paolo Portoghesi. Il noto architetto autore della moschea di Roma e di quella di Strasburgo vive ormai da anni nel borgo medievale di Calcata. Evidentemente data la sua permanenza in quel luogo avrà deciso, con la compiaciuta approvazione delle varie autorità coinvolte, di progettare questo nuovo luogo di culto. Senza voler scendere in oziose dissertazioni sull’architettura del grande – perché negarlo – Paolo Portoghesi, vi sottoponiamo le immagini della vecchia chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano e quelle della nuova. A voi il giudizio! D’altro canto il problema è non la perfezione o la bellezza delle forme, ma il fatto che quei volumi dovrebbero incarnare una Chiesa e non un’astratta opera di estro architettonico”.

Altre notizie e commenti sul nuovo tempio si trovano anche su “Oriens Forum” ( http://www.oriensforum.com/index.php?topic=1356.0 ), non sembra però che l’evento inaugurale abbia sin’ora avuto una grande divulgazione, anzi pare proprio che passi un po’ in sordina… Il parroco, don Dario, ha organizzato una raccolta fondi per l’acquisto delle panche (con un certo successo) e sta preparando il programma per la funzione ma ancora non si sa da chi verrà celebrata la messa (pare comunque che intervenga il vescovo di Civita Castellana), in questo sia lui che il suo vice, don Henry, non si sbottonano. Forse hanno in mente qualche prelato di spicco, di cui per scaramanzia non vogliono fare il nome in attesa della conferma definitiva.

Le uniche notizie trovate sulle funzioni previste sono quelle relative al coro, pubblicate dal maestro Pasquale Brandimarte su http://www.fisacromatica.net/forum/topic.asp?TOPIC_ID=5934 , in cui è detto: “Il giorno 28 giugno 2009 a Calcata (VT), ci sarà la Dedicazione della nuova Chiesa, SS. Cornelio e Cipriano, progettata dall’Architetto Paolo Portoghesi. Elisa e Pasquale Brandimarte sono i maestri concertatori per i rispettivi cori polifonici di Rignano Flaminio e di Calcata. Ah, non vi ho dato l’indirizzo per vedere i lavori, rimedio subito: www.helpmusic.net – Saluti a tutti Voi, Calcante”.

Ricordo che in questi ultimi anni -da quando è iniziata la costruzione della nuova chiesa- di tanto in tanto c’erano state visite di vari architetti stranieri, soprattutto asiatici, che venivano ad ammirare la nuova creazione sacra di Portoghesi. Sul progetto un paio di articoli sono stati scritti sui giornali locali ma ritengo che l’evento sia molto importante infatti, oltre l’interesse che riveste per la comunità calcatese, questo luogo di culto è particolarmente significativo perché segue la costruzione di due moschee (Roma e Strasburgo) e quindi ristabilisce una par condicio religiosa, non solo in chiave estetica -fra l’espressione architettonica di stile musulmano e quella di una nuova estetica cristiana- ma anche dal punto di vista  “sincretico spirituale”.

Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati

Blera: “Panem et circenses” e territorio in abbandono – Lettera aperta di Luca Bellincioni a Marilina Fravolini, assessore all’ambiente del Comune di Blera

Il comune di Blera si mette “in vetrina” con una manifestazione per promuovere il turismo sul suo territorio. Così comunica Marilina Fravolini, attiva amministratrice delle bellezze della valle del Biedano.

“BLERA IN VETRINA” 13 e 14 Giugno 2009 – PANEM ET CIRCENSES

Ricco di eventi il calendario della manifestazione “Blera in vetrina” ideata dal Comune di Blera per promuovere la conoscenza e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale, ambientale ed enogastronomico e per contrastare il degrado delle aree a valenza archeologico-paesaggistica sviluppando la tendenza ad utilizzare i siti quale scenario di diverse ed originali forme di spettacolo e sport. Durante sabato 13 e domenica 14 giugno si svolgeranno tutta una serie di eventi: gare sportive, passeggiate archeologico-naturalisti che, rievocazioni storiche, convegni, degustazioni e menu turistici.  Marilina Fravolini

…………..

Encomiabile la promozione fatta da Marilina, che in passato si mosse attivamente per impedire l’istallazione della mega antenna di Rai Way, avviando inoltre una campagna di sensibilizzazione popolare per la raccolta differenziata e per l’agricoltura biologica, ma ciò non pare sufficiente a Luca Bellincioni, ambientalista fotografo e scrittore, il quale mi scrive:

……….

Ciao caro Paolo, ti inoltro una mia missiva aperta per Marilina Fravolini di Blera, in cui le espongo la situazione sconfortante da me constatata l’ultima volta che sono andato in quella zona. Sono stato un po’ duro, ma certe cose davvero non mi vanno giù. Spero che ella non se la prenda, fra l’altro non è la prima volta che le invio e-mail simili. Fammi sapere cosa ne pensi. Luca

—–Messaggio originale—– 

Da: Luca Bellincioni a Marilina Fravolini  

Inviato: giovedì 11 giugno 2009

Salve gentile Marilina, bella l’iniziativa di Blera in Vetrina. Purtroppo questo fine settimana non posso venire perché sono ad Amatrice per un trekking. Comunque sono tornato dalle parti di Blera non molto tempo fa e ti volevo segnalare un paio di situazioni, di cui forse sarai già a conoscenza:

- La strada per Luni sul Mignone (quella sul tracciato della ferrovia abbandonata) è ormai quasi impercorribile a causa delle piogge torrenziali di quest’inverno. Ho visto addirittura dei turisti francesi che vi si erano inoltrati e che sono tuttavia dovuto ritornare indietro. Io e altri miei amici, invece, a percorrerla tutta fino a Luni ci abbiamo messo più di mezzora…

- All’altezza del bivio per Civitella Cesi e per Barbarano negli ultimi anni sta accadendo di tutto. A parte quella specie di demenziale area industriale tirata su nel deserto (con quei quattro capannoni osceni, di cui due vuoti da almeno due anni e che non si sa a cosa servano, e quel grosso sbancamento vuoto che fa veramente pietà), continua qui l’edificazione selvaggia in sfregio del fatto che ci si trovi in un’area di altissimo valore storico, paesaggistico ed archeologico. Molte, troppe le ville abusive (allo stato di rustico e abbandonate) dai tempi dell’ultimo condono che fanno “bella” mostra di sé in un territorio che invece dovrebbe essere salvaguardato sotto tutti gli aspetti. Ti allego fra l’altro la foto di un paio di cantieri in zona (anche se si tratta dei casi “meno” gravi), uno forse legale, l’altro probabilmente in parte abusivo e comunque incompatibile col paesaggio circostante.

- La bella campagna etrusca che prelude alle meraviglie paesaggistiche di San Giovenale, Civitella Cesi e Luni sul Mignone (degne di un Parco Nazionale e non dell’abusivismo più triste e squallido) dovrà rimanere per sempre in queste condizioni vergognose?

- Per Blera, d’altronde, non è un bel biglietto da visita offrire tali porcherie ai turisti che transitano in zona. Non ci sono progetti in Comune per bonificare il paesaggio di quella località o almeno per limitare l’impatto delle strutture industriali (rimboschimenti lungo la strada, colorazioni adeguate dei capannoni, ecc.)?

- Infine, i cartelli stradali turistici (gialli) che indicano i siti archeologici risalgono quasi a 20 anni fa e sono ormai praticamente illeggibili. Contando che sono 4-5 in tutto, costa così tanto al Comune sostituirli con cartelli nuovi? Guarda, sono così impietosito dalla situazione della gestione dei siti archeologici nel Comune di Blera, che nonostante sia attualmente disoccupato e non abbia denaro da spendere invano, va a finire che un giorno o l’altro ve li compro io e ve li porto così li sostituiamo.

- E ricorda che nella vicina Tolfa – dove non c’è una casa abusiva in tutti i 17000 ettari del suo territorio – i siti archeologici sono segnalati da cartelli di legno intagliati a mano e non da cartelli stradali bruttissimi, arrugginiti, storti ed illeggibili. E a Tolfa  non ci abitano gli illuminati. Scusa il mio sfogo, so che tu personalmente sei una persona di straordinaria qualità e sensibilità (me lo ha confermato Paolo D’Arpini con il quale sono in contatto), e che lo stesso Comune si è ben comportato nella vicenda di RAI WAY (che probabilmente avrebbe fatto soccombere molti altri Comuni) ma le cose che a Blera non vanno sono troppe e si potrebbe fare davvero qualcosa di più. E non parlo di te, ma di quei tuoi colleghi che forse scaldano la sedia sotto al sedere invece di farsi un giro nelle proprie campagne per conoscerle e proteggerle, visto che sono una delle risorse (agricole e turistiche) che questo territorio ha per modellarsi uno sviluppo economico sostenibile. Sconfortato, ti saluto cordialmente.  Luca Bellincioni

………………….

Grazie per aver letto sin qui e per l’aiuto che vorrete dare a divulgare questa notizia.   Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati