Tutti i colori del precariato…. Risultanze di un incontro informale a Calcata sulla vera luce e sugli specchi. In onore di Santa Lucia e del primo anniversario del nostro sito!

Il 13 dicembre 2008 ci siamo incontrati a Calcata, per la festa di Santa Lucia, ed abbiamo parlato della luce e degli specchi. Fatalità  ha voluto che all’improvviso saltasse la corrente e così siamo rimasti al buio….  ma non per molto, infatti ci siamo attrezzati con qualche moccolo e siamo andati avanti.

 In tal modo, senza luce elettrica, la verità contingente si è fatta vieppiù reale  ed infatti dopo la prima analisi esoterica  sul significato di  verità e finzione, di  naturalezza e seduzione, ecco che inevitabilmente siamo andati a parlare di quello che sembra il problema più toccante per i cuori e le saccocce del popolo (in questo momento), ovvero la sopravvivenza bruta e la dannosità del futile….  

Proprio stamattina, mentre sorseggiavo il mio quotidiano cappuccino bollente al baretto del paese nuovo,  la televisione ammanniva nell’aria notizie melense sulla necessità di “accontentarsi del necessario e di non farci prendere dalla paranoia della crisi imminente e della mancanza di denari per l’acquisto dei regali natalizi”. Non poteva mancare il commento di un monsignore svolazzante, invitato alla bisogna, che consigliava di fare “regali spirituali e con il pensiero”.  Infatti così  si risparmia e non ci si sente in colpa se il regalo non viene fatto. Poi tornando a casa ho trovato  nella posta telematica la lettera di una  giovane donna, Elena, dalla Russia che mi diceva di aver trovato il mio indirizzo su internet e forse avendo visto che mi occupo di problemi sociali ed umani mi raccontava la sua storia di  ragazza madre, del freddo incipiente e della mancanza di legna per scaldare se stessa e la figlia, entrambe abbandonate dal marito-padre. Di questi tempi in cui tutti chiedono qualcosa a tutti (io compreso) non ho saputo immediatamente decifrare la verità della missiva. L’ho lasciata da parte ma stasera dopo la discussione avuta  (che riporto più avanti) sulla precarietà ho riletto questa lettera dalla Russia e non ho potuto fare a meno di ritenerla sincera (prossimamente la pubblicherò qui sul sito).

 Intanto riporto uno stralcio degli interventi odierni, fra i presenti:   Marina Canino, Mario Dumini, qualche altra persona ed il sottoscritto.   Ho raggruppato il tutto sotto forma di memoria personale.

 Tutti  i colori del precariato. 

C’è chi è sempre di “transito” in casa e chi nei sentimenti. Chi è confuso nelle idee e chi cambia lavoro ogni tre mesi. 

Io sento di appartenere alla nuova categoria dei precari spirituali. Quelli che fanno i tarocchi a Piazza Navona, che tengono corsi volanti su energie strane,  che saltano e ballano fra nuove dottrine.  Non io però ho scelto questa forma impropria, che subisco, perché sulla nostra pelle si consuma un disonesto disegno ed esperimento antropologico. Se noi sbagliamo siamo definiti pazzi e ciarlatani, ladri stupidi e persino criminali. Se invece ne azzecchiamo qualcuna veniamo regolarmente “derubati” od usati in vari commerci ed interessi politici ed economici (materialismo spirituale consumista). Tanta delittuosa strumentalizzazione però non ci cambia la testa (se siamo onesti  per davvero) che continua a volare malgrado  globalizzazione e capitalismo (la versione dei nuovi inferni) in un cielo sempre più blu.  I manipolatori sociali economici politici cercano di strumentalizzarci, all’occorrenza trasformandoci in una moda,  oppure   ci ignorano totalmente,  per continuare a farsi i propri giochetti “religiosi” sulla vita, sulla morte e su tutto quello che c’è in mezzo. Qual è il loro  scopo? Sembra solo quello di voler mantenere succube la gente, trasformarla in una  “razza inferiore” timorosa di vivere e di morire. Una specie umana neutra ed amorfa senza odio né vero amore, che non perde né ritrova l’anima. Così mentre si bruciano enormi capitali in armi, esperimenti scientifici inutili, attrezzature dannose, telefonini,  televisioni, aggeggi elettronici, pubblicità  ed altre cazzate,       vengono a dirci che c’è la crisi, che i soldi non ci sono…

Ma qual è il posto dell’uomo nell’universo? Cos’è questa finzione di coscienza ipocrita e perbenista e  questa falsa memoria storica? Tutte menzogne espresse scientemente e intenzionalmente per il mantenimento della finta libertà, la gabbia nella quale siamo finiti,  questa pomposa globalizzazione consumismo licenza dei costumi (che poi è solo esibizione lubrica e finzione di benessere). Non libertà ma abbrutimento collettivo! Fino a quando? 

Paolo D’Arpini

 P.S. Oggi il nostro sito ha compiuto un anno di età….

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