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Dialogo tra Franca Oberti e Paolo D’Arpini sul significato di “Spiritualità Laica”

Franca Oberti: “Paolo, tu dici: “Lo spirito è una sintesi fra coscienza ed intelligenza!”. – Vorrei capire meglio questo concetto, se non ti dispiace. Ho in mente la fiammella di Pentecoste e la sensazione è sempre di qualcosa che ci pervade, non che fa parte del corpo. Come si può pensare a una coscienza e a un’intelligenza, che spesso associamo alla materia cerebrale, unite? La mia limitatezza qui mi blocca. Penso ad una fiammella che è l’anima, che si può identificare con la coscienza, ma l’intelligenza la sento più corporale oppure addirittura unica e universale e ogni coscienza ne fa parte.”

Paolo D’Arpini: “Avere in mente qualcosa è un pensiero. Anche se lo chiami “anima” resta un pensiero, un concetto. Tutto ciò che è all’interno della coscienza è un oggetto della Coscienza. Forse è meglio che il termine Coscienza, pur che rappresenta quanto voglio significare, venga qui sostituito da “Consapevolezza” poiché noi occidentali e soprattutto “cristiani” tendiamo a considerare la coscienza come una qualità morale. Si dice “fare l’analisi di coscienza” come se questa coscienza fosse un aspetto, un’anima appunto. Lasciamo anche da parte la considerazione materialista per cui la coscienza è il risultato di processi cerebrali, che è una spiegazione “empirica” assunta in quanto si ritiene che la nostra capacità di analisi (intelligenza) sia susseguente al processo chimico delle cellule che si comunicano dati. Tutto ciò è la conseguenza del nostro ritenerci il corpo quindi questa considerazione non ci consente di andare “oltre” per percepire lo spirito. Anche qui percepire non è propriamente corretto, poiché chi è che percepisce e cosa viene percepito? E’ evidente che tutto si svolge all’interno della Coscienza, la coscienza osserva se stessa e comprende se stessa. Intelligenza e coscienza sono la stessa cosa e in verità sono la nostra vera natura. Checché tu consideri te stessa, una anima un corpo, una mente… tu non sei quello poiché tu non puoi essere un oggetto della conoscenza. Tu sei la conoscenza stessa che prende la forma di soggetto oggetto e conoscenza. Fermiamoci comunque al “sentire” interno, quel sentire che tu definisci “io” e che è in verità pura coscienza. Prima di pensare “io sono questo o quello” se ti fermi all’io.. ti rendi conto che quell’io è privo di qualsiasi attributo.. E’ semplicemente consapevolezza.
L’opinione, qualsiasi opinione, appartiene all’ego, inizialmente può essere accettata come base di confronto sulle idee, ma se osserviamo con gli occhi dello “spirito”, che tutti ci accomuna, scopriamo che l’opinione è solo un attaccamento, un riflesso condizionato, di cui potremmo anche liberarci se vogliamo avanzare in consapevolezza.”

Franca: “Sì, sull’opinione ti posso dar ragione, sento che è come se facesse parte delle nostre credenze, dei preconcetti che ci portiamo appresso dalla manipolazione nell’infanzia. Quindi concordo e dico: ognuno di noi esprima pure in libertà, ma non prenda per oro colato e non si barrichi nella sua opinione escludendosi dal dialogo.”

Paolo: “Appunto, avendo riconosciuto l’opinione come un meccanismo automatico del proprio credere, del proprio identificarsi in un set di pensieri e credenze, non ha importanza sforzarsi per la supremazia della propria opinione. Si esprime l’opinione come un gesto, come una naturale e spontanea affermazione della persona che noi “incarniamo”. Quella persona è un personaggio nella commedia della vita, è giusto che si esprima ma non è necessario che prevalga. Quando si comprende la complementarietà di ogni aspetto e forma dell’esistente ci si limita a svolgere la propria funzione, nel modo più accurato, senza sentirsi né responsabili né portatori di un messaggio superiore. Si porta avanti “l’opinione” come se fosse un lavoro da svolgere ma senza sentire che i risultati di tale lavoro ci appartengono. Insomma si compie un “dovere” con distacco…. Secondo i grandi saggi l’opinione è un automatismo della percezione individuale. Insomma l’opinione è sempre e comunque parziale ed incapace di riferire un’interezza. Ma se almeno fossimo in grado di interpretare ogni opinione come un tassello del pensiero universale, cercando di integrarla nell’insieme del conosciuto, forse così stiamo mettendo in pratica quel “sincretismo” auspicabile per il superamento delle ideologie e delle religioni precostituite. Unica discriminante dovrebbe essere la qualità della sincerità in cui l’opinione viene espressa.”

Franca: “Qualcuno – inutile specificare – depreca il sincretismo, io mi auguro che sempre più spesso ci si senta accusati di cercarlo… ero anche stata accusata di panteismo, solo perché vedevo Dio in ogni aspetto della natura….”

Paolo: “Perché farsi condizionare dall’opinione altrui? Una volta capito che tutte le opinioni sono solo aspetti esteriori del nostro sentire, della nostra educazione, del nostro bagaglio genetico, etc. etc. Come si può ritenere che una qualsiasi opinione, pur ben espressa o motivata, possa influire sui nostri comportamenti o convincimenti, in antitesi con noi stessi? Se noi ci riconosciamo nell’opinione espressa da qualcun altro vuol dire semplicemente che quella cosa stava già dentro di noi, l’abbiamo riscoperta. Se invece non ci tocca.. lasciamola andare come l’abbiamo incontrata. Una piccola similitudine: quando andavo a scuola, forse all’età di 13 anni, confessai al prete della mia parrocchia che non riuscivo ad accettare il fatto che esistessero inferno, paradiso, limbo.. che vengono considerati “eterni” contemporaneamente alla realtà eterna del dio stesso. Se dio è eterno ed infinito come possono coesistere più eternità separate e contrapposte? Il prete mi disse che dovevo credere a quanto affermavano le scritture perché quella è la parola di dio ed è un “mistero della fede”. Ovvio che non gli diedi retta e continui a meditare e riflettere sulle cose secondo il mio criterio di ricerca e non basandomi sull’opinione del prete o sulle scritture. Infatti se un’opinione è solo “strumentale” allora non vale nemmeno la pena di considerarla, essa non è nemmeno etichettabile come “opinione” (che già di per se stesso è un termine “riduttivo”) ma possiamo definirla “imbroglio speculativo” teso alla soddisfazione di un vantaggio personale. Ciò avviene quando si mente sapendo di mentire e quando si ragiona in termini di affermazione del proprio pensiero!”

Franca: Purtroppo in questo caso ne va della morale che ognuno si porta avanti nella vita. Dove sta la verità? E’ quella che fa comodo o quella che serve per armonizzarsi con gli altri e la natura? Spesso mi scopro ad esprimere un’opinione, poi mi premuro di dire che “io la penso così”, per non prevaricare gli altri e pretendere di avere in mano la verità… un equilibrio delicatissimo.”

Paolo: “Allorché si è centrati nello Spirito, ovvero in se stessi, non c’è pericolo di compiere il male, poiché se stessi e il tutto coincidono. Gli altri non sono diversi da noi e se non sono diversi come potremmo nuocer loro? Ogni nostra azione è compiuta al fine del beneficio comune. Anche se all’osservatore può apparire che ci sia una intenzionalità personale nell’azione del saggio.
Secondo me la “spiritualità laica” deve comprendere anche il lasciare agli altri la libertà di pensare a modo loro, non possiamo usare la laicità per continuamente controbattere su punti che a noi sembrano ledere tale principio… Insomma dovremmo essere laici persino nei confronti della laicità. Ed in sintonia con questo predicato mi occupo della mia auto-conoscenza e lascio agli altri esseri (umani o non umani) di fare la parte che ad ognuno compete!”

Franca: “Questa tua frase passerà nella mia raccolta di aforismi… Grazie, bellissima! E se tutti facessimo questo, si starebbe benissimo! Non ci sarebbero più guerre e tutti saremmo in pace… Ma ci arriveremo, ci arriveranno….”

Paolo: “Ci siamo già. Tutti tendiamo alla perfezione, però in un crescendo, seguendo le nostre opinioni di bene e male, in un apparentemente lungo e tortuoso iter, che non ha inizio né fine. Si manifesta come singoli fotogrammi che noi dichiariamo separati e diversi, perché osservati nel contesto dello spazio tempo e con il senso di separazione. Ma il film è lo stesso, noi siamo tutti dentro… Chiamalo pure sogno se vuoi, infinito ed eterno. Il sognatore diventa tutti i personaggi e gli eventi del sogno. Avviene così, senza scopo e nella gioia. Allo stesso tempo questo sogno è irreale perché è solo un processo nel divenire. Diventa però reale e vero appena siamo “consapevoli” che noi siamo quello in ogni suo aspetto ed anche aldilà di quello in quanto pura Consapevolezza”

…………………..

Tu sei Uno,
Dio,
e noi siamo tanti.
Tante idee,
tante presunzioni.
Noi ti amiamo,
Dio,
con nomi diversi.
Ma Tu sei Uno,
Dio,
e non ce ne accorgiamo.
Noi ci uccidiamo,
Dio,
e crediamo così
di averTi più vicino.
Tanti Caino,
che Tu puoi scovare,
sempre,
perché Tu sei Uno,
Dio.

( Franca Oberti)

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La spiritualità laica non è un’opinione….

Ricordo che parecchi anni fa mi trovai a discutere con due amici laici viterbesi, Osvaldo Ercoli e Luigi Cascioli, sul significato e sulla sostanza della spiritualità laica. Luigi Cascioli, un ateo convinto, autore del libro la Favola di Cristo, obiettava che lo “spirito” non esiste, che è solo una invenzione dei preti. Ed io cercavo di spiegargli che nella storia dell’uomo il senso dello “spirito” è sempre stato presente in quanto espressione di una interiorità. Al che Osvaldo Ercoli mi chiese “insomma, sinteticamente, cosa intendi tu per spirito?”. Quasi senza pensarci risposi “Lo spirito è una sintesi fra coscienza ed intelligenza!”.

Da allora ogni volta che qualcuno mi chiede spiegazioni sull’argomento della spiritualità laica non faccio altro che ripetere la stessa cosa. Aggiungendo che l’integrazione della laicità alla spiritualità sta a significare una completa libertà da ogni impostazione ideologica. La spiritualità laica è la semplice e pura espressione dell’interiorità dell’uomo! E perché no? Anche delle bestie e di ogni essere dotato di intelligenza e coscienza. Infatti dal punto di vista “spirituale” non c’è differenza fra Uomini ed Animali, c’è solo una diversità di gradiente intellettivo, ma la coscienza che li anima è la stessa, la possibilità di auto-conoscenza è pure la stessa…

Nelle religioni monoteiste di origine giudea (ebraismo, cristianesimo e islamismo) si considerano gli altri esseri inferiori all’uomo, secondo la bibbia persino le altre razze umane sono inferiori a quella “eletta”. Da qui la necessità del superamento di ogni “opinione religiosa”.

L’opinione appartiene all’ego, inizialmente può essere accettata come base di confronto sulle idee, ma se osserviamo con gli occhi dello “spirito”, che tutti ci accomuna, scopriamo che l’opinione è solo un attaccamento, un riflesso condizionato, di cui potremmo anche liberarci se vogliamo avanzare in consapevolezza.

Secondo i grandi saggi l’opinione è un automatismo della percezione individuale. Insomma l’opinione è sempre e comunque parziale ed incapace di riferire un’interezza. Ma se almeno fossimo in grado di interpretare ogni opinione come un tassello del pensiero universale, cercando di integrarla nell’insieme del conosciuto, forse così stiamo mettendo in pratica quel “sincretismo” auspicabile per il superamento delle ideologie e delle religioni precostituite. Unica discriminante dovrebbe essere la qualità della sincerità in cui l’opinione viene espressa.

Infatti se un’opinione è solo “strumentale” allora non vale nemmeno la pena di considerarla, essa non è nemmeno etichettabile come “opinione” (che già di per se stesso è un termine “riduttivo”) ma possiamo definirla “imbroglio speculativo” teso alla soddisfazione di un vantaggio personale. Ciò avviene quando si mente sapendo di mentire e quando si ragiona in termini di affermazione del proprio pensiero!

Secondo me la “spiritualità laica” deve comprendere anche il lasciare agli altri la libertà di pensare a modo loro, non possiamo usare la laicità per continuamente controbattere su punti che a noi sembrano ledere tale principio… Insomma dovremmo essere laici persino nei confronti della laicità..

Ed in sintonia con questo predicato mi occupo della mia auto-conoscenza e lascio agli altri esseri (umani o non umani) di fare la parte che ad ognuno compete!

Paolo D’Arpini

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Sulla nascita del concetto di spiritualità laica – Intervento di Anthony Ceresa

Facendo riferimento alla ricerca di Paolo D’Arpini nell’intento di raccogliere documentazione e testimonianze sulla nascita del concetto della “Spiritualità Laica”
(vedi: http://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/04/30/nome-e-forma-della-spiritualita-laica-la-ricerca-portata-avanti-dal-circolo/)
non ho trovato scritti e tanto meno date di riferimento ereditate dalla storia, di cui a mio personale parere sono state eliminate di proposito per interessi di parte, dallo sviluppo successivo delle Religioni.

Nel tentativo di rendermi utile in modo saggio, nell’emettere giudizi nel limite delle mie conoscenze nella ricerca della verità scientificamente provata, mi viene in mente il pensiero di un grande scrittore del passato, il quale nell’esercizio della sua professione aveva dichiarato apertamente le sue continue sofferenze nella ricerca della verità, in un mondo di ipocrisie dove i testi storici sono spesso camuffati da interessi di parte e da supposizioni sulla realtà, marcando come veritiere anche le filosofie di particolare interesse, descrivendo ripetutamente e con lettere maiuscole, ideologie astratte che nelle varie ere si contendono il primato nella diffusione di svariate forme di pensiero con piacevoli narrative Mitologiche e Fiabe divertenti per convincere le masse.
Secondo le mie esperienze, presumo che la “Spiritualità Laica” nasce con l’evoluzione dell’uomo, da quando quest’ultimo incominciò a ragionare e convincersi di possedere oltre alla vita, anche una coscienza di comportamento e di condotta verso Madre Natura e verso il suo prossimo.

Da qui nasce la più antica realtà di pensiero, cioè non fare agli altri quello che non vuoi gli altri facciano a te, raggruppandosi in famiglie a formare Villaggi sempre più numerosi fondati sul rispetto e sull’amicizia.
Con lo sviluppo crescente della mentalità umana attraverso l’evoluzione dei tempi, che rappresenta il motore di tutte le nostre azioni, anche quelle tormentate dal male che in epoche successive si imposero con nuove ideologie di gruppi di Potere, formulati su nuovi concetti di interesse, guidando l’essere a credere in varie divinità e avviando il pensiero dell’uomo primitivo verso il concetto di Sacralità di alcuni animali come nostri simili, nostri cugini, di cui alcuni con un profondo senso di fedeltà.

Uccidere un animale era come uccidere un uomo e ancor oggi in alcune Nazioni gli animali sono Sacri, nutrendosi seguendo diete alimentari vegetariane, mentre in altre parti del Globo governate da interessi contrapposti, il pensiero dell’uomo è stato sopraffatto da nuove credenze sottraendolo alle convinzioni originali di “Spiritualità Laica”, e guidandolo ad abbracciare altre forme di pensiero furbescamente create da interessi di Potere.

Basando la ricerca sulle limitate informazioni ereditate dalla storia con lunghi periodi bui senza vita, posso soltanto garantirvi che il mio antenato più remoto “mio nonno”, che ho conosciuto e di cui mi fidavo della sua rettitudine, mi consigliava di leggere i giornali e l’informazione a rovescio, poiché la verità si trovava proprio nella confusione delle lettere incomprese scritte a testa in giù.

Nelle scuole non troverete nessun insegnate che vi parlerà di “Spiritualità Laica”, perché oggigiorno viviamo in una era Gerarchica Totalitaria con le Religioni Stato, che per millenni hanno dominato l’essere con convinzioni marziane, definendo l’uomo come una creatura ad immagine e somiglianza di Dio, che ritengo blasfema e infedele verso il Padre Celeste e verso Madre Natura.

Nel mondo animale dal quale abbiamo tanto da imparare, sostengono che l’Essere Supremo è rappresentato dalla Natura e prende le varie forme nel rispetto di tutto ciò che accompagna la nostra più avanzata immaginazione.

In sostanza, le Religioni nel senso più ampio delle nuove Credenze di Fede, rappresentano un bicchiere spaccato con i colori scintillanti dell’inganno, che tende a sopprimere la reale “Spiritualità Laica”, unica forma di guida alla concretezza del vivere rispettosamente nella Comunità Globale in modo ragionato sin dalla scoperta di possedere una coscienza, e sostituita da convinzioni di interessi contrapposti soffocando i diritti umani, i diritti alla dignità dell’essere, dove in particolare modo nella Religione Cristiana, unica a sostenere ideologie mascherate da Santi e Miracoli, i seguaci creduloni bevono da quel bicchiere incrinato per abitudine, senza accorgersi dei gravi danni arrecati al mondo con ideologie astratte e Santificate come politiche virtuose per il bene dell’umanità , dove tutto il pensiero contorto si sviluppa nella Santità, la Santa Inquisizione diretta dal Santissimo Cardinale criminale Torchemada, uno degli uomini più crudeli della storia Cristiana e del mondo, Papi criminali fatti Santi, la Santa speculazione, la Santa ricchezza della Chiesa generata per mezzo di quel Dio senza indirizzo, in sostituzione di Madre Natura.

La storia di Gesù con meriti all’Autore, è certamente una bellissima storia di nascita, di fughe, di sofferenza, di ingiustizie che si concludono con la morte in Croce, scelta come simbolo del Cristianesimo, ma vi sono tante altre storie degne di attenzione per guidare il mondo verso realtà di Fede formulate sui Diritti e Doveri Umani senza particolari privilegi, esattamente come avviene in Italia capitale del Cristianesimo con dieci milioni di disoccupati, e migliaia di servi del Potere ricoperti d’oro.
Il più grande poema sulla storia dell’umanità: Il Mahabharata –
Un’opera che non appartiene soltanto all’India, ma ai popoli di tutto il mondo.

Krishna nella più grandiosa opera letteraria di tutti i tempi.
Tragedie e trionfi nel viaggio evolutivo dell’uomo.

Il Mahabharata contiene ogni elemento della vita dell’uomo, i sentimenti, la violenza, il sesso e la sete di potere, raccontando le vicende della famiglia dei Kuru. Buona lettura.

Anthony Ceresa

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“Non Credo”… (però so riconoscere ciò che è vero!) – Recensione della rivista laica diretta da Paolo Bancale

Non Credo. N. 28, anno VI (marzo aprile 2014) Edita da Fondazione ReligionFree Bancale (Fax 0766.030470 – Cell. 366.5018912 – Email: noncredo@religionsfree.org)

Recensione

Ho ricevuto alcuni giorni fa la rivista Non Credo diretta da Paolo Bancale. Egli mi telefonò nel 2012, dopo aver letto alcuni miei interventi, per sapere qualcosa di più sui miei studi e sulla pratica spirituale laica da me perseguita. Poi ancora una volta ci siamo risentiti verso la fine del 2013 e finalmente mi chiese se volessi curare una rubrica o meglio una serie di articoli sul taoismo. Così gli mandai un pezzo dal titolo “Il vuoto taoista e l’agire senza agire” che infatti è stato pubblicato sul Volume 28 ora ricevuto. Di solito sono molto scettico sul modo in cui vengono trattati i temi “spirituali” su riviste di matrice atea. Speso i riferimenti allo spirito sono uno spunto per parlare criticamente dei vari aspetti di spiritualità e filosofia. Ma stavolta il mio scetticismo si è disciolto e debbo ammettere di aver letto con piacere gli articoli, variegati, che si occupano -in forma concreta- dei risvolti metafisici del pensiero umano. Per “forma concreta” intendo un approccio scientifico ed analitico che lascia poco spazio al “credere”. Insomma direi che l’intelligenza che anima questa rivista è prettamente “laica”. Perciò una breve recensione degli articoli letti voglio sottoporvela. Comincio da “L’India tra religione e filosofia” di Silvia Siberini, un bell’excursus sulla cultura indiana di cui anch’io sono un cultore. Ho apprezzato sopra tutto gli aspetti storici riguardo alla formulazione del pensiero ariano vedico e vedantico. Nella redazione del testo però deve essere stato commesso un banale errore di trascrizione, ove si definiscono i termini allievo “bramachari” e insegnante “acharya” in posizione invertita (pag. 138). Ma chi è pratico di induismo capisce trattarsi di una semplice inavvertenza nella compilazione. Ho trovato poi molto interessante un articolo antropologico di Bruna Tadolini “La madre Eva e le migrazioni dell’uomo”, che descrive l’inizio della specie partendo dal patrimonio genetico mitocondriale di una comune “madre”. Di questo tema, parlando di matrismo, anch’io in passato me n’ero occupato ma in forma vaga e quindi ho apprezzato la precisione con la quale l’autrice ha chiarito il mito “della comune progenitrice” partendo da una spiegazione scientifica. Altro tema a me familiare è quello trattato nell’articolo di Francesco Blasco, anch’egli docente di genomia, dal titolo “Dalla coscienza a Stonehnge”, in cui vengono descritte varie ipotesi sulla funzione e antichità dei complessi megalitici, di molto antecedenti alla cultura celtica (si fanno risalire al terzo millennio a.C.). Altro testo intrigante è stato per me “l’invenzione della croce” di Carmelo La Torre, che spiega con accuratezza come la leggenda della croce che noi conosciamo sia sorta nel mondo cristiano antico. In effetti i primi cristiani non conoscevano la croce e nemmeno che Cristo fosse stato crocifisso, la favola si affermò attorno all’VIII secolo della nostra era. Voglio terminare questa breve recensione menzionando l’articolo del fisico Renato Potenza che tratta della scoperta della “Particella di Dio”. Una buona e “digeribile” spiegazione sulla formazione della materia e dell’universo conosciuto, ponendo l’accento sul bosone di Higgs e sulla natura misteriosa del “vuoto” primordiale.

Bene, sono contento di stare in mezzo a tutti questi esimi pensatori e scienziati e ringrazio Paolo Bancale per aver insistito a coinvolgermi in questo suo progetto editoriale.

Paolo D’Arpini

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La canzone di Primavera di Teodoro Margarita

Primavera.

“Primavera vien danzando, vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?”

Porta un tralcio di passiflora, anche a questo inverno,
sopravvissuto ancora.
Porta quattro tinte di giacinti variopinti,
fiori bianchi sul susino, fiori rosa sopra il pesco
e questo zefiro, venticello fresco.
Porta a mazzettini profumate, timide viole,
porta bombi contenti e lucertoline al sole.
Porta l’erbetta lucente, porta le gemme rosse della vite
e le scaglie della pelle vecchia di un serpente.
Porta il tralcio del salice piangente,
la fronda frusciante nell’acqua del torrente.
Porta la trota e porta la paperella,
allegra brigata nel laghetto, sotto la cascata.
Porta, oh che sorpresa, son davvero belli,
nelle ombre della sera,
un paio di pipistrelli.

Porta la felicità, ma questo, qui tutti lo sanno,
del vivere sulla terra, su questo tondo
poggetto di Cranno.

Teodoro Margarita

Post Scriptum
A chi avvista la prima rondine, sia data una pagliuzza d’oro!
Alle anime sensibili, a chi lascia camminare le api sul dorso della mano.
A chi capisce il linguaggio delle nuvole, a chi sa sondare la profondità dei cuori.
A me stesso, che l’acqua della fonte, lasciata dischiusa dalle Muse,
giammai si inaridisca.
A voi, nella stagione che viene, una canzone.

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