Ipocondria in una mailing list… Ovvero quando comunicare diventa malattia!

Sì … lo ammetto, sono malato,  ho la mania della divulgazione…

Ogni mattina mi sveglio serenamente, la mia mente è vuota,  disbrigo le solite faccende domestiche in attesa di un orario decente per uscire e rivolgermi alle cose del mondo. Ben presto giunge l’ora e quindi salgo a piedi su al paese nuovo per andarmi a bere il mio cappuccino quotidiano, parlo per un minuto con il barista ed paio di minuti con il bottegaio dal quale acquisto il pane e l’acqua (purtroppo quella del rubinetto non è quasi mai potabile a Calcata ed in più ha uno strano sapore di varechina).   Poi dopo una breve puntata all’ufficio postale per recuperare la posta alla mia casella (ma ultimamente son poche le lettere e radi persino i volantini pubblicitari), indi  ridiscendo pimpante al paese vecchio (agli “sprofondi” come li chiamo io), se incontro qualcuno per strada (ma è raro perché  a Calcata vecchia   molti fanno orari da pub) lo saluto “buongiorno, buongiorno”. Rientro nella mia casupola,  dopo aver raccolto il cibo per gli animali  che reperisco vicino ai cassonetti, svolgo alcune funzioni biologiche ed  esco di nuovo per andare al tempio della Spiritualità della Natura  per “governare” le bestiole lì ospitate: la maiala vietnamita, le capre, la pecora, la cana, etc..   Talvolta mi accompagna in tali “errands” il mio nipotino Sava di due anni e mezzo,  con lui raccolgo noci e nocciole e legna secca da stipare per l’inverno.    Al ritorno  in totale mattinata avrò proferito una sessantina di frasi brevi, non di più.  E’ giunta l’ora di preparare il mio frugalissimo pranzo e,  mentre il riso cuoce da sé, canto un  inno al Guru  che dura circa dieci minuti (il tempo della cottura del riso), ovviamente continuo a restare in silenzio, le telefonate sono veramente rare,  e  son solo in casa con chi potrei dialogare?    Dopo pranzo, nel primo pomeriggio, salgo al centro storico, nella Stanzetta del Pastore, lo studiolo di  quattro metri per due che uso per le  mie ricerche esoteriche, qui rifletto e medito su alcuni testi (sempre gli stessi), talvolta resto in assorbimento (tandra) anzi diciamo che mi appisolo.   Più tardi nel pomeriggio, se non c’è troppa folla in giro o rumori elettronici molesti (il che succede solo il lunedì quando il baretto satanico che mette la musica a palla è chiuso, talvolta il rumore è sopportabile  sino al giovedì, non oltre giacché il fine settimana è un caos), vado a sedermi sui gradini della chiesa in piazza, per osservare i radi turisti e gli ancora più rari paesani che passano veloci, a volte ci sono dei bambini che giocano ed io gioco con loro.     Qualche parola qui è lì la scambio, “ciao..ciao,  prendi la palla, domani forse piove…” e cose simili.  Ed anche nell’apres midì un’altra sessantina di frasi brevi, prima di ritirarmi definitivamente con il crepuscolo, mi sono uscite di bocca.     Me voilà! Ancora nella mia casupola, mi lavo e mangio qualcosa, tanto per non perdere l’abitudine,  la mia giornata è finita, un altro giorno velocemente ed inaspettatamente  è stato consumato, “ed è subito sera…” come dice il poeta!Ma allora come è possibile che io mi definisca un logorroico con la mania comunicativa?  La verità è che inframmezzate a  quanto descritto vi sono delle puntate davanti al computer ed è qui che scrivo… scrivo… scrivo…

Per fortuna del mondo non salgo su un palco per arringare la folla in piazza, non ascolto né impongo agli altri l’ascolto di musicaccia, radio e televisione, non converso “piacevolmente” di cultura, politica o donne  (o perlomeno lo faccio molto di rado solo una o due o tre volte al mese durante gli incontri che organizzo per questo scopo),  non chiacchiero a vanvera con chi capita, non  faccio pettegolezzi, non discuto le notizie di cronaca (anche perché non leggo più nemmeno i giornali) insomma sono praticamente “muto”….

Una specie di Geppetto solitario e silente … ma, davanti al computer, prendo l’ascia ed intaglio il mio Pinocchio, invento una storia, un racconto che sembra vivo,  ecco perché affermo di esser malato di comunicazione,  parlo da solo davanti allo schermo…. Anzi, sotto lo scherno (leggete bene) dei destinatari delle mie mail.   Oggi infatti avevo chiesto ai membri della mailing list che ne pensassero della  mia “malattia” ed ecco   alcune delle risposte ricevute, le riporto incognite:  ————  Richiedo cortesemente al gestore della mailing list
di prevenire l’intasamento di messaggi provenienti dallo stesso soggetto
con regole opportune. Sarebbe bene che i messaggi fossero relativi a
iniziative, fatti, o brevi riferimenti a documenti o riflessioni;
messaggi brevi e orientati all’azione, alla condivisione di
iniziative. Chi vuole esporre filosofie di vita, lunghi documenti o
riflessioni dovrebbe dare solo i riferimenti ove chi lo desidera può
rivolgersi per approfondimenti. Non é accettabile infine che le
riflessioni e i documenti siano prodotti con frequenza giornaliera o
simili dallo stesso soggetto.
——————————

Caro Paolo, riguardo alle cancellazioni dalla tua mailing list: visto la
frequenza delle tue comunicazioni, il mio consiglio è quello che tu apra
un blog che puoi costantemente aggiornare invece di mandare email
collettive, in modo che chi è interessato può andare a leggerti quando
vuole. Perché molte persone – tra cui io – ricevono un sacco di email e a
volte si vedono costretti a fare una selezione anche tra le cose che
interessano. E’ meglio quindi riservare le email a comunicazioni personali
o importanti. Cosa dici? Un caro saluto dalla Grecia,

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Caro Paolo, leggo sempre volentieri ogni tuo scritto, ciò non significa
che sia sempre d’accordo su tutto, ma penso che fra persone libere ci
sia uno scambio o uno scontro di idee in libertà senza per questo
ledere l’unicità della persona.
Mi sono accorta nel tempo che spesso è
più facile incanalarsi in percorsi (binari) già tracciati e
precostituiti, i deragliamenti o cambi di rotta mettono paura e la
paura è spesso cattiva consigliera.
Non so bene cosa volessi dire
neanche io, comunque continua a tenermi nel tuo indirizzario

Ringrazio  particolarmente queste tre persone che hanno voluto rispondermi compiutamente ed anche le altre che, con poche e brevi frasi,  mi hanno confermato di voler continuare a leggere le mie mail oppure mi hanno tranquillamente chiesto di rimuovere il loro indirizzo dalla mailing list, cosa che prontamente ho fatto…..

Grazie per la lettura sin qui accordata e se lo desiderate potete indirizzarmi un vostro commento.

Paolo D’Arpini

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