Conflitto Osseto – Georgiano.

Comunicati Stampa ilaria 20 agosto 2008

Guardiamo oltre…. ma  guardiamo!

Proprio ieri parlavo con un amico giornalista (che non nomino per non metterlo in imbarazzo) della necessità di aprire un dialogo aperto sui conflitti in fieri od in corso alle porte di casa nostra.
Ed ora esprimo un commento cercando di vedere oltre il conflitto Osseto Georgiano (che è solo un tassello di una partita molto più ampia sull scacchiere internazionale), vorrei soprattutto prendere in esame  la pressione della Nato (leggi USA) verso la Russia…. e diversi paesi del sud est asiatico.
Molti di noi vegetariani del Circolo VV.TT. -ed io stesso- pensiamo infatti che  sia in corso un’accerchiamento  verso Est da parte dell’alleanza atlantica, per ovvi motivi economici (o di colonizzazione… visto che ormai i motivi ideologici sono esauriti…).
Personalmente ritengo che l’Italia dovrebbe essere più vicina alla Russia di quanto non lo sia agli USA, per due ragioni: la prima storica e di affinità culturale in quanto noi facciamo culturalmente e geograficamente parte dell’Eurasia (considerando anche i rapporti commerciali energetici con Russia e Cina); la seconda  di carattere politico ed etico,   per poter influire maggiormente sul processo di sviluppo ed integrazione democratica in corso nei paesi dell’ex URSS e la  Cina stessa. Ritengo inoltre che i nostri legami con gli USA sono (purtroppo) di “sudditanza”   e non possono assolutamente portare ad alcun interesse nazionale, mentre lo sviluppo dei rapporti con l’Est europeo e l’Asia restituirebbe all’Italia la sua dignità (e paritetica funzione umorale) in un’area fortemente omogenea, come è di fatto l’Eurasia. 
Ed ancora: i nostri rapporti ed interessi con i paesi islamici, sia quelli che si affacciano sul Mediterraneo che quelli del medio oriente (Iran, Irak, etc) sono diversi dagli interessi degli USA, per cui dovremmo adeguatamente prendere coscienza di ciò e fare in modo che l’Europa (in quanto non è credibile che l’Italia da sola possa farlo) assuma sempre più una posizione indipendente e distaccata dal patto Atlantico.

Nell’immediato è anche importante prendere coscienza dell’emergenza umanitaria in corso in Caucaso che -lo ricordo ancora una volta- è la patria originaria di tutte noi popolazioni di “origine caucasica” cioè gli europei stessi.

Riporto qui una dichiarazione di Massimo Bonfatti, in tema di solidarietà verso le popolazioni del Caucaso:  “Vorremo, nel corso della prossima missione di novembre dedicata all’incontro con i giovani delle tre etnie (osseta, inguscia e cecena) che saranno invitati in Italia per uno stage di formazione sulle metodologie della pacificazione interetnica ed interreligiosa, recarci nei campi profughi e portare il contributo raccolto per migliorare in parte le attuali condizioni di vita (soprattutto in vista dell’inverno) e per dare un segno di speranza (che speriamo sia costante) per il futuro. Massimo Bonfatti – http://www.mondoincammino.org/

Ecco ho detto la mia, e vi ringrazio di aver letto sin qui, dite anche voi la vostra….     Paolo D’Arpini
 

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