Signoraggio bancario – La più grande truffa legalizzata mai esistita al mondo… è ai tuoi danni!

Una ben nota faida, che di volta in volta torna di moda sin dalle prime produzioni tecnologiche del genere umano, è quella che si consuma ad intervalli quasi regolari tra i due schieramenti denominati apocalittici ed integrati. La rivoluzione industriale, la nascita del telefono, la nascita della televisione, dell’informatica, di Internet; ognuno di questi eventi, insieme a molti altri, ha, nel lungo evolversi dei nostri mezzi tecnologici, caratterizzato larghi dibattiti in merito ai possibili effetti positivi/negativi che tali innovazioni potessero avere sulla società. Senza entrare nel merito della discussione, credo sia di dominio comune l’idea che il fenomeno “Internet” (che, non a caso, oggi in Italia vuole essere limitato, o meglio censurato dal parlamento) abbia senza dubbio portato alla popolazione mondiale enormi benefici (non si parlerà qui di digital divide).

Uno di questi è sicuramente la possibilità di giungere, da parte di ognuno, a fonti di informazione alternative ai cosiddetti “old media”, che garantiscono una maggiore trasparenza e bilanciano in maniera equa la distribuzione di quella che è la verità dei fatti (qualsiasi essi siano). I mezzi di comunicazione di massa altrimenti denominati come mezzi di persuasione di massa, sono caratterizzati infatti da un’illiberale univocità di senso (vi ricordate lo schermo perennemente acceso del Big Brother di Orwell?). La rete, è invece l’emblema della democrazia. Proprio per questo motivo attraverso di essa, oggi chiunque voglia farlo, può conoscere “cose” che prima solo gli addetti ai lavori trattavano e che per qualche motivo si guardavano bene dal diffondere. Una di queste “cose” è il signoraggio bancario.

Il Signoraggio è l’insieme dei redditi che chi crea/emette moneta percepisce dalla differenza tra il valore nominale della moneta stessa e il suo valore intrinseco. Quando la moneta metallica sostituì la pratica del baratto negli scambi commerciali, questa era caratterizzata da un valore. Tale valore era dato semplicemente dalla quantità di metallo prezioso (prevalentemente oro o argento) presente nella singola moneta. Il signore (re, imperatore, etc…) che aveva il compito di coniare tali monete, imprimeva loro un valore nominale più alto per poterci guadagnare e permettersi così un “agio economico”.

Questo infatti riceveva l’oro (dai commercianti o direttamente dalle miniere) e rispondeva alla richiesta di conversione in moneta utile per gli scambi, mettendo la sua effige, che serviva a garantire la bontà del pezzo da lui coniato. Ed è qui che arriva l’agio: Ogni moneta veniva dichiarata come contenente 10 grammi d’oro, quando in realtà, nella fase di conio, ne venivano impiegati solo 9 grammi (ai quale si sommava 1 grammo di metallo non nobile). La differenza tra il valore nominale dichiarato (10 grammi) e valore intrinseco effettivo (9 grammi) era il signoraggio (in questo caso un 10% del valore della moneta, oggi che la stampa di banconote costa alle banche circa 30 centesimi a pezzo, su, ad esempio, una banconota da 100€ è quasi del 100%).

Al nascere delle prime banche private, la storia cambiò. Dotate di inespugnabili casseforti, queste si facevano ottimi custodi dell’oro dei privati. I ricchi commercianti che prima andavano dal Signore a farsi coniare le monete, cominciarono così a depositare il loro oro presso tali banche, le quali rilasciavano in cambio del metallo prezioso, una nota di banco (d’ora in avanti banconota) che certificava l’esistenza del deposito. La moneta poteva così essere creata solo ed esclusivamente dalle banche, ed in relazione alla presenza di depositi di oro. Per convenzione nel 1944 si stabilì che ogni moneta poteva essere convertita in dollari, e che ogni dollaro poteva essere convertito in oro. Dal 15 agosto 1971, per un decreto di Nixon, non è più così

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). La Federal Bank s.p.a. (s.p.a. vuol dire di proprietà di privati), banca centrale americana proprietaria della banca mondiale e del fondo monetario internazionale, decretò così la fine di tale meccanismo. Trasformò la dicitura propria di ciascun dollaro “convertibile in oro” in “moneta a corso legale” e pubblicò il documento conosciuto come Modern Money Mechanics per spiegare quali sarebbero state da quel momento in poi le regole di creazione ed emissione della moneta, negli stati uniti, e nel resto del mondo (a parte rarissime eccezioni…l’europa…ergo l’italia non è tra queste). A pagina 1, il Modern Money Mechanics recita così:

“The purpose of this booklet is to describe the basic process of money creation in a “fractional reserve” banking system.”

Ovvero:

“L’intento di questo documento è quello di descrivere i processi basilari della creazione della moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria”

Ma come viene creato il denaro in un sistema bancario a riserva frazionaria? Molto semplice, dal nulla, o meglio, dal debito. Vediamo perché:

Poniamo caso che il governo italiano, il quale non ha la sovranità monetaria, ovvero non può stampare direttamente le banconote, decide che ha bisogno di denaro. Emetterà delle ricevute chiamate titoli di debito pubblico (BOT,CCT,BTP,etc…) per un totale di (ad esempio) 1′000′000′000 €. L’ente che gode della sovranità monetaria in Italia, ovvero la Banca d’Italia S.p.A. (le cui quote maggioritarie sono in mano ai tre enti privati UniCredit, Intesa-San Paolo e Assicurazioni Generali), acquista così il debito dello stato italiano, stampando 1′000′000′000 € in banconote che andranno ad aggiungersi alla base monetaria e saranno distribuite nei conti correnti degli intermediari finanziari (banche) che Banca d’Italia ha designato per l’operazione.

Per il principio della riserva frazionaria, una banca che riceve (ad esempio) 1′000′000′000 €, è obbligata a trattenere il 10% di tale cifra come riserva. La banca segnerà così la cifra di 100 milioni di euro come riserva del deposito, e la restante cifra di 900 milioni di euro come eccesso, ovvero denaro da prestare in caso di richiesta di credito. Secondo la logica, su successiva richiesta e concessione di un credito di 900 milioni di euro, la banca in questione, dovrebbe cedere l’intero deposito in eccesso, restando così con la sola riserva imposta per legge, ovvero 100 milioni di euro (1′000′000′000 € – 900′000′000 €). Il sistema bancario a riserva frazionaria (il nostro sistema bancario), sembra tuttavia non seguire alcuna logica apparente.

La riserva frazionaria prevede infatti che, come spiegato efficacemente dal Nobel Paul Samuelson, a fronte di un nuovo deposito, una banca può concedere un prestito aggiuntivo per un ammontare massimo pari al nuovo deposito meno la somma trattenuta sotto forma di riserva a qualsiasi titolo. Cosa vuol dire? Che la banca che riceve in deposito 1′000′000′000, non ha a disposizione solo questo 1′000′000′000 da prestare, bensì, per le regole del Modern Money Mechanics 1′000′000′000 + 1′000′000′000 – 100′000′000 €. Ovvero 1.900.000.000 €.

Dato, infatti, che se le banche prestassero denaro dai loro depositi non produrrebbero nuova moneta, su richiesta di credito da parte dei privati (cittadini, aziende, enti pubblici, etc…) ciascuna di esse può arrivare a creare dal nulla, o meglio dall’indebitamento di chi sottoscrive i contratti di prestito, una cifra di denaro fino a 9 volte superiore all’intero ammontare del deposito stesso. Il valore della nuova moneta creata, è dato dalla base monetaria esistente (dalla quale la nuova succhia valore). Più va avanti il processo di moltiplicazione monetaria previsto dal sistema della riserva frazionaria e più il potere d’acquisto si abbassa, i prezzi si alzano e si alimenta il fenomeno dell’inflazione. Il denaro diviene l’equivalente del debito. Scrive Marriner Eccles, governatore della Federal Bank nel 1941:

“Se non ci fosse debito nel nostro sistema monetario non ci sarebbe moneta”

Proseguendo nell’analisi del sistema bancario, giungiamo poi alla grande nota dolente della questione. A seguito della concessione di un credito la banca non pretende solo la restituzione della somma di denaro concesso in prestito, bensì carica tale somma di un “interesse”. Il debitore che si vede prestare 100′000€, per non essere dichiarato insolvente, e vedersi così confiscati i propri beni messi come garanzia (ad esempio la casa), al momento della restituzione dovrà presentarsi alla banca non con i soli 100′000€ ricevuti, ma con ben 103′000€ (ipotizzando un tasso di interesse al 3%).

Qui sta la pura poesia della truffa. Dato che il totale di denaro circolante emesso dalle banche altro non è che il totale del debito, come farà ogni debitore a far tornare alla banca il suo prestito, caricato dell’interesse? Spieghiamo meglio: La banca presta a 10 persone 10 monete ciascuno, tuttavia ad ognuno chiede di restituirne 11.

Ma se la totalità delle monete in circolazione (e quindi del debito) è quota 100, come faranno le 10 persone a restituirne insieme 110 monete? Semplice non potranno mai farlo. Durante il periodo di utilizzo del prestito concesso, alcune delle 10 persone si arricchiranno, a discapito di altre. Alcuni potranno così tornare alla banca e restituire il debito caricato dell’interesse, mentre altri non potranno farlo, saranno dichiarati insolventi, vedranno confiscati i propri beni, e dovranno ricorrere alla concessione di altri prestiti, divenendo così schiavi del sistema bancario. Il denaro che le banche chiedono sottoforma di interesse ai debitori, non è mai stato stampato, non esiste. L’ammontare di moneta dovuta alle banche, sommata all’interesse, supera necessariamente il totale del denaro circolante. A rotazione ci sarà sempre qualcuno che rimarrà a bocca asciutta; la bancarotta fa parte del sistema.

Questo è il signoraggio bancario, e per tale pratica, nel 1994 il professor Giacinto Auriti, denunciò la Banca d’Italia, il suo governatore Carlo Azeglio Ciampi e il suo successore Antonio Fazio. La corte non poté negare l’evidenza dei fatti, ma spiegò di non poter condannare gli accusati. La pratica infatti, dicono i giudici, non può costituire reato in quanto consuetudine. Vuol dire che se io rubo dei soldi a qualcuno è un reato, se lo fanno in 100 è una consuetudine.

Abbiamo incontrato il presidente dell’associazione PRIMIT Sandro Pascucci, noto in rete per essere uno dei più importanti sostenitori della battaglia al signoraggio bancario in Italia per capire meglio cosa si può fare a ruguardo. Alleghiamo l’intervista svolta:

Che cos’è PRIMIT, e che attività svolge?

Il PRIMIT è una associazione (senza scopo di lucro e con iscrizione totalmente gratuita) di cittadini consapevoli del Problema della totale mancanza di “Sovranità Monetaria” e volenterosi di riformare il Sistema.

Che cos’è il signoraggio bancario?

E’ uno dei due punti cardine sui quali ruota il Problema della mancanza di “Sovranità Monetaria”. L’altro perno è la “riserva frazionaria”.

Tra i conoscitori di tale pratica si lamenta il fatto che il signoraggio non sia adeguatamente trattato in ambito accademico. E’ così?

Non è vero che non viene trattato. E’ vero piuttosto che molti nomi illustri in passato ne hanno denunciato le storture ma sono stati scientemente poco ascoltati e addirittura snobbati, quando non isolati. Un nome per tutti: il premio nobel Maurice Allais.

Ci sono mai state interrogazioni parlamentari a riguardo in Italia?

Sì, diverse. Nessuna è stata mai discussa né ha avuto seguito.

-Nel tuo sito parli di come si possa ricostruire L’Aquila a costo zero, cosa vuole dire?

Vuol dire creare e attribuire le risorse monetarie necessarie alla ricostruzione delle strutture, pubbliche e private, della città, e delle città, colpita/e dal terremoto; senza pesare sui Conti della Nazione come invece avverrebbe con richiesta di moneta a strutture private come la BCE e/o la Banca d’Italia S.p.A. o altri artifici contabili/finanziari.

Alcuni sono soliti definire i fautori della teoria del signoraggio bancario come dei complottisti legati ad esempio al fenomeno delle scie chimiche. Perché secondo te avviene questo?

Chi ci lega a qualcos’altro che non sia l’etica di gestione della moneta sovrana cerca di mettere una zavorra alle nostre idee e iniziative, alla nostra Lotta. Non siamo responsabili noi per le loro elucubrazioni mentali, prezzolate o meno che siano. Le scie chimiche, il 9/11, la sanità malata e ogni altro argomento che abbiamo trattato, e che più o meno abitualmente trattiamo nelle nostre Fiere delle Verità sono solo un aspetto di come il Sistema tratta le altre argomentazioni scomode.

Sempre alcuni parlano dei teorici del signoraggio come estremisti di destra (nonostante nelle radici dell’idea ci siano nomi come Karl Marx o Abram Lincoln, e nonostante il fenomeno tocchi tutti gli uomini indistintamente). Come mai secondo te?

E’ un facile modo per non trattare il Problema. Lavarsene le mani etichettando la Causa con questo o quel colore politico è quanto fanno gli irresponsabili e gli schiavi (psicologici o foraggiati) del Sistema Bancario (che noi chiamiamo IGB, Il Grasso Banchiere)

Hai fiducia nel diritto di voto?

Solo in quello consapevole, palese e revocabile.

-C’è almeno un politico che ti rappresenta?

No.

Perché non andate a “disturbare” i grandi mezzi d’informazione riguardo la questione?

Ci ignorano, per ovvii motivi.

Non pensi che impegnandosi al 100% sul problema del signoraggio si possano perdere di vista problemi più contingenti, ma comunque importanti, quali l’inquinamento, la diffusione di sentimenti xenofobi nei confronti di chi cerca fortuna nel nostro paese, o l’ampia inefficienza politica (spesso associata alla corruzione) che rende oggi in Italia ogni cosa “più difficile”?

E’ vero il contrario. Tutto il male sociale del Mondo deriva dalla mancanza di Sovranità Monetaria. E’ distraendosi con problemi minori e figli del Problema principale che si perde tempo prezioso e menti di giovani altrimenti utilissimi (se focalizzati sulla Causa).

-Ti è capitato di criticare il comico genovese Beppe Grillo, che pure anni fa dedicò uno spettacolo intero sul signoraggio. Come mai?

Perché fa parte del Sistema, ne sfrutta le deformazioni socio-politiche per suoi scopi economici personali e aiuta IGB distraendo le Masse verso affari di poco conto.

Studiando con umiltà. Sempre, ogni giorno. Se non si ha la forza di fare questo almeno si abbia la coerenza di tacere le numerose piangine da bar che si fanno quotidianamente su questo o quel piccolo problema..

Gianpaolo Marcucci

Legenda.

(Documento originale: Modern Money Mechanics)

(Azionisti di Banca d’Italia)

(Azionisti di Banca d’Italia) 1

(Azionisti di Banca d’Italia) 2

(Azionisti di Banca d’Italia) 3

Per informazioni su signoraggio e possibili alternative:  www.signoraggio.com  

Fonte:  http://www.latuavoce.it/notizie/notizia.asp?id=16522

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