Scorie nucleari come rifiuti solidi urbani: qui, là… ovunque od in nessun luogo – “Ma sempre allegri bisogna stare.. che il nostro piangere fa male al re…fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam..!”

“C’è tensione… c’è tensione…”   Con queste parole e fingendo nervosismo, con evidente sfregamento delle mani e sguardi obliqui buttati di traverso, il mio amico Roberto Caivano prendeva in giro i “catastrofisti” che ad ogni piè sospinto preannunziavano l’ennesimo rovinoso disastro… E senza voler far la parte del cinico mi pare che ogni giorno il nostro fantasioso governo fornisca nuove chance devastatorie agli amanti del brivido e dell’imminente fine del mondo…

Ma il nostro governo la prende allegramente e fornisce sempre nuovi pezzi melodrammatici, vedi: l’escrescenza cementizia per rivitalizzare l’ars muratoria, la sponsorizzazione del sesso a pagamento per inpinguare la circolazione di valuta, la magnificazione del sistema chirurgico-medico-farmaceutico per illudere le masse sull’etica e sulla durata della vita, il tentativo di spingere i consumi “necessari” al mantenimento del sistema facendo diventare superfluo ciò che è necessario e necessario ciò che è superfluo…. etc.

Una delle ultime trovate del divertente governator Berlusca è di spingere sulle grandi opere e sui consumi energetici come modo d’investimento industriale a largo raggio. Questo significa che -secondo lui- occorre produrre più energia ad alto costo, non quella che verrebbe gratis dall’acqua, dal sole, dal vento, dai rifiuti, bensì quella che lascia conseguenze drammatiche e problemi irrisolubili, l’energia nucleare tanto per intenderci….

Così vediamo che, ridendo e scherzando, mentre si studia dove piazzare le nuove centrali, ma guarda caso queste centrali stanno già lì da tempo in attesa di essere avviate come nel caso di Montalto di Castro, ora sorge il problema di dove ubicare le scorie di dette centrali: “serve un deposito unico delle scorie!”. Il Berlusca, studia che ti ristudia, troverà una soluzione e sarà la soluzione più logica di tutte: “le scorie vanno smaltite dove ci sono già le scorie…”. Così per capire come verrà risolto il caso difficile basta vedere dove sono attualmente depositate le scorie…. (ed il nostro Lazio non ne è esente..).   Paolo D’Arpini

Ma ora su questo tema leggetevi la lettera di Claudio Martinotti:

Secondo il mio modesto parere, se 30 anni di esperienza nel volontariato ambientale non sono insignificanti, il deposito unico di scorie nucleari in Italia non si farà mai, perché nessuna popolazione e sindaco se lo prenderebbe in carico, neppure in cambio di cospicui finanziamenti risarcitori, a meno che di imporlo con la forza, dichiarando lo stato di emergenza, inviando l’esercito e presidiando il sito 24 ore su 24 applicando il coprifuoco … ma allora non saremmo più una democrazia e dovremmo uscire dall’UE (anche se qualcosa di simile è già avvenuto in Campania, ma avevano l’alibi dell’emergenza rifiuti, non replicabile col nucleare). Senza contare che se si dovesse ripetere l’esperienza di Scanzano Jonico all’ennesima potenza, anche con l’uso della forza non riuscirebbero comunque … Il deposito unico di scorie nucleari è da tempo e continuerà ad esserlo, un argomento da salotto politico o talk show televisivo, come per il ponte sullo Stretto di Messina, ne parlavano già gli antichi romani, oggi lo danno per certo dopo decenni di chiacchiere e di lucrose consulenze progettuali, e non hanno le risorse per farlo e nessun finanziatore privato è tanto incosciente da rischiare i propri capitali … immaginatevi se vi fosse pure l’opposizione totale di tutta la popolazione del luogo e dovessero presidiare l’enorme cantiere 24 ore su 24. Un’utopia o la trama per un romanzo o una fiction.

La soluzione più semplice e logica è muoversi in silenzio, ricorrendo alla solita mistificazione e disinformazione politica, e lasciare le cose come stanno, lasciare le scorie nei siti attuali, anzi, siccome intendono tornare al nucleare (perché nel nostro paese non c’è mai limite al peggio che la casta politica può partorire, in controtendenza con il resto del mondo …), questi siti dovranno ampliarli per ricevere altre scorie, magari con la scusa di metterli in sicurezza, o addirittura di bonificarli …

E’ infatti quanto sta avvenendo in Piemonte, tenendo all’oscuro i piemontesi stessi, anzi ingannandoli (quei pochi che osano ancora informarsi e documentarsi anziché rimbambire davanti alla tv), facendo loro credere che sia in corso un processo di “disattivazione” dei siti, mentre in realtà si intende fare ben altro. Le intenzioni reali sono di creare tre depositi nucleari a Trino Vercellese, due a Saluggia (VC) ed uno a Bosco Marengo (AL), sei in tutto (ma se vi sembrano pochi si può provvedere anche ad un settimo …) che naturalmente saranno “provvisori”, che tradotto dal “politichese italico” significa permanenti … leggetevi in proposito l’articolo sotto riportato e pubblicato da un autorevole fonte come Pro Natura (la prima associazione ambientalista italiana, fondata nel 1948, cui il Gruppo Gevam Onlus è federato). Sei depositi nucleari a pochi km di distanza da una località all’altra e tutti in una sola regione, il Piemonte, ed in aree a rischio alluvionale e/o densamente popolate o già sovraesposte a rischi ambientali da inquinamento. A Saluggia inoltre ci sono già state perdite di liquido radioattivo che hanno rischiato di contaminare le vicine falde da cui pesca l’Acquedotto del Monferrato che serve oltre un centinaio di comuni dell’area. Perdi più in un’area nella quale da anni si stanno facendo notevoli sforzi ed investimenti per la promozione del turismo, ed è leggermente schizofrenico e contradditorio trasformarla nella pattumiera nucleare d’Italia … Ma non solo il Piemonte si dovrebbe preoccupare, ma anche la confinante regione Lombardia, in particolare la provincia di Pavia.

E di questi estremi pericoli e lesioni dei diritti dei cittadini, chi se ne accorge (come sempre)? La società civile, che ormai da anni grazie ad Internet è organizzata in una rete di comunicazione e collaborazione multilivello (ecco perché qualche politico vorrebbe censurare Internet). Non gli enti locali, non i media, non le istituzioni preposte ai controlli o ai rapporti con la cittadinanza, non i politici partitocratici impegnati nelle varie campagne elettorali locali. Ad accorgersi di questi rischi e di questi trucchi sono i soliti maledetti ambientalisti, da alcuni politici definiti “fanatici ed egoisti” perché si oppongono con il cosiddetto “nimby” alla loro visione allucinante del futuro, fatta di cementificazione del territorio ed inceneritori di rifiuti, di ipermercati e parchi di divertimenti (con la crisi in corso che perdurerà parecchi anni ed il peggio deve ancora venire, cosa ci sarà da comprare e divertirsi? Crisi tra l’altro che simboleggia il fallimento del loro modello di sviluppo, al quale da qualche anno hanno aggiunto solo l’aggettivo “sostenibile” ad effetto placebo per lenire le coscienze ed ingannare gli stolti … ).

Gli stessi ambientalisti e la società civile che da qualche giorno, appena si sono accorti del rischio e del trucco in corso, si sono coalizzati sia per informare la popolazione nel silenzio dei media e sia per raccogliere i fondi per un ricorso al TAR, che si sta predisponendo. Quindi oltre ad essere vituperati dai politici ed oscurati dai media, oltre a fare volontariato oltre ogni misura e buon senso (fino allo sfinimento), poi “dulcis in fundo” devono pure mettere mano al proprio portafoglio, perché ogni ricorso al TAR costa diverse migliaia di euro.

Siamo grati alla scandalosa ed inqualificabile casta politica del nostro paese, che ci fa vivere sempre all’erta e sotto stress, in attesa di qualche nuova nefandezza progettuale o di qualche insidioso inganno, rendendo penosa la vita per una persona onesta e facendola vergognare di essere italiano. Complimenti, perché ci vuole del talento per realizzare l’inferno in terra, e voi ci riuscite con un tale successo che avete predisposto le condizioni affinché uno tsunami, non solo economico finanziario ma anche socioculturale, fra non molto travolgerà il sistema sul quale avete prosperato a lungo e supponevate di conservare immutabile nel tempo …

Cordiali saluti.  Claudio Martinotti – http://www.cavalieredimonferrato.it  

Nuovi depositi nucleari non prato verde.  Fonte: Obiettivo Ambiente, Notiziario di Pro Natura Marzo 2009 n.3 Organo Ufficiale delle Associazioni aderenti a Pro Natura Piemonte ed alla Federazione Nazionale Pro Natura – e. mail pronto@arpnet.it  - sito web: www.arpnet.it/pronto  

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.