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Spiritualità Laica: “L’anima bioregionale ed ecologica delle forme viventi, il senso dell’identità e della sapienza…”

Da diversi anni sono approdato alla constatazione che il bioregionalismo e l’ecologia profonda sono due aspetti della stessa idea, due facce.

Il bioregionalismo si occupa dell’individuazione degli organi geografici e biosistemici della terra mentre l’ecologia profonda ne deduce i meccanismi funzionali, comprendendone le inter-connessioni e le reciproche dipendenze. Questo va bene per spiegare gli aspetti materiali ed organici del sistema vita.. ma in questa descrizione ho sempre sentito la mancanza dell’aspetto trascendente, o spirituale. Infatti la coscienza non può essere spiegata solo in termini di consequenzialità fisica, deve -e sicuramente ha- possedere una sua propria natura e realtà. E lo dimostra il fatto che l’osservato non può essere scisso dall’osservatore, l’immagine non può mai sostituirsi alla sostanza.

L’aspetto psichico non basta a completare il quadro della vita dandogli un interezza. Perciò alla ricerca di una matrice comune, a se stante ed allo stesso tempo onnicomprensiva, mi sono interrogato ed ho indagato sulla natura di colui che si interroga. Ho chiamato questo riflettere sulla riflessione: Spiritualità Laica.

Spiritualità Laica è un neologismo, come lo stesso Bioregionalismo e l’Ecologia profonda, non esisteva come concetto onnicomprensivo della percezione di sé finché un giorno di 15 anni fa (sarà stato il 1996..) non fu coniato dall’amico giornalista Antonello Palieri.

Accadde durante un incontro al Circolo vegetariano di Calcata, si parlava appunto di bioregionalismo ed ecologia profonda e si cercava di individuare un modo descrittivo per l’aspetto “spirituale”. Io avevo suggerito la parola “spiritualità della natura” (facendo anche riferimento al luogo così denominato che avevo dedicato alla meditazione e riflessione sulla vita naturale: il tempio della Spiritualità della Natura). Ma andando avanti nell’estrinsecazione dei concetti e delle realtà connesse a questa spiritualità naturale ci si rese conto che veniva a mancare la fisionomia concettuale, tipica del ragionamento umano, che poteva qualificare intellettualmente il processo conoscitivo della coscienza, in termini spirituali.

Quello che si voleva descrivere è il senso della spiritualità naturale, insita nell’uomo come in ogni altra creatura e cosa. Una spiritualità antecedente la religione e l’ideologia e che comunque integrasse la capacità speculativa della mente nel descrivere le sue funzioni astrattive, ma riconoscitive dell’aura sottile che permea tutte le cose e la mente stessa.

Insomma l’uomo doveva starci dentro come la natura, perciò Antonello suggerì: “Insomma potremmo definirla una spiritualità laica…”… Ed il termine risvegliò immediatamente in me e nei presenti una comprensione innata e diretta. Sì questa spiritualità è sicuramente “laica”, in quanto non appartiene al mondo della religione , di ogni religione e di ogni teismo o ateismo, ma appartiene direttamente ed incontestabilmente ad ognuno di noi. Inserendo in quel “noi” ogni essere senziente ed ogni materia organica ed inorganica componente.

Nacque così la Spiritualità Laica come sostantivo, come nome.

Ma un nome è solo un nome e non può sostituirsi all’essere che così viene evocato. Infatti come diciamo acqua o water od eau in varie lingue, con ciò non si muta la sostanza indicata. Me ne avvidi più tardi allorché, approfondendo le mie ricerche sulle radici dell’ecologia profonda e del bioregionalismo e della spiritualità laica, scoprii che questi concetti erano chiaramente espressi in varie culture. Erano presenti nella civiltà matristica del neolitico, erano individuati nella filosofia Nonduale dell’India e nel Taoismo cinese. Insomma -com’è ovvio- non può essere l’uso di un neologismo a santificare un processo pre-esistente.

Con queste premesse vorrei qui indicare alcuni aspetti “pratici” della cosiddetta “spiritualità laica”, aspetti che riguardano la corresponsione nei processi vitali e sociali. Ovviamente la accettazione di una tale spiritualità implica la non interferenza diversificativa con i processi naturali della vita, implica anzi un accompagnamento consapevole dei processi di crescita che la vita manifesta. Infatti la tendenza scientista e religiosa a mantenere le cose sotto controllo ingenera una società schematizzata in modelli prefissati, stabiliti per legge. Questo atteggiamento coercitivo ostacola l’evoluzione spontanea dello spirito umano e persino il lavoro produttivo verso il benessere materiale. Lo osserviamo con il proliferare della burocratizzazione in cui il registrare diviene più importante dell’azione stessa.

Tuttavia nell’attuale angoscia riguardante la sovrappopolazione, l’inquinamento, lo squilibrio ecologico ed i disastri potenziali e reali causati dalle guerre e dalla spoliazione delle risorse del pianeta, solo di rado si riconosce che il sistema di governo, il metodo del controllo, è la matrice stessa dell’autodistruzione a cui andiamo incontro. Il presupposto primo di tale sfacelo è la considerazione che non ci si può più fidare di una naturale e spontanea capacità dell’uomo di uniformarsi alla natura, sempre si presuppone che “il controllo” sulla natura e sull’uomo debba essere l’unico metodo di funzionamento. Finché continueremo a far uso della forza fisica (scienza) e morale (religione) per cercare di migliore il mondo (e noi stessi) vanificheremo ogni spinta naturale al riconoscimento intelligente dell’andamento vitale. Mancherà il buon senso delle piccole cose che contano rispetto ai giganteschi problemi auto-creati nella società del benessere economico e consumista.

Insomma dobbiamo compiere il primo passo verso noi stessi, aldilà del contesto sociale o della ideologia in cui crediamo, concentrando la nostra attenzione sulle cose che possono essere fatte, per noi stessi e da noi stessi, nell’immediato presente.

Per cominciare riponiamo fiducia nelle nostre personali capacità innate di riconoscerci nella grande espressione dell’esistenza. Questo non significa abbandono della comunità, anzi una tale consapevolezza corrisponde alla riscoperta dei valori della comunità, valori basati sulla propria autoresponsabilizzazione nei confronti di noi stessi -in primis- e successivamente verso i nostri consimili (i viventi nella loro totalità). Questo non può essere un atteggiamento sentimentale, bensì operativo, organico, definitivo e totale. Comprendente i vari piani dell’andamento vitale senza esclusione di modi e senza eccessi.

Qui parlo anche di “generosità umana” come la definiscono in Cina i taoisti ed anche i confuciani ed i buddisti, una generosità che non è semplice “benevolenza” (o nonviolenza) bensì la confacente espressione della propria natura umana, ivi compresa la capacità (o coraggio) di manifestare opposizione alla prevaricazione ed alla strumentalizzazione del paradigma dell’ecologia profonda, del bioregionalismo e della spiritualità laica. In quanto la “sostanza” non può essere “descrizione” e la summa teoretica non può superare la pratica.

Paolo D’Arpini

Circolo Vegetariano VV.TT.
Rete Bioregionale Italiana

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Gianfranco Faperdue e la “voglia” di Calcata

CALCATA (Viterbo) – E chi lo avrebbe mai pensato che, così, quasi improvvisamente, avremmo avuto tanta ma tanta voglia di trasferirci qui in questo piccolo e meraviglioso agglomerato, abbarbicato su uno sperone tufaceo che domina dall’alto la verdissima valle del Treia, un paesino a noi quasi sconosciuto anche perché li a Calcata per la nostra professione di giornalista, c’era poco da scrivere, insomma non era la cosiddetta ‘materia prima’ della quale interessarci.

Poi, un bel giorno ci capito la piacevole avventura di imbatterci in Paolo D’Arpini, un vero e proprio giramondo, un filosofo alla sua maniera, che, capitando qui decise ‘ipso facto’ di mettere le radici.

E fu proprio Paolo con le sue iniziative a di poco assai spesso estemporanee ed allo stesso tempo suggestive a farci conoscere meglio questo piccolo centro agli estremi confini della nostra provincia, raggiungibile con le auto solo dopo un lungo e tortuoso itinerario.

E dopo Paolo ecco che Calcata viene piano piano ‘scoperta’ da quelli che potremmo definire i frequentatori di quella Roma salottiera che a Calcata avevano scoperto il loro ‘buon ritiro’.

E così quelle casette medioevale abbandonate da decenni tornarono a vivere grazie ai nuovi proprietari che, fiutando l’affare, le avevano acquistate per “quattro soldi” .

Ma chi veramente dette l’imput per la valorizzazione di questo piccolissimo centro fu senza ombra di dubbio l’architetto Paolo Portoghesi che scelse Calcata come suo domicilio naturale, un domicilio immerso nella natura ed in un silenzio quasi irreale .

Ricordiamo il suo piccolo allevamento di asini, salvati dal mattatoio e li ospitati i per una …serena vecchiaia.

E ricordiamo anche quegli agnelli ‘salvati’ da Paolo, convinto animalista e vegetariano ad ogni vigilia pasquale e li divenuti ormai pecore vivere tranquilli.

Ricordiamo tutto questo oggi quando il nostro desiderio di scappare a Calcata si è fatti più forte dopo avere letto un articolo sulla pagina locale del Messaggero dove ci si lamenta che a Calcata i telefonini sono …muti!

Ma cosa ci sia da lamentarci non lo comprendiamo.

Ma cosa può esserci di più bello del sentirci liberi, spensierati, non più prigionieri della moderna e sempre più sofisticata tecnologia.

Ed oggi lo abbiamo sperimentato.

A Calcata, almeno su gran parte del suo non grande territorio i telefonini non funzionano!

Ma a Calcata oggi manca il suo vero autentico personaggio, manca Paolo D’Arpini che ancora una volta preso dalla sua smania di giramondo si è trasferito nelle Marche.

Paolo D’Arpini un personaggio forse un po’ scomodo per un certo mondo fatto di conformismo e basta.

Ma Calcata, lo ripetiamo è diventata oggi in un buen retiro per tanti , anche per molti di quelli che hanno la………. ’puzza sotto il naso’ e speriamo che ciò non finisca con il trasformare questo piccolo ed ancora incontaminato gioiello del nostro territorio, in un qualcosa di mixer che sta tra lo snobismo di chi vuole apparire e la vera vocazione di chi a Calcata ha trovato o troverà un luogo ove riscoprire i veri valori della vita.

E Paolo cosa ne pensa?

Gianfranco Faperdue – La Tua Voce
………………..

Mia Rispostina:

Caro Gianfranco, la memoria? La vita la cancella perchè si accontenta del presente!

Siamo sempre qui presenti nel luogo in cui siamo.. e se c’è simpatia ed affetto fra noi non è per quel pezzetto di memoria ma per il riconoscimento della coscienza nella coscienza.. Ed in quella Coscienza noi siamo…

Grazie per l’amicizia e la considerazione… e cari saluti alla signora Maresa.

Affettuosamente, Paolo D’Arpini

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Spilamberto, sul fiume Panaro, una sera calda di luglio, alla ricerca dell’Anima Gemella e di se stessi…

Serata sul Panaro.

Ieri sera, 6 luglio 2011, festa dell’Anima Gemella….. ma di anime gemelle chi c’era?

Come al solito il “titolo” della serata era solo il pretesto per trovarsi con alcune persone di buona volontà. Arrivare sul fiume dopo una giornata di lavoro, farsi anche solo una piccola camminata fra i sassi ma con la luce del tramonto all’andata (e fra i sassi e al buio perchè io avevo dimenticato la torcia, al ritorno) fino ad arrivare al luogo individuato da me e Paolo il giorno precedente, non è cosa da tutti.

Forse alcune persone preferiscono andare a correre, poi tornare a casa, farsi una bella doccia e mangiare con le gambe sotto a un tavolo, ascoltando il telegiornale. Chi non ha mai fatto il picnic sul Panaro non può sapere quanto è piacevole, è un rito a cui mi voglio ancora dedicare.

C’erano Antonella, Maria Pia, Angela, Nelly, la fedele Nelly. C’erano anche due cagnette, Toppy e Prince.
Per prima cosa, noi donne, tranne Nelly, ci siamo avventate sul cibo (mi sa che siamo tutte del ‘59, anno del Cinghiale) e poi, saziati i bisogni primordiali, siamo passate alla contemplazione del fuoco e ad sviscerare il significato dell’anima gemella. Quando ascolto Paolo, almeno ieri sera è stato così, non posso che specchiarmi nelle sue parole, come appunto, se mi vedessi allo specchio. Siamo gemelli, noi? Forse gemelli eterozigoti, abbiamo le nostre differenze, eccome! Intanto siamo maschio e femmina. lui protagonista e scimmiesco ed io schiva e bisognosa di conferme (ma sempre meno).

Il fuoco si è acceso subito benissimo, le fiamme divampavano verso di noi e verso l’alto ed a turno, veniva rinfocolato da ognuno con nuovi bastoncini raccolti appena siamo arrivati ed accatastati da un lato.

Abbiamo fatto alcuni canti: il Gayatri Mantra, ……………. chi stonando e chi con una bella voce da soprano e chi semplicemente ascoltando.

Al ritorno l’ultimo tratto, in mezzo alle piante, era difficile da individuare ed io ho voluto cercare da sola il sentiero e così mi stavo perdendo e già stavo pensando che avrei dovuto passare la notte lì da sola in riva al fiume, ma loro non mi hanno abbandonato, mi hanno chiamato finchè non mi sono riunita a loro che nel frattempo avevano ritrovato la giusta strada.

A casa, nel letto, ho fatto un po’ fatica ad addormentarmi, si vede che il fuoco mi aveva caricato. Ne ho fatto le spese stamattina, avrei voluto rimanere lì ancora un po’….

Caterina Regazzi

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Bande di armigeri, da Calcata (1978) alla Valsusa (2011)…

Ho dovuto soffermarmi qualche minuto davanti al piccolo schermo, per assorbire il significato recondito di alcune immagini e riportare alla mente un qualcosa di simile, vissuto nella realtà.

Ho visto due bande di teppisti agghindati nei loro modi consueti, caschi e maschere, abiti uniformi e tetri, lanciarsi reciprocamente oggetti, scontrarsi e fuggire, inveire e poi rivoltarsi contro chi stava lì impotente ad osservare.

Uomini dabbene, donne e bambini, persone semplici con i visi puliti, aggrediti –a detta del cronista- perché.. ? Non si sa, forse perché rappresentavano una verità scomoda, una poesia, un desiderio di vita senza pretese. Intanto le bande di teppisti sciamavano verso i boschi, e deturpavano nella loro rincorsa tutto ciò che di sacro è la natura. Intanto la voce di un asettico narratore in televisione diceva: “Black blok, venuti da varie parti d’Europa, quasi tutti pluripregiudicati, professionisti della rivolta armata..”

Ma mentre osservavo le immagini scoprivo che la descrizione poteva anche coincidere con i gruppi violenti e compatti di “forze dell’ordine” che avanzavano come arieti in branco, indossando elmi e corazze, disperdendo le donne, i bambini, gli amministratori dei paesi valsusini, gli anziani.. tutti questi a viso scoperto…

Mi sono rivisto nel 1978, durante la carica dei celerini alla finta ricerca di Aldo Moro a Calcata, gruppi di armigeri violenti che sfondavano porte e finestre di case qualsiasi che avevano la sola colpa di essere chiuse, che poi radunavano con violenza il popolo in piazza, spintonavano gli anziani le donne i bambini verso cellulari lasciati davanti alla bocchetta del paese, tutti stipati dentro, senza motivo, senza sapere perché, solo forse perché bisognava dare una dimostrazione di forza al popolo.

Mi sono ricordato dei numerosi attentati avvenuti in Italia che son serviti come scusa al potere costituito per riaffermarsi con protervia, gli attentati stessi sembrava avessero una matrice nello stesso potere, stessi esplosivi usati dal potere, stessi metodi, insomma due fazioni apparentemente ostili, in realtà affini e contigue, con il solo scopo di intimorire e stringere la cinghia attorno al collo di armenti indifesi, la gente perbene… Gente che non ha altri scopi se non la voglia di vivere in pace nel proprio ambiente.

Paolo D’Arpini

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Giulio Tremonti, signoraggio bancario, perdita della sovranità, debiti imposti, Aspen, Goldman Sachs… Silvio Berlusconi…. ed il Circolo Vegetariano VV.TT.

Cari amici vicini e lontani,

debbo sottoporvi un discorso lungo e complesso… che riguarda il Signoraggio…
Rammento che nel 2005, assieme all’altro firmatario Giorgio Vitali, organizzammo nell’ex Lavatoio di Calcata un dibattito sul Signoraggio, ma anche precedentemente, verso il 1997, o giù di lì, nella sede del Circolo Vegetariano VV.TT. lanciai una emissione simbolica di moneta alternativa (Petecchioni) che aveva valore legale per gli interscambi all’interno del Circolo. Rammento che proposi all’allora sindaco di Calcata, Luigi Gasperini, di fare altrettanto per l’area comunale, questo perché nella Costituzione Italiana è tuttora consentita l’emissione comunale di cartamoneta. Purtroppo il sindaco non fu abbastanza lungimirante e scartò l’idea…

Infatti occorre sapere che stampare carta moneta Non può essere un monopolio. Proprio perché si tratta di una Cambiale (cioè una certificazione scritta di un debito) chiunque può farlo e nessuno lo può vietare. Diverso il caso del conio di una moneta da metallo di valore. Perché tale metallo è un valore di per sé. Questa è la ragione per la quale il buon Orazio Fergnani, durante un successivo incontro (nel 2009) ha proposto una moneta complementare sotto forma di cambiale….

Alcuni di voi non sapranno che attualmente non è lo Stato a emettere la carta moneta ma sono delle banche private, sia pur denominate Banca d’Italia od attualmente BCE, per risolvere il problema del debito pubblico e degli interessi pagati e restituire allo Stato la sua dignità ed autonomia finanziaria è assolutamente necessario che l’emissione cartacea del denaro ritorni allo Stato. Inoltre siccome attualmente non c’è più alcuna trasferibilità fra la moneta ed il suo equivalente in oro ciò significa che -di fatto- il denaro che circola è semplice carta colorata e che in qualsiasi momento il suo valore nominale (convenzionale) può scomparire del tutto. Ma non voglio anticipare troppo del discorso che segue, e che parte da una interrogazione rivolta al ministro Giulio Tremonti (vedere il testo in calce)…

Leggiamo sui giornali che la posizione del Ministro Giulio Tremonti appare sempre più precaria, in seguito alla affannosa ricerca di una capro espiatorio da parte del Silvio Berlusconi, per giustificare le sue evidenti incapacità governative. Riteniamo che il Ministro sia in parte vittima di sordidi giochi di potere che spingono verso l’abbuffata finale quei detentori di un potere indifferente alle sorti economiche dell’Italia e proteso all’utile “ad personam”. Prima che sia troppo tardi, e prima che il ministro venga estromesso definitivamente dal suo incarico, sollecitiamo perciò una risposta all’interrogazione avanzata già il 23 dicembre 2009 (una sorta di “muoia Sansone con tutti i Filistei”).

Ma l’argomento che vorremmo trattare è veramente complesso e richiede alcune spiegazioni ed analisi preliminari, perciò iniziamo il discorso con l’analisi di alcune condizioni che hanno portato la nostra Repubblica all’attuale stato di cose.

Il problema è vasto e va affrontato con lungimiranza e con spirito di “comprensione”.

In primo luogo, a scanso di equivoci, dobbiamo sempre tenere presente che non è possibile in questo Sistema svolgere un ruolo qualsiasi senza “credenziali”. nel caso specifico di Tremonti, il personaggio è quanto mai ambivalente, ma di sicuro ha una posizione invidiabile: PRESIDENTE DI ASPEN INSTITUTE. Senza entrare nel merito, è bene ricordare che si tratta di titoli che aprono molte porte. Da questa posizione è anche facile sparare giudizi e soprattutto ACCETTARE CONSIGLI.

Detto ciò, è bene ricordare che ciò che passa il CONVENTO, in termini di notizie da elargire all’inclita, è quanto mai inzeppato in una melassa edulcorante dai connotati un po’ strani. Insomma: una scialappa. Nel senso che non è facile appurare la verità, a meno che qualcuno non usi il cervello per fare deduzioni appropriate. Ma anche questo cervello da una parte deve essere esercitato al libero esercizio della deduzione, dall’altra deve sapere e potere ATTINGERE NOTIZIE IDONEE.

Facciamo un esempio. RINASCITA (2 giugno 2011): Draghi alla BCE lascia in Bankitalia fedeli esecutori dei suoi prossimi Dictat da Francoforte. La ricetta degli gnomi del monetarismo è sempre la stessa: tagli sociali, privatizzazioni, liberalizzazioni, stretta creditizia e fiscale.

Nota: chi ha detto che i gestori dell’economia finanziaria devono comandare su tutti gli altri? NESSUNO! E’ un sopruso accettato passivamente da una popolazione [europea] senza alcuna dignità. Chi ha stabilito che la BCE deve essere privata? Nessuno. E’ un sopruso. Non solo: Qualora noi e noi soli, italiani, decidessimo di nazionalizzare la Banca d’Italia, potremmo farlo perché, per il principio liberista, nessuno ci può impedire di trasformare l’assetto interno di un Ente che è uno degli azionisti della BCE.

Banca d’Italia, ancorché pubblica, cioè di proprietà del Popolo italiano, sarebbe una normale azionista della banca centrale Europea. D’altronde a suo tempo fu possibile nazionalizzare indirettamente Banca Italia nazionalizzando le tre BIN. Cosa significa inviare Draghi a controllare la BCE? Semplice: DARE la BCE in mano alla Goldman Sachs. Ed a proposito della nomina di Draghi, già ampiamente comprato sul Britannia, a governatore di Bankitalia, il presidente Cossiga, che stava al gioco ma non stava zitto, dichiarò che si trattava di un atto profondamente illegale.

Infatti, non si può nominare governatore di Banca centrale un uomo di una banca privata. Lo hanno potuto fare perché hanno usato di un potere assoluto, cioè senza controllo.

Ricordiamo qualcosa: Fazio fu messo fuori gioco dalla posizione di Gov. Bankitalia perché uomo di fiducia dell’Opus, vi rappresentava gli interessi vaticani secondo una vecchia consuetudine di avvicendamento: economia guelfa, economia laica non massonica, economia massonica. NOTA: i massoni non sono laici, ma seguaci di una religione teista. L’appellativo di laico che essi attribuiscono a se stessi è un abuso. Un’appropriazione falsa come tutta la loro religione. NOTA N. 2: non siamo in condizione di poter predire come andranno le cose. Di certo il gioco è pesante.

RICORDIAMO due assassinati: Alfred Herrausen e Detlev Rowedder, due funzionari economici tedeschi che si opponevano alla sistemazione in senso privatistico della BCE. NON manchi a questo elenco anche Wim Duisberg, ANNEGATO in una piscina. (Ex governatore della BCE). NOTA: la di lui moglie è sotto processo in Olanda per “antisemitismo”. – COGLIAMO L’OCCASIONE PER RICORDARE ANCHE DUE ITALIANI MORTI O SPERITI IN CONDIZIONI PARTICOLARI: SBANCOR E FEDERICO CAFFE’. In questo elenco non manchino anche: l’americano Jeffry Picower e, volendo, anche il figlio di Madoff, nonchè i due Kennedy (e forse TRE!). Senza dimenticare Paolo Ungari ed Haider, nonchè…. Borsellino.

La realtà che stiamo vivendo è del tutto falsa.

Non esistono leggi che supportano questi comportamenti lesivi degli interessi delle popolazioni. In teoria tutto sarebbe possibile. In realtà OGNIVOLTA che si tenta di affrontare il problema della tutela degli interessi collettivi si instaura una COALIZIONE DI INTERESSI ILLEGITTIMI E SOSTANZIALMENTE CRIMINALI che crea un fossato a difesa della fortezza del POTERE, il quale è presente soltanto perché ILLEGALE (cioè non supportato da norme che ne delimitano l’attribuzione di potere.)

Un esempio, uscendo un po’ fuori dal seminato, è dato dal caso CODACONS – Tabacco – Cassazione.

Forte di una sentenza della Cassazione secondo cui… “La produzione e la vendita di tabacchi lavorati integrano un’attività pericolosa perché i tabacchi, avendo come unica destinazione il consumo mediante il fumo, contengono in sé, per la loro composizione biochimica e per la valutazione data dall’Ordinamento, una potenziale carica di nocività della salute”, il CODACONS ha fatto un ricorso per CLASS ACTION contro la British America Tobacco. Il Tribunale Civile di Roma (absit injuria verbis….) ha rigettato il ricorso per la “insussistenza di un interesse collettivo meritevole di tutela”. NON SOLO: secondo il tribunale Civile di Roma (absit injuria verbis) “qualsiasi fumatore è pienamente consapevole sia dei rischi che della dipendenza da fumo. In più, non si può sostenere che il consumatore, essendo perfettamente informato, sia nell’impossibilità di effettuare una scelta consapevole”. Non solo: l’utilizzo degli additivi (circa 200 allo stato attuale dei lavori) risulta normativamente legittimo e non è provato che l’uso di essi possa creare dipendenza o renda più difficile il distacco dal fumo.

Partendo da questa sentenza del tutto criminale (esiste anche il principio di precauzione…) facciamo qualche considerazione. Figuriamoci l’asserzione del Magistrato che parte dal presupposto che il fumatore sia a conoscenza dei danni non solo del fumo in se stesso, ma dei 200 additivi che, per favorire il condizionamento e l’assuefazione, l’industria inserisce di nascosto. Sarebbe come dire che, se in spregio alle norme sulla sicurezza del lavoro che impongono al datore di seguire certi dettami stabiliti per legge,si verifica un certo incidente, il Magistrato dichiarasse la colpa del danneggiato perché è lui che già conosce tutte le norme… (forse inculcategli alla nascita col latte materno!?).

Abbiamo riportato questo esempio per far capire che al momento non esiste una società, almeno in Italia, basata sul Diritto. E poiché lo Stato di Diritto – che nasce dal concetto di libertà – è quello ove maggiormente sono tutelati i cittadini in quanto tali, si deve dedurre che in Italia non esiste libertà. E non esiste neppure libera circolazione (tutelata) delle idee laddove tali idee non hanno possibilità di pratica esecuzione e dove la Giustizia difende solo le posizioni privilegiate. (Mafia, Camorra, Ndrangheta, Sacra Corona, Banche, Finanza, Usurocrazia, Agenzie finanziarie e di riscossione coatta, Assicurazioni rapaci).

Ed ora esausti e sazi della introduzione generale e consapevoli dei retroscena in cui la cessione della Sovranità dello Stato è passata alle banche ed ai poteri economici “altri”… passiamo decisamente all’interrogazione a Giulio Tremonti, sperando che egli risponda.. prima che sia troppo tardi!

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL MINISTRO GIULIO TREMONTI

Al signor Ministro dell’Economia e delle Finanze

premesso che il popolo italiano in base all´art 1 della Costituzione, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, è Sovrano e fra le varie Sovranità rientra anche la Sovranità monetaria. La Sovranità monetaria consiste nel diritto di emettere moneta ex nihilo.

La Sovranità di uno Stato è indisponibile e inalienabile per chiunque tranne che per il popolo italiano che ne è il titolare esclusivo secondo qualsiasi testo di diritto Costituzionale e lo stato deteneva LA SOVRANITA´ MONETARIA fino alla privatizzazione delle tre BIN Banca Commerciale Italiana, Banca di Roma e Credito Italiano.

Si seguitò poi a vendere ai privati anche le partecipazioni nelle Banche di interesse nazionale come la BNL e l´Istituto bancario S Paolo di Torino. Con queste incaute vendite si trasferì ai privati la Sovranità

Premesso che nel 1992 iniziò la privatizzazione delle tre BIN nella quale il Ministro del Tesoro ”dimenticò” di trattenere le quote della Banca d´Italia che in base al vecchio art 3 dello Statuto della Banca d´Italia dovevano essere dello stato o di aziende con capitale a maggioranza statale. monetaria e si privatizzò la Banca d´Italia in maniera illegale rispetto al vecchio art 3 dello Statuto della Banca d´Italia che in un secondo tempo, per coprire la vendita illegale, fu riformato, dopo 14 anni di silenzio di politici e media, dai banchieri il 12/12/2006 quando è stato approvato per Decreto, dal Presidente del Consiglio Romano Prodi (ex consulente Goldman Sachs) e dal min dell´Economia Tommaso Padoa Schioppa, membro di Aspen Institute, della Commissione trilaterale e del Bilderberg Club, e avallato dal presidente della Repubblica Napolitano, la modifica all´art 3 dello statuto della Banca d´Italia il quale non prevede più la maggioranza dello Stato in Banca d´Italia.

Premesso che il 7 febbraio 1992 con la firma del Trattato di Maastricht da parte del Governo Andreotti, il cui art 105°A prevedeva che l´unico Ente autorizzato a emettere moneta fosse la BCE, banca privata e per giunta straniera, ci fu la cessione della Sovranità monetaria, avvenuta esplicitamente contro la legge italiana, perché la Sovranità monetaria non è a discrezione di un qualsiasi governo o di chiunque altro che non sia il popolo italiano ed inoltre non si seguì l´iter previsto dalla Costituzione per la modifica di quest´ultima.

Premesso che la cessione a banchieri privati, per giunta stranieri, della Sovranità monetaria è stata fatta in maniera incostituzionale in quanto è stata fatta una modifica alla Costituzione senza seguire l´iter previsto dalla stessa per le modifiche e inoltre qualsiasi Sovranità non è nella disponibilità di nessun governo. Infatti, la Costituzione italiana non prevede in alcun modo la cessione della Sovranità monetaria e men che meno a privati stranieri.

Premesso che secondo l´Articolo 105A del Trattato di Maastricht:

1.La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.

2.Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l’approvazione delle BCE per quanto riguarda il volume del conio.

Premesso che l´autocrazia della BCE, unico creatore di moneta nell´Unione europea, entrò in tutti gli ordinamenti giuridici dell’Unione Europea per effetto del Trattato più volte citato (articolo 107)

Tutto ciò premesso,

SI CHIEDE di conoscere

dal Ministro del Tesoro pro tempore in quanto tempo prevede sia possibile riparare i danni arrecati all’intero popolo italiano, dato che è doverosa l´applicazione della Legge 262 del 28 dicembre 2005 il cui art 19 c 10 impone il rientro delle quote della Banca d´Italia nelle mani dello Stato entro tre anni, mentre sono già passati quattro anni dalla sua promulgazione e il cui regolamento di attuazione non è stato finora redatto, con la conseguenza che la legge succitata non è mai stata applicata mentre lo Stato è costretto a chiedere in prestito alla banca centrale il denaro di cui necessita pagandone gli interessi ad una banca privata straniera, la BCE, e facendo pagare i costi agli italiani del tutto ignari della truffa.

Art 19 c 10 della legge 262

Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l’assetto proprietario della Banca d’Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici.

………………

Giorgio Vitali e Paolo D’Arpini

www.circolovegetarianocalcata.it
euroepanconsumers.tuscia@gmail.com

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